1. Ugo Foscolo nacque nel 1778 a Zacinto
(l’attuale Zante) . La famiglia, divisasi dopo la
morte del padre, si ricompose a Venezia,
dove Foscolo completò i suoi studi, ricchi di
letture classiche e illuministe.
Egli sostenne la politica di Napoleone fino a
quando , con il TRATTATO di CAMPOFORMIO,
Venezia fu ceduta all’Austria ,perciò deluso,
si trasferì a Milano in un volontario esilio.
La sua vita fu piena di “viaggi”.
Trascorse i suoi ultimi anni a Londra dove si
sposò ed ebbe una figlia che lo accudì fino
alla morte che avvenne nel 1827. Le sue
spoglie riposano nella chiesa di Santa Croce
a Firenze.
2. Della produzione letteraria di Foscolo ricordiamo
-I SONETTI (in tutto 12) abbiamo letto : A ZACINTO ; IN MORTE DEL FRATELLO
GIOVANNI . I motivi dominanti sono l’esilio,il dolore e la memoria..
- I SEPOLCRI : carme, ossia componimento lirico di tono elevato , costituito da
endecasillabi sciolti. È considerato il capolavoro di Foscolo , in esso l’autore
esorta a custodire le memorie del passato e afferma il valore delle tombe e dei
monumenti funebri perché l’unica fonte di memoria.
3. A ZACINTO:PARAFRASI
Né più mai toccherò le sacre sponde
ove il mio corpo fanciulletto giacque,
Zacinto mia, che te specchi nell'onde
del greco mar da cui vergine nacque
Venere, e fea quelle isole feconde
col suo primo sorriso, onde non tacque
le tue limpide nubi e le tue fronde
l'inclito verso di colui che l'acque
cantò fatali, ed il diverso esiglio
per cui bello di fama e di sventura
baciò la sua petrosa Itaca Ulisse.
Tu non altro che il canto avrai del figlio,
o materna mia terra; a noi prescrisse
il fato illacrimata sepoltura.
Non toccherò mai più le tue rive sacre
dove si adagiò il mio corpo di bambino,
o mia Zacinto, che ti specchi nelle onde
del mar Ionio da cui nacque la vergine
Venere che rese fertili queste isole
con il suo primo sorriso , perciò descrisse
le tue limpide nuvole e la tua vegetazione
Il verso famoso di colui che cantò
le navigazioni di Ulisse volute dal destino
e il diverso esilio per cui infine Ulisse, reso bello
dalla fama e dalla sventura, baciò la sua Itaca
rocciosa.
O mia terra materna,
tu non avrai altro che la poesia del figlio
A me il fato impose una sepoltura senza
lacrime.
4. COMMENTO
• Scritto e pubblicato nel 1803 a Milano, A Zacinto è forse il più celebre tra i sonetti di
Ugo Foscolo.
• Foscolo parla della nostalgia per la sua terra e della consapevolezza che non vi
ritornerà mai più a causa dell’esilio, di lui rimarrà il suo canto e il suo corpo riposerà
in una terra straniera.
• A noi, A Zacinto, fa pensare a tutte quelle persone che sono costrette a stare lontane
dalle proprie famiglie, dalla loro patria e questo ci trasmette un senso di tristezza.
5. Un dì, s’io non andrò sempre fuggendo
Di gente in gente; mi vedrai seduto
Su la tua pietra, o fratel mio, gemendo
il fior de’ tuoi gentili anni caduto:
La madre or sol, suo dì tardo traendo,
Parla di me col tuo cenere muto:
Ma io deluse a voi le palme tendo;
E se da lunge i miei tetti saluto,
Sento gli avversi Numi, e le secrete
Cure che al viver tuo furon tempesta;
E prego anch’io nel tuo porto quiete:
Questo di tanta speme oggi mi resta!
Straniere genti, l’ossa mie rendete
Allora al petto della madre mesta.
Un giorno, se io non andrò sempre vagando
di nazione in nazione, mi vedrai accostato
alla tua tomba, fratello mio, piangendo
la tua giovane età, stroncata nel suo sbocciare.
Solo la madre ora, trascinandosi dietro la sua
vecchiaia,
parla di me alle tue mute spoglie:
intanto io tendo senza speranza le mani a voi;
e soltanto saluto da lontano i tetti della mia
patria.
Avverto l’ostilità del fato e i reconditi
tormenti interiori che tempestarono la tua
esistenza,
e invoco anch’io la pace, insieme a te, nella
morte.
Questo, di così tante speranze, oggi mi resta!
Popoli stranieri, quando morirò, restituite le mie
spoglie
alle braccia della madre inconsolabile.
6. COMMENTO
Il sonetto “In morte del fratello Giovanni” è dedicato
appunto al fratello Giovanni che si era ucciso nel 1801 a
Venezia per motivi legati a debiti di gioco.
Importante e significativa è l’immagine della madre che
ha un colloquio con il figlio morto parlandogli di
quell’altro figlio vivo e lontano.
Secondo Foscolo la morte è tranquillità, pace, il non dover
affrontare la vita, per lui troppo triste. Il poeta esprime
l’amore verso la famiglia, il dolore che prova per la morte
prematura del fratello, la delusione nei confronti del
destino e spera solo nella quiete della morte. Non
condividiamo il fatto di non veder l’ora di morire per
avere quiete e tranquillità, c’è sempre una soluzione ad
ogni problema e la speranza in un domani migliore.
7. Anche oggi
si soffre per essere lontani dalla
Terra natia.
Come Foscolo dovette abbandonare la terra madre,
oggi tante persone sono costrette ad abbandonare la
propria terra . Tale fenomeno può essere determinato
da povertà e da guerre che scoppiano per motivi
religiosi, economici e sociali, spesso tra loro
intrecciati.........
Questo fenomeno viene denominato EMIGRAZIONE:
L'emigrazione è un fenomeno sociale che porta un
singolo individuo o un gruppo di persone a
spostarsi dalla propria terra natia verso un altro
luogo che diventa terra di speranza.
Lavoro realizzato da Cimino Francesco, Durante
Matteo, Gubello Lorenzo, Maiorano Chiara,
Spagnolo Marta, alunni della classe 3B