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Gli strumenti necessari per conoscere la città
aggiornamento 2019 (prima pubblicazione 2006)
• La storia, la nascita ed il suo sviluppo, non solo urbano ma anche
sociale, politico ed economico
• Indagine storico-cartografica
• Evidenziare le proprie risorse: storiche, culturali, ambientali, ed
umane.
• Conoscenza degli strumenti tecnico-giuridici per attuare la
riqualificazione urbana e territoriale
– Il diritto urbanistico
– Le tecniche urbanistiche
– Tecniche di governance e welfare urbano
Appunti di Giuseppe Carpentieri
http://peppecarpentieri.wordpress.com
2
La fondazione di Salerno
3
La fondazione di Salerno
• La testimonianza strabonea lascia a tutt’oggi divisi gli studiosi che
posseggono pochi elementi per individuare il sito di Marcina di cui
Strabone nota l’importanza strategica per la posizione e l’opulenza
delle attività commerciali. Due opposte tendenze si sono costituite
nel corso degli anni. Infatti secondo alcuni Marcina dovrebbe essere
identificata o con Cava o con Vietri mentre certuni propendono per
attribuire al sito di Fratte il toponimo Marcina. Di questo avviso ad
esempio fu Vittorino Panebianco che diresse i Beni Culturali della
Provincia di Salerno dal 1929 al 1980. Egli per avvalorare la propria
teoria faceva notare che la misura dei 120 stadi olimpici
corrisponderebbe si alla distanza tra Cuma e Vietri con lo scarto di
solo due chilometri giustificabili facilmente con l’accrescimento in
verticale del manto stradale ma non tiene conto ciò del fatto che in
epoca etrusca non è documenta la presenza di una strada che
attraverso la gola del torrente Bonea univa Cava a Salerno.
4
allievo: Giuseppe Carpentieri 5
allievo: Giuseppe Carpentieri 6
allievo: Giuseppe Carpentieri 7
Colonie (città-stato) presenti nel periodo pre-romano; la
provincia di Salerno, 1883
velia
paestum
irna
picentia
marcina
nuceria
pompei
pixunte
8
La fondazione di Salerno
• L’unica strada trovata in sito durante le investigazioni archeologiche
fino ad ora risale all’età romana ed è allo stesso livello del corso del
torrente menzionato pertanto non corrisponde alla strada statale
esistente oggi che viene citata per la prima volta in documenti del
XVI sec. d.C. Non solo il rinvenimento del sito di Fratte ha
dimostrato che effettivamente si trattava di una città
particolarmente importante e ciò invece non è al momento ancora
documentabile sia per il sito di Cava che per quello vietrese. Altri
studiosi hanno identificato l’area di Fratte con Irna questo
ovviamente tenendo presente che il nome ricorda quello del fiume
che attraversa Salerno. Questa attribuzione apparentemente logica è
purtroppo anch’essa un’ipotesi di ricerca, per la documentazione che
possediamo al momento
9
LA VIA REGIO-CAPUAM
DA SALERNUM AD ANNI FORUM
• IL TRATTO NUCERIA-SALERNUM
• Il famoso Lapis Pollae indica le distanze dal Foro, cioè da S. Pietro di Polla (SA), in
direzione Nord fino a Capua e, in direzione Sud, fino a Reggio. Da Polla, località S.
Pietro, verso Nord, fino a Nocera: miglia 51, fino a Capua: miglia 84. Da Nocera a
Capua intercorrono 33 miglia (M.P.84-5=miglia 33). Il Lapis Pollae, detto anche
Elogium,sul tracciato viario Regio-Capuam, indica due stazioni: Nocera (miglia 51) e
Capua (miglia 84), ma ignora la stazione intermedia di Salerno. Perchè? La stazione
di Salerno, si noti, non è citata né dall’Anonimo Ravennate, né da Guidone. I due
geografi indicano, d’accordo, lo stesso tracciato stradale che non tocca Salerno:
Nocera-Avellino-Sele. Il primo, infatti, indica questa direttrice: Nuceria Constantia-
Abellinon-Picentia; il secondo: Abellinum - Picensia - Silarum. Nel 131 a. C., Salerno,
a distanza di 63 anni dalla sua fondazione, evidentemente non aveva ancora una
mansio. La strada Regio-Capuam non attraversava Salerno, ma passava all’esterno
della città per la frazione Fratte, che, si noti, ancora nel tardo Medioevo, era un nodo
viario principale: Caput de strata. Salerno, fondata nel 194 a. C., nella fase iniziale
dello sviluppo urbanistico, era collegata con un ramulus alla Regio-Capuam in
località Fratte. Fondata nel 194 a. C., Salerno aveva soli 63 anni di vita, quando, nel
131 a. C., fu costruita la strada Regio-Capuam. Solo l’Itinerario di Antonino , datato al
III sec. d. C., indica con esattezza che Salerno era attraversata dalla strada romana e
che vi era una stazione interna in medio Salerno. Dopo ultimata la Regio-Capuam,
evidentemente era stato costruito anche il
allievo: Giuseppe Carpentieri 10
Cartografia IGM 1908, L’identità storica: i luoghi dei primi
impianti urbani (VI-V sec. a. C.)
Fratte (Irna?)cava
Vietri (marcina?)
Fiume Irno
fuorni
Probabile via Regio-Capuam
Salerno romana
Torrente Bonea
Direzione nocera
Insediamenti umani
Età neolitica (1200 a.C. circa)
allievo: Giuseppe Carpentieri 11
Vista saltellite (googlearth,GIS),
«strada statale esistente oggi»
Strada statale odierna
Autostrada SA-NA
Direzioni
Roma-Avellino
Direzione Reggio C.
Vietri
Cava
De’Tirreni
Insediamenti umani
Età neolitica (1200 a.C. circa)
allievo: Giuseppe Carpentieri 12
Linea di costa secondo il prof. A.R. Amarotta
• Greci e Romani sono stati tra l'altro buoni costruttori
di porti. Laddove le foci dei fiumi lo permettevano, con
opere notevoli (tracce in opus reticolatum se ne
ricavano anche oggi) essi costruivano porti interni e
quando questi minacciavano l'interrimento,
provvedevano (come hanno fatto a Velia) ad un
collegamento via terra, ossia dietro la collina, mediante
la cosidetta "tagliata".
• Il Tirreno inferiore ha ampi golfi e baie lungo le coste,
aperte, però, ai venti che spirano da sud-est (libeccio e
maestrale) che provocano mareggiate e talvolta
impediscono l'entrate delle navi nei porti, soprattutto
se quest'ultimi hanno la bocca d'entrata rivolta ad est.
• I porti del Tirreno inferiore hanno poca difesa dal
mare. Sono per lo più artificiali. Questa è la ragione
principale perché Greci e Romani scegliessero il
sistema dei porti interni ai fiumi (come a Fratte di
Salerno).
• I rapidi fiumi (e torrenti) provocano l'insabbiamento
dei porti. L'interrimento può essere provocato dalla
risacca lungo le coste poco ampie e a ridosso della
montagna franosa.
• È strano a dirsi, ma tutte le città della costa tirrenica
(compresa Salerno) avevano quindi due porti. Così
Velia, Posidonia/Paestum, Picentia, Salerno ecc, l'uno
all'est del centro abitato, l'altro ad ovest.
13
L’identità storica: Quartiere Fratte, ritrovamenti
archeologici
• I primi rinvenimenti che
fissarono l'attenzione su Fratte
risalgono agli anni 1927-29,
quando fu portata alla luce una
necropoli nella zona
immediatamente di fronte
all'edificio delle Cotoniere
Meridionali, dove, già al
momento della costruzione,
agli inizi dell'800, erano stati
trovati alcuni oggetti sporadici
e fuori contesto.
Cotoniere meridionali
Area archeologica
14
L’identità storica: Fratte acropoli etrusco-sannitica (V-VI
sec. A. C.)
acropoli
15
Pianta del comune di Salerno, Ingg. Alfonso Di Gilio, Carlo
Pannaini, 1867
Castello Arechi Fiume Irno
torrente grancano
Città antica
16
Studio e formazione del tessuto edilizio e della rete stradale
dal 1867 al 1983
• Schemi infrastrutturali e sviluppo del centro urbanizzato
• Confini fisici il fiume Irno, la fascia costiera ed il territorio (colline)
Immagine odierna del lungomare
17
Studio e formazione del tessuto edilizio e della rete stradale
dal 1867 al 1983
• Nel 1887, in conseguenza della necessità di risanare alcuni rioni del
vecchio centro urbano, si pose il problema di ampliare la città lungo
la fascia litoranea. Il problema di un nuovo sviluppo edilizio,
particolarmente avvertito sin dalla fine del secolo scorso, coi primi
anni del novecento tese ad acquistare nuova fisionomia e nuove
dimensioni. Altrettanto alta era, però, soprattutto in alcune punte di
riflessioni emergenti, la consapevolezza di utilizzare dei luoghi e
degli spazi attraverso strumenti tecnico-legali adeguati alle esigenze
già mature e a quelle prevedibili in prospettiva.
• Lo studio verrà esposto con una serie di schemi-grafici dello
sviluppo urbano
• Esposizioni dei piani presentati all’Amministrazione, piani rispettati
e disattesi
18
Nuova pianta-guida della città anonimo, inizi ‘900
19
La formazione del tessuto edilizio e della rete stradale
stato di fatto al 1867
20
La formazione del tessuto edilizio e della rete stradale
stato di fatto al 1910
21
La formazione del tessuto edilizio e della rete stradale
stato di fatto al 1935
22
La formazione del tessuto edilizio e della rete stradale
stato di fatto al 1945
23
La formazione del tessuto edilizio e della rete stradale
stato di fatto al 1983
24
I piani di espansione: superamento del fiume Irno, la zona
orientale e sviluppo sulle colline
• Piano regolatore del nuovo rione orientale, ingg. Ernesto Donzelli, Nicola
Cavaccini, 1915
• Piano regolatore di ampliamento della città e spostamento della ferrovia,
Ing. Camillo Guerra, 1934
• Piano regolatore e di ampliamento, Arch. Alberto Calza-Bini, 1936
• Piano di ricostruzione Arch. Alfredo Scalpelli, 1945
• Programma di fabbricazione annesso al regolamento edilizio, 1954
• Piano regolatore generale Archh. Plinio Marconi, Alfredo Scalpelli, Ing.
Antonio Marano, 1958
25
I piani di espansione: superamento del fiume Irno,
la zona orientale e sviluppo sulle colline
• A Salerno, nel 1887, l’ingegnere Enrico Amaturo consegnava all’Amministrazione
Comunale uno “studio di bonifica dei due rioni Fornelle e San Giovanniello” nel
tentativo di dare una risposta ai problemi sorti con il considerevole sviluppo
demografico di quegli anni. La necessità di un ampliamento della città e
dell’eliminazione dei vani malsani del vecchio centro storico erano, in quello studio,
punti di fondamentale ispirazione e strettamente correlati sul piano delle prospettive.
Soltanto nel 1922 il Piano viene approvato definitivamente. E’ il primo strumento
urbanistico che dà l’avvio alla storia urbana “moderna” di Salerno e fa riferimento a
un nuovo disegno della città senza alcuna connessione con il vecchio centro urbano.
Contemporaneamente, per effetto di un considerevole sviluppo demografico che
porta la città dai 27.000 abitanti del 1871 ai 54.000 del 1921 ed ai 70.000 del 1932, il
centro urbano comincia ad assumere ruoli e funzioni diversi rispetto al vasto
territorio provinciale. Le nuove “forme rappresentative” della città industriale ormai,
generalmente in espansione, trovano anche qui il luogo fertile della ricerca e
l’affermazione di connotati storicamente e socialmente cambiati. Le trasformazioni
introdotte con l’approvazione del piano Donzelli-Cavacccini, da un lato rispondono
alle esigenze di espansione e di ampliamento della città mentre dall’altro comportano
anche un’ulteriore accentuazione della bipolarità “centro antico-parte nuova”. Si
tratta, in particolare, degli interventi sui nuovi assi stradali, che rappresentano anche
le nuove direttrici di sviluppo.
26
Piano regolatore del nuovo rione orientale, ingg. Ernesto
Donzelli, Nicola Cavaccini, 1915. (modello garden city, mai rispettato)
Fiume irno
stazione
27
Piano regolatore di ampliamento della città e spostamento
della ferrovia, Ing. Camillo Guerra, 1934 (spostamento della stazione
centrale, mai realizzato)
Nuova stazione
Nuova espansione
Vecchia stazione
28
Piano regolatore e di ampliamento, Arch. Alberto Calza-
Bini, 1936
Nuova espansione
Fiume Irno
Area portuale
Centro
Castello
Area ferrovia
Parte del PRG mai realizzata
29
Programma di fabbricazione annesso al regolamento
edilizio, 1954
30
Salerno, una città da non costruire
• Da questa ipotesi si passa ad un ‹‹concreto progetto di risanamento››, in linea anche
con la politica di regime, il Podestà Manlio Serio affida ‹‹l’incarico di procedere alla
compilazione di un organico piano regolatore›› ad un noto professionista romano, il
prof. on. Arch. Albero Calza-Bini. Il piano regolatore e di risanamento della città
esistente, come è detto nella relazione del progettista, si attua soprattutto con
demolizioni, ‹‹diradamenti ed allargamenti››. Con deliberazione podestarile n. 1335,
venne approvato il 17 novembre 1937, ma in seguito a moltissimi ‹‹reclami dei quali
la maggior parte furono riconosciuti fondati, in quanto il progetto del piano
presentava, effettivamente, della lacune››, il Sindaco avv. Silvio Baratta nomina una
commissione di tecnici per gli ‹‹studi diretti a rivedere, completare ed integrare… il
piano regolatore compilato dall’architetto Alberto Calza-Bini››.
• Nel 1953 per attuare tale politica L’Amministrazione decide di procedere con il Piano
Regolatore e affida l’incarico per la redazione all’architetto Plinio Marconi ‹‹con
l’assistenza e con la collaborazione dell’ing.dott. Luigi De Angelis e dell’ing.dott.
Antonio Marano››.
31
Piano regolatore generale Archh. Plinio Marconi, Alfredo
Scalpelli, Ing. Antonio Marano, 1958
Nuova espansione
Autostrada SA-NA
32
Localizzazione delle aree interessate da edilizia
residenziale pubblica e agevolata, anni ‘60
Piano di zona (L. 167/62)
Piano di zona (L. 219/81)
Piano di ricostruzione (piano Scalpelli/45)
33
Evoluzione storica dell’insediamento
Fonte PTCP 2012
34
studi di previsione per il nuovo PRG, fonte: www.comune.salerno.it
• Nel 1998 l’Amministrazione affidò al CENSIS l’incarico di uno studio sui
bisogni futuri della città in collaborazione con la fondazione Carisal-
Sichelgaita di Salerno ed il supporto dell’ufficio di piano che consentì di
censire le strutture sociali sul territorio.
• Nel 2000 la fondazione presentò il progetto “Salerno città europea” dove si
presenta un’analisi del sistema economico, con lo scopo di simulare la
ricaduta degli interventi che possono essere attuati dal Comune di Salerno
per il miglioramento della dotazione infrastrutturale e di servizi.
• Dimensionamento del piano – fabbisogni residenziali e non residenziali e
proiezioni al 2009
– La relazione fa affidamento su una base demografica di 149000 abitanti (2000) e
stima che nel 2009 vi sarà una popolazione di circa 178700 unità.
– Fabbisogno residenziale di 3900 alloggi pari a 375000 mq solaio lordo (deficit
standard)
– Fabbisogno decennale fra 8700 e 12000 alloggi pari a 740.000 e 1.020.000 mq
di superficie lorda
– Per il PRG in totale il dimensionamento varia da 1.115.000 a 1.395.000 mq di s.l.
35
Alcuni dati statistici, fonte: ISTAT
• Sup. ter. Provinciale: 4922,55 kmq
– Popolazione ’92: 1.066.601
– Popolazione ’99: 1.092.034
– Popolazione ’04: 1.082.775
• Superficie territorio comunale: 59,22
kmq
• Andamento demografico a Salerno
negli anni dal 1871 al 2005
• 1871 abitanti 27.759
• 1881 abitanti 30.771
• 1901 abitanti 41.964
• 1911 abitanti 46.686
• 1921 abitanti 53.518
• 1932 abitanti 67.686
• 1941 abitanti 77.172
• 1951 abitanti 90.875
• 1954 abitanti 95.238
• 1961 abitanti 123.391
• 1971 abitanti 155.496
• 1981 abitanti 157.243
• 1991 abitanti 148.932
• 1999 abitanti 142.099
• 2001 abitanti 144078
• 2005 abitanti 135681
Indicatori ambientali urbani a Salerno
• Abitanti per km² 2402,5 (densità di popolazione),
nell’anno 2000
• Abitanti per km² 2342,1 (densità di popolazione),
nell’anno 2001
• Abitanti per km² 2291,1 (densità di popolazione),
nell’anno 2005
46.686
53.518
67.686
77.172
90.875
95.238
155.496 157.243
148.932
142.099 144.078
135.681
123.391
0
20.000
40.000
60.000
80.000
100.000
120.000
140.000
160.000
180.000
1911
1921
1932
1941
1951
1954
1961
1971
1981
1991
1999
2001
2005
36
Incongruenze fra ISTAT e studio del nuovo piano
• Lo studio del CENSIS e della fondazione Sichelgaita si basa su fonti
demografiche diverse dall’ISTAT:
• 1981 abitanti 157.243
• 1991 abitanti 148.932
• 1999 abitanti 142.099
• 2001 abitanti 144.078
• Marzo 2005 abitanti 135.681
• L’ISTAT denota una tendenza al calo demografico
Invece l’Amministrazione dice che nel 2000 vi sono circa 149.000 abitanti e che
la popolazione aumenterà. Con ciò consente un aumento delle superfici e
dei volumi da realizzare sul territorio comunale.
37
38
39
40
Trasformabilità urbana Revisione decennale PUC 2018
Problemi urbani
• Salerno non è più la città dentro i propri confini amministrativi.
Salerno è una struttura urbana costituita da 11 comuni con le
proprie conurbazioni vallive, piane e collinari.
• Nell’attuale Salerno coesistono due modelli: la compattezza e la
dispersione.
• Nelle aree centrali troviamo affollamento, alta densità, carenza di
servizi con disordine urbano e uso intensivo del territorio.
L’eccessiva concentrazione di servizi, l’alta densità e l’assenza di
alternative favoriscono l’affollamento, e così gli abitanti della
struttura urbana si spostano con mezzi privati favorendo l’aumento
dell’inquinamento.
• Nella zone periurbane e rururbane troviamo disordine urbano,
dispersione e assenza di servizi adeguati (disuguaglianze
territoriali).
41
Urbanizzazione e Sistema Locale
42
Sistemi locali specializzazione produttiva, Fonte ISTAT
Consumo di suolo nei sistemi locali, Fonte ISTAT
Sistemi locali densità popolazione, Fonte ISTAT
Sistemi locali vocazione culturale, Fonte ISTAT
Salerno e la sua area funzionale
Salerno e il suo ambito identitario, fonte Ptcp 2012.
Salerno e il suo sistema urbano, fonte Ptcp 2012.
50Sintesi piano delle identità
Fonte PTCP 2012
Il centro storico con l’impianto urbano di eredità medioevale
con alta densità, e una forma intricata a grana grossa.
Salerno e la sua espansione moderna a grana media,
prima del DM 1444/68.
Salerno e la sua espansione contemporanea con forme aperte
in parte avvenuta prima del DM 1444/68
Periurbano
collinare
Periurbano
collinare
Periurbano
collinare
Lo sprawl sulle colline, il colle Bellaria (Sala Abbagnano) e la dispersione sul
Versante a Nord Brignano
Periurbano
collinare
Periurbano
collinare
Periurbano
collinare
Lo sprawl sulle colline, il colle Bellaria (Sala Abbagnano) e la dispersione sul
versante a Nord, Casa Manzo e Brignano. Anni ‘70, ‘80 e ‘90. Edilizia privata.
Le prime forme di dispersione urbana, il Carmine alto con via Calenda,
la Mennola, via Seripando. Anni ‘70 e ‘80. Edilizia privata.
Le prime forme di dispersione urbana via Seripando e la Mennola.
Edilizia privata.
Disordine urbano e dispersione in collina, Matierno e Cappelle, inizio anni ’80 e
anni ’90. Edilizia pubblica e agevolata.
Disordine urbano e dispersione in collina, Cappelle. Edilizia agevolata.
Disordine urbano e dispersione in zona Monticelli e Fuorni.
Edilizia agevolata e privata.
Dispersione urbana in zona Monticelli, espansioni recenti.
Disordine e dispersione urbana in zona stadio Arechi
Disordine urbano e dispersione in zona Brignano. Insediamenti recenti.
Edilizia privata.
Rurbano e dispersione urbana sulle colline di Salerno, località Piegolelle.
Anni ’70 e ‘80.
Rurbano e dispersione urbana nei comuni viciniori , San Mango Piemonte,
località Monticelli e campo Maiuri. Insediamenti recenti. Edilizia agevolata
e privata.
Rosso insediamenti fino 1871
Marrone chiaro 1872-1956
Grigio epoca moderna
Giallo insediamenti più recenti
Blu insediamenti speciali
Viola insediamenti produttivi
Dispersione urbana nella valle dell’Irno.
Dispersione urbana nella valle dell’Irno.
Valle dell’Irnodispersione urbana nei comuni confinanti, Salerno. Pellezzano.
Recente costruzione. Edilizia privata.
Valle dell’Irno, dispersione urbana nei comuni limitrofi, Cologna di Pellezzano,
costruzioni recenti.
Dispersione urbana nei comuni limitrofi, Capezzano di Pellezzano,
costruzioni recenti.
Valle dell’Irno, dispersione urbana nei comuni limitrofi, Capezzano di
Pellezzano, case a schiera recenti.
La rendita e la città senza regole
I problemi urbani delle città come Salerno sono noti: l’edificazione senza regole
compositive e senza rispettare la tecnica urbanistica. L’insediamento è il frutto
dell’avidità dei proprietari per sfruttare il profitto della rendita ma danneggiando
ambiente e collettività. Le regole di tecnica urbanistica prevedono corretti rapporti fra
aree stradali e lotti fabbricabili.
I problemi urbani delle città come Salerno sono noti: l’edificazione senza regole
compositive e senza rispettare la tecnica urbanistica. L’insediamento è il frutto
dell’avidità dei proprietari per sfruttare il profitto della rendita ma danneggiando
ambiente e collettività. Le regole di tecnica urbanistica prevedono corretti rapporti fra
aree stradali e lotti fabbricabili.
La rendita e la città senza regole
La rendita e la città senza regole
I problemi urbani delle città come Salerno sono noti: l’edificazione senza regole
compositive e senza rispettare la tecnica urbanistica. L’insediamento è il frutto
dell’avidità dei proprietari per sfruttare il profitto della rendita ma danneggiando
ambiente e collettività. Le regole di tecnica urbanistica prevedono corretti rapporti fra
aree stradali e lotti fabbricabili.
La rendita e la città senza regole
I problemi urbani delle città come Salerno sono noti: l’edificazione senza regole
compositive e senza rispettare la tecnica urbanistica. L’insediamento è il frutto
dell’avidità dei proprietari per sfruttare il profitto della rendita ma danneggiando
ambiente e collettività. Le regole di tecnica urbanistica prevedono corretti rapporti fra
aree stradali e lotti fabbricabili.
La rendita e la città senza regole
I problemi urbani delle città come Salerno sono noti: l’edificazione senza regole
compositive e senza rispettare la tecnica urbanistica. L’insediamento è il frutto
dell’avidità dei proprietari per sfruttare il profitto della rendita ma danneggiando
ambiente e collettività. Le regole di tecnica urbanistica prevedono corretti rapporti fra
aree stradali e lotti fabbricabili.
La rendita e la città senza regole
I problemi urbani delle città come Salerno sono noti: l’edificazione senza regole
compositive e senza rispettare la tecnica urbanistica. L’insediamento è il frutto
dell’avidità dei proprietari per sfruttare il profitto della rendita ma danneggiando
ambiente e collettività. Le regole di tecnica urbanistica prevedono corretti rapporti fra
aree stradali e lotti fabbricabili.
Salerno, insediamento urbano condizionato dalla rendita urbana
Copenaghen, insediamento urbano costruito con le regole di composizione urbana
Il consumo di suolo
80
84
Bibliografia di riferimento
• GIOVANNI GIANNATTASIO, La città cerca casa, Edizoni Kappa, Roma 1984
• GIOVANNI GIANNATTASIO, Salerno la città moderna, edizioni 10/17, Salerno 1995
• La città cancellata, in Campo Schede, a cura di Giovanni Giannatasio, Campo
editrice, Salerno 1983
• Il cinquantesimo libro sulla storia di Salerno, il meglio il più, a cura di G.B.
Spezzapan, Istituto Grafico Editoriale Italiano, Salerno 199?
• Fratte un insediamento etrusco-campano, a cura di A. Pontrandolfo e G. Greco,
FrancoCosimoPanini, Modena 1990
• GIOVANNI GIANNATTASIO, Un secolo in progetto, Campo editrice, Salerno 1983
• Dati demografici da www.istat.it
• Cartografia: Istituto Geografico Militare e GIS da googlearth da www.google.it
• PRG bozza 2000 e PIT da www.comune.salerno.it
• FRANCESCO FORTE, Il caso Capaccio-Paestum, la relazione di programma, in
quaderni del Centro Interdipartimentale di Ricerca in Urbanistica A.Calza Bini [6]
Unina Federico II, INU edizioni, Roma 2005
• S. OMBUEN, M. RICCI, O. SEGALINI, I Programmi Complessi, IlSole24ore, in
Gestione del Territorio collana a cura di Paolo Avarello, Milano, 2000
• Il territorio degli abitanti, società locali e autostenibilità, a cura di Alberto
Magnaghi, Dunod, Masson Milano 1998
• Città e nuovo welfare, l'apporto dell'urbanistica nella costruzione di un nuovo stato
sociale, a cura di Francesco Karrer e Manuela Ricci, Officina Edizioni, Roma 2003;

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Salerno storia e analisi

  • 1. 1 Gli strumenti necessari per conoscere la città aggiornamento 2019 (prima pubblicazione 2006) • La storia, la nascita ed il suo sviluppo, non solo urbano ma anche sociale, politico ed economico • Indagine storico-cartografica • Evidenziare le proprie risorse: storiche, culturali, ambientali, ed umane. • Conoscenza degli strumenti tecnico-giuridici per attuare la riqualificazione urbana e territoriale – Il diritto urbanistico – Le tecniche urbanistiche – Tecniche di governance e welfare urbano Appunti di Giuseppe Carpentieri http://peppecarpentieri.wordpress.com
  • 3. 3 La fondazione di Salerno • La testimonianza strabonea lascia a tutt’oggi divisi gli studiosi che posseggono pochi elementi per individuare il sito di Marcina di cui Strabone nota l’importanza strategica per la posizione e l’opulenza delle attività commerciali. Due opposte tendenze si sono costituite nel corso degli anni. Infatti secondo alcuni Marcina dovrebbe essere identificata o con Cava o con Vietri mentre certuni propendono per attribuire al sito di Fratte il toponimo Marcina. Di questo avviso ad esempio fu Vittorino Panebianco che diresse i Beni Culturali della Provincia di Salerno dal 1929 al 1980. Egli per avvalorare la propria teoria faceva notare che la misura dei 120 stadi olimpici corrisponderebbe si alla distanza tra Cuma e Vietri con lo scarto di solo due chilometri giustificabili facilmente con l’accrescimento in verticale del manto stradale ma non tiene conto ciò del fatto che in epoca etrusca non è documenta la presenza di una strada che attraverso la gola del torrente Bonea univa Cava a Salerno.
  • 4. 4
  • 7. allievo: Giuseppe Carpentieri 7 Colonie (città-stato) presenti nel periodo pre-romano; la provincia di Salerno, 1883 velia paestum irna picentia marcina nuceria pompei pixunte
  • 8. 8 La fondazione di Salerno • L’unica strada trovata in sito durante le investigazioni archeologiche fino ad ora risale all’età romana ed è allo stesso livello del corso del torrente menzionato pertanto non corrisponde alla strada statale esistente oggi che viene citata per la prima volta in documenti del XVI sec. d.C. Non solo il rinvenimento del sito di Fratte ha dimostrato che effettivamente si trattava di una città particolarmente importante e ciò invece non è al momento ancora documentabile sia per il sito di Cava che per quello vietrese. Altri studiosi hanno identificato l’area di Fratte con Irna questo ovviamente tenendo presente che il nome ricorda quello del fiume che attraversa Salerno. Questa attribuzione apparentemente logica è purtroppo anch’essa un’ipotesi di ricerca, per la documentazione che possediamo al momento
  • 9. 9 LA VIA REGIO-CAPUAM DA SALERNUM AD ANNI FORUM • IL TRATTO NUCERIA-SALERNUM • Il famoso Lapis Pollae indica le distanze dal Foro, cioè da S. Pietro di Polla (SA), in direzione Nord fino a Capua e, in direzione Sud, fino a Reggio. Da Polla, località S. Pietro, verso Nord, fino a Nocera: miglia 51, fino a Capua: miglia 84. Da Nocera a Capua intercorrono 33 miglia (M.P.84-5=miglia 33). Il Lapis Pollae, detto anche Elogium,sul tracciato viario Regio-Capuam, indica due stazioni: Nocera (miglia 51) e Capua (miglia 84), ma ignora la stazione intermedia di Salerno. Perchè? La stazione di Salerno, si noti, non è citata né dall’Anonimo Ravennate, né da Guidone. I due geografi indicano, d’accordo, lo stesso tracciato stradale che non tocca Salerno: Nocera-Avellino-Sele. Il primo, infatti, indica questa direttrice: Nuceria Constantia- Abellinon-Picentia; il secondo: Abellinum - Picensia - Silarum. Nel 131 a. C., Salerno, a distanza di 63 anni dalla sua fondazione, evidentemente non aveva ancora una mansio. La strada Regio-Capuam non attraversava Salerno, ma passava all’esterno della città per la frazione Fratte, che, si noti, ancora nel tardo Medioevo, era un nodo viario principale: Caput de strata. Salerno, fondata nel 194 a. C., nella fase iniziale dello sviluppo urbanistico, era collegata con un ramulus alla Regio-Capuam in località Fratte. Fondata nel 194 a. C., Salerno aveva soli 63 anni di vita, quando, nel 131 a. C., fu costruita la strada Regio-Capuam. Solo l’Itinerario di Antonino , datato al III sec. d. C., indica con esattezza che Salerno era attraversata dalla strada romana e che vi era una stazione interna in medio Salerno. Dopo ultimata la Regio-Capuam, evidentemente era stato costruito anche il
  • 10. allievo: Giuseppe Carpentieri 10 Cartografia IGM 1908, L’identità storica: i luoghi dei primi impianti urbani (VI-V sec. a. C.) Fratte (Irna?)cava Vietri (marcina?) Fiume Irno fuorni Probabile via Regio-Capuam Salerno romana Torrente Bonea Direzione nocera Insediamenti umani Età neolitica (1200 a.C. circa)
  • 11. allievo: Giuseppe Carpentieri 11 Vista saltellite (googlearth,GIS), «strada statale esistente oggi» Strada statale odierna Autostrada SA-NA Direzioni Roma-Avellino Direzione Reggio C. Vietri Cava De’Tirreni Insediamenti umani Età neolitica (1200 a.C. circa)
  • 12. allievo: Giuseppe Carpentieri 12 Linea di costa secondo il prof. A.R. Amarotta • Greci e Romani sono stati tra l'altro buoni costruttori di porti. Laddove le foci dei fiumi lo permettevano, con opere notevoli (tracce in opus reticolatum se ne ricavano anche oggi) essi costruivano porti interni e quando questi minacciavano l'interrimento, provvedevano (come hanno fatto a Velia) ad un collegamento via terra, ossia dietro la collina, mediante la cosidetta "tagliata". • Il Tirreno inferiore ha ampi golfi e baie lungo le coste, aperte, però, ai venti che spirano da sud-est (libeccio e maestrale) che provocano mareggiate e talvolta impediscono l'entrate delle navi nei porti, soprattutto se quest'ultimi hanno la bocca d'entrata rivolta ad est. • I porti del Tirreno inferiore hanno poca difesa dal mare. Sono per lo più artificiali. Questa è la ragione principale perché Greci e Romani scegliessero il sistema dei porti interni ai fiumi (come a Fratte di Salerno). • I rapidi fiumi (e torrenti) provocano l'insabbiamento dei porti. L'interrimento può essere provocato dalla risacca lungo le coste poco ampie e a ridosso della montagna franosa. • È strano a dirsi, ma tutte le città della costa tirrenica (compresa Salerno) avevano quindi due porti. Così Velia, Posidonia/Paestum, Picentia, Salerno ecc, l'uno all'est del centro abitato, l'altro ad ovest.
  • 13. 13 L’identità storica: Quartiere Fratte, ritrovamenti archeologici • I primi rinvenimenti che fissarono l'attenzione su Fratte risalgono agli anni 1927-29, quando fu portata alla luce una necropoli nella zona immediatamente di fronte all'edificio delle Cotoniere Meridionali, dove, già al momento della costruzione, agli inizi dell'800, erano stati trovati alcuni oggetti sporadici e fuori contesto. Cotoniere meridionali Area archeologica
  • 14. 14 L’identità storica: Fratte acropoli etrusco-sannitica (V-VI sec. A. C.) acropoli
  • 15. 15 Pianta del comune di Salerno, Ingg. Alfonso Di Gilio, Carlo Pannaini, 1867 Castello Arechi Fiume Irno torrente grancano Città antica
  • 16. 16 Studio e formazione del tessuto edilizio e della rete stradale dal 1867 al 1983 • Schemi infrastrutturali e sviluppo del centro urbanizzato • Confini fisici il fiume Irno, la fascia costiera ed il territorio (colline) Immagine odierna del lungomare
  • 17. 17 Studio e formazione del tessuto edilizio e della rete stradale dal 1867 al 1983 • Nel 1887, in conseguenza della necessità di risanare alcuni rioni del vecchio centro urbano, si pose il problema di ampliare la città lungo la fascia litoranea. Il problema di un nuovo sviluppo edilizio, particolarmente avvertito sin dalla fine del secolo scorso, coi primi anni del novecento tese ad acquistare nuova fisionomia e nuove dimensioni. Altrettanto alta era, però, soprattutto in alcune punte di riflessioni emergenti, la consapevolezza di utilizzare dei luoghi e degli spazi attraverso strumenti tecnico-legali adeguati alle esigenze già mature e a quelle prevedibili in prospettiva. • Lo studio verrà esposto con una serie di schemi-grafici dello sviluppo urbano • Esposizioni dei piani presentati all’Amministrazione, piani rispettati e disattesi
  • 18. 18 Nuova pianta-guida della città anonimo, inizi ‘900
  • 19. 19 La formazione del tessuto edilizio e della rete stradale stato di fatto al 1867
  • 20. 20 La formazione del tessuto edilizio e della rete stradale stato di fatto al 1910
  • 21. 21 La formazione del tessuto edilizio e della rete stradale stato di fatto al 1935
  • 22. 22 La formazione del tessuto edilizio e della rete stradale stato di fatto al 1945
  • 23. 23 La formazione del tessuto edilizio e della rete stradale stato di fatto al 1983
  • 24. 24 I piani di espansione: superamento del fiume Irno, la zona orientale e sviluppo sulle colline • Piano regolatore del nuovo rione orientale, ingg. Ernesto Donzelli, Nicola Cavaccini, 1915 • Piano regolatore di ampliamento della città e spostamento della ferrovia, Ing. Camillo Guerra, 1934 • Piano regolatore e di ampliamento, Arch. Alberto Calza-Bini, 1936 • Piano di ricostruzione Arch. Alfredo Scalpelli, 1945 • Programma di fabbricazione annesso al regolamento edilizio, 1954 • Piano regolatore generale Archh. Plinio Marconi, Alfredo Scalpelli, Ing. Antonio Marano, 1958
  • 25. 25 I piani di espansione: superamento del fiume Irno, la zona orientale e sviluppo sulle colline • A Salerno, nel 1887, l’ingegnere Enrico Amaturo consegnava all’Amministrazione Comunale uno “studio di bonifica dei due rioni Fornelle e San Giovanniello” nel tentativo di dare una risposta ai problemi sorti con il considerevole sviluppo demografico di quegli anni. La necessità di un ampliamento della città e dell’eliminazione dei vani malsani del vecchio centro storico erano, in quello studio, punti di fondamentale ispirazione e strettamente correlati sul piano delle prospettive. Soltanto nel 1922 il Piano viene approvato definitivamente. E’ il primo strumento urbanistico che dà l’avvio alla storia urbana “moderna” di Salerno e fa riferimento a un nuovo disegno della città senza alcuna connessione con il vecchio centro urbano. Contemporaneamente, per effetto di un considerevole sviluppo demografico che porta la città dai 27.000 abitanti del 1871 ai 54.000 del 1921 ed ai 70.000 del 1932, il centro urbano comincia ad assumere ruoli e funzioni diversi rispetto al vasto territorio provinciale. Le nuove “forme rappresentative” della città industriale ormai, generalmente in espansione, trovano anche qui il luogo fertile della ricerca e l’affermazione di connotati storicamente e socialmente cambiati. Le trasformazioni introdotte con l’approvazione del piano Donzelli-Cavacccini, da un lato rispondono alle esigenze di espansione e di ampliamento della città mentre dall’altro comportano anche un’ulteriore accentuazione della bipolarità “centro antico-parte nuova”. Si tratta, in particolare, degli interventi sui nuovi assi stradali, che rappresentano anche le nuove direttrici di sviluppo.
  • 26. 26 Piano regolatore del nuovo rione orientale, ingg. Ernesto Donzelli, Nicola Cavaccini, 1915. (modello garden city, mai rispettato) Fiume irno stazione
  • 27. 27 Piano regolatore di ampliamento della città e spostamento della ferrovia, Ing. Camillo Guerra, 1934 (spostamento della stazione centrale, mai realizzato) Nuova stazione Nuova espansione Vecchia stazione
  • 28. 28 Piano regolatore e di ampliamento, Arch. Alberto Calza- Bini, 1936 Nuova espansione Fiume Irno Area portuale Centro Castello Area ferrovia Parte del PRG mai realizzata
  • 29. 29 Programma di fabbricazione annesso al regolamento edilizio, 1954
  • 30. 30 Salerno, una città da non costruire • Da questa ipotesi si passa ad un ‹‹concreto progetto di risanamento››, in linea anche con la politica di regime, il Podestà Manlio Serio affida ‹‹l’incarico di procedere alla compilazione di un organico piano regolatore›› ad un noto professionista romano, il prof. on. Arch. Albero Calza-Bini. Il piano regolatore e di risanamento della città esistente, come è detto nella relazione del progettista, si attua soprattutto con demolizioni, ‹‹diradamenti ed allargamenti››. Con deliberazione podestarile n. 1335, venne approvato il 17 novembre 1937, ma in seguito a moltissimi ‹‹reclami dei quali la maggior parte furono riconosciuti fondati, in quanto il progetto del piano presentava, effettivamente, della lacune››, il Sindaco avv. Silvio Baratta nomina una commissione di tecnici per gli ‹‹studi diretti a rivedere, completare ed integrare… il piano regolatore compilato dall’architetto Alberto Calza-Bini››. • Nel 1953 per attuare tale politica L’Amministrazione decide di procedere con il Piano Regolatore e affida l’incarico per la redazione all’architetto Plinio Marconi ‹‹con l’assistenza e con la collaborazione dell’ing.dott. Luigi De Angelis e dell’ing.dott. Antonio Marano››.
  • 31. 31 Piano regolatore generale Archh. Plinio Marconi, Alfredo Scalpelli, Ing. Antonio Marano, 1958 Nuova espansione Autostrada SA-NA
  • 32. 32 Localizzazione delle aree interessate da edilizia residenziale pubblica e agevolata, anni ‘60 Piano di zona (L. 167/62) Piano di zona (L. 219/81) Piano di ricostruzione (piano Scalpelli/45)
  • 34. 34 studi di previsione per il nuovo PRG, fonte: www.comune.salerno.it • Nel 1998 l’Amministrazione affidò al CENSIS l’incarico di uno studio sui bisogni futuri della città in collaborazione con la fondazione Carisal- Sichelgaita di Salerno ed il supporto dell’ufficio di piano che consentì di censire le strutture sociali sul territorio. • Nel 2000 la fondazione presentò il progetto “Salerno città europea” dove si presenta un’analisi del sistema economico, con lo scopo di simulare la ricaduta degli interventi che possono essere attuati dal Comune di Salerno per il miglioramento della dotazione infrastrutturale e di servizi. • Dimensionamento del piano – fabbisogni residenziali e non residenziali e proiezioni al 2009 – La relazione fa affidamento su una base demografica di 149000 abitanti (2000) e stima che nel 2009 vi sarà una popolazione di circa 178700 unità. – Fabbisogno residenziale di 3900 alloggi pari a 375000 mq solaio lordo (deficit standard) – Fabbisogno decennale fra 8700 e 12000 alloggi pari a 740.000 e 1.020.000 mq di superficie lorda – Per il PRG in totale il dimensionamento varia da 1.115.000 a 1.395.000 mq di s.l.
  • 35. 35 Alcuni dati statistici, fonte: ISTAT • Sup. ter. Provinciale: 4922,55 kmq – Popolazione ’92: 1.066.601 – Popolazione ’99: 1.092.034 – Popolazione ’04: 1.082.775 • Superficie territorio comunale: 59,22 kmq • Andamento demografico a Salerno negli anni dal 1871 al 2005 • 1871 abitanti 27.759 • 1881 abitanti 30.771 • 1901 abitanti 41.964 • 1911 abitanti 46.686 • 1921 abitanti 53.518 • 1932 abitanti 67.686 • 1941 abitanti 77.172 • 1951 abitanti 90.875 • 1954 abitanti 95.238 • 1961 abitanti 123.391 • 1971 abitanti 155.496 • 1981 abitanti 157.243 • 1991 abitanti 148.932 • 1999 abitanti 142.099 • 2001 abitanti 144078 • 2005 abitanti 135681 Indicatori ambientali urbani a Salerno • Abitanti per km² 2402,5 (densità di popolazione), nell’anno 2000 • Abitanti per km² 2342,1 (densità di popolazione), nell’anno 2001 • Abitanti per km² 2291,1 (densità di popolazione), nell’anno 2005 46.686 53.518 67.686 77.172 90.875 95.238 155.496 157.243 148.932 142.099 144.078 135.681 123.391 0 20.000 40.000 60.000 80.000 100.000 120.000 140.000 160.000 180.000 1911 1921 1932 1941 1951 1954 1961 1971 1981 1991 1999 2001 2005
  • 36. 36 Incongruenze fra ISTAT e studio del nuovo piano • Lo studio del CENSIS e della fondazione Sichelgaita si basa su fonti demografiche diverse dall’ISTAT: • 1981 abitanti 157.243 • 1991 abitanti 148.932 • 1999 abitanti 142.099 • 2001 abitanti 144.078 • Marzo 2005 abitanti 135.681 • L’ISTAT denota una tendenza al calo demografico Invece l’Amministrazione dice che nel 2000 vi sono circa 149.000 abitanti e che la popolazione aumenterà. Con ciò consente un aumento delle superfici e dei volumi da realizzare sul territorio comunale.
  • 37. 37
  • 38. 38
  • 39. 39
  • 41. Problemi urbani • Salerno non è più la città dentro i propri confini amministrativi. Salerno è una struttura urbana costituita da 11 comuni con le proprie conurbazioni vallive, piane e collinari. • Nell’attuale Salerno coesistono due modelli: la compattezza e la dispersione. • Nelle aree centrali troviamo affollamento, alta densità, carenza di servizi con disordine urbano e uso intensivo del territorio. L’eccessiva concentrazione di servizi, l’alta densità e l’assenza di alternative favoriscono l’affollamento, e così gli abitanti della struttura urbana si spostano con mezzi privati favorendo l’aumento dell’inquinamento. • Nella zone periurbane e rururbane troviamo disordine urbano, dispersione e assenza di servizi adeguati (disuguaglianze territoriali). 41
  • 43. Sistemi locali specializzazione produttiva, Fonte ISTAT
  • 44. Consumo di suolo nei sistemi locali, Fonte ISTAT
  • 45. Sistemi locali densità popolazione, Fonte ISTAT
  • 46. Sistemi locali vocazione culturale, Fonte ISTAT
  • 47. Salerno e la sua area funzionale
  • 48. Salerno e il suo ambito identitario, fonte Ptcp 2012.
  • 49. Salerno e il suo sistema urbano, fonte Ptcp 2012.
  • 50. 50Sintesi piano delle identità Fonte PTCP 2012
  • 51. Il centro storico con l’impianto urbano di eredità medioevale con alta densità, e una forma intricata a grana grossa.
  • 52. Salerno e la sua espansione moderna a grana media, prima del DM 1444/68.
  • 53. Salerno e la sua espansione contemporanea con forme aperte in parte avvenuta prima del DM 1444/68 Periurbano collinare Periurbano collinare Periurbano collinare
  • 54. Lo sprawl sulle colline, il colle Bellaria (Sala Abbagnano) e la dispersione sul Versante a Nord Brignano Periurbano collinare Periurbano collinare Periurbano collinare
  • 55. Lo sprawl sulle colline, il colle Bellaria (Sala Abbagnano) e la dispersione sul versante a Nord, Casa Manzo e Brignano. Anni ‘70, ‘80 e ‘90. Edilizia privata.
  • 56. Le prime forme di dispersione urbana, il Carmine alto con via Calenda, la Mennola, via Seripando. Anni ‘70 e ‘80. Edilizia privata.
  • 57. Le prime forme di dispersione urbana via Seripando e la Mennola. Edilizia privata.
  • 58. Disordine urbano e dispersione in collina, Matierno e Cappelle, inizio anni ’80 e anni ’90. Edilizia pubblica e agevolata.
  • 59. Disordine urbano e dispersione in collina, Cappelle. Edilizia agevolata.
  • 60. Disordine urbano e dispersione in zona Monticelli e Fuorni. Edilizia agevolata e privata.
  • 61. Dispersione urbana in zona Monticelli, espansioni recenti.
  • 62. Disordine e dispersione urbana in zona stadio Arechi
  • 63. Disordine urbano e dispersione in zona Brignano. Insediamenti recenti. Edilizia privata.
  • 64. Rurbano e dispersione urbana sulle colline di Salerno, località Piegolelle. Anni ’70 e ‘80.
  • 65. Rurbano e dispersione urbana nei comuni viciniori , San Mango Piemonte, località Monticelli e campo Maiuri. Insediamenti recenti. Edilizia agevolata e privata.
  • 66. Rosso insediamenti fino 1871 Marrone chiaro 1872-1956 Grigio epoca moderna Giallo insediamenti più recenti Blu insediamenti speciali Viola insediamenti produttivi
  • 67. Dispersione urbana nella valle dell’Irno.
  • 68. Dispersione urbana nella valle dell’Irno.
  • 69. Valle dell’Irnodispersione urbana nei comuni confinanti, Salerno. Pellezzano. Recente costruzione. Edilizia privata.
  • 70. Valle dell’Irno, dispersione urbana nei comuni limitrofi, Cologna di Pellezzano, costruzioni recenti.
  • 71. Dispersione urbana nei comuni limitrofi, Capezzano di Pellezzano, costruzioni recenti.
  • 72. Valle dell’Irno, dispersione urbana nei comuni limitrofi, Capezzano di Pellezzano, case a schiera recenti.
  • 73. La rendita e la città senza regole I problemi urbani delle città come Salerno sono noti: l’edificazione senza regole compositive e senza rispettare la tecnica urbanistica. L’insediamento è il frutto dell’avidità dei proprietari per sfruttare il profitto della rendita ma danneggiando ambiente e collettività. Le regole di tecnica urbanistica prevedono corretti rapporti fra aree stradali e lotti fabbricabili.
  • 74. I problemi urbani delle città come Salerno sono noti: l’edificazione senza regole compositive e senza rispettare la tecnica urbanistica. L’insediamento è il frutto dell’avidità dei proprietari per sfruttare il profitto della rendita ma danneggiando ambiente e collettività. Le regole di tecnica urbanistica prevedono corretti rapporti fra aree stradali e lotti fabbricabili. La rendita e la città senza regole
  • 75. La rendita e la città senza regole I problemi urbani delle città come Salerno sono noti: l’edificazione senza regole compositive e senza rispettare la tecnica urbanistica. L’insediamento è il frutto dell’avidità dei proprietari per sfruttare il profitto della rendita ma danneggiando ambiente e collettività. Le regole di tecnica urbanistica prevedono corretti rapporti fra aree stradali e lotti fabbricabili.
  • 76. La rendita e la città senza regole I problemi urbani delle città come Salerno sono noti: l’edificazione senza regole compositive e senza rispettare la tecnica urbanistica. L’insediamento è il frutto dell’avidità dei proprietari per sfruttare il profitto della rendita ma danneggiando ambiente e collettività. Le regole di tecnica urbanistica prevedono corretti rapporti fra aree stradali e lotti fabbricabili.
  • 77. La rendita e la città senza regole I problemi urbani delle città come Salerno sono noti: l’edificazione senza regole compositive e senza rispettare la tecnica urbanistica. L’insediamento è il frutto dell’avidità dei proprietari per sfruttare il profitto della rendita ma danneggiando ambiente e collettività. Le regole di tecnica urbanistica prevedono corretti rapporti fra aree stradali e lotti fabbricabili.
  • 78. La rendita e la città senza regole I problemi urbani delle città come Salerno sono noti: l’edificazione senza regole compositive e senza rispettare la tecnica urbanistica. L’insediamento è il frutto dell’avidità dei proprietari per sfruttare il profitto della rendita ma danneggiando ambiente e collettività. Le regole di tecnica urbanistica prevedono corretti rapporti fra aree stradali e lotti fabbricabili.
  • 79. Salerno, insediamento urbano condizionato dalla rendita urbana Copenaghen, insediamento urbano costruito con le regole di composizione urbana
  • 80. Il consumo di suolo 80
  • 81.
  • 82.
  • 83.
  • 84. 84 Bibliografia di riferimento • GIOVANNI GIANNATTASIO, La città cerca casa, Edizoni Kappa, Roma 1984 • GIOVANNI GIANNATTASIO, Salerno la città moderna, edizioni 10/17, Salerno 1995 • La città cancellata, in Campo Schede, a cura di Giovanni Giannatasio, Campo editrice, Salerno 1983 • Il cinquantesimo libro sulla storia di Salerno, il meglio il più, a cura di G.B. Spezzapan, Istituto Grafico Editoriale Italiano, Salerno 199? • Fratte un insediamento etrusco-campano, a cura di A. Pontrandolfo e G. Greco, FrancoCosimoPanini, Modena 1990 • GIOVANNI GIANNATTASIO, Un secolo in progetto, Campo editrice, Salerno 1983 • Dati demografici da www.istat.it • Cartografia: Istituto Geografico Militare e GIS da googlearth da www.google.it • PRG bozza 2000 e PIT da www.comune.salerno.it • FRANCESCO FORTE, Il caso Capaccio-Paestum, la relazione di programma, in quaderni del Centro Interdipartimentale di Ricerca in Urbanistica A.Calza Bini [6] Unina Federico II, INU edizioni, Roma 2005 • S. OMBUEN, M. RICCI, O. SEGALINI, I Programmi Complessi, IlSole24ore, in Gestione del Territorio collana a cura di Paolo Avarello, Milano, 2000 • Il territorio degli abitanti, società locali e autostenibilità, a cura di Alberto Magnaghi, Dunod, Masson Milano 1998 • Città e nuovo welfare, l'apporto dell'urbanistica nella costruzione di un nuovo stato sociale, a cura di Francesco Karrer e Manuela Ricci, Officina Edizioni, Roma 2003;