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Cambiare paradigma culturale
 iniziare a vivere da esseri umani
   Roma 21 maggio 2011
  “cambiare convenzione”
     A cura di Giuseppe Carpentieri
       http://peppecarpentieri.wordpress.com/
Perche’ sprechiamo energia e
          risorse finite?
• Se crediamo che il mondo sia equo e giusto
  e soprattutto che l’attuale società sia etica
  e responsabile, allora non ci sono dubbi:
  siamo totalmente folli!!!
• Ok, partiamo da questo certezza: il mondo
  è un manicomio!
Benvenuti al SANICOMIO
credenze
• Lo psicologo e filosofo umanista Erich Fromm
  ricorda il fatto che milioni di persone
  condividano gli stessi vizi non rendi questi vizi
  virtù
• In una cultura collettiva, giudizi e ragionamenti
  si basano su quelle che vengono percepite come
  le verità del paradigma fondamentale. Di
  conseguenza, se le credenze paradigmatiche di
  una cultura fossero false o inesatte, la
  popolazione che avesse consapevolmente
  operato secondo quelle credenze fallaci
  esprimerebbe collettivamente giudizi e
  ragionamenti di cattiva qualità.

BRUCE LIPTON, STEVE BHAERMAN, evoluzione spontanea, Macro Edizioni 2010, pag.258
Cos’e’ la “religione della crescita”?
   • Per svelare la credenza religiosa della “crescita” è
     sufficiente leggere quali indicatori usano le banche, ad
     esempio la BCE:
         – 1)       crescita economica (PIL) e prezzo del petrolio
         – 2)       quantità di moneta circolante
   • Da tempo ormai studiosi e analisti sostengono che come
     misura del benessere, il PIL,è inesatto e persino
     fuorviante. Più recentemente alcuni leader di diversi
     paesi, soprattutto europei, e organizzazione
     internazionali come l’Ocse l’hanno messo apertamente in
     discussione. La commissione Stiglitz-Sen-Fotoussi, nel
     settembre del 2009, ha pubblicato un rapporto di quasi
     trecento pagine con un elenco di suggerimenti, alcuni
     metodologici e altri filosofici, per misurare i progressi
     nazionali del ventunesimo secolo. *
*BENJAMIN R. BARBER, consumati, da cittadini a clienti, Einaudi, 2010, pag. 55
Picco del petrolio
                                              La teoria del picco di Hubbert (detta anche
                                              più brevemente picco di Hubbert) è una
                                              teoria scientifica (o modello) proposta, nella sua
                                              formulazione iniziale, nel 1956 dal geofisico
                                              americano Marion King Hubbert, riguardante
                                              l'evoluzione temporale della produzione di una
                                              qualsiasi risorsa minerale o fonte fossile
                                              esauribile o fisicamente limitata.

Oggi siamo nel picco del petrolio e questo
significa: periodo di crisi. Un
amministratore responsabile pianifica
nuovi stili di vita con le tecnologie della
decrescita felice e con l’uso degli
strumenti di democrazia diretta
I sicari dell’economia
• Leggendo Confessioni di un sicario dell’economia ci si
  chiede: che differenza c’è tra i boss della camorra e la
  CIA? Scopi e metodi sono identici, persino l’indifferenza
  nei confronti delle vittime e la brutalità con la quale si
  esercita il potere assoluto sono identiche.*
 *Loretta Napoleoni nella profazione di John Perkins, confessioni di un sicario dell’economia, Minimun fax 2010


   La “religione capitalista” della crescita per la crescita usa diversi,
   strumenti fra questi: la manipolazione di dati (truffa) sul PIL e la
   preparazione di “rappresentazioni” (schemi e dati) volutamente
   falsate per rubare risorse primarie agli Stati sovrani e sostenere le
   SpA. Nella sostanza, l’intera “rappresentazione” del capitalismo
   odierno inventato dalla Banca Mondiale, dal Fondo Monetario
   Internazionale e dalla Banca dei Regolamenti Internazionali può
   essere assimilata ad una gigantesca frode che usurpa i diritti umani e
   che si sostiene su due gambe: i media e le università che
   programmano e manipolano la percezione pubblica (credenza) della
   maggioranza dei cittadini.
Svelare la credenza del PIL
• L’affermazione che la crescita economica sia indispensabile
  per far crescere l’occupazione viene ripetuta come un mantra
  benché, a differenza del mantra, non abbia lo scopo di liberare
  la mente dalla realtà illusoria, ma di avvilupparla in una
  illusione irreale, priva di riscontri empirici e di fondamenti
  teorici. Dal 1960 al 1998 in Italia il prodotto interno lordo a
  prezzi costanti si è più che triplicato, passando da 423.828 a
  1.416.055 miliardi di lire (valori a prezzi 1990), la popolazione
  è cresciuta da 48.967.000 a 57.040.000 abitanti, con un
  incremento del 16,5 per cento, ma il numero degli occupati è
  rimasto costantemente intorno ai 20 milioni (erano
  20.330.000 nel 1960 e 20.435.000 nel 1998). Una crescita
  così rilevante non solo non ha fatto crescere l’occupazione in
  valori assoluti, ma l’ha fatta diminuire in percentuale, dal 41,5
  al 35,8 per cento della popolazione. *

*MAURIZIO PALLANTE, “estratto” da Orientare la politica economica e industriale a creare
occupazione nelle tecnologie che riducono l’impronta ecologica. Perugia, 9 ottobre 2010
Cos’e’ il debito pubblico?
• Capire il debito pubblico è molto semplice, alla
  portata di chiunque, bambini compresi.
• Credere di esser stati ingannati è più difficile
  poiché colpisce l’orgoglio degli adulti. “Com’è
  possibile che in questi anni non ho capito
  niente?” (conflitto interiore, accettare i nostri
  limiti e cambiare idea). Credere che l’intero
  sistema di una società sia immorale comporta un
  lavoro interiore non indifferente poiché
  dovremmo immaginare una nuova società,
  più equa e giusta che comprenda l’etica nella
  politica.
Cos’e’ il debito pubblico?
Il debito, come lascia intendere la parola stessa, è uno scambio
    fra banche e Stato, ove le banche prestano pezzi di carta
    (moneta) più gli interessi agli Stati in cambio di altra carta
    (Titoli di Stato). Quindi gli Stati hanno un debito perché
    hanno ceduto sovranità monetaria a soggetti terzi, le
    banche centrali e le banche commerciali SpA.
Il debito pubblico è pari al valore nominale di tutte le passività
    lorde consolidate delle amministrazioni pubbliche
    (amministrazioni centrali, enti locali e istituti previdenziali
    pubblici). Il debito è costituito da biglietti, monete e depositi,
    titoli diversi dalle azioni – esclusi gli strumenti finanziari
    derivati – e prestiti, secondo le definizioni del SEC 95. Al 31
    dicembre 2009 i titoli di Stato rappresentano circa l'82%% del
    debito pubblico[1] (totale: 1.760.765 milioni di €). Mentre il
    rapporto deficit/PIL è pari al 115,8%.[2]
    [1] Fonte: sito web del Dipartimento del Tesoro
    http://www.dt.tesoro.it/it/debito_pubblico/_link_rapidi/debito_pubblico.html
•   [2]http://www.dt.tesoro.it/export/sites/sitodt/modules/documenti_it/debito_pu
    bblico/risorse_correlate/Rapporto_Debito_PIL_al_31-12-09.pdf
Il problema e’ giuridico
• Chiarimento: il “problema” del debito
  pubblico è di natura giuridica e non
  economica, contabile, o finanziaria.
• Non si tratta di far quadrare i conti, che
  non possono pareggiare (sistema
  intrinsecamente inflazionistico), ma di
  applicare la Costituzione italiana
Articolo 47 Costituzione
• Ricordiamoci che: Armando Lamberti, docente di diritto
  costituzionale Università di Salerno: “[...] La Repubblica
  infatti deve incoraggiare e tutelare il risparmio in tutte le sue
  forme, e disciplinare e controllare con provvedimenti
  legislativi l’esercizio del credito, favorendo attraverso il
  risparmio l’accesso alla proprietà privata dell’abitazione, alla
  proprietà terriera da coltivare e all’acquisto delle azioni dei
  grandi complessi produttivi del Paese. Si tratta di una norma
  ispirata ai principi della cosiddetta “democrazia economica”.
  La Costituzione, si preoccupa, cioè di difendere i piccoli
  risparmiatori, in una società in cui il valore della moneta,
  l’andamento dei titoli in borsa ed il mercato mobiliare sono
  condizionati da fattori che loro non possono controllare.[...]“
• Ed anche che: “[...] lo Stato esplica le proprie funzioni
  sovrane, tra le quali sono indiscutibilmente comprese quelle di
  politica monetaria [...]“ (Suprema Corte di Cassazione SS.UU
  civili, sentenza 21 luglio 2006 con n. 16751)
GIUSEPPE CARPENTIERI, Qualcosa che non va, Creative commons, 2010
Un giro di “carta igienica”
 • In una breve semplificazione l’inganno funziona così: I
   Governi scambiano Titoli di Stato con pezzi di carta
   stampati dalla BCE, la proprietà della carta è ben scritta,
   ad esempio, 500 miliardi di Titoli con 500 miliardi di
   euro. Lo scambio è un prestito caricato da interessi. Per
   restituire il prestito i cittadini chiedono altra carta
   moneta della BCE, insomma un circolo vizioso con
   debito inestinguibile.




GIUSEPPE CARPENTIERI, Qualcosa che non va, Creative commons, 2010
Chi “compra” il debito pubblico
L’elenco degli acquirenti dei Titoli di Stato è pubblico (dipartimento del
   Tesoro[1]), ecco alcune SpA che nel 2009 hanno acquistato Titoli
   italiani: Banca IMI S.p.A. , Barclays Bank PLC, BNP Paribas,
   Calyon – Corp. Inv. Bank, Citigroup Global Markets Ltd. ,
   Commerzbank A.G., Credit Suisse Securities (Europe) Ltd.,
   Deutsche Bank A.G., Goldman Sachs Int. Bank, HSBC France,
   ING Bank N.V., JP Morgan Securities Ltd., Merrill Lynch Int.,
   Monte dei Paschi di Siena Capital Services Banca per le Imprese
   S.p.A., Morgan Stanley & Co. Int. PLC, Nomura Int. PLC, Royal
   Bank of Scotland PLC, Société Générale Inv. Banking, UBS Ltd,
   UniCredit Bank A.G.
Nel 22 gennaio 2010 il Dipartimento del Tesoro pubblica questa
   classifica[2]: 1. Barclays Bank plc, 2. Société Générale Inv.
   Banking, 3- Calyon – Corp. Inv. Bank, 4. Deutsche Bank A.G., 5.
   BNP Paribas
•
    [1]http://www.dt.tesoro.it/export/sites/sitodt/modules/documenti_it/debito_pubblico/ele
    nco_specialisti/Elenco_Specialisti_in_titoli_di_Stato_21_dicembre_2009.pdf
•   [2]http://www.dt.tesoro.it/export/sites/sitodt/modules/documenti_it/debito_pubblico/gra
    duatoria_specialisti/Graduatoriia_Specialisti_in_Titoli_di_Stato_xgennaio_2010x.pdf
Possedere gli Stati (ricatto)
• Non sembra strano trovare banche,
  assicurazioni straniere che acquistano
  Titoli di Stato e le stesse finanziano
  campagne elettorali dei presidenti USA?
  In quale regime si consente un potere di
  ricatto così enorme e determinante?
I “padroni” degli Stati, schiavitu’ SpA
• Dal sito opensecrets.org ecco l’elenco dei finanziatori
  della campagna elettorale di Obama[1]: University of
  California $1,591,395; Goldman Sachs $994,795;
  Harvard University $854,747; Microsoft Corp $833,617;
  Google Inc $803,436; Citigroup Inc $701,290;
  JPMorgan Chase & Co $695,132; Time Warner
  $590,084; Sidley Austin LLP $588,598; Stanford
  University $586,557; National Amusements Inc
  $551,683; UBS AG $543,219; Wilmerhale Llp $542,618;
  Skadden, Arps et al $530,839; IBM Corp $528,822;
  Columbia University $528,302; Morgan Stanley
  $514,881; General Electric $499,130; US Government
  $494,820; Latham & Watkins $493,835.
•
  [1]
  http://www.opensecrets.org/pres08/contrib.php?cycle=20
  08&cid=N00009638
Lo Stato deve emettere moneta
 Un sistema sociale, che misura la ricchezza con una
   moneta, è giusto se e solo se questa convenzione misura
   il valore con regole etiche e controllate dal sovrano, cioè
   dal popolo. Un sistema che abbia come costante e che
   preveda sia l’inflazione e sia la deflazione[1] è immorale
   poiché sposta ricchezza dai molti, il popolo, verso i pochi.
   In un sistema monetario i limiti alla libertà sono posti da
   una domanda immorale: quanto costa? Tutto viene
   ridimensionato e condotto in termini di costi e quindi
   monetari, compresa la corruzione resa più facile ed a
   buon mercato con l’invenzione della moneta.
   [1] La deflazione è, in macroeconomia, una diminuzione
   del livello generale dei prezzi, l'opposto dell'aumento
   generale dei prezzi che si definisce inflazione. La
   deflazione non dovrebbe essere confusa con la
   disinflazione, che descrive semplicemente un
   rallentamento del tasso di inflazione.
GIUSEPPE CARPENTIERI, Qualcosa che non va, Creative commons, 2010
Indicatori della qualita’ di vita
• “Benessere Equo e Sostenibile” (BES) (CNEL ed ISTAT dal 2011,
    “Gruppo di indirizzo sulla misura del progresso sulla società italiana” come obiettivo
    per integrare il PIL)
     – invece che concentrarsi su un concetto di produzione, quale è il Pil, si deve
         privilegiare la misura del benessere economico delle persone;
     – non esiste una misura singola che possa dar conto di tutte le varie dimensioni
         del benessere e gli indicatori compositi non sono una risposta soddisfacente, così
         come la misura della felicità;
     – ci si deve concentrare sulle dimensioni rilevanti per il benessere degli individui:
         lo stato psicofisico delle persone, la conoscenza e la capacità di
         comprendere il mondo in cui viviamo, il lavoro, il benessere materiale,
         l’ambiente, i rapporti interpersonali e la partecipazione alla vita della
         società e l’insicurezza. Inoltre, bisogna guardare alla distribuzione di tutte le
         dimensioni del benessere (equità)
• “Depiliamoci” – Benessere Interno Lordo
    (http://www.benessereinternolordo.net/joomla/)

• Happy Index Planet (http://www.happyplanetindex.org/)
• Indicatore del progresso autentico (GPI) è un concetto
    nell'economia verde e nell'economia di assistenza sociale che è stata suggerita per
    sostituire il Prodotto Interno Lordo (PIL) come misuratore dello sviluppo economico.
•   Felicità Interna Lorda (FIL) Il termine fu coniato nella metà degli anni
    ottanta dal re del Bhutan Jigme Singye Wangchuck che mise in rilievo il suo impegno
    per la costruzione di un'economia coerente con la cultura tradizionale del suo paese
    basata sui valori spirituali del buddhismo.
New economic foundation (Nef )
  • Il sistema bancario non è più al servizio dei bisogni delle
    persone, o dell'economia produttiva. Sta distruggendo le
    risorse naturali che ci affidiamo, e le risorse sociali che
    danno senso alla nostra vita e ci permettono di
    rispondere attivamente e adeguatamente alle nuove sfide
    in un mondo che cambia.
      Se non cambia il sistema bancario, l'economia crollerà
      anche, con maggiori danni ambientali e sociali che ciò
      comporta.

  • Non c'è nulla di 'naturale' circa i nostri attuali accordi
    economici. Sono stati consapevolmente progettati per
    realizzare un semplice obiettivo: la crescita. Ma la
    crescita non ci rende più felici, essa è la creazione di
    società disfunzionali e ineguali, e se continua gran parte
    del pianeta non sarà più idoneo per l'abitazione umana.
Fonte: http://www.neweconomics.org/about
Eliminare la dipendenza dagli
     idrocarburi (petrolio e gas)
• Picco del petrolio
• Picco dell’acqua
• Uso delle fonti alternative (sole, vento,
  micro-idraulica, geotermia)
• Diventare prosumer (produttori e
  consumatori di energia). Azionariato
  diffuso
Ribaltare il concetto di valore
• Uscire dall’inganno psicologico della “moneta
  debito” (usurpazione della sovranità monetaria)
• Introdurre la moneta credito senza interessi
• La moneta non è ricchezza ma uno
  strumento che misura la convenzione
• Non tutto è misurabile, ad esempio l’amore
• La ricchezza non è il possesso ma è: la
  creatività, la passione, la sostenibilità, esser
  felici, la capacità di non sprecare risorse finite
  ma di usarle col buon senso etc.
Siete vivi? Chiedete alla natura
• La Natura ride di noi ogni giorno, mentre ella ha la
  capacità di rigenerarsi (autopoiesi) noi umani ci stiamo
  autodistruggendo poiché, ignoranti, scollegati dalla nostra
  anima, nichilisti e cinici
• Avete mai visto due pomodori scambiarsi una moneta per
  vivere su questo pianeta?
• Avete mai visto le piante e gli animali procurarsi una
  moneta per cibarsi?
• Sembrano domande stupide? Allora perché viviamo
  stupidamente? Abbiamo letto la Storia, quella vera? Le
  comunità non basavano la ricchezza sulla moneta ma sulla
  capacità creativa degli individui a risolvere problemi
  pratici: irrigare, spostare, coltivare, costruire, tessere etc.
• La soluzione di problemi pratici dipende solo dalle risorse
  e non dall’invenzione della moneta. La domanda non è
  quanto costa ma ci sono le risorse per farlo?
Vivere insieme e cooperare
 • In un contesto sociale in cui le necessità vitali di ogni
   persona si possono soddisfare solo producendo merci per
   avere un reddito monetario con cui acquistare merci, i
   rapporti interpersonali si fondano essenzialmente sulla
   compravendita che, a sua volta, si fonda sulla diffidenza
   reciproca e sulla competizione. […] Se invece di rapporti
   sociali basati esclusivamente sulla mercificazione, le
   persone che vivono in città instaurassero legami di
   collaborazione, si donassero reciprocamente tempo,
   attenzione, solidarietà, mettessero gratuitamente a
   disposizione degli altri le proprie competenze
   professionali, si ridurrebbe la loro necessità di acquistare
   e vendere per soddisfare tutte le esigenze vitali.


MAURIZIO PALLANTE, la felicità sostenibile, Rizzoli 2009, pag. 81
Sviluppare la resilienza
• Adattarsi ai cambiamenti
  con creatività e
  partecipazione
• Assumere un atteggiamento
  flessibile rispetto alle
  risorse del territorio
• Studiare, cercare, valutare
• Programmare e mettere in
  pratica
Creare ed immaginare

• Accrescere la tecnica
  delle visioni
• Immaginare luoghi
  ideali e progettarli
• Adattare le visioni ai
  mezzi locali ed alle
  capacità individuali e
  collettive
Lo spreco del territorio costruito

  Piani urbanistici figli della “crescita” perché il
    “valore” è deciso dalla rendita (immobiliare e
    fondiaria)
  L’avaria è stimolatrice di “crescita”

Ribaltare il valore: stabilire una nuova convenzione

    L’etica è crescita = riuso dei suoli
    abbandonati e dare maggiore valore al riutilizzo
    dei volumi abbandonati o inutilizzati
Prosumer




Partecipare veramente: essere co-creatori e co-gestori della
comunità
“nuova” economia
• Prima della rivoluzione industriale i cittadini
  sapevano costruire, progettare e gestire la
  comunità ma non avevano diritti
• Oggi, la società è stata ri-feudalizzata tramite
  l’invenzione delle società giuridiche (SpA, srl) ed
  il sistema bancario internazionale che nasconde
  (società off-share e paradisi fiscali) e accentra i
  proventi illeciti nelle mani dell’élite
• Bisogna tornare a saper fare ma essendo
  realmente sovrani
• Applicare la democrazia economia o
  l’economia partecipativa
• Abbandonare l’obsoleto individualismo e
  sfruttare la reale natura umana: cooperare
La societa’ del presente/futuro
• Agire direttamente: integrare la democrazia
  rappresentativa con la democrazia partecipativa e diretta
• Sviluppare la resilienza locale, creatività
• Saper interpretare il mondo e benessere psicofisico
• Autoprodurre cibo, orti sinergici, consapevolezza dei
  consumi, stili di vita
• Uso razionale dell’energia: prima eliminare gli
  sprechi
• Scambio e reciprocità: rete sociale, il valore del dono
• Mobilità intelligente
• Convivialità, cultura, sport e tempo libero
• Monete locali cioè sovrane e libere dal debito e dagli
  interessi
• Strategia rifiuti zero/riciclo totale
Ripristinare la moneta sovrana
 Solo la consapevolezza collettiva circa il valore e, di cosa
   misuri la moneta potrebbe far diffondere la giusta
   convenzione e, quindi ogni transazione potrebbe attuarsi
   al momento, come accadeva nelle fiere medioevali in cui
   barattavano merci e beni ed il valore dello scambio
   veniva momentaneamente stabilito per convenzione fra i
   due attori (produttori ed utilizzatori). Dalle fiere nacque
   la nota di banco, banconota, che registrava gli scambi,
   poi furono introdotte, forzatamente, le monete che
   sostituirono le banconote. I banchieri impiegarono circa
   mille anni per convincere le persone ad usare le monete
   perché la ricchezza non era rappresentata dai
   soldi ma dall’economia reale, cioè la capacità di
   produrre cibo, costruire case, oggetti e saperli
   manutenere. La ricchezza era ed è rappresentata dai
   boschi, dal verde, dalla natura e dalla capacità umana di
   saperla gestire e condividere.
GIUSEPPE CARPENTIERI, Qualcosa che non va, Creative commons, 2010
Cambiare convenzione
 Se fosse letta attentamente la storia monetaria, in maniera
   del tutto inequivocabile si potrebbe vedere come nel
   corso dei secoli prima e dopo una guerra il controllo delle
   banche sia aumentato. E’ accaduto per la storia degli
   USA, ed in tutta la storia degli stati europei. Singolare la
   nascita della Banca d’Italia. Per “puro caso” l’èlite
   propone la creazione di un’unica moneta mondiale a
   corso forzoso (dittatura globale) così che i popoli non
   potranno esser più liberi di autoderminarsi. Il WTO e le
   SpA sono libere di adottare qualsiasi mezzo di scambio
   ma non è tollerabile che questi strumenti siano mezzi di
   oppressione per la dignità umana, non è più tollerabile
   che i Governi si rifiutino di stampare moneta credito.
   Tali comportamenti andrebbero regolati in sedi
   giudiziarie e chiedere la condanna di banchieri, politici
   ed imprenditori per gravi crimini contro l’umanità.

GIUSEPPE CARPENTIERI, Qualcosa che non va, Creative commons, 2010
Cambiare convenzione
 Ricordiamoci che l’obiettivo non è tanto avere una moneta,
   l’èlite sa bene che la moneta non è ricchezza, ma
   quanto essa sia un’efficace strumento di controllo degli
   stili di vita, prevenzione del dissenso politico (ricatto del
   lavoro) e quindi delle persone stesse. Se avessimo ben
   compreso la diffusione della povertà, allora dovremmo
   immediatamente usare un mezzo (moneta credito) che
   consenta a tutti di poter avere garantiti i diritti umani:
   istruzione, prevenzione dalle malattie e corretta
   alimentazione (sovranità alimentare), perché non esiste
   alcun problema stampando moneta pubblica, della
   Repubblica (libera dal debito), per pagare il lavoro di
   insegnanti, medici, progettisti e, tutti coloro i quali sono
   impegnati in lavori socialmente utili.

GIUSEPPE CARPENTIERI, Qualcosa che non va, Creative commons, 2010
Cambiare convenzione
 Il debito è un inganno giuridico perché si usa una
    moneta privata imposta a corso forzoso conveniente
    solo a chi mercifica ogni cosa per pura avarizia, ma la
    reale ricchezza come abbiamo capito non è
    quantificabile, come possiamo misurare l’amore, il dono
    e la passione? Eppure, esistono le “banche del tempo”
    dove persone donano il proprio tempo a qualcosa di
    utile, è sufficiente avere una convenzione che dia una
    misura alla qualità. I cittadini, tramite internet, possono
    creare reti sociali dove la fiducia, l’accordo reciproco e la
    condivisione di valori sono la misura del valore, quindi
    una nuova moneta che si adatta ai comportamenti
    virtuosi. Le istituzioni possono farlo domani mattina e
    dare valore a chi risparmia energia, auto produce cibo,
    condivide conoscenza.
GIUSEPPE CARPENTIERI, Qualcosa che non va, Creative commons, 2010
Cambiare convenzione
 Gli Enti pubblici possono creare moneta credito
   per circuiti virtuosi come la creazione di reti
   ecologiche verdi e per la mobilità (Maglev, bike sharing),
   la creazione di orti sinergici, la ristrutturazione degli
   edifici e la messa in sicurezza del territorio (rischio
   idrogeologico). Invece la finanza misura soprattutto ciò
   che è inutile allo sviluppo umano. Oggi, la politica
   monetaria condiziona, negandoli, i diritti umani. E
   intrinsecamente, è una guerra invisibile contro il popolo.
   Il debito è l’arma utilizzata per conquistare e rendere
   schiava la società, e l’interesse è il suo sparo. Immanuel
   Kant (1797) diceva che il diritto non deve mai essere
   adeguato alla politica, ma la politica che deve essere
   sempre adeguata al diritto.
GIUSEPPE CARPENTIERI, Qualcosa che non va, Creative commons, 2010
Nella sostanza i banchieri usano la moneta come un’esca
   per i pesci o una trappola per polli che ha consentito loro
   di rubare economia reale ai popoli e gestire
   indirettamente il reale potere. I polli, cioè i cittadini che
   usano una moneta di proprietà privata non sanno di
   custodire un titolo di debito, i polli credono di avere
   ricchezza mentre i banchieri sono ben contenti di dare
   loro più offerta, più moneta, rispetto alla domanda. E’
   sufficiente informarsi per non essere più dipendenti da
   questo inganno psicologico e stamparsi una moneta
   pubblica per uscire dalla prigione che Governi corrotti e
   banchieri usurpatori hanno costruito.
 Per essere estremamente chiari con una moneta di
   proprietà pubblica non esisterebbero più i 70 miliardi di
   euro di interessi annui che gravano su tutti i cittadini ma
   soprattutto su quelli poveri e su tutti gli stipendi
   salariati, non esisterebbe più il debito pubblico, non
   esisterebbe più una violazione di sovranità “indiretta”,
   ricatto, da parte delle SpA straniere creditrici sui Titoli di
   Stato.
GIUSEPPE CARPENTIERI, Qualcosa che non va, Creative commons, 2010
Moneta sovrana non c’e’ problema, anzi …
• Oggi gli strumenti informatici danno la
  possibilità di controllare tutte le merci circolanti
  e quindi è molto più semplice controllare
  l’economia per capire l’andamento dei prezzi.
• Quando è lo Stato ad emettere moneta è
  sufficiente che la stessa sia stampata in
  maniera proporzionale ai beni, alle merci
  ed ai servizi immateriali prodotti dai
  cittadini (prevenzione dell’inflazione) e in
  questo modo l’economia reale cresce
  insieme al benessere di tutti i cittadini e i
  prezzi rimangono stabili.
bibliografia
•   ALBERTO MAGNAGHI (a cura di), il territorio degli abitanti, Dunod, Zanichelli, 1998
•   ALEXANDER DEL MAR, storia dei crimini monetari, Excelsior 1881, 2010
•   ANTONIO MICLAVEZ, euflazione, Arianna Editrice 2009
•   BENJAMIN R. BARBER, consumati, da cittadini a clienti, Einaudi 2010
•   BRUCE LIPTON, STEVE BHAERMAN, evoluzione spontanea, Macro edizioni 2010
•   Centro Nuovo Modello Sviluppo, guida al consumo critico, EMI, 2008
•   DANIEL LERCH, post carbon cities, Transition press, 2010
•   DANIEL ESTULIN, Il Club Bilderberg, Arianna Editrice 2009
•   DAVID HOLMGREN, permacultura, Arianna editrice, 2010
•   FERRUCCIO PINOTTI, Fratelli d’Italia, BUR
•   GIAMPAOLO FABRIS, la società post-crescita, Egea, 2010
•   GIUSEPPE CARPENTIERI, Qualcosa che non va, creative commons 2010
•   JEAN ZIEGLER, l’impero della vergogna, Marco Tropea editore, 2005
•   JOHN PERKINS, confessioni di un sicario dell’economia, Minimun fax 2010
•   MARCO PIZZUTI, Rivelazioni non autorizzate, Edizioni il punto d’Incontro, 2009
•   MAURIZIO PALLANTE, la decrescita felice, Edizioni per la decrescita felice
•   MAURIZIO PALLANTE, la felicità sostenibile, Rizzoli, 2009
•   NINO GALLONI, MARCO DELLA LUNA, la moneta copernicana, Nexus 2008
•   RICHARD SENNETT, l’uomo artigiano, Feltrinelli 2008
•   ROB HOPKINS, manuale pratico della Transizione, Arianna editrice 2009
•   SALVATORE TAMBURRO, la via del denaro, Nexus, 2010
•   THOMAS BENEDIKTER, democrazia diretta, Sonda edizioni, 2008
•   UMBERTO GALIMBERTI, i miti del nostro tempo, Feltrinelli 2009
•   WUPPERTAL INSTITUT, per un futuro equo, Feltrinelli 2007
•   ZYGMUNT BAUMAN, la società individualizzata, il Mulino 2001

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Roma21maggio2011 convenzione

  • 1. Cambiare paradigma culturale iniziare a vivere da esseri umani Roma 21 maggio 2011 “cambiare convenzione” A cura di Giuseppe Carpentieri http://peppecarpentieri.wordpress.com/
  • 2. Perche’ sprechiamo energia e risorse finite? • Se crediamo che il mondo sia equo e giusto e soprattutto che l’attuale società sia etica e responsabile, allora non ci sono dubbi: siamo totalmente folli!!! • Ok, partiamo da questo certezza: il mondo è un manicomio!
  • 4. credenze • Lo psicologo e filosofo umanista Erich Fromm ricorda il fatto che milioni di persone condividano gli stessi vizi non rendi questi vizi virtù • In una cultura collettiva, giudizi e ragionamenti si basano su quelle che vengono percepite come le verità del paradigma fondamentale. Di conseguenza, se le credenze paradigmatiche di una cultura fossero false o inesatte, la popolazione che avesse consapevolmente operato secondo quelle credenze fallaci esprimerebbe collettivamente giudizi e ragionamenti di cattiva qualità. BRUCE LIPTON, STEVE BHAERMAN, evoluzione spontanea, Macro Edizioni 2010, pag.258
  • 5. Cos’e’ la “religione della crescita”? • Per svelare la credenza religiosa della “crescita” è sufficiente leggere quali indicatori usano le banche, ad esempio la BCE: – 1) crescita economica (PIL) e prezzo del petrolio – 2) quantità di moneta circolante • Da tempo ormai studiosi e analisti sostengono che come misura del benessere, il PIL,è inesatto e persino fuorviante. Più recentemente alcuni leader di diversi paesi, soprattutto europei, e organizzazione internazionali come l’Ocse l’hanno messo apertamente in discussione. La commissione Stiglitz-Sen-Fotoussi, nel settembre del 2009, ha pubblicato un rapporto di quasi trecento pagine con un elenco di suggerimenti, alcuni metodologici e altri filosofici, per misurare i progressi nazionali del ventunesimo secolo. * *BENJAMIN R. BARBER, consumati, da cittadini a clienti, Einaudi, 2010, pag. 55
  • 6. Picco del petrolio La teoria del picco di Hubbert (detta anche più brevemente picco di Hubbert) è una teoria scientifica (o modello) proposta, nella sua formulazione iniziale, nel 1956 dal geofisico americano Marion King Hubbert, riguardante l'evoluzione temporale della produzione di una qualsiasi risorsa minerale o fonte fossile esauribile o fisicamente limitata. Oggi siamo nel picco del petrolio e questo significa: periodo di crisi. Un amministratore responsabile pianifica nuovi stili di vita con le tecnologie della decrescita felice e con l’uso degli strumenti di democrazia diretta
  • 7. I sicari dell’economia • Leggendo Confessioni di un sicario dell’economia ci si chiede: che differenza c’è tra i boss della camorra e la CIA? Scopi e metodi sono identici, persino l’indifferenza nei confronti delle vittime e la brutalità con la quale si esercita il potere assoluto sono identiche.* *Loretta Napoleoni nella profazione di John Perkins, confessioni di un sicario dell’economia, Minimun fax 2010 La “religione capitalista” della crescita per la crescita usa diversi, strumenti fra questi: la manipolazione di dati (truffa) sul PIL e la preparazione di “rappresentazioni” (schemi e dati) volutamente falsate per rubare risorse primarie agli Stati sovrani e sostenere le SpA. Nella sostanza, l’intera “rappresentazione” del capitalismo odierno inventato dalla Banca Mondiale, dal Fondo Monetario Internazionale e dalla Banca dei Regolamenti Internazionali può essere assimilata ad una gigantesca frode che usurpa i diritti umani e che si sostiene su due gambe: i media e le università che programmano e manipolano la percezione pubblica (credenza) della maggioranza dei cittadini.
  • 8. Svelare la credenza del PIL • L’affermazione che la crescita economica sia indispensabile per far crescere l’occupazione viene ripetuta come un mantra benché, a differenza del mantra, non abbia lo scopo di liberare la mente dalla realtà illusoria, ma di avvilupparla in una illusione irreale, priva di riscontri empirici e di fondamenti teorici. Dal 1960 al 1998 in Italia il prodotto interno lordo a prezzi costanti si è più che triplicato, passando da 423.828 a 1.416.055 miliardi di lire (valori a prezzi 1990), la popolazione è cresciuta da 48.967.000 a 57.040.000 abitanti, con un incremento del 16,5 per cento, ma il numero degli occupati è rimasto costantemente intorno ai 20 milioni (erano 20.330.000 nel 1960 e 20.435.000 nel 1998). Una crescita così rilevante non solo non ha fatto crescere l’occupazione in valori assoluti, ma l’ha fatta diminuire in percentuale, dal 41,5 al 35,8 per cento della popolazione. * *MAURIZIO PALLANTE, “estratto” da Orientare la politica economica e industriale a creare occupazione nelle tecnologie che riducono l’impronta ecologica. Perugia, 9 ottobre 2010
  • 9. Cos’e’ il debito pubblico? • Capire il debito pubblico è molto semplice, alla portata di chiunque, bambini compresi. • Credere di esser stati ingannati è più difficile poiché colpisce l’orgoglio degli adulti. “Com’è possibile che in questi anni non ho capito niente?” (conflitto interiore, accettare i nostri limiti e cambiare idea). Credere che l’intero sistema di una società sia immorale comporta un lavoro interiore non indifferente poiché dovremmo immaginare una nuova società, più equa e giusta che comprenda l’etica nella politica.
  • 10. Cos’e’ il debito pubblico? Il debito, come lascia intendere la parola stessa, è uno scambio fra banche e Stato, ove le banche prestano pezzi di carta (moneta) più gli interessi agli Stati in cambio di altra carta (Titoli di Stato). Quindi gli Stati hanno un debito perché hanno ceduto sovranità monetaria a soggetti terzi, le banche centrali e le banche commerciali SpA. Il debito pubblico è pari al valore nominale di tutte le passività lorde consolidate delle amministrazioni pubbliche (amministrazioni centrali, enti locali e istituti previdenziali pubblici). Il debito è costituito da biglietti, monete e depositi, titoli diversi dalle azioni – esclusi gli strumenti finanziari derivati – e prestiti, secondo le definizioni del SEC 95. Al 31 dicembre 2009 i titoli di Stato rappresentano circa l'82%% del debito pubblico[1] (totale: 1.760.765 milioni di €). Mentre il rapporto deficit/PIL è pari al 115,8%.[2] [1] Fonte: sito web del Dipartimento del Tesoro http://www.dt.tesoro.it/it/debito_pubblico/_link_rapidi/debito_pubblico.html • [2]http://www.dt.tesoro.it/export/sites/sitodt/modules/documenti_it/debito_pu bblico/risorse_correlate/Rapporto_Debito_PIL_al_31-12-09.pdf
  • 11. Il problema e’ giuridico • Chiarimento: il “problema” del debito pubblico è di natura giuridica e non economica, contabile, o finanziaria. • Non si tratta di far quadrare i conti, che non possono pareggiare (sistema intrinsecamente inflazionistico), ma di applicare la Costituzione italiana
  • 12. Articolo 47 Costituzione • Ricordiamoci che: Armando Lamberti, docente di diritto costituzionale Università di Salerno: “[...] La Repubblica infatti deve incoraggiare e tutelare il risparmio in tutte le sue forme, e disciplinare e controllare con provvedimenti legislativi l’esercizio del credito, favorendo attraverso il risparmio l’accesso alla proprietà privata dell’abitazione, alla proprietà terriera da coltivare e all’acquisto delle azioni dei grandi complessi produttivi del Paese. Si tratta di una norma ispirata ai principi della cosiddetta “democrazia economica”. La Costituzione, si preoccupa, cioè di difendere i piccoli risparmiatori, in una società in cui il valore della moneta, l’andamento dei titoli in borsa ed il mercato mobiliare sono condizionati da fattori che loro non possono controllare.[...]“ • Ed anche che: “[...] lo Stato esplica le proprie funzioni sovrane, tra le quali sono indiscutibilmente comprese quelle di politica monetaria [...]“ (Suprema Corte di Cassazione SS.UU civili, sentenza 21 luglio 2006 con n. 16751)
  • 13. GIUSEPPE CARPENTIERI, Qualcosa che non va, Creative commons, 2010
  • 14.
  • 15. Un giro di “carta igienica” • In una breve semplificazione l’inganno funziona così: I Governi scambiano Titoli di Stato con pezzi di carta stampati dalla BCE, la proprietà della carta è ben scritta, ad esempio, 500 miliardi di Titoli con 500 miliardi di euro. Lo scambio è un prestito caricato da interessi. Per restituire il prestito i cittadini chiedono altra carta moneta della BCE, insomma un circolo vizioso con debito inestinguibile. GIUSEPPE CARPENTIERI, Qualcosa che non va, Creative commons, 2010
  • 16. Chi “compra” il debito pubblico L’elenco degli acquirenti dei Titoli di Stato è pubblico (dipartimento del Tesoro[1]), ecco alcune SpA che nel 2009 hanno acquistato Titoli italiani: Banca IMI S.p.A. , Barclays Bank PLC, BNP Paribas, Calyon – Corp. Inv. Bank, Citigroup Global Markets Ltd. , Commerzbank A.G., Credit Suisse Securities (Europe) Ltd., Deutsche Bank A.G., Goldman Sachs Int. Bank, HSBC France, ING Bank N.V., JP Morgan Securities Ltd., Merrill Lynch Int., Monte dei Paschi di Siena Capital Services Banca per le Imprese S.p.A., Morgan Stanley & Co. Int. PLC, Nomura Int. PLC, Royal Bank of Scotland PLC, Société Générale Inv. Banking, UBS Ltd, UniCredit Bank A.G. Nel 22 gennaio 2010 il Dipartimento del Tesoro pubblica questa classifica[2]: 1. Barclays Bank plc, 2. Société Générale Inv. Banking, 3- Calyon – Corp. Inv. Bank, 4. Deutsche Bank A.G., 5. BNP Paribas • [1]http://www.dt.tesoro.it/export/sites/sitodt/modules/documenti_it/debito_pubblico/ele nco_specialisti/Elenco_Specialisti_in_titoli_di_Stato_21_dicembre_2009.pdf • [2]http://www.dt.tesoro.it/export/sites/sitodt/modules/documenti_it/debito_pubblico/gra duatoria_specialisti/Graduatoriia_Specialisti_in_Titoli_di_Stato_xgennaio_2010x.pdf
  • 17. Possedere gli Stati (ricatto) • Non sembra strano trovare banche, assicurazioni straniere che acquistano Titoli di Stato e le stesse finanziano campagne elettorali dei presidenti USA? In quale regime si consente un potere di ricatto così enorme e determinante?
  • 18. I “padroni” degli Stati, schiavitu’ SpA • Dal sito opensecrets.org ecco l’elenco dei finanziatori della campagna elettorale di Obama[1]: University of California $1,591,395; Goldman Sachs $994,795; Harvard University $854,747; Microsoft Corp $833,617; Google Inc $803,436; Citigroup Inc $701,290; JPMorgan Chase & Co $695,132; Time Warner $590,084; Sidley Austin LLP $588,598; Stanford University $586,557; National Amusements Inc $551,683; UBS AG $543,219; Wilmerhale Llp $542,618; Skadden, Arps et al $530,839; IBM Corp $528,822; Columbia University $528,302; Morgan Stanley $514,881; General Electric $499,130; US Government $494,820; Latham & Watkins $493,835. • [1] http://www.opensecrets.org/pres08/contrib.php?cycle=20 08&cid=N00009638
  • 19.
  • 20. Lo Stato deve emettere moneta Un sistema sociale, che misura la ricchezza con una moneta, è giusto se e solo se questa convenzione misura il valore con regole etiche e controllate dal sovrano, cioè dal popolo. Un sistema che abbia come costante e che preveda sia l’inflazione e sia la deflazione[1] è immorale poiché sposta ricchezza dai molti, il popolo, verso i pochi. In un sistema monetario i limiti alla libertà sono posti da una domanda immorale: quanto costa? Tutto viene ridimensionato e condotto in termini di costi e quindi monetari, compresa la corruzione resa più facile ed a buon mercato con l’invenzione della moneta. [1] La deflazione è, in macroeconomia, una diminuzione del livello generale dei prezzi, l'opposto dell'aumento generale dei prezzi che si definisce inflazione. La deflazione non dovrebbe essere confusa con la disinflazione, che descrive semplicemente un rallentamento del tasso di inflazione. GIUSEPPE CARPENTIERI, Qualcosa che non va, Creative commons, 2010
  • 21. Indicatori della qualita’ di vita • “Benessere Equo e Sostenibile” (BES) (CNEL ed ISTAT dal 2011, “Gruppo di indirizzo sulla misura del progresso sulla società italiana” come obiettivo per integrare il PIL) – invece che concentrarsi su un concetto di produzione, quale è il Pil, si deve privilegiare la misura del benessere economico delle persone; – non esiste una misura singola che possa dar conto di tutte le varie dimensioni del benessere e gli indicatori compositi non sono una risposta soddisfacente, così come la misura della felicità; – ci si deve concentrare sulle dimensioni rilevanti per il benessere degli individui: lo stato psicofisico delle persone, la conoscenza e la capacità di comprendere il mondo in cui viviamo, il lavoro, il benessere materiale, l’ambiente, i rapporti interpersonali e la partecipazione alla vita della società e l’insicurezza. Inoltre, bisogna guardare alla distribuzione di tutte le dimensioni del benessere (equità) • “Depiliamoci” – Benessere Interno Lordo (http://www.benessereinternolordo.net/joomla/) • Happy Index Planet (http://www.happyplanetindex.org/) • Indicatore del progresso autentico (GPI) è un concetto nell'economia verde e nell'economia di assistenza sociale che è stata suggerita per sostituire il Prodotto Interno Lordo (PIL) come misuratore dello sviluppo economico. • Felicità Interna Lorda (FIL) Il termine fu coniato nella metà degli anni ottanta dal re del Bhutan Jigme Singye Wangchuck che mise in rilievo il suo impegno per la costruzione di un'economia coerente con la cultura tradizionale del suo paese basata sui valori spirituali del buddhismo.
  • 22. New economic foundation (Nef ) • Il sistema bancario non è più al servizio dei bisogni delle persone, o dell'economia produttiva. Sta distruggendo le risorse naturali che ci affidiamo, e le risorse sociali che danno senso alla nostra vita e ci permettono di rispondere attivamente e adeguatamente alle nuove sfide in un mondo che cambia. Se non cambia il sistema bancario, l'economia crollerà anche, con maggiori danni ambientali e sociali che ciò comporta. • Non c'è nulla di 'naturale' circa i nostri attuali accordi economici. Sono stati consapevolmente progettati per realizzare un semplice obiettivo: la crescita. Ma la crescita non ci rende più felici, essa è la creazione di società disfunzionali e ineguali, e se continua gran parte del pianeta non sarà più idoneo per l'abitazione umana. Fonte: http://www.neweconomics.org/about
  • 23. Eliminare la dipendenza dagli idrocarburi (petrolio e gas) • Picco del petrolio • Picco dell’acqua • Uso delle fonti alternative (sole, vento, micro-idraulica, geotermia) • Diventare prosumer (produttori e consumatori di energia). Azionariato diffuso
  • 24. Ribaltare il concetto di valore • Uscire dall’inganno psicologico della “moneta debito” (usurpazione della sovranità monetaria) • Introdurre la moneta credito senza interessi • La moneta non è ricchezza ma uno strumento che misura la convenzione • Non tutto è misurabile, ad esempio l’amore • La ricchezza non è il possesso ma è: la creatività, la passione, la sostenibilità, esser felici, la capacità di non sprecare risorse finite ma di usarle col buon senso etc.
  • 25. Siete vivi? Chiedete alla natura • La Natura ride di noi ogni giorno, mentre ella ha la capacità di rigenerarsi (autopoiesi) noi umani ci stiamo autodistruggendo poiché, ignoranti, scollegati dalla nostra anima, nichilisti e cinici • Avete mai visto due pomodori scambiarsi una moneta per vivere su questo pianeta? • Avete mai visto le piante e gli animali procurarsi una moneta per cibarsi? • Sembrano domande stupide? Allora perché viviamo stupidamente? Abbiamo letto la Storia, quella vera? Le comunità non basavano la ricchezza sulla moneta ma sulla capacità creativa degli individui a risolvere problemi pratici: irrigare, spostare, coltivare, costruire, tessere etc. • La soluzione di problemi pratici dipende solo dalle risorse e non dall’invenzione della moneta. La domanda non è quanto costa ma ci sono le risorse per farlo?
  • 26. Vivere insieme e cooperare • In un contesto sociale in cui le necessità vitali di ogni persona si possono soddisfare solo producendo merci per avere un reddito monetario con cui acquistare merci, i rapporti interpersonali si fondano essenzialmente sulla compravendita che, a sua volta, si fonda sulla diffidenza reciproca e sulla competizione. […] Se invece di rapporti sociali basati esclusivamente sulla mercificazione, le persone che vivono in città instaurassero legami di collaborazione, si donassero reciprocamente tempo, attenzione, solidarietà, mettessero gratuitamente a disposizione degli altri le proprie competenze professionali, si ridurrebbe la loro necessità di acquistare e vendere per soddisfare tutte le esigenze vitali. MAURIZIO PALLANTE, la felicità sostenibile, Rizzoli 2009, pag. 81
  • 27. Sviluppare la resilienza • Adattarsi ai cambiamenti con creatività e partecipazione • Assumere un atteggiamento flessibile rispetto alle risorse del territorio • Studiare, cercare, valutare • Programmare e mettere in pratica
  • 28. Creare ed immaginare • Accrescere la tecnica delle visioni • Immaginare luoghi ideali e progettarli • Adattare le visioni ai mezzi locali ed alle capacità individuali e collettive
  • 29. Lo spreco del territorio costruito Piani urbanistici figli della “crescita” perché il “valore” è deciso dalla rendita (immobiliare e fondiaria) L’avaria è stimolatrice di “crescita” Ribaltare il valore: stabilire una nuova convenzione L’etica è crescita = riuso dei suoli abbandonati e dare maggiore valore al riutilizzo dei volumi abbandonati o inutilizzati
  • 30. Prosumer Partecipare veramente: essere co-creatori e co-gestori della comunità
  • 31. “nuova” economia • Prima della rivoluzione industriale i cittadini sapevano costruire, progettare e gestire la comunità ma non avevano diritti • Oggi, la società è stata ri-feudalizzata tramite l’invenzione delle società giuridiche (SpA, srl) ed il sistema bancario internazionale che nasconde (società off-share e paradisi fiscali) e accentra i proventi illeciti nelle mani dell’élite • Bisogna tornare a saper fare ma essendo realmente sovrani • Applicare la democrazia economia o l’economia partecipativa • Abbandonare l’obsoleto individualismo e sfruttare la reale natura umana: cooperare
  • 32. La societa’ del presente/futuro • Agire direttamente: integrare la democrazia rappresentativa con la democrazia partecipativa e diretta • Sviluppare la resilienza locale, creatività • Saper interpretare il mondo e benessere psicofisico • Autoprodurre cibo, orti sinergici, consapevolezza dei consumi, stili di vita • Uso razionale dell’energia: prima eliminare gli sprechi • Scambio e reciprocità: rete sociale, il valore del dono • Mobilità intelligente • Convivialità, cultura, sport e tempo libero • Monete locali cioè sovrane e libere dal debito e dagli interessi • Strategia rifiuti zero/riciclo totale
  • 33. Ripristinare la moneta sovrana Solo la consapevolezza collettiva circa il valore e, di cosa misuri la moneta potrebbe far diffondere la giusta convenzione e, quindi ogni transazione potrebbe attuarsi al momento, come accadeva nelle fiere medioevali in cui barattavano merci e beni ed il valore dello scambio veniva momentaneamente stabilito per convenzione fra i due attori (produttori ed utilizzatori). Dalle fiere nacque la nota di banco, banconota, che registrava gli scambi, poi furono introdotte, forzatamente, le monete che sostituirono le banconote. I banchieri impiegarono circa mille anni per convincere le persone ad usare le monete perché la ricchezza non era rappresentata dai soldi ma dall’economia reale, cioè la capacità di produrre cibo, costruire case, oggetti e saperli manutenere. La ricchezza era ed è rappresentata dai boschi, dal verde, dalla natura e dalla capacità umana di saperla gestire e condividere. GIUSEPPE CARPENTIERI, Qualcosa che non va, Creative commons, 2010
  • 34. Cambiare convenzione Se fosse letta attentamente la storia monetaria, in maniera del tutto inequivocabile si potrebbe vedere come nel corso dei secoli prima e dopo una guerra il controllo delle banche sia aumentato. E’ accaduto per la storia degli USA, ed in tutta la storia degli stati europei. Singolare la nascita della Banca d’Italia. Per “puro caso” l’èlite propone la creazione di un’unica moneta mondiale a corso forzoso (dittatura globale) così che i popoli non potranno esser più liberi di autoderminarsi. Il WTO e le SpA sono libere di adottare qualsiasi mezzo di scambio ma non è tollerabile che questi strumenti siano mezzi di oppressione per la dignità umana, non è più tollerabile che i Governi si rifiutino di stampare moneta credito. Tali comportamenti andrebbero regolati in sedi giudiziarie e chiedere la condanna di banchieri, politici ed imprenditori per gravi crimini contro l’umanità. GIUSEPPE CARPENTIERI, Qualcosa che non va, Creative commons, 2010
  • 35. Cambiare convenzione Ricordiamoci che l’obiettivo non è tanto avere una moneta, l’èlite sa bene che la moneta non è ricchezza, ma quanto essa sia un’efficace strumento di controllo degli stili di vita, prevenzione del dissenso politico (ricatto del lavoro) e quindi delle persone stesse. Se avessimo ben compreso la diffusione della povertà, allora dovremmo immediatamente usare un mezzo (moneta credito) che consenta a tutti di poter avere garantiti i diritti umani: istruzione, prevenzione dalle malattie e corretta alimentazione (sovranità alimentare), perché non esiste alcun problema stampando moneta pubblica, della Repubblica (libera dal debito), per pagare il lavoro di insegnanti, medici, progettisti e, tutti coloro i quali sono impegnati in lavori socialmente utili. GIUSEPPE CARPENTIERI, Qualcosa che non va, Creative commons, 2010
  • 36. Cambiare convenzione Il debito è un inganno giuridico perché si usa una moneta privata imposta a corso forzoso conveniente solo a chi mercifica ogni cosa per pura avarizia, ma la reale ricchezza come abbiamo capito non è quantificabile, come possiamo misurare l’amore, il dono e la passione? Eppure, esistono le “banche del tempo” dove persone donano il proprio tempo a qualcosa di utile, è sufficiente avere una convenzione che dia una misura alla qualità. I cittadini, tramite internet, possono creare reti sociali dove la fiducia, l’accordo reciproco e la condivisione di valori sono la misura del valore, quindi una nuova moneta che si adatta ai comportamenti virtuosi. Le istituzioni possono farlo domani mattina e dare valore a chi risparmia energia, auto produce cibo, condivide conoscenza. GIUSEPPE CARPENTIERI, Qualcosa che non va, Creative commons, 2010
  • 37. Cambiare convenzione Gli Enti pubblici possono creare moneta credito per circuiti virtuosi come la creazione di reti ecologiche verdi e per la mobilità (Maglev, bike sharing), la creazione di orti sinergici, la ristrutturazione degli edifici e la messa in sicurezza del territorio (rischio idrogeologico). Invece la finanza misura soprattutto ciò che è inutile allo sviluppo umano. Oggi, la politica monetaria condiziona, negandoli, i diritti umani. E intrinsecamente, è una guerra invisibile contro il popolo. Il debito è l’arma utilizzata per conquistare e rendere schiava la società, e l’interesse è il suo sparo. Immanuel Kant (1797) diceva che il diritto non deve mai essere adeguato alla politica, ma la politica che deve essere sempre adeguata al diritto. GIUSEPPE CARPENTIERI, Qualcosa che non va, Creative commons, 2010
  • 38. Nella sostanza i banchieri usano la moneta come un’esca per i pesci o una trappola per polli che ha consentito loro di rubare economia reale ai popoli e gestire indirettamente il reale potere. I polli, cioè i cittadini che usano una moneta di proprietà privata non sanno di custodire un titolo di debito, i polli credono di avere ricchezza mentre i banchieri sono ben contenti di dare loro più offerta, più moneta, rispetto alla domanda. E’ sufficiente informarsi per non essere più dipendenti da questo inganno psicologico e stamparsi una moneta pubblica per uscire dalla prigione che Governi corrotti e banchieri usurpatori hanno costruito. Per essere estremamente chiari con una moneta di proprietà pubblica non esisterebbero più i 70 miliardi di euro di interessi annui che gravano su tutti i cittadini ma soprattutto su quelli poveri e su tutti gli stipendi salariati, non esisterebbe più il debito pubblico, non esisterebbe più una violazione di sovranità “indiretta”, ricatto, da parte delle SpA straniere creditrici sui Titoli di Stato. GIUSEPPE CARPENTIERI, Qualcosa che non va, Creative commons, 2010
  • 39. Moneta sovrana non c’e’ problema, anzi … • Oggi gli strumenti informatici danno la possibilità di controllare tutte le merci circolanti e quindi è molto più semplice controllare l’economia per capire l’andamento dei prezzi. • Quando è lo Stato ad emettere moneta è sufficiente che la stessa sia stampata in maniera proporzionale ai beni, alle merci ed ai servizi immateriali prodotti dai cittadini (prevenzione dell’inflazione) e in questo modo l’economia reale cresce insieme al benessere di tutti i cittadini e i prezzi rimangono stabili.
  • 40. bibliografia • ALBERTO MAGNAGHI (a cura di), il territorio degli abitanti, Dunod, Zanichelli, 1998 • ALEXANDER DEL MAR, storia dei crimini monetari, Excelsior 1881, 2010 • ANTONIO MICLAVEZ, euflazione, Arianna Editrice 2009 • BENJAMIN R. BARBER, consumati, da cittadini a clienti, Einaudi 2010 • BRUCE LIPTON, STEVE BHAERMAN, evoluzione spontanea, Macro edizioni 2010 • Centro Nuovo Modello Sviluppo, guida al consumo critico, EMI, 2008 • DANIEL LERCH, post carbon cities, Transition press, 2010 • DANIEL ESTULIN, Il Club Bilderberg, Arianna Editrice 2009 • DAVID HOLMGREN, permacultura, Arianna editrice, 2010 • FERRUCCIO PINOTTI, Fratelli d’Italia, BUR • GIAMPAOLO FABRIS, la società post-crescita, Egea, 2010 • GIUSEPPE CARPENTIERI, Qualcosa che non va, creative commons 2010 • JEAN ZIEGLER, l’impero della vergogna, Marco Tropea editore, 2005 • JOHN PERKINS, confessioni di un sicario dell’economia, Minimun fax 2010 • MARCO PIZZUTI, Rivelazioni non autorizzate, Edizioni il punto d’Incontro, 2009 • MAURIZIO PALLANTE, la decrescita felice, Edizioni per la decrescita felice • MAURIZIO PALLANTE, la felicità sostenibile, Rizzoli, 2009 • NINO GALLONI, MARCO DELLA LUNA, la moneta copernicana, Nexus 2008 • RICHARD SENNETT, l’uomo artigiano, Feltrinelli 2008 • ROB HOPKINS, manuale pratico della Transizione, Arianna editrice 2009 • SALVATORE TAMBURRO, la via del denaro, Nexus, 2010 • THOMAS BENEDIKTER, democrazia diretta, Sonda edizioni, 2008 • UMBERTO GALIMBERTI, i miti del nostro tempo, Feltrinelli 2009 • WUPPERTAL INSTITUT, per un futuro equo, Feltrinelli 2007 • ZYGMUNT BAUMAN, la società individualizzata, il Mulino 2001