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Filastrocca di Natale




    C'e' nel cielo una grande stella,
      dietro di lei una pecorella.


         Arrivano alla capanna
        dove Gesu' fa la nanna.


       Ci sono Giuseppe e Maria
       che gli fanno compagnia.


        C'e' il timido asinello
      che riscalda il Bambinello.


          Arrivano i pastori
        per offrire i loro cuori.




    Gesù Bambino
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               Gesù Bambino
                col tuo ditino
               mettimi un fiore
                nel cuoricino:


               il fiore azzurro
                 della bontà
                 e benedici
               mamma e papà.
Babbo Natale
  viene di notte

  Babbo Natale viene di notte,
 viene in silenzio a mezzanotte.
  Dormono tutti i bimbi buoni
   e nei lettini sognano i doni.




  Babbo Natale vien fra la neve,
 porta i suoi doni là dove deve.
Non sbaglia certo: conosce i nomi
  di tutti quanti i bimbi buoni.




Gesù Bambino vestito di bianco
Gesù Bambino
      vestito di bianco,
       porta i tuoi doni
a chi è forte e a chi è stanco.



      Porta i tuoi doni
     a grandi e piccini,
       Gesù Bambino
     che ami i bambini.



       Gesù Bambino
vestito di blu,
      porta i tuoi doni
       a chi vuoi tu.



      Porta i tuoi doni
    che son sempre veri,
       Gesù Bambino
      di oggi e di ieri.



        Tanti auguri
     con un girotondo.
        Tanti auguri
      a tutto il mondo.

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        Gesù Bambino
      vestito di bianco,
       porta i tuoi doni
a chi è forte e a chi è stanco.
Porta i tuoi doni
a grandi e piccini,
  Gesù Bambino
che ami i bambini.



   Gesù Bambino
   vestito di blu,
  porta i tuoi doni
    a chi vuoi tu.



  Porta i tuoi doni
che son sempre veri,
   Gesù Bambino
  di oggi e di ieri.



    Tanti auguri
 con un girotondo.
    Tanti auguri
  a tutto il mondo.

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gli rattristano il visino.
  Dai, non fare il capriccetto
  che se no piange il nanetto.




 Marroncino è sempre pronto
  a studiare e a far di conto:
      libri, penne e colori
   sono tutti i suoi tesori,



e se un bimbo è un po' svogliato
      lo colora verde prato.
     Su, finisci il compitino,
    fai contento Marroncino.




Il più forte e il più importante
    è Nerino, gran birbante.
   Lui vorrebbe comandare:
    bimbi e nani controllare



     e nell'ombra scura sta
       e nascosto resterà
 fino a quando un bel bambino
     gli sorride sul visino.
E' Natale




    E' Natale, è Natale,
chi sta bene e chi sta male:

c'è chi mangia il panettone,
 lo spumante ed il torrone:

 ed invece in qualche terra
  i bambini fan la guerra.

  Caro mio bel Bambinello
fa' che il mondo sia più bello
e con gli uomini in letizia
     tutti in pace ed amicizia.

      Ad ognuno fai trovare
     ogni giorno da mangiare.

       Della neve ogni fiocco
     tu trasformalo in balocco

       che poi cada lì vicino
     ad ogni piccolo bambino.

    Manda a tutti il proprio dono
     e fammi essere più buono




Nella notte di Natale
Nella notte di Natale
 vien dal cielo un angioletto
 a posar presso il guanciale
   del sopito fanciulletto.




 E se a tavola è obbediente,
 se giocar sa senza chiasso,
 se, tranquillo, fra la gente,
sa seguir la mamma a spasso,
risvegliandosi, il fanciullo,
   troverà sul suo lettino
 la sorpresa ed il trastullo
   di un grazioso regalino.




Auguri ai Parenti

    In questio giorno santo
     Gesu' chiedo soltanto
     di donare ai familiari,
  agli amici ed ai miei cari,
   tanta gioia e tanta pace,
  altro dir non son capace.
   O mio caro buon Gesu'
     su noi tutti veglia tu!
Il Giorno Di Natale




   Stanotte un angioletto,
    con lieve batter d'ale,
     disceso sul mio letto
   mi sussurrò:quot;E' Natale!quot;



      La magica parola
      mi fece ridestare,
      in una corsa sola
   venni di qui a guardare.



   Ne fui come incantato!
Oh giubilo degli occhi!
 Gesù m'avea portato
 un monte di balocchi.



  quot;Ma prima di giocarequot;
   mi disse una vocina
quot;Va, corri ad abbracciare
il babbo e la mammina.quot;



  Ed eccomi raggiante
 qui a dirvi con amore:
 quot;Lieto Natale! E tante
 gioie serene in cuore
Oh stella, stellina




     Oh stella, stellina
      che brilli lassù,
      ravviva la luce:
       or nasce Gesù!



      Campana piccina
      che squilli lassù,
    rallegra il tuo canto:
       or nasce Gesù!
Oh gente del mondo
    che preghi quaggiù,
      esulta di gioia:
       è nato Gesù!

  Ho Sognato




 Ho sognato che il Bambino
 venne presso il mio lettino
   e mi disse dolcemente:
quot;Per Natale non vuoi niente?quot;



  Io pensai per prima cosa
 a te, mamma, 'sì amorosa,
  a te, babbo, buono tanto,
  e Gli dissi: quot;Gesù santo,
babbo e mamma benedici,
    fa che sempre sian feliciquot;.




Il Canto di Maria

   Canta dentro la capanna
  Maria, figlia di Sant'Anna,
  e guardando il Suo bel sole
   dice a Lui queste parole:




quot;Dormi, dormi, cuor di mamma,
fai la ninna, fai la nanna!
 Dormi, chiudi i lumi santi,
 quelle stelle fiammeggianti.




 Dormi, cuore della mamma,
  fai la ninna, fai la nanna.
   Vedi, viene dall'Oriente
 un corteo tutto splendente:




 due re bianchi ed un re moro
    e con doni tutti d'oro.
  Bacia, bacia la tua mamma:
non più ninna, non più nanna.quot;


           I racconti:
A CASA DI
           BABBO NATALE




Mancavano solo 5 giorni a Natale e i piccoli aiutanti di Babbo Natale
                       erano molto impegnati.
 Infatti stavano finendo tutti i giocattoli che i bambini e le bambine
          stavano aspettando per la notte del 25 dicembre.




Elfi e folletti non smettevano un attimo di cucire, incollare, assemblare
                                e inscatolare.
quot;Siamo stato bravi oggi: abbiamo fatto molti giocattoliquot; disse uno degli
                  elfi. quot;Adesso possiamo riposarci un po'quot;.
Non appena i piccoli operai ebbero riposto tutto per la notte, andarono
                         a dormire nelle loro stanzette.
canzoni:




             Astro del Ciel




                   Astro del ciel,
                   Pargol Divin,
               mite Agnello Redentor,



            Tu che i vati da lungi sognar,
           Tu che angeliche voci annunziar,
luce dona alle menti,
   pace infondi nei cuor.



       Astro del ciel,
       Pargol Divin,
   mite Agnello Redentor,



Tu disceso a scontare l'error,
Tu sol nato a parlare d'amor,



   luce dona alle menti,
   pace infondi nei cuor.



       Astro del ciel,
       Pargol Divin,
   mite Agnello Redentor,



  Tu di stirpe regale decor,
  Tu virgineo, mistico fior,
luce dona alle menti,
                 pace infondi nei cuor.




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   Tu scendi dalle stelle
Tu scendi dalle stelle
              o Re del cielo
e vieni in una grotta al freddo e al gelo,
e vieni in una grotta al freddo e al gelo.

       O Bambino mio divino
       io Ti vedo qui a tremar.
             O Dio beato
  ah quanto ti costò l'avermi amato,
  ah quanto ti costò l'avermi amato.




      A Te che sei del mondo
            il Creatore
mancano panni e fuoco, o mio Signore,
mancano panni e fuoco, o mio Signore.
Caro eletto Pargoletto
       quanto questa povertà
           più m'innamora
 giacchè ti fece amor povero ancora,
 giacchè ti fece amor povero ancora.




       Tu lasci del Tuo Padre
            il Divin Seno
   per venir a penar su poco fieno,
   per venir a penar su poco fieno.

     Dolce amore del mio cuore
       dove amor ti trasportò
             o Gesù mio.
  Perchè tanto patir? Per amor mio!
  Perchè tanto patir? Per amor mio!




         Ma se fu Tuo volere
             il Tuo patire
perchè vuoi pianger poi, perchè vagire?
Perchè vuoi pianger poi, perchè vagire?

        Sposo mio amato Dio,
mio Gesù t'intendo sì,
            ah mio Signore!
  Tu piangi non per duol ma peramore!
  Tu piangi non per duol ma peramore!




          Tu piangi per vederti
             da me ingrato
  dove sì grande amor, sì poco amato!
  Dove sì grande amor sì poco amato!

        O diletto del mio petto,
        se già un tempo fu così,
            or Te sol bramo!
Caro, non pianger più, ch'io t'amo, t'amo!
Caro, non pianger più, ch'io t'amo, t'amo!




        Tu dormi o Gesù mio,
         ma intanto il cuore
 non dorme, no, ma veglia a tutte l'ore.
 Non dorme, no, ma veglia a tutte l'ore.

     Deh, mio bello e puro agnello,
        a che pensi dimmi tu?
          O amore immenso!
A morire per te, rispondi, io penso.
A morire per te, rispondi, io penso.




      Dunque a morire per me,
           Tu pensi o Dio:
e chi altro, fuor di Te, amar poss'io?
E chi altro, fuor di Te, amar poss'io?

    O Maria speranza mia,
    se poc'amo il Tuo Gesù,
        non Ti sdegnare!
Amalo Tu per me, s'io nol so amare!
Amalo Tu per me, s'io nol so amare!
     Testo e Musica di S. Alfonso Maria de' Liguori




   Din Don Dan
Scende giù dal ciel

    su tutta la città

  un candido mantel

    che la ricoprirà.




  La stella annuncerà

che è nato un Bambinel

  nella vecchia stalla

con la mucca e l'asinel.




Din don dan din don dan

  din don din don dan

   Il Natale cambierà

  tutti buoni renderà.
Din don dan din don dan

      che felicità!

Oggi è nato il buon Gesù

con la neve che vien giù.




 La renna al Polo Nord

  scampanellando va

   e strenne porterà

  a tutti i bimbi buoni




   e dalle Alpi al mar

   i bimbi di quaggiù

  aspettano quei doni

che regala il buon Gesù.




Din don dan din don dan

  din don din don dan
Il Natale cambierà

    tutti buoni renderà.




  Din don dan din don dan

        che felicità!

  Oggi è nato il buon Gesù

  con la neve che vien giù.




Venite, Fedeli
Venite, fedeli,
    l'angelo ci invita.
      Venite, venite
       a Betlemme.

       Nasce per noi
    Cristo Salvatore.
Venite, adoriamo. Venite,
         adoriamo.
    Venite, adoriamo
     il Signore Gesù.


   La luce del mondo
  brilla in una grotta;
    la fede ci guida
      a Betlemme.

       Nasce per noi
    Cristo Salvatore.
Venite, adoriamo. Venite,
         adoriamo.
    Venite, adoriamo
     il Signore Gesù.


  La notte risplende,
tutto il mondo attende.
  Seguiamo i pastori
a Betlemme.

       Nasce per noi
    Cristo Salvatore.
Venite, adoriamo. Venite,
         adoriamo.
    Venite, adoriamo
     il Signore Gesù.


     Il Figlio di Dio,
    Re dell'universo,
   si è fatto bambino
       a Betlemme.

       Nasce per noi
    Cristo Salvatore.
Venite, adoriamo. Venite,
         adoriamo.
    Venite, adoriamo
     il Signore Gesù.


  quot;Sia gloria nei cieli,
   pace sulla terra.quot;
  Un angelo annunzia
      a Betlemme.

      Nasce per noi
    Cristo Salvatore.
Venite, adoriamo. Venite,
        adoriamo.
Venite, adoriamo
                 il Signore Gesù.




Ninne nanne:

       Ninna
       Nanna
       a Gesù
      Bambino
O Bambino del Ciel
 sulla paglia assopito,
  tra il bue e l'asinel
  dormi piccolo tesor.




   Mille stelle lassù
fanno luce al Tuo cuor.
   Bambinello Gesù
   Tu ci porti l'amor.




 I tuoi occhi, Bambin,
 sono astri d'argento,
   il Tuo bianco visin
ha del giglio il candor.




      Accorriamo fedel
     a lodare il Signor.
    Gli angioletti del ciel
    cantan gloria fra lor.




I lavoretti:
Su un barattolino di vetro
incollare tanti pezzetti di carta
            velina.

Quando il lavoro sarà seccato,
  mettere nel barattolo una
  candela scaldavivande.




Ritagliare un cerchio di carta
  crespa o di pannolenci.

 Infilare un fiammifero o uno
stuzzicadenti in una noce, poi
infilarlo nel cerchio di carta o
stoffa e poi inserirlo nella mela.

Con un pezzetto di carta crespa
  fare un cappellino a punta,
     chiudendo a cono un
semicerchio. Decorare la base
del cappellino con dell'ovatta.
Decorare anche la noce per fare
      i capelli e la barba.

Incollare il cappellino alla noce.
  Una volta asciutto forare la
 punta del cappellino e inserirvi
    un nastrino colorato per
   appendere il Babbo Natale
            all'albero.




    Piegare un cartoncino e
     disegnare una calza.

Ritagliare la calza e incollare i
 bordi, meno quello in alto.

   Forare un angolo in alto e
  infilare un nastro colorato.

 Decorare la calza con ovatta o
   pezzetti di carta colorata.
Tagliare a metà un cerchio di
     carta crespa rossa e con il
    semicerchio ottenuto fare un
                cono.

   Incollare davanti un cerchio di
        carta rosa per il viso,
   disegnandovi sopra gli occhi, il
          naso e la bocca.

   Decorare con ovatta i capelli, la
   barba e il ponpon del cappello.

      Forare la punta del cono e
     inserire un filo colorato per
      appendere il Babbo Natale
               all'albero.



Tradizioni Natalizie
Presepe significa letteralmente mangiatoia ed indica appunto la mangiatoia dove fu
                        posto Gesù Bambino dopo la nascita.

  In alcuni scritti si parl di stalla, in altri di grotta, o di stalla collocata in una
                          a
   grotta, dove si trovano un bue e un asinello che, col loro fiato, riscaldano il
                                        neonato.


Il Presepe, o meglio la rappresentazione della Natività, ha le sue radici nella storia
                                 di San Francesco.

 Fu il santo, infatti, a voler ricreare, nella notte di Natale del 1223 a Greccio, la
  Natività nello stesso modo in cui era descritta nell Bibbia, realizzando, nella
                                                         a
 Cappella di Santa Lucia, ricavata in una grotta, un presepe con un Bambinello,
        intagliato nel legno dallo stesso Santo, e utilizzando animali veri.

Il messaggio semplice e diretto del Presepe, cioè il ricordare agli uomini la nascita
        di Gesù, poteva perciò essere recep da tutti, senza distinzioni.
                                             ito

La sua popolarità si spars velocemente, grazie ai continui pellegrinaggi e al lavoro
                          e
                       di divulgazione dei frati francescani.


Il primo Presepe, come lo conosciamo oggi, fu invece realizzato per la prima volta a
                   Roma, nella Basilica di Santa Maria Maggiore.

Presto l'usanza venne adottata da altre chiese ed ognunacercava di realizzare un
   presepe diverso e unico, spesso utilizzando oro e gioielli per impreziosire la
rappresentazione.

La tradizione del Presepe divenne contemporaneamente molto popolare anche tra le
  classi più ricche, anche se lo sfarzo nell realizzazione molto si allontanava dal
                                           a
             messaggio semplice e immediato voluto da San Francesco.

 Ben presto la tradizione si espanse in tutto il mondo, così come la popolarità del
                                presepe di Greccio.



                       Tradizioni Natalizie




Tutti conosciamo almeno il motivo della canzoncina quot;Jingle Bellsquot;, ma da dove viene
     la tradizione delle campanelle natalizie? Ecco cosa dice la leggenda, in una
                                  dolcissima storia.


 Betlemme era affollata di pastori lì convenuti per vedere Gesù, il re appena nato.

Anche un bambino cieco sentì l'annuncio degli angeli e pregò i passanti di condurlo
 alla stalla dove si diceva fosse il Bambine llo, ma nessuno gli badò, nessuno ebbe
                                      tempo per lui.

   Il piccolo cieco rimase solo nella strada e quandola folla fu passata sentì da
                   lontano il rumore di una campana da bestiame.

 Pensò allora si trattasse della campana di una mucca che si trovava proprio nella
stalla dove era nato Gesù Bambino.

 Seguì così il suono ed arrivò, con la forza della fede, alla mangiatoia del piccolo re.



                        Tradizioni Natalizie




Ecco qui di seguito la leggendache racconta la nascita del panettone,uno dei dolci
                                 tipici del Natale.




Nel 1400, Milano era governata dal Duca Ludovico il Moro, molto amante delle feste
e dei banchetti. Durante il cenone di Natale, mentre tutta la servitù era impegnata a
     servire in tavola ed il capocuoco era indaffaratissimocon i piatti di carne, a
 sorvegliare il forno era rimasto solo Toni, il servo più giovane, un ragazzo di dodici
                                         anni.

“Toni, stai attento alle focacce che stanno cuocendo”, gli aveva detto Ambrogione, il
            capocuoco, ma il ragazzo, stanco per la fatica si addormentò.

Quando si risvegliò, al posto delle focacce trovò soltanto carbone e fumo: le focacce
                          erano completamente bruciate!

    Fortunatamente, Toni era un ragazzo intraprendente. In un attimo decise di
   rimediare al disastro che aveva combinato! Prese la pasta di pane avanzata, la
     mescolò con burro, uvetta, canditi, uova, zucchero e mise tutto nel forno.

     Ne uscì una specie di pagnotta dolce! Piuttosto che non servire più niente,
Ambrogione accettò il rischio di portare in tavola quel dolce improvvisato, sperando
                                   nella fortuna.

  Il dolce ebbe un grandissimo successo, il Duca in persona andò nelle cucine a
complimentarsi e da quel giorno, il “pan di Toni”, ovvero il panettone, nato per caso,
                                  divenne famoso!




                       Tradizioni Natalizie




Chi non conosce Babbo Natal ? Quel vecchio signore grosso grosso, vestito di rosso
                           e
       con grande barba bianca, che a Natale porta i regali ai bimbi buoni?

    Eppure, chi conosce l'origine della sua leggenda? E del suo aspetto? E delle
    caratteristiche che lo contraddistinguono Cerchiamo di scoprire i misteri.
                                              ?


   Babbo Natale, a quanto pare. è esistito davvero: era San Nicola, nato a Patara
    (Turchia - 300 d.C.), vescovo della città di Myra (attuale Dembre), in Lycia
(Turchia).

  Fu il primo quot;portatore di regaliquot;. Nacque in una famiglia ricca ma i suoi genitori
  morirono di peste. Rimasto orfano fu allevato in un monastero e a soli 17 anni
                      divenne il più giovane prete dell'epoca.

 Era un uomo molto generoso: regalò la sua ricchezza ai bambini poveri dell sua
                                                                          a
                                 città natale.

  Sono molte le storie che raccontano della sua grande generosità: si dice che era
  solito regalare grandi sacchi d'oro oppure che usava gettarli dalla finestra dove
                            venivano raccolti dai poveri.


   Ecco qui una di quelle leggende, tra le più famose e confermata da Dante nel
            Purgatorio (XX, 31-33): è quella delle tre giovani poverissime.
     Nicola, addolorato dal pianto e commosso dalle preghiere di un nobiluomo
    impossibilitato a sposare le sue tre figlie perchécaduto in miseria, decise di
  intervenire lanciando per tre notti consecutive, attraverso una finestra sempre
 aperta dal vecchio castello, i tre sacchi di monete che avrebbero costituito la dote
delle ragazze. La prima e la seconda notte le cose andarono come stabilito. Tuttavia
    la terza notte San Nicola trovò la finestra inspiegabilmente chiusa. Deciso a
 mantenere comunque fede al suo proposito, il vecchio dalla lunga barba bianca si
     arrampicò così sui tetti e gettò il sacchetto di monete attraverso il camino,
dov'erano appese le ca ad asciugare, facendo la felicità del nobiluomo e delle sue
                        lze
                                         tre figlie


La stessa leggenda è raccontata in un'altra versione, come possiamo leggere qui di
 seguito, narrata dal greco Michele Archimandrita (sec. IX): un padre che, ridotto
alla disperazione dalla grave situazione nella quale viveva, decide di far prostituire
 le tre giovani figlie. San Nicola interviene per tre volte, lanciando all’interno della
casa, un sacchetto d’oro. Grazie a questo, il padre riuscirà a dare in moglieognuna
                        delle tre figlie, allontanandole dal peccato.


Quando divenne arcivescovo non usò i paramenti ufficiali: era infatti conosciuto per
               la sua lunga barba bianca e per il cappello rosso.

Alla sua morte fu fatto Santo e fu inserito nel calendario proprio in occasione delle
                    feste per la nascità di Gesù, il 6 dicembre.

 San Nicola è protettore di bambini, ragazze e studenti , tutti facenti parte dei suoi
miracoli.

 Così divenne il grande dispensatore di doni del periodo natalizio e in groppa a un
 asinello bianco oppure a cavallo, andava di casa in cas portando doni ai bimbi
                                                         a
                                      buoni.


 San Nicola è protettore degli studenti nel racconto, rappresentato in vari drammi
  latini, conosciuto come i Tre chierici, in cui tre giovani, derubati e uccisi da un
                        oste, vengono resuscitati dal santo.


  Nel X secolo, un’historia composta da Reginoldo di Eichstätt, corredata da una
   melodia gregoriana, riscosse notevole successo e valse all’autore la nomina a
       vescovo, nel 966, contribuendo a decretare la suprema del santo.
                                                               zia

  Da allora Nicola e la sua liturgia cominciaronoa entrare prepotentemente nelle
  scuole, nei cori, nei monasteri. Chi si opponeva poteva essere punito dal santo
           stesso, come accadde al priore Iterio, del monastero di Sens.

Questi, narra un manoscritto dell’XI secolo, attribuito a un monaco dell’abbazia di
    Bec in Normandia, si oppose con fermezza alla richiesta dei suoi cantori di
  introdurre la nuova liturgia, da lui considerata “opera da menestrello”.Ma una
notte venne visitato da San Nicola che cominciò a percuoterlo “nel modo al quale al
     solito ricorrono i maestri per insegnare l’alfabeto a un ragazzo svogliato”.


 Le spoglie di San Nicola, o le presunte tali, vennero deposte a Myra fino al 1087,
quando vennero trafugate da un gruppo di cavalieri italiani travestiti da mercanti e
 portate a Bari dove sono tutt'ora conservate e di cui divenne il santo protettore.

  Secondo alcune leggende, il Vescovo Nicola era venuto in possesso di un oggetto
   magico e sacro, il Santo Graal, grazie al quale poteva produrre abbondanza da
 regalare, che però fu anche causa del trafugamento delle sue spoglie per volere di
                                  papa GregorioVII.

Così Nicola divenne dispensatore di doni, soprattutto per i bambini poveri e buoni.


Quando ci fu lo scisma tra la Chiesa Cattolica e quella Protestante, gli appartenenti
 a quest'ultima non vollero più festeggiare San Nicola e la sua grande generosità e
             carità cristiana, perchè troppo legato alla Chiesa Cattolica.

   La fama di San Nicola cominciò perciò ad essere intaccata con la Riforma. Il
compito di donare regali venne allora attribuito al Christkindel o Kris Kringle, Gesù
 Bambino, un’altra figura sacra molto più accettabile di quella dell’antico vescovo,
 un po’ troppo folcloristica e in odore di paganesimo per l’etica protestante. Fu così
              allontanato dalle chiese e dalle rappresentazioni sacre.


   Ma troppo grande era la sua popolarità e così ogni paese inventò il suo Babbo
                  Natale, per supplire all'abolizione della festa.

  In Francia ci fu perciò quot;Pere Noelquot;, in Inghilterra quot;Father Christmasquot; (raffigurato
        sempre con ramoscelli di agrifoglio, edera e vischio), e in Germania
                       quot;Weihnachtsmannquot; (l'uomo del natale).

Quando i comunisti presero il potere in Russia, terra di cui San Nicola è protettore,
 e rifiutarono la Chiesa Cattolica vollero avere anch'essi il loro quot;Babbo Natalequot; e lo
   chiamarono quot;Il Grande Padre del Geloquot;, ma invece del consueto abito rosso lo
                                  vestirono di blu.

 Tutte queste figure natalizie si differenziavano fondamentalmente per il colore del
vestito, o blu o nero o rosso; ma avevano in comune la lunga barba bianca e il fatto
                                   di regalare doni.


    Il nome San Nicola per gli Olandesi era quot;Sinter Klaasquot; e i loro emigranti lo
 esportarono, insieme alle loro tradizioni, negli Stati Uniti dove fondarono Nuova
Amsterdam (divenuta in seguito New York). Piacque subito anche ai coloni inglesi
questa figura di bontà e allegria e la adottarono storpiando però il nome in quot;Santa
                 Clausquot;, forse abbreviazione di Sanctus Nicolaus.

Nel corso dell'Ottocento cambiò mezzo di trasporto, passando dall'asinello o cavallo
                            alla slitta trainata da renne.

Infatti, nel 1823, il professor Clement Clark Moore scrisse il poemetto quot;A visit from
St. Nicholasquot; (Una visita da San Nicola) dove descrive il Santo come un quot;vecchio elfo
    paffuto e grassottelloquot; e dove racconta viaggiasse in compagnia di otto renne,
 ognuna col suo nome, si calasse dai camini e lasciasse doni nelle calze appese dai
                                       bambini.

     Altre caratteristiche del Babbo Natal , così come lo conosciamo noi, furono
                                             e
introdotte tra il 1862 e il 1886 quando l'illustratore Thomas Nast disegnò una serie
 di tavole su Babbo Natale, creando la Casa al Polo Nord, la lista dei bambini buoni
              e cattivi e la fabbrica di giocattoli dove lavorano gli gnomi.

La figura definitiva di Babbo Natale si ebbe dal 1931 al 1966, quando la Coca-Cola
usò l'immagine del Babbo Natale che conosciamo noi, disegnata da Haddon
  Sundblom che usò i colori della ditta e forse si ispirò a un suo vicino di casa: la
lunga barba bianca, il vestito rosso, gli stivali, la cintura di cuoio, il sacco dei doni
       e le dimensioni naturali di vecchietto rubicondo e non più di gnomo.


 La leggenda racconta che lo accompagnasse Peter Il Nero, uno gnomo che puniva i
bambini cattivi, o comunque un quot;aiutante neroquot;,che recava un sacco pieno di doni e
di fruste, il Nicodemo dei Paesi Bassi, da cui probabilmente è derivato lo Schwarzer
    Mann, l’uomo nero che ha terrorizzato, e continua a farlo, i bambini di mezzo
                                        mondo.


   Un'altra leggenda riguarda la sede ufficia di Babbo Natale, che abiterebbe in
                                             le
    Finlandia, a Rovaniemi, dove si trovano anche la sua sede ufficiale e l'ufficio
                                      postale.

 La sua casa vera, però, quella segreta, è a Korvatunturi, ma a Babbo Natale non
                        piace che si sappia troppo in giro.

 Il nome finlandese significa quot;montagna- recchioquot;, perché la montagna presso la
                                            o
 quale è il villaggio somiglia alle orecchie di una lepre e da queste grandi orecchie
 Babbo Natale ascolta quello che fanno i bambini per decidere se meritanoi doni
                                       oppure no.




                        Tradizioni Natalizie
Sono molte le leggende che riguardano il bue e l'asinello. Vediamone alcune:


 Si racconta che il bue non mangiò la paglia fresca della sua mangiatoia così che
               Maria la utilizzasse come culla per il suo bambino.


             I due animali scaldarono con il loro fiato Gesù Bambino.

      Ecco perchè si dice che il bue ha l'alito più dolce tra tutti gli animali.


  Nella rappresentazione del Presepe napoletano il bue rappresenta il sole mentre
l'asino rappresenta la luna: due opposti come il giorno e la notte. La tradizione più
          antica vuole che di questi due animal basti mettere solo la testa.
                                              i



                       Tradizioni Natalizie
La nona renna, quella dal grosso naso rosso.


 Fu inventata nel 1939 alla Montgomery Ward, una catena di grandi magazzini,
        quando fu deciso di donare ai clienti una nuova favola natalizia.

Era una specie di brutto anatroccolo e fu accolta da Babbo Natale che apprezzò il
                  suo difetto servendosene nelle notti di nebbia



                       Tradizioni Natalizie




  Ci sono molte leggende che riguardano le origini dell'Albero di Natale. Ecco di
                      seguito alcune tra le più suggestive.


L'abete era uno degli alberi del giardino dell'Eden, per la precisione l'Albero del a
                                                                                  l
                                        Vita.

Quando Eva colse il frutto proibito, le sue foglie avvizzirono fino a diventare aghi e
               non fiorì più fino alla nascita di Gesù Bambino.
Un'altra leggenda parla di un altro albero dell'Eden, l'Albero del Bene e del Male.

 Quando Adamo fu scacciato dall'Eden portò con sè un ramoscello che in seguito
 divenne l'abete che servì per la Santa Croce e diventando poi l'Albero di Natale.


Altre leggende parlano addirittura proprio dell'Albero del frutto proibito e, nel Medio
                Evo, fu messo al centro delle rappresentazioni sacre.


      La leggenda che segue fa invece nascere la tradizione presso i Germani.

  Un boscaiolo, tornando a casa in una fredda notte invernale, restò incantato a
     guardare la bellezza di un abete che brillava di mille ghiaccioli e stelle.

   Gli venne così l'idea di adornare con luci e carta colorata un albero simile che
                             sorgeva davanti la sua casa.


 In un villaggio, alla Vigilia del Natale, un ragazzo si recò nel bosco per cercare un
  ceppo di quercia da bruciare nel camino così comeera tradizione (vedi Caminetto).

  Però, attardatosi, si perse durante una fitta nevicata. Per ripararsi dalla neve si
  rifugiò sotto l'unico albero ancora verdeggiante, in mezzo a tutte le altre piante
                           spoglie. Quell'albero era l'abete.

     Il ragazzo, infreddolito e impaurito, si raggomitolò ai piedi del tronco e si
addormentò. L'albero si impietosì e per meglio ripararlo abbassò i suoi rami fino a
 terra, quasi a formare un riparo per proteggere il ragazzo dalla neve e dal freddo.

Al mattino fu svegliato dalle voci dei suoi compaesani che lo stavano cercando. Solo
dopo che si ritrovarono, tutti si accorsero del meraviglioso spettacolo che la natura
  aveva creato: la neve, posandosi sui rami, avev formato decorazioni scintillanti
                                                    a
            che, insieme ai tanti ghiaccioli, brillavano alla luce del sole.

Così l'abete venne preso come simbolo del Nata e in tutte le case lo si decora e lo
                                                 le
  si illumina per ricreare lo spettacolo sfolgorante che apparve in quel bosco ai
                          contadini, la mattina di Natale.

Da allora anche gli abeti nelle foreste mantennero la caratteristica di piegare i rami
                                    verso il basso.
Un'altra leggenda è invece legata al miracolo compiuto dal vescovo Winfried,
                    divenuto poi santo col nome di Bonifacio.

Mentre era missionario nella Germania settentrionale si imbattè in alcuni pagani,
adoratori di una quercia, che preparavano il sacrificio del piccolo principe Asulf al
                                    dio Thor.

Bonifacio fermò tale atto barbaro e abbattè la quercia, al cui posto apparve subito
                                     un abete.

 Il vescovo spiegò ai pagani che, trattandosi di un albero sempreverde, era l'albero
                      della vita e pertanto rappresentava Cristo.


 La natura di albero sempreverde dell'abete fa risalire la tradizione ai Romani che,
alle calende di gennaio, usavano regalarsi un rametto di sempreverde come augurio
                                di buona fortuna...


...Oppure ai Druidi, gli antichi sacerdoti dei Galli, che fecero dell'abete un simbolo
                  di lunga vita, onorandoli nelle feste invernali.


Oppure si dice sia nato in Norvegia. Si trattava di un grosso frassino che affondava
      le sue radici nel profondo della terra e le cui cime toccavano il cielo.


 Qualcuno attribuisce a questa tradizione origini pagane antichissime, quando un
   ceppo veniva bruciato nel giorno del solstizio d'inverno in omaggio al Sole.

Da qui deriverebbero i vari significati: le luc sono le scintille dei falò, le decorazioni
                                              i
sono la speranza di prosperità, l'abete è il simbolo della speranza della rinascita e i
                   fili d'oro e d'argento sono i capelli delle fate.


     Nella tradizione cristiana l'albero di Natale è quot;l'albero cosmicoquot;, cioè la
 manifestazione divina del Cosmo, dove le luci rappresentano Cristo che illumina
    l'umanità (in quanto Gesù è la luce del Cosmo) e i doni e le decorazioni
                simboleggiano la sua generosità verso gli uomini.


 Gli antichi germani appendevano alcune pietre colorate per richiamare gli spiriti
fuggiti con la caduta delle foglie. Questi sassi colorati vennero con il tempo
  sostituiti con ghirlande, nastri e frutti colorati e la tradizione venne sempre più
  collegata al Natale al punto che i missionari sostituirono la quercia con l'abete,
        perchè la sua forma triangolare simboleggiava l Santissima Trinità.
                                                            a


     La tradizione dell'albero di Natale, così come lo conosciamo noi, nacque in
                                  Germania nel 1611.

Si racconta che la duchessa di Bri g avesse già preparato tutto nel suo castello per
                                  e
      festeggiare il Natale ma notò che un angolo del salone appariva vuoto.

Uscì allora nel parco per cercare qualcosa di adatto e trovò un piccolo abete. Lo fece
                    trapiantare in un vaso e trasferire nel salone.


 In Francia, invece, il primo albero di Natale fu introdotto nel 1840 dalla duchessa
                                      D'Orleans.


     Un'altra tradizione racconta invece che i contadini, nella Notte Santa, per
 ringraziare la terra della sua generosità, usassero appendere ad un grosso abete i
                                 frutti del loro lavoro.



                       Tradizioni Natalizie
Le usiamo per decorare la nostra casa, le porte e anche gli Alberi di Natal . Ecco la
                                                                          e
                            leggenda che le riguarda.


Una vigilia di Natale, quando Gesù venne a benedire gli Alberi di Nata notò che
                                                                      le,
     l'albero di una casa era coperto da ragnatele, tessute da strani ragni.

  Quando benedisse l'albero, Gesù trasformò le ragnatele in bellissime ghirlande
                               d'oro e d'argento.



                       Tradizioni Natalizie




  L'avvento è il periodo che precede il Natale e va dall'11 Novembre, festa di san
                              Martino, al 25 dicembre.

 In passato, durante l'avvento, i credenti non mangiavano carne e formaggio e non
consumavano bevande alco    liche. Si dedicavano alla purificazione dello spirito e del
          corpo, addobbavano la casa e preparavano il pasto del Natale.

Ai giorni d'oggi rimane traccia di questa antica tradizione nell'usanza di mangiare
di magro la Vigilia di Natale e di addobbare la casa preparando Albero e Presepe.


  Dalle antiche tradizioni deriva il Calendario, che scandiva i giorni dell'Avvento.

  Ora è un gioco per i bambini che, aspettando il Natale, aprono una casellina al
 giorno, 25 in tutto, dove trovano compiti da eseguire, come cantare canzoncine o
preparare piccole ricette di dolci, oppure solo immagini che ricordano la nascita di
                             Gesù e il Natale in genere.
Da qualche anno dietro le caselline si nasconde anche un piccolissimo regalo da
  conservare in attesa della grande sorpresa che si nasconde dietro la casellina
                         finale, quella del 25 dicembre.

                                  Le regole sono due:

1 - solo i bambini che il giorno prima sono stati buoni hanno diritto, la mattina, ad
                             aprire la casellina del giorno;

     2 - vietato barare, perciò non si può sbirciare il contenuto delle caselline



                        Tradizioni Natalizie




I colori tradizionali del Natale sono tre: il rosso, il bianco e il verde, ed ognuno ha il
                                    suo significato.


Il rosso come le mele e le ciliege che durante le rappresentazioni venivano appese
               all'Albero di Natale come simbolo del frutto proibito.


         Il bianco come le cialde che rappresentano il perdono dal peccato.


               Il verde come le foglie dei sempreverdi, simbolo di vita.
Tradizioni Natalizie




I primi ad accorrere alla nascita di Gesù furono dei pastori, chiamati dall'annuncio
                                 degli angeli in cielo.

Offrirono la lana delle loro pecore affinchè Maria potesse realizzare una coperta per
                                  il Bambino Gesù.

  Il più giovane di tutti però non aveva niente da offrire e donò una margheritina.
  Gesù Bambino toccò con le labbra i petali di questo semplice fiore: ecco perchè
                           spesso la punta dei petali è rosa.


    Nella tradizione del Presepe si usa chiamare quot;pastoriquot; tutte le statuine che
rappresentano la gente del popolo che viene ad adorare Gesù Bambino, sia in posa
                          di preghiera sia portando doni.


Nella tradizione del Presepe napoletano molti personaggi si aggiungono alle statuine
                 tradizionali dei pastori. Vediamo le più importanti:

 Una zingara, con il volto imbronciato e con un neonato in grembo: è una specie di
  alter ego della Madonna ma, nello stesso tempo, una specie di veggente che sa il
   futuro del Bambino Gesù, un monaco, un cacciatore, un pescatore, il diavolo,
                  molto spesso nell'atto di riflettersi in uno specchio.

 Importante è la figura di Benino, un pastorello dormiente che viene posto in cima
alla collina più alta. E' circondato da 12 pecorelle bianchissime, che simboleggiano
le anime pure. Benino dorme e sogna il Presepe con i suoi particolari scenografici.
  Fin tanto che Benino sogna, il Presepe ci sarà, ma guai a svegliarlo, o il Presepe
                                        sparirà.



                       Tradizioni Natalizie




 Il famoso bastoncino, con la sua caratteristica forma, le sue strisce rosse e il suo
                                 sapore di menta.

 La leggenda parla di un dolciaio che lo creò in tale foggia volendo ricordare Gesù
            alle persone. Vediamo qui di seguito i suoi vari significat.i


La solidita' del caramello rappresenta Gesù come la solida roccia sulla quale sono
                       costruite le nostre vite (Matteo16:18).


La forma di quot;Jquot; sta per Jesus (Gesù in inglese); oppure rappresenta la forma di un
      bastone da pastore, perchè Gesù è il nostro pastore (Giovanni 10:11).


                  Il colore bianco rappresenta la purezza di Gesù.


Le strisce rosse grandi rappresentano il sangue di Cristo versato per i peccati del
                           mondo (Giovanni 19:34-35).
Le strisce rosse sottili rappresentano le strisce lasciate dalle frustate che Gesù
       ricevette dai soldati romani dietro ordine di Ponzio Pilato(Isaia 53:5).


Il sapore di menta piperita ricorda il sapore dell'issopo, pianta aromatica usata nel
   Vecchio Testamento per purificare e sacrificare, e rappresenta Gesù come puro
               agnello di Dio che si sacrificò per i peccati del mondo.



                       Tradizioni Natalizie




            E' una tradizione delle nostre campagne, quella del camino.


Nel periodo natalizio si fa bruciare un bel ceppo e poi si sparge la cenere nei campi,
                            come augurio di buon raccolto
Tradizioni Natalizie




Dolcissima è la leggenda che riguarda le Palle colorate che si appendono all'Albero
                                    di Natale.


 A Betlemme c'era un artista di strada molto povero che non aveva nemmeno un
                      dono da portare a Gesù Bambino.

  Sapeva però fare il giocoliere e così si recò da Gesù e, con la sua arte, lo fece
                                       ridere.


Perciò le Palle colorate ricordano il giocoliere ed essendo fatte tradizionalmente di
         vetro ricordano, con il loro tintinnare, le risate di Gesù Bambino.



                       Tradizioni Natalizie
Forse non tutti sanno che è uno degli animali del Presepe, più precis   amente fa
           parte degli animali della stalla, insieme al bue e all'asinello.


Una leggenda racconta di un piccolo uccellino marrone che si trovava nella stalla di
                          Gesù Bambino a Betlemme.

  La notte, mentre tutti dormivano, si accorse che il fuoco si stava spegnendo. Si
  avvicinò alle braci e, muovendo le ali, mantenne il fuoco vivo per tutta la notte,
                           scaldando così il Bambinello.

  Al mattino si accorse di avere il petto di un bel rosso brillante, simbolo del suo
                           amore verso il Bambino Gesù.


Un'altra leggenda invece parla di un pettirosso che aveva trovato riparo sotto il tetto
                                    della stalla.

  Alla nascità di Gesù unì il suo canto a quello degli angeli. Fu il primo canto di
 uccello che udì il Bambino Gesù che, per ringraziarlo, rese la sua voce ancora più
       dolce e melodiosa durante l'inverno, specialmente nel periodo natalizio



                        Tradizioni Natalizie
Sono molti gli animali legati alla tradizione del Natale. Vediamone alcuni.


         La tortora, che con il suo canto addormentò il Bambino Gesù.


 La lucciola, un minuscolo animale che seguì i pastori fino alla stalla. Era così
piccola che nessuno la vide. Solo Gesù si accorse di lei, la sfiorò con un dito e la
      fece diventare luminosa, per guidare i viaggiatori nelle notti d'estate.


     La leggenda dice che la vigilia di Natale, nella stalla tutti gli animali si
                   inginocchiano e niente li deve disturbare.

                     Allora cominciano a parlare tra di loro.


   Si dice che le api mormorino un'ode al Signore, benedicendo il suo nome.
Letterine a Babbo Natale:
i bigliettini di auguri:
Letterine a Gesu’ Bambino:
Poesia per la befana:




Al cattivo un carboncino




        Quando è l'ora, la Befana
       alla scopa salta in groppa.
       D'impazienza già trabocca:
         l'alza su la tramontana,
          fra le nuvole galoppa.


        Ogni bimbo nel suo letto
        fa l'esame di coscienza:
         maledice il capriccetto,
         benedice l'ubbidienza.
La mattina al primo raggio
   si precipita al camino:
un bel dono al bimbo saggio,
  al cattivo un carboncino.



     Letterine alla befana:
luna e angelo
Busta
Tutto Per Natale   Filastrocche ,Poesie, Ninne Nanne,  Ecc.

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Tutto Per Natale Filastrocche ,Poesie, Ninne Nanne, Ecc.

  • 1. Filastrocca di Natale C'e' nel cielo una grande stella, dietro di lei una pecorella. Arrivano alla capanna dove Gesu' fa la nanna. Ci sono Giuseppe e Maria che gli fanno compagnia. C'e' il timido asinello che riscalda il Bambinello. Arrivano i pastori per offrire i loro cuori. Gesù Bambino
  • 2. 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 16 17 18 19 20 21 22 23 24 25 26 27 28 29 30 31 Gesù Bambino col tuo ditino mettimi un fiore nel cuoricino: il fiore azzurro della bontà e benedici mamma e papà.
  • 3. Babbo Natale viene di notte Babbo Natale viene di notte, viene in silenzio a mezzanotte. Dormono tutti i bimbi buoni e nei lettini sognano i doni. Babbo Natale vien fra la neve, porta i suoi doni là dove deve. Non sbaglia certo: conosce i nomi di tutti quanti i bimbi buoni. Gesù Bambino vestito di bianco
  • 4. Gesù Bambino vestito di bianco, porta i tuoi doni a chi è forte e a chi è stanco. Porta i tuoi doni a grandi e piccini, Gesù Bambino che ami i bambini. Gesù Bambino
  • 5. vestito di blu, porta i tuoi doni a chi vuoi tu. Porta i tuoi doni che son sempre veri, Gesù Bambino di oggi e di ieri. Tanti auguri con un girotondo. Tanti auguri a tutto il mondo. Torna all'Homepage Torna alla pagina del Natale Gesù Bambino vestito di bianco, porta i tuoi doni a chi è forte e a chi è stanco.
  • 6. Porta i tuoi doni a grandi e piccini, Gesù Bambino che ami i bambini. Gesù Bambino vestito di blu, porta i tuoi doni a chi vuoi tu. Porta i tuoi doni che son sempre veri, Gesù Bambino di oggi e di ieri. Tanti auguri con un girotondo. Tanti auguri a tutto il mondo. Torna all'Homepage Torna alla pagina del Natale
  • 7. gli rattristano il visino. Dai, non fare il capriccetto che se no piange il nanetto. Marroncino è sempre pronto a studiare e a far di conto: libri, penne e colori sono tutti i suoi tesori, e se un bimbo è un po' svogliato lo colora verde prato. Su, finisci il compitino, fai contento Marroncino. Il più forte e il più importante è Nerino, gran birbante. Lui vorrebbe comandare: bimbi e nani controllare e nell'ombra scura sta e nascosto resterà fino a quando un bel bambino gli sorride sul visino.
  • 8. E' Natale E' Natale, è Natale, chi sta bene e chi sta male: c'è chi mangia il panettone, lo spumante ed il torrone: ed invece in qualche terra i bambini fan la guerra. Caro mio bel Bambinello fa' che il mondo sia più bello
  • 9. e con gli uomini in letizia tutti in pace ed amicizia. Ad ognuno fai trovare ogni giorno da mangiare. Della neve ogni fiocco tu trasformalo in balocco che poi cada lì vicino ad ogni piccolo bambino. Manda a tutti il proprio dono e fammi essere più buono Nella notte di Natale
  • 10. Nella notte di Natale vien dal cielo un angioletto a posar presso il guanciale del sopito fanciulletto. E se a tavola è obbediente, se giocar sa senza chiasso, se, tranquillo, fra la gente, sa seguir la mamma a spasso,
  • 11. risvegliandosi, il fanciullo, troverà sul suo lettino la sorpresa ed il trastullo di un grazioso regalino. Auguri ai Parenti In questio giorno santo Gesu' chiedo soltanto di donare ai familiari, agli amici ed ai miei cari, tanta gioia e tanta pace, altro dir non son capace. O mio caro buon Gesu' su noi tutti veglia tu!
  • 12. Il Giorno Di Natale Stanotte un angioletto, con lieve batter d'ale, disceso sul mio letto mi sussurrò:quot;E' Natale!quot; La magica parola mi fece ridestare, in una corsa sola venni di qui a guardare. Ne fui come incantato!
  • 13. Oh giubilo degli occhi! Gesù m'avea portato un monte di balocchi. quot;Ma prima di giocarequot; mi disse una vocina quot;Va, corri ad abbracciare il babbo e la mammina.quot; Ed eccomi raggiante qui a dirvi con amore: quot;Lieto Natale! E tante gioie serene in cuore
  • 14. Oh stella, stellina Oh stella, stellina che brilli lassù, ravviva la luce: or nasce Gesù! Campana piccina che squilli lassù, rallegra il tuo canto: or nasce Gesù!
  • 15. Oh gente del mondo che preghi quaggiù, esulta di gioia: è nato Gesù! Ho Sognato Ho sognato che il Bambino venne presso il mio lettino e mi disse dolcemente: quot;Per Natale non vuoi niente?quot; Io pensai per prima cosa a te, mamma, 'sì amorosa, a te, babbo, buono tanto, e Gli dissi: quot;Gesù santo,
  • 16. babbo e mamma benedici, fa che sempre sian feliciquot;. Il Canto di Maria Canta dentro la capanna Maria, figlia di Sant'Anna, e guardando il Suo bel sole dice a Lui queste parole: quot;Dormi, dormi, cuor di mamma,
  • 17. fai la ninna, fai la nanna! Dormi, chiudi i lumi santi, quelle stelle fiammeggianti. Dormi, cuore della mamma, fai la ninna, fai la nanna. Vedi, viene dall'Oriente un corteo tutto splendente: due re bianchi ed un re moro e con doni tutti d'oro. Bacia, bacia la tua mamma: non più ninna, non più nanna.quot; I racconti:
  • 18. A CASA DI BABBO NATALE Mancavano solo 5 giorni a Natale e i piccoli aiutanti di Babbo Natale erano molto impegnati. Infatti stavano finendo tutti i giocattoli che i bambini e le bambine stavano aspettando per la notte del 25 dicembre. Elfi e folletti non smettevano un attimo di cucire, incollare, assemblare e inscatolare. quot;Siamo stato bravi oggi: abbiamo fatto molti giocattoliquot; disse uno degli elfi. quot;Adesso possiamo riposarci un po'quot;. Non appena i piccoli operai ebbero riposto tutto per la notte, andarono a dormire nelle loro stanzette.
  • 19. canzoni: Astro del Ciel Astro del ciel, Pargol Divin, mite Agnello Redentor, Tu che i vati da lungi sognar, Tu che angeliche voci annunziar,
  • 20. luce dona alle menti, pace infondi nei cuor. Astro del ciel, Pargol Divin, mite Agnello Redentor, Tu disceso a scontare l'error, Tu sol nato a parlare d'amor, luce dona alle menti, pace infondi nei cuor. Astro del ciel, Pargol Divin, mite Agnello Redentor, Tu di stirpe regale decor, Tu virgineo, mistico fior,
  • 21. luce dona alle menti, pace infondi nei cuor. Regala questa pagina a un amico Scarica qui il testo della canzone in formato ZIP (astro.doc) Tu scendi dalle stelle
  • 22. Tu scendi dalle stelle o Re del cielo e vieni in una grotta al freddo e al gelo, e vieni in una grotta al freddo e al gelo. O Bambino mio divino io Ti vedo qui a tremar. O Dio beato ah quanto ti costò l'avermi amato, ah quanto ti costò l'avermi amato. A Te che sei del mondo il Creatore mancano panni e fuoco, o mio Signore, mancano panni e fuoco, o mio Signore.
  • 23. Caro eletto Pargoletto quanto questa povertà più m'innamora giacchè ti fece amor povero ancora, giacchè ti fece amor povero ancora. Tu lasci del Tuo Padre il Divin Seno per venir a penar su poco fieno, per venir a penar su poco fieno. Dolce amore del mio cuore dove amor ti trasportò o Gesù mio. Perchè tanto patir? Per amor mio! Perchè tanto patir? Per amor mio! Ma se fu Tuo volere il Tuo patire perchè vuoi pianger poi, perchè vagire? Perchè vuoi pianger poi, perchè vagire? Sposo mio amato Dio,
  • 24. mio Gesù t'intendo sì, ah mio Signore! Tu piangi non per duol ma peramore! Tu piangi non per duol ma peramore! Tu piangi per vederti da me ingrato dove sì grande amor, sì poco amato! Dove sì grande amor sì poco amato! O diletto del mio petto, se già un tempo fu così, or Te sol bramo! Caro, non pianger più, ch'io t'amo, t'amo! Caro, non pianger più, ch'io t'amo, t'amo! Tu dormi o Gesù mio, ma intanto il cuore non dorme, no, ma veglia a tutte l'ore. Non dorme, no, ma veglia a tutte l'ore. Deh, mio bello e puro agnello, a che pensi dimmi tu? O amore immenso!
  • 25. A morire per te, rispondi, io penso. A morire per te, rispondi, io penso. Dunque a morire per me, Tu pensi o Dio: e chi altro, fuor di Te, amar poss'io? E chi altro, fuor di Te, amar poss'io? O Maria speranza mia, se poc'amo il Tuo Gesù, non Ti sdegnare! Amalo Tu per me, s'io nol so amare! Amalo Tu per me, s'io nol so amare! Testo e Musica di S. Alfonso Maria de' Liguori Din Don Dan
  • 26. Scende giù dal ciel su tutta la città un candido mantel che la ricoprirà. La stella annuncerà che è nato un Bambinel nella vecchia stalla con la mucca e l'asinel. Din don dan din don dan din don din don dan Il Natale cambierà tutti buoni renderà.
  • 27. Din don dan din don dan che felicità! Oggi è nato il buon Gesù con la neve che vien giù. La renna al Polo Nord scampanellando va e strenne porterà a tutti i bimbi buoni e dalle Alpi al mar i bimbi di quaggiù aspettano quei doni che regala il buon Gesù. Din don dan din don dan din don din don dan
  • 28. Il Natale cambierà tutti buoni renderà. Din don dan din don dan che felicità! Oggi è nato il buon Gesù con la neve che vien giù. Venite, Fedeli
  • 29. Venite, fedeli, l'angelo ci invita. Venite, venite a Betlemme. Nasce per noi Cristo Salvatore. Venite, adoriamo. Venite, adoriamo. Venite, adoriamo il Signore Gesù. La luce del mondo brilla in una grotta; la fede ci guida a Betlemme. Nasce per noi Cristo Salvatore. Venite, adoriamo. Venite, adoriamo. Venite, adoriamo il Signore Gesù. La notte risplende, tutto il mondo attende. Seguiamo i pastori
  • 30. a Betlemme. Nasce per noi Cristo Salvatore. Venite, adoriamo. Venite, adoriamo. Venite, adoriamo il Signore Gesù. Il Figlio di Dio, Re dell'universo, si è fatto bambino a Betlemme. Nasce per noi Cristo Salvatore. Venite, adoriamo. Venite, adoriamo. Venite, adoriamo il Signore Gesù. quot;Sia gloria nei cieli, pace sulla terra.quot; Un angelo annunzia a Betlemme. Nasce per noi Cristo Salvatore. Venite, adoriamo. Venite, adoriamo.
  • 31. Venite, adoriamo il Signore Gesù. Ninne nanne: Ninna Nanna a Gesù Bambino
  • 32. O Bambino del Ciel sulla paglia assopito, tra il bue e l'asinel dormi piccolo tesor. Mille stelle lassù fanno luce al Tuo cuor. Bambinello Gesù Tu ci porti l'amor. I tuoi occhi, Bambin, sono astri d'argento, il Tuo bianco visin
  • 33. ha del giglio il candor. Accorriamo fedel a lodare il Signor. Gli angioletti del ciel cantan gloria fra lor. I lavoretti:
  • 34. Su un barattolino di vetro incollare tanti pezzetti di carta velina. Quando il lavoro sarà seccato, mettere nel barattolo una candela scaldavivande. Ritagliare un cerchio di carta crespa o di pannolenci. Infilare un fiammifero o uno stuzzicadenti in una noce, poi
  • 35. infilarlo nel cerchio di carta o stoffa e poi inserirlo nella mela. Con un pezzetto di carta crespa fare un cappellino a punta, chiudendo a cono un semicerchio. Decorare la base del cappellino con dell'ovatta. Decorare anche la noce per fare i capelli e la barba. Incollare il cappellino alla noce. Una volta asciutto forare la punta del cappellino e inserirvi un nastrino colorato per appendere il Babbo Natale all'albero. Piegare un cartoncino e disegnare una calza. Ritagliare la calza e incollare i bordi, meno quello in alto. Forare un angolo in alto e infilare un nastro colorato. Decorare la calza con ovatta o pezzetti di carta colorata.
  • 36. Tagliare a metà un cerchio di carta crespa rossa e con il semicerchio ottenuto fare un cono. Incollare davanti un cerchio di carta rosa per il viso, disegnandovi sopra gli occhi, il naso e la bocca. Decorare con ovatta i capelli, la barba e il ponpon del cappello. Forare la punta del cono e inserire un filo colorato per appendere il Babbo Natale all'albero. Tradizioni Natalizie
  • 37. Presepe significa letteralmente mangiatoia ed indica appunto la mangiatoia dove fu posto Gesù Bambino dopo la nascita. In alcuni scritti si parl di stalla, in altri di grotta, o di stalla collocata in una a grotta, dove si trovano un bue e un asinello che, col loro fiato, riscaldano il neonato. Il Presepe, o meglio la rappresentazione della Natività, ha le sue radici nella storia di San Francesco. Fu il santo, infatti, a voler ricreare, nella notte di Natale del 1223 a Greccio, la Natività nello stesso modo in cui era descritta nell Bibbia, realizzando, nella a Cappella di Santa Lucia, ricavata in una grotta, un presepe con un Bambinello, intagliato nel legno dallo stesso Santo, e utilizzando animali veri. Il messaggio semplice e diretto del Presepe, cioè il ricordare agli uomini la nascita di Gesù, poteva perciò essere recep da tutti, senza distinzioni. ito La sua popolarità si spars velocemente, grazie ai continui pellegrinaggi e al lavoro e di divulgazione dei frati francescani. Il primo Presepe, come lo conosciamo oggi, fu invece realizzato per la prima volta a Roma, nella Basilica di Santa Maria Maggiore. Presto l'usanza venne adottata da altre chiese ed ognunacercava di realizzare un presepe diverso e unico, spesso utilizzando oro e gioielli per impreziosire la
  • 38. rappresentazione. La tradizione del Presepe divenne contemporaneamente molto popolare anche tra le classi più ricche, anche se lo sfarzo nell realizzazione molto si allontanava dal a messaggio semplice e immediato voluto da San Francesco. Ben presto la tradizione si espanse in tutto il mondo, così come la popolarità del presepe di Greccio. Tradizioni Natalizie Tutti conosciamo almeno il motivo della canzoncina quot;Jingle Bellsquot;, ma da dove viene la tradizione delle campanelle natalizie? Ecco cosa dice la leggenda, in una dolcissima storia. Betlemme era affollata di pastori lì convenuti per vedere Gesù, il re appena nato. Anche un bambino cieco sentì l'annuncio degli angeli e pregò i passanti di condurlo alla stalla dove si diceva fosse il Bambine llo, ma nessuno gli badò, nessuno ebbe tempo per lui. Il piccolo cieco rimase solo nella strada e quandola folla fu passata sentì da lontano il rumore di una campana da bestiame. Pensò allora si trattasse della campana di una mucca che si trovava proprio nella
  • 39. stalla dove era nato Gesù Bambino. Seguì così il suono ed arrivò, con la forza della fede, alla mangiatoia del piccolo re. Tradizioni Natalizie Ecco qui di seguito la leggendache racconta la nascita del panettone,uno dei dolci tipici del Natale. Nel 1400, Milano era governata dal Duca Ludovico il Moro, molto amante delle feste e dei banchetti. Durante il cenone di Natale, mentre tutta la servitù era impegnata a servire in tavola ed il capocuoco era indaffaratissimocon i piatti di carne, a sorvegliare il forno era rimasto solo Toni, il servo più giovane, un ragazzo di dodici anni. “Toni, stai attento alle focacce che stanno cuocendo”, gli aveva detto Ambrogione, il capocuoco, ma il ragazzo, stanco per la fatica si addormentò. Quando si risvegliò, al posto delle focacce trovò soltanto carbone e fumo: le focacce erano completamente bruciate! Fortunatamente, Toni era un ragazzo intraprendente. In un attimo decise di rimediare al disastro che aveva combinato! Prese la pasta di pane avanzata, la mescolò con burro, uvetta, canditi, uova, zucchero e mise tutto nel forno. Ne uscì una specie di pagnotta dolce! Piuttosto che non servire più niente,
  • 40. Ambrogione accettò il rischio di portare in tavola quel dolce improvvisato, sperando nella fortuna. Il dolce ebbe un grandissimo successo, il Duca in persona andò nelle cucine a complimentarsi e da quel giorno, il “pan di Toni”, ovvero il panettone, nato per caso, divenne famoso! Tradizioni Natalizie Chi non conosce Babbo Natal ? Quel vecchio signore grosso grosso, vestito di rosso e con grande barba bianca, che a Natale porta i regali ai bimbi buoni? Eppure, chi conosce l'origine della sua leggenda? E del suo aspetto? E delle caratteristiche che lo contraddistinguono Cerchiamo di scoprire i misteri. ? Babbo Natale, a quanto pare. è esistito davvero: era San Nicola, nato a Patara (Turchia - 300 d.C.), vescovo della città di Myra (attuale Dembre), in Lycia
  • 41. (Turchia). Fu il primo quot;portatore di regaliquot;. Nacque in una famiglia ricca ma i suoi genitori morirono di peste. Rimasto orfano fu allevato in un monastero e a soli 17 anni divenne il più giovane prete dell'epoca. Era un uomo molto generoso: regalò la sua ricchezza ai bambini poveri dell sua a città natale. Sono molte le storie che raccontano della sua grande generosità: si dice che era solito regalare grandi sacchi d'oro oppure che usava gettarli dalla finestra dove venivano raccolti dai poveri. Ecco qui una di quelle leggende, tra le più famose e confermata da Dante nel Purgatorio (XX, 31-33): è quella delle tre giovani poverissime. Nicola, addolorato dal pianto e commosso dalle preghiere di un nobiluomo impossibilitato a sposare le sue tre figlie perchécaduto in miseria, decise di intervenire lanciando per tre notti consecutive, attraverso una finestra sempre aperta dal vecchio castello, i tre sacchi di monete che avrebbero costituito la dote delle ragazze. La prima e la seconda notte le cose andarono come stabilito. Tuttavia la terza notte San Nicola trovò la finestra inspiegabilmente chiusa. Deciso a mantenere comunque fede al suo proposito, il vecchio dalla lunga barba bianca si arrampicò così sui tetti e gettò il sacchetto di monete attraverso il camino, dov'erano appese le ca ad asciugare, facendo la felicità del nobiluomo e delle sue lze tre figlie La stessa leggenda è raccontata in un'altra versione, come possiamo leggere qui di seguito, narrata dal greco Michele Archimandrita (sec. IX): un padre che, ridotto alla disperazione dalla grave situazione nella quale viveva, decide di far prostituire le tre giovani figlie. San Nicola interviene per tre volte, lanciando all’interno della casa, un sacchetto d’oro. Grazie a questo, il padre riuscirà a dare in moglieognuna delle tre figlie, allontanandole dal peccato. Quando divenne arcivescovo non usò i paramenti ufficiali: era infatti conosciuto per la sua lunga barba bianca e per il cappello rosso. Alla sua morte fu fatto Santo e fu inserito nel calendario proprio in occasione delle feste per la nascità di Gesù, il 6 dicembre. San Nicola è protettore di bambini, ragazze e studenti , tutti facenti parte dei suoi
  • 42. miracoli. Così divenne il grande dispensatore di doni del periodo natalizio e in groppa a un asinello bianco oppure a cavallo, andava di casa in cas portando doni ai bimbi a buoni. San Nicola è protettore degli studenti nel racconto, rappresentato in vari drammi latini, conosciuto come i Tre chierici, in cui tre giovani, derubati e uccisi da un oste, vengono resuscitati dal santo. Nel X secolo, un’historia composta da Reginoldo di Eichstätt, corredata da una melodia gregoriana, riscosse notevole successo e valse all’autore la nomina a vescovo, nel 966, contribuendo a decretare la suprema del santo. zia Da allora Nicola e la sua liturgia cominciaronoa entrare prepotentemente nelle scuole, nei cori, nei monasteri. Chi si opponeva poteva essere punito dal santo stesso, come accadde al priore Iterio, del monastero di Sens. Questi, narra un manoscritto dell’XI secolo, attribuito a un monaco dell’abbazia di Bec in Normandia, si oppose con fermezza alla richiesta dei suoi cantori di introdurre la nuova liturgia, da lui considerata “opera da menestrello”.Ma una notte venne visitato da San Nicola che cominciò a percuoterlo “nel modo al quale al solito ricorrono i maestri per insegnare l’alfabeto a un ragazzo svogliato”. Le spoglie di San Nicola, o le presunte tali, vennero deposte a Myra fino al 1087, quando vennero trafugate da un gruppo di cavalieri italiani travestiti da mercanti e portate a Bari dove sono tutt'ora conservate e di cui divenne il santo protettore. Secondo alcune leggende, il Vescovo Nicola era venuto in possesso di un oggetto magico e sacro, il Santo Graal, grazie al quale poteva produrre abbondanza da regalare, che però fu anche causa del trafugamento delle sue spoglie per volere di papa GregorioVII. Così Nicola divenne dispensatore di doni, soprattutto per i bambini poveri e buoni. Quando ci fu lo scisma tra la Chiesa Cattolica e quella Protestante, gli appartenenti a quest'ultima non vollero più festeggiare San Nicola e la sua grande generosità e carità cristiana, perchè troppo legato alla Chiesa Cattolica. La fama di San Nicola cominciò perciò ad essere intaccata con la Riforma. Il
  • 43. compito di donare regali venne allora attribuito al Christkindel o Kris Kringle, Gesù Bambino, un’altra figura sacra molto più accettabile di quella dell’antico vescovo, un po’ troppo folcloristica e in odore di paganesimo per l’etica protestante. Fu così allontanato dalle chiese e dalle rappresentazioni sacre. Ma troppo grande era la sua popolarità e così ogni paese inventò il suo Babbo Natale, per supplire all'abolizione della festa. In Francia ci fu perciò quot;Pere Noelquot;, in Inghilterra quot;Father Christmasquot; (raffigurato sempre con ramoscelli di agrifoglio, edera e vischio), e in Germania quot;Weihnachtsmannquot; (l'uomo del natale). Quando i comunisti presero il potere in Russia, terra di cui San Nicola è protettore, e rifiutarono la Chiesa Cattolica vollero avere anch'essi il loro quot;Babbo Natalequot; e lo chiamarono quot;Il Grande Padre del Geloquot;, ma invece del consueto abito rosso lo vestirono di blu. Tutte queste figure natalizie si differenziavano fondamentalmente per il colore del vestito, o blu o nero o rosso; ma avevano in comune la lunga barba bianca e il fatto di regalare doni. Il nome San Nicola per gli Olandesi era quot;Sinter Klaasquot; e i loro emigranti lo esportarono, insieme alle loro tradizioni, negli Stati Uniti dove fondarono Nuova Amsterdam (divenuta in seguito New York). Piacque subito anche ai coloni inglesi questa figura di bontà e allegria e la adottarono storpiando però il nome in quot;Santa Clausquot;, forse abbreviazione di Sanctus Nicolaus. Nel corso dell'Ottocento cambiò mezzo di trasporto, passando dall'asinello o cavallo alla slitta trainata da renne. Infatti, nel 1823, il professor Clement Clark Moore scrisse il poemetto quot;A visit from St. Nicholasquot; (Una visita da San Nicola) dove descrive il Santo come un quot;vecchio elfo paffuto e grassottelloquot; e dove racconta viaggiasse in compagnia di otto renne, ognuna col suo nome, si calasse dai camini e lasciasse doni nelle calze appese dai bambini. Altre caratteristiche del Babbo Natal , così come lo conosciamo noi, furono e introdotte tra il 1862 e il 1886 quando l'illustratore Thomas Nast disegnò una serie di tavole su Babbo Natale, creando la Casa al Polo Nord, la lista dei bambini buoni e cattivi e la fabbrica di giocattoli dove lavorano gli gnomi. La figura definitiva di Babbo Natale si ebbe dal 1931 al 1966, quando la Coca-Cola
  • 44. usò l'immagine del Babbo Natale che conosciamo noi, disegnata da Haddon Sundblom che usò i colori della ditta e forse si ispirò a un suo vicino di casa: la lunga barba bianca, il vestito rosso, gli stivali, la cintura di cuoio, il sacco dei doni e le dimensioni naturali di vecchietto rubicondo e non più di gnomo. La leggenda racconta che lo accompagnasse Peter Il Nero, uno gnomo che puniva i bambini cattivi, o comunque un quot;aiutante neroquot;,che recava un sacco pieno di doni e di fruste, il Nicodemo dei Paesi Bassi, da cui probabilmente è derivato lo Schwarzer Mann, l’uomo nero che ha terrorizzato, e continua a farlo, i bambini di mezzo mondo. Un'altra leggenda riguarda la sede ufficia di Babbo Natale, che abiterebbe in le Finlandia, a Rovaniemi, dove si trovano anche la sua sede ufficiale e l'ufficio postale. La sua casa vera, però, quella segreta, è a Korvatunturi, ma a Babbo Natale non piace che si sappia troppo in giro. Il nome finlandese significa quot;montagna- recchioquot;, perché la montagna presso la o quale è il villaggio somiglia alle orecchie di una lepre e da queste grandi orecchie Babbo Natale ascolta quello che fanno i bambini per decidere se meritanoi doni oppure no. Tradizioni Natalizie
  • 45. Sono molte le leggende che riguardano il bue e l'asinello. Vediamone alcune: Si racconta che il bue non mangiò la paglia fresca della sua mangiatoia così che Maria la utilizzasse come culla per il suo bambino. I due animali scaldarono con il loro fiato Gesù Bambino. Ecco perchè si dice che il bue ha l'alito più dolce tra tutti gli animali. Nella rappresentazione del Presepe napoletano il bue rappresenta il sole mentre l'asino rappresenta la luna: due opposti come il giorno e la notte. La tradizione più antica vuole che di questi due animal basti mettere solo la testa. i Tradizioni Natalizie
  • 46. La nona renna, quella dal grosso naso rosso. Fu inventata nel 1939 alla Montgomery Ward, una catena di grandi magazzini, quando fu deciso di donare ai clienti una nuova favola natalizia. Era una specie di brutto anatroccolo e fu accolta da Babbo Natale che apprezzò il suo difetto servendosene nelle notti di nebbia Tradizioni Natalizie Ci sono molte leggende che riguardano le origini dell'Albero di Natale. Ecco di seguito alcune tra le più suggestive. L'abete era uno degli alberi del giardino dell'Eden, per la precisione l'Albero del a l Vita. Quando Eva colse il frutto proibito, le sue foglie avvizzirono fino a diventare aghi e non fiorì più fino alla nascita di Gesù Bambino.
  • 47. Un'altra leggenda parla di un altro albero dell'Eden, l'Albero del Bene e del Male. Quando Adamo fu scacciato dall'Eden portò con sè un ramoscello che in seguito divenne l'abete che servì per la Santa Croce e diventando poi l'Albero di Natale. Altre leggende parlano addirittura proprio dell'Albero del frutto proibito e, nel Medio Evo, fu messo al centro delle rappresentazioni sacre. La leggenda che segue fa invece nascere la tradizione presso i Germani. Un boscaiolo, tornando a casa in una fredda notte invernale, restò incantato a guardare la bellezza di un abete che brillava di mille ghiaccioli e stelle. Gli venne così l'idea di adornare con luci e carta colorata un albero simile che sorgeva davanti la sua casa. In un villaggio, alla Vigilia del Natale, un ragazzo si recò nel bosco per cercare un ceppo di quercia da bruciare nel camino così comeera tradizione (vedi Caminetto). Però, attardatosi, si perse durante una fitta nevicata. Per ripararsi dalla neve si rifugiò sotto l'unico albero ancora verdeggiante, in mezzo a tutte le altre piante spoglie. Quell'albero era l'abete. Il ragazzo, infreddolito e impaurito, si raggomitolò ai piedi del tronco e si addormentò. L'albero si impietosì e per meglio ripararlo abbassò i suoi rami fino a terra, quasi a formare un riparo per proteggere il ragazzo dalla neve e dal freddo. Al mattino fu svegliato dalle voci dei suoi compaesani che lo stavano cercando. Solo dopo che si ritrovarono, tutti si accorsero del meraviglioso spettacolo che la natura aveva creato: la neve, posandosi sui rami, avev formato decorazioni scintillanti a che, insieme ai tanti ghiaccioli, brillavano alla luce del sole. Così l'abete venne preso come simbolo del Nata e in tutte le case lo si decora e lo le si illumina per ricreare lo spettacolo sfolgorante che apparve in quel bosco ai contadini, la mattina di Natale. Da allora anche gli abeti nelle foreste mantennero la caratteristica di piegare i rami verso il basso.
  • 48. Un'altra leggenda è invece legata al miracolo compiuto dal vescovo Winfried, divenuto poi santo col nome di Bonifacio. Mentre era missionario nella Germania settentrionale si imbattè in alcuni pagani, adoratori di una quercia, che preparavano il sacrificio del piccolo principe Asulf al dio Thor. Bonifacio fermò tale atto barbaro e abbattè la quercia, al cui posto apparve subito un abete. Il vescovo spiegò ai pagani che, trattandosi di un albero sempreverde, era l'albero della vita e pertanto rappresentava Cristo. La natura di albero sempreverde dell'abete fa risalire la tradizione ai Romani che, alle calende di gennaio, usavano regalarsi un rametto di sempreverde come augurio di buona fortuna... ...Oppure ai Druidi, gli antichi sacerdoti dei Galli, che fecero dell'abete un simbolo di lunga vita, onorandoli nelle feste invernali. Oppure si dice sia nato in Norvegia. Si trattava di un grosso frassino che affondava le sue radici nel profondo della terra e le cui cime toccavano il cielo. Qualcuno attribuisce a questa tradizione origini pagane antichissime, quando un ceppo veniva bruciato nel giorno del solstizio d'inverno in omaggio al Sole. Da qui deriverebbero i vari significati: le luc sono le scintille dei falò, le decorazioni i sono la speranza di prosperità, l'abete è il simbolo della speranza della rinascita e i fili d'oro e d'argento sono i capelli delle fate. Nella tradizione cristiana l'albero di Natale è quot;l'albero cosmicoquot;, cioè la manifestazione divina del Cosmo, dove le luci rappresentano Cristo che illumina l'umanità (in quanto Gesù è la luce del Cosmo) e i doni e le decorazioni simboleggiano la sua generosità verso gli uomini. Gli antichi germani appendevano alcune pietre colorate per richiamare gli spiriti
  • 49. fuggiti con la caduta delle foglie. Questi sassi colorati vennero con il tempo sostituiti con ghirlande, nastri e frutti colorati e la tradizione venne sempre più collegata al Natale al punto che i missionari sostituirono la quercia con l'abete, perchè la sua forma triangolare simboleggiava l Santissima Trinità. a La tradizione dell'albero di Natale, così come lo conosciamo noi, nacque in Germania nel 1611. Si racconta che la duchessa di Bri g avesse già preparato tutto nel suo castello per e festeggiare il Natale ma notò che un angolo del salone appariva vuoto. Uscì allora nel parco per cercare qualcosa di adatto e trovò un piccolo abete. Lo fece trapiantare in un vaso e trasferire nel salone. In Francia, invece, il primo albero di Natale fu introdotto nel 1840 dalla duchessa D'Orleans. Un'altra tradizione racconta invece che i contadini, nella Notte Santa, per ringraziare la terra della sua generosità, usassero appendere ad un grosso abete i frutti del loro lavoro. Tradizioni Natalizie
  • 50. Le usiamo per decorare la nostra casa, le porte e anche gli Alberi di Natal . Ecco la e leggenda che le riguarda. Una vigilia di Natale, quando Gesù venne a benedire gli Alberi di Nata notò che le, l'albero di una casa era coperto da ragnatele, tessute da strani ragni. Quando benedisse l'albero, Gesù trasformò le ragnatele in bellissime ghirlande d'oro e d'argento. Tradizioni Natalizie L'avvento è il periodo che precede il Natale e va dall'11 Novembre, festa di san Martino, al 25 dicembre. In passato, durante l'avvento, i credenti non mangiavano carne e formaggio e non consumavano bevande alco liche. Si dedicavano alla purificazione dello spirito e del corpo, addobbavano la casa e preparavano il pasto del Natale. Ai giorni d'oggi rimane traccia di questa antica tradizione nell'usanza di mangiare di magro la Vigilia di Natale e di addobbare la casa preparando Albero e Presepe. Dalle antiche tradizioni deriva il Calendario, che scandiva i giorni dell'Avvento. Ora è un gioco per i bambini che, aspettando il Natale, aprono una casellina al giorno, 25 in tutto, dove trovano compiti da eseguire, come cantare canzoncine o preparare piccole ricette di dolci, oppure solo immagini che ricordano la nascita di Gesù e il Natale in genere.
  • 51. Da qualche anno dietro le caselline si nasconde anche un piccolissimo regalo da conservare in attesa della grande sorpresa che si nasconde dietro la casellina finale, quella del 25 dicembre. Le regole sono due: 1 - solo i bambini che il giorno prima sono stati buoni hanno diritto, la mattina, ad aprire la casellina del giorno; 2 - vietato barare, perciò non si può sbirciare il contenuto delle caselline Tradizioni Natalizie I colori tradizionali del Natale sono tre: il rosso, il bianco e il verde, ed ognuno ha il suo significato. Il rosso come le mele e le ciliege che durante le rappresentazioni venivano appese all'Albero di Natale come simbolo del frutto proibito. Il bianco come le cialde che rappresentano il perdono dal peccato. Il verde come le foglie dei sempreverdi, simbolo di vita.
  • 52. Tradizioni Natalizie I primi ad accorrere alla nascita di Gesù furono dei pastori, chiamati dall'annuncio degli angeli in cielo. Offrirono la lana delle loro pecore affinchè Maria potesse realizzare una coperta per il Bambino Gesù. Il più giovane di tutti però non aveva niente da offrire e donò una margheritina. Gesù Bambino toccò con le labbra i petali di questo semplice fiore: ecco perchè spesso la punta dei petali è rosa. Nella tradizione del Presepe si usa chiamare quot;pastoriquot; tutte le statuine che rappresentano la gente del popolo che viene ad adorare Gesù Bambino, sia in posa di preghiera sia portando doni. Nella tradizione del Presepe napoletano molti personaggi si aggiungono alle statuine tradizionali dei pastori. Vediamo le più importanti: Una zingara, con il volto imbronciato e con un neonato in grembo: è una specie di alter ego della Madonna ma, nello stesso tempo, una specie di veggente che sa il futuro del Bambino Gesù, un monaco, un cacciatore, un pescatore, il diavolo, molto spesso nell'atto di riflettersi in uno specchio. Importante è la figura di Benino, un pastorello dormiente che viene posto in cima
  • 53. alla collina più alta. E' circondato da 12 pecorelle bianchissime, che simboleggiano le anime pure. Benino dorme e sogna il Presepe con i suoi particolari scenografici. Fin tanto che Benino sogna, il Presepe ci sarà, ma guai a svegliarlo, o il Presepe sparirà. Tradizioni Natalizie Il famoso bastoncino, con la sua caratteristica forma, le sue strisce rosse e il suo sapore di menta. La leggenda parla di un dolciaio che lo creò in tale foggia volendo ricordare Gesù alle persone. Vediamo qui di seguito i suoi vari significat.i La solidita' del caramello rappresenta Gesù come la solida roccia sulla quale sono costruite le nostre vite (Matteo16:18). La forma di quot;Jquot; sta per Jesus (Gesù in inglese); oppure rappresenta la forma di un bastone da pastore, perchè Gesù è il nostro pastore (Giovanni 10:11). Il colore bianco rappresenta la purezza di Gesù. Le strisce rosse grandi rappresentano il sangue di Cristo versato per i peccati del mondo (Giovanni 19:34-35).
  • 54. Le strisce rosse sottili rappresentano le strisce lasciate dalle frustate che Gesù ricevette dai soldati romani dietro ordine di Ponzio Pilato(Isaia 53:5). Il sapore di menta piperita ricorda il sapore dell'issopo, pianta aromatica usata nel Vecchio Testamento per purificare e sacrificare, e rappresenta Gesù come puro agnello di Dio che si sacrificò per i peccati del mondo. Tradizioni Natalizie E' una tradizione delle nostre campagne, quella del camino. Nel periodo natalizio si fa bruciare un bel ceppo e poi si sparge la cenere nei campi, come augurio di buon raccolto
  • 55. Tradizioni Natalizie Dolcissima è la leggenda che riguarda le Palle colorate che si appendono all'Albero di Natale. A Betlemme c'era un artista di strada molto povero che non aveva nemmeno un dono da portare a Gesù Bambino. Sapeva però fare il giocoliere e così si recò da Gesù e, con la sua arte, lo fece ridere. Perciò le Palle colorate ricordano il giocoliere ed essendo fatte tradizionalmente di vetro ricordano, con il loro tintinnare, le risate di Gesù Bambino. Tradizioni Natalizie
  • 56. Forse non tutti sanno che è uno degli animali del Presepe, più precis amente fa parte degli animali della stalla, insieme al bue e all'asinello. Una leggenda racconta di un piccolo uccellino marrone che si trovava nella stalla di Gesù Bambino a Betlemme. La notte, mentre tutti dormivano, si accorse che il fuoco si stava spegnendo. Si avvicinò alle braci e, muovendo le ali, mantenne il fuoco vivo per tutta la notte, scaldando così il Bambinello. Al mattino si accorse di avere il petto di un bel rosso brillante, simbolo del suo amore verso il Bambino Gesù. Un'altra leggenda invece parla di un pettirosso che aveva trovato riparo sotto il tetto della stalla. Alla nascità di Gesù unì il suo canto a quello degli angeli. Fu il primo canto di uccello che udì il Bambino Gesù che, per ringraziarlo, rese la sua voce ancora più dolce e melodiosa durante l'inverno, specialmente nel periodo natalizio Tradizioni Natalizie
  • 57. Sono molti gli animali legati alla tradizione del Natale. Vediamone alcuni. La tortora, che con il suo canto addormentò il Bambino Gesù. La lucciola, un minuscolo animale che seguì i pastori fino alla stalla. Era così piccola che nessuno la vide. Solo Gesù si accorse di lei, la sfiorò con un dito e la fece diventare luminosa, per guidare i viaggiatori nelle notti d'estate. La leggenda dice che la vigilia di Natale, nella stalla tutti gli animali si inginocchiano e niente li deve disturbare. Allora cominciano a parlare tra di loro. Si dice che le api mormorino un'ode al Signore, benedicendo il suo nome.
  • 58. Letterine a Babbo Natale:
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  • 60. i bigliettini di auguri:
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  • 73. Poesia per la befana: Al cattivo un carboncino Quando è l'ora, la Befana alla scopa salta in groppa. D'impazienza già trabocca: l'alza su la tramontana, fra le nuvole galoppa. Ogni bimbo nel suo letto fa l'esame di coscienza: maledice il capriccetto, benedice l'ubbidienza.
  • 74. La mattina al primo raggio si precipita al camino: un bel dono al bimbo saggio, al cattivo un carboncino. Letterine alla befana:
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  • 77.
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  • 79.
  • 80. Busta