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un gusto unico
                 La vera tradizione
                                      Il profumo della terra
I geli vengono prodotti con
                          zucchero e succo di frutta,
                          senza polpa e buccia,
                          maggiormente usata in
                          pasticceria per apricottatura.




Questo dolce siciliano è fatto in vari modi, tra i quali il più conosciuto è il “Gelo di
melone“, una sorta di budino all’ anguria. E’ definito un dolce povero per i semplici
ingredienti adoperati: acqua, frutta, amido, zucchero e ultimamente si utilizza per il
riempimento di altri dolci.


Il nome mostarda deriva dal latino "mustum". Oggi in Sicilia, troviamo una
mostarda fatta solo di mosto cotto e farina di senape. Durante le feste natalizie gli
scaffali dei bar e dei negozi specializzati in articoli dolciari si arricchiscono
notevolmente di varietà di questo prodotto, esse sono preparate in vari modi
alcuni dei quali prevedono l'uso di zuccheri e frutta candita o sciroppata. La
mostarda è sempre un alimento di accompagnamento vanno conservate in
frigorifero una volta aperte.
Le marmellate Siciliane sono: una crema cotta di zucchero e agrumi a pezzetti
(limone, arancia, mandarino, e più raramente
di pompelmo, clementina, cedro e bergamotto).
La frutta viene mondata delle parti di scarto, tagliata a pezzetti, cotta a lungo
nello zucchero sino a che diventa cremosa.




A fine cottura messa bollente, in barattoli chiusi ermeticamente, il calore residuo del
composto completa la sterilizzazione. il metodo del sottovuoto e doppia sterilizzazione:
questa tecnica, eseguibile anche in ambito casalingo, evita la crescita di muffe.
Lo zucchero o miele rappresenta circa il 40-50% del peso totale: la marmellata è
sostanzialmente metà frutta e metà zucchero.
Merita di essere illustrato il sistema usato in Sicilia dal 1700 ai giorni nostri e
confezionamento della marmellata. Esse dopo la cottura venivano versate per il
raffreddamento in formelle maiolicate prodotti dai maestri artigiani caltagironesi
aventi svariate forme e rappresentanti una grande varietà di soggetti: fiori, stemmi,
santi, animali, ecc...




Una volta raffreddato il prodotto e tolto dalla formella, esso acquista forma artistica tanto
bella a vedersi quanto a mangiarsi. Il nostro docente Vincenzo Foggia di recente a
catalogato infinite varietà di formelle nella prestigiosa pubblicazione che segue.
I frutti di Martorana, ovvero di marzapane,sono un dolce
                                         tipico siciliano a base di farina di mandorle, zucchero a velo
                                         e aroma di vaniglia, raffiguranti appunto molteplici frutti
                                         colorati, che venivano in origine affiancati alla frutta vera
                                         per far gioire i bambini.




Inizialmente i dolcetti erano confezionati dalle
suore solo per la festa di Tutti i Santi e venivano
colorati e lucidati con la gomma arabica diluita, che
serviva da fissatore dei colori vegetali. Col
tempo, l'uso di preparare i frutti della Martorana per
la festa del primo novembre si spostò a quella del
giorno successivo, ossia alla commemorazione dei
defunti.
Ai giorni nostri i frutti di Martorana sono
una prelibatezza che viene utilizzata generalmente
per fare dei coloratissimi cesti da regalare per le
belle occasioni e per spedire come dolce regalo
all’estero.
La cassata siciliana è una torta tradizionale a base
di ricotta, pan di Spagna, pasta reale, frutta candita e glassa
di zucchero.
Esistono innumerevoli varianti locali, specialmente l'aspetto
esteriore può variare da una scarna decorazione di glassa e
un po' di scorza d'arancia candita fino a una opulenta
costruzione baroccheggiante con perline colorate e una
mezza dozzina di frutti canditi diversi. Sempre secondo le
varianti locali, ci possono essere ingredienti
aggiuntivi,come pistacchio, pinoli, cioccolato, cannella, mara
schino o acqua di zagara.


                                        Le radici storiche della cassata risalgono alla dominazione
                                        araba (IX-XI secolo) che avevano introdotto a Palermo, la canna
                                        da zucchero, il limone, il cedro, l’arancia amara, il mandarino e
                                        la mandorla. Insieme alla ricotta, che si produceva in Sicilia da
                                        tempi preistorici, erano così riuniti tutti gli ingredienti base
                                        della cassata.

                                        Nel periodo normanno, a Palermo presso il convento della
                                        Martorana, fu creata la pasta reale o Martorana, un impasto di
                                        farina di mandorle e zucchero, che, colorato di verde con
                                        estratti di erbe, sostituì la pasta frolla come involucro. Si passò
                                        così dalla cassata al forno a quella composta a freddo.
                                        Gli spagnoli introdussero in Sicilia il cioccolato e il pan di
                                        Spagna. Durante il periodo barocco si aggiungono infine
                                        i canditi.
Il Marsala è un vino liquoroso a Denominazione di Origine Controllata (DOC) prodotto in Sicilia,
nel comune di Marsala e nell'intera provincia di Trapani, con esclusione dei comuni
di Pantelleria, Favignana ed Alcamo.
 La nascita del Marsala come vino liquoroso è incentrata sulla figura del commerciante
inglese John Woodhouse il quale nel 1773 approdò con la nave nel porto di Marsala.


Durante la fermentazione si effettuano i travasi che
favoriscono l’ossidazione del vino; alla fine della
fermentazione si procede all’aggiunta di alcol etilico
di origine vitivinicola ovvero di acquavite di vino, al
fine di elevare il tenore alcolico.
Il vino ottenuto solo da uve a bacca bianca, viene
sottoposto ad un invecchiamento di almeno 5 anni
con cui il marsala verrà definito vergine.
 Il Marsala è definito conciato quando si aggiunge la
cosiddetta concia, una miscela caratteristica di ogni
produttore, composta principalmente da mosto
cotto, mosto concentrato o mistella (mosto al quale è
stata bloccata la fermentazione mediante l’aggiunta
di alcol) al fine di accrescere le componenti
aromatiche e la dolcezza del prodotto finale,.
Dopo l'invecchiamento, il Marsala raggiunge la sua compiutezza: una contenuta gradazione
alcolica (da 17 a 19% alc/vol.). Le tipologie del Marsala possono essere: "secco", "semi
secco" o "dolce" in riferimento al grado zuccherino, e "oro", "ambra" o "rubino" in base al
colore.

                       Il Marsala eccelle per la sua
                       versatilità: il marsala di tipo Fine,
                       protagonista in cucina nella
                       preparazione di mille e più
                       pietanze. Per la mescita, gli
                       intenditori scelgono il Marsala del
                       tipo Superiore o Vergine, un
                       inimitabile vino da meditazione ed
                       altrettanto pregevole vino da
                       dessert che accompagna
                       superbamente dolci a base di
                       ricotta o di crema, pasticceria secca,
                       frutta fresca e formaggi. Eccellente
                       aperitivo, quando è servito freddo,
                       il Marsala è, infine, un ingrediente
                       adatto alla preparazione di raffinati
                       cocktail.

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  • 1. un gusto unico La vera tradizione Il profumo della terra
  • 2. I geli vengono prodotti con zucchero e succo di frutta, senza polpa e buccia, maggiormente usata in pasticceria per apricottatura. Questo dolce siciliano è fatto in vari modi, tra i quali il più conosciuto è il “Gelo di melone“, una sorta di budino all’ anguria. E’ definito un dolce povero per i semplici ingredienti adoperati: acqua, frutta, amido, zucchero e ultimamente si utilizza per il riempimento di altri dolci. Il nome mostarda deriva dal latino "mustum". Oggi in Sicilia, troviamo una mostarda fatta solo di mosto cotto e farina di senape. Durante le feste natalizie gli scaffali dei bar e dei negozi specializzati in articoli dolciari si arricchiscono notevolmente di varietà di questo prodotto, esse sono preparate in vari modi alcuni dei quali prevedono l'uso di zuccheri e frutta candita o sciroppata. La mostarda è sempre un alimento di accompagnamento vanno conservate in frigorifero una volta aperte.
  • 3. Le marmellate Siciliane sono: una crema cotta di zucchero e agrumi a pezzetti (limone, arancia, mandarino, e più raramente di pompelmo, clementina, cedro e bergamotto). La frutta viene mondata delle parti di scarto, tagliata a pezzetti, cotta a lungo nello zucchero sino a che diventa cremosa. A fine cottura messa bollente, in barattoli chiusi ermeticamente, il calore residuo del composto completa la sterilizzazione. il metodo del sottovuoto e doppia sterilizzazione: questa tecnica, eseguibile anche in ambito casalingo, evita la crescita di muffe. Lo zucchero o miele rappresenta circa il 40-50% del peso totale: la marmellata è sostanzialmente metà frutta e metà zucchero.
  • 4. Merita di essere illustrato il sistema usato in Sicilia dal 1700 ai giorni nostri e confezionamento della marmellata. Esse dopo la cottura venivano versate per il raffreddamento in formelle maiolicate prodotti dai maestri artigiani caltagironesi aventi svariate forme e rappresentanti una grande varietà di soggetti: fiori, stemmi, santi, animali, ecc... Una volta raffreddato il prodotto e tolto dalla formella, esso acquista forma artistica tanto bella a vedersi quanto a mangiarsi. Il nostro docente Vincenzo Foggia di recente a catalogato infinite varietà di formelle nella prestigiosa pubblicazione che segue.
  • 5. I frutti di Martorana, ovvero di marzapane,sono un dolce tipico siciliano a base di farina di mandorle, zucchero a velo e aroma di vaniglia, raffiguranti appunto molteplici frutti colorati, che venivano in origine affiancati alla frutta vera per far gioire i bambini. Inizialmente i dolcetti erano confezionati dalle suore solo per la festa di Tutti i Santi e venivano colorati e lucidati con la gomma arabica diluita, che serviva da fissatore dei colori vegetali. Col tempo, l'uso di preparare i frutti della Martorana per la festa del primo novembre si spostò a quella del giorno successivo, ossia alla commemorazione dei defunti. Ai giorni nostri i frutti di Martorana sono una prelibatezza che viene utilizzata generalmente per fare dei coloratissimi cesti da regalare per le belle occasioni e per spedire come dolce regalo all’estero.
  • 6. La cassata siciliana è una torta tradizionale a base di ricotta, pan di Spagna, pasta reale, frutta candita e glassa di zucchero. Esistono innumerevoli varianti locali, specialmente l'aspetto esteriore può variare da una scarna decorazione di glassa e un po' di scorza d'arancia candita fino a una opulenta costruzione baroccheggiante con perline colorate e una mezza dozzina di frutti canditi diversi. Sempre secondo le varianti locali, ci possono essere ingredienti aggiuntivi,come pistacchio, pinoli, cioccolato, cannella, mara schino o acqua di zagara. Le radici storiche della cassata risalgono alla dominazione araba (IX-XI secolo) che avevano introdotto a Palermo, la canna da zucchero, il limone, il cedro, l’arancia amara, il mandarino e la mandorla. Insieme alla ricotta, che si produceva in Sicilia da tempi preistorici, erano così riuniti tutti gli ingredienti base della cassata. Nel periodo normanno, a Palermo presso il convento della Martorana, fu creata la pasta reale o Martorana, un impasto di farina di mandorle e zucchero, che, colorato di verde con estratti di erbe, sostituì la pasta frolla come involucro. Si passò così dalla cassata al forno a quella composta a freddo. Gli spagnoli introdussero in Sicilia il cioccolato e il pan di Spagna. Durante il periodo barocco si aggiungono infine i canditi.
  • 7. Il Marsala è un vino liquoroso a Denominazione di Origine Controllata (DOC) prodotto in Sicilia, nel comune di Marsala e nell'intera provincia di Trapani, con esclusione dei comuni di Pantelleria, Favignana ed Alcamo. La nascita del Marsala come vino liquoroso è incentrata sulla figura del commerciante inglese John Woodhouse il quale nel 1773 approdò con la nave nel porto di Marsala. Durante la fermentazione si effettuano i travasi che favoriscono l’ossidazione del vino; alla fine della fermentazione si procede all’aggiunta di alcol etilico di origine vitivinicola ovvero di acquavite di vino, al fine di elevare il tenore alcolico. Il vino ottenuto solo da uve a bacca bianca, viene sottoposto ad un invecchiamento di almeno 5 anni con cui il marsala verrà definito vergine. Il Marsala è definito conciato quando si aggiunge la cosiddetta concia, una miscela caratteristica di ogni produttore, composta principalmente da mosto cotto, mosto concentrato o mistella (mosto al quale è stata bloccata la fermentazione mediante l’aggiunta di alcol) al fine di accrescere le componenti aromatiche e la dolcezza del prodotto finale,.
  • 8. Dopo l'invecchiamento, il Marsala raggiunge la sua compiutezza: una contenuta gradazione alcolica (da 17 a 19% alc/vol.). Le tipologie del Marsala possono essere: "secco", "semi secco" o "dolce" in riferimento al grado zuccherino, e "oro", "ambra" o "rubino" in base al colore. Il Marsala eccelle per la sua versatilità: il marsala di tipo Fine, protagonista in cucina nella preparazione di mille e più pietanze. Per la mescita, gli intenditori scelgono il Marsala del tipo Superiore o Vergine, un inimitabile vino da meditazione ed altrettanto pregevole vino da dessert che accompagna superbamente dolci a base di ricotta o di crema, pasticceria secca, frutta fresca e formaggi. Eccellente aperitivo, quando è servito freddo, il Marsala è, infine, un ingrediente adatto alla preparazione di raffinati cocktail.