Tutto Per Natale Filastrocche ,Poesie, Ninne Nanne, Ecc.
1. Filastrocca di Natale
C'e' nel cielo una grande stella,
dietro di lei una pecorella.
Arrivano alla capanna
dove Gesu' fa la nanna.
Ci sono Giuseppe e Maria
che gli fanno compagnia.
C'e' il timido asinello
che riscalda il Bambinello.
Arrivano i pastori
per offrire i loro cuori.
Gesù Bambino
2. 1 2 3 4 5 6 7
8 9 10 11 12 13 14
15 16 17 18 19 20 21
22 23 24 25 26 27 28
29 30 31
Gesù Bambino
col tuo ditino
mettimi un fiore
nel cuoricino:
il fiore azzurro
della bontà
e benedici
mamma e papà.
3. Babbo Natale
viene di notte
Babbo Natale viene di notte,
viene in silenzio a mezzanotte.
Dormono tutti i bimbi buoni
e nei lettini sognano i doni.
Babbo Natale vien fra la neve,
porta i suoi doni là dove deve.
Non sbaglia certo: conosce i nomi
di tutti quanti i bimbi buoni.
Gesù Bambino vestito di bianco
4. Gesù Bambino
vestito di bianco,
porta i tuoi doni
a chi è forte e a chi è stanco.
Porta i tuoi doni
a grandi e piccini,
Gesù Bambino
che ami i bambini.
Gesù Bambino
5. vestito di blu,
porta i tuoi doni
a chi vuoi tu.
Porta i tuoi doni
che son sempre veri,
Gesù Bambino
di oggi e di ieri.
Tanti auguri
con un girotondo.
Tanti auguri
a tutto il mondo.
Torna all'Homepage
Torna alla pagina del Natale
Gesù Bambino
vestito di bianco,
porta i tuoi doni
a chi è forte e a chi è stanco.
6. Porta i tuoi doni
a grandi e piccini,
Gesù Bambino
che ami i bambini.
Gesù Bambino
vestito di blu,
porta i tuoi doni
a chi vuoi tu.
Porta i tuoi doni
che son sempre veri,
Gesù Bambino
di oggi e di ieri.
Tanti auguri
con un girotondo.
Tanti auguri
a tutto il mondo.
Torna all'Homepage
Torna alla pagina del Natale
7. gli rattristano il visino.
Dai, non fare il capriccetto
che se no piange il nanetto.
Marroncino è sempre pronto
a studiare e a far di conto:
libri, penne e colori
sono tutti i suoi tesori,
e se un bimbo è un po' svogliato
lo colora verde prato.
Su, finisci il compitino,
fai contento Marroncino.
Il più forte e il più importante
è Nerino, gran birbante.
Lui vorrebbe comandare:
bimbi e nani controllare
e nell'ombra scura sta
e nascosto resterà
fino a quando un bel bambino
gli sorride sul visino.
8. E' Natale
E' Natale, è Natale,
chi sta bene e chi sta male:
c'è chi mangia il panettone,
lo spumante ed il torrone:
ed invece in qualche terra
i bambini fan la guerra.
Caro mio bel Bambinello
fa' che il mondo sia più bello
9. e con gli uomini in letizia
tutti in pace ed amicizia.
Ad ognuno fai trovare
ogni giorno da mangiare.
Della neve ogni fiocco
tu trasformalo in balocco
che poi cada lì vicino
ad ogni piccolo bambino.
Manda a tutti il proprio dono
e fammi essere più buono
Nella notte di Natale
10. Nella notte di Natale
vien dal cielo un angioletto
a posar presso il guanciale
del sopito fanciulletto.
E se a tavola è obbediente,
se giocar sa senza chiasso,
se, tranquillo, fra la gente,
sa seguir la mamma a spasso,
11. risvegliandosi, il fanciullo,
troverà sul suo lettino
la sorpresa ed il trastullo
di un grazioso regalino.
Auguri ai Parenti
In questio giorno santo
Gesu' chiedo soltanto
di donare ai familiari,
agli amici ed ai miei cari,
tanta gioia e tanta pace,
altro dir non son capace.
O mio caro buon Gesu'
su noi tutti veglia tu!
12. Il Giorno Di Natale
Stanotte un angioletto,
con lieve batter d'ale,
disceso sul mio letto
mi sussurrò:quot;E' Natale!quot;
La magica parola
mi fece ridestare,
in una corsa sola
venni di qui a guardare.
Ne fui come incantato!
13. Oh giubilo degli occhi!
Gesù m'avea portato
un monte di balocchi.
quot;Ma prima di giocarequot;
mi disse una vocina
quot;Va, corri ad abbracciare
il babbo e la mammina.quot;
Ed eccomi raggiante
qui a dirvi con amore:
quot;Lieto Natale! E tante
gioie serene in cuore
14. Oh stella, stellina
Oh stella, stellina
che brilli lassù,
ravviva la luce:
or nasce Gesù!
Campana piccina
che squilli lassù,
rallegra il tuo canto:
or nasce Gesù!
15. Oh gente del mondo
che preghi quaggiù,
esulta di gioia:
è nato Gesù!
Ho Sognato
Ho sognato che il Bambino
venne presso il mio lettino
e mi disse dolcemente:
quot;Per Natale non vuoi niente?quot;
Io pensai per prima cosa
a te, mamma, 'sì amorosa,
a te, babbo, buono tanto,
e Gli dissi: quot;Gesù santo,
16. babbo e mamma benedici,
fa che sempre sian feliciquot;.
Il Canto di Maria
Canta dentro la capanna
Maria, figlia di Sant'Anna,
e guardando il Suo bel sole
dice a Lui queste parole:
quot;Dormi, dormi, cuor di mamma,
17. fai la ninna, fai la nanna!
Dormi, chiudi i lumi santi,
quelle stelle fiammeggianti.
Dormi, cuore della mamma,
fai la ninna, fai la nanna.
Vedi, viene dall'Oriente
un corteo tutto splendente:
due re bianchi ed un re moro
e con doni tutti d'oro.
Bacia, bacia la tua mamma:
non più ninna, non più nanna.quot;
I racconti:
18. A CASA DI
BABBO NATALE
Mancavano solo 5 giorni a Natale e i piccoli aiutanti di Babbo Natale
erano molto impegnati.
Infatti stavano finendo tutti i giocattoli che i bambini e le bambine
stavano aspettando per la notte del 25 dicembre.
Elfi e folletti non smettevano un attimo di cucire, incollare, assemblare
e inscatolare.
quot;Siamo stato bravi oggi: abbiamo fatto molti giocattoliquot; disse uno degli
elfi. quot;Adesso possiamo riposarci un po'quot;.
Non appena i piccoli operai ebbero riposto tutto per la notte, andarono
a dormire nelle loro stanzette.
19. canzoni:
Astro del Ciel
Astro del ciel,
Pargol Divin,
mite Agnello Redentor,
Tu che i vati da lungi sognar,
Tu che angeliche voci annunziar,
20. luce dona alle menti,
pace infondi nei cuor.
Astro del ciel,
Pargol Divin,
mite Agnello Redentor,
Tu disceso a scontare l'error,
Tu sol nato a parlare d'amor,
luce dona alle menti,
pace infondi nei cuor.
Astro del ciel,
Pargol Divin,
mite Agnello Redentor,
Tu di stirpe regale decor,
Tu virgineo, mistico fior,
21. luce dona alle menti,
pace infondi nei cuor.
Regala questa pagina a un amico
Scarica qui il testo della canzone in formato ZIP (astro.doc)
Tu scendi dalle stelle
22. Tu scendi dalle stelle
o Re del cielo
e vieni in una grotta al freddo e al gelo,
e vieni in una grotta al freddo e al gelo.
O Bambino mio divino
io Ti vedo qui a tremar.
O Dio beato
ah quanto ti costò l'avermi amato,
ah quanto ti costò l'avermi amato.
A Te che sei del mondo
il Creatore
mancano panni e fuoco, o mio Signore,
mancano panni e fuoco, o mio Signore.
23. Caro eletto Pargoletto
quanto questa povertà
più m'innamora
giacchè ti fece amor povero ancora,
giacchè ti fece amor povero ancora.
Tu lasci del Tuo Padre
il Divin Seno
per venir a penar su poco fieno,
per venir a penar su poco fieno.
Dolce amore del mio cuore
dove amor ti trasportò
o Gesù mio.
Perchè tanto patir? Per amor mio!
Perchè tanto patir? Per amor mio!
Ma se fu Tuo volere
il Tuo patire
perchè vuoi pianger poi, perchè vagire?
Perchè vuoi pianger poi, perchè vagire?
Sposo mio amato Dio,
24. mio Gesù t'intendo sì,
ah mio Signore!
Tu piangi non per duol ma peramore!
Tu piangi non per duol ma peramore!
Tu piangi per vederti
da me ingrato
dove sì grande amor, sì poco amato!
Dove sì grande amor sì poco amato!
O diletto del mio petto,
se già un tempo fu così,
or Te sol bramo!
Caro, non pianger più, ch'io t'amo, t'amo!
Caro, non pianger più, ch'io t'amo, t'amo!
Tu dormi o Gesù mio,
ma intanto il cuore
non dorme, no, ma veglia a tutte l'ore.
Non dorme, no, ma veglia a tutte l'ore.
Deh, mio bello e puro agnello,
a che pensi dimmi tu?
O amore immenso!
25. A morire per te, rispondi, io penso.
A morire per te, rispondi, io penso.
Dunque a morire per me,
Tu pensi o Dio:
e chi altro, fuor di Te, amar poss'io?
E chi altro, fuor di Te, amar poss'io?
O Maria speranza mia,
se poc'amo il Tuo Gesù,
non Ti sdegnare!
Amalo Tu per me, s'io nol so amare!
Amalo Tu per me, s'io nol so amare!
Testo e Musica di S. Alfonso Maria de' Liguori
Din Don Dan
26. Scende giù dal ciel
su tutta la città
un candido mantel
che la ricoprirà.
La stella annuncerà
che è nato un Bambinel
nella vecchia stalla
con la mucca e l'asinel.
Din don dan din don dan
din don din don dan
Il Natale cambierà
tutti buoni renderà.
27. Din don dan din don dan
che felicità!
Oggi è nato il buon Gesù
con la neve che vien giù.
La renna al Polo Nord
scampanellando va
e strenne porterà
a tutti i bimbi buoni
e dalle Alpi al mar
i bimbi di quaggiù
aspettano quei doni
che regala il buon Gesù.
Din don dan din don dan
din don din don dan
28. Il Natale cambierà
tutti buoni renderà.
Din don dan din don dan
che felicità!
Oggi è nato il buon Gesù
con la neve che vien giù.
Venite, Fedeli
29. Venite, fedeli,
l'angelo ci invita.
Venite, venite
a Betlemme.
Nasce per noi
Cristo Salvatore.
Venite, adoriamo. Venite,
adoriamo.
Venite, adoriamo
il Signore Gesù.
La luce del mondo
brilla in una grotta;
la fede ci guida
a Betlemme.
Nasce per noi
Cristo Salvatore.
Venite, adoriamo. Venite,
adoriamo.
Venite, adoriamo
il Signore Gesù.
La notte risplende,
tutto il mondo attende.
Seguiamo i pastori
30. a Betlemme.
Nasce per noi
Cristo Salvatore.
Venite, adoriamo. Venite,
adoriamo.
Venite, adoriamo
il Signore Gesù.
Il Figlio di Dio,
Re dell'universo,
si è fatto bambino
a Betlemme.
Nasce per noi
Cristo Salvatore.
Venite, adoriamo. Venite,
adoriamo.
Venite, adoriamo
il Signore Gesù.
quot;Sia gloria nei cieli,
pace sulla terra.quot;
Un angelo annunzia
a Betlemme.
Nasce per noi
Cristo Salvatore.
Venite, adoriamo. Venite,
adoriamo.
31. Venite, adoriamo
il Signore Gesù.
Ninne nanne:
Ninna
Nanna
a Gesù
Bambino
32. O Bambino del Ciel
sulla paglia assopito,
tra il bue e l'asinel
dormi piccolo tesor.
Mille stelle lassù
fanno luce al Tuo cuor.
Bambinello Gesù
Tu ci porti l'amor.
I tuoi occhi, Bambin,
sono astri d'argento,
il Tuo bianco visin
33. ha del giglio il candor.
Accorriamo fedel
a lodare il Signor.
Gli angioletti del ciel
cantan gloria fra lor.
I lavoretti:
34. Su un barattolino di vetro
incollare tanti pezzetti di carta
velina.
Quando il lavoro sarà seccato,
mettere nel barattolo una
candela scaldavivande.
Ritagliare un cerchio di carta
crespa o di pannolenci.
Infilare un fiammifero o uno
stuzzicadenti in una noce, poi
35. infilarlo nel cerchio di carta o
stoffa e poi inserirlo nella mela.
Con un pezzetto di carta crespa
fare un cappellino a punta,
chiudendo a cono un
semicerchio. Decorare la base
del cappellino con dell'ovatta.
Decorare anche la noce per fare
i capelli e la barba.
Incollare il cappellino alla noce.
Una volta asciutto forare la
punta del cappellino e inserirvi
un nastrino colorato per
appendere il Babbo Natale
all'albero.
Piegare un cartoncino e
disegnare una calza.
Ritagliare la calza e incollare i
bordi, meno quello in alto.
Forare un angolo in alto e
infilare un nastro colorato.
Decorare la calza con ovatta o
pezzetti di carta colorata.
36. Tagliare a metà un cerchio di
carta crespa rossa e con il
semicerchio ottenuto fare un
cono.
Incollare davanti un cerchio di
carta rosa per il viso,
disegnandovi sopra gli occhi, il
naso e la bocca.
Decorare con ovatta i capelli, la
barba e il ponpon del cappello.
Forare la punta del cono e
inserire un filo colorato per
appendere il Babbo Natale
all'albero.
Tradizioni Natalizie
37. Presepe significa letteralmente mangiatoia ed indica appunto la mangiatoia dove fu
posto Gesù Bambino dopo la nascita.
In alcuni scritti si parl di stalla, in altri di grotta, o di stalla collocata in una
a
grotta, dove si trovano un bue e un asinello che, col loro fiato, riscaldano il
neonato.
Il Presepe, o meglio la rappresentazione della Natività, ha le sue radici nella storia
di San Francesco.
Fu il santo, infatti, a voler ricreare, nella notte di Natale del 1223 a Greccio, la
Natività nello stesso modo in cui era descritta nell Bibbia, realizzando, nella
a
Cappella di Santa Lucia, ricavata in una grotta, un presepe con un Bambinello,
intagliato nel legno dallo stesso Santo, e utilizzando animali veri.
Il messaggio semplice e diretto del Presepe, cioè il ricordare agli uomini la nascita
di Gesù, poteva perciò essere recep da tutti, senza distinzioni.
ito
La sua popolarità si spars velocemente, grazie ai continui pellegrinaggi e al lavoro
e
di divulgazione dei frati francescani.
Il primo Presepe, come lo conosciamo oggi, fu invece realizzato per la prima volta a
Roma, nella Basilica di Santa Maria Maggiore.
Presto l'usanza venne adottata da altre chiese ed ognunacercava di realizzare un
presepe diverso e unico, spesso utilizzando oro e gioielli per impreziosire la
38. rappresentazione.
La tradizione del Presepe divenne contemporaneamente molto popolare anche tra le
classi più ricche, anche se lo sfarzo nell realizzazione molto si allontanava dal
a
messaggio semplice e immediato voluto da San Francesco.
Ben presto la tradizione si espanse in tutto il mondo, così come la popolarità del
presepe di Greccio.
Tradizioni Natalizie
Tutti conosciamo almeno il motivo della canzoncina quot;Jingle Bellsquot;, ma da dove viene
la tradizione delle campanelle natalizie? Ecco cosa dice la leggenda, in una
dolcissima storia.
Betlemme era affollata di pastori lì convenuti per vedere Gesù, il re appena nato.
Anche un bambino cieco sentì l'annuncio degli angeli e pregò i passanti di condurlo
alla stalla dove si diceva fosse il Bambine llo, ma nessuno gli badò, nessuno ebbe
tempo per lui.
Il piccolo cieco rimase solo nella strada e quandola folla fu passata sentì da
lontano il rumore di una campana da bestiame.
Pensò allora si trattasse della campana di una mucca che si trovava proprio nella
39. stalla dove era nato Gesù Bambino.
Seguì così il suono ed arrivò, con la forza della fede, alla mangiatoia del piccolo re.
Tradizioni Natalizie
Ecco qui di seguito la leggendache racconta la nascita del panettone,uno dei dolci
tipici del Natale.
Nel 1400, Milano era governata dal Duca Ludovico il Moro, molto amante delle feste
e dei banchetti. Durante il cenone di Natale, mentre tutta la servitù era impegnata a
servire in tavola ed il capocuoco era indaffaratissimocon i piatti di carne, a
sorvegliare il forno era rimasto solo Toni, il servo più giovane, un ragazzo di dodici
anni.
“Toni, stai attento alle focacce che stanno cuocendo”, gli aveva detto Ambrogione, il
capocuoco, ma il ragazzo, stanco per la fatica si addormentò.
Quando si risvegliò, al posto delle focacce trovò soltanto carbone e fumo: le focacce
erano completamente bruciate!
Fortunatamente, Toni era un ragazzo intraprendente. In un attimo decise di
rimediare al disastro che aveva combinato! Prese la pasta di pane avanzata, la
mescolò con burro, uvetta, canditi, uova, zucchero e mise tutto nel forno.
Ne uscì una specie di pagnotta dolce! Piuttosto che non servire più niente,
40. Ambrogione accettò il rischio di portare in tavola quel dolce improvvisato, sperando
nella fortuna.
Il dolce ebbe un grandissimo successo, il Duca in persona andò nelle cucine a
complimentarsi e da quel giorno, il “pan di Toni”, ovvero il panettone, nato per caso,
divenne famoso!
Tradizioni Natalizie
Chi non conosce Babbo Natal ? Quel vecchio signore grosso grosso, vestito di rosso
e
con grande barba bianca, che a Natale porta i regali ai bimbi buoni?
Eppure, chi conosce l'origine della sua leggenda? E del suo aspetto? E delle
caratteristiche che lo contraddistinguono Cerchiamo di scoprire i misteri.
?
Babbo Natale, a quanto pare. è esistito davvero: era San Nicola, nato a Patara
(Turchia - 300 d.C.), vescovo della città di Myra (attuale Dembre), in Lycia
41. (Turchia).
Fu il primo quot;portatore di regaliquot;. Nacque in una famiglia ricca ma i suoi genitori
morirono di peste. Rimasto orfano fu allevato in un monastero e a soli 17 anni
divenne il più giovane prete dell'epoca.
Era un uomo molto generoso: regalò la sua ricchezza ai bambini poveri dell sua
a
città natale.
Sono molte le storie che raccontano della sua grande generosità: si dice che era
solito regalare grandi sacchi d'oro oppure che usava gettarli dalla finestra dove
venivano raccolti dai poveri.
Ecco qui una di quelle leggende, tra le più famose e confermata da Dante nel
Purgatorio (XX, 31-33): è quella delle tre giovani poverissime.
Nicola, addolorato dal pianto e commosso dalle preghiere di un nobiluomo
impossibilitato a sposare le sue tre figlie perchécaduto in miseria, decise di
intervenire lanciando per tre notti consecutive, attraverso una finestra sempre
aperta dal vecchio castello, i tre sacchi di monete che avrebbero costituito la dote
delle ragazze. La prima e la seconda notte le cose andarono come stabilito. Tuttavia
la terza notte San Nicola trovò la finestra inspiegabilmente chiusa. Deciso a
mantenere comunque fede al suo proposito, il vecchio dalla lunga barba bianca si
arrampicò così sui tetti e gettò il sacchetto di monete attraverso il camino,
dov'erano appese le ca ad asciugare, facendo la felicità del nobiluomo e delle sue
lze
tre figlie
La stessa leggenda è raccontata in un'altra versione, come possiamo leggere qui di
seguito, narrata dal greco Michele Archimandrita (sec. IX): un padre che, ridotto
alla disperazione dalla grave situazione nella quale viveva, decide di far prostituire
le tre giovani figlie. San Nicola interviene per tre volte, lanciando all’interno della
casa, un sacchetto d’oro. Grazie a questo, il padre riuscirà a dare in moglieognuna
delle tre figlie, allontanandole dal peccato.
Quando divenne arcivescovo non usò i paramenti ufficiali: era infatti conosciuto per
la sua lunga barba bianca e per il cappello rosso.
Alla sua morte fu fatto Santo e fu inserito nel calendario proprio in occasione delle
feste per la nascità di Gesù, il 6 dicembre.
San Nicola è protettore di bambini, ragazze e studenti , tutti facenti parte dei suoi
42. miracoli.
Così divenne il grande dispensatore di doni del periodo natalizio e in groppa a un
asinello bianco oppure a cavallo, andava di casa in cas portando doni ai bimbi
a
buoni.
San Nicola è protettore degli studenti nel racconto, rappresentato in vari drammi
latini, conosciuto come i Tre chierici, in cui tre giovani, derubati e uccisi da un
oste, vengono resuscitati dal santo.
Nel X secolo, un’historia composta da Reginoldo di Eichstätt, corredata da una
melodia gregoriana, riscosse notevole successo e valse all’autore la nomina a
vescovo, nel 966, contribuendo a decretare la suprema del santo.
zia
Da allora Nicola e la sua liturgia cominciaronoa entrare prepotentemente nelle
scuole, nei cori, nei monasteri. Chi si opponeva poteva essere punito dal santo
stesso, come accadde al priore Iterio, del monastero di Sens.
Questi, narra un manoscritto dell’XI secolo, attribuito a un monaco dell’abbazia di
Bec in Normandia, si oppose con fermezza alla richiesta dei suoi cantori di
introdurre la nuova liturgia, da lui considerata “opera da menestrello”.Ma una
notte venne visitato da San Nicola che cominciò a percuoterlo “nel modo al quale al
solito ricorrono i maestri per insegnare l’alfabeto a un ragazzo svogliato”.
Le spoglie di San Nicola, o le presunte tali, vennero deposte a Myra fino al 1087,
quando vennero trafugate da un gruppo di cavalieri italiani travestiti da mercanti e
portate a Bari dove sono tutt'ora conservate e di cui divenne il santo protettore.
Secondo alcune leggende, il Vescovo Nicola era venuto in possesso di un oggetto
magico e sacro, il Santo Graal, grazie al quale poteva produrre abbondanza da
regalare, che però fu anche causa del trafugamento delle sue spoglie per volere di
papa GregorioVII.
Così Nicola divenne dispensatore di doni, soprattutto per i bambini poveri e buoni.
Quando ci fu lo scisma tra la Chiesa Cattolica e quella Protestante, gli appartenenti
a quest'ultima non vollero più festeggiare San Nicola e la sua grande generosità e
carità cristiana, perchè troppo legato alla Chiesa Cattolica.
La fama di San Nicola cominciò perciò ad essere intaccata con la Riforma. Il
43. compito di donare regali venne allora attribuito al Christkindel o Kris Kringle, Gesù
Bambino, un’altra figura sacra molto più accettabile di quella dell’antico vescovo,
un po’ troppo folcloristica e in odore di paganesimo per l’etica protestante. Fu così
allontanato dalle chiese e dalle rappresentazioni sacre.
Ma troppo grande era la sua popolarità e così ogni paese inventò il suo Babbo
Natale, per supplire all'abolizione della festa.
In Francia ci fu perciò quot;Pere Noelquot;, in Inghilterra quot;Father Christmasquot; (raffigurato
sempre con ramoscelli di agrifoglio, edera e vischio), e in Germania
quot;Weihnachtsmannquot; (l'uomo del natale).
Quando i comunisti presero il potere in Russia, terra di cui San Nicola è protettore,
e rifiutarono la Chiesa Cattolica vollero avere anch'essi il loro quot;Babbo Natalequot; e lo
chiamarono quot;Il Grande Padre del Geloquot;, ma invece del consueto abito rosso lo
vestirono di blu.
Tutte queste figure natalizie si differenziavano fondamentalmente per il colore del
vestito, o blu o nero o rosso; ma avevano in comune la lunga barba bianca e il fatto
di regalare doni.
Il nome San Nicola per gli Olandesi era quot;Sinter Klaasquot; e i loro emigranti lo
esportarono, insieme alle loro tradizioni, negli Stati Uniti dove fondarono Nuova
Amsterdam (divenuta in seguito New York). Piacque subito anche ai coloni inglesi
questa figura di bontà e allegria e la adottarono storpiando però il nome in quot;Santa
Clausquot;, forse abbreviazione di Sanctus Nicolaus.
Nel corso dell'Ottocento cambiò mezzo di trasporto, passando dall'asinello o cavallo
alla slitta trainata da renne.
Infatti, nel 1823, il professor Clement Clark Moore scrisse il poemetto quot;A visit from
St. Nicholasquot; (Una visita da San Nicola) dove descrive il Santo come un quot;vecchio elfo
paffuto e grassottelloquot; e dove racconta viaggiasse in compagnia di otto renne,
ognuna col suo nome, si calasse dai camini e lasciasse doni nelle calze appese dai
bambini.
Altre caratteristiche del Babbo Natal , così come lo conosciamo noi, furono
e
introdotte tra il 1862 e il 1886 quando l'illustratore Thomas Nast disegnò una serie
di tavole su Babbo Natale, creando la Casa al Polo Nord, la lista dei bambini buoni
e cattivi e la fabbrica di giocattoli dove lavorano gli gnomi.
La figura definitiva di Babbo Natale si ebbe dal 1931 al 1966, quando la Coca-Cola
44. usò l'immagine del Babbo Natale che conosciamo noi, disegnata da Haddon
Sundblom che usò i colori della ditta e forse si ispirò a un suo vicino di casa: la
lunga barba bianca, il vestito rosso, gli stivali, la cintura di cuoio, il sacco dei doni
e le dimensioni naturali di vecchietto rubicondo e non più di gnomo.
La leggenda racconta che lo accompagnasse Peter Il Nero, uno gnomo che puniva i
bambini cattivi, o comunque un quot;aiutante neroquot;,che recava un sacco pieno di doni e
di fruste, il Nicodemo dei Paesi Bassi, da cui probabilmente è derivato lo Schwarzer
Mann, l’uomo nero che ha terrorizzato, e continua a farlo, i bambini di mezzo
mondo.
Un'altra leggenda riguarda la sede ufficia di Babbo Natale, che abiterebbe in
le
Finlandia, a Rovaniemi, dove si trovano anche la sua sede ufficiale e l'ufficio
postale.
La sua casa vera, però, quella segreta, è a Korvatunturi, ma a Babbo Natale non
piace che si sappia troppo in giro.
Il nome finlandese significa quot;montagna- recchioquot;, perché la montagna presso la
o
quale è il villaggio somiglia alle orecchie di una lepre e da queste grandi orecchie
Babbo Natale ascolta quello che fanno i bambini per decidere se meritanoi doni
oppure no.
Tradizioni Natalizie
45. Sono molte le leggende che riguardano il bue e l'asinello. Vediamone alcune:
Si racconta che il bue non mangiò la paglia fresca della sua mangiatoia così che
Maria la utilizzasse come culla per il suo bambino.
I due animali scaldarono con il loro fiato Gesù Bambino.
Ecco perchè si dice che il bue ha l'alito più dolce tra tutti gli animali.
Nella rappresentazione del Presepe napoletano il bue rappresenta il sole mentre
l'asino rappresenta la luna: due opposti come il giorno e la notte. La tradizione più
antica vuole che di questi due animal basti mettere solo la testa.
i
Tradizioni Natalizie
46. La nona renna, quella dal grosso naso rosso.
Fu inventata nel 1939 alla Montgomery Ward, una catena di grandi magazzini,
quando fu deciso di donare ai clienti una nuova favola natalizia.
Era una specie di brutto anatroccolo e fu accolta da Babbo Natale che apprezzò il
suo difetto servendosene nelle notti di nebbia
Tradizioni Natalizie
Ci sono molte leggende che riguardano le origini dell'Albero di Natale. Ecco di
seguito alcune tra le più suggestive.
L'abete era uno degli alberi del giardino dell'Eden, per la precisione l'Albero del a
l
Vita.
Quando Eva colse il frutto proibito, le sue foglie avvizzirono fino a diventare aghi e
non fiorì più fino alla nascita di Gesù Bambino.
47. Un'altra leggenda parla di un altro albero dell'Eden, l'Albero del Bene e del Male.
Quando Adamo fu scacciato dall'Eden portò con sè un ramoscello che in seguito
divenne l'abete che servì per la Santa Croce e diventando poi l'Albero di Natale.
Altre leggende parlano addirittura proprio dell'Albero del frutto proibito e, nel Medio
Evo, fu messo al centro delle rappresentazioni sacre.
La leggenda che segue fa invece nascere la tradizione presso i Germani.
Un boscaiolo, tornando a casa in una fredda notte invernale, restò incantato a
guardare la bellezza di un abete che brillava di mille ghiaccioli e stelle.
Gli venne così l'idea di adornare con luci e carta colorata un albero simile che
sorgeva davanti la sua casa.
In un villaggio, alla Vigilia del Natale, un ragazzo si recò nel bosco per cercare un
ceppo di quercia da bruciare nel camino così comeera tradizione (vedi Caminetto).
Però, attardatosi, si perse durante una fitta nevicata. Per ripararsi dalla neve si
rifugiò sotto l'unico albero ancora verdeggiante, in mezzo a tutte le altre piante
spoglie. Quell'albero era l'abete.
Il ragazzo, infreddolito e impaurito, si raggomitolò ai piedi del tronco e si
addormentò. L'albero si impietosì e per meglio ripararlo abbassò i suoi rami fino a
terra, quasi a formare un riparo per proteggere il ragazzo dalla neve e dal freddo.
Al mattino fu svegliato dalle voci dei suoi compaesani che lo stavano cercando. Solo
dopo che si ritrovarono, tutti si accorsero del meraviglioso spettacolo che la natura
aveva creato: la neve, posandosi sui rami, avev formato decorazioni scintillanti
a
che, insieme ai tanti ghiaccioli, brillavano alla luce del sole.
Così l'abete venne preso come simbolo del Nata e in tutte le case lo si decora e lo
le
si illumina per ricreare lo spettacolo sfolgorante che apparve in quel bosco ai
contadini, la mattina di Natale.
Da allora anche gli abeti nelle foreste mantennero la caratteristica di piegare i rami
verso il basso.
48. Un'altra leggenda è invece legata al miracolo compiuto dal vescovo Winfried,
divenuto poi santo col nome di Bonifacio.
Mentre era missionario nella Germania settentrionale si imbattè in alcuni pagani,
adoratori di una quercia, che preparavano il sacrificio del piccolo principe Asulf al
dio Thor.
Bonifacio fermò tale atto barbaro e abbattè la quercia, al cui posto apparve subito
un abete.
Il vescovo spiegò ai pagani che, trattandosi di un albero sempreverde, era l'albero
della vita e pertanto rappresentava Cristo.
La natura di albero sempreverde dell'abete fa risalire la tradizione ai Romani che,
alle calende di gennaio, usavano regalarsi un rametto di sempreverde come augurio
di buona fortuna...
...Oppure ai Druidi, gli antichi sacerdoti dei Galli, che fecero dell'abete un simbolo
di lunga vita, onorandoli nelle feste invernali.
Oppure si dice sia nato in Norvegia. Si trattava di un grosso frassino che affondava
le sue radici nel profondo della terra e le cui cime toccavano il cielo.
Qualcuno attribuisce a questa tradizione origini pagane antichissime, quando un
ceppo veniva bruciato nel giorno del solstizio d'inverno in omaggio al Sole.
Da qui deriverebbero i vari significati: le luc sono le scintille dei falò, le decorazioni
i
sono la speranza di prosperità, l'abete è il simbolo della speranza della rinascita e i
fili d'oro e d'argento sono i capelli delle fate.
Nella tradizione cristiana l'albero di Natale è quot;l'albero cosmicoquot;, cioè la
manifestazione divina del Cosmo, dove le luci rappresentano Cristo che illumina
l'umanità (in quanto Gesù è la luce del Cosmo) e i doni e le decorazioni
simboleggiano la sua generosità verso gli uomini.
Gli antichi germani appendevano alcune pietre colorate per richiamare gli spiriti
49. fuggiti con la caduta delle foglie. Questi sassi colorati vennero con il tempo
sostituiti con ghirlande, nastri e frutti colorati e la tradizione venne sempre più
collegata al Natale al punto che i missionari sostituirono la quercia con l'abete,
perchè la sua forma triangolare simboleggiava l Santissima Trinità.
a
La tradizione dell'albero di Natale, così come lo conosciamo noi, nacque in
Germania nel 1611.
Si racconta che la duchessa di Bri g avesse già preparato tutto nel suo castello per
e
festeggiare il Natale ma notò che un angolo del salone appariva vuoto.
Uscì allora nel parco per cercare qualcosa di adatto e trovò un piccolo abete. Lo fece
trapiantare in un vaso e trasferire nel salone.
In Francia, invece, il primo albero di Natale fu introdotto nel 1840 dalla duchessa
D'Orleans.
Un'altra tradizione racconta invece che i contadini, nella Notte Santa, per
ringraziare la terra della sua generosità, usassero appendere ad un grosso abete i
frutti del loro lavoro.
Tradizioni Natalizie
50. Le usiamo per decorare la nostra casa, le porte e anche gli Alberi di Natal . Ecco la
e
leggenda che le riguarda.
Una vigilia di Natale, quando Gesù venne a benedire gli Alberi di Nata notò che
le,
l'albero di una casa era coperto da ragnatele, tessute da strani ragni.
Quando benedisse l'albero, Gesù trasformò le ragnatele in bellissime ghirlande
d'oro e d'argento.
Tradizioni Natalizie
L'avvento è il periodo che precede il Natale e va dall'11 Novembre, festa di san
Martino, al 25 dicembre.
In passato, durante l'avvento, i credenti non mangiavano carne e formaggio e non
consumavano bevande alco liche. Si dedicavano alla purificazione dello spirito e del
corpo, addobbavano la casa e preparavano il pasto del Natale.
Ai giorni d'oggi rimane traccia di questa antica tradizione nell'usanza di mangiare
di magro la Vigilia di Natale e di addobbare la casa preparando Albero e Presepe.
Dalle antiche tradizioni deriva il Calendario, che scandiva i giorni dell'Avvento.
Ora è un gioco per i bambini che, aspettando il Natale, aprono una casellina al
giorno, 25 in tutto, dove trovano compiti da eseguire, come cantare canzoncine o
preparare piccole ricette di dolci, oppure solo immagini che ricordano la nascita di
Gesù e il Natale in genere.
51. Da qualche anno dietro le caselline si nasconde anche un piccolissimo regalo da
conservare in attesa della grande sorpresa che si nasconde dietro la casellina
finale, quella del 25 dicembre.
Le regole sono due:
1 - solo i bambini che il giorno prima sono stati buoni hanno diritto, la mattina, ad
aprire la casellina del giorno;
2 - vietato barare, perciò non si può sbirciare il contenuto delle caselline
Tradizioni Natalizie
I colori tradizionali del Natale sono tre: il rosso, il bianco e il verde, ed ognuno ha il
suo significato.
Il rosso come le mele e le ciliege che durante le rappresentazioni venivano appese
all'Albero di Natale come simbolo del frutto proibito.
Il bianco come le cialde che rappresentano il perdono dal peccato.
Il verde come le foglie dei sempreverdi, simbolo di vita.
52. Tradizioni Natalizie
I primi ad accorrere alla nascita di Gesù furono dei pastori, chiamati dall'annuncio
degli angeli in cielo.
Offrirono la lana delle loro pecore affinchè Maria potesse realizzare una coperta per
il Bambino Gesù.
Il più giovane di tutti però non aveva niente da offrire e donò una margheritina.
Gesù Bambino toccò con le labbra i petali di questo semplice fiore: ecco perchè
spesso la punta dei petali è rosa.
Nella tradizione del Presepe si usa chiamare quot;pastoriquot; tutte le statuine che
rappresentano la gente del popolo che viene ad adorare Gesù Bambino, sia in posa
di preghiera sia portando doni.
Nella tradizione del Presepe napoletano molti personaggi si aggiungono alle statuine
tradizionali dei pastori. Vediamo le più importanti:
Una zingara, con il volto imbronciato e con un neonato in grembo: è una specie di
alter ego della Madonna ma, nello stesso tempo, una specie di veggente che sa il
futuro del Bambino Gesù, un monaco, un cacciatore, un pescatore, il diavolo,
molto spesso nell'atto di riflettersi in uno specchio.
Importante è la figura di Benino, un pastorello dormiente che viene posto in cima
53. alla collina più alta. E' circondato da 12 pecorelle bianchissime, che simboleggiano
le anime pure. Benino dorme e sogna il Presepe con i suoi particolari scenografici.
Fin tanto che Benino sogna, il Presepe ci sarà, ma guai a svegliarlo, o il Presepe
sparirà.
Tradizioni Natalizie
Il famoso bastoncino, con la sua caratteristica forma, le sue strisce rosse e il suo
sapore di menta.
La leggenda parla di un dolciaio che lo creò in tale foggia volendo ricordare Gesù
alle persone. Vediamo qui di seguito i suoi vari significat.i
La solidita' del caramello rappresenta Gesù come la solida roccia sulla quale sono
costruite le nostre vite (Matteo16:18).
La forma di quot;Jquot; sta per Jesus (Gesù in inglese); oppure rappresenta la forma di un
bastone da pastore, perchè Gesù è il nostro pastore (Giovanni 10:11).
Il colore bianco rappresenta la purezza di Gesù.
Le strisce rosse grandi rappresentano il sangue di Cristo versato per i peccati del
mondo (Giovanni 19:34-35).
54. Le strisce rosse sottili rappresentano le strisce lasciate dalle frustate che Gesù
ricevette dai soldati romani dietro ordine di Ponzio Pilato(Isaia 53:5).
Il sapore di menta piperita ricorda il sapore dell'issopo, pianta aromatica usata nel
Vecchio Testamento per purificare e sacrificare, e rappresenta Gesù come puro
agnello di Dio che si sacrificò per i peccati del mondo.
Tradizioni Natalizie
E' una tradizione delle nostre campagne, quella del camino.
Nel periodo natalizio si fa bruciare un bel ceppo e poi si sparge la cenere nei campi,
come augurio di buon raccolto
55. Tradizioni Natalizie
Dolcissima è la leggenda che riguarda le Palle colorate che si appendono all'Albero
di Natale.
A Betlemme c'era un artista di strada molto povero che non aveva nemmeno un
dono da portare a Gesù Bambino.
Sapeva però fare il giocoliere e così si recò da Gesù e, con la sua arte, lo fece
ridere.
Perciò le Palle colorate ricordano il giocoliere ed essendo fatte tradizionalmente di
vetro ricordano, con il loro tintinnare, le risate di Gesù Bambino.
Tradizioni Natalizie
56. Forse non tutti sanno che è uno degli animali del Presepe, più precis amente fa
parte degli animali della stalla, insieme al bue e all'asinello.
Una leggenda racconta di un piccolo uccellino marrone che si trovava nella stalla di
Gesù Bambino a Betlemme.
La notte, mentre tutti dormivano, si accorse che il fuoco si stava spegnendo. Si
avvicinò alle braci e, muovendo le ali, mantenne il fuoco vivo per tutta la notte,
scaldando così il Bambinello.
Al mattino si accorse di avere il petto di un bel rosso brillante, simbolo del suo
amore verso il Bambino Gesù.
Un'altra leggenda invece parla di un pettirosso che aveva trovato riparo sotto il tetto
della stalla.
Alla nascità di Gesù unì il suo canto a quello degli angeli. Fu il primo canto di
uccello che udì il Bambino Gesù che, per ringraziarlo, rese la sua voce ancora più
dolce e melodiosa durante l'inverno, specialmente nel periodo natalizio
Tradizioni Natalizie
57. Sono molti gli animali legati alla tradizione del Natale. Vediamone alcuni.
La tortora, che con il suo canto addormentò il Bambino Gesù.
La lucciola, un minuscolo animale che seguì i pastori fino alla stalla. Era così
piccola che nessuno la vide. Solo Gesù si accorse di lei, la sfiorò con un dito e la
fece diventare luminosa, per guidare i viaggiatori nelle notti d'estate.
La leggenda dice che la vigilia di Natale, nella stalla tutti gli animali si
inginocchiano e niente li deve disturbare.
Allora cominciano a parlare tra di loro.
Si dice che le api mormorino un'ode al Signore, benedicendo il suo nome.
73. Poesia per la befana:
Al cattivo un carboncino
Quando è l'ora, la Befana
alla scopa salta in groppa.
D'impazienza già trabocca:
l'alza su la tramontana,
fra le nuvole galoppa.
Ogni bimbo nel suo letto
fa l'esame di coscienza:
maledice il capriccetto,
benedice l'ubbidienza.
74. La mattina al primo raggio
si precipita al camino:
un bel dono al bimbo saggio,
al cattivo un carboncino.
Letterine alla befana: