1. IL CORAGGIO DI ESSERE PROTAGONISTI
Passione, Autogoverno, Autonomia
Sintesi della tesi congressuale presentata da
Franco Panizza - candidato alla Segreteria politica
Simone Marchiori - candidato alla vice Segreteria politica
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IL PERCHÉ DI UNA SCELTA
Prima di entrare nel merito dei valori, degli obiettivi e dei contenuti politici della nostra tesi,
pensiamo sia importante prendere atto che questo congresso è molto diverso e molto più
sfidante rispetto ad altri che abbiamo celebrato nel recente passato. Le ragioni che lo
rendono così straordinario, così carico di responsabilità e di significati sono legate al fatto che mai,
prima d’ora, la nostra Autonomia è stata così minacciata, sottoposta ad una aggressione
che non ha precedenti. Questa consapevolezza deve guidare ogni nostra scelta e ogni
nostra presa di posizione.
In un momento di grande frammentazione politica e di crescenti fibrillazioni, riteniamo, inoltre, che
ci sia la necessità di una guida sicura e autorevole che garantisca l'unità del Partito, ma che sia anche
in grado di portarne avanti l'apertura e il rinnovamento.
Da questi presupposti nasce la nostra candidatura: siamo convinti, infatti, che mai come oggi sia
importante rinnovare, ma senza rottamare e aprendo invece il Partito, premiando al contempo chi nel
Partito ci ha creduto e vi è cresciuto, abbinando esperienza a nuove idee e rinnovamento.
Il vero rinnovamento non è nel rottamare chi c'era prima, ma nell’aiutare a crescere le risorse interne,
ragionando sulle idee, confrontandosi sulle visioni, discutendo, anche animatamente, ma avendo alla
fine il coraggio di decidere e di scegliere insieme.
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LA RESPONSABILITÀ DI ESSERE ALLA GUIDA DELL’AUTONOMIA
Avere espresso, come autonomisti, il Presidente della Provincia significa che dei destini del
Trentino dobbiamo farcene carico direttamente, assumendoci le maggiori responsabilità
nelle scelte di governo. Se fossimo all’opposizione il nostro compito sarebbe sicuramente più facile,
ma altrettanto sicuramente meno incisivo ed efficace. Sarebbe sufficiente far sentire la nostra voce,
fare le nostre battaglie, far capire a chi governa che esistiamo e che abbiamo qualcosa di importante
da dire e da fare.
Anche quando eravamo in maggioranza, ma con posizioni decisamente più marginali, essendo il più
piccolo dei tre partiti del Centro Sinistra Autonomista, situazione che ha caratterizzato le ultime due
legislature, avevamo qualche spazio di manovra in più e soprattutto non dovevamo farci carico della
complessità dei problemi. Oggi non è più così e le responsabilità che ci ricadono sulle spalle sono
elevatissime e non possiamo scaricarle sulle spalle altrui. Il passo in avanti, decisivo, che abbiamo
compiuto in questa legislatura è stato quello di esprimere il presidente Rossi, il Presidente del
Trentino. A volte abbiamo l’impressione che questo passaggio non sia stato sufficientemente capito e
interiorizzato nel suo profondo e cruciale significato dalla base del Partito.
Esprimere, con un’elezione diretta, la principale carica della nostra Autonomia è un
grande onore, impensabile fino a qualche anno fa, ma è anche un grande onere, che
2. dobbiamo saperci assumere e sostenere politicamente e amministrativamente. E questo vuol
dire che i nostri interessi, quelli del nostro Partito, devono avvicinarsi quasi a
coincidere con quelli del Trentino, della sua Autonomia, dei problemi del suo oggi e del suo
domani.
Accettare la sfida di esprimere il Presidente della Provincia, cioè accettare di essere
Autonomisti non solo nelle intenzioni, pur nobili, ma anche nei fatti, con la loro
problematicità, è il passaggio che il nostro Partito deve saper compiere, pena il
rinunciare alla sua missione più alta e impegnativa: essere in grado di gestire
l’autonomia, con quello che ciò comporta in termini di valori (saper disegnare la
rotta), in termini di capacità (saper governare la nave), in termini di responsabilità
(non anteporre gli interessi di bottega a quelli più generali del Trentino).
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UN PARTITO ALL’ALTEZZA DELLE SFIDE
Per poter essere davvero un partito di governo, all’altezza delle sfide e delle aspettative dei trentini,
senza tuttavia rinnegare la nostra storia ed identità, dobbiamo innanzitutto partire dal nostro interno.
Siamo convinti, infatti, che il Partito debba adeguare le sue strutture ed i suoi strumenti al mutare del
contesto globale. Non possiamo negare la rivoluzione digitale che ha modificato ogni nostro modo di
pensare e di vedere la realtà e, soprattutto, non possiamo permetterci di non riuscire a comunicare
con quella fascia di popolazione, soprattutto i giovani, che ormai traggono ogni loro informazione
dalle nuove tecnologie.
Dobbiamo, insomma, adeguare la nostra immagine e la nostra comunicazione ai tempi moderni,
puntando a colmare quel distacco che ormai esiste fra cittadini e politica. Autonomia è partecipazione
e dobbiamo essere noi i primi a coinvolgere e mantenere coinvolti i trentini nell’amministrazione
della cosa pubblica, nell’autogoverno della nostra terra. Anche se le forme comunicative cambiano ed
è più difficile far arrivare il nostro messaggio, non possiamo permetterci di perdere questo tratto
distintivo che marca la differenza fra noi e molte altre realtà italiane.
Tutto ciò presuppone un’attenzione particolare anche al coinvolgimento di nuove persone all’interno
del nostro Partito: non solo giovani leve da far crescere al nostro interno, ma anche tutti coloro che
considerano l’Autonomia il bene primario e imprescindibile per la nostra terra e hanno voglia di
mettersi a disposizione e di portare avanti i nostri ideali e la nostra azione di governo. Rinneghiamo il
modello del “Partito leggero”, che sembra avere molti seguaci in altre realtà: il nostro, che è un Partito
di popolo, deve basarsi sulle persone, sul contatto diretto con loro e sul loro coinvolgimento.
Per questo motivo crediamo che sia necessaria una revisione completa del nostro statuto, per dare
nuovo slancio alle sezioni che per noi rappresentano i veri pilastri del Partito. Dobbiamo riuscire a
far sentire il Popolo Autonomista un tutt’uno con il proprio Partito.
Governare una Provincia come la nostra, assimilabile per competenze ad un piccolo Stato, va fatto
con la preparazione di leader capaci, attraverso una base motivata e vitale, dalla quale raccogliere
spunti, richieste, necessità ed anche critiche. Quella che dobbiamo creare è una squadra capace e
coesa.
Non siamo e non vogliamo essere un Partito che vede un uomo solo al comando. Vogliamo far
tesoro delle molte risorse politiche che sono cresciute forti in questi anni.
Di pari passo, però, vanno snelliti e rivisti tutti gli altri organismi interni, cercando di metterli sempre
più in relazione: è attraverso una fitta rete di scambi e proposte, di pareri e di giudizi che si cresce. I
3. vertici devono essere in contatto con tesserati e simpatizzanti e viceversa per far sì che vi sia una
comunicazione costante fra tutti i livelli. Importanza particolare va riservata ai due movimenti,
giovanile e femminile, che rappresentano la risorsa più importante per il Partito. Il primo come vivaio
in cui si forma la classe dirigente del Partito, il secondo come palestra per riconoscere e valorizzare
l’apporto positivo che le donne possono e devono dare alla vita del Partito e nell’impegno
istituzionale.
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COSTRUIAMO OGGI IL NOSTRO FUTURO
E’ evidente che tutto questo richiede un grande sforzo in termini di capacità di elaborazione politica,
di organizzazione interna, di presidio dei temi più generali trovando soluzioni che non accontentino
solo le istanze interne al nostro Partito, ma anche quelle del Trentino, della nostra terra, con le sue
varietà nei modi di essere e di agire. Questa è la sfida che dobbiamo vincere per essere
davvero Autonomisti, nel senso più nobile e autentico. Autonomisti in grado di guardare a testa
alta la nostra gente, tutta la nostra gente, con la consapevolezza che essere all’altezza della
difficilissima situazione in cui ci troviamo richiede un impegno straordinario e una generosità
altrettanto straordinaria. Per dare risposta ai bisogni dell’oggi e ancor più a quelli del domani non
possiamo ricorrere agli slogan o alle frasi ad effetto. Dobbiamo metterci in gioco e gestire la
complessità del mondo reale, con le sue contraddizioni e le sue inadeguatezze.
La nostra tesi congressuale, che abbiamo condiviso con moltissimi iscritti, vogliamo specificarlo, non
ha nessuna pretesa di rappresentare un programma di governo. Abbiamo trattato le tematiche in
maniera generale perché siamo convinti che le soluzioni non possano derivare dall’elaborazione di
poche persone, ma da un percorso di condivisione e approfondimento che coinvolga quante più
persone possibili, sia esterne che interne al Partito.
Era questo il modo di agire che ha caratterizzato l’iniziativa di “Trentino Coraggioso”, è questo il
modo di agire che sta caratterizzando i cinque tavoli di lavoro nati proprio da quell’incontro, è questo
il metodo di lavoro che dovrà caratterizzare il “nuovo” PATT che secondo noi dovrà uscire dal
prossimo congresso.
Un PATT orgoglioso della propria storia, ma aperto al confronto con gli altri territori. Un PATT al
passo con i tempi, che sa imparare da chi fa meglio, ma sa anche far tesoro degli sbagli altrui. Un
PATT che si apre al confronto e all’elaborazione politica anche di chi, pur non appartenendo al
Partito, decide di lavorare assieme a noi per far crescere la nostra terra. Non dobbiamo, infatti, avere
paura di confrontarci. Dobbiamo, semmai, avere la capacità di raccogliere le soluzioni migliori e
adattarle alla nostra realtà.
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UNITI PER FAR CRESCERE IL TRENTINO
Ciò che intendiamo raggiungere con il nuovo percorso che il PATT vuole intraprendere con il
prossimo Congresso, è costruire un Trentino che sappia rinnovarsi senza rinnegare il
passato, conciliando competizione e solidarietà, senza la paura del confronto.
Un Trentino (e un’economia) non dipendente (o meno dipendente) dalle risorse
pubbliche.
4. Un Trentino capace di esaltare i suoi tratti caratteristici, dalla coesione sociale al valore
del lavoro, dalla cooperazione alle nuove tecnologie.
Un Trentino in grado di conquistare un’autonomia piena, compiuta, aderente alle
aspettative di tutti.
Un Trentino aperto al confronto globale, ma, nel contempo, in grado di alimentare
la sua specialità, la sua unicità, la sua irripetibilità.
Questo è il contributo che la nostra tesi congressuale intende offrire al programma politico del
PATT.
Ci rendiamo conto che è una sfida difficile, ma abbiamo tutte le carte in regola per
poterla affrontare e vincere.
L'alta responsabilità che ci è stata affidata ce lo impone e di questo dobbiamo
rendere conto non solo al Partito, ma soprattutto al Trentino.
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I RISULTATI DEL GOVERNO AUTONOMISTA
Anche leggendo le altre tesi congressuali, abbiamo la netta impressione che non tutti siano coscienti
dei risultati che, pur in un momento di grandissima difficoltà, il Governo a guida autonomista ha
saputo portare a casa. Qualcuno addirittura ne mette in discussione la coerenza con le battaglie
storiche degli autonomisti.
Proviamo, in estrema sintesi, ad elencare alcuni dei risultati ottenuti.
Finalmente dopo anni di contenziosi, siamo riusciti a stabilizzare, grazie all’accordo firmato dal
PATT e dalla SVP con il partito del Presidente del Consiglio, i rapporti finanziari con lo Stato e a
blindare e addirittura a valorizzare la nostra Autonomia speciale anche nella nuova riforma
costituzionale. Se non vi fosse stato l’accordo promosso dagli autonomisti, oggi la nostra Autonomia
sarebbe compromessa. Non solo, ma siamo riusciti a far sì che il Presidente Renzi, una volta trovato
l’accordo, lo comunicasse a Vienna dimostrando così la natura internazionale della nostra specialità.
Parliamo poi della nuova normativa sugli appalti per suddividere le opere e assegnarle alle imprese
locali; dei 200 milioni di sgravi fiscali per le imprese e dell’introduzione, novità assoluta, del credito
d’imposta che per il solo 2015 ha fruttato alle imprese 26 milioni di detrazioni. Per non parlare della
riduzione dell’IRAP molto più forte del resto d’Italia, degli incentivi per attrarre nuove imprese in
Trentino, dell’esenzione dall’addizionale IRPEF per i redditi sotti i 20.000 euro, dell’eliminazione
dell’IMIS sulla prima casa, della rimodulazione delle aliquote IRAP e della riduzione IMIS sui
fabbricati che comporterà 40 milioni di benefici fiscali. Ma parliamo ancora della riforma delle
Comunità di Valle, della riduzione del turn over nel lavoro pubblico, degli interventi per 164 milioni
di euro a favore delle famiglie, del trilinguismo nelle scuole finalmente operativo, di una riforma
urbanistica radicale che semplifica tutte le procedure, della riforma della dirigenza finalizzata a
premiare il merito, dell’investimento sulla banda larga per raggiungere anche le periferie più lontane.
E citiamo, infine, il rapporto di totale sintonia, mai così forte, con Bolzano; la presidenza dell’Euregio
per i prossimi due anni in capo ad un autonomista e che vede il Trentino come sede della Giunta
dell’Euregio, il potenziamento dell’ufficio comune a Bruxelles.
Per finire, il rinnovo della concessione dell’A22 che porterà 3,5 miliardi di investimenti.
5. Queste non sono battaglie storiche degli autonomisti?
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IL RAPPORTO CON IL GOVERNO PROVINCIALE
Sempre leggendo le altre tesi congressuali, rileviamo l’osservazione che il Partito sarebbe attualmente
troppo appiattito sul Governo provinciale, dimenticando che le nostre Giunte provinciale e regionale
sono guidate da un autonomista, già Segretario politico del nostro Partito.
Partiamo innanzitutto dai dati che vedono il nostro Partito determinante in ogni scelta degli ultimi
anni: non ha ceduto sul seggio senatoriale di Trento e sulle primarie; ha vinto queste ultime e ha
raddoppiato i consensi alle ultime elezioni; ha recuperato un rapporto di piena parità con la SVP ed
ha sottoscritto, per la prima volta nella storia, un accordo politico, predisposto dal PATT, con SVP,
UAL e Union Valdôtaine; ha ottenuto l’adesione come osservatore al PPE, il maggior partito
europeo; il Presidente Renzi ha perfino citato il PATT come modello di efficacia politica territoriale
nel suo discorso di insediamento al Senato.
E’ cresciuta nel Partito una classe dirigente in buona parte nuova, finalmente anche con diverse
donne, fortemente impegnata negli enti locali. Siamo l’unico partito ad aver avviato una forte
operazione di coinvolgimento e di elaborazione di idee e progetti: il “Trentino Coraggioso” con i
cinque tavoli tematici che hanno visto partecipare, oltre alla classe dirigente del Partito, alcuni fra i
migliori esperti anche a livello nazionale.
Non dobbiamo certamente essere autoreferenziali ma, al contrario, più orgogliosi di quanto abbiamo
ottenuto.
Non ha alcun senso che il Partito si contrapponga al proprio Presidente autonomista: certamente
dobbiamo portare avanti le nostre iniziative, dobbiamo sostenerlo, anche in maniera critica, nei
rapporti con gli altri partiti della coalizione, ma non avrebbe alcun senso che il Partito e il Presidente
Rossi viaggiassero su binari diversi. Rossi non offusca l’immagine del Partito, ma al contrario la
legittima e la rafforza e le ultime elezioni lo hanno dimostrato.
Questa è la scelta vera che dovremo fare al prossimo congresso e da qui si
giudicherà la maturità del nostro Partito. Questa è la responsabilità che ognuno di
noi deve assumersi, evitando di compiere gli errori del passato, quando, a furia di
attaccare il nostro presidente Andreotti, l’elettorato ci bocciò e premiò Dellai e la Margherita.
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IN CONCLUSIONE
Percepiamo una domanda di grande politica, una politica che sia progetto, che abbia l'ambizione di
ripensare il Trentino e il suo sviluppo, che pensi in grande, una politica che non abbia paura di
perdere qualcosa, e che accetti il rischio di mettere in discussione tutto ciò che possiamo migliorare.
Il Partito non è un fine ma uno strumento, e questo strumento deve saper intercettare la complessità
dei problemi, tradurli in atti concreti a favore delle nostre comunità.
6. L'Autonomia è nelle nostre solide radici, ma anche nel nostro sguardo lungo. Per un
Trentino moderno, capace di sfruttare la sua unicità per vincere le impegnative sfide che ci
attendono.
Vogliamo rinunciare a questa sfida che ci hanno affidato i trentini con il loro voto? Vogliamo tornare
ad essere buoni gregari, ma pur sempre gregari, e lasciare ad altri il compito di guidare e di
rappresentare la nostra Autonomia con il nostro patrimonio di valori secolari? Se è pur vero che
l’avere un presidente autonomista ci costringe a qualche compromesso con la coalizione, possiamo
pensare che quando avremo un presidente non autonomista ed espressione di un partito nazionale
sarà più facile portare avanti i nostri obiettivi? Pensiamo veramente che distinguere il nostro Partito
rispetto al suo presidente sia una mossa che ci rafforza? Noi crediamo di no.
Il PATT è cultura di governo, orgoglio della tradizione, capacità di costruire il
futuro della nostra meravigliosa terra.
Insieme, con una squadra forte e unita, ci riusciremo.
Trento, gennaio 2016
Franco Panizza Simone Marchiori