Relazione al convegno Ferpi (Federazione delle Relazioni Pubbliche) "Comunicare la ricostruzione", L'Aquila 2-3 marzo 2012.
Grazie a Ferpi e a Massimo Alesii.
5. “User generated content”
Quale relazione fra media
tradizionali e new media?
Se le culture professionali
dell'informazione e della diplomazia
pretendessero di entrare in
competizione con il “giornalismo
partecipativo” prodotto dai cittadini
attraverso i social media o con quella
diffusa “diplomazia 2.0” dei blogger e
degli utenti dei social network,
sarebbero come un elefante in un
giardino di infanzia che pretendesse di
sedersi sulle seggioline dei bambini...
(v. Augusto Valeriani: “Twitter Factor”,
2011 Laterza)
6. Dall'indomani del terremoto i
blog aquilani (già esistenti o
nati per l'occasione) raccontano
le storie di una comunità
disgregata e confrontano le
notizie dei media con le
testimonianze “da dentro”.
Escono numerosi libri di
narrativa e poesia sulla città e
sul terremoto.
Cos'è questo bisogno di
raccontare?
7. Cura di un sé
individuale Cura di un sé
collettivo
8. “
Credo sia il bisogno di un popolo di
narrare un disastro naturale e dopo il
disastro naturale il disastro sociale e
politico che ne deriva. (...) Per me, fin
dall’inizio, (...) trovare immagini,
ricordi di un passato che sentivo non
avremmo mai più rivisto, e di un
presente doloroso, partire dalle
persone che mi stavano vicino per
creare dei personaggi curativi, dare
voce alle cose che stavano succedendo,
far identificare le persone in
personaggi che la facessero sentire un
po’ speciali, come i protagonisti di un
film, ha significato “esserci”
raccontando.
Luisa Nardecchia
10. “
Superato da pochi giorni l’Esame di Stato per la
professione di ingegnere civile, un paio di giorni
dopo il sisma, ero volontariamente assieme ad altre
decine e decine di colleghi, al centro di
coordinamento dei soccorsi per i Comuni di Majano,
Buia e Osoppo. Casco, mascherina, guanti, iniezione
antitetanica: furono i primi armamentari di lavoro
(non esistevano i computer portatili, né i telefoni
cellulari, al massimo della fortuna si poteva sperare
in un walkie-talkie). E il primo incarico che mi fu dato
consisteva nel dirigere il lavoro della ruspa che
apriva la strada di Susans, eliminando tegole e pezzi
di muri pericolanti.
(Adriano Di Barba, 17 luglio 2009)
11. “
Ieri mi ha telefonato l'impiegata di una società di recupero crediti,
per conto di Sky. Mi dice che risulto morosa dal mese di settembre
del 2009. Mi chiede come mai. Le dico che dal 4 aprile dello scorso
anno ho lasciato la mia casa e non vi ho più fatto ritorno. Causa
terremoto. Il decoder sky giace schiacciato sotto il peso di una parete
crollata. Ammutolisce. Quindi si scusa e mi dice che farà presente
quanto le ho detto a chi di dovere. Poi, premurosa, mi chiede se ora,
dopo un anno, è tutto a posto. Mi dice di amare la mia città, ha avuto
la fortuna di visitarla un paio di anni fa. Ne è rimasta affascinata.
Ricorda in particolare una scalinata in selci che scendeva dal Duomo
verso la basilica di Collemaggio. E mi sale il groppo alla gola. Le dico
che abitavo proprio lì. Lei ammutolisce di nuovo. Poi mi invita a
raccontarle cosa è la mia città oggi.
(Anna P. Colasacco, 19 maggio 2010)
12. L'Aquila e Internet si sono “capite”...
La rete è la dimensione della parola
nomade, senza territorio. L’esperienza
di deterritorializzazione seguita al
terremoto – i sette mesi di tenda, il
lungo sfollamento, l’esodo biblico di
decine di migliaia senza casa nel resto
della regione e del paese, il rientro
nella città irriconoscibile delle
diciannove new town – ha trovato
modo di raccontarsi attraverso i mezzi
di fortuna accessibili dalle roulotte,
dagli hotspot volanti, dagli internet
cafe.
13. ...e poi L'Aquila è una città ipertestuale,
ibrida per nascita e per storia.
14. La storia all'indicativo e
le storie al congiuntivo:
un passato da condividere,
un presente da affermare,
un futuro da immaginare
15. L'esperienza dei blog aquilani fa giustizia
di alcuni tenaci luoghi comuni circa il web:
1) Il cosiddetto “popolo
della rete”
2) “La rete uccide il senso
di prossimità fra le
persone”
3) “L'informazione on
line è inattendibile e
non controllata”