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Nr. 154Ò4 /^UU8 KUNR
TRIBUNALE DI ROMA
SEZIONE DEL GIUDICE PER LE INDAGINI PRELIMINARI
Ufficio XXIII GIP - dott. ssa Sim onetta d'Alessandro
IL GIUDICE PER LE INDAGINI PRELIMINARI
SIMONETTA d’ALESSANDRO
Letti gli atti del procedimento nr. 15464/2008 RGNR;
Uditi in cam era di consiglio il Pubblico Ministero, e i difensori di Licio
GELLI e Francesco PAZIENZA, non essendo comparsi i difensori degli
altri indagati e il difensore della persona offesa Carlo CALVI;
Esaminati gli atti processuali acquisiti;
O S S E R V A
I fatti di causa sono stati com piutam ente ricostruiti dal Pubblico
Ministero.
Si tratta di una. vicenda dall’accen tu ata dim ensione
internazionale; involgente rapporti tra Stati; rogatorie dall’esito
in fa u s to ; snodi di interessi economici e politici m ediati da
ambiti massonici coperti o settori di servizi segreti deviati in
stru ttu rale contatto con organizzazioni criminose e sistem i
finanziari.
Roberto CALVI è stato assassin ato , “m ediante im piccagione” e
“sim ulazione di suicidio”, fatto consum ato in Londra alle prim e
ore del 18 giugno 1982 e qualificabile come omicidio
prem editato ex artt. 110, 575, 576 nr. 1 e 577 nr. 3 c.p.
Sugli esiti del processo “hanno pesato i ritardi nelle indagini
d o v u ti all'iniziale ip otesi c h e si tra tta sse di u n s u ic ìd io ” (i
riferimenti sono tratti dalla motivazione della sentenza della
Corte di Cassazione, d epositata il 26 gennaio 2012, e da quella
della Corte d ’assise d ’appello, depositata il 13 luglio 2010).
Deve ritenersi che i rilievi critici afferiscano all’operato degli
organi investigativi londinesi, i primi ad intervenire , e ad
ipotizzare il suicidio.
L’unica certezza su cui chiudono le sentenze è quella
dell’omicidio prem editato.
Nel procedim ento base recante nr. 1 3 034/95 R.G.N.R., è stato
espletato u n incidente probatorio (nel contraddittorio con altri
indagati), da parte di u n collegio costituito dai professori
BRINKMANN, CAPASSO e LOPEZ, i quali h an n o escluso che
CALVI si sia suicidato, ritenendo che u n omicidio è compatibile
con i risultati degli e3ami e i reperti disponibili.
N essun consulente tecnico di parte h a saputo form ulare rilievi
idonei a com prom ettere la valenza probatoria di questo
r is u lta to . E in o ltre , c o lla b o ra to ri di g iu stiz ia dal sapere non
spurio, m a anzi per più profili, ad iniziare dal loro calibro
criminale, molto qualificato, sia p u re riferendo elem enti di
conoscenza indiretta, h anno espressam ente parlato di omicidio:
così, Antonino GIUFFRÉ, Francesco Marino MANNOIA,
Tommaso BUSCETTA, G aspare MUTOLO, Angelo SIINO, Antonio
MANCINI, Claudio SICILIA, Luigi GIULIANO, Pasquale
GALASSO, Oreste PAGANO, Giuseppe CILLAR1, C arm ine
ALFIERI ed Eligio PAOLI.
Uno di loro, Francesco Marino MANNOIA h a riferito ad agenti
FBI, p rim a c h e a m a g is tr a li ita lia n i.
T utti hanno con sicurezza riferito dell’omicidio; e alcuni h an n o
anche precisato che l’esecuzione era avvenuta con u n a “m essa
in s c e n a ” tale da far s e m b r a r e c h e CALVI si fo sse u c c iso .
Il tem a h a profili di interesse, ove si guardi al valore simbolico
dei luoghi e allo sfoggio di potenza coessenziale ai fatti: il
viaggio della vittima all’estero, perché an d asse incontro al suo
destino, richiam a il concetto di un'organizzazione capace di
porre in essere u n così grave delitto anche fuori del territorio
nazionale, e di trarre in inganno u n banchiere di livello
internazionale, m anovrando, ad u n tempo, coloro che potevano
avvicinarlo, per convincerlo a lasciare l’Italia per Londra, e non
più per Zurigo, e coloro che avevano la capacità di ucciderlo.
A spostarsi in Inghilterra, in sintesi, non erano solo quelli che
potevano interloquire con CALVI, m a anche i killer, secondo u n
intreccio spaventoso tra b rasseu rs d ’affaires di cui CALVI ,
a ll’evidenza, si fidava, c con i q u a li e ra finito in r a p p o rti, p e r le
vicende del Banco, ed esponenti dell’alta crim inalità, capaci di
omicidi su commissione.
N on vi è c e rte z z a s u lla a s c riv ib ilità so g g e ttiv a del fatto, s ic c h é
è proprio questo intreccio, per tempi e m odalità, a sfuggire alla
ricostruzione investigativa, secondo le sentenze in atti: si
tratta, potrebbe dirsi, di u n intreccio intravisto, non provato,
che ricollega - su un piano solo intuitivo e congetturale - coloro
di cui CALVI si fidava a coloro che l’avrebbero ucciso.
In questo senso, d ’altronde, si sono espressi praticam ente tu tti
i collaboranti.
£
Per altro verso, molteplici sono - come si vedrà - i depistaggi,
che tendono a far risultare che soggetti, legati a CALVI da una
frequentazione non remota, e raggiunti da gravi indìzi di aver
partecipato al complotto, fossero, in realtà, in viaggio altrove;
mentre non può sottacersi che solo sei mesi dopo il delitto
morirà il soggetto indicato come il m ateriale strangolatore di
CALVI, nel gennaio 1983.
Partiamo, quindi, dall’unica certezza, che è quella deUfomicidio.
Le sentenze si chiudono, si, con esiti liberatori per gli im p u tati,
ma escludono in termini di certezza che CALVI sia morto
suicida: così, la Corte di Assise di Roma (con sentenza del 6
giugno 2007); la Corte d'A ssise d 'Appello di Roma (con
pronuncia del 7 maggio 2010) e la Corte dì Cassazione (con
decisione della I sezione, del 17 novembre 2011) in esito ai
giudizi celebrati, nei confronti degli im putati Giuseppe CALÒ,
Flavio CARBONI, Ernesto DIOTALLEVI, Manuela KLEINSZIG e
Silvano VITTOR, rispettivamente indicati come appartenenti a
Cosa Nostra, il CALO’; alla loggia m assonica P2, il CARBONI;
alla Banda della Magliana, il DIOTALLEVI; come manovale
deiroperazione, quanto al trasferimento di CALVI, il VITTOR;
come accompagnatrice del CARBONI, la KLEINSZIG.
Lo stesso Licio GELLI ha. sem pre m anifestato la convinzione ch e
CALVI "sia stato suicidato" (vedi lettera del 2 4 .3 .1 9 9 2 ,
indirizzata al PM di Roma e dichiarazioni rese, ivi compreso
rinterrogatorio del 4 luglio 2005).
Raffaello GELLI, figlio dell'indagato, ha confermato la
circostanza, ponendo in rilievo che il padre aveva espresso
l’opinione "che CALVI fosse stato ucciso in esecuzione di un
piano ben preparato per togliere di mezzo un testimone scomodo"
(vedi verb. 8.5.1984).
Non esistono, però, colpevoli, per le sentenze, ed è alla luce,
quindi, del disegno dell'accusa, non dei provvedimenti decisori,
che vanno ricostruiti gli sfondi del fatto, sul quale il Pubblico
Ministero ha nuovamente indagato nella prospettiva del
rinnovamento deH’istruttorìa in appello ex art 603 c.p.p.
In questa prospettiva sono stati iscritti nel registro degli
indagati PAZIENZA, il 30,3.2008; CASILLO, il 20.6.2008;
CARBONI, il 20.6.2008; KUNZ, il 9.7.2008; MAZZOTTA, il
7.4.2008, tutti più collegati alla fase esecutiva, ma tu tti
sintomatici, per la loro ben diversa appartenenza, di quegli
sfondi.
E tali sfondi devono, comunque esser ripercorsi, ad onta della
gravità e dell’oscurità dei fatti ricostruiti per i soggetti che ne
sono sfiorati, dal momento che questo Giudice non si può
esimere dal farlo, pur nel già richiam ato ’esito liberatorio per
tu tti i soggetti coinvolti, processati o sem plicem ente inquisiti.
Infatti, è alla luce dei fatti stessi, per come pro sp ettati, che
vanno risolti i prelim inari problemi di com petenza territoriale e
di giurisdizione.
Ciò impone di ripercorrere il disegno dell’accusa, che h a visto
addensarsi u n a gran mole di indizi su vari soggetti, p u r se
assolti, si ribadisce, se processati, o d estin atari di decreto di
archiviazione, quando sem plicem ente indagati.
E le cose devono e s s e r definite con il loro nome, lette p e r com e
em erse nel percorso del Pubblico M inistero, la m anchevolezza
dell'univocità del significato appartenendo alla valutazione dei
Giudici, concordi, con diverse sfum ature, nell'esclusione,
p a ssa ta in cosa giudicata, di responsabilità, m a solo ex art 530,
comma II c.p.p.
Tanto premesso, i fatti.
G ran parte della condotta prodrom ica all’esito m ortale si è
svolta a Roma, in Italia, pacifica è la com petenza del Giudice
rom ano, pacifica la giurisdizione del Giudice italiano.
Più precisam ente: la vicenda si snoda tra Roma, Ginevra,
Zurigo, Amsterdam, Londra, Edimburgo; di alcuni spo stam en ti
a Miami, contem poranei al delitto, vi è traccia docum entale, e la
questione della com petenza per territorio è la prim a che va
risolta, proprio al fine di stabilire se vi sia giurisdizione, tem a
anche questo complesso, che non potrebbe risolversi se non
dopo un astratto vaglio di competenza.
Romano, o, almeno, precipuam ente rom ano, e salvi i
collegamenti con poteri finanziari esteri, im m ediatam ente
contigui a Roma e concentrati nell IOR, è l’ambito di decisione
del destino di Roberto CALVI: questo, inequivocam ente, il
disegno dell’accusa.
A Roma operava Pippo CALO’, em issario, o meglio
plenipotenziario finanziario dell’organizzazione m afiosa
denom inata Cosa Nostra, già organico alla c o n s o rte ria , u
cordata di BONTATE - nella fase in cui la c u ra internazionale
degli interessi economici del sodalizio era rim essa al banchiere
M ichele SINDONA.
CALO’ divenne, poi, uom o dei corleonesi di RUNA - nella fase in
cui, viceversa, m utati gli equilibri, gli assetti, e forse ,
soprattutto, le pretese - investito della res econom ica era,
attraverso tram iti che escludevano il contatto diretto con Cosa
Nostra, il banchiere Roberto CALVI, strettam en te legato , per la
n a tu ra stessa dell’Istituto di cui era fattuale dom inus, alla
finanza vaticana, e segnatam ente all’Istituto Opere Religiose.
CALO’, in sintesi, restò nelle sue funzioni, nel suo ruolo apicale
e t u tt’altro che trascurabile, sia nella fase di BONTATE che in
quella di RUNA, proprio perché era a Roma, ove egli era il
plenipotenziario di Cosa Nostra, il centro di decisione, e di
dispiegam ento delle sue attività interm ediarie.
E tale centro era im m utabile, m entre le variazioni si
registravano a Palermo.
Ciò legittimava la su a trasm igrazione da u n a fase all’a ltra della
vita dell’organizzazione, con iden tità di poteri gestori, ed anzi
a d o n t a di u n a m a tta n z a , c h e c s t a t a a n c h e rim o z io n e di q u e lle
pretese creditorie che lui stesso aveva rapp resen tato nella fase
di BONTATE,
A Roma, a n c o ra , o p e ra v a Flavio CARBONI, uomo di GELLI capo
della loggia m assonica denom inata Propaganda 2, e, secondo i
collaboranti, snodo di collegamento tra Cosa N ostra e il braccio
esecutivo della B anda della M agliana (sit MANCINI)
A Roma, competente, appunto, in executivis, era DIOTALLEVI,
figura di primo piano della B anda della M agliana, aggregato
criminoso operativo capace di u n sostanziale dominio su lla città
e sulle sue sfere decisionali, ed anche della realizzazione di
delitti su commissione, in cambio della realizzazione dei propri
interessi economici e delittuosi in u n a situazione di striscian te,
mai del tu tto s c o n fitta im p u ziità.
La collocazione a Trieste di VITTOR non tu rb a il disegno
deU’accusa , essendo costui m anovalanza nell’esecuzione del
delitto.
La KLEINSZIG è irrilevante.
Il primo profilo di interesse giuridico - quello della com petenza,
e quello della giurisdizione - può risolversi agevolmente.
Competente è il Giudice rom ano, che deve dipanare, in prim is,
la m ateria della giurisdizione ex artt. 6; 7; 8; 9); 10 c.p.
In via preliminare occorre chiarire che la giurisdizione è
regolata secondo canoni prevedibilm ente espansionistici, in uno
Stato autoritario, come quello che si'provvide del codice Rocco,
teso ad affermare la giurisdizione del Giudice italiano q u an d o
anche solo u n a parte della condotta tipica fosse sta ta p o sta in
essere in Italia.
La faoc p ro g ra m m a to ria ; p r e p a r a to r ia ed a n c h e a t t u a t r i c e del
disegno di omicidio è stata p o sta in essere in Italia ,
precisam ente a Roma, sicché deve affermarsi la com petenza del
Giudice romano, e la giurisdizione del Giudice italiano, ex art. 6
c.p.
Si tra tta di u n reato che oggi , alla luce dei nuovi stru m e n ti
giuridici di derivazione internazionale (legge 16.3.2006, nr.
146), si direbbe connotato da un carattere transnazionale (art.
3, legge 16.3.2006, nr. 146) - ed anzi aggravato dalla
tran snazionalità (art. 4, legge 16.3.2006, nr. 146), perché non
potrebbe sem plicem ente riten ersi ipotizzata u n a m era
tran snazionalità o internazionalità della condotta, sn o d atasi in
più Paesi, e precisam ente in Italia; Svizzera; Inghilterra (art. 3,
legge nr. 146/2006), m a dovrebbe ritenersi il supporto di u n a
s tru ttu ra estera di riferimento, ex se integrante “qualcosa in
più del coucuxso di persone nel reato, e qualcosa in meno
dell'associazione per delinquere”.
Solo u n dato del genere, la s tru ttu ra estera di riferimento - per
u sa re del tutto im propriam ente, per u n fatto verificatosi nel
1982, concetti divenuti canoni qualificatori normativi solo nel
2006 - potrebbe dar conto di fatti così contorti, com plessi,
articolati, e ad u n tempo dei tentativi di depistaggio, po sti in
essere nei giorni im m ediatam ente precedenti il delitto, e in
quello del delitto, attraverso la predisposizione di alternative
docum entali alla presenza dei soggetti sul luogo dei fatti.
A renderli possibili , u n a s tru ttu ra estera, o u n a s tr u ttu r a
italiana operante all'estero, o collegata con stru ttu re estere,
così da divenire, in senso penalistico, essa stessa s tru ttu r a
estera, che h a fornito coperture e consentito im punità.
Dì questa s tru ttu ra - la cui presenza si avverte - non sono
ricostruiti i confini e identificati i com ponenti sul piano
p ro c e s s u a le .
L’esistenza di sicuri elem enti fidati fuori d all’Italia, in altri
termini, h a costituito u n a concausa del delitto, anche su l piano
del m o v en te , ra ffo rz a n d o in chi ha c o m m e s so il fatto
m aterialm ente, la determ inazione omicidaria.
Ciò perché, secondo il dictum dei collaboranti, il fatto era di
interesse di stru ttu re finanziarie non nazionali, e si collegava a
disegni politico - economici del pari sovranazionali, sicché
l’azione m ateriale si collocava al riparo di organismi finanziari
non nazionali, e dei poteri - politici; economici; di intelligence
- che essi erano in grado dì muovere.
Ancora, sem pre l’ipotesi di. u n a s tru ttu ra estera h a rafforzato
l ’azione degli esecutori italiani, sul piano'delle motivazioni ad
agire, h a fo rn ito u n e sito al lo ie delinquere, c o m ’è p ro p rio di
fattispecie, tutte, rien tran ti nell'am bito dei reati unificati dal
vincolo di continuazione.
N on è il re a to , m a è la s e q u e n z a c rim in o s a c o n flu e n te nel
delitto continuato a fondare la giurisdizione; ed il fatto è
transnazionale, perché si colloca, nel suo dipanarsi, tra più
Paesi; infine, è agevolato nel suo svolgimento da u n a s tr u ttu r a
estera di riferimento che, ad u n tempo, d etta la linea ed agevola
il compimento dei fatti.
Di qui il dipanarsi deU’indagine odierna nei confronti di soggetti
anche estranei alla sentenza 6 giugno 2007, ossia Licio GELLI;
6
Hans A lbert KTTNZ; F r a n c e s c o PAZIENZA; Maurizio MAZZOTTA;
Vincenzo CASILLO, deceduto 29 gennaio 1983, operativi tra più
Paesi al m om ento dei fatti , e che si aggiungono ai già giudicati
Giuseppe CALÒ, Flavio CARBONI, E rnesto DIOTALLEVI, Silvano
VITTOR già assolti dal reato di omicidio di Roberto CALVI, ai
sensi dell’art. 530, com m a II c. p. p., m a tuttavia, come sopra
anticipato, nuovam ente esam inati, n ell’odierno incarto, nella
prospettiva di u n a rinnovazione dibattim entale in fase
d ’appello, ex art. 603 c.p.p.
Il dichiarato dei collaboranti, che riconducono la m orte di
CALVI a u n a com plessa e plurisoggettiva condotta om icidaria,
r im a n d a poi a Licio GELLI: quindi se la credibilità di certe
asserzioni - relative all’obitus e alla su a eziologia non certo
suicidarla, che si ritrovano anche nel n arrato processuale .dei
pentiti - può ritenersi acquisita, vi è quanto meno u n a
prem essa di attendibilità per il vaglio delle ulteriori
dichiarazioni da loro rese sul ruolo di GELLI e ai suoi co ntatti
con soggetti im putati del delitto, quali Pippo CALÒ e Flavio
CARBONI.
Ossia: se si crede ai pentiti quando parlano di omicidio, deve
anche prestarsi loro attenzione quando individuano gli au tori
d e ll’u c c isio n e .
Francesco Marino MANNOIA h a riferito di aver appreso da
BONTATE, intorno al 1980, che Pippo CALÒ stava avvicinando
Francesco PAZIENZA, Licio GELLI e Roberto CALVI per
l’investimento di ingenti somme di denaro, provento del
contrabbando di sigarette e del traffico di droga (indicazioni
rese l’11.3.1991, ad agenti del FBI).
Si tratta, come si vede, di dichiarazioni acquisite da MANNOIA
dal capo dell’epoca di Cosa Nostra di cui era prossim o il declino
(BONTATE sarebbe stato ucciso il 22 aprile 1981), e in esse
pare cogliersi u n a sfu m atu ra di consapevolezza di BONTATE del
m utam ento di equilibri di cui sarebbe stata, poi , conseguenza
ravvicinam ento di CALO’ ai nuovi personaggi.
Ciò in ragione del fatto che, nella gestione dei flussi di capitali
da riciclare, evidentem ente CALO’ non agiva da solo, m a
o bbediva, p u ò o u p p o rsi, a so g g e tti che s u g g e riv a n o
modificazioni quanto ai tram iti, e modifiche delle condizioni.
Le dichiarazioni sono state rese in d ata 15.7.1991, innanzi ai
PM di Palermo e Roma, ai quali MANNOIA ha te s tu a lm e n te ,
riferito di aver appreso da Stefano BONTATE (cognato di
Giacomo VITALE, appartenente alla P2) e altri uom ini d ’onore
della sua famiglia m afiosa che “Pippo CALO', Salvatore RUNA,
Francesco MADONIA ed altri dello stesso gruppo avevano som m e
di denaro investite a Roma attraverso Lido GELLI che ne curava
gli investim enti” e che "parte di questo denaro era investito nella
Banca del Vaticano
Il collaborante h a ribadito le sue conoscenze nel corso
deirincidente probatorio del 18.12.1997, ove h a riferito che:
"CALO* investiva i suoi soldi ... attraverso CALVI e Lido GELLF e
nel corso della deposizione dibattim entale rese nel processo di
primo grado, davanti alla Corte di Assise di Roma .
È evidente che u n ’ attività di questo tipo doveva, secondo il
collaborante, interferire su rapporti generali, s tru ttu ra li ,
oiotemici tra Coca N ostra ed ambiti finanziari vaticani, che
implicavano u n rapporto collaudato, fiduciario e
particolarm ente intenso, un tempo gestito dal banchiere
Michele SINDONA, e mercè la produzione di u n a modifica
addirittura epocale degli equilibri in atto, poi da Roberto CALVI.
MANNOIA h a posto in rilievo che CALVI era stato p resen tato a
Licio GELLI da Michele SINDONA nel corso del 1975 (vedi verb.
1.10.2002, pag. 8), e ciò rende evidente che, dopo il 1975,
CALVI aspirava a sostituire SINDONA nei contatti con gli
am bienti da cui provenivano i flussi di capitali da riciclare.
OELLI, quindi, potrebbe aver curato questo passaggio da
SINDONA a CALVI, avvalendosi di CARBONI, ponendosi GELLI,
quale capo della P2, a riferim ento di Cosa N ostra per le attività
esteriori di riciclaggio c investim ento, tram ite lo IOR.
Il riferimento a CARBONI è tu tt’altro che inessenziale perché
plurim e erano le funzioni, le attitudini, le relazioni di CARBONI.
A n to n io MANCINI h a riferito che, se c o n d o ABBRUCIATI,
CARBONI costituiva u n anello di raccordo tra la B an d a della
Magliana, la mafia di Pippo CALÒ e gli esponenti della
m assoneria facenti capo a Licio GELLI (vedi verbale
delLl 1.3.1994, pag. 9).
Ha ribadito tali dichiarazioni anche nel corso della
dichiarazione dibattim entale dinanzi alla Corte d ’A ssise di
Roma (vedi pag. 116 e 117, 209 - 210, trasc. 29.3.2006).
Ossia, secondo il dichiarato dei pentiti: m entre in u n primo
momento GELLI fu trait d ’un io n tra BONTATE e SINDONA; di
poi, m utati gli equilibri mafiosi, egli fu tram ite tra BRUSCA -
RUNA e CALVI, essendo sem pre CALO5 dorninus delle attività
riciclatrici di Cosa Nostra.
E ’, q u in d i, a ll’o m b ra di GELLI e ORTOLANI che si è prodotto il
passaggio da SINDONA a CALVI (sul punto si vedano le
dichiarazioni rese da CALVI a su a moglie Clara CANETTI, e le
lettere di CALVI in atti).
E sem pre GELLI, per conseguire questi risultati si sarebbe
avvalso di CARBONI (s.i.t. MANNOIA; s.i.t. MANCINI), che egli,
invece, nega di conoscere.
Il teste Eligio PAOLI, di certo estraneo a circuiti delinquenziali
mafiosi siciliani, ha riferito di aver compreso da u n discorso
delle sorelle KLE1NSZIG che GELLI e CARBONI si conoscevano
da tempo; che CARBONI era stato presen tato a GELLI da
A rm a n d o CORONA, e che e ia d iv e n u to il “tir a p ie d i” di GELLI,
lavorando, q u in d i, per conto di GELLI e ORTOLANI (vedi pag. 39
- 4 0, trasc. 2 6 .9 .2 0 0 6 e verb. reso in fase d ’indagine del
2 2 .8 .1 9 8 3 , pag. 4).
Per tornare, poi, al circuito mafioso, deve ricordarsi che
Salvatore LANZALACO h a dichiarato che Lorenzo DI GESÙ era
stato m andato in soggiorno obbligato a Monte San Savino, ove
aveva conosciuto, tram ite CALÒ, GELLI; e che quando CALÒ
andava a trovare DI GESÙ contem poraneam ente si recava da
GELLI.
LANZALACO h a aggiunto di essersi recato nella villa di GELLI
ad Arezzo con PANZECA, nel corso di uno dei weekend, in cui si
erano recati a Monte San Savino.
Nell'occasione, gii era stato p resentato il figlio di CELLI e aveva
notato che avevano parlato di DI GESÙ e di alcuni amici di
q u e st’ultimo.
D a ciò aveva d e s u n to clic GELLI e DI G ESÙ a v e sse ro a v u to d ei
buoni rapporti (vedi pag. 130, trasc. 2.5.2006, deposizione
innanzi alla Corte d ’Assise di Roma).
A n to n in o G IUFFRÈ h a riferito che “L id o GELLI era u n tr a m ite ,
vale a dire gestiva i finanziam enti di altre persone”,
Ha aggiunto di aver appreso da DI GESÙ, PANZECA e Pino
GAETA che GELLI aveva fatto confluire dei capitali riconducibili
al gruppo di CALÒ, per gli investim enti in Sardegna , fatto in
relazione al quale PANZECA e DI GESÙ si erano recati a trovare
GELLI in Toscana (vedi verb. 4.12.2002, pag. 17 e 18).
Tullio CANNELLA ha riferito di intensi rapporti tra m afia e la
P2, affermando: “appresi che la P2 aveva costituito diverse logge
regionali, tra. le quali questa denom inata Carnea, che aveva sed e
in Liguria — se La memoria non mi inganna a Santa M argherita
Ligure - era una loggia che era espressione di gruppi m afiosi
della Sicilia.
N ella fa ttis p e c ie era una loggia c rea ta e co stitu ita per v o lo n tà di
S te fa n o BO NTATE”,
Ha aggiunto che Giacomo VITALE gli aveva confidato di “ingenti
s o m m e di d e n a ro che s u o cognato S te fa n o BO NTATE a v e v a d a to
alla P2”, il che comprova che, già prim a di RUNA, la P2 era
destinataria di flussi finanziari da Cosa Nostra (rif. trasc. ud.
del 9.7.2001, processo nei confronti di Marcello Dell’UTRI).
Il collaborante indica nel vertice della P2 il tram ite del
riciclaggio di Cosa Nostra.
Si noti che le indicazioni appena dette hanno trovato u n a
significativa conferma in quelle del testim one m assone Angelo
SIINO (G ran M a estro d e ll’o rie n te di P a le rm o della loggia
m assonica Carnea, con il grado di 33), il quale h a riferito di u n
incontro avvenuto casualm ente a S an ta M argherita Ligure,
all’interno della sede della Loggia Carnea, il cui gran m aestro
era Aldo VITALE.
Egli h a riferito dell’evoluzione dei contatti verso CALVI , nuovo
interm ediario.
SI sarebbe recato a S an ta M argherita con Giacomo VITALE,
cognato di Stefano BONTATE, m assone parim enti ap p arten ete
alla loggia CAMEA.
Aldo VITALE, s e m p re eep an o iv o , g e n tile ed a c c o g lie n te n e i s u o i
confronti, gli aveva detto di “aspettare un attim o
Si era meravigliato ed aveva dom andato a Giacomo VITALE: “m a
chi è q u esto che è in c o m p a g n ia di VITALE?” .
Questi gli aveva risposto che era CALVI "un banchiere di M ilano”
“un personaggio im portante”, “anche perché gestisce dei soldi
nostriu.
Aveva usato il plurale per fargli intendere che "gestiva dei soldi
di Cosa Nostra
Nell’occasione, aveva detto che gestiva anche denaro di altri.
Aveva usato l’espressione “e non solo” (vedi pag. 73 - 76, tra sc.
28.3.2006).
Si era meravigliato del fatto che Aldo VITALE avesse la p o rta ta
di c o n o so e ie R oberto CALVI.
Era, però, u n personaggio im portante, anche amico di Licio
GELLI, circostanza che aveva potuto co nstatare personalm ente
(vedi pag. 75, trasc. 28.3.2006).
Licio GELLI era collegato, secondo le dichiarazioni rese d a
CALVI alla moglie Clara CANETTI, ad ORTOLANI, e d u n q u e a
m onsignor MARCINKUS, e, secondo le dichiarazioni del
collaborante MANCINI a CARBONI, q u e st’ultim o era tram ite tra
la Banda della Magliana, cui appartenevano DIOTALLEVI e
CASILLO, e la Cosa N ostra di CALO’.
GELLI ha, invece, negato di aver mai conosciuto CARBONI e h a
escluso qualunque rapporto con lui, con dichiarazioni n o n
credibili, come da docum entazione depositata da Emilio
PELLICANI il 21.6.1988, all’au to rità giudiziaria.
In atti vi è u n prospetto dal quale si rileva l’esistenza di u n
assegno da lire 223 milioni a favore del sig. L. GORI
(p se u d o n im o u tiliz z a to da Licio CELLI) tr a tto d a Flavio
CARBONI e di u n altro assegno consegnato al sig. L. GORI,
sempre per conto di F. CARBONI.
Con lo steso fine di a llo n ta n a r s i dalla fase, esecutiva, e dai suoi
protagonisti, ossia, in prim is da CARBONI, GELLI h a so sten u to
di non aver mai conosciuto il banchiere svizzero H ans KUNZ e
Francesco PAZIENZA.
Anche queste discolpe appaiono poco credibili ove si consideri
che nel corso delle investigazioni Eligio PAOLI h a riferito di aver
appreso da Riccardo PIAZZESI (vale a dire da Silvano VITTOR,
come h a spiegato in m an iera convincente nel corso dei verbali
del 2003) dell’esistenza di “u n ’intim a amicizia” “tra la moglie di
KUNZ e la moglie di GELLI” (vedi verb. 22.8.1983).
E ’ stato infine acquisito in atti u n appunto del giornalista
Bruno FERRARIO dal quale emerge che H ans KUNZ c Licio
GELLI, i primi di maggio 1982, avrebbero pranzato al risto ran te
Chevai Blanc di V andeuvre nei dintorni di Ginevra.
GELLI , quindi, sarebbe collegato a tu tti i soggetti che le
indagini hanno indivuìiduato come presenti nella .fase
esecutiva: CARBONI; KUNZ; PAZIENZA.
Secondo la prospettazione accusatoria - che h a giustificato
l’originaria iscrizione nel registro degli indagati di Licio GELLI e
la successiva riap ertu ra delle indagini in relazione al delitto per
cui si procede in qualità di m an d an te e di organizzatore - il
coinvolgimento a livello organizzativo ed esecutivo si sarebbe
concretizzato, in particolare, nell'induzione di Roberto CALVI ad
espatriare, attraverso il ricorso alPintimidazione, a ttu a ta anche
informando CALVI dell'esistenza di un m andato di c a ttu ra a suo
carico del tutto inesistente (si vedano sul punto le dichiarazioni
rese da VITTOR).
GELLI, tra m ite il p ro p rio d ife n so re , n el co rso d e ll’in te r ro g a to r io
del 4.7.2005, h a m anifestato la volontà di non accettare la
giurisdizione italiana con riferimento alla contestazione di
c o n c o rso in om icidio, in v o c a n d o i p ro v v e d im e n ti di e s tr a d iz io n e
della Repubblica Elvetica e della Francia.
Dalle indagini emergono figure simbolo: CALO’, che è Cosa
Nostra; GELLI - ORTOLANI, che sono la loggia P2 e i contatti
con lo IOR di MARCINKUS; GELLI - CARBONI, che sono la
loggia P2 e i contatti con la B anda della Magliana; DIOTALLEVI
e CASILLO, che sono la B anda della Magliana.
Alcune di queste figure sono “vicine alla scena del delitto”,
coinvolte nella m aterialità omicidaria.
Altre sono sideralm ente lontane.
E ’ evidente che revocazione di Monsignor Paul Casim ir
MARCINKUS impone di valutare quello che pare essere u n
sistem a consolidato di investim enti e flussi finanziari , diretto
verso il Vaticano, inteso come diplomazia com plessa; Stato
senza territorio, m a dall’enorme consenso internazionale;
s tru ttu ra culturalm ente e ideologicamente coesa, d all’im m ensa
influenza sui Governi dei popoli, capace di scelte idonee a
condizionare gli equilibri anche mondiali, e non lontane da
strategie di intelligence.
All’epoca del coinvolgimento del Banco Ambrosiano e degli
autori delle rim esse e dei flussi finanziari dal Banco allo IOR,
all’interno del Vaticano si è prodotta u n a svolta epocale, dai
costi enormi, siccome tesa alla determ inazione delle scelte
politiche di intere Nazioni, airacquisizione di aree di influenza
in un quadro di modifica degli equilibri preesistenti.
E ’ la politica che guarda all’Est Europa, all’America Latina,
dalle inevitabili conseguenze sugli assetti economici.
Q uesto Giudice n o n sa dire, alla luce degli atti, chi avesse
interesse ad u n simile progetto politico - finanziario, chi fosse il
motore, il beneficiario finale dell’operazione, e chi fosse, invece,
il controinteressato.
Si tratta, peraltro, di percorsi storici, estranei all’esam e del
Giudice penale.
Ma di essi c’è traccia nei flussi del Banco Ambrosiano verso
Est, su richiesta dello IOR.
In più lettere redatte a ridosso del suo omicidio, CALVI h a
scritto di aver finanziato il Sindacato polacco SOLIDARNOSC,
per u n importo di circa 1.000.000,00 di dollari dell’epoca.
Egli h a anche esplicitam ente am m esso in u n a lettera indirizzata
al Papa, dal tenore sostanzialm ente intim idatorio, in d a ta 5
luglio 1981, di aver s o s te n u to il f in a n z ia m e n to di Pacai ed
associazioni politico - religiose dell’E st e dell’Ovest su incarico
di rap p resen tan ti vaticani: “Santità, sono stato io che, su preciso
incarico dei suoi autorevoli r a p p r e s e n ta n ti , ho d isp o sto co sp ic u i
finanziam enti in favore di molti Paesi ed associazioni politico -
religiose dell'E st e dell'O vest.
Molti sono coloro che mi fanno allettanti prom esse d ’aiuto a
condizione che io parli delle attività da me svolte nell’in teresse
della Chiesa; sono proprio molti a voler saper da me se ... ho
fornito m.ezzi economici a SOLIDARNOSC o anche arm i e
finanziam enti ad altre organizzazioni di Paesi dell’Est; m a io non
faccio e non voglio ricattare; io ho sem pre scelto la stra d a .d ella
coerenza e della lealtà a costo di gravi rischi”
Ed ancora, nella lettera scritta al C ardinale SALVESTRINI del
30 maggio 1982: “in siffatte condizioni cosa posso sperare io,
responsabile come sono di aver svolto u n ’intensa opera di
banchiere n e ll’in te r e ss e d ella p o litica v a tic a n a in tu tta l’A m e r ic a
Latina, in Polonia; e in altri Paesi dell’E st? ”
Salvatore LANZALACO h a riferito che i finanziam enti a favore di
SOLIDARNOSCH erano stati effettuati anche con risorse
riconducibili a Cosa Nostra (vd. pgg. 17 e 18 trascrizione 2
maggio 2006).
Francesco PAZIENZA h a n arrato un episodio che l ’h a visto
diretto protagonista nel marzo 1982, in occasione del quale,
secondo il suo racconto, vi è. stato trasferim ento diretto di
denaro a SOLIDARNOSCH, da parte di Roberto CALVI e Paul
MARCINKUS (trascrizione 11.4.2006).
Flavio CARBONI ha riferito che: " CALVI... ha finanziato
SOLIDARNOSC . L ’ultim a volta è sta ta una tranche di venti
milioni di dollari che CALVI ha anticipato con u n ’operazione
estero su estero.
Una parte fu versata in Austria, una in Svizzera, il resto in
Polonia alla Banca di Stato PBCAU, che però non ha soldi, ma
buoni per acquistare merci.
I soldi svizzeri e austriaci venivano incassati da u n prete
polacco, legato a Lech WALESA, del quale, però, non voglio fa re il
nome, per non fargli fa re la fin e di POPIELUSCZKO.
Dico soltanto che questo sacerdote è legato a Casimiro
PRZYDATEK, divenuto ad oggi uno dei polacchi più influenti del
Vaticano di WOJTYLA.
Per la precisione devo aggiungere che in questo giro MARCINKUS
ci ha fatto un affare: ha intascato un dacco di soldi, fingendo di
averli m andati in Polonia (fll. 69 - 72 intervista pubblicata sul
settim anale Panorama il 3.12.1984, rilasciata ai giornalisti
Romano CANTORE; M yriam DE CESCO e Giampaolo ROSSETTI).
II 28 ottobre 2008 è stato escusso in sed e di rogatoria Lech
WALESA , il qule ha riferito che la Chiesa non aveva effettuato
finanziam enti al Sindacato, ma aveva "visto VaiuLo caiàtutevule
della Chiesa, conoscevo preti, un vescovo...Io non chiedevo da
dove precisam ente proveniva quell’aiuto della Chiesa, non lo
guidavo e non no u s u fr u iv o tanto. N o n conosco ì cognomi dei
rappresentanti della C hiesa che si occupavano di questo
Non ricordava di aver conosciuto MARCINKUS.
Con riferimento al contenuto delle lettere, nelle quali Roberto
CALVI h a riferito di aver finanziato il Sindacato SOLIDARNOSC,
h a dichiarato che la circostanza è im pos sibile e che quelle
affermazioni gli apparivano u n a provocazione: "La C hiesa in
Polonia ci appoggiava, e forse aveva qualche contatto con i
banchieri”.
Le rogatorie verso lo Stato delia Città del Vaticano hanno avuto
esiti pressocchè nulli.
Le d in a m ic h e in te rn a z io n a li in n e s c a te sp ie g a n o la p r e s e n z a di
agenti segreti, come Francesco PAZIENZA, legato al SISM I di
SANTOVITO; BELM ONTE; M USUM ECI, in stretti rapporti con
CARBONI, ed in vacanza con CALVI in Sardegna nel 1 9 8 1 , e
dunque nemmeno u n anno prim a della morte.
PAZIENZA ha dichiarato di aver curato la consegna di
3.000.000,00 di dollari in lingotti d ’oro, su disposizione di
CALVI a SOLIDARNOSC, nell’interesse di MARCINKUS.
Costoro sono stati con CALVI in Sardegna, nell'estate 1981
Interessi oggettivi alla m orte del banchiere - alla luce della
possibilità di ricatto da lui prospettata, e della su a conseguente
inequivoca inaffidabilità - vedono, quindi, convergere
MARCINKUS; PAZIENZA; GELLI e CARBONI, tu tti a strattam e n te
destinatari di possibili propalazioni di CALVI, e tu tti
espressione di quello che il Pubblico M inistero definisce
“sistem a economico in teg rato ”, che vede am biti m assonici e dei
servizi segreti, questi ultim i sicuram ente molto lontani dai loro
compiti di istituto, e perciò, in questo senso, deviati,
convergere per l’elaborazione di strategie e intese stru ttu ra li di
u n sistem a, che, si vera s u n t exposita, coinvolgerebbe a pieno
titolo tram ite CALO’, Cosa Nostra, nella s u a com ponente
successiva a BONTATE.
E vi sono, ancora, m olte propalazioni che allontanano, ad
avviso di questo Giudice, i rilievi ap p en a svolti dall’am bito
della m era congettura.
Vanno richiam ate in prim is le dichiarazioni di Eligio PAOLI,
rilanciate dal Magg. Roberto ROMANI; e quelle di P asquale
GALASSO e di Antonio CUTOLO.
Eligio PAOLI h a fornito in d ic a z io n i in d iz ia n ti n ei c o n fro n ti di
Licio GELLI - sia pure con dichiarazioni “de relato” provenienti
da Silvano VITTOR, il quale, a su a volta, le h a raccolte da
Flavio CARBONI - secondo le quali il banchiere, come sopra si
è anticipato, era stato avvertito dell'esistenza di u n falso
m andato di cattu ra che sarebbe stato emesso nei suoi confronti
dai giudici di Milano, con ciò inducendolo a fuggire dall’Italia.
Lo stesso teste h a anche riferito nel corso del tempo (vedi yerb.
del 22.8.1983, del 3 e 28.7.2003 e la deposizione dibattim entale
dell’8 .11.2006, dinanzi alla Corte d ’Assise di Roma), di avere
appreso che GELLI aveva m andato le persone che insiem e a
CARBONI dovevano prelevare CALVI la sera del suo omicidio, ed
h a anche aggiunto di aver appreso da M anuela KLEINSZIG che,
durante il soggiorno londinese, CARBONI aveva "parlaLu con
GELLI” (vedi dep. 14.12.1983, dinanzi alla Comm, P arlam entare
sulla P2).
Le in d icazio n i del m ag g io re ROMANI d a n n o fo rz a al ra c c o n to di
Eligio PAOLI.
ROMANI ha, infatti, affermato di aver appreso in via di
confidenza da PAOLI, nel luglio 1983, che CALVI era fuggito
dall’Italia dopo che gli era stato m ostrato un falso m andato di
cattu ra a suo carico, la cui emissione gli era s ta ta
p rean n u n ciata da Licio GELLI.
A L o n d ra , la s e ra d e ll’om icidio, VITTOR a v e v a visto le persone,
che avevano prelevato CALVI e che erano state m an d ate da
GELLI e da CARBONI.
Lo stesso ufficiale ha riversato i dati ap p en a detti, ricevuti dal
PAOLI, in contatto, a su a volta, con VITTOR, in u n ap p u n to del
5.7.1983.
In esso ROMANI h a docum entalm ente consacrato che la fonte
"Podgora” (nome di copertura attribuito ad Eligio PAOLI) aveva
riferito che a Roma, prim a della fuga, a CALVI sarebbe stato
m ostrato u n falso m andato di c a ttu ra del quale era stato
a v v e rtito p r e lim in a r m e n te dal GELLI, così d e te r m in a n d o i
banchiere alla fuga.
Per altro verso, sempre ROMANI aveva rim arcato n ell’atto che a
L o n d ra , la s e ra d ella s c o m p a r s a di CALVI, VITTOR a v re b b e v isto
le persone che lo prelevavano dall’abitazione.
Q ueste sarebbero state inviate da GELLI e CARBONI che si
trovavano a Londra.
Come già più volte chiarito, la fonte di PAOLI era VITTOR, con
cui era in contatto il CARBONI, sicché il passaggio delle notizie
era da VITTOR a PAOLI, e da PAOLI a ROMANI.
Le notizie apparivano credibili e intrinsecam ente logiche, tan t'è
che, al fine di scardinarne la verosimiglianza e valenza
probatoria, Emilio PELLICANI h a indicato il PAOLI come correo
nel delitto, m ediante u n falso riconoscim ento e l’accu sa di
essere stato coinvolto nell’espatrio clandestino di CALVI.
Si tra tta di u n ’attività che il Pubblico Ministero, con term ine
ricco di p r e g n a n z a e sig n ific a to , d e fin isc e ra ffin a ta , e c h e sfo c ia
in u n finto riconoscim ento da parte di Emilio PELLICANI, in
d ata 18.8.1983, di Eligio PAOLI come “il Biondino” che aveva
partecipato all’espatrio clandestino di Roberto CALVI,
u nitam ente a Silvano VITTOR, nella notte tra l’i l ed il 12
giugno 1982.
PELLICANI supportava la su a indicazione con u n sicuro e
perentorio riconoscim ento fotografico, confermato da u n a
successiva individuazione personale.
Per comprendere la stru m en talità dell’iniziativa di PELLICANI,
va evidenziato che l'album fotografico, nel quale vi era rip o rtata
l ’immagine del PAOLI, gli era stato già esibito sin dal dicem bre
del 1982.
Il ric o n o s c im e n to è in te r v e n u to b e n n ove m e s i dopo.
In tal modo si è pervenuti al necessario disvelamento della fonte
“Podgora" da parte dell’allora maggiore Roberto ROMANI al
pubblico m in iste ro dott. ORIGANI (pag. 129, trasc. 15.2.2006) e
con il successivo arresto di PAOLI da parte dell’A.G. di Trieste
per l’espatrio clandestino di CALVI.
La conseguenza di siffatta operazione è stata l’interruzione di
ogni tipo di collaborazione di Eligio PAOLI fino a quando non è
sta ta dim ostrata la su a innocenza “per ta b u la s”, atteso che
all’epoca del commesso reato si trovava in volo dagli U.S.A.
all'Italia, giungendo a Roma la m a ttin a del 12 giugno 1982 e
poi a Trieste solo nel pomeriggio, quando CALVI era già arrivato
a Klagenfurt.
Intuibili le conseguenze sul piano investigativo, n o n o stan te
l’attendibilità deH’apporto di PÀOLI, specialm ente sulla figura
dì Llcio CELLI, atteso clic egli aveva anche anticipato notizie
sulla fuga dal carcere elvetico di Licio GELLI sin dall’ottobre del
1982 (fuga poi, effettivamente, avvenuta con m odalità sim ilari a
quelle dallo stesso descritte come riferito dal maggiore ROMANI,
vedi pag. 130 e 131, trasc. 15.2.2006),.
Il Maggiore ROMANI all’epoca responsabile dell’ufficio
informazioni della G uardia di Finanza che h a gestito la fonte
informativa PAOLI, denom inata “Podgora”, h a riferito che il
teste era considerato u n a fonte “di b u o n a atten d ib ilità”,
classificata come "un B2”(vedi pag. 101, trasc. 15.2.2006 della
deposizione innanzi alla Corte d'Assise di Roma), “a b b asta n za
precisa e sicura” (vedi pag. 102, trasc. 15.2.2006).
Tuttavia, gli accertam enti solo tardivam ente espletati, volti a
verificare se Licio GELLI (anche con l'utilizzo di falsi nom i di
Marco Bruno RICCI, Pio CRISCUOLO e Luciano GORI) fosse
presente a Londra nel periodo dell’omicidio non h a n n o
c o n s e n tito di tro v a re c o n fe rm a .
E tutto questo con la conseguenza che le dichiarazioni di
PAOLI, tenuto conto di tutte le circostanze che le h an n o
c a ra tte riz z a te , c o s titu is c o n o indizi nei c o n fro n ti di CELLI, ma
non rappresentano u n a prova diretta e decisiva al fine di
form ulare u n giudizio di sicu ra responsabilità penale, nem m eno
se valutate congiuntam ente con le ulteriori risultanze di prova.
Pasquale GALASSO ha riferito, senza per altro saper fornire dati
specifici, di aver appreso da Giuseppe CILLARI che CALVI era
stato ammazzato da Vincenzo CASILLO e da esponenti della
mafia e dei Servizi segreti deviati.
Dietro l’omicidio c’erano Pippo CALÒ, Licio GELLI e Francesco
PAZIENZA; e che nella vicenda era coinvolto anche Flavio
CARBONI (vedi pag. 4 2 , 46, 56, 57 e 155, Lrasc. 2 1 .2 .2 0 0 6 ).
Vincenzo CALCARA, nel corso delle dichiarazioni del 29
settem bre 2 0 0 3 , ha sostenuto che sicuram ente u n delegato di
Licio GELLI h a p a rte c ip a to ad u n a r iu n io n e s v o lta s i in
Lombardia nel corso della quale si era decisa la m orte di
Roberto CALVI.
Tale indicazione è tardiva e risu lta il frutto di u n a convinzione e
non di un dato di conoscenza fattuale.
Antonio CUTOLO h a riferito di aver -appreso da Vincenzo
CASILLO che Roberto CALVI era stato assassin ato in attu azio n e
dì un piano organizzato da Flavio CARBONI, che prevedeva, fra
l ’altro, il prelievo di CALVI la sera del delitto da parte dello
stesso Vincenzo CASILLO e di Francesco PAZIENZA, nonché il
recupero la sera dell’omicidio dei documenti conservati dal
banchiere, attività che veniva svolta da PAZIENZA, il quale li
aveva consegnati a CARBONI,
Questi, a sua volta, li avrebbe consegnati a Licio GELLI, il quale
li avrebbe fatti avere a MARCINKUS.
Ha aggiunto che GELLI aveva consegnato, per conto di
MARCINKUS, 9.000,000,00 di dollari a CARBONI, il quale dette
3.000.000,00 di dollari a PAZIENZA, 3.000.000,00 di dollari a
CASILLO che, a sua volta, diede 300.000.000 di lire ad
ESPOSITO; 300.000.000 milioni di lire a CUOMO o a tale
Roberto; 150.000.000 di lire a LETTIERI; e 250.000.000 di lire
Nunzio BOCCIA.
La ricostruzione del dichiarante non ha trovato elementi di
riscontro individualizzanti, idonei a corroborare le condotte
descritte che sarebbero state poste in essere da Licio GELLI
(vedi pag. 10 e 12, verb. riass. 4.9.2007 e la relativa
trascrizione).
Di diversa, e certamente maggiore, valenza indiziaria sono le
ulteriori acquisizioni investigative riguardanti u n ’attività
minatoria e ricattatoria svolta dall'indagato nei confronti del
banchiere.
Vanno qui richiamate le dichiarazioni rese da Carlo CALVI, nel
verbale reso il 5.11.1983, il quale ha affermato che, verso la
fine del 1981, suo padre, cambiando nettam ente il suo
precedente comportamento, "dava a vedere di temere GELLI e
ORTOLANI per delle minacce che diceva di avere ricevuto dagli
stessi”,
Nel corso della deposizione dibattimentale innanzi alla Corte
d ’Assise di Roma, ha sostenuto che suo padre, verso la m età
degli anni ’70, aveva deciso di avere rapporti con GELLI ed
ORTOLANI e di iscriversi alla P2 per fare fronte alle rivalità con
gli altri gruppi economici e per riuscire ad avere maggiori
contatti con i politici.
GELLI gli aveva fatto credere di volerlo proteggere, ma in realtà
voleva solo rinforzare la propria posizione personale;
manipolarlo e ricattarlo.
Per tale motivo, suo padre aveva paura di GELLI e di ORTOLANI
c, quando nc parlava, lo faceva per convincere la m oglie c la
figlia a lasciare l’Italia, al fine di garantire la loro incolum ità
personale, tanto che entrambe effettivamente lasciarono l’Italia
poco prima che CALVI esp atriasse.
Clara CANETTI, moglie del banchiere, ha sostenuto di aver
appreso da suo marito, all’epoca della sua detenzione, che in
quel periodo "GELLI e la BONOMI lo avevano ricattato".
Al riguardo, riveste significativo rilievo a n c h e il co n ten u to di
u n a delle lettere esibite dalla difesa del vescovo Paolo HNILICA,
n ell’ambito delle indagini conseguenti al ritrovam ento di parte
del contenuto della b o rsa che il banchiere aveva con sé al
momento della morte, verosim ilm ente indirizzata da CALVI ad
u n a persona dalla quale sperava di avere u n aiuto, e la cui
au ten ticità è sta ta accertata n ell’ambito del processo relativo
alla ricettazione della b o rsa di CALVI e del suo contenuto.
In tale docum ento CALVI dava conto dei suoi rapporti con Licio
GELLI, dicendo testualm ente: La conoscenza del duo GELLI-
ORTOLANI altro non mi ha pro cu ra to che gravi d a n n i eco n o m ici e
morali ed ancor oggi proseguono con m inacce ed estorsioni di
ogni genere unitam ente al loro degno amico Michele SINDONA”.
Va, altresì, ev id en ziato che Carlo CALVI, in data 25 settem bre
2002, h a riferito di pressioni che sarebbero state esercitate nei
confronti di suo padre per impedire che lo stesso rivelasse i
beneficiari delle risorse finanziarie illecitam ente esportate,
circostanza che trova significativa conferm a nella com une
m ilitanza nella P2 di Licio GELLI (Venerabile della Loggia, con
tessera nr. 1711, fascicolo 440), di Umberto ORTOLANI (tessera
nr. Ib22, fase. 494) e Roberto CALVI (iniziato al grado di
M aestro, tessera nr. 1624, rilasciata il 1.1.1977, fascicolo nr.
0519).
S u lla b a s e di t u tti gli a tti di in d a g in e svolti e dei d o c u m e n ti
acquisiti emergono elem enti che inducono a ritenere che GELLI
aveva interesse aH’eliminazione di Roberto CALVI per m olteplici
e c o n c o rre n ti m otivi, c h e n o n r is u lta n o a lte rn a tiv i m a
convergenti rispetto a quelli di G iuseppe CALÒ, Flavio CARBONI
e Paul Casimir MARCINKUS.
Tra le ragioni che h an n o indotto ad attu are il progetto
criminoso vi era, come è indubbiam ente em erso dalle
investigazioni svolte, quella di evitare che CALVI potesse
esercitare il suo potere ricattatorio e svelare i segreti a su a
conoscenza.
Licio GELLI aveva certam ente l’interesse a eliminare Roberto
CALVI, appropriatosi di somme riconducibili a lui e,
soprattutto, a Cosa N ostra,com prom ettendone irreparabilm ente
l’affidabilità mediatoria.
Tali soome erano state consegnate al banchiere perché le
ric ic la ss e , e solo in p a r te r e c u p e r a te p r im a d e lla s u a
eliminazione, nonché a neutralizzarlo perché divenuto
inaffidabile e pericoloso.
Se CALVI avesse m esso in atto il m anifestato proposito di
riferire quanto a su a conoscenza avrebbe anche disvelato il
canale di alimentazione del Banco Ambrosiano, rap p resen tato
dalle risorse finanziarie provenienti da Cosa Nostra, il
coinvolgimento di GELLI e la destinazione dei flussi di quel
denaro, ivi com presa quella del finanziam ento del sindacato
SOLIDARNOSC (di cui h a parlato Salvatore LANZALACO), e dei
regimi totalitari sudam ericani (ai quali si fa riferim ento nelle
lettere sottoscritte da CALVI).
Ciò avrebbe implicato u n intollerabile accostam ento pubblico
della più am pia strategia del Vaticano, volta a p en etrare nei
paesi com unisti dell’Est Europeo e a congelare l’av an zata
com uniota n ell’America Latina, ai capitali di Cosa Nostra.
GELLI; Cosa Nostra, ossia, certam ente, CALÒ; MARCINKUS,
secondo quanto emerso dalle investigazioni com piute, non
potevano accettare che emergesse e venisse rivelata agli
inquirenti quella tipologia di attività illecita, volta a far
convogliare flussi di denaro mafiosi in quelle direzioni, e
l ’attività di riciclaggio che attraverso il Banco Ambrosiano
veniva espletata.
E tutto questo, ancora, emerge da altre dichiarazioni di pentiti
di cui si impone il testuale richiamo.
in d ata 15.7.1991, innanzi ai PM di Palermo e Roma, Francesco
Marino MANNOIA ha riferito di aver appreso da Giovan B attista
PULLARÀ che il motivo dell’omicidio era dovuto al fatto che
CALVI “si era im p a d ro n ito di una g r o s s a s o m m a di d e n a r o ohe
apparteneva a Lido GELLI e a C A L O che CALVI “si era
appropriato dei soldi affidatigli da GELLI ma che in parte erano
a n c h e di C A LO ”1; c h e CALÒ e GELLI av e v an o r e c u p e r a to , in
tutto o in parte, i soldi (nell'ordine di' decine di miliardi) prim a
della morte di CALVI, m a che “ormai CALVI era inaffidabile1'.
Nel corso della deposizione dibattim entale innanzi alla Corte
d ’Assise di Roma, Francesco Marino MANNOIA ha riferito che il
principale canale di investim ento e di riciclaggio di BONTATE
era SINDONA, m entre CALÒ investiva i suoi soldi attraverso
Roberto CALVI, Licio GELLI e CARBONI.
In questa seconda fase CALVI si era im possessato di forti
somme di denaro appartenenti all’ala vincente di Cosa N ostra
come Pippo CALÒ, Totò RUNA e B ernardo BRUSCA.
Prima dell’assassinio di CALVI u n a parte del denaro
consegnatogli era stato “recuperato".
Non era, però, in grado di precisare le m odalità ed il
quantitativo (vedi pag. 225, trasc. 31.1.2006).
Tra il denaro consegnato a CALVI ve ne era anche di non
appartenente a C osa N o stra ed afferm av a di “sapere qualcosa”
in proposito, m a che in quel momento gli “sfuggiva".
Non si sentiva né di affermare, né di escludere che vi fosse del
denaro riconducibile a Licio GELLI (vedi pag. 225 - 226, trasc.
31.1.2006). A seguito di contèstazione ribadiva quanto riferito
in fase d ’indagini.
Antonino GIUFFRÉ h a dichiarato che parte del denaro, investito
da Cosa Nostra e riciclato tram ite il Banco Ambrosiano, non era
s ta to re c u p e r a to (vedi pag . 191 — 193, tra s c . 1 4 .1 2 .2 0 0 5 ,
deposizione dibattim entali innanzi alla Corte d'Assise di Roma).
I soldi che erano stati investiti nel Banco Ambrosiano erano di
CALÒ, del suo m andam ento e, piu in generale, di Salvatore
RUNA e di Cosa Nostra siciliana (vedi pag. 198 e 199, trasc.
1 4 .1 2 .2 0 0 5 ) .
Ha, poi, riferito che vi era un altro motivo per cui si era deciso
di eliminare CALVI.
E ra "diventato un pericolo p er tutto il contesto”, n ell’ultim o
periodo in cui la m ag istratu ra aveva cominciato a "indagare”.
Aveva av u to p a u r a , a v e v a c h ie s to a iu to e m in a c c ia to a ltr i dello
stesso contesto.
Era "diventato pericoloso e inaffidabile” (vedi pag. 58, trasc.
1 4 .1 2 .2 0 0 5 ) nel m o m e n to in c u i aveva in iz ia to ad a v e re dei g u a i
giudiziari (vedi pag. 187, trasc. 14.12.2005).
Tra le persone che CALVI aveva m inacciato di accusare vi era
l ’arcivescovo MARCINKUS, il quale si era servito di lui e
dell’Ambrosiano per far tran sitare ingenti capitali ap p arten en ti
ad altre banche e a Cosa N ostra (vedi pag. 71 e 72, trasc.
14.12.2005) .
Perciò, CALVI era nelle condizioni di m inacciare e di diventare
pericoloso per MARCINKUS (vedi pag. 71, trasc.. 14.12.2005).
MARCINKUS aveva u n interesse alTeliminazione di CALVI
perché CALVI p o tev a p a r la r e con la m a g is tr a tu r a .
N essuno, però, gli aveva detto che MARCINKUS era u n o dei
m an d an ti (vedi pag. 187 e 188, trasc. 14.12.2005).
Le n otizie s u MARCINKUS le aveva a p p re s e d a d is c o r s i t r a
Lorenzo DI GESÙ e INTILE.
MARCINKUS era particolarm ente esposto con CALVI ed era
coinvolto "in certi discorsi con SINDONA”.
Egli era uno degli am m inistratori dello IOR e riciclava i soldi
della mafia (vedi pag. 189 e 190, trasc. 14.12.2005).
II collaborante ha, poi, riferito che vi era u n contesto a tre,
rappresentato dal Cardinale MARCINKUS, da Cosa Nostra, dalla
Loggia M assonica P2 e, in particolare, Licio GELLI (vedi pag. 64,
trasc. 14.12.2005), i quali collaboravano tra loro.
CALVI, nella seconda m età degli anni ’70 e sino agli inìzi degli
’80 era entrato in u n grosso giro di denaro proveniente dal
traffico di stupefacenti (vedi pag. 20 e 21, trasc. 14.12.2005);
egli era nelle co n d izio n i di m in a c c ia re t u tti i so g g e tti che
avevano avuto a che fare con lui, avendolo "appoggiato nella
su a ascesa al potere” e lo avevano "usato” per la creazione di
u n ’economia sommersa e per il riciclaggio
CALVI aveva preso il posto che era stato di SINDONA.
Le persone che giravano attorno a CALVI, n ell’ultimo periodo,
avevano cominciato ad avere p a u ra (vedi pag. 60, trasc. ud.
14.12.2005) .
Nel momento in cui CALVI aveva cominciato “a fa re m inacce”
per lui era stato “l'inizio della fin e ” (vedi pag. 71, trasc.
14.12.2005).
G aspare MUTOLO h a riferito di aver appreso d a Rosario
RICCOBONO, all’epoca eapu m andam ento di P a rta n n a Mondello
e strettam ente legato a BONTATE ed a 1NZERILLO, che
SINDONA aveva assicurato tu tti i capi m andam ento che si
sarebbe interessato per far rien trare tu tti i capitali in v e s titi
tram ite Pippo CALÒ (vedi pag. 77, trasc. 8.2.2006).
SINDONA consigliava CALÒ su come m anovrare i soldi dei
mafiosi (vedi pag. 65, trasc. 8.2.2006) ed era venuto in Italia,
intorno al 79-80 (vedi pag. 76, trasc. 8.2.2006), per fornire
giustificazione alla richiesta di restituzione del denaro da p a rte
dei “siciliani”.
Le dichiarazioni afferiscono con evidenza al passaggio da
SINDONA a CALVI.
In u n certo contesto SINDONA era venuto meno alle intese; non
aveva potuto restituire il denaro e si era giustificato, secondo
quanto gli aveva detto RICCOBONO, dicendo che la
responsabilità era di CALVI (vedi pag. 65, trasc. 8.2.2006)
perché glieli aveva d a ti c q u e s ti av e v a e ffe ttu a to a lc u n e
operazioni “sbagliate”, m a la cosa poteva essere recuperabile.
Vi erano dei soldi investiti in titoli in borsa, vi erano dei soldi in
S vizzera e n e l B an co A m b ro sia n o (vedi p a g 7 7 , f ra s e .
8.2.2006).
Sia in fase d ’indagine che dinanzi alla Corte d ’Assise di Roma,
Gioacchino PENNINO h a raccontato che Giacomo VITALE, tra il
1986 e il 1987, gli aveva detto che doveva recuperare i suoi
capitali e della su a famiglia di sangue e che, a tal fine, “cercava
di m ettersi in contatto con Lido GBLLI, p er poter recuperare il
denaro che ormai CALVI non poteva più restituire”.
Ha aggiunto che questi gli aveva chiesto se avesse “avuto la
possibilità di metterlo in contatto con GBLLI, risposi che non era
nelle mie possibilità".
VITALE era u n “m assone coperto” si era rivolto a lui per
contattare GELLI perché sapeva ed era notorio che aveva fatto
p a r te della m a s s o n e ria , c h e e ra vicino a n u m e r o s i m a s s o n i, s ia
coperti che scoperti, e che intorno al 1975, aveva “m esso a
disposizione dei locali nella mia disponibilità siti al quinto piano
dì u n edificio sito in via R om a, n u m e ro 111, a PALERMO p e r u n a
riunione nazionale di appartenenti alla P2”.
Il fatto che Giacomo VITALE volesse recuperare il denaro,
rivolgendosi a GELLI, rafforzava la tesi del pieno inserim ento
del Capo della P2 nell’attività di riciclaggio.
La v e rità g iu d iz ia ria s a n c is c e con fo rza di g iu d ic a to l ’e s is te n z a
di rapporti economici illeciti, in danno del Banco, t r a GELLI e
CALVI, oltre che tra PAZIENZA e CALVI.
Entram bi i correi di CALVI - sia PAZIENZA che GELLI -
dovevano rivestire per lui molta im portanza, o consentirgli degli
accessi, posto che entram bi hanno attinto con pienezza ai fondi
del Banco.
Licio GELLI è stato condannato, in d a ta 1 0 .6 .1 9 9 0 , d a lla C o rte
d ’Appello di Milano a 12 anni di reclusione per b a n ca ro tta
fraudolenta aggravata in concorso del Banco Ambrosiano del
q u a le la v ittim a e ra P r e s id e n te od A m m in is tr a to r e D e le g ato .
L’indagato si è appropriato di 8 2 .3 7 0 .1 3 5 ,4 6 di Dollari e
2 .4 5 8 .0 8 2 di Franchi Svizzeri (di cui 3 2 .5 3 0 .3 8 1 ,9 4 di Dollari,
n e l corso del 1981, e 7 .4 6 3 .0 5 0 ,4 2 di Dollari e 2 .1 9 1 .0 8 2 di
Franchi Svizzeri nel corso del 1982, si vedano pag. 1 5 9 4 -
1643, cap. 52° dal titolo “La posizione dell’im putato Licio Gelli”
della sentenza della Corte d ’Appello di Milano del 1 0 .6 .1 9 9 6 ,
depositata il 2 3 .1 2 .1 9 9 6 , II sezione nei confronti di BAGNASCO
+ 8) .
Va sottolineato che egli si è reso protagonista del più grave dei
fatti di spoliazione del Banco Ambrosiano, e cioè quello
connesso alle operazioni di ricapitalizzazione della RIZZOLI.
Non va dimenticato che l’operazione RIZZOLI h a consentito al
g ru p p o CALVI, GELLI, ORTOLANI, o p e ra n d o su TASOAN DIN c
RIZZOLI, di acquisire il controllo del principale quotidiano
italiano, il Corriere della Sera, e le attività editoriali ad esso
leg a te (si v e d a n o gli e la b o ra ti dei CT in atti).
I rapporti desumibili dalle condotte di b a n ca ro tta fraudolenta,
evidenziavano il solito, più volte descritto milieu, nel quale si
collocavano i destinatari finali delle somme tran sitate sui conti
del Banco, i cui passaggi finali erano noti solo a CALVI.
Non solo avevano rilievo le somme p assate da CALVI a GELLI e
PAZIENZA, m a anche, a maggior ragione, quelle finite a
destinatari non im m ediatam ente rilevabili, che solo CALVI
avrebbe potuto svelare, risultando , i relativi esborsi, m eri
prelievi dalle attività del Banco, senza che fosse possibile
ricostruire docum entalm ente i destinatari.
L’uccisione di CALVI avrebbe potuto concretam ente consentire
di n o n p o rre in luce tu tto q u e s to e di im p a d r o n ir s i d ella b o r s a e
del suo prezioso contenuto.
Dalla borsa, invero, potevano emergere, in form a docum entale, i
dati finali e x trab ilan c.istiei, che in d iv id u a v a n o i destinatari delle
appropriazioni.
Sia in fase d ’indagini che in dibattim ento dinanzi alla Corte
d ’Assise di Roma, Oreste PAGANO h a espressam ente dichiarato
di aver appreso da Mario CUOMO che CALVI era stato ucciso
per “sottrargli la borsa con i docum entiv contenuti, che
rappresentavano le “prove delle cose che ... molte persone
volevano nascondere” (vedi pag. 293 e 294, trasc. 21.2.2006),
che Enzo CASILLO aveva preso la valigetta e si era occupato del
c o n te n u to (vedi pag. 2 9 4 , trasc. 2 1 .2 .2 0 0 6 ) c che e ra n o
in te r e s s a ti al recupero dei docum enti la mafia, e quindi Cosa
N ostra di CALO’; alcune persone che lavoravano per il
Vaticano, PAZIENZA, Flavio CARBONI ed altre persone (vedi
pag. 294 e 295, trasc. 21.2.2006).
Sul plinto, vanno richiam ate le dichiarazioni rese da A ntonio
CUTOLO, il quale ha sostenuto che la n ecessità di a ttu a re il
piano organizzato da CARBONI era finalizzata ad im padronirsi
dei docum enti detenuti da CALVI nella borsa, che avrebbero
dovuto essere consegnati a GELLI, il quale avrebbe cu rato di
farla avere a MARCINKUS.
2222
Forti, quindi, molto forti gli elem enti di prova dei possìbili
moventi di GELLI, i quali elementi, ex se nun fondano la
responsabilità per un delitto.
Più inquietante, invece, sul piano fattuale ed esecutivo, la
p o siz io n e di CARBONI e di PAZIENZA, p re d e n ti n L o n d r a ,
rispettivam ente, il prim o nel giorno del delitto, il secondo
n ell’immediatezza della su a commissione.
Si consideri che CARBONI era in rapporti con PAZIENZA il
quale, secondo il suo stesso dire, aveva consegnato allo IOR
10.000.000,00 di dollari in lingotti d ’oro per SOLIDARNOSC, su
disposizione di CALVI, e n ell’interesse di MARCINKUS.
Anche Licio GELLI era collegato, secondo le dichiarazioni rese
da CALVI alla moglie Clara CANETTI, ad ORTOLANI, e d u n q u e a
m onsignor MARCINKUS.
CARBONI, invece, secondo le dichiarazioni dei collaborante
MANCINI, era tram ite tra la B anda della M agliana, cui
appartenevano DIOTALLEVI e CASILLO, e Cosa Nostra di CALO’,
1 cu i c a p ita li sa i eb b e ro s ta ti ric icla ti, m e ic è PAZIENZA e CALVI,
tram ite lo IOR e il Banco Ambrosiano.
E quindi GELLI e CARBONI, secondo le dichiarazioni in atti, da
un lato si raccordavano con lo IOR di MARCINKUS, m ercè
ORTOLANI, dall’altro con Cosa Nostra di CALO’ e con la B an d a
della Magliana di DIOTALLEVI,
Veniamo, quindi, alla disam ina dei depistaggi e delle versioni
inveridiche, che servono ad allontanarsi dalla fase esecutiva, e
che cozzano frontalm ente con la ricezione di denaro Banco
Ambrosiano, essendo ancora vivo CALVI.
In u n a situazione in cui saldissim a appare la prova dei m oventi,
ex se non bastevole a fondare u n a condanna per omicidio,
sarebbe letale la vicinanza a chi ha agito fisicam ente per
l’eliminazione del banchiere: il p erd u rare della scissione tra
ragioni dell’agire, i moventi, appunto, di chi è sospettato, e le
attività pratiche ed esecutive del delitto, viceversa, elide la
prova e ne m ina la forza.
GELLI e PAZIENZA su n u a c c o m u n a ti d a ll’e s ig e n z a di a llo n ta n a r e
la loro posizione dalla fase esecutiva del delitto, quindi da
KUNZ e CARBONI.
In q u e sta prospettiva m aturano, come meglio si vedrà, versioni
di comodo del tutto false e depistaggi parim enti capaci di
offuscare la realtà, m a non possono giustificarsi ricezioni di
denaro che costituiscono il movente, e ad un tempo, an ch e la
riprova degli interventi di chi te n ta di allontanarsi dall’omicidio.
E ciò spiega perché GELLI tende., in particolar modo, ad
escludere rapporti con CARBONI.
GELLI ha, infatti, negato di aver mai conosciuto CARBONI, con
dichiarazioni non credibili, come da docum entazione dep o sitata
da Emilio PELLICANI il 21.6.1988, all’a u to rità giudiziaria.
In atti vi è un prospetto dal quale si rileva 1’esistenza di u n
assegno da lire 223 milioni a favore del sig. L. GORI
(p se u d o n im o u tiliz z a to d a Licio CELLI) tr a tto d a F lavio
CARBONI e di u n altro assegno consegnato al sig. L. GORI,
sem pre per conto di F. CARBONI.
T ra p p o rti di CARBONI con PAZIENZA ( si veda sul p u n to la
telefonata intercorsa il 15 giugno 1982 tra MAZZOTTA,
collaboratore di PAZIENZA, e CARBONI, a Londra con CALVI ,
due giorni prim a dell’omicidio), finiscono con il raccordare,
m ediatam ente, ossia per tram ite di CARBONI, PAZIENZA con
GELLI.
Con lo stesso fine di allontanarsi dalla fase esecutiva, e dai suoi
protagonisti, ossia, in prim is da CARBONI, m a anche da KUNZ
e PAZIENZA, GELLI h a sostenuto di non aver mai conosciuto il
banchiere svizzero Hans KUNZ e lo stesso Francesco PAZIENZA.
A n ch e queste discolpe appaiono poco credibili uve si consideri
che nel corso delle investigazioni Eligio PAOLI h a riferito di aver
appreso da Riccardo PIAZZESI (vale a dire da Silvano VITTOR,
come h a spiegato in m aniera convincente nel corco dei verbali
del 2003) dell’esistenza di "u n ’intim a am icizia tra la moglie di
KUNZ e la moglie di GELLf (vedi verb. 22.8.1983).
E’ stato infine acquisito in atti u n appunto del giornalista
Bruno FERRARIO dal quale emerge che Hans KUNZ e Licio
GELLI, i primi di maggio 1982, avrebbero pranzato al risto ra n te
Chevai Blanc di Vandeuvre nei dintorni di Ginevra.
GELLI , quindi, sarebbe collegato a tu tti i soggetti che -le
indagini hanno individuato come presenti nella fase esecutiva:
KUNZ; CARBÓNI; PAZIENZA.
Secondo la prospettazione accusatoria - che ha giustificato
l'originaria iscrizione nel registro degli indagati di Licio QELLI e
la successiva riapertura delle indagini in relazione al delitto per
cui si procede in qualità di m andante e di organizzatore - il
coinvolgimento a livello organizzativo ed esecutivo si sarebbe
concretizzato» in particolare, nell'induzione di Roberto CALVI ad
espatriare, attraverso il ricorso all’intimidazione, attuata anche
informando CALVI dell'esistenza di un mandato di cattura a suo
carico del tutto inesistente (si vedano sul punto le dichiarazioni
rese da VITTOR).
GELLI, tramite il proprio difensore, nel corso dell'interrogatorio
del 4.7.2005, ha manifestato la volontà di non accettare la
giurisdizione italiana con riferimento alla contestazione di
concorso in omicidio, invocando i provvedimenti di estradizione
della Repubblica Elvetica e della Francia.
GELLI rilevava l'inevitabile compromissione dei suoi rapporti
con MARCINKUS, e CALO’, il primo in contatto con ORTOLANI,
il secondo con CARBONI.
E comprendeva che tale compromissione si doveva all’operato
improvvisamente imprudente e inaffidabile di CALVI,
scegliendo, quindi, la difesa formale e procedurale rispetto
all'indagine giudiziaria.
Q uanto a KUNZ, in b ase agli atti acq u isiti, si può afferm are
che ha rivestito ruolo centrale nell'espatrio di Roberto CALVI,
nella sua permanenza a Londra e nei momenti immediatamente
su ccessiv i all'omicidio, m antenendo assidui contatti con Flavio
CARBONI, al quale era legato da pregressi rapporti, e anche
incontrando Ernesto DIOTALLEVI, entram bi im putati assolti, ex
art. 530 II co. c.p.p., per concorso nell'omicidio premeditato del
banchiere.
Le indagini svolte e, in particolare, le acquisizioni documentali
hanno consentito di accertare che KUNZ ha fornito un concreto
e continuativo sostegno logistico nell'organizzazione
dell'espatrio di Roberto CALVI, concordandone le modalità con
Flavio CARBONI ed Ernesto DIOTALLEVI in Zurigo,
persuadendo Roberto CALVI, proprio insieme a CARBONI, a
desistere dal proposito di recarsi a Zurigo per dirigersi a
Londra.
È em erso che KUNZ si è attivato per prenotare i voli privati
(pagandone il costo), anche con modalità idonee a m ascherare
le tratte realmente percorse, e ha individuato la stru ttu ra
alberghiera idonea ad ospitare CALVI, dove il banchiere sarebbe
stato preso in consegna dalle persone incaricate di eliminarlo.
Durante la permanenza di CALVI a Londra, ha dato
assicurazione che si sarebbe attivato per trovare un nuovo
allogg22
io, di fatto a s s ic u r a n d o n e la p e r m a n e n z a al C h e ls e a C lo iste r,
Infine, ha prenotato e pagato le spese dell’aereo privato (sulla
tra tta Ginevra-Londra), che nelle ore successive al delitto
veniva utilizzato per consentire ad Ugo FLAVONI di raggiungere
Londra Gatewick, ove doveva incontrare CARBÒNI,
presum ibilm ente per ricevere i docum enti della borsa.
Il 20 giugno 1982 lo stesso aereo era adoperato per far
allontanare Flavio CARBONI da Edimburgo, aiutandolo a
rifugiarsi in Svizzera.
Sin dal 10 giugno 1 982, appaiono tracce docum entali dei
conlaU i di KUNZ; s u ll’agenda della segretaria dell’ufficio di
Flavio CARBONI, A nna PACETTI è rip o rtata la seguente
annotazione: “11.25 Dr. KUNZ x DFC - Ginevra Mac D onald
319360”.
Il successivo 11 giugno 1982 KUNZ attendeva u n aereo
im m atricolato alla d itta Società Internazionale - Capitoline
Leasing (via Salaria, nr. 825, Roma), sul quale doveva viaggiare
CARBONI (aereo che non arrivò). Dalle indagini è em erso che
KUNZ aveva com unicato, in data 11 giugno 1982 , dal telefono
nr. 84032 che stava aspettando u n certo dr. CARBONI, in arrivo
con il volo I-KUNA e che questi avrebbe dovuto m ettersi in
contatto con KUNZ u n a volta atterrato.
Per intanto, tra il 9 e il 12 giugno 1982. e r i i e il 12 giugno
1982, soggiornavano rispettivam ente in Londra presso l’Hotel
D orchester Park Lane , occupando , nelle fasi di rispettiva
perm anenza, le stanze 835 e 836, Francesco PAZIENZA, agente
segreto del SISMI, e il auo collaboratore Maurizio MAZZOTTA.
Si è, altresì, accertato che, in d ata 14 giugno 1982, CARBONI
riceveva la visita di u n signore anziano (dalla descrizione poteva
trattarsi di KUNZ) all’albergo R anr au Lac di Zurigo.
Sono stati docum entati contatti telefonici tra il citato hotel ed il
num ero 8403211, intestato ad Albert KUNZ, Regeusdorf /
Zurigo, il 14 e il 15 giugno 1982.
KUNZ ha incontrato Flavio CARBONI il 14 giugno 1982
all’albergo Baur au Lac di Zurigo ed h a partecipato ad u n
meeting con Flavio CARBONI ed Ernesto DIOTALLEVI a Zurigo
tra il 14 ed il 15 giugno 1982.
Lo stesso KUNZ ha riferito dell’incontro ed h a riconosciuto.
DIOTALLEVI come la p erso n a presente a Zurigo.
Sempre KUNZ, u n ita m e n te a Flavio CARBONI, h a p a r te c ip a to
all’incontro all’Hotel CENTRAL di Bregenz la sera del 14 giugno
1982 e, secondo il racconto di Silvano VITTOR, h a contribuito
ad in d u rr e CALVI a r e c a r s i a L o n d ra, m u ta n d o l ’o rig in a rio
program m a di quest’ultim o che prevedeva l’approdo a Zurigo e
la perm anenza in quella città per u n lungo periodo.
Si badi che , sempre secondo il dichiarato di VITTOR, il fatto
che aveva persuaso il banchiere a partire era l’avvenuta
em issione di u n inesistente m andato di c attu ra a suo carico,
com unicatagli da GELLI.
Come da dispaccio del 23 giugno 1982, CALVI era giunto a
Londra alle ore 17.45 fora legale inglese) di m artedì 15 giugno
1982. u nitam ente a Silvano VITTOR, proveniente da In n sb ru ck ,
a bordo di u n aereo privato.
I due si erano diretti al Chelsea Cloister in Sloane Avenue di
Londia S.W. 3, ove avevano affittato per 22 giorni u n
appartam ento (nr. 881).
Le formalità relative al volo erano state curate da KUNZ della
DRAJCOT TRADING L FINACE S.A. ZURICH, il quale, proprio
tra il 14 e il 15 giugno 1982. aveva incontrato CARBONI,
insiem e a DIOTALLEVI (a B aur au Lac e a Bregenz).
La cosa h a riscontro nelle dichiarazioni della segretaria di MAC
DONALD, investito dei reperim enti e delle prenotazioni, che h a
operato con l ’avv. Robert SANDIFER CLARKE.
Je a n BORGOGNON, segretaria che lavorava prevalentem ente
per MC DONALD, presso la società Challenco DE S.A., h a
dichiarato di essersi occupata, nel giugno del 1982, della
ricerca di u n aereo privato per effettuare il trasporto di p erso n e
da In n sb ru ck a Londra per conto di KUNZ.
L’avvocato Robert Sandifer CLARKE h a riferito: “Me DONALD mi
confidò che, secondo quanto dettogli da KUNZ, il volo era p e r due
direttori della Fiat i quali cercavano un luogo discreto p e r avere
degli incontri. Ha, poi, aggiunto di aver prenotato al C helsea
Cloister, sito in Sloane A venue SW3, a cui dovevo fornire le
notizie richieste, e versare, subito 100 sterline di deposito, nonché
assum erm i Venere delVintero am m ontare rispetto al quale KUNZ
avrebbe, im m ediatam ente, trasferito il denaro alla mia società,
come ha puntualm ente fa tto ” (rif. pag. 2 dichiarazioni del
29.6.1982, alla City Police); “ero estrem am ente preoccupato
d ell’eventuale coinvolgimento mio e della mia società in q u esta
storia che richiesi al sig. MC DONALD di approfondire p er quanto
possibile i retroscena e l’am piezza del coinvolgimento di KUNZ
con CALVI. Il sig. KUNZ mi ha chiam ato p er spiegarmi che si era
occupato della vicenda perché richiesto dal sig. Flavio CARBONI,
un suo im portante socio d'affari della Sardegna che operava p e r
conto degli interessi del Vaticano, il quale gli aveva detto che se
non agivano in quel modo poteva cadere il governo” (rif. pag. 3
d e lla d ic h ia ra z io n e del 29.6.1982); “se avessi saputo che non
erano soddisfatti e se avessero m anifestato il loro m alcontento al
sig. Me DONALD e al sig. KUNZ, avrei potuto facilm ente trovare
una sistem azione migliore.
D: ma loro m anifestarono il loro m alcontento al sig. KUNZ? R:
questo lo so solo ora D: non si m ise in contatto con lei? R: no.”
(vedi pag. 41 ottava giornata secondo processo inglese); “D: chi
pagò il conto al Chelsea Cloister, quando e per istruzione di chi?
R: dovrei chiedere conferm a al contabile del mio studio, m a fu
pagato dal sig. KUNZ. Il biglietto aereo venne pagato dopo un
paio di giorni e, p er quanto riguarda il conto al C helsea Cloister,
il mio studio pagò 100 sterline a titolo di caparra ed il resto
d ell’affitto venne direttam ente pagato dal sig. KUNZ
im m ediatam ente” (vedi pag. 41 ottava giornata secondo processo
inglese); D: e se KUNZ avesse voluto la sera del 15 giugno 1982,
m ettersi in contatto con lei p er chiederle di trovare u n ’altra
sistem azione lo avrebbe potuto fa re con facilità? R: di quale
giorno sta parlando? D: m artedì 15 giugno 1982 R: sì, avrebbe
potuto farlo D: e non lo fe c e ? R: no” (rif. pag. 42 o tta v a g io rn a ta
secondo processo inglese).
Secondo VITTOR, CALVI, appena giunto al C helsea Cloister, e
quindi il 15 giugno 1982. telefonò a KUNZ, lam entandosi del
tipo di alloggio che gli era stato trovato.
VITTOR ha riferito: “CALVI mi diceva in continuazione che
quell'albergo di così basso livello non poteva ricevere nessuno.
Telefonai subito a KUNZ dicendogli che CALVI era furibondo.
KUNZ mi disse di tranquillizzarlo, che non c'era n essu n
problema, che sarebbe arrivato CARBONI a sistem are tutto,
trovando altro alloggio” (vedi pag. 6, verb. 7.12.1990).
Gli stretti rapporti tra KUNZ e CARBONI sono anche com provati
dalla d ep o siz io n e d e ll’av v ocato R o b e rt S a n d ifc r CLARKE, che h a
riferito di u n ’attività svolta da KUNZ, a ridosso dei fatti,
consistente in u n sostegno finanziario a Flavio CARBONI:
“KUNZ disse a Me DONALD che CARBONI aveva molto denaro,
precisam ente che era f(so sten u to ” e che lo aveva aiutato ad
aprire un conto alla UBS di Zurigo, perché CARBONI non era
stato in grado di farlo da sé quando aveva cercato di depositare
una tratta da 5 milioni di dollari. KUNZ ha presentato CARBONI
alla UBS dove quest'ultim o ha aperto un conto versando due
tratte, una da 5 milioni di dollari e la seconda da 7 milioni e
m ezzo di dollari. Le tratte sono state spiccate a ll’inizio del giugno
1982 su una banca degli Stati Uniti” (rif. pag. 3, verbale del 19
giugnol982).
D unque KUNZ e CARBONI sapevano perfettam ente quali fossero
le esigenze di CALVI sul tipo di alloggio di cui aveva bisogno a
Londra ed il carattere di prestìgio e di riservatezza che esso
doveva avere.
Già nel corso della cena di Bregenz, VITTOR aveva sentito
CALVI chiedere a CARBONI e KUNZ se erano in condizioni di
“trovare una villa molto comoda a Londra” (rif. memoriale di
VITTOR consegnato al G.I. di Milano il 20 novembre 1985).
In realtà, pare evidente che CARBONI e KUNZ non
immaginavano affatto che il viaggio a Londra di CALVI dovesse
consentirgli di affrontare riservati incontri d ’affari, afferenti
addirittura alla destinazione al Vaticano dei capitali m anovrati
da CALO1, altrim enti mai avrebbero preso alloggio nel C helsea
Cloister.
Lo spostam ento di CALVI è circondato di fatti d ep istan ti che
dim ostrano la volontà di nascondere i p artecipanti al viaggio,e,
dunque, inesorabilm ente, la loro volontà illeita e om icdaria.
Sul punto appaiono centrali le indagini dello SCO.
Nella stessa giornata del 15 giugno 1982, con finalità
depistatoria e di occultam ento della partecipazione di
CARBONI, era prenotato da KUNZ u n volo sulla tra tta Zurigo -
A m sterdam , ed u n altro volo - sempre alle ore 18.00 - destinato
alla tra tta Zurigo - Londra Heatrow - A m sterdam - Londra
Heatrow - Zurigo.
All’Aereoporto di A m sterdam Shipol, secondo u n 'inform ativa
rasseg n ata dal Prefetto MANGANELLI, l’aereo rim aneva nella
p ista per 19’ senza che venissero scaricati bagagli.
L’aereo ripartiva, quindi, per Londra, ove giungeva alle ore
18,28, ma in A m sterdam rim aneva la sola M anuela KLEINSZIG,
presso l’hotel Amstel, con timbro olandese del passap o rto il 15
giugno 1982. e timbro inglese, atte sta n te l ’arrivo a Londra, il 16
giu gno,, 1982.
Dopo la sosta a Shipol, l’aereo ripartiva snza la KLEINSZIG, con
la conseguenza che a bordo si doveva trovare il solo CARBONI,
g iu n to a L o n d ra già il 15 g iu g n o 1 9 8 2 . al p a ri di CALVI.
L’ultim a telefonata di CARBONI a KUNZ, di possibile
rassicurazione del reperim ento di u n altro alloggio per CALVI, si
registrava alle 8.13 del 17 giugno 1Q82. ed aveva probabilm ente
n a tu ra sim ulatoria di u n intervento che in realtà non ci sareb b e
stato mai.
Alle prime ore del 18 giugno 1982. CALVI era infatti uccìso, e il
cadavere appeso al Ponte dei Frati Neri, con l'evidente intento
di sim ulare u n suicidio.
Perché a Londra? Perché sotto il ponte dei frati neri? Chi sono i
soggetti interessati ad u n a vicenda tanto simbolica? Qual è
l ’organizzazione, o il coacervo di organizzazioni in grado di
allestire, e realizzare l'omicidio? Chi è il destinatario del
m o n ito , che è , a ll’ev id e n z a , u n in v ito a Lacere?
Lo stesso 18 giugno CARBONI d a ll’hotel Sheraton di Londra
telefonava a KUNZ che si trovava a Ginevra, per organizzare il
viaggio di Ugo FLAVONI a L o n d ra G atew ick , p e r parlargli
direttam ente.
La telefonata avveniva poco dopo la morte del banchiere, ed
anche questo inficia ulteriorm ente la già to talm en te
inverosimile tesi del suicidio.
Se, infatti, l’incontro a Londra Gateick fosse finalizzato alla
ricezione della borsa del banchiere, come spiegare che chi aveva
ridosso deiromicidio di CALVI. In particolare, risu lta u n a
telefonata di CARBONI il 15 giugno 1982, m entre CARBONI
soggiornava all'Hotel BAUR au Lac di Zurigo al seguente
num ero: 0039 6 870661 (si veda l’allegato prospetto dello SCO
del 30 12 1992).
Tale contatto interviene in u n mom ento nevralgico del piano
criminoso, allorché il banchiere veniva indotto a recarsi a
Londra, ove veniva e s e g u ito l ’om icidio.
Pasquale GALASSO h a riferito di aver appreso da G iuseppe
CILLARI che Francesco PAZIENZA era coinvolto neH’omicidio di
Roberto CALVI (vedi pag. 56, 57 e 155, trascr. ud. 2 1 , 2 . 2006).
Antonio CUTOLO h a riferito di aver appreso da Vincenzo
CASILLO che il predetto PAZIENZA aveva partecipato al piano
organizzato da Flavio CARBONI, con il compito di prelevare
CALVI la sera del delitto e di curare il recupero la sera
dell'omicidio dei docum enti conservati dal banchiere,
percependo la som m a di 3.000.000,00 di dollari.
Ha aggiunto, tra l'altro, che si trovava a Londra il 16 giugno
1982 e nella notte tra il 17 ed il 18 giugno 1982 (vedi verbali
del 4.9.2007, 2.10.20 07 e 7.2.2008).
D a u n a n o ta dello SCO del 15 luglio 19 8 2 , r i s u l t a u n a fo to c o p ia
di u n biglietto aereo a nome F. PAZIENZA, emesso in d a ta 11
giugno 1982, con p artenza da Londra. Non è stato possibile
accertare se detto biglietto sia stato o meno utilizzato (le
a u to rità della Gran B retagna han n o com unicato che la
circostanza non può essere verificata in ragione del tem po
decorso).
Da un rapporto di servizio SISMI, privo di firma, risu lta che il
14 giugno 1982, PAZIENZA sarebbe arrivato in C ostarica da
Miami e uscito il 16 giugno 1982 per Miami.
Da u n altro appunto emerge l’indicazione di Francesco
PAZIENZA all’interno di u n a lista passeggeri, accanto a u n
num ero di passaporto (n. 2018), i cui estrem i sarebbero
c o n te s tu a lm e n te stati n e lla disponibilità di a ltre p e rso n e .
Le dichiarazioni rese da Armando SPORTELLI, già direttore prò
tempore della II Divisione del SISMI, e da Augusto PIECHE n o n
h a n n o c o n s e n tito di v e rific a re come e da chi sia n o s t a t e
ottenute le notizie fatte confluire nelle relazioni del 30
novembre 1983 e del 3 gennaio 1984, contenenti le inform azioni
appena dette sui p resunti spostam enti dell’indagato.
La posizione di PAZIENZA spiega che perfino CARBONI voleva
allontanarsene, ma non si può prestare fede alla dichiarazione
di un im putato, come CARBONI, che ha m ostrato di sfru ttare la
menzogna con speciale frequenza ogni qualvolta ne ha ravvisato
u n ’utilità processuale, né credere alle parole di Francesco
PAZIENZA, il quale h a sostenuto in dibattim ento, che i rap p o rti
con CARBONI "si erano praticam ente interrotti all'inizio del
1982” (vedi pag. 91, trasc. 11.4.2006), e ciò proprio per il
concreto, evidente in teresse ad allontanare da sé i sospetti di
coinvolgimento nell’omicidio per cui è processo.
Le menzogne si infrangono, poi, contro i dati docum entali dei
finanziam enti dell’Ambrosiano.
Tutti i soggetti appena detti hanno beneficiato di ingenti somme
di denaro da parte di Roberto CALVI dal finire del 1981 sino al
febbraio 1982, nel quadro di operazioni di com une interesse
sulle quali vi è u n a p ro n u n cia coperta da giudicato, relativa alla
b an caro tta dell’Ambrosiano.
Vi era contestualità e id entità di provenienza tra la prim a delle
erogazioni (11 febbraio 1982, a valere sui conti BAOL, per il
tram ite della Inversionista Dalavi S.A.) effettuata a beneficio
diretto di CARBONI (4.000.000,00 US $ a beneficio del conto
UBS Lugano A/C 677031) e quelle effettuate a beneficio di
Francesco PAZIENZA (5.000.000,00 US $ a beneficio del c o n io
A/C Andros S.A., Panam a) e di Maurizio MAZZOTTA
(3.000.000,00 US $ a beneficio del conto A /C M ertanil Assets,
G inevra), a t u t t e le q u a li è 3 ta ta a tt r ib u i ta d a l g iudizio di
b ancarotta del Banco Ambrosiano n a tu ra distrattiva (vedi
elaborato di consulenza tecnica p redisposta dai dottori
GIUFFRIDA e MOTTURA, datato 9 gennaio 2007).
Sul punto non molti chiarim enti han n o reso le rogatorie
internazionali.
È stata predisposta richiesta di commissione rogatoria d a tata
23 settem bre 2005, d iretta all’au to rità delle B aham as, la quale
è rim asta inevasa sino a quando, in data 28 maggio 2009,
l’Attorney General delle B aham as ha com unicato di aver
richiesto al Chief M agistrate di quel Paese di fissare u n a data
per l’escussione dei testi, liquidatóri del Banco Ambrosiano di
N assau Overseas Limited (BAOL), già autorizzata dalla Suprem a
C orte b a h a m c n s e ,
Le richieste di com m issione rogatoria del 28 novembre 2002,
del 23 gennaio 2004 e del 20 novembre 2008, dirette allo Stato
d e lla Città del V a tic a n o , h a n n o ric e v u to u n a r is p o s ta con n o ta
del 3 aprile 2012.
E per vero nulla è stato chiarito.
Erogazioni sono state accertate dal Banco Ambrosiano; dal
Banco Ambrosiano Overseas Limited.
Era la convulsa fase finale della vita di CALVI , e identiche
risultavano le manovre dissim ulatone delle cause totalm ente
illecita degli esborsi: La posizione di CARBONI, come quella
di PAZIENZA, è stretta nella inevitabile contraddizione tra il
tentativo di reperire in consulenze, co lla b o ra zio n im a n d a ti di
pagam ento, e rapporti personali, la giustificazione p e r La pioggia
di milioni di dollari ricevuti dal Banco Am brosiano sen za
giustificazione alcuna, e la inevitabile conseguenza da trarsi da
tale intim a collaborazione dal punto di vista dell'elem ento
soggettivo, in punto a partecipazione dei segreti più gelosam ente
custoditi da CALVI, in punto a consapevolezza dei reali term ini
della situazione: la storia dei due uom ini che si succedettero
nell'ultim o periodo della vita del Banco nel ruolo di fraudolento
corxsiglicra del Principe è scandita su di un im pressionante
parallelism o di vicende: CARBONI come PAZIENZA fu coinvolto in
episodi gravissim i di inquinam ento del corso della giustizia, nella
pratica, devastante p er quel che rim aneva del Banco
Am brosiano, dei depositi fiduciari, negli ste ssi affari, i più oscuri
(Vianini docet) attraverso le stesse relazioni (CARACCIOLO e
CORONA) gestite con gli ste ssi metodi, e ultimo ma non p er
importanza, nei progetti p er la garanzia della sicurezza
personale del Presidente del Banco, nonché per la fu g a ,
preparata dall'uno e dall'altro (ci sono parole trem ende e
significative, pur se garbatissim e, dell'im putato P azienza sul-
punto - che, per suffragare l'assunto secondo il quale il
coimputato lo aveva assolutam ente scalzato dal ruolo di
a ssisten te tuttofai e nell'ultim o periodo, }lu citato proprio il piano
di fuga, da entrambi m esso a punto con strategie alternative, e
poi m esso in atto dal CARBONI)...” (pag. 3136-3137) .
Sia GELLI - che compie la m acroscopica operazione Corriere , e
prende fondi in proprio; sia PAZIENZA; sia MAZZOTTA; sia
CARBONI hanno preso soldi dal Banco.
Di più: PAZIENZA avrebbe curato la consegna a SOLIDARNOSC
di lingotti d ’oro per 10.000.000,00 dì dollari .
Esistono, e sono comprovati, rapporti tra GELLI e CARBONI;
GELLI e KUNZ; CARBONI e PAZIENZA.
VITTOR asserisce che in Londra coloro che hanno consegnato
CALVI per l’esecuzione sono GELLI e CARBONI.
KUNZ, parlando con MAC DONALD e Robert Sandifer CLARK,
secondo le emergenze dei controesam i inglesi, p a rla del
sostegno finanziario garantito a CARBONI, di cui gli aveva
riferito KUNZ.
Esistono stretti collegamenti tra PAZIENZA e MAZZOTTA ,
presenti entram bi a Londra in vista dell’esecuzione
dell’omicìdio, sino al 12 giugno 1982, e, sempre in quel
contesto, è colta u n a telefonata tra CARBONI e MAZZOTTA:
ebbene, sia PAZIENZA che MAZZOTTA; sia CARBONI, che GELLI
sono stati retribuiti da CALVI, che h a stretto rapporti con loro,
e di loro si è fidato.
La fase esecutiva vede convergere GELLI; CARBONI;
MAZZOTTA; KUNZ; DIOTALLEVI; CASILLO.
La ricezione di denaro è docum entalm ente com provata per
GELLI; CARBONI; PAZIENZA; KUNZ.
Le versioni di comodo - relative, so p ra ttu tto , all’in e siste n z a di
rapporti con CARBONI - sono rese da GELLI e PAZIENZA; i
depistaggi relativi ai viaggi aerei riguardano CARBONI e
PAZIENZA.
Bugie; falsi viaggi; ricezione di som m e, anche eccezionalm ente
im ponenti dal Banco A m brosiano: ricorrono sem pre le 3tc33c
condotte, si verificano sem pre gli stessi accadim enti, e la regia,
oltre che u n itaria, non pare certo solo nazionale, risu lta n d o
coinvolta l’Inghilterra, e anche l’A m erica, oltre che, com ’è ovvio,
in posizione di asso lu ta cen tralità, lo S tato della C ittà del
V aticano.
Em ergono organizzazioni, sfondi, in teressi statali e non sta ta li.
In sintesi, GELLI con il p retesto di u n m andato di c a ttu ra ,
avrebbe attirato CALVI a Londra, convincendolo a lasciare
Zurigo (s.i.t. VITTOR).
L’organizzazione del viaggio è p o sta in essere da u n b an ch iere
elvetico, KUNZ, in rapporti con GELLI, ed anche con CARBONI.
Sebbene esistano contatti tra CARBONI e GELLI, a pag are i
conti degli spostam enti, su indicazione di KUNZ, è tale MAC
DONALD, che si avvale dell’avvocato R obert Sandifer CLARKE,
cui riferisce dei sostegni finanziari di cui avrebbe goduto
CARBONI, p e r come riferitogli da KUNZ.
CALVI parte per Londra - previ incontri di KUNZ - CARBONI -
DIOTALLEVI, tra B ergenz e B aur au Lac, e previ co n tatti
telefonici tra CARBONI e MAZZOTTA — av en d o com e b ase
Innsbruck, e venendo accom pagnato da VITTOR, raggiunge il
C helsea C loister (15 giugno 1982)
Nella stessa d ata p arte per Londra anche CARBONI, ferm andosi
ad A m sterdam , presso l’hotel Am stel, la sola KLEINSZIG
(indagini SCO, luglio 1992).
T utti i soggetti coinvolti, come più volte detto, percepiscono
consistenti flussi di denaro d all’A m brosiano: GELLI; PAZIENZA;
MAZZOTTA; CARBONI.
Il Banco versa m iliardi a SOLIDARNOSC e verso l’A m erica
Latina.
GELLI parrebbe scivolare verso la fase esecutiva del delitto, e
così anche PAZIENZA e MAZZOTTA, m a ciò che è raggiunto da
p ro v a c u n m ero tra tto di c o n d o tta , c n o n azioni o r g a n ic h e , n e l
loro com plesso.
T utti sono presenti a Londra tra il 9 e il 20 giugno 1982 (ma per
GELLT, il d a to è a s s e v e ra to dalle sole d ic h ia ra z io n i di VITTOR).
Tutti ricorrono a versioni di comodo: GELLI non conosce KUNZ
o CARBONI; PAZIENZA non frequenta CARBONI.
Sono menzogne, che servono a GELLI, come a PAZIENZA, per
allontanarsi dalla fase di attuazione del delitto.
all’E uropa d ell’E st e a ll’Am erica Latina; h a esam inato il ruolo
del V aticano di WOJTYLA.
La vicenda non è affatto solo italian a, ed anzi il Paese appare
connotato da u n a sovranità lim itata, da u n potere investigativo
e cognitivo d ie si infrange, per lunghi anni , di fronte a ll’en tità
degli in teressi - politici, ed econom ici - in gioco.
Interessi non certo italiani, non certo nazionali.
Il dato n u o v o di q u esta indagine - che n asce, si ricordi, solo
nella prospettiva di u n rinnovam ento del dibattim ento in
appello - è la figura cardine di PAZIENZA: perché prende denaro
n ell’A m brosiano, venendo condannato con sentenza definitiva
per concorso in b an ca ro tta fraudolente; perché consegna
m ilioni di lingotti d'oro allo IOR, per l'utilizzo internazionale che
la B anca deve farne, secondo intendim enti non certo m afiosi,m a
ben più elevati, e non certo italiani; perché risu lta ap p arten ere
al Servizio Segreto m ilitare italiano, dal quale provengono le
veline non firm ate che attestan o i suoi viaggi a Miami, nella
co n testu alità delTomicidio CALVI; perché , insiem e ai vertici di
quel servizio - BELMONTE; MUSUMECI; SANTOVITO - è
condannato per il depistaggio della strage di Bologna.
E ’ PAZIENZA che, p e r la s u a in c q u iv o c a d im e n s io n e
internazionale, lascia intravedere dietro di sé servizi stra n ieri
in contatto con quelli italiani, in u n a posizione che pare essere
di so v ra o rd in a z io n e g e ra rc h ic a .
In quésto senso, se si potesse far uso giuridico del concetto di
s tru ttu ra estera di riferim ento o gruppo crim inale organizzato -
che la legislazione, invece, individua solo dopo il 2006,
elaborando il concetto di tran sn azio n alità - si potrebbero suo
tram ite individuare am biti decisionali altri, e diversi, dai quali
sono provenute disposizioni per la cui esecuzione lui h a
lavorato in vicende cruciali della storia italian a, e del delitto
CALVI.
Ma è proprio questo che non si può fare perché m anca la prova
basica, m ateriale, m inim a della presenza di PAZIENZA - e
MAZZOTTA ~ a Londra il 17 giugno 1982, essendosi i due
tra tte n u ti in loco fino a lT ll e 12 giugno 1982.
Ciò p ro p rio p e r la v e lin a SISMI.
E se non vi è questo legam e istru tto rio , a che prò investigare gli
am biti decisionali che si intravedono; i servizi segreti esteri; il
titolo g iu stificativ o delle so m m e da lui re c e p ite , se. poi, in
concreto, per carenze, o per depistaggi, non vi è la prova della
su a presenza a Londra il giorno del delitto?
Pur all’esito di un percorso investigativo im ponente, in cen trato
so p rattu tto sul tentativo di avvicinare i portatori di m oventi -
GELLI; CARBONI; CALO’; PAZIENZA - agli esecutori m ateriali -
CARBONI; VITTOR; CASILLO - il Pubblico M inistero non h a
potuto che ferm arsi: nel frattem po, GELLI è m orto; KUNZ è
m orto; RIZZOLI è m orto; TASSAN DIN è m orto.
E, per altro verso; CALO’ è stato assolto; VITTOR è stato
assolto; CARBONI è stato assolto; DIOTALLEVI è stato assolto.
Il p ro c e s s o è il luogo dei fa tti tipici, e p ro p rio p e r q u e s to , ad
evitare qualsivoglia connotazione congetturale che avvicinasse i
beneficiari finali dell'operazione all'am bito del delitto, p er'il solo
fatto degli in teressi di cui essi risu lta sse ro po rtato ri, l'o rg a n o
inquirente h a ten tato di accostare il secondo livello
a ll’esecuzione.
Le prove erano , però, sfuggenti; come sopra si è detto,
em ergevano tra tti di condotte e non condotte organiche e
u n itarie (la presenza di PAZIENZA n ell’im m inenza dell’om icidio,
m a non il giorno dell'om icidio).
Alla persona offesa lo sforzo della P ubblica A ccusa consegna,
com unque, un'ipotesi storica dell’assassin io difficilm ente
sorm ontabile : u n a p arte del V aticano, m a non tu tto il V aticano;
u n a parte di Cosa N ostra, m a non tu tta C osa N ostra; u n a p arte
della m assoneria, m a non tu tta la m assoneria, e, in u n a
parola, la contiguità tra i soli livelli apicali, in u n a fase
s tr a te g ic a di p o litic a e s te ra , che h a b r u c ia to c a p ita li ch e,
secondo il dictum dei p entiti, erano di provenienza m afiosa.
Di piu. non è stato possibile fare.
L 'o pposizione d e lla p e r s o n a offesa n o n s e m b r a a q u e s to G iudice
condivisibile neanche sul piano argom entativo, perchè sp o sta
l'attenzione su personaggi ancora più lontani dalla scena del
delitto, intesa come fase m ateriale del delitto.
ORTOLANI e le figure politiche e istituzionali a lui correlate; i
faccendieri in teressati alle vicende di Banco Financiero
Sudam ericano; ò a ll'a p e rtu ra del Banco A m brosiano in
A rgentina; o all’attività di Banco A m brosiano O verseas Lim ited;
o ad affari rem oti come ENI - Petrom in.
Non è questa la sede dell’esam e di u n sistem a d'affari.
Qui la condotta in discussione è rom icidio di R oberto CALVI, le
azioni fisiche che l’h an n o prodotta; i m andanti che l ’han n o
disposta; la valenza sim bolica del delitto.
In q u e sto s e n so PAZIENZA, p e r il s u o rilievo in te r n a z io n a le ,
poteva anche essere cruciale, m a è m an cata ogni prova di u n a
su a presenza sul luogo dei fatti.
E su q u e sto p u n to , n o n p u ò p e rv e n irs i ad u lte r io r i profili di
chiarim ento, con la conseguenza, infine, dell’archiviazione, nei
term ini di cui al dispositivo.
P.Q.M.
1. R I G E T T A l’opposizione della persona offesa;
,2. 'O R D I N A l'archiviamone del procedim ento;
. v»/. ■ ' K. , !'•?/ '
N D A alla Cancelleria per quanto di cc
•’-*-%,■' -w
Roma, :i9.11.2014
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TRIBtlKALE ORDINARIO. DfROMÀ
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SANDRO
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Decreto archiviazione omicidio Calvi

  • 1. Nr. 154Ò4 /^UU8 KUNR TRIBUNALE DI ROMA SEZIONE DEL GIUDICE PER LE INDAGINI PRELIMINARI Ufficio XXIII GIP - dott. ssa Sim onetta d'Alessandro IL GIUDICE PER LE INDAGINI PRELIMINARI SIMONETTA d’ALESSANDRO Letti gli atti del procedimento nr. 15464/2008 RGNR; Uditi in cam era di consiglio il Pubblico Ministero, e i difensori di Licio GELLI e Francesco PAZIENZA, non essendo comparsi i difensori degli altri indagati e il difensore della persona offesa Carlo CALVI; Esaminati gli atti processuali acquisiti; O S S E R V A I fatti di causa sono stati com piutam ente ricostruiti dal Pubblico Ministero. Si tratta di una. vicenda dall’accen tu ata dim ensione internazionale; involgente rapporti tra Stati; rogatorie dall’esito in fa u s to ; snodi di interessi economici e politici m ediati da ambiti massonici coperti o settori di servizi segreti deviati in stru ttu rale contatto con organizzazioni criminose e sistem i finanziari. Roberto CALVI è stato assassin ato , “m ediante im piccagione” e “sim ulazione di suicidio”, fatto consum ato in Londra alle prim e ore del 18 giugno 1982 e qualificabile come omicidio prem editato ex artt. 110, 575, 576 nr. 1 e 577 nr. 3 c.p. Sugli esiti del processo “hanno pesato i ritardi nelle indagini d o v u ti all'iniziale ip otesi c h e si tra tta sse di u n s u ic ìd io ” (i riferimenti sono tratti dalla motivazione della sentenza della Corte di Cassazione, d epositata il 26 gennaio 2012, e da quella della Corte d ’assise d ’appello, depositata il 13 luglio 2010). Deve ritenersi che i rilievi critici afferiscano all’operato degli organi investigativi londinesi, i primi ad intervenire , e ad ipotizzare il suicidio.
  • 2. L’unica certezza su cui chiudono le sentenze è quella dell’omicidio prem editato. Nel procedim ento base recante nr. 1 3 034/95 R.G.N.R., è stato espletato u n incidente probatorio (nel contraddittorio con altri indagati), da parte di u n collegio costituito dai professori BRINKMANN, CAPASSO e LOPEZ, i quali h an n o escluso che CALVI si sia suicidato, ritenendo che u n omicidio è compatibile con i risultati degli e3ami e i reperti disponibili. N essun consulente tecnico di parte h a saputo form ulare rilievi idonei a com prom ettere la valenza probatoria di questo r is u lta to . E in o ltre , c o lla b o ra to ri di g iu stiz ia dal sapere non spurio, m a anzi per più profili, ad iniziare dal loro calibro criminale, molto qualificato, sia p u re riferendo elem enti di conoscenza indiretta, h anno espressam ente parlato di omicidio: così, Antonino GIUFFRÉ, Francesco Marino MANNOIA, Tommaso BUSCETTA, G aspare MUTOLO, Angelo SIINO, Antonio MANCINI, Claudio SICILIA, Luigi GIULIANO, Pasquale GALASSO, Oreste PAGANO, Giuseppe CILLAR1, C arm ine ALFIERI ed Eligio PAOLI. Uno di loro, Francesco Marino MANNOIA h a riferito ad agenti FBI, p rim a c h e a m a g is tr a li ita lia n i. T utti hanno con sicurezza riferito dell’omicidio; e alcuni h an n o anche precisato che l’esecuzione era avvenuta con u n a “m essa in s c e n a ” tale da far s e m b r a r e c h e CALVI si fo sse u c c iso . Il tem a h a profili di interesse, ove si guardi al valore simbolico dei luoghi e allo sfoggio di potenza coessenziale ai fatti: il viaggio della vittima all’estero, perché an d asse incontro al suo destino, richiam a il concetto di un'organizzazione capace di porre in essere u n così grave delitto anche fuori del territorio nazionale, e di trarre in inganno u n banchiere di livello internazionale, m anovrando, ad u n tempo, coloro che potevano avvicinarlo, per convincerlo a lasciare l’Italia per Londra, e non più per Zurigo, e coloro che avevano la capacità di ucciderlo. A spostarsi in Inghilterra, in sintesi, non erano solo quelli che potevano interloquire con CALVI, m a anche i killer, secondo u n intreccio spaventoso tra b rasseu rs d ’affaires di cui CALVI , a ll’evidenza, si fidava, c con i q u a li e ra finito in r a p p o rti, p e r le vicende del Banco, ed esponenti dell’alta crim inalità, capaci di omicidi su commissione. N on vi è c e rte z z a s u lla a s c riv ib ilità so g g e ttiv a del fatto, s ic c h é è proprio questo intreccio, per tempi e m odalità, a sfuggire alla ricostruzione investigativa, secondo le sentenze in atti: si tratta, potrebbe dirsi, di u n intreccio intravisto, non provato, che ricollega - su un piano solo intuitivo e congetturale - coloro di cui CALVI si fidava a coloro che l’avrebbero ucciso. In questo senso, d ’altronde, si sono espressi praticam ente tu tti i collaboranti. £
  • 3. Per altro verso, molteplici sono - come si vedrà - i depistaggi, che tendono a far risultare che soggetti, legati a CALVI da una frequentazione non remota, e raggiunti da gravi indìzi di aver partecipato al complotto, fossero, in realtà, in viaggio altrove; mentre non può sottacersi che solo sei mesi dopo il delitto morirà il soggetto indicato come il m ateriale strangolatore di CALVI, nel gennaio 1983. Partiamo, quindi, dall’unica certezza, che è quella deUfomicidio. Le sentenze si chiudono, si, con esiti liberatori per gli im p u tati, ma escludono in termini di certezza che CALVI sia morto suicida: così, la Corte di Assise di Roma (con sentenza del 6 giugno 2007); la Corte d'A ssise d 'Appello di Roma (con pronuncia del 7 maggio 2010) e la Corte dì Cassazione (con decisione della I sezione, del 17 novembre 2011) in esito ai giudizi celebrati, nei confronti degli im putati Giuseppe CALÒ, Flavio CARBONI, Ernesto DIOTALLEVI, Manuela KLEINSZIG e Silvano VITTOR, rispettivamente indicati come appartenenti a Cosa Nostra, il CALO’; alla loggia m assonica P2, il CARBONI; alla Banda della Magliana, il DIOTALLEVI; come manovale deiroperazione, quanto al trasferimento di CALVI, il VITTOR; come accompagnatrice del CARBONI, la KLEINSZIG. Lo stesso Licio GELLI ha. sem pre m anifestato la convinzione ch e CALVI "sia stato suicidato" (vedi lettera del 2 4 .3 .1 9 9 2 , indirizzata al PM di Roma e dichiarazioni rese, ivi compreso rinterrogatorio del 4 luglio 2005). Raffaello GELLI, figlio dell'indagato, ha confermato la circostanza, ponendo in rilievo che il padre aveva espresso l’opinione "che CALVI fosse stato ucciso in esecuzione di un piano ben preparato per togliere di mezzo un testimone scomodo" (vedi verb. 8.5.1984). Non esistono, però, colpevoli, per le sentenze, ed è alla luce, quindi, del disegno dell'accusa, non dei provvedimenti decisori, che vanno ricostruiti gli sfondi del fatto, sul quale il Pubblico Ministero ha nuovamente indagato nella prospettiva del rinnovamento deH’istruttorìa in appello ex art 603 c.p.p. In questa prospettiva sono stati iscritti nel registro degli indagati PAZIENZA, il 30,3.2008; CASILLO, il 20.6.2008; CARBONI, il 20.6.2008; KUNZ, il 9.7.2008; MAZZOTTA, il 7.4.2008, tutti più collegati alla fase esecutiva, ma tu tti sintomatici, per la loro ben diversa appartenenza, di quegli sfondi. E tali sfondi devono, comunque esser ripercorsi, ad onta della gravità e dell’oscurità dei fatti ricostruiti per i soggetti che ne sono sfiorati, dal momento che questo Giudice non si può
  • 4. esimere dal farlo, pur nel già richiam ato ’esito liberatorio per tu tti i soggetti coinvolti, processati o sem plicem ente inquisiti. Infatti, è alla luce dei fatti stessi, per come pro sp ettati, che vanno risolti i prelim inari problemi di com petenza territoriale e di giurisdizione. Ciò impone di ripercorrere il disegno dell’accusa, che h a visto addensarsi u n a gran mole di indizi su vari soggetti, p u r se assolti, si ribadisce, se processati, o d estin atari di decreto di archiviazione, quando sem plicem ente indagati. E le cose devono e s s e r definite con il loro nome, lette p e r com e em erse nel percorso del Pubblico M inistero, la m anchevolezza dell'univocità del significato appartenendo alla valutazione dei Giudici, concordi, con diverse sfum ature, nell'esclusione, p a ssa ta in cosa giudicata, di responsabilità, m a solo ex art 530, comma II c.p.p. Tanto premesso, i fatti. G ran parte della condotta prodrom ica all’esito m ortale si è svolta a Roma, in Italia, pacifica è la com petenza del Giudice rom ano, pacifica la giurisdizione del Giudice italiano. Più precisam ente: la vicenda si snoda tra Roma, Ginevra, Zurigo, Amsterdam, Londra, Edimburgo; di alcuni spo stam en ti a Miami, contem poranei al delitto, vi è traccia docum entale, e la questione della com petenza per territorio è la prim a che va risolta, proprio al fine di stabilire se vi sia giurisdizione, tem a anche questo complesso, che non potrebbe risolversi se non dopo un astratto vaglio di competenza. Romano, o, almeno, precipuam ente rom ano, e salvi i collegamenti con poteri finanziari esteri, im m ediatam ente contigui a Roma e concentrati nell IOR, è l’ambito di decisione del destino di Roberto CALVI: questo, inequivocam ente, il disegno dell’accusa. A Roma operava Pippo CALO’, em issario, o meglio plenipotenziario finanziario dell’organizzazione m afiosa denom inata Cosa Nostra, già organico alla c o n s o rte ria , u cordata di BONTATE - nella fase in cui la c u ra internazionale degli interessi economici del sodalizio era rim essa al banchiere M ichele SINDONA. CALO’ divenne, poi, uom o dei corleonesi di RUNA - nella fase in cui, viceversa, m utati gli equilibri, gli assetti, e forse , soprattutto, le pretese - investito della res econom ica era, attraverso tram iti che escludevano il contatto diretto con Cosa Nostra, il banchiere Roberto CALVI, strettam en te legato , per la n a tu ra stessa dell’Istituto di cui era fattuale dom inus, alla finanza vaticana, e segnatam ente all’Istituto Opere Religiose.
  • 5. CALO’, in sintesi, restò nelle sue funzioni, nel suo ruolo apicale e t u tt’altro che trascurabile, sia nella fase di BONTATE che in quella di RUNA, proprio perché era a Roma, ove egli era il plenipotenziario di Cosa Nostra, il centro di decisione, e di dispiegam ento delle sue attività interm ediarie. E tale centro era im m utabile, m entre le variazioni si registravano a Palermo. Ciò legittimava la su a trasm igrazione da u n a fase all’a ltra della vita dell’organizzazione, con iden tità di poteri gestori, ed anzi a d o n t a di u n a m a tta n z a , c h e c s t a t a a n c h e rim o z io n e di q u e lle pretese creditorie che lui stesso aveva rapp resen tato nella fase di BONTATE, A Roma, a n c o ra , o p e ra v a Flavio CARBONI, uomo di GELLI capo della loggia m assonica denom inata Propaganda 2, e, secondo i collaboranti, snodo di collegamento tra Cosa N ostra e il braccio esecutivo della B anda della M agliana (sit MANCINI) A Roma, competente, appunto, in executivis, era DIOTALLEVI, figura di primo piano della B anda della M agliana, aggregato criminoso operativo capace di u n sostanziale dominio su lla città e sulle sue sfere decisionali, ed anche della realizzazione di delitti su commissione, in cambio della realizzazione dei propri interessi economici e delittuosi in u n a situazione di striscian te, mai del tu tto s c o n fitta im p u ziità. La collocazione a Trieste di VITTOR non tu rb a il disegno deU’accusa , essendo costui m anovalanza nell’esecuzione del delitto. La KLEINSZIG è irrilevante. Il primo profilo di interesse giuridico - quello della com petenza, e quello della giurisdizione - può risolversi agevolmente. Competente è il Giudice rom ano, che deve dipanare, in prim is, la m ateria della giurisdizione ex artt. 6; 7; 8; 9); 10 c.p. In via preliminare occorre chiarire che la giurisdizione è regolata secondo canoni prevedibilm ente espansionistici, in uno Stato autoritario, come quello che si'provvide del codice Rocco, teso ad affermare la giurisdizione del Giudice italiano q u an d o anche solo u n a parte della condotta tipica fosse sta ta p o sta in essere in Italia. La faoc p ro g ra m m a to ria ; p r e p a r a to r ia ed a n c h e a t t u a t r i c e del disegno di omicidio è stata p o sta in essere in Italia , precisam ente a Roma, sicché deve affermarsi la com petenza del Giudice romano, e la giurisdizione del Giudice italiano, ex art. 6 c.p. Si tra tta di u n reato che oggi , alla luce dei nuovi stru m e n ti giuridici di derivazione internazionale (legge 16.3.2006, nr. 146), si direbbe connotato da un carattere transnazionale (art.
  • 6. 3, legge 16.3.2006, nr. 146) - ed anzi aggravato dalla tran snazionalità (art. 4, legge 16.3.2006, nr. 146), perché non potrebbe sem plicem ente riten ersi ipotizzata u n a m era tran snazionalità o internazionalità della condotta, sn o d atasi in più Paesi, e precisam ente in Italia; Svizzera; Inghilterra (art. 3, legge nr. 146/2006), m a dovrebbe ritenersi il supporto di u n a s tru ttu ra estera di riferimento, ex se integrante “qualcosa in più del coucuxso di persone nel reato, e qualcosa in meno dell'associazione per delinquere”. Solo u n dato del genere, la s tru ttu ra estera di riferimento - per u sa re del tutto im propriam ente, per u n fatto verificatosi nel 1982, concetti divenuti canoni qualificatori normativi solo nel 2006 - potrebbe dar conto di fatti così contorti, com plessi, articolati, e ad u n tempo dei tentativi di depistaggio, po sti in essere nei giorni im m ediatam ente precedenti il delitto, e in quello del delitto, attraverso la predisposizione di alternative docum entali alla presenza dei soggetti sul luogo dei fatti. A renderli possibili , u n a s tru ttu ra estera, o u n a s tr u ttu r a italiana operante all'estero, o collegata con stru ttu re estere, così da divenire, in senso penalistico, essa stessa s tru ttu r a estera, che h a fornito coperture e consentito im punità. Dì questa s tru ttu ra - la cui presenza si avverte - non sono ricostruiti i confini e identificati i com ponenti sul piano p ro c e s s u a le . L’esistenza di sicuri elem enti fidati fuori d all’Italia, in altri termini, h a costituito u n a concausa del delitto, anche su l piano del m o v en te , ra ffo rz a n d o in chi ha c o m m e s so il fatto m aterialm ente, la determ inazione omicidaria. Ciò perché, secondo il dictum dei collaboranti, il fatto era di interesse di stru ttu re finanziarie non nazionali, e si collegava a disegni politico - economici del pari sovranazionali, sicché l’azione m ateriale si collocava al riparo di organismi finanziari non nazionali, e dei poteri - politici; economici; di intelligence - che essi erano in grado dì muovere. Ancora, sem pre l’ipotesi di. u n a s tru ttu ra estera h a rafforzato l ’azione degli esecutori italiani, sul piano'delle motivazioni ad agire, h a fo rn ito u n e sito al lo ie delinquere, c o m ’è p ro p rio di fattispecie, tutte, rien tran ti nell'am bito dei reati unificati dal vincolo di continuazione. N on è il re a to , m a è la s e q u e n z a c rim in o s a c o n flu e n te nel delitto continuato a fondare la giurisdizione; ed il fatto è transnazionale, perché si colloca, nel suo dipanarsi, tra più Paesi; infine, è agevolato nel suo svolgimento da u n a s tr u ttu r a estera di riferimento che, ad u n tempo, d etta la linea ed agevola il compimento dei fatti. Di qui il dipanarsi deU’indagine odierna nei confronti di soggetti anche estranei alla sentenza 6 giugno 2007, ossia Licio GELLI; 6
  • 7. Hans A lbert KTTNZ; F r a n c e s c o PAZIENZA; Maurizio MAZZOTTA; Vincenzo CASILLO, deceduto 29 gennaio 1983, operativi tra più Paesi al m om ento dei fatti , e che si aggiungono ai già giudicati Giuseppe CALÒ, Flavio CARBONI, E rnesto DIOTALLEVI, Silvano VITTOR già assolti dal reato di omicidio di Roberto CALVI, ai sensi dell’art. 530, com m a II c. p. p., m a tuttavia, come sopra anticipato, nuovam ente esam inati, n ell’odierno incarto, nella prospettiva di u n a rinnovazione dibattim entale in fase d ’appello, ex art. 603 c.p.p. Il dichiarato dei collaboranti, che riconducono la m orte di CALVI a u n a com plessa e plurisoggettiva condotta om icidaria, r im a n d a poi a Licio GELLI: quindi se la credibilità di certe asserzioni - relative all’obitus e alla su a eziologia non certo suicidarla, che si ritrovano anche nel n arrato processuale .dei pentiti - può ritenersi acquisita, vi è quanto meno u n a prem essa di attendibilità per il vaglio delle ulteriori dichiarazioni da loro rese sul ruolo di GELLI e ai suoi co ntatti con soggetti im putati del delitto, quali Pippo CALÒ e Flavio CARBONI. Ossia: se si crede ai pentiti quando parlano di omicidio, deve anche prestarsi loro attenzione quando individuano gli au tori d e ll’u c c isio n e . Francesco Marino MANNOIA h a riferito di aver appreso da BONTATE, intorno al 1980, che Pippo CALÒ stava avvicinando Francesco PAZIENZA, Licio GELLI e Roberto CALVI per l’investimento di ingenti somme di denaro, provento del contrabbando di sigarette e del traffico di droga (indicazioni rese l’11.3.1991, ad agenti del FBI). Si tratta, come si vede, di dichiarazioni acquisite da MANNOIA dal capo dell’epoca di Cosa Nostra di cui era prossim o il declino (BONTATE sarebbe stato ucciso il 22 aprile 1981), e in esse pare cogliersi u n a sfu m atu ra di consapevolezza di BONTATE del m utam ento di equilibri di cui sarebbe stata, poi , conseguenza ravvicinam ento di CALO’ ai nuovi personaggi. Ciò in ragione del fatto che, nella gestione dei flussi di capitali da riciclare, evidentem ente CALO’ non agiva da solo, m a o bbediva, p u ò o u p p o rsi, a so g g e tti che s u g g e riv a n o modificazioni quanto ai tram iti, e modifiche delle condizioni. Le dichiarazioni sono state rese in d ata 15.7.1991, innanzi ai PM di Palermo e Roma, ai quali MANNOIA ha te s tu a lm e n te , riferito di aver appreso da Stefano BONTATE (cognato di Giacomo VITALE, appartenente alla P2) e altri uom ini d ’onore della sua famiglia m afiosa che “Pippo CALO', Salvatore RUNA, Francesco MADONIA ed altri dello stesso gruppo avevano som m e
  • 8. di denaro investite a Roma attraverso Lido GELLI che ne curava gli investim enti” e che "parte di questo denaro era investito nella Banca del Vaticano Il collaborante h a ribadito le sue conoscenze nel corso deirincidente probatorio del 18.12.1997, ove h a riferito che: "CALO* investiva i suoi soldi ... attraverso CALVI e Lido GELLF e nel corso della deposizione dibattim entale rese nel processo di primo grado, davanti alla Corte di Assise di Roma . È evidente che u n ’ attività di questo tipo doveva, secondo il collaborante, interferire su rapporti generali, s tru ttu ra li , oiotemici tra Coca N ostra ed ambiti finanziari vaticani, che implicavano u n rapporto collaudato, fiduciario e particolarm ente intenso, un tempo gestito dal banchiere Michele SINDONA, e mercè la produzione di u n a modifica addirittura epocale degli equilibri in atto, poi da Roberto CALVI. MANNOIA h a posto in rilievo che CALVI era stato p resen tato a Licio GELLI da Michele SINDONA nel corso del 1975 (vedi verb. 1.10.2002, pag. 8), e ciò rende evidente che, dopo il 1975, CALVI aspirava a sostituire SINDONA nei contatti con gli am bienti da cui provenivano i flussi di capitali da riciclare. OELLI, quindi, potrebbe aver curato questo passaggio da SINDONA a CALVI, avvalendosi di CARBONI, ponendosi GELLI, quale capo della P2, a riferim ento di Cosa N ostra per le attività esteriori di riciclaggio c investim ento, tram ite lo IOR. Il riferimento a CARBONI è tu tt’altro che inessenziale perché plurim e erano le funzioni, le attitudini, le relazioni di CARBONI. A n to n io MANCINI h a riferito che, se c o n d o ABBRUCIATI, CARBONI costituiva u n anello di raccordo tra la B an d a della Magliana, la mafia di Pippo CALÒ e gli esponenti della m assoneria facenti capo a Licio GELLI (vedi verbale delLl 1.3.1994, pag. 9). Ha ribadito tali dichiarazioni anche nel corso della dichiarazione dibattim entale dinanzi alla Corte d ’A ssise di Roma (vedi pag. 116 e 117, 209 - 210, trasc. 29.3.2006). Ossia, secondo il dichiarato dei pentiti: m entre in u n primo momento GELLI fu trait d ’un io n tra BONTATE e SINDONA; di poi, m utati gli equilibri mafiosi, egli fu tram ite tra BRUSCA - RUNA e CALVI, essendo sem pre CALO5 dorninus delle attività riciclatrici di Cosa Nostra. E ’, q u in d i, a ll’o m b ra di GELLI e ORTOLANI che si è prodotto il passaggio da SINDONA a CALVI (sul punto si vedano le dichiarazioni rese da CALVI a su a moglie Clara CANETTI, e le lettere di CALVI in atti). E sem pre GELLI, per conseguire questi risultati si sarebbe avvalso di CARBONI (s.i.t. MANNOIA; s.i.t. MANCINI), che egli, invece, nega di conoscere.
  • 9. Il teste Eligio PAOLI, di certo estraneo a circuiti delinquenziali mafiosi siciliani, ha riferito di aver compreso da u n discorso delle sorelle KLE1NSZIG che GELLI e CARBONI si conoscevano da tempo; che CARBONI era stato presen tato a GELLI da A rm a n d o CORONA, e che e ia d iv e n u to il “tir a p ie d i” di GELLI, lavorando, q u in d i, per conto di GELLI e ORTOLANI (vedi pag. 39 - 4 0, trasc. 2 6 .9 .2 0 0 6 e verb. reso in fase d ’indagine del 2 2 .8 .1 9 8 3 , pag. 4). Per tornare, poi, al circuito mafioso, deve ricordarsi che Salvatore LANZALACO h a dichiarato che Lorenzo DI GESÙ era stato m andato in soggiorno obbligato a Monte San Savino, ove aveva conosciuto, tram ite CALÒ, GELLI; e che quando CALÒ andava a trovare DI GESÙ contem poraneam ente si recava da GELLI. LANZALACO h a aggiunto di essersi recato nella villa di GELLI ad Arezzo con PANZECA, nel corso di uno dei weekend, in cui si erano recati a Monte San Savino. Nell'occasione, gii era stato p resentato il figlio di CELLI e aveva notato che avevano parlato di DI GESÙ e di alcuni amici di q u e st’ultimo. D a ciò aveva d e s u n to clic GELLI e DI G ESÙ a v e sse ro a v u to d ei buoni rapporti (vedi pag. 130, trasc. 2.5.2006, deposizione innanzi alla Corte d ’Assise di Roma). A n to n in o G IUFFRÈ h a riferito che “L id o GELLI era u n tr a m ite , vale a dire gestiva i finanziam enti di altre persone”, Ha aggiunto di aver appreso da DI GESÙ, PANZECA e Pino GAETA che GELLI aveva fatto confluire dei capitali riconducibili al gruppo di CALÒ, per gli investim enti in Sardegna , fatto in relazione al quale PANZECA e DI GESÙ si erano recati a trovare GELLI in Toscana (vedi verb. 4.12.2002, pag. 17 e 18). Tullio CANNELLA ha riferito di intensi rapporti tra m afia e la P2, affermando: “appresi che la P2 aveva costituito diverse logge regionali, tra. le quali questa denom inata Carnea, che aveva sed e in Liguria — se La memoria non mi inganna a Santa M argherita Ligure - era una loggia che era espressione di gruppi m afiosi della Sicilia. N ella fa ttis p e c ie era una loggia c rea ta e co stitu ita per v o lo n tà di S te fa n o BO NTATE”, Ha aggiunto che Giacomo VITALE gli aveva confidato di “ingenti s o m m e di d e n a ro che s u o cognato S te fa n o BO NTATE a v e v a d a to alla P2”, il che comprova che, già prim a di RUNA, la P2 era destinataria di flussi finanziari da Cosa Nostra (rif. trasc. ud. del 9.7.2001, processo nei confronti di Marcello Dell’UTRI). Il collaborante indica nel vertice della P2 il tram ite del riciclaggio di Cosa Nostra. Si noti che le indicazioni appena dette hanno trovato u n a significativa conferma in quelle del testim one m assone Angelo
  • 10. SIINO (G ran M a estro d e ll’o rie n te di P a le rm o della loggia m assonica Carnea, con il grado di 33), il quale h a riferito di u n incontro avvenuto casualm ente a S an ta M argherita Ligure, all’interno della sede della Loggia Carnea, il cui gran m aestro era Aldo VITALE. Egli h a riferito dell’evoluzione dei contatti verso CALVI , nuovo interm ediario. SI sarebbe recato a S an ta M argherita con Giacomo VITALE, cognato di Stefano BONTATE, m assone parim enti ap p arten ete alla loggia CAMEA. Aldo VITALE, s e m p re eep an o iv o , g e n tile ed a c c o g lie n te n e i s u o i confronti, gli aveva detto di “aspettare un attim o Si era meravigliato ed aveva dom andato a Giacomo VITALE: “m a chi è q u esto che è in c o m p a g n ia di VITALE?” . Questi gli aveva risposto che era CALVI "un banchiere di M ilano” “un personaggio im portante”, “anche perché gestisce dei soldi nostriu. Aveva usato il plurale per fargli intendere che "gestiva dei soldi di Cosa Nostra Nell’occasione, aveva detto che gestiva anche denaro di altri. Aveva usato l’espressione “e non solo” (vedi pag. 73 - 76, tra sc. 28.3.2006). Si era meravigliato del fatto che Aldo VITALE avesse la p o rta ta di c o n o so e ie R oberto CALVI. Era, però, u n personaggio im portante, anche amico di Licio GELLI, circostanza che aveva potuto co nstatare personalm ente (vedi pag. 75, trasc. 28.3.2006). Licio GELLI era collegato, secondo le dichiarazioni rese d a CALVI alla moglie Clara CANETTI, ad ORTOLANI, e d u n q u e a m onsignor MARCINKUS, e, secondo le dichiarazioni del collaborante MANCINI a CARBONI, q u e st’ultim o era tram ite tra la Banda della Magliana, cui appartenevano DIOTALLEVI e CASILLO, e la Cosa N ostra di CALO’. GELLI ha, invece, negato di aver mai conosciuto CARBONI e h a escluso qualunque rapporto con lui, con dichiarazioni n o n credibili, come da docum entazione depositata da Emilio PELLICANI il 21.6.1988, all’au to rità giudiziaria. In atti vi è u n prospetto dal quale si rileva l’esistenza di u n assegno da lire 223 milioni a favore del sig. L. GORI (p se u d o n im o u tiliz z a to da Licio CELLI) tr a tto d a Flavio CARBONI e di u n altro assegno consegnato al sig. L. GORI, sempre per conto di F. CARBONI. Con lo steso fine di a llo n ta n a r s i dalla fase, esecutiva, e dai suoi protagonisti, ossia, in prim is da CARBONI, GELLI h a so sten u to di non aver mai conosciuto il banchiere svizzero H ans KUNZ e Francesco PAZIENZA.
  • 11. Anche queste discolpe appaiono poco credibili ove si consideri che nel corso delle investigazioni Eligio PAOLI h a riferito di aver appreso da Riccardo PIAZZESI (vale a dire da Silvano VITTOR, come h a spiegato in m an iera convincente nel corso dei verbali del 2003) dell’esistenza di “u n ’intim a amicizia” “tra la moglie di KUNZ e la moglie di GELLI” (vedi verb. 22.8.1983). E ’ stato infine acquisito in atti u n appunto del giornalista Bruno FERRARIO dal quale emerge che H ans KUNZ c Licio GELLI, i primi di maggio 1982, avrebbero pranzato al risto ran te Chevai Blanc di V andeuvre nei dintorni di Ginevra. GELLI , quindi, sarebbe collegato a tu tti i soggetti che le indagini hanno indivuìiduato come presenti nella .fase esecutiva: CARBONI; KUNZ; PAZIENZA. Secondo la prospettazione accusatoria - che h a giustificato l’originaria iscrizione nel registro degli indagati di Licio GELLI e la successiva riap ertu ra delle indagini in relazione al delitto per cui si procede in qualità di m an d an te e di organizzatore - il coinvolgimento a livello organizzativo ed esecutivo si sarebbe concretizzato, in particolare, nell'induzione di Roberto CALVI ad espatriare, attraverso il ricorso alPintimidazione, a ttu a ta anche informando CALVI dell'esistenza di un m andato di c a ttu ra a suo carico del tutto inesistente (si vedano sul punto le dichiarazioni rese da VITTOR). GELLI, tra m ite il p ro p rio d ife n so re , n el co rso d e ll’in te r ro g a to r io del 4.7.2005, h a m anifestato la volontà di non accettare la giurisdizione italiana con riferimento alla contestazione di c o n c o rso in om icidio, in v o c a n d o i p ro v v e d im e n ti di e s tr a d iz io n e della Repubblica Elvetica e della Francia. Dalle indagini emergono figure simbolo: CALO’, che è Cosa Nostra; GELLI - ORTOLANI, che sono la loggia P2 e i contatti con lo IOR di MARCINKUS; GELLI - CARBONI, che sono la loggia P2 e i contatti con la B anda della Magliana; DIOTALLEVI e CASILLO, che sono la B anda della Magliana. Alcune di queste figure sono “vicine alla scena del delitto”, coinvolte nella m aterialità omicidaria. Altre sono sideralm ente lontane. E ’ evidente che revocazione di Monsignor Paul Casim ir MARCINKUS impone di valutare quello che pare essere u n sistem a consolidato di investim enti e flussi finanziari , diretto verso il Vaticano, inteso come diplomazia com plessa; Stato senza territorio, m a dall’enorme consenso internazionale; s tru ttu ra culturalm ente e ideologicamente coesa, d all’im m ensa influenza sui Governi dei popoli, capace di scelte idonee a
  • 12. condizionare gli equilibri anche mondiali, e non lontane da strategie di intelligence. All’epoca del coinvolgimento del Banco Ambrosiano e degli autori delle rim esse e dei flussi finanziari dal Banco allo IOR, all’interno del Vaticano si è prodotta u n a svolta epocale, dai costi enormi, siccome tesa alla determ inazione delle scelte politiche di intere Nazioni, airacquisizione di aree di influenza in un quadro di modifica degli equilibri preesistenti. E ’ la politica che guarda all’Est Europa, all’America Latina, dalle inevitabili conseguenze sugli assetti economici. Q uesto Giudice n o n sa dire, alla luce degli atti, chi avesse interesse ad u n simile progetto politico - finanziario, chi fosse il motore, il beneficiario finale dell’operazione, e chi fosse, invece, il controinteressato. Si tratta, peraltro, di percorsi storici, estranei all’esam e del Giudice penale. Ma di essi c’è traccia nei flussi del Banco Ambrosiano verso Est, su richiesta dello IOR. In più lettere redatte a ridosso del suo omicidio, CALVI h a scritto di aver finanziato il Sindacato polacco SOLIDARNOSC, per u n importo di circa 1.000.000,00 di dollari dell’epoca. Egli h a anche esplicitam ente am m esso in u n a lettera indirizzata al Papa, dal tenore sostanzialm ente intim idatorio, in d a ta 5 luglio 1981, di aver s o s te n u to il f in a n z ia m e n to di Pacai ed associazioni politico - religiose dell’E st e dell’Ovest su incarico di rap p resen tan ti vaticani: “Santità, sono stato io che, su preciso incarico dei suoi autorevoli r a p p r e s e n ta n ti , ho d isp o sto co sp ic u i finanziam enti in favore di molti Paesi ed associazioni politico - religiose dell'E st e dell'O vest. Molti sono coloro che mi fanno allettanti prom esse d ’aiuto a condizione che io parli delle attività da me svolte nell’in teresse della Chiesa; sono proprio molti a voler saper da me se ... ho fornito m.ezzi economici a SOLIDARNOSC o anche arm i e finanziam enti ad altre organizzazioni di Paesi dell’Est; m a io non faccio e non voglio ricattare; io ho sem pre scelto la stra d a .d ella coerenza e della lealtà a costo di gravi rischi” Ed ancora, nella lettera scritta al C ardinale SALVESTRINI del 30 maggio 1982: “in siffatte condizioni cosa posso sperare io, responsabile come sono di aver svolto u n ’intensa opera di banchiere n e ll’in te r e ss e d ella p o litica v a tic a n a in tu tta l’A m e r ic a Latina, in Polonia; e in altri Paesi dell’E st? ” Salvatore LANZALACO h a riferito che i finanziam enti a favore di SOLIDARNOSCH erano stati effettuati anche con risorse riconducibili a Cosa Nostra (vd. pgg. 17 e 18 trascrizione 2 maggio 2006). Francesco PAZIENZA h a n arrato un episodio che l ’h a visto diretto protagonista nel marzo 1982, in occasione del quale,
  • 13. secondo il suo racconto, vi è. stato trasferim ento diretto di denaro a SOLIDARNOSCH, da parte di Roberto CALVI e Paul MARCINKUS (trascrizione 11.4.2006). Flavio CARBONI ha riferito che: " CALVI... ha finanziato SOLIDARNOSC . L ’ultim a volta è sta ta una tranche di venti milioni di dollari che CALVI ha anticipato con u n ’operazione estero su estero. Una parte fu versata in Austria, una in Svizzera, il resto in Polonia alla Banca di Stato PBCAU, che però non ha soldi, ma buoni per acquistare merci. I soldi svizzeri e austriaci venivano incassati da u n prete polacco, legato a Lech WALESA, del quale, però, non voglio fa re il nome, per non fargli fa re la fin e di POPIELUSCZKO. Dico soltanto che questo sacerdote è legato a Casimiro PRZYDATEK, divenuto ad oggi uno dei polacchi più influenti del Vaticano di WOJTYLA. Per la precisione devo aggiungere che in questo giro MARCINKUS ci ha fatto un affare: ha intascato un dacco di soldi, fingendo di averli m andati in Polonia (fll. 69 - 72 intervista pubblicata sul settim anale Panorama il 3.12.1984, rilasciata ai giornalisti Romano CANTORE; M yriam DE CESCO e Giampaolo ROSSETTI). II 28 ottobre 2008 è stato escusso in sed e di rogatoria Lech WALESA , il qule ha riferito che la Chiesa non aveva effettuato finanziam enti al Sindacato, ma aveva "visto VaiuLo caiàtutevule della Chiesa, conoscevo preti, un vescovo...Io non chiedevo da dove precisam ente proveniva quell’aiuto della Chiesa, non lo guidavo e non no u s u fr u iv o tanto. N o n conosco ì cognomi dei rappresentanti della C hiesa che si occupavano di questo Non ricordava di aver conosciuto MARCINKUS. Con riferimento al contenuto delle lettere, nelle quali Roberto CALVI h a riferito di aver finanziato il Sindacato SOLIDARNOSC, h a dichiarato che la circostanza è im pos sibile e che quelle affermazioni gli apparivano u n a provocazione: "La C hiesa in Polonia ci appoggiava, e forse aveva qualche contatto con i banchieri”. Le rogatorie verso lo Stato delia Città del Vaticano hanno avuto esiti pressocchè nulli. Le d in a m ic h e in te rn a z io n a li in n e s c a te sp ie g a n o la p r e s e n z a di agenti segreti, come Francesco PAZIENZA, legato al SISM I di SANTOVITO; BELM ONTE; M USUM ECI, in stretti rapporti con CARBONI, ed in vacanza con CALVI in Sardegna nel 1 9 8 1 , e dunque nemmeno u n anno prim a della morte. PAZIENZA ha dichiarato di aver curato la consegna di 3.000.000,00 di dollari in lingotti d ’oro, su disposizione di CALVI a SOLIDARNOSC, nell’interesse di MARCINKUS.
  • 14. Costoro sono stati con CALVI in Sardegna, nell'estate 1981 Interessi oggettivi alla m orte del banchiere - alla luce della possibilità di ricatto da lui prospettata, e della su a conseguente inequivoca inaffidabilità - vedono, quindi, convergere MARCINKUS; PAZIENZA; GELLI e CARBONI, tu tti a strattam e n te destinatari di possibili propalazioni di CALVI, e tu tti espressione di quello che il Pubblico M inistero definisce “sistem a economico in teg rato ”, che vede am biti m assonici e dei servizi segreti, questi ultim i sicuram ente molto lontani dai loro compiti di istituto, e perciò, in questo senso, deviati, convergere per l’elaborazione di strategie e intese stru ttu ra li di u n sistem a, che, si vera s u n t exposita, coinvolgerebbe a pieno titolo tram ite CALO’, Cosa Nostra, nella s u a com ponente successiva a BONTATE. E vi sono, ancora, m olte propalazioni che allontanano, ad avviso di questo Giudice, i rilievi ap p en a svolti dall’am bito della m era congettura. Vanno richiam ate in prim is le dichiarazioni di Eligio PAOLI, rilanciate dal Magg. Roberto ROMANI; e quelle di P asquale GALASSO e di Antonio CUTOLO. Eligio PAOLI h a fornito in d ic a z io n i in d iz ia n ti n ei c o n fro n ti di Licio GELLI - sia pure con dichiarazioni “de relato” provenienti da Silvano VITTOR, il quale, a su a volta, le h a raccolte da Flavio CARBONI - secondo le quali il banchiere, come sopra si è anticipato, era stato avvertito dell'esistenza di u n falso m andato di cattu ra che sarebbe stato emesso nei suoi confronti dai giudici di Milano, con ciò inducendolo a fuggire dall’Italia. Lo stesso teste h a anche riferito nel corso del tempo (vedi yerb. del 22.8.1983, del 3 e 28.7.2003 e la deposizione dibattim entale dell’8 .11.2006, dinanzi alla Corte d ’Assise di Roma), di avere appreso che GELLI aveva m andato le persone che insiem e a CARBONI dovevano prelevare CALVI la sera del suo omicidio, ed h a anche aggiunto di aver appreso da M anuela KLEINSZIG che, durante il soggiorno londinese, CARBONI aveva "parlaLu con GELLI” (vedi dep. 14.12.1983, dinanzi alla Comm, P arlam entare sulla P2). Le in d icazio n i del m ag g io re ROMANI d a n n o fo rz a al ra c c o n to di Eligio PAOLI. ROMANI ha, infatti, affermato di aver appreso in via di confidenza da PAOLI, nel luglio 1983, che CALVI era fuggito dall’Italia dopo che gli era stato m ostrato un falso m andato di cattu ra a suo carico, la cui emissione gli era s ta ta p rean n u n ciata da Licio GELLI.
  • 15. A L o n d ra , la s e ra d e ll’om icidio, VITTOR a v e v a visto le persone, che avevano prelevato CALVI e che erano state m an d ate da GELLI e da CARBONI. Lo stesso ufficiale ha riversato i dati ap p en a detti, ricevuti dal PAOLI, in contatto, a su a volta, con VITTOR, in u n ap p u n to del 5.7.1983. In esso ROMANI h a docum entalm ente consacrato che la fonte "Podgora” (nome di copertura attribuito ad Eligio PAOLI) aveva riferito che a Roma, prim a della fuga, a CALVI sarebbe stato m ostrato u n falso m andato di c a ttu ra del quale era stato a v v e rtito p r e lim in a r m e n te dal GELLI, così d e te r m in a n d o i banchiere alla fuga. Per altro verso, sempre ROMANI aveva rim arcato n ell’atto che a L o n d ra , la s e ra d ella s c o m p a r s a di CALVI, VITTOR a v re b b e v isto le persone che lo prelevavano dall’abitazione. Q ueste sarebbero state inviate da GELLI e CARBONI che si trovavano a Londra. Come già più volte chiarito, la fonte di PAOLI era VITTOR, con cui era in contatto il CARBONI, sicché il passaggio delle notizie era da VITTOR a PAOLI, e da PAOLI a ROMANI. Le notizie apparivano credibili e intrinsecam ente logiche, tan t'è che, al fine di scardinarne la verosimiglianza e valenza probatoria, Emilio PELLICANI h a indicato il PAOLI come correo nel delitto, m ediante u n falso riconoscim ento e l’accu sa di essere stato coinvolto nell’espatrio clandestino di CALVI. Si tra tta di u n ’attività che il Pubblico Ministero, con term ine ricco di p r e g n a n z a e sig n ific a to , d e fin isc e ra ffin a ta , e c h e sfo c ia in u n finto riconoscim ento da parte di Emilio PELLICANI, in d ata 18.8.1983, di Eligio PAOLI come “il Biondino” che aveva partecipato all’espatrio clandestino di Roberto CALVI, u nitam ente a Silvano VITTOR, nella notte tra l’i l ed il 12 giugno 1982. PELLICANI supportava la su a indicazione con u n sicuro e perentorio riconoscim ento fotografico, confermato da u n a successiva individuazione personale. Per comprendere la stru m en talità dell’iniziativa di PELLICANI, va evidenziato che l'album fotografico, nel quale vi era rip o rtata l ’immagine del PAOLI, gli era stato già esibito sin dal dicem bre del 1982. Il ric o n o s c im e n to è in te r v e n u to b e n n ove m e s i dopo. In tal modo si è pervenuti al necessario disvelamento della fonte “Podgora" da parte dell’allora maggiore Roberto ROMANI al pubblico m in iste ro dott. ORIGANI (pag. 129, trasc. 15.2.2006) e con il successivo arresto di PAOLI da parte dell’A.G. di Trieste per l’espatrio clandestino di CALVI. La conseguenza di siffatta operazione è stata l’interruzione di ogni tipo di collaborazione di Eligio PAOLI fino a quando non è
  • 16. sta ta dim ostrata la su a innocenza “per ta b u la s”, atteso che all’epoca del commesso reato si trovava in volo dagli U.S.A. all'Italia, giungendo a Roma la m a ttin a del 12 giugno 1982 e poi a Trieste solo nel pomeriggio, quando CALVI era già arrivato a Klagenfurt. Intuibili le conseguenze sul piano investigativo, n o n o stan te l’attendibilità deH’apporto di PÀOLI, specialm ente sulla figura dì Llcio CELLI, atteso clic egli aveva anche anticipato notizie sulla fuga dal carcere elvetico di Licio GELLI sin dall’ottobre del 1982 (fuga poi, effettivamente, avvenuta con m odalità sim ilari a quelle dallo stesso descritte come riferito dal maggiore ROMANI, vedi pag. 130 e 131, trasc. 15.2.2006),. Il Maggiore ROMANI all’epoca responsabile dell’ufficio informazioni della G uardia di Finanza che h a gestito la fonte informativa PAOLI, denom inata “Podgora”, h a riferito che il teste era considerato u n a fonte “di b u o n a atten d ib ilità”, classificata come "un B2”(vedi pag. 101, trasc. 15.2.2006 della deposizione innanzi alla Corte d'Assise di Roma), “a b b asta n za precisa e sicura” (vedi pag. 102, trasc. 15.2.2006). Tuttavia, gli accertam enti solo tardivam ente espletati, volti a verificare se Licio GELLI (anche con l'utilizzo di falsi nom i di Marco Bruno RICCI, Pio CRISCUOLO e Luciano GORI) fosse presente a Londra nel periodo dell’omicidio non h a n n o c o n s e n tito di tro v a re c o n fe rm a . E tutto questo con la conseguenza che le dichiarazioni di PAOLI, tenuto conto di tutte le circostanze che le h an n o c a ra tte riz z a te , c o s titu is c o n o indizi nei c o n fro n ti di CELLI, ma non rappresentano u n a prova diretta e decisiva al fine di form ulare u n giudizio di sicu ra responsabilità penale, nem m eno se valutate congiuntam ente con le ulteriori risultanze di prova. Pasquale GALASSO ha riferito, senza per altro saper fornire dati specifici, di aver appreso da Giuseppe CILLARI che CALVI era stato ammazzato da Vincenzo CASILLO e da esponenti della mafia e dei Servizi segreti deviati. Dietro l’omicidio c’erano Pippo CALÒ, Licio GELLI e Francesco PAZIENZA; e che nella vicenda era coinvolto anche Flavio CARBONI (vedi pag. 4 2 , 46, 56, 57 e 155, Lrasc. 2 1 .2 .2 0 0 6 ). Vincenzo CALCARA, nel corso delle dichiarazioni del 29 settem bre 2 0 0 3 , ha sostenuto che sicuram ente u n delegato di Licio GELLI h a p a rte c ip a to ad u n a r iu n io n e s v o lta s i in Lombardia nel corso della quale si era decisa la m orte di Roberto CALVI. Tale indicazione è tardiva e risu lta il frutto di u n a convinzione e non di un dato di conoscenza fattuale. Antonio CUTOLO h a riferito di aver -appreso da Vincenzo CASILLO che Roberto CALVI era stato assassin ato in attu azio n e dì un piano organizzato da Flavio CARBONI, che prevedeva, fra
  • 17. l ’altro, il prelievo di CALVI la sera del delitto da parte dello stesso Vincenzo CASILLO e di Francesco PAZIENZA, nonché il recupero la sera dell’omicidio dei documenti conservati dal banchiere, attività che veniva svolta da PAZIENZA, il quale li aveva consegnati a CARBONI, Questi, a sua volta, li avrebbe consegnati a Licio GELLI, il quale li avrebbe fatti avere a MARCINKUS. Ha aggiunto che GELLI aveva consegnato, per conto di MARCINKUS, 9.000,000,00 di dollari a CARBONI, il quale dette 3.000.000,00 di dollari a PAZIENZA, 3.000.000,00 di dollari a CASILLO che, a sua volta, diede 300.000.000 di lire ad ESPOSITO; 300.000.000 milioni di lire a CUOMO o a tale Roberto; 150.000.000 di lire a LETTIERI; e 250.000.000 di lire Nunzio BOCCIA. La ricostruzione del dichiarante non ha trovato elementi di riscontro individualizzanti, idonei a corroborare le condotte descritte che sarebbero state poste in essere da Licio GELLI (vedi pag. 10 e 12, verb. riass. 4.9.2007 e la relativa trascrizione). Di diversa, e certamente maggiore, valenza indiziaria sono le ulteriori acquisizioni investigative riguardanti u n ’attività minatoria e ricattatoria svolta dall'indagato nei confronti del banchiere. Vanno qui richiamate le dichiarazioni rese da Carlo CALVI, nel verbale reso il 5.11.1983, il quale ha affermato che, verso la fine del 1981, suo padre, cambiando nettam ente il suo precedente comportamento, "dava a vedere di temere GELLI e ORTOLANI per delle minacce che diceva di avere ricevuto dagli stessi”, Nel corso della deposizione dibattimentale innanzi alla Corte d ’Assise di Roma, ha sostenuto che suo padre, verso la m età degli anni ’70, aveva deciso di avere rapporti con GELLI ed ORTOLANI e di iscriversi alla P2 per fare fronte alle rivalità con gli altri gruppi economici e per riuscire ad avere maggiori contatti con i politici. GELLI gli aveva fatto credere di volerlo proteggere, ma in realtà voleva solo rinforzare la propria posizione personale; manipolarlo e ricattarlo. Per tale motivo, suo padre aveva paura di GELLI e di ORTOLANI c, quando nc parlava, lo faceva per convincere la m oglie c la figlia a lasciare l’Italia, al fine di garantire la loro incolum ità personale, tanto che entrambe effettivamente lasciarono l’Italia poco prima che CALVI esp atriasse. Clara CANETTI, moglie del banchiere, ha sostenuto di aver appreso da suo marito, all’epoca della sua detenzione, che in quel periodo "GELLI e la BONOMI lo avevano ricattato".
  • 18. Al riguardo, riveste significativo rilievo a n c h e il co n ten u to di u n a delle lettere esibite dalla difesa del vescovo Paolo HNILICA, n ell’ambito delle indagini conseguenti al ritrovam ento di parte del contenuto della b o rsa che il banchiere aveva con sé al momento della morte, verosim ilm ente indirizzata da CALVI ad u n a persona dalla quale sperava di avere u n aiuto, e la cui au ten ticità è sta ta accertata n ell’ambito del processo relativo alla ricettazione della b o rsa di CALVI e del suo contenuto. In tale docum ento CALVI dava conto dei suoi rapporti con Licio GELLI, dicendo testualm ente: La conoscenza del duo GELLI- ORTOLANI altro non mi ha pro cu ra to che gravi d a n n i eco n o m ici e morali ed ancor oggi proseguono con m inacce ed estorsioni di ogni genere unitam ente al loro degno amico Michele SINDONA”. Va, altresì, ev id en ziato che Carlo CALVI, in data 25 settem bre 2002, h a riferito di pressioni che sarebbero state esercitate nei confronti di suo padre per impedire che lo stesso rivelasse i beneficiari delle risorse finanziarie illecitam ente esportate, circostanza che trova significativa conferm a nella com une m ilitanza nella P2 di Licio GELLI (Venerabile della Loggia, con tessera nr. 1711, fascicolo 440), di Umberto ORTOLANI (tessera nr. Ib22, fase. 494) e Roberto CALVI (iniziato al grado di M aestro, tessera nr. 1624, rilasciata il 1.1.1977, fascicolo nr. 0519). S u lla b a s e di t u tti gli a tti di in d a g in e svolti e dei d o c u m e n ti acquisiti emergono elem enti che inducono a ritenere che GELLI aveva interesse aH’eliminazione di Roberto CALVI per m olteplici e c o n c o rre n ti m otivi, c h e n o n r is u lta n o a lte rn a tiv i m a convergenti rispetto a quelli di G iuseppe CALÒ, Flavio CARBONI e Paul Casimir MARCINKUS. Tra le ragioni che h an n o indotto ad attu are il progetto criminoso vi era, come è indubbiam ente em erso dalle investigazioni svolte, quella di evitare che CALVI potesse esercitare il suo potere ricattatorio e svelare i segreti a su a conoscenza. Licio GELLI aveva certam ente l’interesse a eliminare Roberto CALVI, appropriatosi di somme riconducibili a lui e, soprattutto, a Cosa N ostra,com prom ettendone irreparabilm ente l’affidabilità mediatoria. Tali soome erano state consegnate al banchiere perché le ric ic la ss e , e solo in p a r te r e c u p e r a te p r im a d e lla s u a eliminazione, nonché a neutralizzarlo perché divenuto inaffidabile e pericoloso. Se CALVI avesse m esso in atto il m anifestato proposito di riferire quanto a su a conoscenza avrebbe anche disvelato il canale di alimentazione del Banco Ambrosiano, rap p resen tato dalle risorse finanziarie provenienti da Cosa Nostra, il coinvolgimento di GELLI e la destinazione dei flussi di quel
  • 19. denaro, ivi com presa quella del finanziam ento del sindacato SOLIDARNOSC (di cui h a parlato Salvatore LANZALACO), e dei regimi totalitari sudam ericani (ai quali si fa riferim ento nelle lettere sottoscritte da CALVI). Ciò avrebbe implicato u n intollerabile accostam ento pubblico della più am pia strategia del Vaticano, volta a p en etrare nei paesi com unisti dell’Est Europeo e a congelare l’av an zata com uniota n ell’America Latina, ai capitali di Cosa Nostra. GELLI; Cosa Nostra, ossia, certam ente, CALÒ; MARCINKUS, secondo quanto emerso dalle investigazioni com piute, non potevano accettare che emergesse e venisse rivelata agli inquirenti quella tipologia di attività illecita, volta a far convogliare flussi di denaro mafiosi in quelle direzioni, e l ’attività di riciclaggio che attraverso il Banco Ambrosiano veniva espletata. E tutto questo, ancora, emerge da altre dichiarazioni di pentiti di cui si impone il testuale richiamo. in d ata 15.7.1991, innanzi ai PM di Palermo e Roma, Francesco Marino MANNOIA ha riferito di aver appreso da Giovan B attista PULLARÀ che il motivo dell’omicidio era dovuto al fatto che CALVI “si era im p a d ro n ito di una g r o s s a s o m m a di d e n a r o ohe apparteneva a Lido GELLI e a C A L O che CALVI “si era appropriato dei soldi affidatigli da GELLI ma che in parte erano a n c h e di C A LO ”1; c h e CALÒ e GELLI av e v an o r e c u p e r a to , in tutto o in parte, i soldi (nell'ordine di' decine di miliardi) prim a della morte di CALVI, m a che “ormai CALVI era inaffidabile1'. Nel corso della deposizione dibattim entale innanzi alla Corte d ’Assise di Roma, Francesco Marino MANNOIA ha riferito che il principale canale di investim ento e di riciclaggio di BONTATE era SINDONA, m entre CALÒ investiva i suoi soldi attraverso Roberto CALVI, Licio GELLI e CARBONI. In questa seconda fase CALVI si era im possessato di forti somme di denaro appartenenti all’ala vincente di Cosa N ostra come Pippo CALÒ, Totò RUNA e B ernardo BRUSCA. Prima dell’assassinio di CALVI u n a parte del denaro consegnatogli era stato “recuperato". Non era, però, in grado di precisare le m odalità ed il quantitativo (vedi pag. 225, trasc. 31.1.2006). Tra il denaro consegnato a CALVI ve ne era anche di non appartenente a C osa N o stra ed afferm av a di “sapere qualcosa” in proposito, m a che in quel momento gli “sfuggiva". Non si sentiva né di affermare, né di escludere che vi fosse del denaro riconducibile a Licio GELLI (vedi pag. 225 - 226, trasc. 31.1.2006). A seguito di contèstazione ribadiva quanto riferito in fase d ’indagini. Antonino GIUFFRÉ h a dichiarato che parte del denaro, investito da Cosa Nostra e riciclato tram ite il Banco Ambrosiano, non era
  • 20. s ta to re c u p e r a to (vedi pag . 191 — 193, tra s c . 1 4 .1 2 .2 0 0 5 , deposizione dibattim entali innanzi alla Corte d'Assise di Roma). I soldi che erano stati investiti nel Banco Ambrosiano erano di CALÒ, del suo m andam ento e, piu in generale, di Salvatore RUNA e di Cosa Nostra siciliana (vedi pag. 198 e 199, trasc. 1 4 .1 2 .2 0 0 5 ) . Ha, poi, riferito che vi era un altro motivo per cui si era deciso di eliminare CALVI. E ra "diventato un pericolo p er tutto il contesto”, n ell’ultim o periodo in cui la m ag istratu ra aveva cominciato a "indagare”. Aveva av u to p a u r a , a v e v a c h ie s to a iu to e m in a c c ia to a ltr i dello stesso contesto. Era "diventato pericoloso e inaffidabile” (vedi pag. 58, trasc. 1 4 .1 2 .2 0 0 5 ) nel m o m e n to in c u i aveva in iz ia to ad a v e re dei g u a i giudiziari (vedi pag. 187, trasc. 14.12.2005). Tra le persone che CALVI aveva m inacciato di accusare vi era l ’arcivescovo MARCINKUS, il quale si era servito di lui e dell’Ambrosiano per far tran sitare ingenti capitali ap p arten en ti ad altre banche e a Cosa N ostra (vedi pag. 71 e 72, trasc. 14.12.2005) . Perciò, CALVI era nelle condizioni di m inacciare e di diventare pericoloso per MARCINKUS (vedi pag. 71, trasc.. 14.12.2005). MARCINKUS aveva u n interesse alTeliminazione di CALVI perché CALVI p o tev a p a r la r e con la m a g is tr a tu r a . N essuno, però, gli aveva detto che MARCINKUS era u n o dei m an d an ti (vedi pag. 187 e 188, trasc. 14.12.2005). Le n otizie s u MARCINKUS le aveva a p p re s e d a d is c o r s i t r a Lorenzo DI GESÙ e INTILE. MARCINKUS era particolarm ente esposto con CALVI ed era coinvolto "in certi discorsi con SINDONA”. Egli era uno degli am m inistratori dello IOR e riciclava i soldi della mafia (vedi pag. 189 e 190, trasc. 14.12.2005). II collaborante ha, poi, riferito che vi era u n contesto a tre, rappresentato dal Cardinale MARCINKUS, da Cosa Nostra, dalla Loggia M assonica P2 e, in particolare, Licio GELLI (vedi pag. 64, trasc. 14.12.2005), i quali collaboravano tra loro. CALVI, nella seconda m età degli anni ’70 e sino agli inìzi degli ’80 era entrato in u n grosso giro di denaro proveniente dal traffico di stupefacenti (vedi pag. 20 e 21, trasc. 14.12.2005); egli era nelle co n d izio n i di m in a c c ia re t u tti i so g g e tti che avevano avuto a che fare con lui, avendolo "appoggiato nella su a ascesa al potere” e lo avevano "usato” per la creazione di u n ’economia sommersa e per il riciclaggio CALVI aveva preso il posto che era stato di SINDONA. Le persone che giravano attorno a CALVI, n ell’ultimo periodo, avevano cominciato ad avere p a u ra (vedi pag. 60, trasc. ud. 14.12.2005) .
  • 21. Nel momento in cui CALVI aveva cominciato “a fa re m inacce” per lui era stato “l'inizio della fin e ” (vedi pag. 71, trasc. 14.12.2005). G aspare MUTOLO h a riferito di aver appreso d a Rosario RICCOBONO, all’epoca eapu m andam ento di P a rta n n a Mondello e strettam ente legato a BONTATE ed a 1NZERILLO, che SINDONA aveva assicurato tu tti i capi m andam ento che si sarebbe interessato per far rien trare tu tti i capitali in v e s titi tram ite Pippo CALÒ (vedi pag. 77, trasc. 8.2.2006). SINDONA consigliava CALÒ su come m anovrare i soldi dei mafiosi (vedi pag. 65, trasc. 8.2.2006) ed era venuto in Italia, intorno al 79-80 (vedi pag. 76, trasc. 8.2.2006), per fornire giustificazione alla richiesta di restituzione del denaro da p a rte dei “siciliani”. Le dichiarazioni afferiscono con evidenza al passaggio da SINDONA a CALVI. In u n certo contesto SINDONA era venuto meno alle intese; non aveva potuto restituire il denaro e si era giustificato, secondo quanto gli aveva detto RICCOBONO, dicendo che la responsabilità era di CALVI (vedi pag. 65, trasc. 8.2.2006) perché glieli aveva d a ti c q u e s ti av e v a e ffe ttu a to a lc u n e operazioni “sbagliate”, m a la cosa poteva essere recuperabile. Vi erano dei soldi investiti in titoli in borsa, vi erano dei soldi in S vizzera e n e l B an co A m b ro sia n o (vedi p a g 7 7 , f ra s e . 8.2.2006). Sia in fase d ’indagine che dinanzi alla Corte d ’Assise di Roma, Gioacchino PENNINO h a raccontato che Giacomo VITALE, tra il 1986 e il 1987, gli aveva detto che doveva recuperare i suoi capitali e della su a famiglia di sangue e che, a tal fine, “cercava di m ettersi in contatto con Lido GBLLI, p er poter recuperare il denaro che ormai CALVI non poteva più restituire”. Ha aggiunto che questi gli aveva chiesto se avesse “avuto la possibilità di metterlo in contatto con GBLLI, risposi che non era nelle mie possibilità". VITALE era u n “m assone coperto” si era rivolto a lui per contattare GELLI perché sapeva ed era notorio che aveva fatto p a r te della m a s s o n e ria , c h e e ra vicino a n u m e r o s i m a s s o n i, s ia coperti che scoperti, e che intorno al 1975, aveva “m esso a disposizione dei locali nella mia disponibilità siti al quinto piano dì u n edificio sito in via R om a, n u m e ro 111, a PALERMO p e r u n a riunione nazionale di appartenenti alla P2”. Il fatto che Giacomo VITALE volesse recuperare il denaro, rivolgendosi a GELLI, rafforzava la tesi del pieno inserim ento del Capo della P2 nell’attività di riciclaggio.
  • 22. La v e rità g iu d iz ia ria s a n c is c e con fo rza di g iu d ic a to l ’e s is te n z a di rapporti economici illeciti, in danno del Banco, t r a GELLI e CALVI, oltre che tra PAZIENZA e CALVI. Entram bi i correi di CALVI - sia PAZIENZA che GELLI - dovevano rivestire per lui molta im portanza, o consentirgli degli accessi, posto che entram bi hanno attinto con pienezza ai fondi del Banco. Licio GELLI è stato condannato, in d a ta 1 0 .6 .1 9 9 0 , d a lla C o rte d ’Appello di Milano a 12 anni di reclusione per b a n ca ro tta fraudolenta aggravata in concorso del Banco Ambrosiano del q u a le la v ittim a e ra P r e s id e n te od A m m in is tr a to r e D e le g ato . L’indagato si è appropriato di 8 2 .3 7 0 .1 3 5 ,4 6 di Dollari e 2 .4 5 8 .0 8 2 di Franchi Svizzeri (di cui 3 2 .5 3 0 .3 8 1 ,9 4 di Dollari, n e l corso del 1981, e 7 .4 6 3 .0 5 0 ,4 2 di Dollari e 2 .1 9 1 .0 8 2 di Franchi Svizzeri nel corso del 1982, si vedano pag. 1 5 9 4 - 1643, cap. 52° dal titolo “La posizione dell’im putato Licio Gelli” della sentenza della Corte d ’Appello di Milano del 1 0 .6 .1 9 9 6 , depositata il 2 3 .1 2 .1 9 9 6 , II sezione nei confronti di BAGNASCO + 8) . Va sottolineato che egli si è reso protagonista del più grave dei fatti di spoliazione del Banco Ambrosiano, e cioè quello connesso alle operazioni di ricapitalizzazione della RIZZOLI. Non va dimenticato che l’operazione RIZZOLI h a consentito al g ru p p o CALVI, GELLI, ORTOLANI, o p e ra n d o su TASOAN DIN c RIZZOLI, di acquisire il controllo del principale quotidiano italiano, il Corriere della Sera, e le attività editoriali ad esso leg a te (si v e d a n o gli e la b o ra ti dei CT in atti). I rapporti desumibili dalle condotte di b a n ca ro tta fraudolenta, evidenziavano il solito, più volte descritto milieu, nel quale si collocavano i destinatari finali delle somme tran sitate sui conti del Banco, i cui passaggi finali erano noti solo a CALVI. Non solo avevano rilievo le somme p assate da CALVI a GELLI e PAZIENZA, m a anche, a maggior ragione, quelle finite a destinatari non im m ediatam ente rilevabili, che solo CALVI avrebbe potuto svelare, risultando , i relativi esborsi, m eri prelievi dalle attività del Banco, senza che fosse possibile ricostruire docum entalm ente i destinatari. L’uccisione di CALVI avrebbe potuto concretam ente consentire di n o n p o rre in luce tu tto q u e s to e di im p a d r o n ir s i d ella b o r s a e del suo prezioso contenuto. Dalla borsa, invero, potevano emergere, in form a docum entale, i dati finali e x trab ilan c.istiei, che in d iv id u a v a n o i destinatari delle appropriazioni. Sia in fase d ’indagini che in dibattim ento dinanzi alla Corte d ’Assise di Roma, Oreste PAGANO h a espressam ente dichiarato di aver appreso da Mario CUOMO che CALVI era stato ucciso
  • 23. per “sottrargli la borsa con i docum entiv contenuti, che rappresentavano le “prove delle cose che ... molte persone volevano nascondere” (vedi pag. 293 e 294, trasc. 21.2.2006), che Enzo CASILLO aveva preso la valigetta e si era occupato del c o n te n u to (vedi pag. 2 9 4 , trasc. 2 1 .2 .2 0 0 6 ) c che e ra n o in te r e s s a ti al recupero dei docum enti la mafia, e quindi Cosa N ostra di CALO’; alcune persone che lavoravano per il Vaticano, PAZIENZA, Flavio CARBONI ed altre persone (vedi pag. 294 e 295, trasc. 21.2.2006). Sul plinto, vanno richiam ate le dichiarazioni rese da A ntonio CUTOLO, il quale ha sostenuto che la n ecessità di a ttu a re il piano organizzato da CARBONI era finalizzata ad im padronirsi dei docum enti detenuti da CALVI nella borsa, che avrebbero dovuto essere consegnati a GELLI, il quale avrebbe cu rato di farla avere a MARCINKUS. 2222 Forti, quindi, molto forti gli elem enti di prova dei possìbili moventi di GELLI, i quali elementi, ex se nun fondano la responsabilità per un delitto. Più inquietante, invece, sul piano fattuale ed esecutivo, la p o siz io n e di CARBONI e di PAZIENZA, p re d e n ti n L o n d r a , rispettivam ente, il prim o nel giorno del delitto, il secondo n ell’immediatezza della su a commissione. Si consideri che CARBONI era in rapporti con PAZIENZA il quale, secondo il suo stesso dire, aveva consegnato allo IOR 10.000.000,00 di dollari in lingotti d ’oro per SOLIDARNOSC, su disposizione di CALVI, e n ell’interesse di MARCINKUS. Anche Licio GELLI era collegato, secondo le dichiarazioni rese da CALVI alla moglie Clara CANETTI, ad ORTOLANI, e d u n q u e a m onsignor MARCINKUS. CARBONI, invece, secondo le dichiarazioni dei collaborante MANCINI, era tram ite tra la B anda della M agliana, cui appartenevano DIOTALLEVI e CASILLO, e Cosa Nostra di CALO’, 1 cu i c a p ita li sa i eb b e ro s ta ti ric icla ti, m e ic è PAZIENZA e CALVI, tram ite lo IOR e il Banco Ambrosiano. E quindi GELLI e CARBONI, secondo le dichiarazioni in atti, da un lato si raccordavano con lo IOR di MARCINKUS, m ercè ORTOLANI, dall’altro con Cosa Nostra di CALO’ e con la B an d a della Magliana di DIOTALLEVI, Veniamo, quindi, alla disam ina dei depistaggi e delle versioni inveridiche, che servono ad allontanarsi dalla fase esecutiva, e che cozzano frontalm ente con la ricezione di denaro Banco Ambrosiano, essendo ancora vivo CALVI. In u n a situazione in cui saldissim a appare la prova dei m oventi, ex se non bastevole a fondare u n a condanna per omicidio, sarebbe letale la vicinanza a chi ha agito fisicam ente per
  • 24. l’eliminazione del banchiere: il p erd u rare della scissione tra ragioni dell’agire, i moventi, appunto, di chi è sospettato, e le attività pratiche ed esecutive del delitto, viceversa, elide la prova e ne m ina la forza. GELLI e PAZIENZA su n u a c c o m u n a ti d a ll’e s ig e n z a di a llo n ta n a r e la loro posizione dalla fase esecutiva del delitto, quindi da KUNZ e CARBONI. In q u e sta prospettiva m aturano, come meglio si vedrà, versioni di comodo del tutto false e depistaggi parim enti capaci di offuscare la realtà, m a non possono giustificarsi ricezioni di denaro che costituiscono il movente, e ad un tempo, an ch e la riprova degli interventi di chi te n ta di allontanarsi dall’omicidio. E ciò spiega perché GELLI tende., in particolar modo, ad escludere rapporti con CARBONI. GELLI ha, infatti, negato di aver mai conosciuto CARBONI, con dichiarazioni non credibili, come da docum entazione dep o sitata da Emilio PELLICANI il 21.6.1988, all’a u to rità giudiziaria. In atti vi è un prospetto dal quale si rileva 1’esistenza di u n assegno da lire 223 milioni a favore del sig. L. GORI (p se u d o n im o u tiliz z a to d a Licio CELLI) tr a tto d a F lavio CARBONI e di u n altro assegno consegnato al sig. L. GORI, sem pre per conto di F. CARBONI. T ra p p o rti di CARBONI con PAZIENZA ( si veda sul p u n to la telefonata intercorsa il 15 giugno 1982 tra MAZZOTTA, collaboratore di PAZIENZA, e CARBONI, a Londra con CALVI , due giorni prim a dell’omicidio), finiscono con il raccordare, m ediatam ente, ossia per tram ite di CARBONI, PAZIENZA con GELLI. Con lo stesso fine di allontanarsi dalla fase esecutiva, e dai suoi protagonisti, ossia, in prim is da CARBONI, m a anche da KUNZ e PAZIENZA, GELLI h a sostenuto di non aver mai conosciuto il banchiere svizzero Hans KUNZ e lo stesso Francesco PAZIENZA. A n ch e queste discolpe appaiono poco credibili uve si consideri che nel corso delle investigazioni Eligio PAOLI h a riferito di aver appreso da Riccardo PIAZZESI (vale a dire da Silvano VITTOR, come h a spiegato in m aniera convincente nel corco dei verbali del 2003) dell’esistenza di "u n ’intim a am icizia tra la moglie di KUNZ e la moglie di GELLf (vedi verb. 22.8.1983). E’ stato infine acquisito in atti u n appunto del giornalista Bruno FERRARIO dal quale emerge che Hans KUNZ e Licio GELLI, i primi di maggio 1982, avrebbero pranzato al risto ra n te Chevai Blanc di Vandeuvre nei dintorni di Ginevra. GELLI , quindi, sarebbe collegato a tu tti i soggetti che -le indagini hanno individuato come presenti nella fase esecutiva: KUNZ; CARBÓNI; PAZIENZA.
  • 25. Secondo la prospettazione accusatoria - che ha giustificato l'originaria iscrizione nel registro degli indagati di Licio QELLI e la successiva riapertura delle indagini in relazione al delitto per cui si procede in qualità di m andante e di organizzatore - il coinvolgimento a livello organizzativo ed esecutivo si sarebbe concretizzato» in particolare, nell'induzione di Roberto CALVI ad espatriare, attraverso il ricorso all’intimidazione, attuata anche informando CALVI dell'esistenza di un mandato di cattura a suo carico del tutto inesistente (si vedano sul punto le dichiarazioni rese da VITTOR). GELLI, tramite il proprio difensore, nel corso dell'interrogatorio del 4.7.2005, ha manifestato la volontà di non accettare la giurisdizione italiana con riferimento alla contestazione di concorso in omicidio, invocando i provvedimenti di estradizione della Repubblica Elvetica e della Francia. GELLI rilevava l'inevitabile compromissione dei suoi rapporti con MARCINKUS, e CALO’, il primo in contatto con ORTOLANI, il secondo con CARBONI. E comprendeva che tale compromissione si doveva all’operato improvvisamente imprudente e inaffidabile di CALVI, scegliendo, quindi, la difesa formale e procedurale rispetto all'indagine giudiziaria. Q uanto a KUNZ, in b ase agli atti acq u isiti, si può afferm are che ha rivestito ruolo centrale nell'espatrio di Roberto CALVI, nella sua permanenza a Londra e nei momenti immediatamente su ccessiv i all'omicidio, m antenendo assidui contatti con Flavio CARBONI, al quale era legato da pregressi rapporti, e anche incontrando Ernesto DIOTALLEVI, entram bi im putati assolti, ex art. 530 II co. c.p.p., per concorso nell'omicidio premeditato del banchiere. Le indagini svolte e, in particolare, le acquisizioni documentali hanno consentito di accertare che KUNZ ha fornito un concreto e continuativo sostegno logistico nell'organizzazione dell'espatrio di Roberto CALVI, concordandone le modalità con Flavio CARBONI ed Ernesto DIOTALLEVI in Zurigo, persuadendo Roberto CALVI, proprio insieme a CARBONI, a desistere dal proposito di recarsi a Zurigo per dirigersi a Londra. È em erso che KUNZ si è attivato per prenotare i voli privati (pagandone il costo), anche con modalità idonee a m ascherare le tratte realmente percorse, e ha individuato la stru ttu ra alberghiera idonea ad ospitare CALVI, dove il banchiere sarebbe stato preso in consegna dalle persone incaricate di eliminarlo. Durante la permanenza di CALVI a Londra, ha dato assicurazione che si sarebbe attivato per trovare un nuovo allogg22
  • 26. io, di fatto a s s ic u r a n d o n e la p e r m a n e n z a al C h e ls e a C lo iste r, Infine, ha prenotato e pagato le spese dell’aereo privato (sulla tra tta Ginevra-Londra), che nelle ore successive al delitto veniva utilizzato per consentire ad Ugo FLAVONI di raggiungere Londra Gatewick, ove doveva incontrare CARBÒNI, presum ibilm ente per ricevere i docum enti della borsa. Il 20 giugno 1982 lo stesso aereo era adoperato per far allontanare Flavio CARBONI da Edimburgo, aiutandolo a rifugiarsi in Svizzera. Sin dal 10 giugno 1 982, appaiono tracce docum entali dei conlaU i di KUNZ; s u ll’agenda della segretaria dell’ufficio di Flavio CARBONI, A nna PACETTI è rip o rtata la seguente annotazione: “11.25 Dr. KUNZ x DFC - Ginevra Mac D onald 319360”. Il successivo 11 giugno 1982 KUNZ attendeva u n aereo im m atricolato alla d itta Società Internazionale - Capitoline Leasing (via Salaria, nr. 825, Roma), sul quale doveva viaggiare CARBONI (aereo che non arrivò). Dalle indagini è em erso che KUNZ aveva com unicato, in data 11 giugno 1982 , dal telefono nr. 84032 che stava aspettando u n certo dr. CARBONI, in arrivo con il volo I-KUNA e che questi avrebbe dovuto m ettersi in contatto con KUNZ u n a volta atterrato. Per intanto, tra il 9 e il 12 giugno 1982. e r i i e il 12 giugno 1982, soggiornavano rispettivam ente in Londra presso l’Hotel D orchester Park Lane , occupando , nelle fasi di rispettiva perm anenza, le stanze 835 e 836, Francesco PAZIENZA, agente segreto del SISMI, e il auo collaboratore Maurizio MAZZOTTA. Si è, altresì, accertato che, in d ata 14 giugno 1982, CARBONI riceveva la visita di u n signore anziano (dalla descrizione poteva trattarsi di KUNZ) all’albergo R anr au Lac di Zurigo. Sono stati docum entati contatti telefonici tra il citato hotel ed il num ero 8403211, intestato ad Albert KUNZ, Regeusdorf / Zurigo, il 14 e il 15 giugno 1982. KUNZ ha incontrato Flavio CARBONI il 14 giugno 1982 all’albergo Baur au Lac di Zurigo ed h a partecipato ad u n meeting con Flavio CARBONI ed Ernesto DIOTALLEVI a Zurigo tra il 14 ed il 15 giugno 1982. Lo stesso KUNZ ha riferito dell’incontro ed h a riconosciuto. DIOTALLEVI come la p erso n a presente a Zurigo. Sempre KUNZ, u n ita m e n te a Flavio CARBONI, h a p a r te c ip a to all’incontro all’Hotel CENTRAL di Bregenz la sera del 14 giugno 1982 e, secondo il racconto di Silvano VITTOR, h a contribuito ad in d u rr e CALVI a r e c a r s i a L o n d ra, m u ta n d o l ’o rig in a rio program m a di quest’ultim o che prevedeva l’approdo a Zurigo e la perm anenza in quella città per u n lungo periodo. Si badi che , sempre secondo il dichiarato di VITTOR, il fatto che aveva persuaso il banchiere a partire era l’avvenuta
  • 27. em issione di u n inesistente m andato di c attu ra a suo carico, com unicatagli da GELLI. Come da dispaccio del 23 giugno 1982, CALVI era giunto a Londra alle ore 17.45 fora legale inglese) di m artedì 15 giugno 1982. u nitam ente a Silvano VITTOR, proveniente da In n sb ru ck , a bordo di u n aereo privato. I due si erano diretti al Chelsea Cloister in Sloane Avenue di Londia S.W. 3, ove avevano affittato per 22 giorni u n appartam ento (nr. 881). Le formalità relative al volo erano state curate da KUNZ della DRAJCOT TRADING L FINACE S.A. ZURICH, il quale, proprio tra il 14 e il 15 giugno 1982. aveva incontrato CARBONI, insiem e a DIOTALLEVI (a B aur au Lac e a Bregenz). La cosa h a riscontro nelle dichiarazioni della segretaria di MAC DONALD, investito dei reperim enti e delle prenotazioni, che h a operato con l ’avv. Robert SANDIFER CLARKE. Je a n BORGOGNON, segretaria che lavorava prevalentem ente per MC DONALD, presso la società Challenco DE S.A., h a dichiarato di essersi occupata, nel giugno del 1982, della ricerca di u n aereo privato per effettuare il trasporto di p erso n e da In n sb ru ck a Londra per conto di KUNZ. L’avvocato Robert Sandifer CLARKE h a riferito: “Me DONALD mi confidò che, secondo quanto dettogli da KUNZ, il volo era p e r due direttori della Fiat i quali cercavano un luogo discreto p e r avere degli incontri. Ha, poi, aggiunto di aver prenotato al C helsea Cloister, sito in Sloane A venue SW3, a cui dovevo fornire le notizie richieste, e versare, subito 100 sterline di deposito, nonché assum erm i Venere delVintero am m ontare rispetto al quale KUNZ avrebbe, im m ediatam ente, trasferito il denaro alla mia società, come ha puntualm ente fa tto ” (rif. pag. 2 dichiarazioni del 29.6.1982, alla City Police); “ero estrem am ente preoccupato d ell’eventuale coinvolgimento mio e della mia società in q u esta storia che richiesi al sig. MC DONALD di approfondire p er quanto possibile i retroscena e l’am piezza del coinvolgimento di KUNZ con CALVI. Il sig. KUNZ mi ha chiam ato p er spiegarmi che si era occupato della vicenda perché richiesto dal sig. Flavio CARBONI, un suo im portante socio d'affari della Sardegna che operava p e r conto degli interessi del Vaticano, il quale gli aveva detto che se non agivano in quel modo poteva cadere il governo” (rif. pag. 3 d e lla d ic h ia ra z io n e del 29.6.1982); “se avessi saputo che non erano soddisfatti e se avessero m anifestato il loro m alcontento al sig. Me DONALD e al sig. KUNZ, avrei potuto facilm ente trovare una sistem azione migliore. D: ma loro m anifestarono il loro m alcontento al sig. KUNZ? R: questo lo so solo ora D: non si m ise in contatto con lei? R: no.” (vedi pag. 41 ottava giornata secondo processo inglese); “D: chi pagò il conto al Chelsea Cloister, quando e per istruzione di chi?
  • 28. R: dovrei chiedere conferm a al contabile del mio studio, m a fu pagato dal sig. KUNZ. Il biglietto aereo venne pagato dopo un paio di giorni e, p er quanto riguarda il conto al C helsea Cloister, il mio studio pagò 100 sterline a titolo di caparra ed il resto d ell’affitto venne direttam ente pagato dal sig. KUNZ im m ediatam ente” (vedi pag. 41 ottava giornata secondo processo inglese); D: e se KUNZ avesse voluto la sera del 15 giugno 1982, m ettersi in contatto con lei p er chiederle di trovare u n ’altra sistem azione lo avrebbe potuto fa re con facilità? R: di quale giorno sta parlando? D: m artedì 15 giugno 1982 R: sì, avrebbe potuto farlo D: e non lo fe c e ? R: no” (rif. pag. 42 o tta v a g io rn a ta secondo processo inglese). Secondo VITTOR, CALVI, appena giunto al C helsea Cloister, e quindi il 15 giugno 1982. telefonò a KUNZ, lam entandosi del tipo di alloggio che gli era stato trovato. VITTOR ha riferito: “CALVI mi diceva in continuazione che quell'albergo di così basso livello non poteva ricevere nessuno. Telefonai subito a KUNZ dicendogli che CALVI era furibondo. KUNZ mi disse di tranquillizzarlo, che non c'era n essu n problema, che sarebbe arrivato CARBONI a sistem are tutto, trovando altro alloggio” (vedi pag. 6, verb. 7.12.1990). Gli stretti rapporti tra KUNZ e CARBONI sono anche com provati dalla d ep o siz io n e d e ll’av v ocato R o b e rt S a n d ifc r CLARKE, che h a riferito di u n ’attività svolta da KUNZ, a ridosso dei fatti, consistente in u n sostegno finanziario a Flavio CARBONI: “KUNZ disse a Me DONALD che CARBONI aveva molto denaro, precisam ente che era f(so sten u to ” e che lo aveva aiutato ad aprire un conto alla UBS di Zurigo, perché CARBONI non era stato in grado di farlo da sé quando aveva cercato di depositare una tratta da 5 milioni di dollari. KUNZ ha presentato CARBONI alla UBS dove quest'ultim o ha aperto un conto versando due tratte, una da 5 milioni di dollari e la seconda da 7 milioni e m ezzo di dollari. Le tratte sono state spiccate a ll’inizio del giugno 1982 su una banca degli Stati Uniti” (rif. pag. 3, verbale del 19 giugnol982). D unque KUNZ e CARBONI sapevano perfettam ente quali fossero le esigenze di CALVI sul tipo di alloggio di cui aveva bisogno a Londra ed il carattere di prestìgio e di riservatezza che esso doveva avere. Già nel corso della cena di Bregenz, VITTOR aveva sentito CALVI chiedere a CARBONI e KUNZ se erano in condizioni di “trovare una villa molto comoda a Londra” (rif. memoriale di VITTOR consegnato al G.I. di Milano il 20 novembre 1985). In realtà, pare evidente che CARBONI e KUNZ non immaginavano affatto che il viaggio a Londra di CALVI dovesse consentirgli di affrontare riservati incontri d ’affari, afferenti
  • 29. addirittura alla destinazione al Vaticano dei capitali m anovrati da CALO1, altrim enti mai avrebbero preso alloggio nel C helsea Cloister. Lo spostam ento di CALVI è circondato di fatti d ep istan ti che dim ostrano la volontà di nascondere i p artecipanti al viaggio,e, dunque, inesorabilm ente, la loro volontà illeita e om icdaria. Sul punto appaiono centrali le indagini dello SCO. Nella stessa giornata del 15 giugno 1982, con finalità depistatoria e di occultam ento della partecipazione di CARBONI, era prenotato da KUNZ u n volo sulla tra tta Zurigo - A m sterdam , ed u n altro volo - sempre alle ore 18.00 - destinato alla tra tta Zurigo - Londra Heatrow - A m sterdam - Londra Heatrow - Zurigo. All’Aereoporto di A m sterdam Shipol, secondo u n 'inform ativa rasseg n ata dal Prefetto MANGANELLI, l’aereo rim aneva nella p ista per 19’ senza che venissero scaricati bagagli. L’aereo ripartiva, quindi, per Londra, ove giungeva alle ore 18,28, ma in A m sterdam rim aneva la sola M anuela KLEINSZIG, presso l’hotel Amstel, con timbro olandese del passap o rto il 15 giugno 1982. e timbro inglese, atte sta n te l ’arrivo a Londra, il 16 giu gno,, 1982. Dopo la sosta a Shipol, l’aereo ripartiva snza la KLEINSZIG, con la conseguenza che a bordo si doveva trovare il solo CARBONI, g iu n to a L o n d ra già il 15 g iu g n o 1 9 8 2 . al p a ri di CALVI. L’ultim a telefonata di CARBONI a KUNZ, di possibile rassicurazione del reperim ento di u n altro alloggio per CALVI, si registrava alle 8.13 del 17 giugno 1Q82. ed aveva probabilm ente n a tu ra sim ulatoria di u n intervento che in realtà non ci sareb b e stato mai. Alle prime ore del 18 giugno 1982. CALVI era infatti uccìso, e il cadavere appeso al Ponte dei Frati Neri, con l'evidente intento di sim ulare u n suicidio. Perché a Londra? Perché sotto il ponte dei frati neri? Chi sono i soggetti interessati ad u n a vicenda tanto simbolica? Qual è l ’organizzazione, o il coacervo di organizzazioni in grado di allestire, e realizzare l'omicidio? Chi è il destinatario del m o n ito , che è , a ll’ev id e n z a , u n in v ito a Lacere? Lo stesso 18 giugno CARBONI d a ll’hotel Sheraton di Londra telefonava a KUNZ che si trovava a Ginevra, per organizzare il viaggio di Ugo FLAVONI a L o n d ra G atew ick , p e r parlargli direttam ente. La telefonata avveniva poco dopo la morte del banchiere, ed anche questo inficia ulteriorm ente la già to talm en te inverosimile tesi del suicidio. Se, infatti, l’incontro a Londra Gateick fosse finalizzato alla ricezione della borsa del banchiere, come spiegare che chi aveva
  • 30. ridosso deiromicidio di CALVI. In particolare, risu lta u n a telefonata di CARBONI il 15 giugno 1982, m entre CARBONI soggiornava all'Hotel BAUR au Lac di Zurigo al seguente num ero: 0039 6 870661 (si veda l’allegato prospetto dello SCO del 30 12 1992). Tale contatto interviene in u n mom ento nevralgico del piano criminoso, allorché il banchiere veniva indotto a recarsi a Londra, ove veniva e s e g u ito l ’om icidio. Pasquale GALASSO h a riferito di aver appreso da G iuseppe CILLARI che Francesco PAZIENZA era coinvolto neH’omicidio di Roberto CALVI (vedi pag. 56, 57 e 155, trascr. ud. 2 1 , 2 . 2006). Antonio CUTOLO h a riferito di aver appreso da Vincenzo CASILLO che il predetto PAZIENZA aveva partecipato al piano organizzato da Flavio CARBONI, con il compito di prelevare CALVI la sera del delitto e di curare il recupero la sera dell'omicidio dei docum enti conservati dal banchiere, percependo la som m a di 3.000.000,00 di dollari. Ha aggiunto, tra l'altro, che si trovava a Londra il 16 giugno 1982 e nella notte tra il 17 ed il 18 giugno 1982 (vedi verbali del 4.9.2007, 2.10.20 07 e 7.2.2008). D a u n a n o ta dello SCO del 15 luglio 19 8 2 , r i s u l t a u n a fo to c o p ia di u n biglietto aereo a nome F. PAZIENZA, emesso in d a ta 11 giugno 1982, con p artenza da Londra. Non è stato possibile accertare se detto biglietto sia stato o meno utilizzato (le a u to rità della Gran B retagna han n o com unicato che la circostanza non può essere verificata in ragione del tem po decorso). Da un rapporto di servizio SISMI, privo di firma, risu lta che il 14 giugno 1982, PAZIENZA sarebbe arrivato in C ostarica da Miami e uscito il 16 giugno 1982 per Miami. Da u n altro appunto emerge l’indicazione di Francesco PAZIENZA all’interno di u n a lista passeggeri, accanto a u n num ero di passaporto (n. 2018), i cui estrem i sarebbero c o n te s tu a lm e n te stati n e lla disponibilità di a ltre p e rso n e . Le dichiarazioni rese da Armando SPORTELLI, già direttore prò tempore della II Divisione del SISMI, e da Augusto PIECHE n o n h a n n o c o n s e n tito di v e rific a re come e da chi sia n o s t a t e ottenute le notizie fatte confluire nelle relazioni del 30 novembre 1983 e del 3 gennaio 1984, contenenti le inform azioni appena dette sui p resunti spostam enti dell’indagato. La posizione di PAZIENZA spiega che perfino CARBONI voleva allontanarsene, ma non si può prestare fede alla dichiarazione di un im putato, come CARBONI, che ha m ostrato di sfru ttare la menzogna con speciale frequenza ogni qualvolta ne ha ravvisato u n ’utilità processuale, né credere alle parole di Francesco PAZIENZA, il quale h a sostenuto in dibattim ento, che i rap p o rti con CARBONI "si erano praticam ente interrotti all'inizio del
  • 31. 1982” (vedi pag. 91, trasc. 11.4.2006), e ciò proprio per il concreto, evidente in teresse ad allontanare da sé i sospetti di coinvolgimento nell’omicidio per cui è processo. Le menzogne si infrangono, poi, contro i dati docum entali dei finanziam enti dell’Ambrosiano. Tutti i soggetti appena detti hanno beneficiato di ingenti somme di denaro da parte di Roberto CALVI dal finire del 1981 sino al febbraio 1982, nel quadro di operazioni di com une interesse sulle quali vi è u n a p ro n u n cia coperta da giudicato, relativa alla b an caro tta dell’Ambrosiano. Vi era contestualità e id entità di provenienza tra la prim a delle erogazioni (11 febbraio 1982, a valere sui conti BAOL, per il tram ite della Inversionista Dalavi S.A.) effettuata a beneficio diretto di CARBONI (4.000.000,00 US $ a beneficio del conto UBS Lugano A/C 677031) e quelle effettuate a beneficio di Francesco PAZIENZA (5.000.000,00 US $ a beneficio del c o n io A/C Andros S.A., Panam a) e di Maurizio MAZZOTTA (3.000.000,00 US $ a beneficio del conto A /C M ertanil Assets, G inevra), a t u t t e le q u a li è 3 ta ta a tt r ib u i ta d a l g iudizio di b ancarotta del Banco Ambrosiano n a tu ra distrattiva (vedi elaborato di consulenza tecnica p redisposta dai dottori GIUFFRIDA e MOTTURA, datato 9 gennaio 2007). Sul punto non molti chiarim enti han n o reso le rogatorie internazionali. È stata predisposta richiesta di commissione rogatoria d a tata 23 settem bre 2005, d iretta all’au to rità delle B aham as, la quale è rim asta inevasa sino a quando, in data 28 maggio 2009, l’Attorney General delle B aham as ha com unicato di aver richiesto al Chief M agistrate di quel Paese di fissare u n a data per l’escussione dei testi, liquidatóri del Banco Ambrosiano di N assau Overseas Limited (BAOL), già autorizzata dalla Suprem a C orte b a h a m c n s e , Le richieste di com m issione rogatoria del 28 novembre 2002, del 23 gennaio 2004 e del 20 novembre 2008, dirette allo Stato d e lla Città del V a tic a n o , h a n n o ric e v u to u n a r is p o s ta con n o ta del 3 aprile 2012. E per vero nulla è stato chiarito. Erogazioni sono state accertate dal Banco Ambrosiano; dal Banco Ambrosiano Overseas Limited. Era la convulsa fase finale della vita di CALVI , e identiche risultavano le manovre dissim ulatone delle cause totalm ente illecita degli esborsi: La posizione di CARBONI, come quella di PAZIENZA, è stretta nella inevitabile contraddizione tra il tentativo di reperire in consulenze, co lla b o ra zio n im a n d a ti di pagam ento, e rapporti personali, la giustificazione p e r La pioggia
  • 32. di milioni di dollari ricevuti dal Banco Am brosiano sen za giustificazione alcuna, e la inevitabile conseguenza da trarsi da tale intim a collaborazione dal punto di vista dell'elem ento soggettivo, in punto a partecipazione dei segreti più gelosam ente custoditi da CALVI, in punto a consapevolezza dei reali term ini della situazione: la storia dei due uom ini che si succedettero nell'ultim o periodo della vita del Banco nel ruolo di fraudolento corxsiglicra del Principe è scandita su di un im pressionante parallelism o di vicende: CARBONI come PAZIENZA fu coinvolto in episodi gravissim i di inquinam ento del corso della giustizia, nella pratica, devastante p er quel che rim aneva del Banco Am brosiano, dei depositi fiduciari, negli ste ssi affari, i più oscuri (Vianini docet) attraverso le stesse relazioni (CARACCIOLO e CORONA) gestite con gli ste ssi metodi, e ultimo ma non p er importanza, nei progetti p er la garanzia della sicurezza personale del Presidente del Banco, nonché per la fu g a , preparata dall'uno e dall'altro (ci sono parole trem ende e significative, pur se garbatissim e, dell'im putato P azienza sul- punto - che, per suffragare l'assunto secondo il quale il coimputato lo aveva assolutam ente scalzato dal ruolo di a ssisten te tuttofai e nell'ultim o periodo, }lu citato proprio il piano di fuga, da entrambi m esso a punto con strategie alternative, e poi m esso in atto dal CARBONI)...” (pag. 3136-3137) . Sia GELLI - che compie la m acroscopica operazione Corriere , e prende fondi in proprio; sia PAZIENZA; sia MAZZOTTA; sia CARBONI hanno preso soldi dal Banco. Di più: PAZIENZA avrebbe curato la consegna a SOLIDARNOSC di lingotti d ’oro per 10.000.000,00 dì dollari . Esistono, e sono comprovati, rapporti tra GELLI e CARBONI; GELLI e KUNZ; CARBONI e PAZIENZA. VITTOR asserisce che in Londra coloro che hanno consegnato CALVI per l’esecuzione sono GELLI e CARBONI. KUNZ, parlando con MAC DONALD e Robert Sandifer CLARK, secondo le emergenze dei controesam i inglesi, p a rla del sostegno finanziario garantito a CARBONI, di cui gli aveva riferito KUNZ. Esistono stretti collegamenti tra PAZIENZA e MAZZOTTA , presenti entram bi a Londra in vista dell’esecuzione dell’omicìdio, sino al 12 giugno 1982, e, sempre in quel contesto, è colta u n a telefonata tra CARBONI e MAZZOTTA: ebbene, sia PAZIENZA che MAZZOTTA; sia CARBONI, che GELLI sono stati retribuiti da CALVI, che h a stretto rapporti con loro, e di loro si è fidato. La fase esecutiva vede convergere GELLI; CARBONI; MAZZOTTA; KUNZ; DIOTALLEVI; CASILLO.
  • 33. La ricezione di denaro è docum entalm ente com provata per GELLI; CARBONI; PAZIENZA; KUNZ. Le versioni di comodo - relative, so p ra ttu tto , all’in e siste n z a di rapporti con CARBONI - sono rese da GELLI e PAZIENZA; i depistaggi relativi ai viaggi aerei riguardano CARBONI e PAZIENZA. Bugie; falsi viaggi; ricezione di som m e, anche eccezionalm ente im ponenti dal Banco A m brosiano: ricorrono sem pre le 3tc33c condotte, si verificano sem pre gli stessi accadim enti, e la regia, oltre che u n itaria, non pare certo solo nazionale, risu lta n d o coinvolta l’Inghilterra, e anche l’A m erica, oltre che, com ’è ovvio, in posizione di asso lu ta cen tralità, lo S tato della C ittà del V aticano. Em ergono organizzazioni, sfondi, in teressi statali e non sta ta li. In sintesi, GELLI con il p retesto di u n m andato di c a ttu ra , avrebbe attirato CALVI a Londra, convincendolo a lasciare Zurigo (s.i.t. VITTOR). L’organizzazione del viaggio è p o sta in essere da u n b an ch iere elvetico, KUNZ, in rapporti con GELLI, ed anche con CARBONI. Sebbene esistano contatti tra CARBONI e GELLI, a pag are i conti degli spostam enti, su indicazione di KUNZ, è tale MAC DONALD, che si avvale dell’avvocato R obert Sandifer CLARKE, cui riferisce dei sostegni finanziari di cui avrebbe goduto CARBONI, p e r come riferitogli da KUNZ. CALVI parte per Londra - previ incontri di KUNZ - CARBONI - DIOTALLEVI, tra B ergenz e B aur au Lac, e previ co n tatti telefonici tra CARBONI e MAZZOTTA — av en d o com e b ase Innsbruck, e venendo accom pagnato da VITTOR, raggiunge il C helsea C loister (15 giugno 1982) Nella stessa d ata p arte per Londra anche CARBONI, ferm andosi ad A m sterdam , presso l’hotel Am stel, la sola KLEINSZIG (indagini SCO, luglio 1992). T utti i soggetti coinvolti, come più volte detto, percepiscono consistenti flussi di denaro d all’A m brosiano: GELLI; PAZIENZA; MAZZOTTA; CARBONI. Il Banco versa m iliardi a SOLIDARNOSC e verso l’A m erica Latina. GELLI parrebbe scivolare verso la fase esecutiva del delitto, e così anche PAZIENZA e MAZZOTTA, m a ciò che è raggiunto da p ro v a c u n m ero tra tto di c o n d o tta , c n o n azioni o r g a n ic h e , n e l loro com plesso. T utti sono presenti a Londra tra il 9 e il 20 giugno 1982 (ma per GELLT, il d a to è a s s e v e ra to dalle sole d ic h ia ra z io n i di VITTOR). Tutti ricorrono a versioni di comodo: GELLI non conosce KUNZ o CARBONI; PAZIENZA non frequenta CARBONI. Sono menzogne, che servono a GELLI, come a PAZIENZA, per allontanarsi dalla fase di attuazione del delitto.
  • 34. all’E uropa d ell’E st e a ll’Am erica Latina; h a esam inato il ruolo del V aticano di WOJTYLA. La vicenda non è affatto solo italian a, ed anzi il Paese appare connotato da u n a sovranità lim itata, da u n potere investigativo e cognitivo d ie si infrange, per lunghi anni , di fronte a ll’en tità degli in teressi - politici, ed econom ici - in gioco. Interessi non certo italiani, non certo nazionali. Il dato n u o v o di q u esta indagine - che n asce, si ricordi, solo nella prospettiva di u n rinnovam ento del dibattim ento in appello - è la figura cardine di PAZIENZA: perché prende denaro n ell’A m brosiano, venendo condannato con sentenza definitiva per concorso in b an ca ro tta fraudolente; perché consegna m ilioni di lingotti d'oro allo IOR, per l'utilizzo internazionale che la B anca deve farne, secondo intendim enti non certo m afiosi,m a ben più elevati, e non certo italiani; perché risu lta ap p arten ere al Servizio Segreto m ilitare italiano, dal quale provengono le veline non firm ate che attestan o i suoi viaggi a Miami, nella co n testu alità delTomicidio CALVI; perché , insiem e ai vertici di quel servizio - BELMONTE; MUSUMECI; SANTOVITO - è condannato per il depistaggio della strage di Bologna. E ’ PAZIENZA che, p e r la s u a in c q u iv o c a d im e n s io n e internazionale, lascia intravedere dietro di sé servizi stra n ieri in contatto con quelli italiani, in u n a posizione che pare essere di so v ra o rd in a z io n e g e ra rc h ic a . In quésto senso, se si potesse far uso giuridico del concetto di s tru ttu ra estera di riferim ento o gruppo crim inale organizzato - che la legislazione, invece, individua solo dopo il 2006, elaborando il concetto di tran sn azio n alità - si potrebbero suo tram ite individuare am biti decisionali altri, e diversi, dai quali sono provenute disposizioni per la cui esecuzione lui h a lavorato in vicende cruciali della storia italian a, e del delitto CALVI. Ma è proprio questo che non si può fare perché m anca la prova basica, m ateriale, m inim a della presenza di PAZIENZA - e MAZZOTTA ~ a Londra il 17 giugno 1982, essendosi i due tra tte n u ti in loco fino a lT ll e 12 giugno 1982. Ciò p ro p rio p e r la v e lin a SISMI. E se non vi è questo legam e istru tto rio , a che prò investigare gli am biti decisionali che si intravedono; i servizi segreti esteri; il titolo g iu stificativ o delle so m m e da lui re c e p ite , se. poi, in concreto, per carenze, o per depistaggi, non vi è la prova della su a presenza a Londra il giorno del delitto? Pur all’esito di un percorso investigativo im ponente, in cen trato so p rattu tto sul tentativo di avvicinare i portatori di m oventi - GELLI; CARBONI; CALO’; PAZIENZA - agli esecutori m ateriali - CARBONI; VITTOR; CASILLO - il Pubblico M inistero non h a
  • 35. potuto che ferm arsi: nel frattem po, GELLI è m orto; KUNZ è m orto; RIZZOLI è m orto; TASSAN DIN è m orto. E, per altro verso; CALO’ è stato assolto; VITTOR è stato assolto; CARBONI è stato assolto; DIOTALLEVI è stato assolto. Il p ro c e s s o è il luogo dei fa tti tipici, e p ro p rio p e r q u e s to , ad evitare qualsivoglia connotazione congetturale che avvicinasse i beneficiari finali dell'operazione all'am bito del delitto, p er'il solo fatto degli in teressi di cui essi risu lta sse ro po rtato ri, l'o rg a n o inquirente h a ten tato di accostare il secondo livello a ll’esecuzione. Le prove erano , però, sfuggenti; come sopra si è detto, em ergevano tra tti di condotte e non condotte organiche e u n itarie (la presenza di PAZIENZA n ell’im m inenza dell’om icidio, m a non il giorno dell'om icidio). Alla persona offesa lo sforzo della P ubblica A ccusa consegna, com unque, un'ipotesi storica dell’assassin io difficilm ente sorm ontabile : u n a p arte del V aticano, m a non tu tto il V aticano; u n a parte di Cosa N ostra, m a non tu tta C osa N ostra; u n a p arte della m assoneria, m a non tu tta la m assoneria, e, in u n a parola, la contiguità tra i soli livelli apicali, in u n a fase s tr a te g ic a di p o litic a e s te ra , che h a b r u c ia to c a p ita li ch e, secondo il dictum dei p entiti, erano di provenienza m afiosa. Di piu. non è stato possibile fare. L 'o pposizione d e lla p e r s o n a offesa n o n s e m b r a a q u e s to G iudice condivisibile neanche sul piano argom entativo, perchè sp o sta l'attenzione su personaggi ancora più lontani dalla scena del delitto, intesa come fase m ateriale del delitto. ORTOLANI e le figure politiche e istituzionali a lui correlate; i faccendieri in teressati alle vicende di Banco Financiero Sudam ericano; ò a ll'a p e rtu ra del Banco A m brosiano in A rgentina; o all’attività di Banco A m brosiano O verseas Lim ited; o ad affari rem oti come ENI - Petrom in. Non è questa la sede dell’esam e di u n sistem a d'affari. Qui la condotta in discussione è rom icidio di R oberto CALVI, le azioni fisiche che l’h an n o prodotta; i m andanti che l ’han n o disposta; la valenza sim bolica del delitto. In q u e sto s e n so PAZIENZA, p e r il s u o rilievo in te r n a z io n a le , poteva anche essere cruciale, m a è m an cata ogni prova di u n a su a presenza sul luogo dei fatti. E su q u e sto p u n to , n o n p u ò p e rv e n irs i ad u lte r io r i profili di chiarim ento, con la conseguenza, infine, dell’archiviazione, nei term ini di cui al dispositivo. P.Q.M. 1. R I G E T T A l’opposizione della persona offesa;
  • 36. ,2. 'O R D I N A l'archiviamone del procedim ento; . v»/. ■ ' K. , !'•?/ ' N D A alla Cancelleria per quanto di cc •’-*-%,■' -w Roma, :i9.11.2014 Ih Gii TRIBtlKALE ORDINARIO. DfROMÀ pop&iiteto ki C*no»H»rta Rorw,l 'T L c m ^ m ì DolLvsa yfr~"l‘ SANDRO 3 4