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Cohousing. Programmi e progetti per la riqualificazione del patrimonio esistente Roma, 24 ottobre 2014 
EXTREME COHOUSING PROGRAM 
PROGRAMMA ESTREMO DI COHOUSING 
DARO', Mattia 
e-mail: mattia.daro@gmail.com, web: http://matdaro.wordpress.com 
KEYWORDS: extreme-program, shared living, typology, hotel 
ABSTRACT 
The theme of the hotels often prevails for its temporary nature. 
The point of view of the shared living appears to be a constriction more than an 
opportunity, often regarded as the consequence of a functional and rigid program. 
Hardly it has been tried to study the hotel program to transform it in a typological housing 
model. 
Why? 
Extreme rationalization of the program? Poor attention to the models considered only for 
tourism? 
Yet more and more contemporary forms of living (small families, temporary residents, 
people who work away from the family) continue to change and to ask accommodations 
reduced in size and services with a high degree of sharing and interaction among residents. 
According to this aspect, the typology of the hotel (some communal areas which then 
become common pathways that lead to micro cell living spaces) seems to become the 
reference model, rather than the typical residential typology, in order to meet these new 
needs of contemporary housing (common spaces/services, small private accommodation, a 
new mixité between private units and common area). 
In this regard, see some of the historical architectural references such as hotels or 
suburban hospices and dormitories of charitable institutions in Europe (I.Sabbatini, 
Alberghi suburbani, Rome; Le Corbusier, Cité de Refuge, Paris), as well as some models of 
the first worldwide hotels provided with multiservices (convention center, wellness 
centre/gym, multifunction rooms, shopping or business areas) in New York (Downtown 
Athletic Club, Waldorf Astoria), or some visionaries unbuilt projects of “worldbuilding” 
(O.M.Ungers, Berlin Hotel; R.Kollhaas/OMA, Agadir Convention Centre; H.Kollhoff, 
Atlanpole) to the extreme Japanese capsule hotels (K.Kurokawa, Capsule Inn, Osaka), 
where the traveler program is physically translated into a minimum program for the need 
of sleep and freshen up. 
DARO', Mattia
Cohousing. Programmi e progetti per la riqualificazione del patrimonio esistente Roma, 24 ottobre 2014 
1. INTRODUZIONE 
Questo testo si propone come un'analisi metodologica delle tendenze progettuali definite 
dal rapporto dialettico tra spazi privati e spazi comuni, teso alla definizione di un modus 
operandi per la progettazione di nuove tipologie di cohousing nell'architettura 
contemporanea. Lo studio è stato possibile grazie all'attività didattica svolta nei laboratori 
del corso “Laboratorio di progettazione architettonica e urbana 6”, nel periodo tra il 2011 
e il 2014 presso la Facoltà di Architettura di Roma Tre, dove il tema del corso prevedeva il 
progetto di un edificio per residenze sperimentali destinate al cohousing. 
L'applicazione al tema ha evidenziato il tema compositivo tra spazi privati e spazi comuni 
come elemento fondante del rapporto morfo-tipologico delle residenze, dove le cellule 
residenziali sono l'anima strutturale su cui sono compenetrati in modo libero gli spazi 
comuni. Nella prima parte del testo si è costruito un “glossario” che propone una 
ridefinizione dei termini che definiscono nuove tipologie dell'abitare, partendo da alcuni 
esempi molto noti nella storia dell'architettura moderna e contemporanea, come episodi-modello 
del rapporto compositivo indagato e citando la tipologia dell'albergo come chiave 
interpretativa della progettazione di un edificio destinato al cohousing, nell'ultima parte 
del testo si arriva a proporre uno scenario meta-progettuale come punto di partenza di una 
ricerca in fieri. 
2. ELEMENTI COMPOSITIVI, ESEMPI 
Dilatazione dello spazio comune - Immeuble Villa (Le Corbusier, 1922): lo spazio comune 
diventa quello primario all'interno dell'alloggio. Negazione del modello ottocentesco della 
serie di camere distinte. Camere e servizi sono estremamente razionalizzati per lasciare 
spazio a un grande soggiorno open space e a un terrazzo/giardino. 
Grattacielo orizzontale – Der Wolkenbügel (El Lissitzky, 1924): antitesi del grattacielo 
americano in chiave socialista che ribalta il concetto e inventa il grattacielo orizzontale. 
Soluzione formale per un manifesto ideologico: no “verticalismo” ma “orizzontalismo”. 
Megaterrazzamenti - Petersschule (Hannes Meyer, 1926): tutta l'attività scolastica è 
portata ai piani sopra il livello terra così come gli spazi aperti che sono localizzati su delle 
terrazze appese all'edificio come un corpo estraneo. 
Passerelle volanti - Van Nelle Factory (Brinkman, L.C.Van der Vlugt, M.Stam - direzione dei 
lavori, 1929): estetica degli elementi di circolazione dichiaratamente in vista; modello 
dell'idealizzazione dell'edificio-macchina e dei flussi formalizzati. 
All'aria aperta - Open air school (Jan Duiker, 1930): un quarto di questo edificio è un'aula 
all'aperto, dove svolgere attività didattiche nei periodi dell'anno favorevoli, scelta 
caratterizzante sia l'estetica che la struttura dell'edificio. 
Streets in the air - Golden Lane (A.P.Smithson, 1952): I connettivi diventano delle streets 
in the air, fusione dello spazio comune con il connettivo. Grandi terrazze/ballatoi (deck) 
che, oltre a far accedere alle case, diventano spazi comuni e di incontro con aree e spazi 
di pertinenza di tutti i condomini. 
Servito/servente - Esherick House (L.Kahn, 1961): progetto/manifesto del rapporto 
compositivo spazi serventi/spazi serviti. La composizione della casa è, in modo ortodosso, 
definita dagli spazi serventi, come la scala, i servizi e il disegno della facciata e 
contrapposta figurativamente e formalmente agli spazi “liberi”, soggiorno e camere da 
letto. 
Casa anulare - Casa Mendes da Rocha (P.Mendes da Rocha, 1967): un nucleo centrale 
avvolto da spazi aperti e comuni. La radicalizzazione della soluzione strutturale permette 
di avere un grande spazio soggiorno e un grande spazio comune di servizio alle camere 
liberi sulle due facciate in una sorta di “casa anulare”. 
L'esterno struttura l'interno - Can Lis, Mallorca (Jørn Utzon, 1971): lo spazio esterno 
struttura il disegno della casa. Questa casa del mare, costruita per se stesso e la sua 
famiglia dall'architetto danese, permea le necessità di programma (soggiorni, camere, 
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Cohousing. Programmi e progetti per la riqualificazione del patrimonio esistente Roma, 24 ottobre 2014 
servizi) con l'idea di collegarli anche con gli spazi esterni costruendo un paesaggio 
architettonico. 
Facciate libere, doppio ballatoio - Gifu Kitagata aparment building (K.Sejima SANAA, 
1998): spazi comuni e distributivi circondano le stanze degli appartamenti. Un ballatoio di 
distribuzione condominiale che ogni tanto diventa uno spazio che attraversa tutto il corpo 
fabbrica e un ballatoio interno alla casa che serve i diversi ambienti permettono la doppia 
facciata libera. 
Esterno e interno senza soluzione di continuità - Casa en el litoral de Alentejo (Aires 
Mateus, 2000): spazio esterno e interno si intrecciano senza soluzione di continuità intorno 
a dei “muri” che definiscono gli spazi e contengono impianti e tecnologie per i servizi. 
Da sinistra: piante dei due livelli di un alloggio dell'Immeuble Villa, Le Corbusier, 1922; pianta dei 
due livelli di Casa Esherick, Louis Kahn, 1961; pianta di Casa en el litoral de Alentejo, Aires Mateus, 
2000. 
3. L'ALBERGO, MODELLO TIPOLOGICO 
Gli alberghi suburbani (I.Sabbatini, Alberghi suburbani, Roma; Le Corbusier, Cité de 
Refuge, Parigi): negli anni '20 e '30 in alcune città videro la luce gli alberghi suburbani che 
ospitavano uomini o anche famiglie in cerca di fortuna con necessità di un alloggio 
provvisorio. Basati sul modello degli ospizi o degli istituti di beneficenza, essi combinavano 
gli spazi dormitorio (in camerate o anche micro alloggi) a spazi di lavoro comune, 
biblioteca, spazi ristoro, lavatoi, servizi e spazi comuni. 
I Grand Hotel (Downtown Athletic Club, Walford Astoria, New York): sempre nei primi anni 
del XX secolo, negli U.S.A. sono sempre più diffusi i modelli di alberghi multifunzioni dove 
la funzione dell'ospitalità si combina con una serie di servizi in più per il visitatore: dalle 
palestre, piscine, sale ricevimenti etc a una sorta di proseguimento della città all'interno 
dell'edificio/albergo con boutique, sale congressi, spazi lavoro etc. Nasce il modello del 
Grand Hotel. 
Edifici-mondo (O.M.Ungers, Berlin Hotel; R.Kollhaas/OMA, Agadir Convention Centre; 
H.Kollhoff, Atlanpole): l'idea dell'edificio-mondo è un tema fortemente indagato a cavallo 
tra gli anni '70 e gli anni '90 con alcuni progetti non realizzati ma di grande efficacia 
compositiva in cui l'idea dell'albergo diviene come una vera e propria proposta di un 
macchina-città all'interno di un singolo edificio. Seguendo dunque una contrapposizione 
dialettica tra privato e comune, la composizione dell'edificio-mondo evidenzia l'efficace 
contrasto tra le celle private (alloggi, camere etc) e gli spazi comuni dilatati (sale 
convegni, piscine o palestre, servizi comuni etc) . 
Razionalizzazione estrema (K.Kurokawa, Capsule Inn, Osaka): ma il futuro è sempre più 
verso l'estrema razionalizzazione degli spazi, come nel caso delle vere e proprie cellule dei 
capsule hotel giapponesi (lunghe 2m, larghe 1m, alte 1,25m). 
L'hotel non è nulla più che un'infrastruttura della notte che offre un letto, alcuni servizi 
(bagni, deposito bagagli, piccoli ma nevralgici servizi essenziali). 
Del resto la necessità di spazi a tempo è sempre più una richiesta che prescinde 
dall'attività del turismo stessa. Già il turismo molto spesso è una necessità lavorativa ma 
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Cohousing. Programmi e progetti per la riqualificazione del patrimonio esistente Roma, 24 ottobre 2014 
oggi, come i servizi per affittare alloggi per brevi periodi (Airbnb, HouseTrip, VRBO etc), 
attraverso la diffusione dei siti web peer to peer, sono nate nuove modalità per usare i 
luoghi per un tempo molto limitato, qualche ora (per riposare, per fare una riunione 
lavoro, per incontrare persone, per gestire attività saltuarie e non ordinarie), come il caso 
di Breather o ShareDesk (attivi a New York Montreal, San Francisco, Barcellona, Londra, 
Berlino, Madrid, Seattle, Melbourne, Toronto, Washington, Sidney, Bejing..) dove è 
possibile affittare spazi a ore, consultandoli direttamente sulla app del proprio 
smartphone e cercando il luogo ideale (quartiere, tipologia dello spazio) a seconda della 
necessità. 
Da sinistra: Sezione assonometrica del nuovo Walford-Astoria, New York; sezione prospettica del 
progetto di H.Kollhoff per Atlanpole, Nantes; foto delle capsule/letti al Capsul Inn di Osaka, 
progettate da K.Kurokawa. 
4. EXTREME COHOUSING PROGRAM, SCENARIO 
Nuovo modello: Finita l'era del modello famiglia centrico, in cui, come aveva intuito Le 
Corbusier progettando l'Immeuble Villa, la casa ruotava intorno a stanze private e poi una 
grande area living dove vivere tutti assieme, la famiglia oggi si disgrega ancor di più nel 
privato e si riallarga negli spazi comuni. Cambia il concetto di famiglia e del nucleo 
familiare (abitanti singoli, madri/padri con figli, lavoratore fuori casa, lavoratore 
temporaneo, divorziati/separati, amanti, studenti fuori sede..) che tende sempre più al 
singolo individuo e alla mobilità, destrutturando l'idea della famiglia e del suo nido. Ma 
come la si mette con la necessità della socializzazione? La socializzazione nell'era di 
Facebook non può più essere risolta all'interno di casa (con grandi famiglie o con amici 
filtrati dalle famiglie), nell'idea di un nucleo autosufficiente ma neanche nell'ambito delle 
amicizie eterne. 
L'amicizia, come nei social network, si diffonde a macchia d'olio anche con chi non si 
conosce realmente. Perché uno scambio (di qualsiasi natura esso sia) è oggi molto più 
semplice di come mai era stato prima. Diciamo che oggi la teoria dei 6 gradi di separazione 
è stata demolita, forse oggi rimane 1 solo grado di separazione tra noi e chiunque (un clic 
del mouse?). 
Il living non sarà mai più privato! 
La parola inglese living per indicare lo spazio dove si vive è esemplare nella sua 
immediatezza. Ecco, come nel lavoro dove oggi si lavora sempre più spesso in open spaces, 
ambendo alla massima condivisione possibile, anche nella sfera dell'abitare il living non 
può più essere uno spazio appartenente alla sfera privata ma deve ampliare la sua 
potenzialità comunitaria. 
Non c'è soggiorno che tenga! Oggi i grandi soggiorni muoiono perché non sono abitati e, se 
lo sono, mettono sempre il proprietario in condizione di vantaggio rispetto agli altri che di 
fatto sono degli ospiti. I soggiorni contemporanei sono spazi che devono per forza di cosa 
essere di tutti coloro che li abitano, diventando gli spazi di socializzazione della comunità 
che li abita. Del resto i soggiorni delle case oggi non sono più solamente lo spazio dove 
ricevere ed incontrare le persone ma sono divenuti spazi multifunzionali, dove spesso si 
DARO', Mattia
Cohousing. Programmi e progetti per la riqualificazione del patrimonio esistente Roma, 24 ottobre 2014 
mangia, si guarda la televisione o si ascolta la musica, si legge un libro, si consulta 
internet, si studia o si lavora, si gioca, si appendono i quadri ma ci si veste anche o si fa 
sesso. 
Il soggiorno oggi è il luogo principe delle case, ma troppe funzioni deve ospitare, non basta 
più. A maggior ragione portare il soggiorno fuori dalle abitazioni risolverebbe molti 
problemi articolando e soddisfacendo in miglior modo ogni singola necessità con spazi 
comuni dedicati ad attività specifiche. 
Il privato super tecnologico e accessoriato, spazio personalizzato: così come si rende 
necessaria la dilatazione dello spazio comune, lo spazio privato tende ad essere sempre più 
specializzato e definito secondo precise esigenze. Fortemente caratterizzato da impianti e 
tecnologie lo spazio privato assume le maggiori richieste di personalizzazione. Lo spazio 
personalizzato tende ad essere a somiglianza del suo abitante e quindi fortemente 
individuale, come ad esempio la sempre maggiore necessità di bagni separati o addirittura 
della sconnessione delle sue componenti (vasca, sanitari, lavabi), impianti tecnologici 
realizzati per singole necessità specifiche, spazi lavoro disegnati su misura, guardaroba 
(più che armadi) dedicati ad esigenze molto precise del singolo abitante etc etc. 
Spazi comuni: sale hobby, depositi biciclette, reception, lavanderie, sale lavoro, piccole 
attività commerciali, depositi custoditi, spazi ricreativi, kindergarten, spazi ristoro, sale 
relax, piccole biblioteche, bar e luoghi di incontro, studi per attività artistiche, servizi 
benessere/bellezza, servizi di microcredito, aree per “la banca del tempo”, sale tv per 
gruppi d'ascolto, o addirittura delle micro camere da letto per ospiti autonome... 
Spazi fluidi/spazi statici: dopo servente/servito (Kahn) si propone fluido/statico dove con 
fluido si accorpano tutti gli spazi di connessione con gli spazi liberi (come gli spazi living, 
open spaces) mentre gli spazi statici sono quelli definiti da impianti e mobili fissi. Lo spazio 
fluido può permeare sia il progetto degli spazi privati che quelli pubblici. Ad esempio 
immaginiamo un mobile/casa che funzioni come un'infrastruttura dell'abitare, basato su 
una spina di mobili, contenenti tutti gli impianti (condizionamento caldo/freddo, acqua, 
gas, elettricità, cablaggio telefono e reti, antenne terrestri e satellitari, sanitari e vasca 
da bagno, mobile cucina, armadi, attrezzature tempo libero, contenitori di letti 
ribaltabili...) e tutto lo spazio rimanga libero intorno ad esso. 
Modello flessibile a qualsiasi contesto materiale o immateriale: tale proposta può 
prescindere dal contesto perché si presenta come un programma che tenta di interpretare 
le necessità dell'abitante della nuova modernità. 
Si può applicare come un modello teorico agli edifici nuovi, come a quelli esistenti, a 
progetti di solo design o interni, come a contratti immobiliari. Si pone come un manifesto 
ma ambisce ad essere uno strumento molto pratico. 
Estremizza la razionalizzazione delle necessità e la massimizzazione degli ideali. 
EXTREME COHOUSING PROGRAM: ipotesi progettuale di un mobile/residenza, applicabile in ambienti 
di nuova costruzione o esistenti, ri-assemblabile nelle configurazione più adatte allo spazio, unico 
elemento d'arredo contenente tutte le necessità di una residenza. 
5. CONCLUSIONI 
Lo scenario progettuale presentato si propone come un manifesto-modello, sintesi di un 
percorso di ricerca legato alle attività didattiche del “Laboratorio di progettazione 
architettonica e urbana 6” presso la Facoltà di Architettura di Roma Tre. Rappresenta 
DARO', Mattia
Cohousing. Programmi e progetti per la riqualificazione del patrimonio esistente Roma, 24 ottobre 2014 
un'ipotesi di estremizzazione e radicalizzazione della riduzione degli spazi residenziali (in 
particolare delle attrezzature) e una dilatazione degli spazi comuni. Tale scenario 
progettuale, che si propone sì come conclusione di questo testo, è in realtà anche l'incipit 
di una ricerca in evoluzione che attesta come il tema del cohousing possieda delle 
caratteristiche che, oltre a narrare di alcune nuove esigenze della società contemporanea, 
necessitino di un vero e proprio approccio compositivo specifico con una ricchezza di esiti 
formali da indagare. 
BIBLIOGRAFIA 
• Le Corbusier, Jeanneret P., 1960 (7° ed.). “Immeubeuble-Villas”. In Oeuvre 
complète 1910-1929. Zurigo: Les Editions Girsberger, pp. 40-43 
• Frampton K., 1993 (3° ed.). “La Nuova Oggettività: Germania, Olanda e Svizzera 
1923-1933”. in Storia dell'Architettura Moderna. Bologna: Zanichelli Editore, pp. 
145-159 
• Frampton K., 1993 (3° ed.). “Arte e Architettura nell'Unione Sovietica 1918-1932”. 
In Storia dell'Architettura Moderna. Bologna: Zanichelli Editore, pp. 191-204 
• Banham R., 1955. “The new brutalism”. In The Architectural Review 118 (dic. 
1955). Londra, pp. 354-361. 
• Giurgola R., 1981. “1965, Casa Esherick, Philadelphia”. In Louis I. Kahn. Bologna: 
Zanichelli pp. 21 
• Pisani D., 2013. “Casa Mendes da Rocha: il manifesto” in Paulo Mendes da Rocha. 
Tutte le opere. Milano: Mondadori Electa. pp. 87-111 
• Norberg-Schultz C., "Jørn Utzon og det oprindelige" in Martin Keiding and Kim 
Dirckinck-Holmfeld (a cura), Utzon's own houses. Copenhagen: Danish Architectural 
Press, pp. 69 et seq 
• El Croquis n.99, 2000. “Edificio de Apartamentos Gifu Kitagata”. Kazuyo Sejima + 
Ryue Nischizawa 1995-2000. Madrid: El Croquis Editorial. pp. 25-45 
• 2G n.28. “ Casa en el litoral de Alentejo”. Aires Mateus. Barcellona: Editorial 
Gustavo Gili. pp. 64-73. 
• Le Corbusier, Jeanneret P., 1960 (7° ed.). “La Cité de Refuge a Paris”. In Oeuvre 
complète 1929-1934. Zurigo: Les Editions Girsberger, pp. 97-109 
• Rossi P.O., 2003 (N.E. 2° ed.). “Alberghi per gli sfrattati alla Garbatella”. In Roma. 
Guida all'architettura moderna. Roma-Bari: Laterza. pp. 43 
• Koolhaas R., 2001. “Le vite di un isolato: il Walford-Astoria e l'Empire State 
Building”. In Delirious New York. Milano: Elemond. pp. 122-141 
• Koolhaas R., 2001. “Instabilità definitiva: il Downtown Athletic Club”. In Delirious 
New York. Milano: Elemond. pp. 142-149 
• Ungers O.M., 1982. “Progetto per l'Hotel Berlin, l'analogia della città come 
edificio”. In Owald Mathias Ungers, Architettura come tema. Milano: Electa. pp. 
68-72 
• Lucan J., 1991. “Centro congressi ad Agadir, Marocco, 1990”. In Oma. Rem 
Koolhaas. Architetture 1970-1990. Milano: Elemond. pp. 70-74 
• Cepl J., 2004. “Progetto di concorso per Atlanpole”. In Hans Kollhoff. Milano: 
Mondadori Electa pp. 122-127 
• Kurokawa K., 1992. Kisho Kurokawa, form metabolism to symbiosis. Londra: 
Academy editions. 
DARO', Mattia

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extreme cohousing program by mattia darò

  • 1. Cohousing. Programmi e progetti per la riqualificazione del patrimonio esistente Roma, 24 ottobre 2014 EXTREME COHOUSING PROGRAM PROGRAMMA ESTREMO DI COHOUSING DARO', Mattia e-mail: mattia.daro@gmail.com, web: http://matdaro.wordpress.com KEYWORDS: extreme-program, shared living, typology, hotel ABSTRACT The theme of the hotels often prevails for its temporary nature. The point of view of the shared living appears to be a constriction more than an opportunity, often regarded as the consequence of a functional and rigid program. Hardly it has been tried to study the hotel program to transform it in a typological housing model. Why? Extreme rationalization of the program? Poor attention to the models considered only for tourism? Yet more and more contemporary forms of living (small families, temporary residents, people who work away from the family) continue to change and to ask accommodations reduced in size and services with a high degree of sharing and interaction among residents. According to this aspect, the typology of the hotel (some communal areas which then become common pathways that lead to micro cell living spaces) seems to become the reference model, rather than the typical residential typology, in order to meet these new needs of contemporary housing (common spaces/services, small private accommodation, a new mixité between private units and common area). In this regard, see some of the historical architectural references such as hotels or suburban hospices and dormitories of charitable institutions in Europe (I.Sabbatini, Alberghi suburbani, Rome; Le Corbusier, Cité de Refuge, Paris), as well as some models of the first worldwide hotels provided with multiservices (convention center, wellness centre/gym, multifunction rooms, shopping or business areas) in New York (Downtown Athletic Club, Waldorf Astoria), or some visionaries unbuilt projects of “worldbuilding” (O.M.Ungers, Berlin Hotel; R.Kollhaas/OMA, Agadir Convention Centre; H.Kollhoff, Atlanpole) to the extreme Japanese capsule hotels (K.Kurokawa, Capsule Inn, Osaka), where the traveler program is physically translated into a minimum program for the need of sleep and freshen up. DARO', Mattia
  • 2. Cohousing. Programmi e progetti per la riqualificazione del patrimonio esistente Roma, 24 ottobre 2014 1. INTRODUZIONE Questo testo si propone come un'analisi metodologica delle tendenze progettuali definite dal rapporto dialettico tra spazi privati e spazi comuni, teso alla definizione di un modus operandi per la progettazione di nuove tipologie di cohousing nell'architettura contemporanea. Lo studio è stato possibile grazie all'attività didattica svolta nei laboratori del corso “Laboratorio di progettazione architettonica e urbana 6”, nel periodo tra il 2011 e il 2014 presso la Facoltà di Architettura di Roma Tre, dove il tema del corso prevedeva il progetto di un edificio per residenze sperimentali destinate al cohousing. L'applicazione al tema ha evidenziato il tema compositivo tra spazi privati e spazi comuni come elemento fondante del rapporto morfo-tipologico delle residenze, dove le cellule residenziali sono l'anima strutturale su cui sono compenetrati in modo libero gli spazi comuni. Nella prima parte del testo si è costruito un “glossario” che propone una ridefinizione dei termini che definiscono nuove tipologie dell'abitare, partendo da alcuni esempi molto noti nella storia dell'architettura moderna e contemporanea, come episodi-modello del rapporto compositivo indagato e citando la tipologia dell'albergo come chiave interpretativa della progettazione di un edificio destinato al cohousing, nell'ultima parte del testo si arriva a proporre uno scenario meta-progettuale come punto di partenza di una ricerca in fieri. 2. ELEMENTI COMPOSITIVI, ESEMPI Dilatazione dello spazio comune - Immeuble Villa (Le Corbusier, 1922): lo spazio comune diventa quello primario all'interno dell'alloggio. Negazione del modello ottocentesco della serie di camere distinte. Camere e servizi sono estremamente razionalizzati per lasciare spazio a un grande soggiorno open space e a un terrazzo/giardino. Grattacielo orizzontale – Der Wolkenbügel (El Lissitzky, 1924): antitesi del grattacielo americano in chiave socialista che ribalta il concetto e inventa il grattacielo orizzontale. Soluzione formale per un manifesto ideologico: no “verticalismo” ma “orizzontalismo”. Megaterrazzamenti - Petersschule (Hannes Meyer, 1926): tutta l'attività scolastica è portata ai piani sopra il livello terra così come gli spazi aperti che sono localizzati su delle terrazze appese all'edificio come un corpo estraneo. Passerelle volanti - Van Nelle Factory (Brinkman, L.C.Van der Vlugt, M.Stam - direzione dei lavori, 1929): estetica degli elementi di circolazione dichiaratamente in vista; modello dell'idealizzazione dell'edificio-macchina e dei flussi formalizzati. All'aria aperta - Open air school (Jan Duiker, 1930): un quarto di questo edificio è un'aula all'aperto, dove svolgere attività didattiche nei periodi dell'anno favorevoli, scelta caratterizzante sia l'estetica che la struttura dell'edificio. Streets in the air - Golden Lane (A.P.Smithson, 1952): I connettivi diventano delle streets in the air, fusione dello spazio comune con il connettivo. Grandi terrazze/ballatoi (deck) che, oltre a far accedere alle case, diventano spazi comuni e di incontro con aree e spazi di pertinenza di tutti i condomini. Servito/servente - Esherick House (L.Kahn, 1961): progetto/manifesto del rapporto compositivo spazi serventi/spazi serviti. La composizione della casa è, in modo ortodosso, definita dagli spazi serventi, come la scala, i servizi e il disegno della facciata e contrapposta figurativamente e formalmente agli spazi “liberi”, soggiorno e camere da letto. Casa anulare - Casa Mendes da Rocha (P.Mendes da Rocha, 1967): un nucleo centrale avvolto da spazi aperti e comuni. La radicalizzazione della soluzione strutturale permette di avere un grande spazio soggiorno e un grande spazio comune di servizio alle camere liberi sulle due facciate in una sorta di “casa anulare”. L'esterno struttura l'interno - Can Lis, Mallorca (Jørn Utzon, 1971): lo spazio esterno struttura il disegno della casa. Questa casa del mare, costruita per se stesso e la sua famiglia dall'architetto danese, permea le necessità di programma (soggiorni, camere, DARO', Mattia
  • 3. Cohousing. Programmi e progetti per la riqualificazione del patrimonio esistente Roma, 24 ottobre 2014 servizi) con l'idea di collegarli anche con gli spazi esterni costruendo un paesaggio architettonico. Facciate libere, doppio ballatoio - Gifu Kitagata aparment building (K.Sejima SANAA, 1998): spazi comuni e distributivi circondano le stanze degli appartamenti. Un ballatoio di distribuzione condominiale che ogni tanto diventa uno spazio che attraversa tutto il corpo fabbrica e un ballatoio interno alla casa che serve i diversi ambienti permettono la doppia facciata libera. Esterno e interno senza soluzione di continuità - Casa en el litoral de Alentejo (Aires Mateus, 2000): spazio esterno e interno si intrecciano senza soluzione di continuità intorno a dei “muri” che definiscono gli spazi e contengono impianti e tecnologie per i servizi. Da sinistra: piante dei due livelli di un alloggio dell'Immeuble Villa, Le Corbusier, 1922; pianta dei due livelli di Casa Esherick, Louis Kahn, 1961; pianta di Casa en el litoral de Alentejo, Aires Mateus, 2000. 3. L'ALBERGO, MODELLO TIPOLOGICO Gli alberghi suburbani (I.Sabbatini, Alberghi suburbani, Roma; Le Corbusier, Cité de Refuge, Parigi): negli anni '20 e '30 in alcune città videro la luce gli alberghi suburbani che ospitavano uomini o anche famiglie in cerca di fortuna con necessità di un alloggio provvisorio. Basati sul modello degli ospizi o degli istituti di beneficenza, essi combinavano gli spazi dormitorio (in camerate o anche micro alloggi) a spazi di lavoro comune, biblioteca, spazi ristoro, lavatoi, servizi e spazi comuni. I Grand Hotel (Downtown Athletic Club, Walford Astoria, New York): sempre nei primi anni del XX secolo, negli U.S.A. sono sempre più diffusi i modelli di alberghi multifunzioni dove la funzione dell'ospitalità si combina con una serie di servizi in più per il visitatore: dalle palestre, piscine, sale ricevimenti etc a una sorta di proseguimento della città all'interno dell'edificio/albergo con boutique, sale congressi, spazi lavoro etc. Nasce il modello del Grand Hotel. Edifici-mondo (O.M.Ungers, Berlin Hotel; R.Kollhaas/OMA, Agadir Convention Centre; H.Kollhoff, Atlanpole): l'idea dell'edificio-mondo è un tema fortemente indagato a cavallo tra gli anni '70 e gli anni '90 con alcuni progetti non realizzati ma di grande efficacia compositiva in cui l'idea dell'albergo diviene come una vera e propria proposta di un macchina-città all'interno di un singolo edificio. Seguendo dunque una contrapposizione dialettica tra privato e comune, la composizione dell'edificio-mondo evidenzia l'efficace contrasto tra le celle private (alloggi, camere etc) e gli spazi comuni dilatati (sale convegni, piscine o palestre, servizi comuni etc) . Razionalizzazione estrema (K.Kurokawa, Capsule Inn, Osaka): ma il futuro è sempre più verso l'estrema razionalizzazione degli spazi, come nel caso delle vere e proprie cellule dei capsule hotel giapponesi (lunghe 2m, larghe 1m, alte 1,25m). L'hotel non è nulla più che un'infrastruttura della notte che offre un letto, alcuni servizi (bagni, deposito bagagli, piccoli ma nevralgici servizi essenziali). Del resto la necessità di spazi a tempo è sempre più una richiesta che prescinde dall'attività del turismo stessa. Già il turismo molto spesso è una necessità lavorativa ma DARO', Mattia
  • 4. Cohousing. Programmi e progetti per la riqualificazione del patrimonio esistente Roma, 24 ottobre 2014 oggi, come i servizi per affittare alloggi per brevi periodi (Airbnb, HouseTrip, VRBO etc), attraverso la diffusione dei siti web peer to peer, sono nate nuove modalità per usare i luoghi per un tempo molto limitato, qualche ora (per riposare, per fare una riunione lavoro, per incontrare persone, per gestire attività saltuarie e non ordinarie), come il caso di Breather o ShareDesk (attivi a New York Montreal, San Francisco, Barcellona, Londra, Berlino, Madrid, Seattle, Melbourne, Toronto, Washington, Sidney, Bejing..) dove è possibile affittare spazi a ore, consultandoli direttamente sulla app del proprio smartphone e cercando il luogo ideale (quartiere, tipologia dello spazio) a seconda della necessità. Da sinistra: Sezione assonometrica del nuovo Walford-Astoria, New York; sezione prospettica del progetto di H.Kollhoff per Atlanpole, Nantes; foto delle capsule/letti al Capsul Inn di Osaka, progettate da K.Kurokawa. 4. EXTREME COHOUSING PROGRAM, SCENARIO Nuovo modello: Finita l'era del modello famiglia centrico, in cui, come aveva intuito Le Corbusier progettando l'Immeuble Villa, la casa ruotava intorno a stanze private e poi una grande area living dove vivere tutti assieme, la famiglia oggi si disgrega ancor di più nel privato e si riallarga negli spazi comuni. Cambia il concetto di famiglia e del nucleo familiare (abitanti singoli, madri/padri con figli, lavoratore fuori casa, lavoratore temporaneo, divorziati/separati, amanti, studenti fuori sede..) che tende sempre più al singolo individuo e alla mobilità, destrutturando l'idea della famiglia e del suo nido. Ma come la si mette con la necessità della socializzazione? La socializzazione nell'era di Facebook non può più essere risolta all'interno di casa (con grandi famiglie o con amici filtrati dalle famiglie), nell'idea di un nucleo autosufficiente ma neanche nell'ambito delle amicizie eterne. L'amicizia, come nei social network, si diffonde a macchia d'olio anche con chi non si conosce realmente. Perché uno scambio (di qualsiasi natura esso sia) è oggi molto più semplice di come mai era stato prima. Diciamo che oggi la teoria dei 6 gradi di separazione è stata demolita, forse oggi rimane 1 solo grado di separazione tra noi e chiunque (un clic del mouse?). Il living non sarà mai più privato! La parola inglese living per indicare lo spazio dove si vive è esemplare nella sua immediatezza. Ecco, come nel lavoro dove oggi si lavora sempre più spesso in open spaces, ambendo alla massima condivisione possibile, anche nella sfera dell'abitare il living non può più essere uno spazio appartenente alla sfera privata ma deve ampliare la sua potenzialità comunitaria. Non c'è soggiorno che tenga! Oggi i grandi soggiorni muoiono perché non sono abitati e, se lo sono, mettono sempre il proprietario in condizione di vantaggio rispetto agli altri che di fatto sono degli ospiti. I soggiorni contemporanei sono spazi che devono per forza di cosa essere di tutti coloro che li abitano, diventando gli spazi di socializzazione della comunità che li abita. Del resto i soggiorni delle case oggi non sono più solamente lo spazio dove ricevere ed incontrare le persone ma sono divenuti spazi multifunzionali, dove spesso si DARO', Mattia
  • 5. Cohousing. Programmi e progetti per la riqualificazione del patrimonio esistente Roma, 24 ottobre 2014 mangia, si guarda la televisione o si ascolta la musica, si legge un libro, si consulta internet, si studia o si lavora, si gioca, si appendono i quadri ma ci si veste anche o si fa sesso. Il soggiorno oggi è il luogo principe delle case, ma troppe funzioni deve ospitare, non basta più. A maggior ragione portare il soggiorno fuori dalle abitazioni risolverebbe molti problemi articolando e soddisfacendo in miglior modo ogni singola necessità con spazi comuni dedicati ad attività specifiche. Il privato super tecnologico e accessoriato, spazio personalizzato: così come si rende necessaria la dilatazione dello spazio comune, lo spazio privato tende ad essere sempre più specializzato e definito secondo precise esigenze. Fortemente caratterizzato da impianti e tecnologie lo spazio privato assume le maggiori richieste di personalizzazione. Lo spazio personalizzato tende ad essere a somiglianza del suo abitante e quindi fortemente individuale, come ad esempio la sempre maggiore necessità di bagni separati o addirittura della sconnessione delle sue componenti (vasca, sanitari, lavabi), impianti tecnologici realizzati per singole necessità specifiche, spazi lavoro disegnati su misura, guardaroba (più che armadi) dedicati ad esigenze molto precise del singolo abitante etc etc. Spazi comuni: sale hobby, depositi biciclette, reception, lavanderie, sale lavoro, piccole attività commerciali, depositi custoditi, spazi ricreativi, kindergarten, spazi ristoro, sale relax, piccole biblioteche, bar e luoghi di incontro, studi per attività artistiche, servizi benessere/bellezza, servizi di microcredito, aree per “la banca del tempo”, sale tv per gruppi d'ascolto, o addirittura delle micro camere da letto per ospiti autonome... Spazi fluidi/spazi statici: dopo servente/servito (Kahn) si propone fluido/statico dove con fluido si accorpano tutti gli spazi di connessione con gli spazi liberi (come gli spazi living, open spaces) mentre gli spazi statici sono quelli definiti da impianti e mobili fissi. Lo spazio fluido può permeare sia il progetto degli spazi privati che quelli pubblici. Ad esempio immaginiamo un mobile/casa che funzioni come un'infrastruttura dell'abitare, basato su una spina di mobili, contenenti tutti gli impianti (condizionamento caldo/freddo, acqua, gas, elettricità, cablaggio telefono e reti, antenne terrestri e satellitari, sanitari e vasca da bagno, mobile cucina, armadi, attrezzature tempo libero, contenitori di letti ribaltabili...) e tutto lo spazio rimanga libero intorno ad esso. Modello flessibile a qualsiasi contesto materiale o immateriale: tale proposta può prescindere dal contesto perché si presenta come un programma che tenta di interpretare le necessità dell'abitante della nuova modernità. Si può applicare come un modello teorico agli edifici nuovi, come a quelli esistenti, a progetti di solo design o interni, come a contratti immobiliari. Si pone come un manifesto ma ambisce ad essere uno strumento molto pratico. Estremizza la razionalizzazione delle necessità e la massimizzazione degli ideali. EXTREME COHOUSING PROGRAM: ipotesi progettuale di un mobile/residenza, applicabile in ambienti di nuova costruzione o esistenti, ri-assemblabile nelle configurazione più adatte allo spazio, unico elemento d'arredo contenente tutte le necessità di una residenza. 5. CONCLUSIONI Lo scenario progettuale presentato si propone come un manifesto-modello, sintesi di un percorso di ricerca legato alle attività didattiche del “Laboratorio di progettazione architettonica e urbana 6” presso la Facoltà di Architettura di Roma Tre. Rappresenta DARO', Mattia
  • 6. Cohousing. Programmi e progetti per la riqualificazione del patrimonio esistente Roma, 24 ottobre 2014 un'ipotesi di estremizzazione e radicalizzazione della riduzione degli spazi residenziali (in particolare delle attrezzature) e una dilatazione degli spazi comuni. Tale scenario progettuale, che si propone sì come conclusione di questo testo, è in realtà anche l'incipit di una ricerca in evoluzione che attesta come il tema del cohousing possieda delle caratteristiche che, oltre a narrare di alcune nuove esigenze della società contemporanea, necessitino di un vero e proprio approccio compositivo specifico con una ricchezza di esiti formali da indagare. BIBLIOGRAFIA • Le Corbusier, Jeanneret P., 1960 (7° ed.). “Immeubeuble-Villas”. In Oeuvre complète 1910-1929. Zurigo: Les Editions Girsberger, pp. 40-43 • Frampton K., 1993 (3° ed.). “La Nuova Oggettività: Germania, Olanda e Svizzera 1923-1933”. in Storia dell'Architettura Moderna. Bologna: Zanichelli Editore, pp. 145-159 • Frampton K., 1993 (3° ed.). “Arte e Architettura nell'Unione Sovietica 1918-1932”. In Storia dell'Architettura Moderna. Bologna: Zanichelli Editore, pp. 191-204 • Banham R., 1955. “The new brutalism”. In The Architectural Review 118 (dic. 1955). Londra, pp. 354-361. • Giurgola R., 1981. “1965, Casa Esherick, Philadelphia”. In Louis I. Kahn. Bologna: Zanichelli pp. 21 • Pisani D., 2013. “Casa Mendes da Rocha: il manifesto” in Paulo Mendes da Rocha. Tutte le opere. Milano: Mondadori Electa. pp. 87-111 • Norberg-Schultz C., "Jørn Utzon og det oprindelige" in Martin Keiding and Kim Dirckinck-Holmfeld (a cura), Utzon's own houses. Copenhagen: Danish Architectural Press, pp. 69 et seq • El Croquis n.99, 2000. “Edificio de Apartamentos Gifu Kitagata”. Kazuyo Sejima + Ryue Nischizawa 1995-2000. Madrid: El Croquis Editorial. pp. 25-45 • 2G n.28. “ Casa en el litoral de Alentejo”. Aires Mateus. Barcellona: Editorial Gustavo Gili. pp. 64-73. • Le Corbusier, Jeanneret P., 1960 (7° ed.). “La Cité de Refuge a Paris”. In Oeuvre complète 1929-1934. Zurigo: Les Editions Girsberger, pp. 97-109 • Rossi P.O., 2003 (N.E. 2° ed.). “Alberghi per gli sfrattati alla Garbatella”. In Roma. Guida all'architettura moderna. Roma-Bari: Laterza. pp. 43 • Koolhaas R., 2001. “Le vite di un isolato: il Walford-Astoria e l'Empire State Building”. In Delirious New York. Milano: Elemond. pp. 122-141 • Koolhaas R., 2001. “Instabilità definitiva: il Downtown Athletic Club”. In Delirious New York. Milano: Elemond. pp. 142-149 • Ungers O.M., 1982. “Progetto per l'Hotel Berlin, l'analogia della città come edificio”. In Owald Mathias Ungers, Architettura come tema. Milano: Electa. pp. 68-72 • Lucan J., 1991. “Centro congressi ad Agadir, Marocco, 1990”. In Oma. Rem Koolhaas. Architetture 1970-1990. Milano: Elemond. pp. 70-74 • Cepl J., 2004. “Progetto di concorso per Atlanpole”. In Hans Kollhoff. Milano: Mondadori Electa pp. 122-127 • Kurokawa K., 1992. Kisho Kurokawa, form metabolism to symbiosis. Londra: Academy editions. DARO', Mattia