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AUTOSTIMA

Ho deciso di non mangiare più. Una storia di anoressia
    Autore Justine; Cuny Marie-Thérèse
Una ciotola per dosare il cibo da concedersi in una giornata:
grande al massimo per una fetta di prosciutto, tre fagiolini e uno
yogurt. E se il contenuto superava il bordo del recipiente, era una
catastrofe. Un cucchiaino per mangiare tutto più lentamente e non
finire prima dei genitori: restare a guardarli mentre continuavano a
cenare sarebbe stata una tortura per lei, in perenne lotta contro la
fame. E poi, le pietanze tagliate in pezzi minuscoli, da
sparpagliare e appiattire bene sul piatto, in modo da far sembrare
più abbondante quel poco che mandava giù. Tattiche, manie e
inganni con cui Justine ha cercato per mesi di nascondere una
verità evidente: l'anoressia, che nel giro di tre anni l'ha portata dai
76 ai 40 chili. E a un passo dalla morte. Un tunnel nel quale è
caduta per sfidare gli sguardi impietosi e le battute sulla sua taglia
forte. Un male che ha attecchito sulla base di piccole ossessioni e
insicurezze, normali incomprensioni familiari, e sul desiderio di
ribellarsi al ruolo di figlia e studentessa modello. Sui disagi,
insomma, di un'adolescente come tante. Justine ha raccontato in
un blog le tappe del calvario che ha segnato la sua vita dai 14 ai 17
anni: anoressia, bulimia, dall'illusione di onnipotenza sul proprio
corpo al crollo fisico e psicologico, che l'ha costretta al ricovero e
all'interruzione degli studi. E il suo diario sul web ha attirato
l'attenzione di migliaia di persone, soprattutto giovani, diventando
un vero e proprio caso in Francia.


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Autostima e anoressia

  • 1. AUTOSTIMA Ho deciso di non mangiare più. Una storia di anoressia Autore Justine; Cuny Marie-Thérèse Una ciotola per dosare il cibo da concedersi in una giornata: grande al massimo per una fetta di prosciutto, tre fagiolini e uno yogurt. E se il contenuto superava il bordo del recipiente, era una catastrofe. Un cucchiaino per mangiare tutto più lentamente e non finire prima dei genitori: restare a guardarli mentre continuavano a cenare sarebbe stata una tortura per lei, in perenne lotta contro la fame. E poi, le pietanze tagliate in pezzi minuscoli, da sparpagliare e appiattire bene sul piatto, in modo da far sembrare più abbondante quel poco che mandava giù. Tattiche, manie e inganni con cui Justine ha cercato per mesi di nascondere una verità evidente: l'anoressia, che nel giro di tre anni l'ha portata dai 76 ai 40 chili. E a un passo dalla morte. Un tunnel nel quale è caduta per sfidare gli sguardi impietosi e le battute sulla sua taglia forte. Un male che ha attecchito sulla base di piccole ossessioni e insicurezze, normali incomprensioni familiari, e sul desiderio di ribellarsi al ruolo di figlia e studentessa modello. Sui disagi, insomma, di un'adolescente come tante. Justine ha raccontato in un blog le tappe del calvario che ha segnato la sua vita dai 14 ai 17 anni: anoressia, bulimia, dall'illusione di onnipotenza sul proprio corpo al crollo fisico e psicologico, che l'ha costretta al ricovero e all'interruzione degli studi. E il suo diario sul web ha attirato l'attenzione di migliaia di persone, soprattutto giovani, diventando un vero e proprio caso in Francia. .