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Franco Brugnola
franco.brugnola@gmail.com
LE DISUGUAGLIANZE
NELL’ASSISTENZA SANITARIA
DEL LAZIO –IL CASO LATINA,
ALCUNE PROPOSTE PER
RIMUOVERLE
COSTITUZIONE DELLA REPUBBLICA ITALIANA
ART. 3
È compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine
economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e
l’eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della
persona umana e l’effettiva partecipazione di tutti i lavoratori
all’organizzazione politica, economica e sociale del Paese.
ART.32
La Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto
dell’individuo e interesse della collettività, e garantisce cure
gratuite agli indigenti.
Con l’approvazione della legge 833/78 finalmente, dopo
trent'anni veniva data attuazione all'art. 32 della Costituzione
mirando ad eliminare le disuguaglianze stabilendo che «La
Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell’individuo e
interesse della collettività, e garantisce cure gratuite agli indigenti».
Il Servizio Sanitario Nazionale era volutamente:
Universale: copriva tutta la popolazione;
Egualitario: tutti i cittadini trattati nello stesso modo, senza
differenza di censo o di occupazione;
Globale: attraverso l’unicità della prevenzione, della cura e della
riabilitazione;
Territoriale: erano assicurati il coordinamento tra ospedale e
territorio e prestazioni vicine agli utenti.
La successiva aziendalizzazione del SSN voluta dal governo
Amato (ministro della sanità De Lorenzo) con i D.lgs 502/92,
corretto poi dal governo Ciampi con il D.lgs 517/93 ha devoluto
potere e responsabilità alle regioni esautorando di fatto i
Comuni da gran parte delle competenze.
Alcune correzioni sono state apportate dal ministro Bindi con il
D.lgs 229/99 ma la gran parte dei Sindaci non ne approfitta per
difendere i cittadini.
L’ AZIENDALIZZAZIONE HAAUMENTATO
I COSTI E ALLONTANATO LA GESTIONE
DAI CITTADINI
In base ad un recente rapporto
dell’ Organization for Economic Co-
operation and Development (OECD-
OCSE) la speranza di vita in Italia è
fra le più alte d’Europa.
La spesa sanitaria è inferiore
alla media dell’ OCSE.
I tassi di obesità sono alti fra gli
adolescenti; il consumo di alcolici, la
percentuale di fumatori abituali e
l’inquinamento atmosferico sono
superiori alla media OCSE.
Si prescrivono troppi antibiotici.
Secondo l’OCSE il problema
delle disuguaglianze acquista
maggiore gravità tra gli anziani,
con particolare riguardo
all’accesso all’assistenza sanitaria,
sono destinate ad aumentare a
causa della riforma pensionistica,
della situazione economica nonché
a motivo del livello di istruzione.
Molto possono fare le regioni.
Secondo il rapporto 2017
del Consorzio Universitario
per la Ricerca Economica
Applicata in sanità sempre
più famiglie sono costrette
a limitare le spese
sanitarie.
Il 75,5% dei nuclei familiari è dovuto
ricorrere al pagamento diretto delle
spese sanitarie, raggiungendo un livello
del 25% di spesa del totale.
Ben 4, 4 milioni di famiglie, pari al
17,7% per motivi economici non si sono
curate o sono state costrette a
rinunciare ad accertamenti diagnostici,
mentre oltre un milione di famiglie è
stato costretto ad abbandonarle del
tutto.
FONTE:CREASANITÀ
FONTE:CREASANITÀ
2008
2009
2010
2011
2012
2013
2014
2015
2016
2017
2018
8,500,000
9,000,000
9,500,000
10,000,000
10,500,000
11,000,000
QUOTA FSN
QUOTA DEL FONDO SANITARIO NAZIONALE 2018
RICONOSCIUTAALLA REGIONE LAZIO
Per l’anno 2018
sono stati assegnati
€ 10.621.542.541
Circa € 1800 a testa
L’Italia ha un’aspettativa di vita alla
nascita di 85,0 anni per le donne e
80,6 per gli uomini.
La speranza di vita residua a 65 anni
(18,9 anni per gli uomini e 22,2 per le
donne) è più elevata di un anno
rispetto alla media EU, ma quella di
vita in buona salute è di 7,8 per gli
uomini e di 7,5 per le donne; la media
europea è di 9,4 per entrambi i sessi
AUMENTA L’ETA’ MEDIA MA NON LA SPERANZA DI
VITA IN BUONA SALUTE
GLI ANZIANI
E IL RICORSO AI
RICOVERI
 I ricoveri degli anziani >65 sono
aumentati solo dell’1,9% e si sono ridotti
i ricoveri di circa 500.000 unità rispetto
alle attese.
 Gli anziani oltre i 75 anni sono
aumentati del 28%; i ricoveri sono
diminuiti del 7,3
 È diminuita la degenza media;
 È diminuita la mortalità ospedaliera;
 Il costo della spesa ospedaliera per gli
anziani è diminuito di 122 milioni
Meno
65 96.5
Oltre
65 13.5
POPOLAZIONE
Caravaggio:Setteoperedimisericordia»,Napoli
In occasione del
40°anniversario della
istituzione del SSN occorre
invertire questo
processo di progressivo
degrado respingendo gli
attacchi degli interessi privati,
modificando la legge regionale
e coinvolgendo gli utenti che
devono essere parte attiva di
questa azione.
ELIMINARE LE
DISUGUAGLIANZE
• Distanze, orografia
• Mobilità
• Sociali
• Economiche
• Età
• Culturali
ACCELERARE
L’ATTUAZIONE:
• Dell’assistenza
territoriale di
prossimità
• Della presa in cura
della cronicità
• Del potenziamento
della rete
• Del Fascicolo
Sanitario
Elettronico
• Della shared care
UN’ASSISTENZA
• Personalizzata
• Predittiva
• Preventiva
• Partecipata
PIÙ POTERE AI COMUNI
Occorre rafforzare il ruolo dei Comuni previsto
dalla lettera e) del comma 2sexies dell’art. 2
del D.lgs 229/1999, dando loro più voce in
capitolo rispetto ai Direttori generali sulla
programmazione dei servizi, sulla
pianificazione delle strutture dell’assistenza
territoriale e sulla valutazione dei risultati.
PIÙ POTERE AL POPOLO
La regione Lazio di recente ha approvato due
leggi importanti per la tutela dei
cittadini/utenti:
 La legge 7 marzo 2016, n. 1, recante
disposizioni per favorire la conciliazione nelle
controversie sanitarie;
La legge 25 maggio 2016 n. 6 con cui sono
state introdotte nuove disposizioni a tutela
degli utenti ed è stato istituito il Consiglio
regionale dei consumatori e degli utenti.
Non è sufficiente
VALUTAZIONE DELLA QUALITA’ DEGLI INTERVENTI E
DEI SERVIZI DEL SISTEMA INTEGRATO
L’art. 61 della L.R. 11/2016 stabilisce che i cittadini utenti
possono presentare reclami in materia di funzionamento e qualità
dei servizi anche tramite gli istituti di patronato e di assistenza
sociale.
La Giunta regionale individua con propria deliberazione modalità
e criteri per la partecipazione dei cittadini al controllo della
qualità degli interventi e dei servizi anche attraverso i patronati
sindacali.
Anche questo non è sufficiente
PARTECIPAZIONE DEI CITTADINI ALLA VALUTAZIONE
DEI DIRIGENTI : ARTT. 7, 8 E 19 BIS DEL D.LGS 150/2009
 I cittadini, anche in forma associata, partecipano al processo di
misurazione delle performance organizzative, anche comunicando
direttamente all'Organismo Indipendente di Valutazione il proprio
grado di soddisfazione per le attività e per i servizi erogati,
secondo le modalità stabilite dallo stesso Organismo.
 La ASL deve adottare sistemi di rilevazione del grado di
soddisfazione degli utenti sul conseguimento di obiettivi collegati
ai bisogni e alle esigenze della collettività, favorendo ogni più
ampia forma di partecipazione e collaborazione dei cittadini.
 I risultati della rilevazione del grado di soddisfazione dei soggetti
sono pubblicati, con cadenza annuale, sul sito web.
AUMENTARE LA PREVENZIONE
Il Piano Regionale della Prevenzione 2014-2018 prevede:
 Promozione di stili di vita salutari nella popolazione generale per
guadagnare salute nel Lazio
 Prevenzione e controllo delle malattie croniche non trasmissibili (MCNT) a
maggior rilevanza quali malattie cardiovascolari, tumori, diabete e
conseguenze dei disturbi neurosensoriali congeniti
 Promozione della salute e del benessere nelle scuole
 Prevenzione degli incidenti domestici e stradali
 Prevenzione degli infortuni sul lavoro e delle malattie professionali
 Ambiente e salute
 Prevenzione e controllo delle malattie infettive
 Sicurezza alimentare e sanità pubblica veterinaria
ELIMINARE L’ESTERNALIZZAZIONE DEI SERVIZI
La Regione deve affrontare con decisione il problema della
privatizzazione della sanità su tutti i fronti:
 Riduzione posti letto accreditati;
 Riduzione specialistica accreditata;
 Riduzione servizi economali esternalizzati (pulizie, lavanderie,
cucine, guardiania, ecc.) e riassunzione in gestione diretta;
 Produzione diretta di farmaci generici in laboratori
centralizzati
ELIMINARE LA DEFISCALIZZAZIONE DELLE
ASSICURAZIONI PRIVATE
In questi ultimi anni il Governo ha favorito il sistema delle
assicurazioni per l’assistenza sanitaria integrativa mediante la
defiscalizzazione delle polizze.
Di recente è stato defiscalizzato anche il welfare aziendale.
Si tratta di politiche che minano l’universalità del Servizio
Sanitario Nazionale e che vanno contrastate a tutti i livelli.
BLOCCARE LA DERIVA CORPORATIVA DEL SSN
Secondo il Rapporto 2017 «Welfare
Index PMI» che analizza oltre
3.400 imprese indagando quali
progetti di welfare integrato hanno
avviato, il 47% delle aziende ha
intrapreso almeno un’iniziativa
nell’ambito della sanità integrativa,
con una crescita dell’8% rispetto
all’anno scorso.
Territorio:
 33 Comuni
 2.250 kmq
Popolazione
 574.891 di cui
il 20,5% anziani
ASL LATINA
LE DISUGUAGLIANZE NELLA PROVINCIA DI LATINA
La progressiva chiusura degli ospedali non accompagnata
contestualmente dall’attivazione di servizi di assistenza
territoriale, unita alla crisi economica e all’aumento dell’età della
popolazione ha creato delle profonde disuguaglianze tra i
cittadini della provincia di Latina e quelli delle province del nord
Italia per quanto riguarda l’accesso alle visite e alle prestazioni
sanitarie.
Una ulteriore fonte di disuguaglianza si è creata rispetto
agli utenti della Capitale dove è concentrata la presenza di
strutture ad alta specializzazione.
Il riparto del FSR avviene in primo luogo mettendo da parte
le somme necessarie per le aziende ospedaliere, i policlinici
universitari, gli IRCCS, l’IZS, ecc. poi attraverso il meccanismo
cosiddetto della «quota capitaria pesata», chiamato così perché in
esso ogni cittadino non ha peso “uno” (come nel metodo della
«quota capitaria secca»), ma ha un peso variabile in base all’età e
ad altri fattori di rischio per la salute e in base al quale viene
assegnato il finanziamento a ciascuna ASL per l’erogazione dei
livelli essenziali di assistenza (LEA).
IL RIPARTO DEL FONDO SANITARIO REGIONALE
ELENCO POLICLINICI, IRCCS ECC.:
 Policlinico Tor Vergata
 Policlinico Umberto I
 IRCCS Spallanzani
 IRCCS I.F.O. (Regina Elena e San Gallicano)
 IRCCS I.N.R.C.A.
 Azienda Ospedaliera Sant’Andrea
 Azienda ospedaliera San Camillo Forlanini
 Azienda Ospedaliera San Giovanni Addolorata
 ARES 118
 IZS Lazio e Toscana
 ARPA Lazio
STRUTTURE PUBBLICHE
ELENCO POLICLINICI, IRCCS ECC.:
 Policlinico Gemelli
 Campus Biomedico
 St.Camillus International University of health sciences
 IRCCS I.D.I.
 IRCCS Fondazione Bietti
 IRCCS Bambino Gesù
 IRCCS San Raffaele Pisana
 IRCCS Santa Lucia
STRUTTURE PRIVATE
0 500,000,000 1,000,000,0001,500,000,0002,000,000,0002,500,000,000
ASL ROMA1
ASL ROMA2
ASL ROMA3
ASL ROMA4
ASL ROMA5
ASL ROMA6
ASL VT
ASL FR
ASL RI
ASL LATINA
FSR QUOTA INDISTINTA
0 200,000 400,000 600,000 800,000 1,000,000 1,200,000 1,400,000
ASL ROMA1
ASL ROMA2
ASL ROMA3
ASL ROMA4
ASL ROMA5
ASL ROMA6
ASL VT
ASL FR
ASL RI
ASL LATINA
POPOLAZIONE
ASL ROMA1
ASL ROMA2
ASL ROMA3
ASL ROMA4
ASL ROMA5
ASL ROMA6
ASL VT
ASL FR
ASL RI
ASL LATINA
0
200
400
600
800
1000
1200
1400
1600
1800
2000
1815.35
1893.63
1448.59
QUOTA CAPITARIA PESATA PER ASL
Dati estratti dalla versione sintetica del bilancio pubblicata sul sito web
ASL LATINA – BILANCIO DI PREVISIONE 2017
COSTIENTRATE
TOTALE: 961.116.810
Contributi /esercizio 875.105.668
Ricavi prest.sanitarie 73.004.516
Ticket 6.374.981
Contributi c/capitale 11.556.158
TOTALE: 941.652.224
Personale: 180.927.675
Acquisto servizi: 599.813.371
Acquisto di beni 126.233.513
Oneri diversi 2.328.449
TREND PERSONALE DIPENDENTE
Il personale a tempo non indeterminato al IV° trimestre 2017 era di 654 unità
Fonte:ContoAnnualeeAttoAziendale2017
3200
3300
3400
3500
3600
3700
3800
2000 2017
3765
3426
Rapporto del registro Tumori della provincia di Latina 2006-2010
ALCUNI DATI EPIDEMIOLOGICI
In al rapporto del Ministero della salute, la
Regione Lazio si colloca al 10° posto e
risulta adempiente con alcune criticità:
 Copertura vaccinale bambini a 24 mesi;
 Numero posti equivalenti residenziali in
strutture per disabili;
 Numero posti residenziali assistenza disabili. Fonte Relazione Comitato LEA
Ministero della salute 2017
Lo Stato d’intesa con le regioni definisce i Livelli Essenziali di
Assistenza che indicano l’insieme di tutte le prestazioni, i servizi e
attività che i cittadini hanno diritto di ottenere dal SSN e ne verifica lo
stato di attuazione.
I LIVELLI ESSENZIALI DI ASSISTENZA
I NUOVI STANDARD OSPEDALIERI
Con il Decreto n. 70 del 2 aprile 2015 il Ministro
Lorenzin e il Ministro Padoan hanno approvato un
regolamento recante i nuovi standard qualitativi, strutturali,
tecnologici e quantitativi relativi all’assistenza ospedaliera
in base al quale le regioni entro tre mesi hanno dovuto, tra
l’altro, ridurre la dotazione di posti letto ad un livello non
superiore a 3,7 p.l. per mille abitanti, compreso uno 0,7 per
la riabilitazione e la lungo degenza post acuzie.
LA RETE OSPEDALIERA PER ACUTI
2000
H Pubblici 1.498 PL
Cori, Latina, Sezze, Priverno, Gaeta,
Formia, Minturno
Case di cura 1.145 PL
Totale provincia 2.643 PL
Rapporto pubblico privato:
Il pubblico era il 57% del totale
2018
H Pubblici 777 + 119 DH
Latina, Terracina-Fondi, Formia
Case di cura 757 + 10 DH
Riabilitazione 228
Totale provincia 1.630 PL
Dovrebbero essere 2.130 PL
Rapporto pubblico privato:
Il pubblico è circa il 50% del totale
Fonte:AttoaziendaledellaASL
Standard ex DM 70/2015 = 3,7x 574.891 abitanti
Cori
LA RETE DELL’EMERGENZA URGENZA
Il D.I. n.70/2015 prevede anche il funzionamento della
rete dell’emergenza-urgenza che opera attraverso le
Centrali operative del 118, la rete territoriale di
soccorso come Punti di Primo Intervento (PPI) e la
rete ospedaliera con servizi di Pronto Soccorso ed I
Dipartimenti di emergenza (Allegato I, punto 9.1.5.)
I PUNTI DI PRIMO INTERVENTO
Il sistema di emergenza urgenza è ancora basato su quello
approvato dalla Regione nel ‘94, senza tener conto che nel
frattempo sono stati chiusi molti degli ospedali che
assicuravano una pronta risposta in molti casi, eliminando
conseguentemente altrettanti posti di Pronto Soccorso che sono
stati momentaneamente sostituiti da Punti di Primo Intervento, a
loro volta minacciati costantemente di chiusura a causa del
famoso D.I. 70/2015.
In molti casi non si è in grado di rispettare lo standard di un
intervento entro 8 minuti nelle aree urbane.
PAZIENTE
DAY
HOSPITAL
CASA
DELLA
SALUTE
AMBULATORIO
OSPEDALE
ASSISTENZA
DOMICILIARE
INTEGRATA
VOLONTARI
IL PAZIENTE CRONICO
AL CENTRO DI UN
SISTEMA INTEGRATO
In Italia le persone affette da
patologie croniche sono il 37,9 %,
Nel Lazio sono il 38,7 %.
Molti anziani (20,6 % c.a. ) sono
affetti da più patologie croniche.
PATOLOGIE CRONICHE
Diabete
Ipertensione
Asma BPCO
Artrosi Artrite
Osteoporosi
Malattie del cuore
Malattie allergiche
Disturbi nervosi
Ulcera
0
2
4
6
8
10
12
14
16
18
1
Condivisione
Protocolli
PDTA
Linee guida
(Evidence
based practice)
Monitoraggio
Misurabilità
Modificabilità
I PERCORSI
DIAGNOSTICO
TERAPEUTICI
ASSISTENZIALI
L’assistenza territoriale si basa sul principio della presa in
carico del paziente cronico per la cura della criticità.
I PDTA sono piani interdisciplinari di cura creati per
rispondere a bisogni complessi di salute del cittadino e
rappresentano l’insieme organizzato delle risorse erogate in base
ad una strategia condivisa tra tutte le componenti sanitarie e
permettono di individuare i ruoli e le competenze di ciascuno.
Le attività associate ad ognuno dei soggetti coinvolti si basano
su profili di cura codificati che vanno dalla diagnosi di trattamento
fino al follow-up del paziente cronico.
I PERCORSI DIAGNOSTICO TERAPEUTICI
ASSISTENZIALI (PDTA)
PUA
PUNTO UNICO DI ACCESSO
CITTADINI
U.O. OSPEDALIERE
SERVIZI SOCIALI
COMUNALI
SERVIZI TERRITORIALI
E RESIDENZIALI
FAMIGLIE
ALTRE
STRUTTURE
DI RICOVERO
MMG
VOLONTARIATO
TERZO
SETTORE
PLS
UCP
IL PUNTO UNICO DI ACCESSO
La creazione del Punto Unico d’Accesso è strettamente legata alla
cultura dei «servizi alla persona», fondata sull’accoglienza e
sull’ascolto dell’individuo e dei suoi bisogni, posti al centro delle
strategie e degli interventi sanitari. Si tratta di un vero e proprio
cambiamento dell’assistenza, che trova i suoi princìpi ispiratori
nell’equità e nell’unitarietà. L’equità è intesa come garanzia
dell’accesso ai servizi ai soggetti più deboli e fragili anche in
termini di raggiungibilità, orari di apertura e accoglienza.
L’unitarietà dell’accesso si realizza invece attraverso l’integrazione
tra gli interventi sanitari e sociali, grazie alla concentrazione in
un'unica sede delle prestazioni di cui necessita il soggetto fragile.
L’ASSISTENZA TERRITORIALE: A KM. ZERO
Nonostante tutti i provvedimenti adottati l’assistenza
primaria stenta a crescere, molti presidi di prossimità
(poliambulatori, ecc.) funzionano con personale ridotto al
minimo, mancano gli infermieri per l’assistenza domiciliare,
gli specialisti ambulatoriali, i tecnici, i terapisti della
riabilitazione, ecc.
Quella che dovrebbe essere l’avamposto del SSN per la
prevenzione e per evitare i ricoveri impropri non riesce ad
assolvere alla propria funzione.
LE PRESTAZIONI SPECIALISTICHE
AMBULATORIALI
ASL: le visite e gli accertamenti
diagnostici vengono svolti nei presidi
ospedalieri e nelle strutture del territorio.
Privati: esistvano 42 presidi accreditati
Spesa 2013: 58.046.000
ASL le visite e gli accertamenti
diagnostici vengono eseguiti nei
presidi ospedalieri e nelle strutture
del territorio a gestione diretta
Nel 2014 sono state effettuate
n. 4.414.603 prestazione
Privati: esistono 42 presidi accreditati.
Spesa prevista 2017: 54.078.842
2013 2017
L’ASSISTENZA
DOMICILIARE
INTEGRATA
Fonte: Consorzio per la ricerca
economica applicata in sanità
(CREA) di Tor Vergata
INTEGRAZIONE OSPEDALE TERRITORIO
Una delle maggiori sofferenze del sistema sanitario, solo in
parte affrontata in alcune ASL è rappresentata dalla scarsa
integrazione tra ospedale e territorio, dovuta alla complessità
delle funzioni, alla numerosità delle professionalità coinvolte,
ma anche alla scarsa comunicazione tra le categorie che
operano in queste realtà.
Le Case della salute sono lo strumento per affrontare e
superare questo problema, ponendo attenzione ai problemi
peculiari degli anziani, dando anche nuovo impulso
all’assistenza domiciliare integrata (ADI).
LE CASE DELLA SALUTE:
Benché previste fin dal 2007 solo nel
2013 la Giunta regionale Lazio ha
avviato la realizzazione delle Case della
salute.
Sono stati adottati alcuni provvedimenti
che hanno delineato il modello delle Case
della salute del Lazio.
Il recente DCA U00228/2017 ha
ridefinito i requisiti minimi autorizzativi
delle Case della Salute con particolare
riguardo alle funzioni di base e ai moduli
funzionali aggiuntivi.
Nel Lazio fino ad ora sono state aperte 16 Case della
Salute, di cui cinque nella provincia di Frosinone: Atina,
Ceprano, Ceccano, Ferentino, Pontecorvo.
In provincia di Latina ne abbiamo una sola a Sezze.
Su cinque distretti della ASL Latina sono ancora senza una
Casa della salute il Distretto 1 (per il quale è prevista da tempo
l’apertura ad Aprilia), il Distretto 2 (per il quale esiste una
proposta del Comune di Sabaudia), il Distretto 4 e il Distretto 5
dove dovrebbe aprire Gaeta.
UNA CASA DELLA SALUTE IN OGNI DISTRETTO
Fonte:I.Mastrobuono
Con il DCA U0052 del 22 febbraio 2017 avente per oggetto:
«Adozione del Programma Operativo 2016-2018 a salvaguardia degli
obiettivi strategici di rientro dai disavanzi della Regione Lazio nel
settore sanitario…» è stato, tra l’altro, assunto al punto 9.3
l’obiettivo e quindi l’impegno di programmare il completamento
dell’attivazione di ulteriori Case della salute, assicurando la presenza
di una di esse per ciascun Distretto sanitario, entro il 31 dicembre
2018.
A distanza di meno di un anno sarebbe il caso che l’Azienda
Sanitaria Locale Latina aggiornasse il Piano strategico individuando
per ciascuno dei distretti che ne sono ancora privi, il Comune e la
struttura a ciò destinati.
LA SCADENZA DEL 31 DICEMBRE 2018
Nord-ovest
Nord-est
Centro
Sud
Isole
0.0
10.0
20.0
30.0
40.0
50.0
60.0
70.0
80.0
90.0
100.0
Statistica degli over 65
LE CURE ODONTOIATRICHE
E GLI ANZIANI
Il Servizio Sanitario Nazionale
dovrebbe garantire anche le cure
odontoiatriche.
Ma questo avviene solo in
minima misura
Specialmente gli anziani sono
costretti a pagare di tasca propria
IL SERVIZIO DELLA GUARDIA MEDICA
Il servizio della Guardia medica è stato istituito negli anni ‘80
per assicurare l’assistenza di base nelle ore in cui veniva meno il
servizio dei medici di medicina generale e dei pediatri di libera
scelta a seguito della stipula della prima convenzione del SSN.
È un servizio scarsamente utilizzato dai pazienti a causa della
sua scarsa funzionalità.
Dalla sua soppressione si potrebbero ricavare quelle risorse
necessarie per assicurare la continuità delle cure nelle Case della
salute.
Molte regioni hanno già assunto questa decisione con risultati
positivi.
FINE
SANITÀ
PER
TUTTI

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Le disuguaglianze della sanita latina

  • 1. Franco Brugnola franco.brugnola@gmail.com LE DISUGUAGLIANZE NELL’ASSISTENZA SANITARIA DEL LAZIO –IL CASO LATINA, ALCUNE PROPOSTE PER RIMUOVERLE
  • 2. COSTITUZIONE DELLA REPUBBLICA ITALIANA ART. 3 È compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l’eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l’effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all’organizzazione politica, economica e sociale del Paese. ART.32 La Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell’individuo e interesse della collettività, e garantisce cure gratuite agli indigenti.
  • 3.
  • 4. Con l’approvazione della legge 833/78 finalmente, dopo trent'anni veniva data attuazione all'art. 32 della Costituzione mirando ad eliminare le disuguaglianze stabilendo che «La Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell’individuo e interesse della collettività, e garantisce cure gratuite agli indigenti». Il Servizio Sanitario Nazionale era volutamente: Universale: copriva tutta la popolazione; Egualitario: tutti i cittadini trattati nello stesso modo, senza differenza di censo o di occupazione; Globale: attraverso l’unicità della prevenzione, della cura e della riabilitazione; Territoriale: erano assicurati il coordinamento tra ospedale e territorio e prestazioni vicine agli utenti.
  • 5. La successiva aziendalizzazione del SSN voluta dal governo Amato (ministro della sanità De Lorenzo) con i D.lgs 502/92, corretto poi dal governo Ciampi con il D.lgs 517/93 ha devoluto potere e responsabilità alle regioni esautorando di fatto i Comuni da gran parte delle competenze. Alcune correzioni sono state apportate dal ministro Bindi con il D.lgs 229/99 ma la gran parte dei Sindaci non ne approfitta per difendere i cittadini. L’ AZIENDALIZZAZIONE HAAUMENTATO I COSTI E ALLONTANATO LA GESTIONE DAI CITTADINI
  • 6. In base ad un recente rapporto dell’ Organization for Economic Co- operation and Development (OECD- OCSE) la speranza di vita in Italia è fra le più alte d’Europa. La spesa sanitaria è inferiore alla media dell’ OCSE. I tassi di obesità sono alti fra gli adolescenti; il consumo di alcolici, la percentuale di fumatori abituali e l’inquinamento atmosferico sono superiori alla media OCSE. Si prescrivono troppi antibiotici.
  • 7. Secondo l’OCSE il problema delle disuguaglianze acquista maggiore gravità tra gli anziani, con particolare riguardo all’accesso all’assistenza sanitaria, sono destinate ad aumentare a causa della riforma pensionistica, della situazione economica nonché a motivo del livello di istruzione. Molto possono fare le regioni.
  • 8.
  • 9. Secondo il rapporto 2017 del Consorzio Universitario per la Ricerca Economica Applicata in sanità sempre più famiglie sono costrette a limitare le spese sanitarie.
  • 10. Il 75,5% dei nuclei familiari è dovuto ricorrere al pagamento diretto delle spese sanitarie, raggiungendo un livello del 25% di spesa del totale. Ben 4, 4 milioni di famiglie, pari al 17,7% per motivi economici non si sono curate o sono state costrette a rinunciare ad accertamenti diagnostici, mentre oltre un milione di famiglie è stato costretto ad abbandonarle del tutto. FONTE:CREASANITÀ
  • 12. 2008 2009 2010 2011 2012 2013 2014 2015 2016 2017 2018 8,500,000 9,000,000 9,500,000 10,000,000 10,500,000 11,000,000 QUOTA FSN QUOTA DEL FONDO SANITARIO NAZIONALE 2018 RICONOSCIUTAALLA REGIONE LAZIO Per l’anno 2018 sono stati assegnati € 10.621.542.541 Circa € 1800 a testa
  • 13. L’Italia ha un’aspettativa di vita alla nascita di 85,0 anni per le donne e 80,6 per gli uomini. La speranza di vita residua a 65 anni (18,9 anni per gli uomini e 22,2 per le donne) è più elevata di un anno rispetto alla media EU, ma quella di vita in buona salute è di 7,8 per gli uomini e di 7,5 per le donne; la media europea è di 9,4 per entrambi i sessi AUMENTA L’ETA’ MEDIA MA NON LA SPERANZA DI VITA IN BUONA SALUTE
  • 14. GLI ANZIANI E IL RICORSO AI RICOVERI  I ricoveri degli anziani >65 sono aumentati solo dell’1,9% e si sono ridotti i ricoveri di circa 500.000 unità rispetto alle attese.  Gli anziani oltre i 75 anni sono aumentati del 28%; i ricoveri sono diminuiti del 7,3  È diminuita la degenza media;  È diminuita la mortalità ospedaliera;  Il costo della spesa ospedaliera per gli anziani è diminuito di 122 milioni Meno 65 96.5 Oltre 65 13.5 POPOLAZIONE
  • 15. Caravaggio:Setteoperedimisericordia»,Napoli In occasione del 40°anniversario della istituzione del SSN occorre invertire questo processo di progressivo degrado respingendo gli attacchi degli interessi privati, modificando la legge regionale e coinvolgendo gli utenti che devono essere parte attiva di questa azione.
  • 16. ELIMINARE LE DISUGUAGLIANZE • Distanze, orografia • Mobilità • Sociali • Economiche • Età • Culturali ACCELERARE L’ATTUAZIONE: • Dell’assistenza territoriale di prossimità • Della presa in cura della cronicità • Del potenziamento della rete • Del Fascicolo Sanitario Elettronico • Della shared care UN’ASSISTENZA • Personalizzata • Predittiva • Preventiva • Partecipata
  • 17. PIÙ POTERE AI COMUNI Occorre rafforzare il ruolo dei Comuni previsto dalla lettera e) del comma 2sexies dell’art. 2 del D.lgs 229/1999, dando loro più voce in capitolo rispetto ai Direttori generali sulla programmazione dei servizi, sulla pianificazione delle strutture dell’assistenza territoriale e sulla valutazione dei risultati.
  • 18. PIÙ POTERE AL POPOLO La regione Lazio di recente ha approvato due leggi importanti per la tutela dei cittadini/utenti:  La legge 7 marzo 2016, n. 1, recante disposizioni per favorire la conciliazione nelle controversie sanitarie; La legge 25 maggio 2016 n. 6 con cui sono state introdotte nuove disposizioni a tutela degli utenti ed è stato istituito il Consiglio regionale dei consumatori e degli utenti. Non è sufficiente
  • 19. VALUTAZIONE DELLA QUALITA’ DEGLI INTERVENTI E DEI SERVIZI DEL SISTEMA INTEGRATO L’art. 61 della L.R. 11/2016 stabilisce che i cittadini utenti possono presentare reclami in materia di funzionamento e qualità dei servizi anche tramite gli istituti di patronato e di assistenza sociale. La Giunta regionale individua con propria deliberazione modalità e criteri per la partecipazione dei cittadini al controllo della qualità degli interventi e dei servizi anche attraverso i patronati sindacali. Anche questo non è sufficiente
  • 20. PARTECIPAZIONE DEI CITTADINI ALLA VALUTAZIONE DEI DIRIGENTI : ARTT. 7, 8 E 19 BIS DEL D.LGS 150/2009  I cittadini, anche in forma associata, partecipano al processo di misurazione delle performance organizzative, anche comunicando direttamente all'Organismo Indipendente di Valutazione il proprio grado di soddisfazione per le attività e per i servizi erogati, secondo le modalità stabilite dallo stesso Organismo.  La ASL deve adottare sistemi di rilevazione del grado di soddisfazione degli utenti sul conseguimento di obiettivi collegati ai bisogni e alle esigenze della collettività, favorendo ogni più ampia forma di partecipazione e collaborazione dei cittadini.  I risultati della rilevazione del grado di soddisfazione dei soggetti sono pubblicati, con cadenza annuale, sul sito web.
  • 21. AUMENTARE LA PREVENZIONE Il Piano Regionale della Prevenzione 2014-2018 prevede:  Promozione di stili di vita salutari nella popolazione generale per guadagnare salute nel Lazio  Prevenzione e controllo delle malattie croniche non trasmissibili (MCNT) a maggior rilevanza quali malattie cardiovascolari, tumori, diabete e conseguenze dei disturbi neurosensoriali congeniti  Promozione della salute e del benessere nelle scuole  Prevenzione degli incidenti domestici e stradali  Prevenzione degli infortuni sul lavoro e delle malattie professionali  Ambiente e salute  Prevenzione e controllo delle malattie infettive  Sicurezza alimentare e sanità pubblica veterinaria
  • 22. ELIMINARE L’ESTERNALIZZAZIONE DEI SERVIZI La Regione deve affrontare con decisione il problema della privatizzazione della sanità su tutti i fronti:  Riduzione posti letto accreditati;  Riduzione specialistica accreditata;  Riduzione servizi economali esternalizzati (pulizie, lavanderie, cucine, guardiania, ecc.) e riassunzione in gestione diretta;  Produzione diretta di farmaci generici in laboratori centralizzati
  • 23. ELIMINARE LA DEFISCALIZZAZIONE DELLE ASSICURAZIONI PRIVATE In questi ultimi anni il Governo ha favorito il sistema delle assicurazioni per l’assistenza sanitaria integrativa mediante la defiscalizzazione delle polizze. Di recente è stato defiscalizzato anche il welfare aziendale. Si tratta di politiche che minano l’universalità del Servizio Sanitario Nazionale e che vanno contrastate a tutti i livelli.
  • 24. BLOCCARE LA DERIVA CORPORATIVA DEL SSN Secondo il Rapporto 2017 «Welfare Index PMI» che analizza oltre 3.400 imprese indagando quali progetti di welfare integrato hanno avviato, il 47% delle aziende ha intrapreso almeno un’iniziativa nell’ambito della sanità integrativa, con una crescita dell’8% rispetto all’anno scorso.
  • 25. Territorio:  33 Comuni  2.250 kmq Popolazione  574.891 di cui il 20,5% anziani ASL LATINA
  • 26. LE DISUGUAGLIANZE NELLA PROVINCIA DI LATINA La progressiva chiusura degli ospedali non accompagnata contestualmente dall’attivazione di servizi di assistenza territoriale, unita alla crisi economica e all’aumento dell’età della popolazione ha creato delle profonde disuguaglianze tra i cittadini della provincia di Latina e quelli delle province del nord Italia per quanto riguarda l’accesso alle visite e alle prestazioni sanitarie. Una ulteriore fonte di disuguaglianza si è creata rispetto agli utenti della Capitale dove è concentrata la presenza di strutture ad alta specializzazione.
  • 27. Il riparto del FSR avviene in primo luogo mettendo da parte le somme necessarie per le aziende ospedaliere, i policlinici universitari, gli IRCCS, l’IZS, ecc. poi attraverso il meccanismo cosiddetto della «quota capitaria pesata», chiamato così perché in esso ogni cittadino non ha peso “uno” (come nel metodo della «quota capitaria secca»), ma ha un peso variabile in base all’età e ad altri fattori di rischio per la salute e in base al quale viene assegnato il finanziamento a ciascuna ASL per l’erogazione dei livelli essenziali di assistenza (LEA). IL RIPARTO DEL FONDO SANITARIO REGIONALE
  • 28. ELENCO POLICLINICI, IRCCS ECC.:  Policlinico Tor Vergata  Policlinico Umberto I  IRCCS Spallanzani  IRCCS I.F.O. (Regina Elena e San Gallicano)  IRCCS I.N.R.C.A.  Azienda Ospedaliera Sant’Andrea  Azienda ospedaliera San Camillo Forlanini  Azienda Ospedaliera San Giovanni Addolorata  ARES 118  IZS Lazio e Toscana  ARPA Lazio STRUTTURE PUBBLICHE
  • 29. ELENCO POLICLINICI, IRCCS ECC.:  Policlinico Gemelli  Campus Biomedico  St.Camillus International University of health sciences  IRCCS I.D.I.  IRCCS Fondazione Bietti  IRCCS Bambino Gesù  IRCCS San Raffaele Pisana  IRCCS Santa Lucia STRUTTURE PRIVATE
  • 30. 0 500,000,000 1,000,000,0001,500,000,0002,000,000,0002,500,000,000 ASL ROMA1 ASL ROMA2 ASL ROMA3 ASL ROMA4 ASL ROMA5 ASL ROMA6 ASL VT ASL FR ASL RI ASL LATINA FSR QUOTA INDISTINTA 0 200,000 400,000 600,000 800,000 1,000,000 1,200,000 1,400,000 ASL ROMA1 ASL ROMA2 ASL ROMA3 ASL ROMA4 ASL ROMA5 ASL ROMA6 ASL VT ASL FR ASL RI ASL LATINA POPOLAZIONE ASL ROMA1 ASL ROMA2 ASL ROMA3 ASL ROMA4 ASL ROMA5 ASL ROMA6 ASL VT ASL FR ASL RI ASL LATINA 0 200 400 600 800 1000 1200 1400 1600 1800 2000 1815.35 1893.63 1448.59 QUOTA CAPITARIA PESATA PER ASL
  • 31. Dati estratti dalla versione sintetica del bilancio pubblicata sul sito web ASL LATINA – BILANCIO DI PREVISIONE 2017 COSTIENTRATE TOTALE: 961.116.810 Contributi /esercizio 875.105.668 Ricavi prest.sanitarie 73.004.516 Ticket 6.374.981 Contributi c/capitale 11.556.158 TOTALE: 941.652.224 Personale: 180.927.675 Acquisto servizi: 599.813.371 Acquisto di beni 126.233.513 Oneri diversi 2.328.449
  • 32. TREND PERSONALE DIPENDENTE Il personale a tempo non indeterminato al IV° trimestre 2017 era di 654 unità Fonte:ContoAnnualeeAttoAziendale2017 3200 3300 3400 3500 3600 3700 3800 2000 2017 3765 3426
  • 33. Rapporto del registro Tumori della provincia di Latina 2006-2010 ALCUNI DATI EPIDEMIOLOGICI
  • 34. In al rapporto del Ministero della salute, la Regione Lazio si colloca al 10° posto e risulta adempiente con alcune criticità:  Copertura vaccinale bambini a 24 mesi;  Numero posti equivalenti residenziali in strutture per disabili;  Numero posti residenziali assistenza disabili. Fonte Relazione Comitato LEA Ministero della salute 2017 Lo Stato d’intesa con le regioni definisce i Livelli Essenziali di Assistenza che indicano l’insieme di tutte le prestazioni, i servizi e attività che i cittadini hanno diritto di ottenere dal SSN e ne verifica lo stato di attuazione. I LIVELLI ESSENZIALI DI ASSISTENZA
  • 35. I NUOVI STANDARD OSPEDALIERI Con il Decreto n. 70 del 2 aprile 2015 il Ministro Lorenzin e il Ministro Padoan hanno approvato un regolamento recante i nuovi standard qualitativi, strutturali, tecnologici e quantitativi relativi all’assistenza ospedaliera in base al quale le regioni entro tre mesi hanno dovuto, tra l’altro, ridurre la dotazione di posti letto ad un livello non superiore a 3,7 p.l. per mille abitanti, compreso uno 0,7 per la riabilitazione e la lungo degenza post acuzie.
  • 36. LA RETE OSPEDALIERA PER ACUTI 2000 H Pubblici 1.498 PL Cori, Latina, Sezze, Priverno, Gaeta, Formia, Minturno Case di cura 1.145 PL Totale provincia 2.643 PL Rapporto pubblico privato: Il pubblico era il 57% del totale 2018 H Pubblici 777 + 119 DH Latina, Terracina-Fondi, Formia Case di cura 757 + 10 DH Riabilitazione 228 Totale provincia 1.630 PL Dovrebbero essere 2.130 PL Rapporto pubblico privato: Il pubblico è circa il 50% del totale Fonte:AttoaziendaledellaASL Standard ex DM 70/2015 = 3,7x 574.891 abitanti
  • 37. Cori
  • 38. LA RETE DELL’EMERGENZA URGENZA Il D.I. n.70/2015 prevede anche il funzionamento della rete dell’emergenza-urgenza che opera attraverso le Centrali operative del 118, la rete territoriale di soccorso come Punti di Primo Intervento (PPI) e la rete ospedaliera con servizi di Pronto Soccorso ed I Dipartimenti di emergenza (Allegato I, punto 9.1.5.)
  • 39. I PUNTI DI PRIMO INTERVENTO Il sistema di emergenza urgenza è ancora basato su quello approvato dalla Regione nel ‘94, senza tener conto che nel frattempo sono stati chiusi molti degli ospedali che assicuravano una pronta risposta in molti casi, eliminando conseguentemente altrettanti posti di Pronto Soccorso che sono stati momentaneamente sostituiti da Punti di Primo Intervento, a loro volta minacciati costantemente di chiusura a causa del famoso D.I. 70/2015. In molti casi non si è in grado di rispettare lo standard di un intervento entro 8 minuti nelle aree urbane.
  • 41. In Italia le persone affette da patologie croniche sono il 37,9 %, Nel Lazio sono il 38,7 %. Molti anziani (20,6 % c.a. ) sono affetti da più patologie croniche. PATOLOGIE CRONICHE Diabete Ipertensione Asma BPCO Artrosi Artrite Osteoporosi Malattie del cuore Malattie allergiche Disturbi nervosi Ulcera 0 2 4 6 8 10 12 14 16 18 1
  • 43. L’assistenza territoriale si basa sul principio della presa in carico del paziente cronico per la cura della criticità. I PDTA sono piani interdisciplinari di cura creati per rispondere a bisogni complessi di salute del cittadino e rappresentano l’insieme organizzato delle risorse erogate in base ad una strategia condivisa tra tutte le componenti sanitarie e permettono di individuare i ruoli e le competenze di ciascuno. Le attività associate ad ognuno dei soggetti coinvolti si basano su profili di cura codificati che vanno dalla diagnosi di trattamento fino al follow-up del paziente cronico. I PERCORSI DIAGNOSTICO TERAPEUTICI ASSISTENZIALI (PDTA)
  • 44.
  • 45. PUA PUNTO UNICO DI ACCESSO CITTADINI U.O. OSPEDALIERE SERVIZI SOCIALI COMUNALI SERVIZI TERRITORIALI E RESIDENZIALI FAMIGLIE ALTRE STRUTTURE DI RICOVERO MMG VOLONTARIATO TERZO SETTORE PLS UCP
  • 46. IL PUNTO UNICO DI ACCESSO La creazione del Punto Unico d’Accesso è strettamente legata alla cultura dei «servizi alla persona», fondata sull’accoglienza e sull’ascolto dell’individuo e dei suoi bisogni, posti al centro delle strategie e degli interventi sanitari. Si tratta di un vero e proprio cambiamento dell’assistenza, che trova i suoi princìpi ispiratori nell’equità e nell’unitarietà. L’equità è intesa come garanzia dell’accesso ai servizi ai soggetti più deboli e fragili anche in termini di raggiungibilità, orari di apertura e accoglienza. L’unitarietà dell’accesso si realizza invece attraverso l’integrazione tra gli interventi sanitari e sociali, grazie alla concentrazione in un'unica sede delle prestazioni di cui necessita il soggetto fragile.
  • 47. L’ASSISTENZA TERRITORIALE: A KM. ZERO Nonostante tutti i provvedimenti adottati l’assistenza primaria stenta a crescere, molti presidi di prossimità (poliambulatori, ecc.) funzionano con personale ridotto al minimo, mancano gli infermieri per l’assistenza domiciliare, gli specialisti ambulatoriali, i tecnici, i terapisti della riabilitazione, ecc. Quella che dovrebbe essere l’avamposto del SSN per la prevenzione e per evitare i ricoveri impropri non riesce ad assolvere alla propria funzione.
  • 48. LE PRESTAZIONI SPECIALISTICHE AMBULATORIALI ASL: le visite e gli accertamenti diagnostici vengono svolti nei presidi ospedalieri e nelle strutture del territorio. Privati: esistvano 42 presidi accreditati Spesa 2013: 58.046.000 ASL le visite e gli accertamenti diagnostici vengono eseguiti nei presidi ospedalieri e nelle strutture del territorio a gestione diretta Nel 2014 sono state effettuate n. 4.414.603 prestazione Privati: esistono 42 presidi accreditati. Spesa prevista 2017: 54.078.842 2013 2017
  • 49. L’ASSISTENZA DOMICILIARE INTEGRATA Fonte: Consorzio per la ricerca economica applicata in sanità (CREA) di Tor Vergata
  • 50. INTEGRAZIONE OSPEDALE TERRITORIO Una delle maggiori sofferenze del sistema sanitario, solo in parte affrontata in alcune ASL è rappresentata dalla scarsa integrazione tra ospedale e territorio, dovuta alla complessità delle funzioni, alla numerosità delle professionalità coinvolte, ma anche alla scarsa comunicazione tra le categorie che operano in queste realtà. Le Case della salute sono lo strumento per affrontare e superare questo problema, ponendo attenzione ai problemi peculiari degli anziani, dando anche nuovo impulso all’assistenza domiciliare integrata (ADI).
  • 51. LE CASE DELLA SALUTE: Benché previste fin dal 2007 solo nel 2013 la Giunta regionale Lazio ha avviato la realizzazione delle Case della salute. Sono stati adottati alcuni provvedimenti che hanno delineato il modello delle Case della salute del Lazio. Il recente DCA U00228/2017 ha ridefinito i requisiti minimi autorizzativi delle Case della Salute con particolare riguardo alle funzioni di base e ai moduli funzionali aggiuntivi.
  • 52. Nel Lazio fino ad ora sono state aperte 16 Case della Salute, di cui cinque nella provincia di Frosinone: Atina, Ceprano, Ceccano, Ferentino, Pontecorvo. In provincia di Latina ne abbiamo una sola a Sezze. Su cinque distretti della ASL Latina sono ancora senza una Casa della salute il Distretto 1 (per il quale è prevista da tempo l’apertura ad Aprilia), il Distretto 2 (per il quale esiste una proposta del Comune di Sabaudia), il Distretto 4 e il Distretto 5 dove dovrebbe aprire Gaeta. UNA CASA DELLA SALUTE IN OGNI DISTRETTO
  • 54. Con il DCA U0052 del 22 febbraio 2017 avente per oggetto: «Adozione del Programma Operativo 2016-2018 a salvaguardia degli obiettivi strategici di rientro dai disavanzi della Regione Lazio nel settore sanitario…» è stato, tra l’altro, assunto al punto 9.3 l’obiettivo e quindi l’impegno di programmare il completamento dell’attivazione di ulteriori Case della salute, assicurando la presenza di una di esse per ciascun Distretto sanitario, entro il 31 dicembre 2018. A distanza di meno di un anno sarebbe il caso che l’Azienda Sanitaria Locale Latina aggiornasse il Piano strategico individuando per ciascuno dei distretti che ne sono ancora privi, il Comune e la struttura a ciò destinati. LA SCADENZA DEL 31 DICEMBRE 2018
  • 55. Nord-ovest Nord-est Centro Sud Isole 0.0 10.0 20.0 30.0 40.0 50.0 60.0 70.0 80.0 90.0 100.0 Statistica degli over 65 LE CURE ODONTOIATRICHE E GLI ANZIANI Il Servizio Sanitario Nazionale dovrebbe garantire anche le cure odontoiatriche. Ma questo avviene solo in minima misura Specialmente gli anziani sono costretti a pagare di tasca propria
  • 56. IL SERVIZIO DELLA GUARDIA MEDICA Il servizio della Guardia medica è stato istituito negli anni ‘80 per assicurare l’assistenza di base nelle ore in cui veniva meno il servizio dei medici di medicina generale e dei pediatri di libera scelta a seguito della stipula della prima convenzione del SSN. È un servizio scarsamente utilizzato dai pazienti a causa della sua scarsa funzionalità. Dalla sua soppressione si potrebbero ricavare quelle risorse necessarie per assicurare la continuità delle cure nelle Case della salute. Molte regioni hanno già assunto questa decisione con risultati positivi.