1. Corso di Design dell’Interazione, modulo 1, ovvero
Interaction Design
Lezione 2 / 11 marzo 2009
Marco Loregian
loregian@disco.unimib.it
2. Outline
Nella scorsa lezione:
Cos’è l’interaction design
http://www.slideshare .net/loregian/
lezione-interaction-design-10-marzo-2009
In questa:
Approcci all’interaction design
Domande prima di cominciare?
3. Come si affronta un problema?
Un problema è un’opportunità
Esistono approcci molto diversi, che possono comunque essere
usati in diverse situazioni
Le situazioni più problematiche possono essere ‘semplificate’
I migliori designer sanno usare approcci diversi (alternativamente o
simultaneamente)
E’ bene usare l’approccio con ciui ci si sente più in confidenza
4. Approcci all’ID
• Design centrato sull’utente
• Design centrato sulle attività
• Design di sistemi
• Design di genio
5. User-Centered Design
UCD
Users know best Non si progetta un servizio senza coinvolgere chi
lo dovrà usare
Chi sono gli utenti? Non chi progetta il sistema, raramente simili
Parlare :: Osservare :: Immaginare
In ogni fase del progetto
6. Lo UCD sarà il tema delle
lezioni della settimana
prossima
...dovete aspettare
7. Activity-centered Design
Attenzione sulle attività, non sulle
preferenze o sugli obiettivi
Esempio: l’obiettivo di un
giardiniere è avere un giardino
pulito, ma lo scopo di usare un
rastrello è raccogliere le foglie
Approccio comune per progettare
elettrodomestici
Il tempo (durata dell’attività) gioca un
ruolo fondamentale
8. Le attività sono fatte di azioni e decisioni, spesso i
designer chiamano questi elementi compiti (task),
ogni compito è un momento della vita di un’attività
Alcuni compiti possono essere complessi,
praticamente sottoattività
L’utente è ancora parte della progettazione: i
designer devono capire quali siano i suoi
comportamenti, li formalizzano, riempiono i “buchi”
e poi cercano soluzioni (per completare il compito, non
per raggiungere l’obiettivo)
9. Il rischio di questo approccio è di
essere troppo focalizzato sul “piccolo”,
senza tenere sufficientemente in
considerazione la globalità del progetto
10. Il design centrato sulle attività è
un approccio tipico per la
progettazione di sistemi online
Sistemi di/con workflow ben
definiti
11. Design di sistemi
• Modo analitico di affrontare i problemi di design: usa
un’organizzazione stabilita di componenti per creare
soluzioni
• Il sistema, come entità complessa, è il centro
dell’attenzione
• Il sistema non è necessariamente un computer, può
essere costituito da persone, dispositivi, altri sistemi
• Es. impianto di riscaldamento, governo
funziona ‘bene’ nei casi complessi
12. Il design di sistemi usa una metodologia
strutturata e rigorosa
Non sottovaluta obiettivi e bisogni degli utenti,
però l’enfasi è sul contesto
14. Obiettivo dell’intero sistema (non dell’utente, però può
essere derivato da questi)
L’obiettivo dichiara la relazione ideale fra il sistema e
l’ambiente in cui esso vive
Ambiente: quello che circonda il sistema
es. di che tipo è fisico, digitale, …
15. Sensori: come fa il sistema a rilevare i cambiamenti
nell’ambiente?
Alcuni cambiamenti sono disturbi, inattesi e inaspettati
16. Il comparatore incarna l’obiettivo interno del sistema,
confronta lo stato attuale con lo stato desiderato
Gli attuatori sono i componenti che possono operare dei
cambiamenti sull’ambiente
17. Obiettivo
è fissato nel
Avverte Pilota influisce su
Sensore Comparatore Attuatore
misurato da
rileva gli errori
SISTEMA
Anello di retroazione
Ambiente
influiscono su
Disturbi
Dubberly & Pangaro 2003
vd. Saffer
18. La descrizione del design di sistemi dovrebbe
ricordarvi l’articolo suggerito:
Dubberly, H., Pangaro, P., and Haque, U. 2009. ON
MODELING What is interaction?: are there different types?
interactions 16, 1 (Jan. 2009), 69-75.
DOI= http://doi.acm.org/10.1145/1456202.1456220
19. Design di genio
• Basato sull’intuizione
e l’esperienza del
designer
• Ci sono aziende che
non fanno ricerca
con gli utenti,
eppure...
21. Motivazioni: ristrettezze economiche o di
tempo, necessità di mantenere la riservatezza sul
prodotto, …
Rischi: impossibilità di completare un
progetto soddisfacente o di evidenziare
caratteristiche o problemi importanti,
mancata accettazione del progetto da
parte degli utenti, ...
22. interaction
time!
Chi è Jonathan Ive?
+1 all’esame a chi me lo
dice la prossima volta
24. Building blocks
I designer lavorano con le forme, gli interaction designer
hanno altri “mattoncini da comporre:
Spazio (fisico/virtuale, 2D/3D)
Tempo (momento/durata, umano/digitale, velocità/ritmo)
Movimento (assoluto/relativo)
Aspetto visivo (comunicatività di affordance, consistenza
con l’ambiente)
Consistenza fisica (sensazioni, evocatività)
Suono (tonalità, volume, timbro)
26. Legge di Moore: i computer diventano rapidamente
sempre più potenti, più piccoli e più economici
27. Legge di Fitts: il tempo
necessario per puntare un
bersaglio dipende dalla sua
distanza e dalla sua
dimensione
28. Legge di Hick(-Hyman): il tempo per prendere una
decisione dipende dal numero di scelte (e dalla
familiarità e ripetizione)
29. Legge del 7: possiamo memorizzare sette
informazioni alla volta (+/- 2)
30. Conservazione della complessità
Legge di Tesler: un
problema non può
essere semplificato
oltre una certa soglia, si
può solo spostare la
complessità da un’altra
parte
32. Altri principi
Manipolazione diretta / indiretta:
analogia col mondo fisico / comandi
astratti
Feedback / feedforward: indicazione
di cosa è accaduto / accadrà
33. Caratteristiche di un buon
interaction design
Affidabile
Appropriato
Intelligente
Reattivo
Ingegnoso
Ludico
Piacevole
35. Persona:
archetipo
documentato
di un insieme di persone
Coerenza d’intenti e comportamenti, non solo
demografica (altrimenti ho solo segmenti di mercato)
36. Caratteristiche di una persona:
Nome e immagine
Profilo geografico
(continente, nazione, area urbana, clima)
Profilo demografico
(età, sesso, famiglia, reddito, educazione, religione/razza/etnia)
Profilo psicografico
(classe sociale, gruppo e status sociale, personalità e percezione di sé, convinzioni, attitudini,
accettazione dell’innovazione e del cambiamento, stile di vita, interessi e hobby, rapporto coi
media)
Profilo webografico
(abitudini relative all’uso del Web)
42. Da leggere
George Olsen, “Persona Creation and Usage Toolkit”
http://www.interactionbydesign.com/presentations/olsen_persona_toolkit.pdf
Riferimenti & Credits
• Dan Saffer, Design dell’interazione, Pearson
Education (capitoli 2 e 3)