1. Metitieri F.
"In un'Internet che è diventata mainstream, di massa, trovare ciò di cui si ha bisogno è sempre
più difficile, ma è ancor più difficile valutare ciò che si è trovato. I processi di disintermediazione
indotti da Internet tendono a eliminare i giornalisti, i bibliotecari, le testate e gli editori, almeno
così come erano stati intesi finora, mentre moltissimi degli aspiranti nuovi autori on line
preferiscono restare anonimi e nascondersi dientro un nickname, un soprannome, reclamando a
gra voce il diritto di essere valutati non in base ai loro titoli accademici o professionali - di solito
inesistenti - ma soltanto per ciò che scrivono. In questo scenario, privo di marchi e di punti di
riferimento, ci si aspetterebbe che da un lato fosse in atto un'estesa attività di formazione, per
insegnare ai navigatori, soprattutto a quelli nuovi e meno smaliziati, come valutare le risorse on
line, e che dall'altro lato si stesse discutendo molto animatamente, a tutti i livelli, di come
riorganizzare l'informazione on line. Invece no, non si vede nulla di tutto questo".
Internet oggi è un vero e proprio mondo, seppur virtuale,in cui è possibile trovare in breve
tempo tutto ciò di cui si ha bisogno.
Oggi sono davvero poche le persone che non sono in possesso di un computer personale che,
in molti casi, ci permette anche di lavorare, ma molto spesso questo è usato soprattutto come mezzo
per socializzare e restare sempre in contatto con il resto del mondo.
Oggi infatti i confini raggiunti grazie ad Internet si sono ampliati ed è realmente possibile
essere in contatto con diverse persone in diversi parti del mondo.
Ma non solo: lo spazio virtuale, il cosiddetto web, può essere usato per pubblicare annunci
di lavoro, sfoghi personali o progetti ritenuti interessanti dando anche la possibilità di restare
nell’anonimato.
Certo, Internet visto da quest’ottica è una grande risorsa che,a differenza di un tempo, ci
agevola e ci permette di fare tanto.
Come in tutte le cose purtroppo c’è sempre un rovescio della medaglia.
Partiamo da quelli che possono essere considerati, per così dire, i rischi meno gravosi;
parliamo della dipendenza che Internet può causare, della stanchezza, delle modificazioni al nostro
tenore di vita e del conseguente abbandono verso altre forme di intrattenimento (tv-radio ).
A questi si aggiungono rischi ancora più elevati, ossia quelli legati alla pedofilia, alla
pornografia, apologia del razzismo e della violenza.
2. Queste sono solo alcune delle aberrazioni a portata di click.
Si discute molto al riguardo, soprattutto per proteggere i giovani da tutto questo, ma oggi
nessuna soluzione ha dimostrato particolare efficacia.
Dal momento che l’incontrollabilità è la principale caratteristica del web, la prima soluzione,
e forse la più naturale da adottare, è una giusta educazione che in primis parte dalla famiglia.
Così come ci viene insegnato a mangiare, a camminare, ad attraversare la strada, bisogna
creare consapevolezza su quello che Internet ha di buono da offrirci ma anche dei rischi a cui esso
ci espone.
Grazie ad un uso appropriato e corretto di Internet, e parliamo di uso e non di abuso, Internet
può essere perciò inquadrato come lo strumento che più di tutti ci permette la maggiore libertà di
espressione.
Dunque, la nostra, è l’era della multimedialità, che ci consente di sfruttare
contemporaneamente più media i quali interagiscono tra loro. Come dice il sociologo Marshall
McLuhan “ Noi viviamo in un villaggio globale: una comunità sempre più interdipendente e
senza frontiere nella quale ciascuno può essere in tempo reale testimone e partecipe di ciò che
accade a migliaia di miglia di distanza.
Noi non ci limitiamo più a vedere e a sapere ma possiamo comunicare a nostra volta con
chiunque, in qualunque angolo della terra si trovi, siamo quindi telepoliti, cioè cittadini di
un’unica città a distanza”.