2. COSTITUZIONE DELLA REPUBBLICA ITALIANA
ART. 3
È compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine
economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e
l’eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della
persona umana e l’effettiva partecipazione di tutti i lavoratori
all’organizzazione politica, economica e sociale del Paese.
ART.32
La Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto
dell’individuo e interesse della collettività, e garantisce cure
gratuite agli indigenti.
3.
4. Con l’approvazione della legge 833/78 finalmente, dopo
trent'anni veniva data attuazione all'art. 32 della Costituzione
mirando ad eliminare le disuguaglianze stabilendo che «La
Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell’individuo e
interesse della collettività, e garantisce cure gratuite agli indigenti».
Il Servizio Sanitario Nazionale era volutamente:
Universale: copriva tutta la popolazione;
Egualitario: tutti i cittadini trattati nello stesso modo, senza
differenza di censo o di occupazione;
Globale: attraverso l’unicità della prevenzione, della cura e della
riabilitazione;
Territoriale: erano assicurati il coordinamento tra ospedale e
territorio e prestazioni vicine agli utenti.
5. La successiva aziendalizzazione del SSN voluta dal governo
Amato (ministro della sanità De Lorenzo) con i D.lgs 502/92,
corretto poi dal governo Ciampi con il D.lgs 517/93 ha devoluto
potere e responsabilità alle regioni esautorando di fatto i
Comuni da gran parte delle competenze.
Alcune correzioni sono state apportate dal ministro Bindi con il
D.lgs 229/99 ma la gran parte dei Sindaci non ne approfitta per
difendere i cittadini.
L’ AZIENDALIZZAZIONE HAAUMENTATO
I COSTI E ALLONTANATO LA GESTIONE
DAI CITTADINI
6. In base ad un recente rapporto
dell’ Organization for Economic Co-
operation and Development (OECD-
OCSE) la speranza di vita in Italia è
fra le più alte d’Europa.
La spesa sanitaria è inferiore
alla media dell’ OCSE.
I tassi di obesità sono alti fra gli
adolescenti; il consumo di alcolici, la
percentuale di fumatori abituali e
l’inquinamento atmosferico sono
superiori alla media OCSE.
Si prescrivono troppi antibiotici.
7. Secondo l’OCSE il problema
delle disuguaglianze acquista
maggiore gravità tra gli anziani,
con particolare riguardo
all’accesso all’assistenza sanitaria,
sono destinate ad aumentare a
causa della riforma pensionistica,
della situazione economica nonché
a motivo del livello di istruzione.
Molto possono fare le regioni.
8.
9. Secondo il rapporto 2017
del Consorzio Universitario
per la Ricerca Economica
Applicata in sanità sempre
più famiglie sono costrette
a limitare le spese
sanitarie.
10. Il 75,5% dei nuclei familiari è dovuto
ricorrere al pagamento diretto delle
spese sanitarie, raggiungendo un livello
del 25% di spesa del totale.
Ben 4, 4 milioni di famiglie, pari al
17,7% per motivi economici non si sono
curate o sono state costrette a
rinunciare ad accertamenti diagnostici,
mentre oltre un milione di famiglie è
stato costretto ad abbandonarle del
tutto.
FONTE:CREASANITÀ
13. L’Italia ha un’aspettativa di vita alla
nascita di 85,0 anni per le donne e
80,6 per gli uomini.
La speranza di vita residua a 65 anni
(18,9 anni per gli uomini e 22,2 per le
donne) è più elevata di un anno
rispetto alla media EU, ma quella di
vita in buona salute è di 7,8 per gli
uomini e di 7,5 per le donne; la media
europea è di 9,4 per entrambi i sessi
AUMENTA L’ETA’ MEDIA MA NON LA SPERANZA DI
VITA IN BUONA SALUTE
14. GLI ANZIANI
E IL RICORSO AI
RICOVERI
I ricoveri degli anziani >65 sono
aumentati solo dell’1,9% e si sono ridotti
i ricoveri di circa 500.000 unità rispetto
alle attese.
Gli anziani oltre i 75 anni sono
aumentati del 28%; i ricoveri sono
diminuiti del 7,3
È diminuita la degenza media;
È diminuita la mortalità ospedaliera;
Il costo della spesa ospedaliera per gli
anziani è diminuito di 122 milioni
Meno
65 96.5
Oltre
65 13.5
POPOLAZIONE
15. Caravaggio:Setteoperedimisericordia»,Napoli
In occasione del
40°anniversario della
istituzione del SSN occorre
invertire questo
processo di progressivo
degrado respingendo gli
attacchi degli interessi privati,
modificando la legge regionale
e coinvolgendo gli utenti che
devono essere parte attiva di
questa azione.
16. ELIMINARE LE
DISUGUAGLIANZE
• Distanze, orografia
• Mobilità
• Sociali
• Economiche
• Età
• Culturali
ACCELERARE
L’ATTUAZIONE:
• Dell’assistenza
territoriale di
prossimità
• Della presa in cura
della cronicità
• Del potenziamento
della rete
• Del Fascicolo
Sanitario
Elettronico
• Della shared care
UN’ASSISTENZA
• Personalizzata
• Predittiva
• Preventiva
• Partecipata
17. PIÙ POTERE AI COMUNI
Occorre rafforzare il ruolo dei Comuni previsto
dalla lettera e) del comma 2sexies dell’art. 2
del D.lgs 229/1999, dando loro più voce in
capitolo rispetto ai Direttori generali sulla
programmazione dei servizi, sulla
pianificazione delle strutture dell’assistenza
territoriale e sulla valutazione dei risultati.
18. PIÙ POTERE AL POPOLO
La regione Lazio di recente ha approvato due
leggi importanti per la tutela dei
cittadini/utenti:
La legge 7 marzo 2016, n. 1, recante
disposizioni per favorire la conciliazione nelle
controversie sanitarie;
La legge 25 maggio 2016 n. 6 con cui sono
state introdotte nuove disposizioni a tutela
degli utenti ed è stato istituito il Consiglio
regionale dei consumatori e degli utenti.
Non è sufficiente
19. VALUTAZIONE DELLA QUALITA’ DEGLI INTERVENTI E
DEI SERVIZI DEL SISTEMA INTEGRATO
L’art. 61 della L.R. 11/2016 stabilisce che i cittadini utenti
possono presentare reclami in materia di funzionamento e qualità
dei servizi anche tramite gli istituti di patronato e di assistenza
sociale.
La Giunta regionale individua con propria deliberazione modalità
e criteri per la partecipazione dei cittadini al controllo della
qualità degli interventi e dei servizi anche attraverso i patronati
sindacali.
Anche questo non è sufficiente
20. PARTECIPAZIONE DEI CITTADINI ALLA VALUTAZIONE
DEI DIRIGENTI : ARTT. 7, 8 E 19 BIS DEL D.LGS 150/2009
I cittadini, anche in forma associata, partecipano al processo di
misurazione delle performance organizzative, anche comunicando
direttamente all'Organismo Indipendente di Valutazione il proprio
grado di soddisfazione per le attività e per i servizi erogati,
secondo le modalità stabilite dallo stesso Organismo.
La ASL deve adottare sistemi di rilevazione del grado di
soddisfazione degli utenti sul conseguimento di obiettivi collegati
ai bisogni e alle esigenze della collettività, favorendo ogni più
ampia forma di partecipazione e collaborazione dei cittadini.
I risultati della rilevazione del grado di soddisfazione dei soggetti
sono pubblicati, con cadenza annuale, sul sito web.
21. AUMENTARE LA PREVENZIONE
Il Piano Regionale della Prevenzione 2014-2018 prevede:
Promozione di stili di vita salutari nella popolazione generale per
guadagnare salute nel Lazio
Prevenzione e controllo delle malattie croniche non trasmissibili (MCNT) a
maggior rilevanza quali malattie cardiovascolari, tumori, diabete e
conseguenze dei disturbi neurosensoriali congeniti
Promozione della salute e del benessere nelle scuole
Prevenzione degli incidenti domestici e stradali
Prevenzione degli infortuni sul lavoro e delle malattie professionali
Ambiente e salute
Prevenzione e controllo delle malattie infettive
Sicurezza alimentare e sanità pubblica veterinaria
22. ELIMINARE L’ESTERNALIZZAZIONE DEI SERVIZI
La Regione deve affrontare con decisione il problema della
privatizzazione della sanità su tutti i fronti:
Riduzione posti letto accreditati;
Riduzione specialistica accreditata;
Riduzione servizi economali esternalizzati (pulizie, lavanderie,
cucine, guardiania, ecc.) e riassunzione in gestione diretta;
Produzione diretta di farmaci generici in laboratori
centralizzati
23. ELIMINARE LA DEFISCALIZZAZIONE DELLE
ASSICURAZIONI PRIVATE
In questi ultimi anni il Governo ha favorito il sistema delle
assicurazioni per l’assistenza sanitaria integrativa mediante la
defiscalizzazione delle polizze.
Di recente è stato defiscalizzato anche il welfare aziendale.
Si tratta di politiche che minano l’universalità del Servizio
Sanitario Nazionale e che vanno contrastate a tutti i livelli.
24. BLOCCARE LA DERIVA CORPORATIVA DEL SSN
Secondo il Rapporto 2017 «Welfare
Index PMI» che analizza oltre
3.400 imprese indagando quali
progetti di welfare integrato hanno
avviato, il 47% delle aziende ha
intrapreso almeno un’iniziativa
nell’ambito della sanità integrativa,
con una crescita dell’8% rispetto
all’anno scorso.
26. LE DISUGUAGLIANZE NELLA PROVINCIA DI LATINA
La progressiva chiusura degli ospedali non accompagnata
contestualmente dall’attivazione di servizi di assistenza
territoriale, unita alla crisi economica e all’aumento dell’età della
popolazione ha creato delle profonde disuguaglianze tra i
cittadini della provincia di Latina e quelli delle province del nord
Italia per quanto riguarda l’accesso alle visite e alle prestazioni
sanitarie.
Una ulteriore fonte di disuguaglianza si è creata rispetto
agli utenti della Capitale dove è concentrata la presenza di
strutture ad alta specializzazione.
27. Il riparto del FSR avviene in primo luogo mettendo da parte
le somme necessarie per le aziende ospedaliere, i policlinici
universitari, gli IRCCS, l’IZS, ecc. poi attraverso il meccanismo
cosiddetto della «quota capitaria pesata», chiamato così perché in
esso ogni cittadino non ha peso “uno” (come nel metodo della
«quota capitaria secca»), ma ha un peso variabile in base all’età e
ad altri fattori di rischio per la salute e in base al quale viene
assegnato il finanziamento a ciascuna ASL per l’erogazione dei
livelli essenziali di assistenza (LEA).
IL RIPARTO DEL FONDO SANITARIO REGIONALE
28. ELENCO POLICLINICI, IRCCS ECC.:
Policlinico Tor Vergata
Policlinico Umberto I
IRCCS Spallanzani
IRCCS I.F.O. (Regina Elena e San Gallicano)
IRCCS I.N.R.C.A.
Azienda Ospedaliera Sant’Andrea
Azienda ospedaliera San Camillo Forlanini
Azienda Ospedaliera San Giovanni Addolorata
ARES 118
IZS Lazio e Toscana
ARPA Lazio
STRUTTURE PUBBLICHE
29. ELENCO POLICLINICI, IRCCS ECC.:
Policlinico Gemelli
Campus Biomedico
St.Camillus International University of health sciences
IRCCS I.D.I.
IRCCS Fondazione Bietti
IRCCS Bambino Gesù
IRCCS San Raffaele Pisana
IRCCS Santa Lucia
STRUTTURE PRIVATE
30. 0 500,000,000 1,000,000,0001,500,000,0002,000,000,0002,500,000,000
ASL ROMA1
ASL ROMA2
ASL ROMA3
ASL ROMA4
ASL ROMA5
ASL ROMA6
ASL VT
ASL FR
ASL RI
ASL LATINA
FSR QUOTA INDISTINTA
0 200,000 400,000 600,000 800,000 1,000,000 1,200,000 1,400,000
ASL ROMA1
ASL ROMA2
ASL ROMA3
ASL ROMA4
ASL ROMA5
ASL ROMA6
ASL VT
ASL FR
ASL RI
ASL LATINA
POPOLAZIONE
ASL ROMA1
ASL ROMA2
ASL ROMA3
ASL ROMA4
ASL ROMA5
ASL ROMA6
ASL VT
ASL FR
ASL RI
ASL LATINA
0
200
400
600
800
1000
1200
1400
1600
1800
2000
1815.35
1893.63
1448.59
QUOTA CAPITARIA PESATA PER ASL
31. Dati estratti dalla versione sintetica del bilancio pubblicata sul sito web
ASL LATINA – BILANCIO DI PREVISIONE 2017
COSTIENTRATE
TOTALE: 961.116.810
Contributi /esercizio 875.105.668
Ricavi prest.sanitarie 73.004.516
Ticket 6.374.981
Contributi c/capitale 11.556.158
TOTALE: 941.652.224
Personale: 180.927.675
Acquisto servizi: 599.813.371
Acquisto di beni 126.233.513
Oneri diversi 2.328.449
32. TREND PERSONALE DIPENDENTE
Il personale a tempo non indeterminato al IV° trimestre 2017 era di 654 unità
Fonte:ContoAnnualeeAttoAziendale2017
3200
3300
3400
3500
3600
3700
3800
2000 2017
3765
3426
33. Rapporto del registro Tumori della provincia di Latina 2006-2010
ALCUNI DATI EPIDEMIOLOGICI
34. In al rapporto del Ministero della salute, la
Regione Lazio si colloca al 10° posto e
risulta adempiente con alcune criticità:
Copertura vaccinale bambini a 24 mesi;
Numero posti equivalenti residenziali in
strutture per disabili;
Numero posti residenziali assistenza disabili. Fonte Relazione Comitato LEA
Ministero della salute 2017
Lo Stato d’intesa con le regioni definisce i Livelli Essenziali di
Assistenza che indicano l’insieme di tutte le prestazioni, i servizi e
attività che i cittadini hanno diritto di ottenere dal SSN e ne verifica lo
stato di attuazione.
I LIVELLI ESSENZIALI DI ASSISTENZA
35. I NUOVI STANDARD OSPEDALIERI
Con il Decreto n. 70 del 2 aprile 2015 il Ministro
Lorenzin e il Ministro Padoan hanno approvato un
regolamento recante i nuovi standard qualitativi, strutturali,
tecnologici e quantitativi relativi all’assistenza ospedaliera
in base al quale le regioni entro tre mesi hanno dovuto, tra
l’altro, ridurre la dotazione di posti letto ad un livello non
superiore a 3,7 p.l. per mille abitanti, compreso uno 0,7 per
la riabilitazione e la lungo degenza post acuzie.
36. LA RETE OSPEDALIERA PER ACUTI
2000
H Pubblici 1.498 PL
Cori, Latina, Sezze, Priverno, Gaeta,
Formia, Minturno
Case di cura 1.145 PL
Totale provincia 2.643 PL
Rapporto pubblico privato:
Il pubblico era il 57% del totale
2018
H Pubblici 777 + 119 DH
Latina, Terracina-Fondi, Formia
Case di cura 757 + 10 DH
Riabilitazione 228
Totale provincia 1.630 PL
Dovrebbero essere 2.130 PL
Rapporto pubblico privato:
Il pubblico è circa il 50% del totale
Fonte:AttoaziendaledellaASL
Standard ex DM 70/2015 = 3,7x 574.891 abitanti
38. LA RETE DELL’EMERGENZA URGENZA
Il D.I. n.70/2015 prevede anche il funzionamento della
rete dell’emergenza-urgenza che opera attraverso le
Centrali operative del 118, la rete territoriale di
soccorso come Punti di Primo Intervento (PPI) e la
rete ospedaliera con servizi di Pronto Soccorso ed I
Dipartimenti di emergenza (Allegato I, punto 9.1.5.)
39. I PUNTI DI PRIMO INTERVENTO
Il sistema di emergenza urgenza è ancora basato su quello
approvato dalla Regione nel ‘94, senza tener conto che nel
frattempo sono stati chiusi molti degli ospedali che
assicuravano una pronta risposta in molti casi, eliminando
conseguentemente altrettanti posti di Pronto Soccorso che sono
stati momentaneamente sostituiti da Punti di Primo Intervento, a
loro volta minacciati costantemente di chiusura a causa del
famoso D.I. 70/2015.
In molti casi non si è in grado di rispettare lo standard di un
intervento entro 8 minuti nelle aree urbane.
41. In Italia le persone affette da
patologie croniche sono il 37,9 %,
Nel Lazio sono il 38,7 %.
Molti anziani (20,6 % c.a. ) sono
affetti da più patologie croniche.
PATOLOGIE CRONICHE
Diabete
Ipertensione
Asma BPCO
Artrosi Artrite
Osteoporosi
Malattie del cuore
Malattie allergiche
Disturbi nervosi
Ulcera
0
2
4
6
8
10
12
14
16
18
1
43. L’assistenza territoriale si basa sul principio della presa in
carico del paziente cronico per la cura della criticità.
I PDTA sono piani interdisciplinari di cura creati per
rispondere a bisogni complessi di salute del cittadino e
rappresentano l’insieme organizzato delle risorse erogate in base
ad una strategia condivisa tra tutte le componenti sanitarie e
permettono di individuare i ruoli e le competenze di ciascuno.
Le attività associate ad ognuno dei soggetti coinvolti si basano
su profili di cura codificati che vanno dalla diagnosi di trattamento
fino al follow-up del paziente cronico.
I PERCORSI DIAGNOSTICO TERAPEUTICI
ASSISTENZIALI (PDTA)
44.
45. PUA
PUNTO UNICO DI ACCESSO
CITTADINI
U.O. OSPEDALIERE
SERVIZI SOCIALI
COMUNALI
SERVIZI TERRITORIALI
E RESIDENZIALI
FAMIGLIE
ALTRE
STRUTTURE
DI RICOVERO
MMG
VOLONTARIATO
TERZO
SETTORE
PLS
UCP
46. IL PUNTO UNICO DI ACCESSO
La creazione del Punto Unico d’Accesso è strettamente legata alla
cultura dei «servizi alla persona», fondata sull’accoglienza e
sull’ascolto dell’individuo e dei suoi bisogni, posti al centro delle
strategie e degli interventi sanitari. Si tratta di un vero e proprio
cambiamento dell’assistenza, che trova i suoi princìpi ispiratori
nell’equità e nell’unitarietà. L’equità è intesa come garanzia
dell’accesso ai servizi ai soggetti più deboli e fragili anche in
termini di raggiungibilità, orari di apertura e accoglienza.
L’unitarietà dell’accesso si realizza invece attraverso l’integrazione
tra gli interventi sanitari e sociali, grazie alla concentrazione in
un'unica sede delle prestazioni di cui necessita il soggetto fragile.
47. L’ASSISTENZA TERRITORIALE: A KM. ZERO
Nonostante tutti i provvedimenti adottati l’assistenza
primaria stenta a crescere, molti presidi di prossimità
(poliambulatori, ecc.) funzionano con personale ridotto al
minimo, mancano gli infermieri per l’assistenza domiciliare,
gli specialisti ambulatoriali, i tecnici, i terapisti della
riabilitazione, ecc.
Quella che dovrebbe essere l’avamposto del SSN per la
prevenzione e per evitare i ricoveri impropri non riesce ad
assolvere alla propria funzione.
48. LE PRESTAZIONI SPECIALISTICHE
AMBULATORIALI
ASL: le visite e gli accertamenti
diagnostici vengono svolti nei presidi
ospedalieri e nelle strutture del territorio.
Privati: esistvano 42 presidi accreditati
Spesa 2013: 58.046.000
ASL le visite e gli accertamenti
diagnostici vengono eseguiti nei
presidi ospedalieri e nelle strutture
del territorio a gestione diretta
Nel 2014 sono state effettuate
n. 4.414.603 prestazione
Privati: esistono 42 presidi accreditati.
Spesa prevista 2017: 54.078.842
2013 2017
50. INTEGRAZIONE OSPEDALE TERRITORIO
Una delle maggiori sofferenze del sistema sanitario, solo in
parte affrontata in alcune ASL è rappresentata dalla scarsa
integrazione tra ospedale e territorio, dovuta alla complessità
delle funzioni, alla numerosità delle professionalità coinvolte,
ma anche alla scarsa comunicazione tra le categorie che
operano in queste realtà.
Le Case della salute sono lo strumento per affrontare e
superare questo problema, ponendo attenzione ai problemi
peculiari degli anziani, dando anche nuovo impulso
all’assistenza domiciliare integrata (ADI).
51. LE CASE DELLA SALUTE:
Benché previste fin dal 2007 solo nel
2013 la Giunta regionale Lazio ha
avviato la realizzazione delle Case della
salute.
Sono stati adottati alcuni provvedimenti
che hanno delineato il modello delle Case
della salute del Lazio.
Il recente DCA U00228/2017 ha
ridefinito i requisiti minimi autorizzativi
delle Case della Salute con particolare
riguardo alle funzioni di base e ai moduli
funzionali aggiuntivi.
52. Nel Lazio fino ad ora sono state aperte 16 Case della
Salute, di cui cinque nella provincia di Frosinone: Atina,
Ceprano, Ceccano, Ferentino, Pontecorvo.
In provincia di Latina ne abbiamo una sola a Sezze.
Su cinque distretti della ASL Latina sono ancora senza una
Casa della salute il Distretto 1 (per il quale è prevista da tempo
l’apertura ad Aprilia), il Distretto 2 (per il quale esiste una
proposta del Comune di Sabaudia), il Distretto 4 e il Distretto 5
dove dovrebbe aprire Gaeta.
UNA CASA DELLA SALUTE IN OGNI DISTRETTO
54. Con il DCA U0052 del 22 febbraio 2017 avente per oggetto:
«Adozione del Programma Operativo 2016-2018 a salvaguardia degli
obiettivi strategici di rientro dai disavanzi della Regione Lazio nel
settore sanitario…» è stato, tra l’altro, assunto al punto 9.3
l’obiettivo e quindi l’impegno di programmare il completamento
dell’attivazione di ulteriori Case della salute, assicurando la presenza
di una di esse per ciascun Distretto sanitario, entro il 31 dicembre
2018.
A distanza di meno di un anno sarebbe il caso che l’Azienda
Sanitaria Locale Latina aggiornasse il Piano strategico individuando
per ciascuno dei distretti che ne sono ancora privi, il Comune e la
struttura a ciò destinati.
LA SCADENZA DEL 31 DICEMBRE 2018
56. IL SERVIZIO DELLA GUARDIA MEDICA
Il servizio della Guardia medica è stato istituito negli anni ‘80
per assicurare l’assistenza di base nelle ore in cui veniva meno il
servizio dei medici di medicina generale e dei pediatri di libera
scelta a seguito della stipula della prima convenzione del SSN.
È un servizio scarsamente utilizzato dai pazienti a causa della
sua scarsa funzionalità.
Dalla sua soppressione si potrebbero ricavare quelle risorse
necessarie per assicurare la continuità delle cure nelle Case della
salute.
Molte regioni hanno già assunto questa decisione con risultati
positivi.