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Via Ferrovia, 5 83025 Montoro Inferiore (AV)
Tel. 0825.503583 Fax. 39055-85632
www.ipssarav.it
Elaborato prodotto dalla classe 3°A
Indirizzo: Accoglienza Turistica
Anno Scolastico: 2012/2013
Docente: Prof.ssa Eugenia Citro
Viaggio alla scoperta del
nostro ambiente
Avellino Montoro Inferiore
Montoro Superiore
Solofra
Mercato San Severino.
Avellino è una città moderna che conserva ancora un piccolo nucleo
medievale, si trova in Campania nella verde conca di Irpinia.
E’ nato nella seconda metà del XIX secolo, a seguito della
donazione, della collezione di antichità dell’avvocato Giuseppe Zigarelli
al Comune di Avellino.
Il Museo offre una varia e vasta documentazione sulle fasi di
insediamento che il territorio avellinese vide dalla età preistorica fino
alla tarda età romana.
La struttura sorge nel sito un
tempo occupato dall’Orto
Botanico di età borbonica, come
ancora oggi testimoniato dal
ricco giardino annesso.
Occupa una superficie
complessiva di circa 2000 mq e
sorge in struttura
multifunzionale, ove risiedono la
Biblioteca
Provinciale, Mediateca
Provinciale e Centro Rete.
Esso si affaccia sulla piazza omonima, è dedicato
all’Assunta ed è considerato l’edificio religioso più
importante della città. Presenta una facciata
elegante in stile neoclassico, creata in marmo
bianco e grigio, alabastro e basalto, proveniente
dalla cava di Gesualdo.
 L’interno è a croce latina e presenta tre navate, con
dieci cappelle laterali dalla svelta forma
architettonica, che contengono statue e dipinti di
pregevole fattura.
 Sotto il Duomo c’è la piccola chiesa di Santa Maria
dei Sette Dolori con affreschi di fine Settecento.
Accanto ad essa è stato recentemente allestito un
piccolo Museo del Duomo, con opere recuperate
dopo il terremoto del 1980.
La storia del Teatro di Avellino comincia nel
primo decennio dell’ 800 per volontà
dell’intendente del Principato Ultra, Giacomo
Mazas, intenzionato a regalare al “giovane”
capoluogo di provincia un luogo di crescita
sociale e culturale. Avellino ha atteso quasi un
secolo per la riappropriazione del Suo Teatro
cittadino.
La struttura è stata inaugurata dal Presidente
della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi.
Il complesso teatrale, per la sua posizione
strategica gode della massima fruibilità sia
come luogo di spettacoli che come centro di
convegni. All’interno del Teatro la sala
principale è a forma circolare in ricordo del
teatro all’italiana.
La Torre dell’Orologio, simbolo di Avellino, è un
monumento in stile barocco che sovrasta la Piazza
Amendola. E’ alta circa 36 metri e presenta un basamento
a bugne riquadre. In origine presentava due piani, con
quello più elevato aperto. Successivamente, venne
aggiunto un terzo livello dotato di un orologio a campane
e della “diana” che suonava a martello in caso di pericolo.
L’origine della struttura è incerta, stando alla tradizione la
Torre sarebbe stata edificata su una preesistente rocca
delle antiche mura di Avellino. Invece, recentemente, si è
ritenuto che la sua realizzazione avvenne nel XVII secolo.
Data la sua altezza e la sua collocazione, la Torre
dell’Orologio sovrasta gli edifici circostanti e la sua
sommità è visibile da lontano, persino dalla fine del Corso
Vittorio Emanuele II.
Dopo aver visitato i vari elementi storici non si può non
fare una piacevole passeggiata per i vari negozi presenti
lungo il favoloso Corso, che durante il periodo natalizio
offre un’atmosfera unica e suggestiva.
Montoro Inferiore è un comune italiano della provincia di
Avellino in Campania. Confina con i comuni di Bracigliano,
Contrada, Mercato San Severino, Montoro Superiore ed è a
pochi chilometri da Solofra.
Il comune è formato da ben 8 frazioni: Piano, Preturo, Borgo,
Piazza di Pandola, Figlioli, San Felice, San Bartolomeo e
Misciano.
Nei pressi di Borgo, si trova il Santuario di San
Pantaleone. Esso sorge nelle vicinanze del Castello
Longobardo che risale al 1282. La struttura, in buone
condizioni grazie al recente restauro, presenta una
facciata semplice con l’entrata a colonne. Caratteristica
peculiare del santuario è l’imponente torre campanaria
separata dalla chiesa.
La Grotta dell’Angelo o Grotta di San Michele, si trova a Preturo su
una collina tra il Monte Romola ed il Monte Bufoni.
Accanto alla Grotta c’è un piccolo eremo dove vivevano i monaci;
lungo la stradina che conduce dall’eremo alla grotta si possono
ammirare le ceramiche raffiguranti le 15 stazioni della Via Crucis.
La Grotta è una cavità naturale creata dall’erosione della roccia
come dimostrano le numerose stalattiti e stalagmiti.
Essa è composta da due antri: il primo, il più grande dei due, ha un
altare di marmo e la statua di San Michele che sconfigge Lucifero;
il secondo è ricco di concrezioni.
La Grotta è meta di pellegrinaggi in occasione delle feste di San
Michele Arcangelo a Maggio e a Settembre, ma soprattutto il
Lunedì in Albis.
La devozione a San Michele si confonde con le credenze
popolari secondo le quali il fedele deve andare in
pellegrinaggio alla Grotta almeno una volta ( altrimenti ci
andrà il suo spirito dopo la morte) e deve percorrere tre
volte la Grotta per essere tutelato contro le malattie
viscerali e i problemi del parto.
Montoro Superiore è un comune italiano della provincia di
Avellino in Campania. Confina con i comuni di
Solofra, Calvanico, Contrada, Fisciano e Montoro Inferiore.
La frazione capoluogo è Torchiati. Le altre frazioni sono:
Aterrana, Banzano, Caliano, Chiusa, San
Pietro, Sant’Eustachio.
In posizione elevata rispetto a Torchiati, a dominio della valle sottostante, si
trova l’antico e celebre Santuario dell’Incoronata. Non si sa quando l’edificio
venne eretto, presumibilmente in epoca longobarda, anche se è certa la sua
esistenza prima della seconda metà dell’ VIII secolo, al tempo del Principato
Beneventano di Arechi II, il quale fondò l’Abbazia dei Santi Pietro in Salerno, di
cui l’attuale Santuario dell’Incoronata fungeva da Grancia, cioè dipendenza. Nel
1309, veniva definita “S. Maria de Coronato” e rurale da un documento
conservato presso gli Archivi Vaticani. Il Santuario è formato dalla chiesa e da un
conventino ultimamente riqualificato ed ampliato, mentre poco
distante, davanti l’arco con il cancello dell’ingresso principale, si trova una vasta
foresteria, dove i pellegrini possono pernottare e ristorarsi.
Il Santuario è meta dei pellegrini in particolare il martedì in Albis e la
domenica di Pentecoste, per la benedizione dei buoi, dei cavalli e
degli altri animali. A tal proposito tutti i locali antistante la chiesa
fino a qualche decina di anni fa, erano vere e proprie stalle che
accoglievano gli animali.
Solofra è una cittadina in provincia di Avellino. Nonostante sia conosciuta per
l’attività conciaria, presenta vari paesaggi e risorse naturali.
Il Pizzo di San Michele è il punto più alto di Solofra, da cui si può ammirare un
meraviglioso panorama che comprende le città confinanti. Questo paese è
caratterizzato dalla presenza di varie chiese e monumenti, costruite nel corso
degli anni. La Collegiata di San Michele Arcangelo rappresenta uno degli edifici
principali della cittadina. Al suo interno sono presenti i dipinti di Francesco
Guarini, seguace del Caravaggio. In questa sede viene celebrata ogni anno la
festa patronale dedicata a San Michele Arcangelo. Altri monumenti storici sono:
Il palazzo Ducale edificato nel tardo Cinquecento dalla famiglia Orsini, La
Fontana dei Quattro Leoni situata dinanzi la Collegiata realizzata nel XVIII e il
Castello di Solofra situato su una collinetta ai piedi del monte Pergola S.
Marco, che fece parte di un importante complesso difensivo, e attualmente sono
rimasti pochi ruderi.
Solofra è una città
industrializzata, presenta su una
parte del territorio varie
industrie conciarie che si
occupano della lavorazione delle
pelli. Diverse sono le confezioni
dove vengono venduti capi fatti
in pelle come
borse, cinture, scarpe e
soprattutto giubbini.
Sono molte le ricorrenze che si
susseguono a Solofra durante
l’anno, come: “A carcara e
Sant'Antuono”; Via Crucis per le vie del
Paese con rappresentazione; Festa di San
Michele; ”Cortinart”, “Festival di Artisti
di strada”; ”Playground Zone”
manifestazione di sport, cultura e
spettacolo; festa di Sant'Antonio e Festa
della Madonna dell'Assunta, sul santuario
della Castelluccia, accompagnato dalla
celebrazione della messa e canti
popolari.
Collegiata di San Michele Chiesa di Sant’Antonio
Palazzo Orsini Castello
Solofra offre, inoltre, varie tradizioni culinarie come: Gnocchi di
farina e acqua, Baccalà arraganato, Zuppa di
soffritto, Mallone, Pezzentella, Capusciello, Sciurille e
cucuczzielli, Friarielli, Lasagne imbottite, Pasta fritta, Pizza
figliata, Riso e cotenna, Spullecarielli e sfogliata rustica, tutti ottimi
da gustare!
Il nome del comune si scinde in due termini: “Mercato” e “S. Severino”.
Originariamente Mercato identifica il nome dell’attuale capoluogo e di uno dei
quattro quartieri in cui si divideva l’antico “stato” di S. Severino. Il
termine, nella versione “forum” (=mercato), compare per la prima volta in un
atto notarile del novembre 1303, ma è probabile l’esistenza già in epoca
longobarda.
La designazione Mercato resiste fino ai primi anni dell’Unità Nazionale.
Nella seduta del 21 maggio 1864 il consiglio comunale delibera il cambiamento
del nome del comune da “Mercato” in “Mercato Sanseverino”. La richiesta è
trasmessa al prefetto del Principato Citeriore in data 12 luglio dello stesso
anno. Il 23 ottobre 1864 è emesso il decreto reale di autorizzazione, ma con la
dizione errata di “Mercato San Severino”. Inutili sono i successivi tentativi
dell’Amministrazione comunale di ripristinare il termine corretto
“Sanseverino”, prescelto in omaggio alla potente famiglia che nel locale
castello aveva fondato l’originaria dimora.
Nota col nome di S. Maria Fori Sanseverini agli inizi del 1300, la
Chiesa di Santa Maria delle Grazie fu così denominata solo
successivamente nel 1591. L'edificio attuale, sito nei pressi di Corso
A. Diaz, non corrisponde alla originaria struttura, che sorgeva poco
distante: si tratta di una semplice costruzione a forma rettangolare
a croce latina appena accennata per l'ampliamento avvenuto nel
1890.
Pregevole è il portale antico.
Degno di nota è il Convento di
Sant'Antonio, fondato con bolla di Innocenzo VI
il 6 agosto
1358. Il convento intitolato a S. Francesco e la chiesa
annessa alla SS. Annunziata mutarono
denominazione nel 1760, quando furono dedicati a S.
Antonio di Padova. La Chiesa si
presenta con una sola ampia navata con due
cappelle laterali: all'epoca della fondazione,
chiesa e convento, furono costruiti in stile gotico e a
tre navate; successivamente, in seguito
ai gravi danni inferti da una violenta alluvione che
colpì la zona nella prima metà del secolo
XVIII, quelle laterali furono abolite. L'originario stile
gotico della fondazione può oggi rilevarsi negli
archi acuti, che affiorano al
disopra del soffitto, all'esterno nella struttura
dell'abside e della cappella della Madonna di
Pompei, e negli archi acuti delle campate, nelle
crociere archiacute del chiostro e nelle
finestre del campanile.
La chiesa, benchè, si presenti oggi con la sfarzosa
decorazione e gli stucchi del Settecento, è
una delle maggiori opere gotiche della provincia.
Il complesso monumentale del castello medievale di Mercato S. Severino costituisce uno
dei più notevoli episodi di architettura militare dell'Italia meridionale (è il secondo per
estensione in quest' ambito geografico) essendo composto da un primo nucleo di
fondazione longobarda, un secondo normanno ed un terzo svevo - angioino –
aragonese. L'interesse storico ambientale è reso evidente dalle rovine superstiti dei
suoi ambienti e delle sue tre cinte Fortificate. Le strutture murarie del castello, in parte
in buone condizioni, configurano attualmente tutta l'estensione originaria che
raggiunge circa i 350 x 450 metri. Il castello è stato sede e strumento, della più
importante famiglia del Regno, i Sanseverino , dopo gli Aragona , che traevano la loro
origine dagli Angerio normanni. Fu abbandonato a causa della partecipazione
dell'ultimo San Severino alla congiura dei Baroni contro Ferrante. Recenti scavi condotti
dal Centro per Archeologia medievale dell'Università degli Studi di Salerno hanno
rivelato una stratigrafia complessa che ha messo in luce resti di officine
metallurgiche, sistemi per l'uso di macchine da difesa, come catapulte e mangani, e
materiali d'uso quotidiano, come ceramiche, monete, ecc., che potrebbero essere ben
utilizzati sia per la creazione di un museo che di laboratori per la ricerca scientifica.
Il Municipio di Mercato S. Severino sorge su Piazza Ettore
Imperio, alle pendici delle collina del castello longobardo. In origine
l'edificio costituiva con l'attigua chiesa, un unico complesso
monastico sede dell'ordine dei Domenicani con il titolo di San
Giovanni in Palco. A seguito del recente intervento di restauro e
adeguamento funzionale l'amministrazione comunale, che gestisce
l'edificio dall'inizio del secolo scorso, occuperà nuova-mente la sua
storica sede, ritornata all'antico splendore dopo i gravi danni subiti
dal sisma, del 1980. L'area su cui insiste il complesso, un tempo
ricadente fuori le mura, è rimasta a lungo isolata dal rimanente
aggregato urbano cui, solo recentemente, è stata inglobata. A parte la
presenza di qualche masseria isolata annessa ai terreni coltivati, la
zona era completamente inurbanizzata e si distingueva per le grandi
macchie di verde. Le maggiori trasformazioni urbanistiche si ebbero
negli anni 50 con gli interventi di edilizia popolare e scolastica che
hanno definito l'attuale assetto di Piazza Ettore Imperio.
Parco del Monumento ai caduti fu
progettato da Gaetano
Chiaromonte, scultore salernitano
Esso sorge sulla collina della "
Licinella ". All'ingresso è collocata
una grande lapide marmorea con i
nomi dei soldati sanseverinesi
caduti nella grande guerra, ai due
lati due scaloni monumentali
conducono sul colle dove, su un
ampio basamento, svetta un'alta
colonna. Ai lati della colonna furono
collocate due lapidi in pietra, che
ricordavano le tappe importanti
della "Nuova Italia", dal 1915 al 1939.
Raro esempio di stile Liberty è il complesso di Villa Risi, che
testimonia la tarda affermazione di questo stile nel sud d'Italia. La
Villa, la cui realizzazione risale ai primi anni del 1900, costituiva la
residenza padronale di un complesso industriale adiacente. Con i suoi
tre prospetti, lievemente disallineati rispetto al fronte stradale, e con
l'ampio giardino domina la piazza antistante la stazione ferroviaria: il
fabbricato si apre, sul fronte principale, con un ampio porticato
sovrastato da un loggiato con due torri laterali. Il giardino, antistante
il fabbricato, si sviluppa su un suolo pianeggiante di circa 1.100
mq, completamente recintato, con un solo cancello di ingresso: sua
caratteristica principale è la presenza di pregiate specie di natura
tropicale che nascondono e privilegiano la facciata creando gradevoli
effetti prospettici.

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Vieni da Noi: Campania

  • 1. Via Ferrovia, 5 83025 Montoro Inferiore (AV) Tel. 0825.503583 Fax. 39055-85632 www.ipssarav.it Elaborato prodotto dalla classe 3°A Indirizzo: Accoglienza Turistica Anno Scolastico: 2012/2013 Docente: Prof.ssa Eugenia Citro
  • 2. Viaggio alla scoperta del nostro ambiente Avellino Montoro Inferiore Montoro Superiore Solofra Mercato San Severino.
  • 3. Avellino è una città moderna che conserva ancora un piccolo nucleo medievale, si trova in Campania nella verde conca di Irpinia.
  • 4. E’ nato nella seconda metà del XIX secolo, a seguito della donazione, della collezione di antichità dell’avvocato Giuseppe Zigarelli al Comune di Avellino. Il Museo offre una varia e vasta documentazione sulle fasi di insediamento che il territorio avellinese vide dalla età preistorica fino alla tarda età romana. La struttura sorge nel sito un tempo occupato dall’Orto Botanico di età borbonica, come ancora oggi testimoniato dal ricco giardino annesso. Occupa una superficie complessiva di circa 2000 mq e sorge in struttura multifunzionale, ove risiedono la Biblioteca Provinciale, Mediateca Provinciale e Centro Rete.
  • 5. Esso si affaccia sulla piazza omonima, è dedicato all’Assunta ed è considerato l’edificio religioso più importante della città. Presenta una facciata elegante in stile neoclassico, creata in marmo bianco e grigio, alabastro e basalto, proveniente dalla cava di Gesualdo.  L’interno è a croce latina e presenta tre navate, con dieci cappelle laterali dalla svelta forma architettonica, che contengono statue e dipinti di pregevole fattura.  Sotto il Duomo c’è la piccola chiesa di Santa Maria dei Sette Dolori con affreschi di fine Settecento. Accanto ad essa è stato recentemente allestito un piccolo Museo del Duomo, con opere recuperate dopo il terremoto del 1980.
  • 6. La storia del Teatro di Avellino comincia nel primo decennio dell’ 800 per volontà dell’intendente del Principato Ultra, Giacomo Mazas, intenzionato a regalare al “giovane” capoluogo di provincia un luogo di crescita sociale e culturale. Avellino ha atteso quasi un secolo per la riappropriazione del Suo Teatro cittadino. La struttura è stata inaugurata dal Presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi. Il complesso teatrale, per la sua posizione strategica gode della massima fruibilità sia come luogo di spettacoli che come centro di convegni. All’interno del Teatro la sala principale è a forma circolare in ricordo del teatro all’italiana.
  • 7. La Torre dell’Orologio, simbolo di Avellino, è un monumento in stile barocco che sovrasta la Piazza Amendola. E’ alta circa 36 metri e presenta un basamento a bugne riquadre. In origine presentava due piani, con quello più elevato aperto. Successivamente, venne aggiunto un terzo livello dotato di un orologio a campane e della “diana” che suonava a martello in caso di pericolo. L’origine della struttura è incerta, stando alla tradizione la Torre sarebbe stata edificata su una preesistente rocca delle antiche mura di Avellino. Invece, recentemente, si è ritenuto che la sua realizzazione avvenne nel XVII secolo. Data la sua altezza e la sua collocazione, la Torre dell’Orologio sovrasta gli edifici circostanti e la sua sommità è visibile da lontano, persino dalla fine del Corso Vittorio Emanuele II. Dopo aver visitato i vari elementi storici non si può non fare una piacevole passeggiata per i vari negozi presenti lungo il favoloso Corso, che durante il periodo natalizio offre un’atmosfera unica e suggestiva.
  • 8. Montoro Inferiore è un comune italiano della provincia di Avellino in Campania. Confina con i comuni di Bracigliano, Contrada, Mercato San Severino, Montoro Superiore ed è a pochi chilometri da Solofra. Il comune è formato da ben 8 frazioni: Piano, Preturo, Borgo, Piazza di Pandola, Figlioli, San Felice, San Bartolomeo e Misciano.
  • 9. Nei pressi di Borgo, si trova il Santuario di San Pantaleone. Esso sorge nelle vicinanze del Castello Longobardo che risale al 1282. La struttura, in buone condizioni grazie al recente restauro, presenta una facciata semplice con l’entrata a colonne. Caratteristica peculiare del santuario è l’imponente torre campanaria separata dalla chiesa.
  • 10. La Grotta dell’Angelo o Grotta di San Michele, si trova a Preturo su una collina tra il Monte Romola ed il Monte Bufoni. Accanto alla Grotta c’è un piccolo eremo dove vivevano i monaci; lungo la stradina che conduce dall’eremo alla grotta si possono ammirare le ceramiche raffiguranti le 15 stazioni della Via Crucis. La Grotta è una cavità naturale creata dall’erosione della roccia come dimostrano le numerose stalattiti e stalagmiti. Essa è composta da due antri: il primo, il più grande dei due, ha un altare di marmo e la statua di San Michele che sconfigge Lucifero; il secondo è ricco di concrezioni. La Grotta è meta di pellegrinaggi in occasione delle feste di San Michele Arcangelo a Maggio e a Settembre, ma soprattutto il Lunedì in Albis.
  • 11. La devozione a San Michele si confonde con le credenze popolari secondo le quali il fedele deve andare in pellegrinaggio alla Grotta almeno una volta ( altrimenti ci andrà il suo spirito dopo la morte) e deve percorrere tre volte la Grotta per essere tutelato contro le malattie viscerali e i problemi del parto.
  • 12. Montoro Superiore è un comune italiano della provincia di Avellino in Campania. Confina con i comuni di Solofra, Calvanico, Contrada, Fisciano e Montoro Inferiore. La frazione capoluogo è Torchiati. Le altre frazioni sono: Aterrana, Banzano, Caliano, Chiusa, San Pietro, Sant’Eustachio.
  • 13. In posizione elevata rispetto a Torchiati, a dominio della valle sottostante, si trova l’antico e celebre Santuario dell’Incoronata. Non si sa quando l’edificio venne eretto, presumibilmente in epoca longobarda, anche se è certa la sua esistenza prima della seconda metà dell’ VIII secolo, al tempo del Principato Beneventano di Arechi II, il quale fondò l’Abbazia dei Santi Pietro in Salerno, di cui l’attuale Santuario dell’Incoronata fungeva da Grancia, cioè dipendenza. Nel 1309, veniva definita “S. Maria de Coronato” e rurale da un documento conservato presso gli Archivi Vaticani. Il Santuario è formato dalla chiesa e da un conventino ultimamente riqualificato ed ampliato, mentre poco distante, davanti l’arco con il cancello dell’ingresso principale, si trova una vasta foresteria, dove i pellegrini possono pernottare e ristorarsi.
  • 14. Il Santuario è meta dei pellegrini in particolare il martedì in Albis e la domenica di Pentecoste, per la benedizione dei buoi, dei cavalli e degli altri animali. A tal proposito tutti i locali antistante la chiesa fino a qualche decina di anni fa, erano vere e proprie stalle che accoglievano gli animali.
  • 15. Solofra è una cittadina in provincia di Avellino. Nonostante sia conosciuta per l’attività conciaria, presenta vari paesaggi e risorse naturali. Il Pizzo di San Michele è il punto più alto di Solofra, da cui si può ammirare un meraviglioso panorama che comprende le città confinanti. Questo paese è caratterizzato dalla presenza di varie chiese e monumenti, costruite nel corso degli anni. La Collegiata di San Michele Arcangelo rappresenta uno degli edifici principali della cittadina. Al suo interno sono presenti i dipinti di Francesco Guarini, seguace del Caravaggio. In questa sede viene celebrata ogni anno la festa patronale dedicata a San Michele Arcangelo. Altri monumenti storici sono: Il palazzo Ducale edificato nel tardo Cinquecento dalla famiglia Orsini, La Fontana dei Quattro Leoni situata dinanzi la Collegiata realizzata nel XVIII e il Castello di Solofra situato su una collinetta ai piedi del monte Pergola S. Marco, che fece parte di un importante complesso difensivo, e attualmente sono rimasti pochi ruderi.
  • 16. Solofra è una città industrializzata, presenta su una parte del territorio varie industrie conciarie che si occupano della lavorazione delle pelli. Diverse sono le confezioni dove vengono venduti capi fatti in pelle come borse, cinture, scarpe e soprattutto giubbini. Sono molte le ricorrenze che si susseguono a Solofra durante l’anno, come: “A carcara e Sant'Antuono”; Via Crucis per le vie del Paese con rappresentazione; Festa di San Michele; ”Cortinart”, “Festival di Artisti di strada”; ”Playground Zone” manifestazione di sport, cultura e spettacolo; festa di Sant'Antonio e Festa della Madonna dell'Assunta, sul santuario della Castelluccia, accompagnato dalla celebrazione della messa e canti popolari.
  • 17. Collegiata di San Michele Chiesa di Sant’Antonio Palazzo Orsini Castello
  • 18. Solofra offre, inoltre, varie tradizioni culinarie come: Gnocchi di farina e acqua, Baccalà arraganato, Zuppa di soffritto, Mallone, Pezzentella, Capusciello, Sciurille e cucuczzielli, Friarielli, Lasagne imbottite, Pasta fritta, Pizza figliata, Riso e cotenna, Spullecarielli e sfogliata rustica, tutti ottimi da gustare!
  • 19. Il nome del comune si scinde in due termini: “Mercato” e “S. Severino”. Originariamente Mercato identifica il nome dell’attuale capoluogo e di uno dei quattro quartieri in cui si divideva l’antico “stato” di S. Severino. Il termine, nella versione “forum” (=mercato), compare per la prima volta in un atto notarile del novembre 1303, ma è probabile l’esistenza già in epoca longobarda. La designazione Mercato resiste fino ai primi anni dell’Unità Nazionale. Nella seduta del 21 maggio 1864 il consiglio comunale delibera il cambiamento del nome del comune da “Mercato” in “Mercato Sanseverino”. La richiesta è trasmessa al prefetto del Principato Citeriore in data 12 luglio dello stesso anno. Il 23 ottobre 1864 è emesso il decreto reale di autorizzazione, ma con la dizione errata di “Mercato San Severino”. Inutili sono i successivi tentativi dell’Amministrazione comunale di ripristinare il termine corretto “Sanseverino”, prescelto in omaggio alla potente famiglia che nel locale castello aveva fondato l’originaria dimora.
  • 20. Nota col nome di S. Maria Fori Sanseverini agli inizi del 1300, la Chiesa di Santa Maria delle Grazie fu così denominata solo successivamente nel 1591. L'edificio attuale, sito nei pressi di Corso A. Diaz, non corrisponde alla originaria struttura, che sorgeva poco distante: si tratta di una semplice costruzione a forma rettangolare a croce latina appena accennata per l'ampliamento avvenuto nel 1890. Pregevole è il portale antico.
  • 21. Degno di nota è il Convento di Sant'Antonio, fondato con bolla di Innocenzo VI il 6 agosto 1358. Il convento intitolato a S. Francesco e la chiesa annessa alla SS. Annunziata mutarono denominazione nel 1760, quando furono dedicati a S. Antonio di Padova. La Chiesa si presenta con una sola ampia navata con due cappelle laterali: all'epoca della fondazione, chiesa e convento, furono costruiti in stile gotico e a tre navate; successivamente, in seguito ai gravi danni inferti da una violenta alluvione che colpì la zona nella prima metà del secolo XVIII, quelle laterali furono abolite. L'originario stile gotico della fondazione può oggi rilevarsi negli archi acuti, che affiorano al disopra del soffitto, all'esterno nella struttura dell'abside e della cappella della Madonna di Pompei, e negli archi acuti delle campate, nelle crociere archiacute del chiostro e nelle finestre del campanile. La chiesa, benchè, si presenti oggi con la sfarzosa decorazione e gli stucchi del Settecento, è una delle maggiori opere gotiche della provincia.
  • 22. Il complesso monumentale del castello medievale di Mercato S. Severino costituisce uno dei più notevoli episodi di architettura militare dell'Italia meridionale (è il secondo per estensione in quest' ambito geografico) essendo composto da un primo nucleo di fondazione longobarda, un secondo normanno ed un terzo svevo - angioino – aragonese. L'interesse storico ambientale è reso evidente dalle rovine superstiti dei suoi ambienti e delle sue tre cinte Fortificate. Le strutture murarie del castello, in parte in buone condizioni, configurano attualmente tutta l'estensione originaria che raggiunge circa i 350 x 450 metri. Il castello è stato sede e strumento, della più importante famiglia del Regno, i Sanseverino , dopo gli Aragona , che traevano la loro origine dagli Angerio normanni. Fu abbandonato a causa della partecipazione dell'ultimo San Severino alla congiura dei Baroni contro Ferrante. Recenti scavi condotti dal Centro per Archeologia medievale dell'Università degli Studi di Salerno hanno rivelato una stratigrafia complessa che ha messo in luce resti di officine metallurgiche, sistemi per l'uso di macchine da difesa, come catapulte e mangani, e materiali d'uso quotidiano, come ceramiche, monete, ecc., che potrebbero essere ben utilizzati sia per la creazione di un museo che di laboratori per la ricerca scientifica.
  • 23. Il Municipio di Mercato S. Severino sorge su Piazza Ettore Imperio, alle pendici delle collina del castello longobardo. In origine l'edificio costituiva con l'attigua chiesa, un unico complesso monastico sede dell'ordine dei Domenicani con il titolo di San Giovanni in Palco. A seguito del recente intervento di restauro e adeguamento funzionale l'amministrazione comunale, che gestisce l'edificio dall'inizio del secolo scorso, occuperà nuova-mente la sua storica sede, ritornata all'antico splendore dopo i gravi danni subiti dal sisma, del 1980. L'area su cui insiste il complesso, un tempo ricadente fuori le mura, è rimasta a lungo isolata dal rimanente aggregato urbano cui, solo recentemente, è stata inglobata. A parte la presenza di qualche masseria isolata annessa ai terreni coltivati, la zona era completamente inurbanizzata e si distingueva per le grandi macchie di verde. Le maggiori trasformazioni urbanistiche si ebbero negli anni 50 con gli interventi di edilizia popolare e scolastica che hanno definito l'attuale assetto di Piazza Ettore Imperio.
  • 24. Parco del Monumento ai caduti fu progettato da Gaetano Chiaromonte, scultore salernitano Esso sorge sulla collina della " Licinella ". All'ingresso è collocata una grande lapide marmorea con i nomi dei soldati sanseverinesi caduti nella grande guerra, ai due lati due scaloni monumentali conducono sul colle dove, su un ampio basamento, svetta un'alta colonna. Ai lati della colonna furono collocate due lapidi in pietra, che ricordavano le tappe importanti della "Nuova Italia", dal 1915 al 1939.
  • 25. Raro esempio di stile Liberty è il complesso di Villa Risi, che testimonia la tarda affermazione di questo stile nel sud d'Italia. La Villa, la cui realizzazione risale ai primi anni del 1900, costituiva la residenza padronale di un complesso industriale adiacente. Con i suoi tre prospetti, lievemente disallineati rispetto al fronte stradale, e con l'ampio giardino domina la piazza antistante la stazione ferroviaria: il fabbricato si apre, sul fronte principale, con un ampio porticato sovrastato da un loggiato con due torri laterali. Il giardino, antistante il fabbricato, si sviluppa su un suolo pianeggiante di circa 1.100 mq, completamente recintato, con un solo cancello di ingresso: sua caratteristica principale è la presenza di pregiate specie di natura tropicale che nascondono e privilegiano la facciata creando gradevoli effetti prospettici.