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Healthcare
Italia
2030
Cogliere le opportunità
per trasformare e innovare
il Servizio Sanitario Nazionale
Paolo Colli Franzone
IMIS – Istituto per il Management dell’Innovazione in Sanità
col contributo di Angelo Rossi Mori, CNR – ITB
Novembre 2020
La Sanità prossima ventura Pag. 2
Sommario
Introduzione: il contesto generale..................................................................................................... 3
Le tecnologie nelle strutture sanitarie: lo stato attuale .................................................................... 5
Il modello a tendere........................................................................................................................... 8
La Health Digital Transformation: immaginare il futuro .......................................................... 10
Le misure di finanziamento per l’innovazione della Sanità...................................................... 13
Gli attori del sistema ................................................................................................................ 14
Il ruolo del Partenariato Pubblico-Privato................................................................................ 14
Colmare il gap .................................................................................................................................. 15
La Telemedicina........................................................................................................................ 15
L’Ospedale 4.0.......................................................................................................................... 17
La gestione delle cronicità........................................................................................................ 20
Focus sulle principali cronicità: i numeri.................................................................................. 20
Piano Nazionale Cronicità: il ruolo della Telemedicina............................................................ 23
Focus: la nefrologia .................................................................................................................. 26
Rassegna delle soluzioni disponibili................................................................................................. 31
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Introduzione: il contesto generale
Indipendentemente dalla pandemia COVID-19 e da tutto ciò che essa ha comportato e continuerà
inevitabilmente a comportare in termini di cambiamento dell’intera Società a livello planetario, la
Sanità si trova di fronte a un momento di vera e propria disruption: come sempre è successo sin dalla
nascita della Medicina, le trasformazioni sociali più o meno radicali e i cambiamenti di passo favoriti
dalla ricerca e dall’introduzione massiva di nuove tecnologie producono effetti significativi sul modo
stesso di diagnosticare e di curare gli individui, oltre che sui sistemi sanitari nel loro complesso (da
quando essi esistono).
Certo è che la pandemia ha contribuito in misura considerevole ad accelerare la quarta rivoluzione
industriale, ponendo forse le basi per la quinta. La convergenza fra tecnologie, la cultura della Rete e
della sua forza disintermediatrice, il formidabile susseguirsi di successi nella ricerca farmacologica e
tecnologica, la rapidissima trasformazione della piramide demografica, tutto contribuisce a porre le
basi per un cambio di passo e di paradigma che inevitabilmente investirà anche la Medicina e i sistemi
sanitari nazionali in tutto il Pianeta. E tutto questo succederà ancora più velocemente di quanto era
prevedibile, in seguito alla pandemia.
La logica del distanziamento sociale ha introdotto nuove abitudini e nuovi schemi sociali, dallo smart
working alla virtualizzazione degli spazi di interazione. E questo è successo anche negli ospedali e negli
altri luoghi di cura. In maniera più o meno forzosa, abbiamo imparato a ricorrere alle tecnologie
dell’informazione e della comunicazione anche nell’interazione fra medici e pazienti, abbiamo
scoperto concretamente – aldilà degli slogan – la centralità del Territorio e delle cure domiciliari e il
bisogno di integrazione dei servizi sanitari.
Si parla sempre più di “Sanità 4.0”, evocando per l’appunto la quarta rivoluzione industriale e le sue
opportunità.
Si è compreso fino in fondo il concetto di scarsità associato alle risorse ospedaliere, in un contesto che
sino a qualche mese fa le considerava invece più che abbondanti.
Si è compresa la netta separazione fra l’altissima e alta intensità di cura e la “normalità”, portando il
sistema a considerare “prezioso” ogni singolo posto letto in ospedale e ogni singolo dispositivo medico.
Si valuta con favore, finalmente, il ricorso alla Telemedicina come supporto alla routine quotidiana,
togliendola dal “recinto” della sperimentazione continua.
La Sanità prossima ventura Pag. 4
Si è capito fino in fondo quanto non si possa lavorare con tecnologie ai limiti dell’obsolescenza, e
quanto sia quindi necessario rimodernare gli ospedali portandoli a un livello consono ai tempi e ai livelli
di servizio necessari a fornire risposte d’eccellenza.
Soprattutto, si è capito come e quanto la prevenzione debba dismettere i panni della Cenerentola del
Servizio Sanitario e quanto possa diventare centrale anche grazie all’utilizzo delle tecnologie
dell’informazione.
Circoscrivendo il discorso al contesto italiano, questo Paper si propone l’obiettivo di fornire a chi lo
leggerà una visione d’insieme relativamente allo stato dell’arte, al gap tra la situazione attuale e quella
alla quale si dovrebbe tendere e alle opportunità derivanti dai fondi che – grazie al Recovery Fund o
all’eventuale auspicato ricorso al MES – saranno resi disponibili anche per rimettere in sesto un SSN
fortemente bisognoso di manutenzione straordinaria.
Il Paper si concluderà con una rassegna ragionata di proposte e soluzioni che l’industria nazionale e
internazionale mette a disposizione del SSN in questo momento straordinariamente ricco di
opportunità da cogliere con l’obiettivo di portare la Sanità italiana a livelli di eccellenza anche sotto il
profilo della riorganizzazione dei processi di prevenzione, diagnosi, terapia e cura, sfruttando le
potenzialità concrete offerte dalle tecnologie disponibili.
La Sanità prossima ventura Pag. 5
Le tecnologie nelle strutture sanitarie: lo stato attuale
Secondo i dati raccolti da IMIS in una recente survey, la Sanità pubblica italiana sconta un gap
tecnologico in ambito informatico quantificabile in 4-5 anni se si parla di software e addirittura in 6-8
anni per quanto riguarda l’hardware (con particolare riferimento all’anzianità delle postazioni di
lavoro). Anche per quanto riguarda l’infrastruttura di telecomunicazione e connettività la situazione
non è particolarmente brillante, in un contesto dove la velocità di veicolazione di files ingombranti in
termini di dimensioni rappresenta l’elemento determinante per tenere il passo con l’innovazione
(discorso che vale soprattutto in ambiti quali l’anatomia patologica, i sistemi PACS, la robotica
chirurgica in uno scenario di controllo remoto, ecc.).
Le ragioni di questa tipologia di gap sono soprattutto di natura economico-finanziaria come
analizzeremo più avanti, ma spesso hanno anche a che fare con la mancanza di adeguata sensibilità e
considerazione (committment) da parte del top management delle strutture sanitarie.
Anche una certa difficoltà da parte dei dirigenti e/o responsabili delle strutture interne dedicate all’ICT
e all’Ingegneria Clinica ad assumere e vedersi riconosciuta una leadership all’interno delle Direzioni
Strategiche contribuisce ad estendere il gap tecnologico nella misura in cui la digitalizzazione continua
a rimanere – purtroppo – “l’ultimo dei problemi da risolvere”.
La mancanza di omogeneità dei diversi sistemi software utilizzati e/o la scarsa o nulla integrazione fra
le diverse componenti genera – nella migliore delle ipotesi – un certo sconforto negli utenti. Va
considerata con la dovuta attenzione l’ipotesi di ripensare completamente il sistema informativo,
privilegiando l’introduzione di una soluzione monolitica eventualmente integrata con tutte le
componenti più specializzate difficilmente sostituibili.
(da: “Corpi Connessi: la Sanità del Futuro”, Paolo Colli Franzone, IMIS 2019)
Quanto alla Telemedicina, prima della pandemia ci si trovava in una situazione di sperimentazione
continua, affidata all’entusiasmo di pochi Operatori Sanitari visionari e al “buon cuore” di enti disposti
a finanziare iniziative sporadiche e assolutamente non integrate all’interno dei processi routinari di
diagnosi, terapia e cura.
La Sanità prossima ventura Pag. 6
Il resto dell’innovazione “di frontiera”, a partire dall’utilizzo sistematico dell’Intelligenza Artificiale e
della robotica, è ampiamente aldilà da venire quantomeno per quanto riguarda la stragrande
maggioranza delle strutture sanitarie pubbliche italiane.
Questo panorama già di per sé sconfortante diventa ancora più tale considerando quella che sino a ieri
era considerata la “periferia dell’impero”, ossia l’insieme delle strutture sanitarie pubbliche di livello
territoriale dove le tecnologie sono “per davvero” la Cenerentola della situazione. Connessioni Internet
lente, risorse elaborative obsolete (età del parco installato superiore ai 6,8 anni nella media nazionale),
software applicativo quasi sempre inadeguato, praticamente nessuna integrazione con l’Ospedale, e
via di seguito.
Nel 2018 l’Osservatorio Netics nel suo Rapporto Annuale sullo stato dell’innovazione in Sanità stimava
essere necessari non meno di 2,5 miliardi per portare la Sanità italiana a un livello tecnologico degno
dei tempi. Tale stima rimane pressoché immutata considerando che negli ultimi due anni non sono
stati rilevati investimenti significativi: la somma delle “grandi gare” bandite dalle varie Regioni in
questo periodo non raggiunge i 150 milioni di Euro, molti dei quali non ancora spesi.
Il “Patto per la Sanità Digitale” stipulato tra Stato e Regioni nel non così lontano 2016 è rimasto nei
fatti del tutto incompiuto, aldilà di dichiarazioni di intenti delle varie parti in causa e di pochi denari
stanziati per il Fascicolo Sanitario Elettronico, peraltro utilizzato pochissimo sia dagli operatori sanitari
che dai cittadini.
Secondo una ricerca effettuata da Deloitte nel 2019 (“Outlook Salute Italia 2021”), solo un italiano su
cinque ha attivato il suo FSE.
Gli altri dati emersi dalla ricerca Deloitte sono rappresentati qui di seguito.
La Sanità prossima ventura Pag. 7
Il tutto in presenza di una sempre più crescente domanda di “e-Health” da parte della popolazione,
dovuta al progressivo affacciarsi delle nuove generazioni sia tra gli operatori sanitari che nella
popolazione e all’ormai consolidata abitudine da parte dei cittadini meno giovani di delegare a figli e/o
nipoti le “incombenze digitali”.
Sempre secondo il già citato report dell’Osservatorio Netics 2018, il 67% degli italiani sarebbe ben
felice di utilizzare le tecnologie digitali per interagire col SSN, naturalmente a condizione che i servizi
offerti fossero facilmente raggiungibili (oggi in molti casi questi servizi sono “nascosti” all’interno di siti
difficilmente navigabili) e accessibili attraverso smartphone o tablet.
Quanto alla Telemedicina, la tragica esperienza COVID-19 ha dimostrato come, a fronte di un’offerta
di prestazioni in remoto, la domanda è ben lieta di sfruttare questa opportunità. I vantaggi (e –
sicuramente – le necessità incombenti) hanno superato una barriera di diffidenza non banale, sia tra
gli operatori sanitari più tradizionalisti che tra i pazienti.
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Il modello a tendere
Partendo dalla situazione “As Is” appena rappresentata, il modello a tendere (“To Be”) è così
sintetizzabile:
Più in dettaglio:
• Infrastruttura IT: per ragioni diverse, riconducibili in larga misura alle ridotte disponibilità di
budget, l’infrastruttura IT delle strutture sanitarie pubbliche si trova in moltissimi casi ai limiti
di una vera e propria obsolescenza. L’età media del parco PC, a livello nazionale, si attesta
intorno ai 5,8 anni, con inevitabili difficoltà di tenere il passo rispetto alle evoluzioni dei
software applicativi ma – soprattutto – di sistemi operativi e di database.
In base ai dati dell’Osservatorio Netics – IMIS, le strutture sanitarie pubbliche italiane hanno
in totale circa 380.000 tra PC e altre postazioni di lavoro informatiche. Si stima che almeno la
metà di queste postazioni sia definibile “ai limiti di obsolescenza” quando non già
ampiamente obsoleta.
• Software applicativo: sempre facendo riferimento a una situazione “media nazionale”, i
sistemi informativi ospedalieri risultano essere in moltissimi casi “datati” e – molto spesso –
ancora frammentati. Continua a prevalere la logica del “best-of-breed”, con tutte le
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complicazioni del caso soprattutto per quanto riguarda le integrazioni fra le diverse
componenti.
Ancora più critica è la situazione rispetto ai sistemi informativi “territoriali”, con particolare
riferimento alla gestione di Ambulatori e Consultori. Tipicamente i sistemi presenti coprono
più o meno faticosamente i processi amministrativi e molto meno quelli clinici, con una
pressoché inesistente integrazione con i sistemi ospedalieri e con quelli della Cura Primaria.
Anche i sistemi informativi per la prevenzione si limitano (sempre nella media, escludendo le
poche eccezioni) alla gestione amministrativa di vaccinazioni e screening.
Il modello a tendere dovrebbe superare le logiche “dei silos” e prendere le forme di un vero e
proprio Healthcare Resource Planning capace di coprire tutti i diversi ambiti (Ospedale –
Territorio – Prevenzione) e capace di integrare i processi clinici e quelli amministrativi.
Ormai molta parte dell’industria dell’Healthcare IT è pronta a offrire soluzioni costruite su
un’architettura a microservizi, capaci di essere “smontate e rimontate” secondo le specifiche
esigenze dell’utente senza per questo dover diventare soluzioni custom realizzate snaturando
le versioni “originali” degli ormai obsoleti “monoliti”.
• Telemedicina: anche in questo caso escludendo le eccezioni (alcune delle quali davvero
notevoli e meritevoli), la presenza di soluzioni di Telemedicina è connotata da una sorta di
“regime di sperimentazione permanente” e dalla totale assenza di integrazioni coi sistemi
informativi ospedalieri e territoriali.
Siamo di fronte a centinaia di progetti frammentati (tanti ne ha censito l’ultima survey
dell’Istituto Superiore di Sanità), nati per volere di pochi medici visionari e grazie a donazioni
“spot”. Manca praticamente ovunque una vera e propria piattaforma di governo della
Telemedicina, oggetto ancora quasi sconosciuto ai più.
Il modello a tendere deve andare nella direzione della realizzazione di vere e proprie
Piattaforme di Telemedicina, capaci di integrare i singoli micro-servizi e/o le singole soluzioni
specializzate.
Soprattutto in Italia manca, anche a livello di offerta, un Framework di Telemedicina robusto
e orientato alla gestione end-to-end dei processi di diagnosi, terapia e cura in remoto.
La Sanità prossima ventura Pag. 10
La Health Digital Transformation: immaginare il futuro
Passare da un’informatizzazione puntuale dei processi tradizionali a un ripensamento complessivo dei
processi aziendali in chiave digitale è un lavoro paragonabile al famoso giochino della “Settimana
Enigmistica” dove si dovevano unire i puntini per ottenere un’immagine.
Ma cosa significa “in chiave digitale”?
Significa prima di tutto comprendere che ormai ogni aspetto più o meno centrale della vita di ognuno
di noi è in qualche misura caratterizzato dalla condivisione veloce di informazioni e dalla
disintermediazione delle relazioni tra chi compra e chi vende un prodotto o un servizio.
Ci sono ormai decine di abitudini che abbiamo cambiato nel corso degli ultimi vent’anni: non spediamo
più cartoline dai luoghi di vacanza, non andiamo più in un’agenzia di viaggio o anche solo in una
biglietteria ferroviaria, frequentiamo sempre meno posti come le librerie e i negozi di elettrodomestici.
Telefoniamo sempre meno, e ci spostiamo sempre meno per andare a incontrare colleghi in una sala
riunione.
Non tutte le abitudini che abbiamo cambiato hanno prodotto cambiamenti soltanto positivi: se
pensiamo al nostro approvvigionarci di informazione, a fronte di un’offerta centinaia di volte superiore
a quella di un tempo riscontriamo una quantità di incertezza e confusione nel valutarne le fonti.
Ma in ogni caso, la nostra vita è cambiata.
Questo fenomeno ormai investe fasce amplissime di popolazione: nulla su Internet è più come
vent’anni fa, quando la rete era un luogo riservato a pochi appassionati.
Nonne su WhatsApp, nonni su Amazon. L’età sta diventando un elemento assolutamente secondario
rispetto all’universo degli individui che quotidianamente vanno in rete.
Poi, a un certo punto, è successo che le grandi “digital companies” hanno dimostrato a tutto il resto
del mondo produttivo che le tecnologie dell’informazione e delle comunicazioni potevano cambiare
radicalmente il modo di lavorare, di produrre e vendere prodotti e servizi.
Si sono drasticamente modificati paradigmi e modelli che avevano imperversato per secoli a partire
dalla prima rivoluzione industriale, sino ad intaccare e mettere in discussione il concetto di “fabbrica”,
per non parlare dei modelli di logistica per la distribuzione.
La rete, che già da tempo aveva disintermediato le relazioni fra persone ha iniziato a disintermediare
anche le comunicazioni fra oggetti, dando vita all’Internet of Things. Si è capito ad esempio che un
lampione può scambiare informazioni direttamente col software dell’azienda che ne garantisce la sua
manutenzione, senza passare dal tecnico che sino a qualche giorno prima andava in giro a vedere se
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tutti i lampioni emettevano una buona e sufficiente illuminazione o se lasciavano intravedere
problemi.
Si è capito che prevedere è meglio che subire, agire quando le cose sono già successe.
Sino a quando si è cominciato a “unire i puntini”.
Mettere insieme i pezzi, con l’obiettivo di realizzare soluzioni a problemi sino ad allora irrisolvibili o
risolvibili per passaggi separati e messi in sequenza.
Si è capito, ad esempio, che unire i puntini fra un navigatore satellitare e una base dati sul traffico
aggiornata in tempo reale consente di fornire all’automobilista un servizio cento volte più efficace
rispetto alla semplice navigazione calcolata su un modello teorico di congiunzione ottimizzata fra punti
geografici.
Sempre rimanendo al navigatore, si è capito che se lo mettiamo in comunicazione con la nostra agenda
in rete (che magari a sua volta è integrata con il portale dove acquistiamo pernottamenti in hotel)
possiamo trovarci automaticamente impostata la meta del nostro viaggio.
Qualcuno aveva pionieristicamente iniziato ad unire i puntini più di trent’anni fa. È il caso di Benetton,
che grazie alla messa in rete di tutti i suoi punti vendita in giro per il mondo era riuscita a produrre
“quasi” on demand: se si fossero venduti pull-over gialli, allora si sarebbe incrementata la produzione
di pull-over gialli, riducendo il rischio di intasare i magazzini di maglie con colori improbabili e
comunque non apprezzati dai clienti.
In un modello simile, la differenza la fa esclusivamente la velocità di propagazione dell’informazione.
Un elemento centrale, questo della velocità di propagazione, che da secoli ha influito (in negativo)
sull’esito di iniziative industriali, ma non solo: forse qualcuno di voi ha avuto modo di leggere il
bellissimo “Lepanto” di Alessandro Barbero, dove si racconta come la rete di spionaggio della
Repubblica di Venezia fosse in grado di tenere sotto controllo i movimenti della flotta ottomana
attraverso una vera e propria Catena di Sant’Antonio capace di riportare le informazioni a Venezia nel
giro di pochi mesi, in modo da approntare le contromosse in tempi allora considerati “rapidi”.
Se la prima parte della rivoluzione digitale è stata caratterizzata dal “muovere bit anziché atomi”
prevalentemente a un livello di informazioni (gli atomi che non si muovevano più erano perlopiù
rappresentati dalla carta e dai postini), con la seconda parte siamo arrivati a uno scenario ancora più
estremo.
La Sanità prossima ventura Pag. 12
Se voi foste il Capo di una piattaforma petrolifera ed aveste urgentissima necessità di una guarnizione
per una pompa, forse sareste abituati a doverla aspettare qualche settimana se il fornitore ve la
consegna via mare o a pagarla moltissimi dollari se ve la consegna via elicottero.
Già da qualche anno esiste un’alternativa: stamparsela con una stampante 3D direttamente sulla
piattaforma, a partire da un file col disegno esecutivo garantito dal produttore della pompa
ovviamente a fronte di un corrispettivo. Si passa dal vendere guarnizioni al vendere le informazioni
necessarie a stamparsi una guarnizione.
Curiosamente (ma non troppo), sempre sulle piattaforme petrolifere si è già sviluppata da qualche
anno la telemedicina.
A fronte di un operaio che presenta forti dolori al lato destro dell’addome, decidere di trasportarlo in
ospedale urgentemente in elicottero potendo aver effettuato in precedenza un’ecografia refertata in
remoto da uno specialista fa sicuramente la sua bella differenza in termini di costi.
Unire i puntini è esattamente questo: non dare più per scontato che un prodotto debba fisicamente
essere prodotto in un punto A e consegnato in un punto B attraverso un vettore che si muove sulla
spezzata AB.
Se sostituiamo la parola “prodotto” con “servizio”, o con “prestazione”, riusciamo a farci un’idea
complessiva di quanto tutto questo discorso si possa applicare in Sanità.
(Paolo Colli Franzone, “The Healthcare Digital Revolution”, PKE 2016)
La Sanità prossima ventura Pag. 13
Le misure di finanziamento per l’innovazione della Sanità
Sulla base delle informazioni pubbliche disponibili alla data di stesura del presente documento, gli
interventi di innovazione riconducibili alle ICT (Information & Communication Technologies) che
saranno finanziati o co-finanziati grazie all’utilizzo del “Recovery Fund” od eventualmente del MES
sono riconducibili a questi ambiti tecnologici:
• Ammodernamento dell’infrastruttura IT-TLC: a partire dalla connettività e dalle reti locali, per
arrivare al “refresh” del parco PC. Particolare attenzione dovrebbe essere riposta nei confronti
della Sicurezza IT, tema purtroppo ancora sottovalutato.
• Telemedicina: introduzione e attivazione di piattaforme di Telemedicina di livello Enterprise,
ossia capaci di gestire le varie tipologie di servizi e prestazioni in maniera completamente
integrata coi sistemi informativi aziendali.
• Sistemi Informativi: adozione di sistemi informativi integrati Ospedale-Territorio-Prevenzione,
privilegiando architetture a microservizi e dando centralità alle applicazioni cliniche.
• Applicazioni dell’Intelligenza Artificiale: Machine-Deep Learning applicato alla diagnostica e
alla prevenzione.
• Sistemi Informativi per l’Emergenza Urgenza e la Continuità Territoriale (116117): misura
specifica finalizzata all’attivazione di sistemi informativi per la Continuità Territoriale e per la
regionalizzazione delle piattaforme 118 tutto laddove necessario.
• Open Data: realizzazione di una piattaforma nazionale per gli Open Data sanitari.
• Ricerca e sviluppo in ambito Health Tech: progetti di ricerca industriale finalizzati allo sviluppo
di soluzioni Health IT fortemente innovative, in logica precompetitiva.
Molte Regioni, inoltre, hanno già avviato o stanno per avviare iniziative progettuali non
necessariamente riconducibili ai fondi straordinari “Recovery” o “MES”, soprattutto per quanto
riguarda piattaforme e servizi di Telemedicina e di Telemonitoraggio.
IMIS stima che nel quinquennio 2021-2025 saranno disponibili risorse (nazionali e regionali) in un range
tra i 7 e gli 8,2 miliardi di Euro.
A queste si devono aggiungere le risorse che saranno destinate al rinnovo del parco delle
apparecchiature di grande e piccola diagnostica nelle strutture sanitarie italiane, all’interno delle quali
sono evidentemente “collocate” componenti IT non indifferenti.
La Sanità prossima ventura Pag. 14
Sono “molti soldi”, soprattutto se paragonati a una spesa storica per l’innovazione tecnologica della
Sanità particolarmente striminzita rispetto a quanto si spende nei Paesi più avanzati.
Sono molti soldi e andranno spesi bene.
Il rischio è che si finisca per dar vita a centinaia di progetti disarticolati fra loro, in assenza di un disegno
sistemico condiviso fra tutti gli attori del sistema.
La Conferenza Stato-Regioni, attraverso i suoi vari tavoli tecnici, dovrebbe assumere un ruolo primario
di coordinamento e omogeneizzazione delle varie proposte progettuali in modo da evitare “doppioni”
e “cattedrali nel deserto”.
Gli attori del sistema
Gli attori coinvolti e/o coinvolgibili in un’azione sistemica di forte innovazione tecnologica in Sanità
sono numerosi: Stato, Regioni, Aziende Sanitarie e Ospedaliere, IRCCS, Università, produttori di
tecnologie e di soluzioni applicative.
Vi sono poi alcuni attori non così scontati ma assolutamente centrali, a partire dalle Società Scientifiche
per arrivare sino alle associazioni di pazienti.
Il ruolo delle Società Scientifiche e delle varie Associazioni e Sindacati di Professioni Sanitarie dovrebbe
essere fondamentale: il rischio, in assenza di un loro forte coinvolgimento, è quello di creare ancora
una volta soluzioni tecnologiche prescindendo da un’approfondita analisi dei bisogni reali e da
un’attività di co-design finalizzato a realizzare soluzioni “riconosciute” dagli utenti.
Il ruolo del Partenariato Pubblico-Privato
Un vero “grande” Programma Nazionale di Innovazione non può prescindere dall’adozione di modelli
di Partenariato Pubblico-Privato capaci di trasformarsi in veri e propri moltiplicatori delle risorse e dei
risultati conseguiti.
Occorre rimettere mano alla normativa del PPP in modo da semplificarla, anche solo
temporaneamente, in modo da consentire rapidi avvii delle varie progettualità.
La Sanità prossima ventura Pag. 15
Colmare il gap
Il gap esistente è sufficientemente chiaro ed evidente, si tratta ora di capire come colmarlo per portarsi
a una situazione quantomeno confrontabile con quella dei principali Paesi OCSE.
Proviamo ad analizzare i singoli comparti con l’obiettivo di identificare la strada da seguire.
La Telemedicina
Come si è già visto precedentemente, la Telemedicina in Italia oggi è un insieme più o meno disordinato
di progetti e iniziative estemporanee quasi sempre in regime di sperimentazione.
La sfida è ricondurre tutto a un sistema coerente, omogeneo e sicuro di piattaforme su scala Regionale
all’interno delle quali “funzionano” i vari servizi di livello Aziendale (Televisita-Teleconsulto,
Teleconsulenza, Telerefertazione, Telemonitoraggio, Teleriabilitazione) integrati coi “normali” percorsi
di diagnosi, terapia e cura.
Il concetto di “piattaforma per la Telemedicina” non è universalmente riconosciuto e riconducibile ad
un unico “oggetto”, quantomeno in Italia.
In estrema sintesi, una piattaforma di Telemedicina è l’insieme integrato di alcune componenti:
• PRM (Patient Relationship Management System): un PRM è un CRM specializzato in ambito
sanitario, capace di gestire e tracciare tutte le occasioni di contatto tra un cittadino e una o più
strutture sanitarie, di profilare i “clienti” e di gestire campagne quali ad esempio le campagne
vaccinali o di screening.
• Workflow Engine: gestione delle regole di processo, pianificazione delle attività, repository
attività, ecc.
In molti casi le piattaforme di CRM/PRM possiedono al loro interno un Workflow Engine.
• Servizi di audio-video comunicazione: piattaforma per l’audio-video comunicazione su canali
sicuri, capace di gestire le specificità dell’ambito sanitario in modo da rendere possibili
televisite, teleconsulti, teleconsulenze, ecc.
• Modulo contabilizzazione e rendicontazione: componente software che gestisce le
rendicontazioni periodiche delle prestazioni erogate in Telemedicina (elenco prestazioni,
tipologia, tariffa, ecc.).
La Sanità prossima ventura Pag. 16
Un possibile modello architetturale “ideale” è così raffigurabile:
La Sanità prossima ventura Pag. 17
L’Ospedale 4.0
Il modello di “Ospedale 4.0” sta prendendo piede essendo ampiamente condiviso da molti esperti di
riorganizzazione ospedaliera.
Secondo Paolo Colli Franzone, l’Ospedale 4.0 è così descrivibile:
1. L’Ospedale 4.0 è un ecosistema prima ancora che un complesso di edifici. Viene meno la
separazione Ospedale/Territorio, nasce la reale integrazione fra i due ambiti. Potrebbe
accadere che la parola “ricovero” venga sostituita da qualcosa come “presa in carico in
Reparto” e che un ciclo di degenza non debba necessariamente aprirsi e chiudersi all’interno
dell’edificio ospedaliero. In realtà su questo fronte si sono già fatti notevoli progressi, con
iniziative di ospedalizzazione domiciliare già diffuse praticamente ovunque. Le tecnologie
dell’informazione e delle comunicazioni rendono possibile – in molti casi – l’espletamento di
atti medici e infermieristici e/o di attività diagnostiche a distanza contenendo allo stretto
indispensabile gli interventi in loco di personale medico e paramedico.
2. L’Ospedale 4.0 è un edificio (o complesso di edifici) ad altissima connettività. La disponibilità
di banda è garantita ovunque, arrivando a utilizzare la fibra ottica sino a coprire anche “l’ultimo
miglio” nei luoghi dove è (o diventerà) indispensabile assicurare alte o altissime performances
(diagnostica per immagini, blocco operatorio, ecc.). Così come succede per l’energia elettrica,
la disponibilità di banda deve essere assicurata anche in condizioni critiche, prevedendo
dunque la ridondanza dell’infrastruttura.
3. L’Ospedale 4.0 è un’entità orientata alla collaborazione operativa ed alla condivisione delle
informazioni. Uno dei principali fattori di dispersione durante la giornata lavorativa media del
personale medico e – soprattutto – paramedico è rappresentato dal tempo perso per gestire
aspetti di comunicazione e per spostarsi da una parte all’altra dell’edificio o del complesso di
edifici. Si telefona per chiedere un consulto specialistico, per ordinare un farmaco urgente, per
gestire qualsiasi situazione che vada oltre alle quattro mura del reparto o dell’ambulatorio. Si
chiedono informazioni, sempre utilizzando il telefono o la posta elettronica, anche allorquando
queste informazioni potrebbero essere condivise grazie al sistema informativo. Anche gli
spostamenti fisici assorbono tempo che potrebbe essere risparmiato tutto laddove è possibile
utilizzare strumenti di videoconferenza e condivisione in tempo reale delle informazioni: è il
caso tipico della maggior parte dei consulti specialistici che non richiedono atti medici "sul
La Sanità prossima ventura Pag. 18
corpo” del paziente. Alcuni altri spostamenti fisici non sostituibili per loro stessa natura (il
trasferimento di un paziente dal reparto alla sala raggi, per fare un esempio) possono
comunque essere ottimizzati nei tempi grazie all’utilizzo di servizi di comunicazione immediati
come, ad esempio, l’instant messaging sul cellulare.
4. L’Ospedale 4.0 è una struttura che opera secondo modelli “just in time”. Per definizione,
l’Ospedale è una struttura la cui efficienza si basa sullasua capacità di garantire lacompresenza
(o quantomeno il rapidissimo reperimento) delle risorse umane e strumentali necessarie a
risolvere i problemi insorgenti nei pazienti: tutto deve essere “al posto giusto nel momento
giusto”, in un contesto dove – sempre per definizione – non è possibile prevedere tutti i bisogni
che insorgeranno giorno dopo giorno. La logistica ospedaliera (del paziente, del personale,
degli strumenti, del farmaco, della biancheria, dei pasti, ecc.) trae da una minuziosa
organizzazione a monte e dalle “facilities” garantite dalle tecnologie dell’informazione le
origini della propria evoluzione.
5. L’Ospedale 4.0 razionalizza e semplifica la “Patient Experience”, orientando i suoi processi
produttivi anche al soddisfacimento dei bisogni del paziente e dei suoi eventuali
accompagnatori. Esso gestisce il “Patient Journey” (il percorso del paziente) lungo tutto il suo
ciclo di vita a partire dai momenti precedenti il ricovero (o un’altra modalità di presa in carico)
per arrivare sino alla fase successiva alla dimissione.
Si avvale quindi di canali, strumenti e metafore di comunicazione interattiva concepiti
privilegiando la semplicità e rapidità di fruizione.
L’Ospedale 4.0 è quindi un “divoratore” di tecnologie di tutti i tipi e a qualsiasi livello, in un contesto
che vede sempre più esasperato il concetto di integrazione fra tecnologie sanitarie e informatiche.
Ecco che “colmare il gap”, per quanto riguarda l’Ospedale, è un’operazione tanto necessaria quanto
complessa per dimensioni e onerosa sotto il profilo degli investimenti necessari. E le risorse
straordinarie in arrivo possono rappresentare la soluzione a un problema sino ad ora irrisolto.
Il sistema informativo di un “Ospedale 4.0” (SIO 4.0) non è solamente un refresh tecnologico di quanto
già esiste, in quanto cambia considerevolmente il paradigma di riferimento.
La Sanità prossima ventura Pag. 19
Un SIO 4.0 è un sistema fortemente orientato alla gestione dei processi di diagnosi, terapia e cura e
alla collaborazione clinica, a differenza dei suoi “predecessori” orientati al governo delle procedure
amministrative e della “burocrazia sanitaria”.
L’architettura di riferimento è quella “a micro-servizi”: si supera la logica del software applicativo
tradizionale basato su moduli verticali specifici (Pronto Soccorso, Reparto, Blocco Operatorio, ADT,
ecc.) in favore di un’organizzazione orientata all’evento e al Paziente (“accettazione”, “ricovero”,
“esame diagnostico”, “giro visita”, “giro somministrazione terapie”, ecc.) che può essere scomposta e
ricomposta in totale flessibilità in funzione delle esigenze specifiche degli operatori.
Il SIO 4.0 è multi-device per definizione: il PC cede spazio a tablet e smartphone, e i “micro-servizi” di
cui sopra si organizzano prendendo forma di App.
Il SIO 4.0 è orientato alla collaborazione clinica e alla velocità di comunicazione fra operatori sanitari,
e si interfaccia con facilità alle piattaforme di Telemedicina.
La Sanità prossima ventura Pag. 20
La gestione delle cronicità
Focus sulle principali cronicità: i numeri
Dai dati del sistema di sorveglianza nazionale “PASSI” (Istituto Superiore di Sanità in collaborazione
con le Regioni) emerge un quadro sempre più preoccupante per quanto riguarda la diffusione di
patologie croniche nella popolazione italiana.
La cronicità rappresenta quindi un fenomeno rilevante, che investe oltre 14 milioni di italiani e che è
destinato a crescere dimensionalmente anche in funzione del progressivo innalzamento
dell’aspettativa di vita e dal conseguente aumento della popolazione anziana.
La Sanità prossima ventura Pag. 21
Prendendo in considerazione le principali patologie croniche per diffusione e riferendole alle varie
classi di età della popolazione, si ottiene un insieme di curve così rappresentabili.
Vediamo quindi come quasi tutte le curve, ciascuna riferita ad una particolare patologia cronica,
comincino ad impennarsi tra i 55-59 ed i 60-64 anni di età, per raggiungere dimensioni decisamente
rilevanti sopra i 79 anni.
Secondo il Rapporto “OsservaSalute” (Università Cattolica) la gestione delle patologie croniche
assorbe l’80% delle risorse complessive.
E le proiezioni dell’ISTAT per l’anno 2028 ci dicono che i pazienti cronici saranno 25 milioni, e il costo
a carico del SSN supererà i 70 miliardi l’anno (su una spesa sanitaria complessiva che difficilmente
supererà i 130 miliardi).
Il problema della cronicità è quindi molto serio anche sotto un profilo meramente gestionale, in
quanto il sistema rischia di saltare nel suo complesso in assenza di fattori ed eventi capaci di
modificare il contesto.
Si pone quindi il problema di contenere, per quanto possibile, il fenomeno.
L’innovazione tecnologica può contribuire significativamente all’efficientamento del sistema di
gestione dei cronici, soprattutto attraverso la Telemedicina e l’affermazione di un modello integrato
di prevenzione, diagnosi e cura.
La Sanità prossima ventura Pag. 22
Il punto debole dell’attuale modello di presa in carico e gestione di un paziente cronico è quello
riferibile alla non integrazione delle cure, alla sottovalutazione della prevenzione e alla mancanza di
“disciplina” da parte del paziente con conseguente aggravamento del quadro clinico complessivo.
Molti dei limiti di questo modello sono riferibili alla storica mancanza di comunicazione e di
condivisione delle informazioni, oltre che di strumenti capaci di supportare gli operatori sanitari nelle
attività di prevenzione e di “engagement” del Paziente.
Le tecnologie dell’informazione superano tutti questi limiti e abilitano l’affermazione di un nuovo
modello di gestione delle cronicità.
La Sanità prossima ventura Pag. 23
Piano Nazionale Cronicità: il ruolo della Telemedicina
Il Piano Nazionale delle Cronicità del 2017 è il documento di
riferimento a livello nazionale e ad esso si confanno i vari Piani
Regionali.
In questo documento sono evidenziati gli elementi chiave nella gestione di pazienti cronici:
• Aderenza: si intende per aderenza sia quella della persona affetta da cronicità al percorso di
cura identificato, sia quella degli operatori alle evidenze scientifiche delle Linee Guida che
hanno permesso di disegnare il Percorso personalizzato del paziente.
• Appropriatezza: si intende per appropriatezza la corretta ed adeguata formulazione del
percorso di cura da parte degli operatori, che selezioni accuratamente le fasi e le sedi di
erogazione dei servizi e delle singole prestazioni, in base allo stadio di patologia individuato.
La persona affetta dalla patologia cronica considerata è parte attiva nella formulazione del
percorso e ne deve essere resa consapevole e corresponsabile.
• Prevenzione: obiettivo fondamentale del sistema è quello di mettere in atto azioni mirate
alla prevenzione primaria su persone individuate come “a rischio” di patologia cronica,
attraverso la definizione di percorsi condivisi e misurabili nei loro esiti intermedi e finali
• Cure domiciliari: obiettivo fondamentale dei sistemi di cura della cronicità è quello di
mantenere il più possibile la persona malata all’interno del suo contesto di vita quotidiana e
impedire, o comunque ridurre al minimo, il rischio di istituzionalizzare il paziente in sedi
comunitarie (ospedale, strutture residenziali territoriali). Il modello organizzativo deve
quindi prevedere come fare fronte alle difficoltà nella mobilità della persona e provvedere a
servizi dislocati sul territorio.
• Informazione, educazione, empowerment del paziente: obiettivo irrinunciabile di un
sistema di assistenza alle cronicità è il raggiungimento di una buona consapevolezza e
corresponsabilità della persona nel processo di cura della sua malattia. Per ottenere un buon
grado di “empowerment” è necessario che le informazioni fornite alla persona e a tutti i
componenti del suo contesto (familiari, Caregivers) da ogni figura professionale coinvolta nel
processo di cura siano univoche, semplici, comprensibili, omogenee e costantemente
ripetute e rinforzate.
La Sanità prossima ventura Pag. 24
• Conoscenza e competenza: tutto il personale dell’assistenza deve ottenere un’adeguata
formazione e dimostrare di avere raggiunto il grado di conoscenza e competenza necessario
al raggiungimento degli obiettivi assistenziali.
Il capitolo centrale del documento scompone in fasi il macroprocesso di gestione della persona
affetta da cronicità:
È intuitiva l’associazione fra le varie fasi del macroprocesso e il ruolo assolutamente centrale che
possono giocare le tecnologie dell’informazione, con particolare riferimento alla Telemedicina
soprattutto per quanto riguarda le Fasi 2, 3 e 4.
Il documento dedica al tema della Sanità Digitale un capitolo molto interessante, dove si evidenzia la
necessità di sfruttare al meglio le tecnologie e le soluzioni disponibili al fine di rendere finalmente e
integralmente praticabile il “Chronic Care Model” (CCM).
La Telemedicina viene vista come elemento centrale nel CCM:
“Nell’ambito della cronicità i servizi di Telemedicina possono realizzare le seguenti finalità sanitarie:
a) prevenzione: attraverso servizi dedicati alle persone già classificate a rischio o già affette da
patologie (ad esempio diabete o patologie cardiovascolari), le quali, pur conducendo una vita
normale, devono sottoporsi a costante monitoraggio di alcuni parametri vitali, al fine di ridurre il
rischio di insorgenza di complicazioni.
La Sanità prossima ventura Pag. 25
b) diagnosi: attraverso la rapida e sicura circolazione delle informazioni diagnostiche tra i diversi
operatori sanitari coinvolti; ad esempio, attraverso la possibilità di trasmettere gli esami diagnostici
refertati dallo specialista, presso l’ambulatorio del medico di medicina generale, la farmacia, il
domicilio del paziente.
c) cura e riabilitazione: attraverso la trasmissione di dati relativi ai parametri vitali tra il paziente (a
casa, in farmacia, in strutture assistenziali) e una postazione di monitoraggio, per la loro
interpretazione e l’adozione delle scelte terapeutiche necessarie (ad esempio, servizi di Teledialisi). In
particolare la tele-riabilitazione rappresenta un tipo di riabilitazione applicata a distanza attraverso
la tecnologia elettronica usata come mezzo di comunicazione ed informazione.
I principali attori coinvolti nell’erogazione dell’assistenza sono il “Centro erogatore” e il “Centro
servizi”; il Centro servizi ha la funzione di gestione e manutenzione del sistema informativo attraverso
il quale le informazioni sanitarie generate dall’utente arrivano al Centro erogatore e gli esiti della
prestazione sanitaria eseguita dal Centro erogatore sono comunicati all’utente.”
La Telemedicina viene vista nel Piano Nazionale delle Cronicità come portatrice di una serie
considerevole di benefici:
1) equità di accesso all’assistenza sanitaria: l’equità dell’accesso e la disponibilità di una assistenza
sanitaria qualificata in aree remote possono essere grandemente aumentate dall’uso della
Telemedicina.
2) continuità delle cure e migliore qualità dell’assistenza: il Tele monitoraggio può migliorare la
qualità della vita di pazienti cronici attraverso soluzioni di auto-gestione e monitoraggio remoto,
anche ai fini di una de-ospedalizzazione precoce.
3) migliore efficacia, efficienza, appropriatezza: l’introduzione della Telemedicina come modalità
organizzativa ha una immediata ricaduta nel rendere fruibile e continua la comunicazione fra i
diversi attori, riducendo i rischi legati a complicanze, riducendo il ricorso alla ospedalizzazione,
riducendo i tempi di attesa, ottimizzando l’uso delle risorse disponibili. La disponibilità di
informazioni tempestive e sincrone offre inoltre la possibilità di misurare e valutare i processi
sanitari con questa modalità organizzativa attraverso indicatori di processo ed esito.
4) contenimento della spesa: uno dei vantaggi dei modelli organizzativi basati sulla Telemedicina è
rappresentato da una potenziale razionalizzazione dei processi sociosanitari con un possibile
impatto sul contenimento della spesa sanitaria e degli oneri, economici e non solo (spostamenti,
attese, ecc.) che gravano sui pazienti.
5) contributo all’economia: quello della Telemedicina e sanità elettronica (e più in generale quello
delle tecnologie applicate alla medicina), è uno dei settori industriali a maggior tasso di
innovazione.
La Sanità prossima ventura Pag. 26
Focus: la nefrologia
(contributo di Pino Quintaliani, Segretario Fondazione Italiana del Rene)
La pandemia alla quale stiamo assistendo ha messo in luce diversi aspetti legati alla sanita,
soprattutto alla organizzazione, ma ha anche fatto capire quanto la Information e Communication
Technology (ICT) sia importante e quali possano essere gli ausili lungo tutto l’iter sanitario (diagnosi,
terapia, presa in carico, monitoraggio).
Anche in nefrologia alcune soluzioni innovative sono state prese in considerazione in risposta alla
pandemia in aggiunta a quelle presenti.
Emodialisi
Già da lungo tempo la possibilità di effettuare il monitoraggio da remoto di tutto i parametri
macchina ha reso la dialisi una delle attività cliniche più facilmente monitorabili. Problemi di natura
legale hanno sempre impedito la possibilità di comandare le funzioni della macchina di dialisi da
remoto pur essendo questo assolutamente fattibile. In altre parole, possiamo valutare in continuo,
ad esempio, il calo del peso ma non possiamo, in remoto, cambiarne le impostazioni.
Ai parametri macchina ormai è oramai possibile aggiungere altri parametri clinici come la pressione
arteriosa, i parametri bioimpedenziometrici, Il peso corporeo e l’elettrocardiogramma. La dialisi è
quindi uno degli aspetti più facilmente monitorizzabili anche a costi assolutamente ridotti.
Programmi certificati come Traccia che SINED permettono il monitoraggio continuo delle sedute di
dialisi, e non solo.
Infatti permettono, dopo aver avuto l’accesso a tutti i dati, anche elaborazioni complesse ed
estrazione di dati in modo da poter valutare statisticamente dati, tracciare profili personalizzati di
ogni paziente, etc. L’applicazione più importante tale sistema potrebbe essere la dialisi domiciliare.
Il paziente, infatti, potrebbe essere monitorato attentamente e continuamente da sistemi esperti
remoti che possono immediatamente cogliere segnali di rischio o di pericolo. Nelle macchine di dialisi
sono già stati implementati da tempo sistemi di biofeedback in grado di procedere autonomamente
e in automatico a delle piccole modificazioni in caso di pericolo o di rischio di paramenti dialitici come
il peso, la concentrazione di Sodio per evitare effetti avversi quali l’ipotensione
Attualmente nella dialisi domiciliare extra corporea ci si può avvalere anche di monitoraggio tramite
telecamere che permetterebbe quindi di avere un completo controllo non solo della situazione clinica
del paziente, monitorata attraverso gli strumenti, ma anche visiva con possibilità di interagire sia in
audio video con il paziente e con il centro di riferimento.
La Sanità prossima ventura Pag. 27
Durante l’emergenza COVID-19 abbiamo purtroppo visto che un numero importante di pazienti si
sono infettati in dialisi, per una serie di motivi come i trasporti, la contiguità con altri pazienti e
numerosi operatori.
I sistemi di telemonitoraggio e la dialisi permetterebbero di trattare pazienti Covid positivi in
emodialisi sia in centri periferici sia al proprio domicilio.
Il Ministero della Salute, sulla base di tale survey, ha inviato una raccomandazione a tutti gli
assessorati regionali per incentivare tale modalità di dialisi.
È del tutto ovvio che l’intervento infermieristico o di un partner adeguatamente formato sia
comunque assolutamente necessario nel momento dell’inizio e della fine della dialisi o in caso di
malore del paziente, evenienze peraltro molto rare e che potrebbero essere notevolmente ridotte
durante il trattamento in quanto tutte le manovre potrebbero essere effettuate da remoto e
sorvegliate da sistemi esperti in costate contatto con il centro di nefrologia. Tuttavia la scelta della
dialisi extracorporea domiciliare, se è vero che necessita di un partner adeguatamente formato, è
anche vero che permette un monitoraggio continuo, accurato e particolarmente esatto anche a
distanza. Attualmente viene effettuato da diversi pazienti in tutto il mondo E l’aiuto della tecnologia
assicura trattamenti particolarmente efficaci, ma anche del tutto sicuri.
Dialisi peritoneale
L’altra tecnica di dialisi, anche essa assolutamente ed esclusivamente domiciliare, la dialisi
peritoneale, già si svolge normalmente a domicilio per cui il paziente e partner sono già
adeguatamente formati. Anche in questo caso l’aiuto della tecnologia rende il trattamento sicuro,
per quanto possibile, con la capacità di monitorare tutti gli aspetti della dialisi, lo stato di salute del
paziente, la correttezza della seduta. Anche in alcuni programmi di DP domiciliare sono stati
implementati sistemi di visione con telecamera con totem o altri supporti tecnologici che permettono
il continuo scambio video voce tra paziente e centro.
Telemonitoraggio e Teleconsulto nefrologico
Il vero “core business” del nefrologo è rappresentato dai circa 2,5 milioni di pazienti affetti da MRC
(Malattia Renale Cronica).
Questi pazienti sono affetti da una malattia cronica e quindi la maggior parte di loro vive
tranquillamente la sua vita a casa svolgendo le normali attività della vita quotidiana senza alcuna
limitazione. Ma, come appunto avviene per tutte le malattie croniche, ha necessita di ricorrere
periodicamente, al consulto con lo specialista. In genere il consulto con un nefrologo si riduce
La Sanità prossima ventura Pag. 28
essenzialmente al controllo di parametri biochimici, della PA, del peso corporeo ed anche, quando
possibile sulla base della adesione del paziente alle raccomandazioni, alla visione del diario della PA,
del PC, e delle abitudini alimentari.
Molti criticano infatti i nefrologi perché hanno come focus principale la visione dei parametri di
laboratorio. Il rene è un organo che non si apprezza con la visita ed anche le alterazioni indotte dalla
nefropatia sono più evidenti con il laboratorio che con la vista clinica. Forse ad eccezione del bilancio
idrico che però si rispecchia, almeno molto spesso, sul peso corporeo.
Ecco, quindi, che una soluzione ICT ben calibrata potrebbe aiutare e non poco. Se solo avessimo la
traccia di misurazioni della PA, del PC della temperatura, della introduzione alimentare e degli esami,
ben ordinati in una cartella clinica elettronica alimentata dai dati del paziente, potremmo seguire
adeguatamente il paziente intervenendo dove sia possibile modificare abitudini (alimentari ed altro),
modificare la terapia, etc.
La terapia
Un discorso a parte merita infatti la terapia. Spesso un paziente nefropatico viene seguito da più
medici e specialisti (MMG, cardiologo, nefrologo, diabetologo) e la terapia risulta estremante difficile
da omogeneizzare. Non è infrequente che un paziente abbia terapie diverse o addirittura lo stesso
farmaco con nomi diversi. E nessuno dei medici sa esattamente quale sia la prescrizione che altri
colleghi abbiano realmente fatto, se non le “scatoline” dei vari farmaci che i pazienti, i più diligenti,
portano in visita, se mai li portano.
L’unica risoluzione sarebbe quindi una cartella clinica in cloud; non del MMG, non del nefrologo, non
del diabetologo, ma del paziente stesso.
Il paziente unico custode della sua cartella clinica ogni volta che viene sottoposto a visita dovrebbe
poter accedere alla sua cartella clinica (magari con le sue impronte digitali per evitare dimenticanze
di password e per permettere l’accesso anche in condizioni di non coscienza) e così ogni singolo
specialista avrebbe la possibilità di scrivere relazione, note, terapia, suggerimenti conclusioni, Che
sarebbero quindi visibili a tutti gli altri specialisti ed anche al pronto soccorso in qualunque parte del
territorio italiano e straniero il paziente si trovi.
Tanto per avere un’idea della disorganizzazione un paziente e’ possibile che abbia i suoi dati clinici
distribuiti su innumerevoli cartelle, per ogni medico che frequenta o per ogni ricovero fatto. Il bello
è che nessuna di queste cartelle, che sono quasi tutte elettroniche, colloquia con le altre. Una vera
follia. Al problema doveva dare una risposta la agenda digitale, ma credo che nessuno l’abbia mai
vista alla prova.
La Sanità prossima ventura Pag. 29
Il poter avere un’idea precisa della terapia del paziente potrebbe altresì facilitare la prescrizione da
parte del MMG che , sulla base della cartella del paziente saprebbe la storia e delle prescrizioni, la
eventuale assunzione presunta e potrebbe immediatamente procedere, con un sistema automatico,
anche attivabile a voce (Alexa, Google voice, e Siri insegano) alla prescrizione inviando al paziente
ed eventualmente alla farmacia la ricetta dematerializzata.
Una cartella clinica DEL paziente e non delle varie strutture dove esso afferisce avrebbe un’enorme
importante e aiuterebbe ad assicurare anche la sicurezza delle cure e del paziente stesso.
Inoltre il continuo incremento dei sistemi wearable potrebbe consentire di alimentare vari diari di
PA, FC, ECG, temperatura e saturazione ossigeno che i vari devie sono attualmente in grado di fornire
anche se ancora non maniera perfettamente adeguata.
Inoltre l’implementazione della visita a distanza di pazienti con l’aitto della eventuale badante o
caregiver, oltre che eventualmente dei famigliari, grazie ai sistemi di televisita potrebbe consentire,
nella maggior parte dei casi, di visitare il paziente a domicilio senza spostamenti con notevoli
guadagni di tempo sia del personale sanitario che del paziente e della famiglia.
Il Covid ha spinto alla adozione di visite a distanza che permettano la valutazione di pazienti in
remoto. Ci sono anche alcuni spunti in letteratura che confermano questa esperienza.
Ma tornerei alla importanza di un sistema computerizzato in nefrologia. Un sistema esperto,
collegato ai dati di laboratorio del paziente potrebbe calcolare gli indici di progressione calcolando
bayesanamente le probabilità’ di rischio e di progressione. Infatti ogni paziente ha una sua traiettoria
che può essere calcolata solo sui dati personali, magari ponderando i discostamenti tra pazienti simili
(per sesso, età, patologia di base ed altri paramenti) ed anche per periodi della malattia del paziente
.
La malattia si snoda infatti lungo periodi molto lunghi, non è raro osservare un paziente per una
decina d’anni! Questi sono calcoli che alle volte il nefrologo fa ma con grande dispendio di tempo,
non fosse altro per copiare i valori della semplice creatinina anche semplicemente in un foglio di
calcolo Excel.
Ancora più importante l’intervento di un sistema esperto per la terapia. Qualunque terapia può
essere influenzata dalla funzione renale. Sia per i dosaggi, sia per gli effetti collaterali se non
addirittura le controindicazioni assolute. Ma ancora più , quello che risulta particolarmente difficile,
per quello che riguarda la terapia di un nefropatico è la interazione tra farmaci. Solo un sistema
esperto potrebbe aiutare a definire le innumerevoli interazioni tra farmaci quando questi possono
arrivare ad avere una numerosità imponente. Non è raro che un nefropatico arrivi a dover assumere
La Sanità prossima ventura Pag. 30
più di dieci farmaci contemporaneamente. E non dobbiamo dimenticare anche le manipolazioni
dietetiche al quale è sottoposto.
Da quanto esposto emerge chiaramente che un conto è l’utilizzo, in parte già entrato nell’uso, della
telemedicina e un conto è l’utilizzo di sistemi esperti di aiuto ed ausilio. Spesso si teme il sistema
esperto perché potrebbe togliere lavoro e prerogative al sanitario, ma credo che questa paura non
possa essere presente nel nefrologo. Il nefrologo è abituato ad usare calcolatori, computer , app per
migliorare la cure perché è ben conscio che da solo non potrebbe mai fare ed attuare stime adeguate
su una serie infinita di parametri da tenere sotto osservazione.
Un capitolo a parte sarebbe la ICT in forma di APP per il paziente. Anche il paziente è sottoposto ad
una serie enorme di attenzioni sia di vita, farmacologiche che specificatamente dietetiche. Una app
ben calata sulle necessita del paziente nefropatico, peraltro al momento attuale non esistente,
potrebbe cambiare la vita del paziente stesso e facilitare enormemente la interfaccia sanitario-
paziente.
Patient engagement
Un capitolo a parte è l’aiuto dei sistemi web based sulla capacità di poter ottenere un vero Patient
Engagement.
I pazienti possono essere visitati con latenze molto lunghe, 3,4 mesi alle volte. Quindi rinforzare i
messaggi terapeutici, consigli sugli stili di vita, dietetici e di attenzione a vari aspetti della malattia
non sono facili da “somministrare” in maniera continuativa. Attualmente il sito e la pagina Facebook
della Fondazione Italiana del Rene, con post ogni 2 giorni riguardanti vari aspetti della malattia
(dietetici farmacologici, di consigli e raccomandazioni) riesce ad arrivare a più di 3000 persone che
seguono regolarmente i consigli. Il rinforzo di messaggi clinici e di consigli sanitari si è rivelato
fondamentale nell’aiutare diversi pazienti a fare scelte oculate. Le domande che vengono poste sono
tante e le risposte, fornite in tempi brevi, riescono a fidelizzare i pazienti, offrendo un panorama
vasto di info grafiche, post, video .
Riteniamo che solo sistemi “web based” sui social possano dare risposte così diversificate, ad ampio
raggio e continuative, tali da mantenere alta l’attenzione, l’interesse e la capacità di seguire a lungo
termine regimi dietetico-farmacologici così compiessi.
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Rassegna delle soluzioni disponibili
L’obiettivo della panoramica su alcune soluzioni disponibili è fornire elementi conoscitivi rispetto a casi
di successo relativi ad alcuni ambiti specifici quali la Telemedicina, la gestione “intelligente” della
somministrazione di terapie farmacologiche e la bio-sorveglianza.
Lungi dal voler essere esaustivi, in un mercato in rapida crescita ed evoluzione, abbiamo voluto
rappresentare alcune Aziende socie IMIS che si propongono esponendo casi reali di successo riferiti a
loro Clienti italiani.
Telemedicina
UniSalute: “Monitor Salute”
Monitor Salute è il servizio che garantisce il monitoraggio a domicilio di alcune patologie croniche quali
diabete, ipertensione e BCPO (Broncopneumopatia Cronica Ostruttiva) attraverso l’utilizzo di appositi
devices al domicilio che rilevano i parametri e li trasmettono in tempo reale a medici e infermieri
specializzati che li monitorano costantemente.
Il servizio è offerto da UniSalute, la compagnia del Gruppo Unipol leader nell’offerta di polizze sanitarie
in collaborazione con SiSalute, società di servizi di UniSalute.
La piattaforma tecnologica è stata realizzata da H&S, società italiana del Gruppo CGM-CompuGroup.
L’assicurato UniSalute compila un questionario on line e, se presenta i requisiti clinici prestabiliti, riceve
gratuitamente al domicilio gli apparecchi per monitorare in modo semplice e continuativo il proprio
stato di salute. I devices trasmettono i parametri in tempo reale alla Centrale Operativa di UniSalute
dove medici e infermieri specializzati (Case Manager) effettuano un monitoraggio costante. Il team
UniSalute interviene tempestivamente laddove si presentino degli alert clinici, contattando il paziente
per offrire suggerimenti e raccomandazioni sul proprio stato di salute, in accordo con il medico
curante.
La Sanità prossima ventura Pag. 32
Grazie a questo servizio il paziente diventa più autonomo e consapevole di ciò che può fare
concretamente per mantenersi in salute e può migliorare la gestione della patologia grazie ad una
maggiore aderenza al proprio piano di cura.
In particolare il servizio Monitor Salute di UniSalute si propone di:
• Aiutare il paziente ad assumere un corretto stile di vita in funzione delle sue caratteristiche
e del suo stato di salute.
• Seguire un piano di monitoraggio delle sue condizioni di salute tramite l’utilizzo in
autonomia di semplici dispositivi medici direttamente a casa propria.
• Aiutare il paziente a seguire il percorso di cura che il suo Medico curante/specialista ha
già formulato.
• Contare sulla disponibilità e supporto dei nostri professionisti che monitoreranno il suo
stato di salute, lo contatteranno in caso di esigenze circa il suo piano di monitoraggio e
piano di cura e saranno a sua disposizione in caso di necessità.
I DEVICES PER LA MISURAZIONE DEI PARAMETRI
I dispositivi che vengono consegnati in comodato d’uso al paziente variano in base alla patologia del
paziente stesso e sono:
• lo sfigmomanometro da braccio
• il saturimetro da dito
• il glucometro
• uno smartphone che funge da Centralina di trasmissione dati, dotato di app interattiva.
Quando un cliente è in sovrappeso riceve anche una bilancia per il controllo del peso 1 volta alla
settimana.
Quando il cliente utilizza il dispositivo, il valore che rileva viene prima trasmesso allo Smartphone e poi
da questo alla centrale Monitor Salute.
Il cliente, una volta illustrato il piano, deve solo procedere a rilevare i parametri nei giorni e orari
programmati. Può contattare la Centrale operativa negli orari di apertura del Servizio (8-22 lun-sab
esclusi i festivi) per informazioni, colloqui con il personale sanitario, segnalazione di guasti o
malfunzionamenti.
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IL PIANO DI MONITORAGGIO
I clienti vengono supportati nell’aderenza ad un piano di monitoraggio che prevede:
• per gli ipertesi la rilevazione della pressione 2 volte alla settimana,
• per i clienti affetti da BPCO cronica la rilevazione della saturazione 3 volte alla settimana.
• per i clienti diabetici il piano è modulato a seconda delle condizioni e delle prescrizioni del
loro curante (specialista diabetologo).
In particolare il servizio prevede:
• L’invio di notifiche periodiche sullo smartphone per ricordare al cliente di effettuare le
rilevazioni nei giorni e negli orari programmati;
• Un contatto da parte del personale sanitario della Centrale operativa in caso di valori
alterati;
• Un contatto da parte del personale della Centrale operativa nel caso in cui non pervengano
le misure previste nella settimana;
• Un contatto periodico per interventi di educazione sanitaria volti alla modifica degli stili di
vita e al riconoscimento precoce dei sintomi di aggravamento da parte dei medici o dei
case manager
Qualora vengano rilevati valori alterati, medici e infermieri prendono visione dei valori e contattano il
cliente per chiedere il suo stato di salute e le sue condizioni fisiche, per far ripetere la misura se
necessario e per fornire alcuni consigli e indicazioni utili per un corretto comportamento. Nel caso in
cui persistano valori alterati nel tempo, il cliente viene inviato a rivolgersi al suo medico curante o al
suo specialista di riferimento. Non sono previste (perché vietate dalla normativa vigente) prescrizioni
farmacologiche telefoniche.
Il servizio Monitor Salute non si sostituisce al medico curante del paziente.
Il medico curante rimarrà sempre il punto di riferimento del paziente e il servizio Monitor Salute lo
potrà aiutare a seguire al meglio le sue indicazioni e a monitorare in maniera costante i propri valori.
UniSalute si rende quindi sempre disponibile a collaborare con lui.
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Privatassistenza Milano: "IPF-Life at Home"
IPF-Life at Home rappresenta un importante progetto pilota rivolto alla creazione di una rete di
assistenza domiciliare territoriale per la presa in carico e la gestione domiciliare di pazienti affetti da
fibrosi polmonare idiopatica (IPF)
La IPF è una patologia polmonare da causa sconosciuta, cronica, progressiva ed invalidante. Il progetto
si prefigge la creazione di un piano di assistenza domiciliare integrato multidisciplinare e modulabile
che si faccia carico di pazienti con IPF con un approccio variabile in base alle esigenze e alle diverse fasi
della patologia e che riduca gli accessi ospedalieri, sia per ricoveri che ambulatoriali, facilitando
l’assistenza al domicilio. Scopo del progetto è il miglioramento della gestione della malattia al domicilio
con riduzione del numero di ricoveri e miglioramento della qualità̀ della vita dei pazienti e delle
famiglie.
Ideato e implementato dalla Cooperativa Servizi Domiciliari Integrati, da sempre all’avanguardia sul
tema della tecnologia applicata all’assistenza sanitaria domiciliare, si avvarrà̀ della collaborazione dei
Centri Privatassistenza Milano Centro, Segrate, San Giuliano Milanese e Ospedale Melegnano – Vizzolo
e dei loro operatori qualificati per quanto riguarda la gestione dei pazienti ed il servizio di call center.
La piattaforma tecnologica è di H&S CGM.
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Welmed
Welmed è un’innovativa piattaforma informatica progettata e
certificata per l’erogazione di servizi di telemedicina (tele-
visita, tele-consulto, tele-cooperazione, ecc.).
La piattaforma Welmed:
• permette di digitalizzare il processo clinico intra ed extra ospedaliero facilitando l’interazione
medico-paziente e la collaborazione medico-medico, anche per patologie complesse;
• favorisce l’integrazione ospedale-territorio, permettendo alle strutture sanitarie di sviluppare i
servizi di telemedicina senza limiti di utenti, di volumi di operazioni, di geografia;
• abilita numerosi servizi in grado di accompagnare e agevolare il paziente lungo il percorso che
compie nell’ambito del sistema sanitario mentre affronta una malattia (c.d. Patient Journey);
• consente uno scambio documentale bidirezionale medico-paziente e offre un repository
clinico illimitato per pazienti e medici;
• potenzia e agevola la pratica clinica attraverso un utilizzo intelligente e interoperabile dei dati
con l’ausilio si strumenti di machine learning e intelligenza artificiale.
Si tratta di una piattaforma di Telemedicina certificata che consente la digitalizzazione di tutta l’attività
clinica e l’erogazione di tutte le prestazioni di telemedicina indicate nelle linee guida ministeriali:
tele-visita, tele-consulto e tele-cooperazione, coprendo le esigenze che si manifestano lungo l’intero
patient journey, sia extra- che intra-ospedaliero e indipendentemente dal regime di erogazione
(privato, convenzione assicurativa, SSN), consentendo una pratica clinica agevolata e aumentata grazie
ad un utilizzo intelligente e interoperabile dei dati e con l’ausilio di strumenti di machine learning e
intelligenza artificiale.
Grazie alle proprie caratteristiche tecniche i servizi di telemedicina di WM possono essere configurati
e implementati velocemente, senza la necessità di costosi investimenti per l’acquisizione di licenze
(tipici delle soluzioni on-premises).
La piattaforma si rivolge a Strutture Sanitarie, Aziende farmaceutiche, Assicurazioni, Farmacie, Società̀
Scientifiche intenzionate a creare un vero e proprio ecosistema digitale per Medici e Pazienti, in grado
di rendere la pratica clinica facile, efficace e a valore aggiunto: l’Ospedale Diffuso che entra nelle “case”
di tutti.
La Sanità prossima ventura Pag. 36
Questo grazie alla creazione di una community trusted sempre connessa, patient-centered che utilizzi
strumenti tecnologici avanzati per erogare prestazioni, connettere e raccogliere dati sanitari in modo
sicuro, conforme alla normativa e intelligente.
Welmed offre al Cliente la possibilità di dimensionare la spesa annua sulla base del volume di attività
previsto a budget e di adeguarla di anno in anno rispetto all’effettivo utilizzo dei servizi di telemedicina,
in modo da evitare il sovradimensionamento delle risorse.
Scendendo ad analizzare le caratteristiche delle singole tipologie di prestazioni:
• Televisita: i servizi attualmente disponibili sulla piattaforma mettono a disposizione dei
pazienti una segreteria medica, danno la possibilità di effettuare ricerche e selezione di
singoli medici o équipes, effettuano comunicazioni in differita (richieste di pareri dietro invio
di documentazione) e in tempo reale audio-video, inoltro di immagini cliniche DICOM, inoltro
di dati relativi ai parametri misurati in telemonitoraggio. La piattaforma, qualora utilizzata da
strutture private, gestisce anche tutti gli adempimenti e i processi amministrativi
(fatturazione, pagamento, ecc.).
• Teleconsulto: i medici afferenti alla piattaforma possono connettersi fra loro condividendo
pazienti e documentazione clinica, nonché organizzando riunioni multidisciplinari virtuali.
La visibilità di quanto scambiato e caricato su piattaforma dal paziente è condivisa tra tutti i
medici connessi tra di loro e collegati al paziente (care team), secondo un sistema definito di
permessi.
• Telecooperazione: la piattaforma consente dietro permesso della struttura sanitaria di
estendere le utenze anche ad operatori sanitari del territorio (compresi MMG e PLS), per la
realizzazione di consulenza di primi pareri, secondi pareri e continuità assistenziale.
• Telemonitoraggio: la piattaforma consente ai pazienti di inviare alla struttura ospedaliera e
agli operatori sanitari i parametri derivanti da device di monitoraggio dei parametri (pressione
arteriosa, frequenza cardiaca, saturazione di ossigeno, frequenza respiratoria,
elettrocardiogramma, glicemia) attraverso inserimento manuale dei parametri da parte del
paziente oppure tramite tecnologia wireless (ad esempio Bluetooth) oppure ancora mediante
integrazione di specifici devices individuati dal cliente.
Per la realizzazione del telemonitoraggio dei pazienti acuti/instabili in tempo reale tramite
centrale operativa e sistema di alert ci si integra con terze parti specializzate e qualificate.
La Sanità prossima ventura Pag. 37
Casi di successo: Ospedale San Raffaele (Milano)
Obiettivo del servizio è quello di digitalizzare tutta
l’attività clinica eseguibile non in struttura (quota
parte di visite specialistiche ambulatoriali, visite di
valutazione pre e post-operatoria, consegna immagini
radiologiche, presa in carico, follow-up dei pazienti
cronici, second opinion, multidisciplinarietà, referral per prime visite), nonché stabilire network
ospedale-territorio e diffondere le competenze di eccellenza oltre i confini fisici e il normale bacino
di utenza.
Nei primi 6 mesi dall’avviamento del portale di Telemedicina sono stati gestiti 13.000 Pazienti
sull’intero territorio nazionale da parte di 410 medici e sono state eseguite 4.400 televisite con piena
copertura di tutte le specialità cliniche.
Maggiori informazioni sul caso possono essere scaricate a questo link:
https://youtu.be/VQSXaRmA7uo
Casi di successo: Novartis
Novartis utilizza Welmed per mettere in rete le ematologie
trapiantologiche, per realizzare un modello Hub&Spoke per l’erogazione delle terapie CAR-T, per un
corretto refferal dei pazienti candidabili a tali terapie.
Ad un anno dall’avvio del progetto è stato effettuato l’onboarding di tutti i centri Hub (erogatori di
terapia) e di 57 Spoke (centri referral), con copertura di tutte le regioni italiane.
Di seguito link a video in cui Novartis spiega i vantaggi della piattaforma:
https://asset-welmed.s3-eu-west-1.amazonaws.com/video/cart.mp4
Di seguito un altro link a Webinar sponsorizzato da NOVARTIS alla scorsa Milano Digital Week che
spiega i vantaggi della piattaforma (ne sono scaturiti più di 2 milioni di visualizzazioni)
https://www.milanodigitalweek.com/novartis-connessi-per-la-vita-car-t-e-telemedicina-a-supporto-
dei-pazienti/
La Sanità prossima ventura Pag. 38
Azienda Sanitaria Universitaria Giuliano-Isontina – Regione Friuli-Venezia Giulia
“Healthnet”, progetto finanziato dall’Unione Europea che vedeva l’Azienda Giuliano-Isontina (ai tempi
dell’avvio del progetto si chiamava ASUITs) come soggetto capofila, ha coinvolto persone anziane con
pluripatologie seguite a domicilio e in quattro residenze convenzionate (Ad Maiores, Casa di riposo San
Domenico, Villa Verde e Casa Emmaus). Nell’ultimo anno, il progetto ha incluso anche la Casa
Circondariale di Trieste.
Il target di persone coinvolte, proprio per la condizione di salute e il rischio di aggravamento della
patologia, ha portato ad indirizzare l’azione pilota al monitoraggio costante dei parametri clinici
attraverso il supporto di strumenti tecnologici. Tali strumenti, collegati ad una piattaforma dedicata
Health Platform (fornita da H&S – Compugroup), hanno permesso di effettuare alcune rilevazioni
diagnostiche (elettrocardiogramma, esami di laboratorio, monitoraggio della pressione arteriosa) e di
visualizzarli in monitoraggio continuativo.
Ciò ha permesso di ridurre il rischio di acutizzazione della patologia ed evitare, pertanto, l’accesso in
ospedale.
La Sanità prossima ventura Pag. 39
La somministrazione del farmaco in dose unitaria
Farmacie Comunali SpA – Trento
La società “Farmacie Comunali SpA” di Trento è una società
intercomunale a totale capitale pubblico i cui soci sono i
Comuni di Trento, Lavis, Pergine Valsugana, Riva del Garda,
Arco, Dro, Tenno, Volano, Pomarolo, Besenello, Rabbi.
La società ha una Sede centrale a Trento in via Asilo Pedrotti
18 e venti farmacie di cui dieci nel Comune di Trento e le altre nei Comuni di Lavis, Pergine Valsugana,
Riva del Garda, Arco, Dro, Tenno, Volano, Pomarolo, Besenello, Rabbi e un dispensario farmaceutico a
Nogaredo.
Di recente è stato avviato il sistema “SempliFarma(R) ®” per la preparazione automatizzata e
personalizzata della terapia farmaci solidi orali per gli ospiti delle A.P.S.P. (Aziende Pubbliche di Servizi
alla Persona) della Provincia di Trento. (Peraltro, il sistema è entrato in attività anche in alcuni Centri
Servizi Anziani – CSA nelle Province di Padova e Belluno).
Il servizio SempliFarma® è svolto grazie a sistemi tecnologici ubicati a Trento nella Farmacia Clarina di
Farmacie Comunali SpA (di seguito nominata anche FARCOM Trento) a supporto delle diverse realtà del
territorio, in grado di riconfezionare la terapia di ciascun paziente in bustine individuali mono/pluridose
di farmaci solidi orali, sconfezionati dell’imballaggio primario e secondario, secondo le prescrizioni
mediche gestite dal sistema di gestione delle terapie, suddivise per momento di somministrazione. Tali
bustine (eco-compatibili e certificate secondo gli standard della Farmacopea Europea sez. 3.1.4.), facili
da aprire, sono disponibili all’interno di un dispenser, appositamente progettato, destinato ad ogni
paziente.
Primi risultati conseguiti
I primi risultati misurati in termini di incremento della produttività del personale infermieristico
evidenziano un risparmio giornaliero di 10 ore di attività ogni 100 ospiti, tempo che precedentemente
era utilizzato per l’allestimento delle terapie prima del giro somministrazione.
Si comprende bene quanto tutto questo tempo risparmiato in attività ripetitive e a scarso valore
aggiunto possa essere dedicato all’erogazione di prestazioni infermieristiche “reali”, finalizzate a una
migliore gestione del Paziente/Ospite.
La Sanità prossima ventura Pag. 40
Soluzioni per l’assistenza domiciliare
APSS Trento – Salesforce
L’Azienda Provinciale per i Servizi Sanitari di Trento (APSS), ha
trasformato il servizio di assistenza domiciliare per 20 mila utenti,
rendendolo più organizzato ed efficace. Grazie all’applicazione
mobile sviluppata con Salesforce, medici, infermieri e altri
professionisti sanitari possono intervenire nelle case dei pazienti accedendo in sicurezza alle
informazioni necessarie per assicurare trattamenti personalizzati. «Con Salesforce abbiamo
trasformato la relazione con i nostri pazienti. Siamo in grado di offrire cure ancora più efficaci» ha
affermato Ettore Turra, direttore del Dipartimento Tecnologie di APSS.
L’App “@Home” è stata sviluppata con l’obiettivo di gestire le peculiarità del trattamento sanitario
domiciliare centralizzando e condividendo tutte le informazioni sui Pazienti gestiti e sulle attività svolte
dagli operatori territoriali.
Su @Home i coordinatori dei piani di cura ricevono e smistano verso la squadra sul territorio
segnalazioni provenienti da canali diversi. Le richieste di servizio a domicilio possono essere presentate
agli sportelli dell’Azienda sanitaria, direttamente al telefono dai cittadini o da professionisti interni
attraverso un sito Web integrato in Service Cloud.
Un “case manager” svolge le prime valutazioni e definisce un piano personalizzato di intervento.
«Salesforce ci dà una visione centralizzata di tutto quello che avviene sul paziente a domicilio» ha
riconosciuto Turra. «Questa visuale è utile anche per i coordinatori, che possono monitorare le attività
e i livelli di presa in carico dei pazienti attraverso un’efficace reportistica.»
L’adozione di Salesforce ha reso più fluida la collaborazione tra le persone impegnate nei singoli
interventi. “Chatter” fornisce loro una piattaforma pratica e sicura dove poter scambiare informazioni
sui pazienti, in affiancamento alle loro agende sulla app.
APSS ha già pensato di estendere questa condivisione ai medici di base, espandendo la visuale per il
singolo paziente a tutti gli attori della cura.
Gli utenti domiciliari di APSS avranno a loro disposizione una rete di medici, assistenti e familiari ancora
più estesa e in grado di assicurare il miglior trattamento possibile.
La Sanità prossima ventura Pag. 41
Soluzioni per la biosorveglianza
Engineering Ingegneria Informatica SpA
Eng-DE4Bios è una piattaforma di biosorveglianza capace di:
• definire cluster geografici delimitati di utenza (Stato, Regioni, Città, etc.)
• definire il profilo sanitario del soggetto (infetto, guarito, immunizzato)
• individuare la rete di relazioni sociali (famiglia, lavoro, vicini di casa, scuola) che possono aver
esposto il cittadino al contagio
• prevedere l’insorgenza di cluster che necessitano di attenzione elevata.
La piattaforma consente:
• ai medici di base di avere una vista della sua popolazione di assistiti e di chi ha già effettuato
test di screening, nonché uno strumento per applicare i protocolli corretti e approcciarsi in
modo sicuro ai pazienti
• ai medici competenti del lavoro di avere una vista in tempo reale dei casi Covid positivi nelle
aziende seguite e dei lavoratori sottoposti a test, di registrare i test rapidi eseguiti
direttamente dall’azienda e di applicare i protocolli corretti e approcciarsi in modo sicuro alle
attività produttive
• agli operatori delle strutture sanitarie di avere indicatori dell’evoluzione dell'epidemia, una
vista georeferenziata dei test effettuati (con esito e analisi del contesto famigliare, abitativo e
lavorativo del soggetto), valutare in tempo reale la forza lavoro disponibile nelle strutture, e
monitorare i cluster a rischio (case di riposo, contesti abitativi con molti casi positivi)
• ai membri della Task-Force / Unità di Crisi regionale di monitorare in real time l'evoluzione
dell’epidemia ed effettuare simulazioni epidemiologiche, identificare i cluster che richiedono
attenzione (case di riposo, nuclei familiari positivizzati), avere viste georeferenziate dei test
effettuati sul territorio, dei casi positivi aggregati, e dello stato di operatività di tutte le
strutture regionali.
La Sanità prossima ventura Pag. 42
I benefici sono considerevoli:
• informa in tempo reale sullo stato della popolazione infettata (infetti, guariti, immunizzati,
deceduti, ricoverati, ricoverati in terapia intensiva, in isolamento domiciliare)
• monitora la diffusione del virus tra gli operatori sanitari (operatori infettati + operatori isolati),
evidenziando il decremento o l’incremento delle forze operative
• fornisce un servizio di relazioni che, a fronte di un caso positivo, individua i probabili esposti
all’infezione per contatto tra membri dello stesso nucleo famigliare e i domiciliati allo stesso
indirizzo
• identifica i cluster a rischio (Residenze per Anziani, nuclei familiari, ambito lavorativo) su cui
effettuare screening e attivare forme di isolamento preventivo
• fornisce un servizio che, a fronte di un caso positivo, individua se il soggetto è un lavoratore
e/o studente, i dati del datore di lavoro/scuola, indirizzo e contatti per poter ricostruire i
cluster di possibili contagiati.
La piattaforma è già in uso da diversi mesi in Regione Veneto e sta per essere adottata da altre Regioni
italiane.
La Sanità prossima ventura Pag. 43
Healthcare Italia 2030
Cogliere le opportunità per trasformare e innovare il Servizio Sanitario Nazionale
30/10/2020
IMIS – Istituto per il Management dell’Innovazione in Sanità
Via Buenos Aires 21 – 10134 Torino (TO)
Questo documento viene rilasciato con licenza Creative Commons CC-BY-NC-ND

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  • 1. Healthcare Italia 2030 Cogliere le opportunità per trasformare e innovare il Servizio Sanitario Nazionale Paolo Colli Franzone IMIS – Istituto per il Management dell’Innovazione in Sanità col contributo di Angelo Rossi Mori, CNR – ITB Novembre 2020
  • 2. La Sanità prossima ventura Pag. 2 Sommario Introduzione: il contesto generale..................................................................................................... 3 Le tecnologie nelle strutture sanitarie: lo stato attuale .................................................................... 5 Il modello a tendere........................................................................................................................... 8 La Health Digital Transformation: immaginare il futuro .......................................................... 10 Le misure di finanziamento per l’innovazione della Sanità...................................................... 13 Gli attori del sistema ................................................................................................................ 14 Il ruolo del Partenariato Pubblico-Privato................................................................................ 14 Colmare il gap .................................................................................................................................. 15 La Telemedicina........................................................................................................................ 15 L’Ospedale 4.0.......................................................................................................................... 17 La gestione delle cronicità........................................................................................................ 20 Focus sulle principali cronicità: i numeri.................................................................................. 20 Piano Nazionale Cronicità: il ruolo della Telemedicina............................................................ 23 Focus: la nefrologia .................................................................................................................. 26 Rassegna delle soluzioni disponibili................................................................................................. 31
  • 3. La Sanità prossima ventura Pag. 3 Introduzione: il contesto generale Indipendentemente dalla pandemia COVID-19 e da tutto ciò che essa ha comportato e continuerà inevitabilmente a comportare in termini di cambiamento dell’intera Società a livello planetario, la Sanità si trova di fronte a un momento di vera e propria disruption: come sempre è successo sin dalla nascita della Medicina, le trasformazioni sociali più o meno radicali e i cambiamenti di passo favoriti dalla ricerca e dall’introduzione massiva di nuove tecnologie producono effetti significativi sul modo stesso di diagnosticare e di curare gli individui, oltre che sui sistemi sanitari nel loro complesso (da quando essi esistono). Certo è che la pandemia ha contribuito in misura considerevole ad accelerare la quarta rivoluzione industriale, ponendo forse le basi per la quinta. La convergenza fra tecnologie, la cultura della Rete e della sua forza disintermediatrice, il formidabile susseguirsi di successi nella ricerca farmacologica e tecnologica, la rapidissima trasformazione della piramide demografica, tutto contribuisce a porre le basi per un cambio di passo e di paradigma che inevitabilmente investirà anche la Medicina e i sistemi sanitari nazionali in tutto il Pianeta. E tutto questo succederà ancora più velocemente di quanto era prevedibile, in seguito alla pandemia. La logica del distanziamento sociale ha introdotto nuove abitudini e nuovi schemi sociali, dallo smart working alla virtualizzazione degli spazi di interazione. E questo è successo anche negli ospedali e negli altri luoghi di cura. In maniera più o meno forzosa, abbiamo imparato a ricorrere alle tecnologie dell’informazione e della comunicazione anche nell’interazione fra medici e pazienti, abbiamo scoperto concretamente – aldilà degli slogan – la centralità del Territorio e delle cure domiciliari e il bisogno di integrazione dei servizi sanitari. Si parla sempre più di “Sanità 4.0”, evocando per l’appunto la quarta rivoluzione industriale e le sue opportunità. Si è compreso fino in fondo il concetto di scarsità associato alle risorse ospedaliere, in un contesto che sino a qualche mese fa le considerava invece più che abbondanti. Si è compresa la netta separazione fra l’altissima e alta intensità di cura e la “normalità”, portando il sistema a considerare “prezioso” ogni singolo posto letto in ospedale e ogni singolo dispositivo medico. Si valuta con favore, finalmente, il ricorso alla Telemedicina come supporto alla routine quotidiana, togliendola dal “recinto” della sperimentazione continua.
  • 4. La Sanità prossima ventura Pag. 4 Si è capito fino in fondo quanto non si possa lavorare con tecnologie ai limiti dell’obsolescenza, e quanto sia quindi necessario rimodernare gli ospedali portandoli a un livello consono ai tempi e ai livelli di servizio necessari a fornire risposte d’eccellenza. Soprattutto, si è capito come e quanto la prevenzione debba dismettere i panni della Cenerentola del Servizio Sanitario e quanto possa diventare centrale anche grazie all’utilizzo delle tecnologie dell’informazione. Circoscrivendo il discorso al contesto italiano, questo Paper si propone l’obiettivo di fornire a chi lo leggerà una visione d’insieme relativamente allo stato dell’arte, al gap tra la situazione attuale e quella alla quale si dovrebbe tendere e alle opportunità derivanti dai fondi che – grazie al Recovery Fund o all’eventuale auspicato ricorso al MES – saranno resi disponibili anche per rimettere in sesto un SSN fortemente bisognoso di manutenzione straordinaria. Il Paper si concluderà con una rassegna ragionata di proposte e soluzioni che l’industria nazionale e internazionale mette a disposizione del SSN in questo momento straordinariamente ricco di opportunità da cogliere con l’obiettivo di portare la Sanità italiana a livelli di eccellenza anche sotto il profilo della riorganizzazione dei processi di prevenzione, diagnosi, terapia e cura, sfruttando le potenzialità concrete offerte dalle tecnologie disponibili.
  • 5. La Sanità prossima ventura Pag. 5 Le tecnologie nelle strutture sanitarie: lo stato attuale Secondo i dati raccolti da IMIS in una recente survey, la Sanità pubblica italiana sconta un gap tecnologico in ambito informatico quantificabile in 4-5 anni se si parla di software e addirittura in 6-8 anni per quanto riguarda l’hardware (con particolare riferimento all’anzianità delle postazioni di lavoro). Anche per quanto riguarda l’infrastruttura di telecomunicazione e connettività la situazione non è particolarmente brillante, in un contesto dove la velocità di veicolazione di files ingombranti in termini di dimensioni rappresenta l’elemento determinante per tenere il passo con l’innovazione (discorso che vale soprattutto in ambiti quali l’anatomia patologica, i sistemi PACS, la robotica chirurgica in uno scenario di controllo remoto, ecc.). Le ragioni di questa tipologia di gap sono soprattutto di natura economico-finanziaria come analizzeremo più avanti, ma spesso hanno anche a che fare con la mancanza di adeguata sensibilità e considerazione (committment) da parte del top management delle strutture sanitarie. Anche una certa difficoltà da parte dei dirigenti e/o responsabili delle strutture interne dedicate all’ICT e all’Ingegneria Clinica ad assumere e vedersi riconosciuta una leadership all’interno delle Direzioni Strategiche contribuisce ad estendere il gap tecnologico nella misura in cui la digitalizzazione continua a rimanere – purtroppo – “l’ultimo dei problemi da risolvere”. La mancanza di omogeneità dei diversi sistemi software utilizzati e/o la scarsa o nulla integrazione fra le diverse componenti genera – nella migliore delle ipotesi – un certo sconforto negli utenti. Va considerata con la dovuta attenzione l’ipotesi di ripensare completamente il sistema informativo, privilegiando l’introduzione di una soluzione monolitica eventualmente integrata con tutte le componenti più specializzate difficilmente sostituibili. (da: “Corpi Connessi: la Sanità del Futuro”, Paolo Colli Franzone, IMIS 2019) Quanto alla Telemedicina, prima della pandemia ci si trovava in una situazione di sperimentazione continua, affidata all’entusiasmo di pochi Operatori Sanitari visionari e al “buon cuore” di enti disposti a finanziare iniziative sporadiche e assolutamente non integrate all’interno dei processi routinari di diagnosi, terapia e cura.
  • 6. La Sanità prossima ventura Pag. 6 Il resto dell’innovazione “di frontiera”, a partire dall’utilizzo sistematico dell’Intelligenza Artificiale e della robotica, è ampiamente aldilà da venire quantomeno per quanto riguarda la stragrande maggioranza delle strutture sanitarie pubbliche italiane. Questo panorama già di per sé sconfortante diventa ancora più tale considerando quella che sino a ieri era considerata la “periferia dell’impero”, ossia l’insieme delle strutture sanitarie pubbliche di livello territoriale dove le tecnologie sono “per davvero” la Cenerentola della situazione. Connessioni Internet lente, risorse elaborative obsolete (età del parco installato superiore ai 6,8 anni nella media nazionale), software applicativo quasi sempre inadeguato, praticamente nessuna integrazione con l’Ospedale, e via di seguito. Nel 2018 l’Osservatorio Netics nel suo Rapporto Annuale sullo stato dell’innovazione in Sanità stimava essere necessari non meno di 2,5 miliardi per portare la Sanità italiana a un livello tecnologico degno dei tempi. Tale stima rimane pressoché immutata considerando che negli ultimi due anni non sono stati rilevati investimenti significativi: la somma delle “grandi gare” bandite dalle varie Regioni in questo periodo non raggiunge i 150 milioni di Euro, molti dei quali non ancora spesi. Il “Patto per la Sanità Digitale” stipulato tra Stato e Regioni nel non così lontano 2016 è rimasto nei fatti del tutto incompiuto, aldilà di dichiarazioni di intenti delle varie parti in causa e di pochi denari stanziati per il Fascicolo Sanitario Elettronico, peraltro utilizzato pochissimo sia dagli operatori sanitari che dai cittadini. Secondo una ricerca effettuata da Deloitte nel 2019 (“Outlook Salute Italia 2021”), solo un italiano su cinque ha attivato il suo FSE. Gli altri dati emersi dalla ricerca Deloitte sono rappresentati qui di seguito.
  • 7. La Sanità prossima ventura Pag. 7 Il tutto in presenza di una sempre più crescente domanda di “e-Health” da parte della popolazione, dovuta al progressivo affacciarsi delle nuove generazioni sia tra gli operatori sanitari che nella popolazione e all’ormai consolidata abitudine da parte dei cittadini meno giovani di delegare a figli e/o nipoti le “incombenze digitali”. Sempre secondo il già citato report dell’Osservatorio Netics 2018, il 67% degli italiani sarebbe ben felice di utilizzare le tecnologie digitali per interagire col SSN, naturalmente a condizione che i servizi offerti fossero facilmente raggiungibili (oggi in molti casi questi servizi sono “nascosti” all’interno di siti difficilmente navigabili) e accessibili attraverso smartphone o tablet. Quanto alla Telemedicina, la tragica esperienza COVID-19 ha dimostrato come, a fronte di un’offerta di prestazioni in remoto, la domanda è ben lieta di sfruttare questa opportunità. I vantaggi (e – sicuramente – le necessità incombenti) hanno superato una barriera di diffidenza non banale, sia tra gli operatori sanitari più tradizionalisti che tra i pazienti.
  • 8. La Sanità prossima ventura Pag. 8 Il modello a tendere Partendo dalla situazione “As Is” appena rappresentata, il modello a tendere (“To Be”) è così sintetizzabile: Più in dettaglio: • Infrastruttura IT: per ragioni diverse, riconducibili in larga misura alle ridotte disponibilità di budget, l’infrastruttura IT delle strutture sanitarie pubbliche si trova in moltissimi casi ai limiti di una vera e propria obsolescenza. L’età media del parco PC, a livello nazionale, si attesta intorno ai 5,8 anni, con inevitabili difficoltà di tenere il passo rispetto alle evoluzioni dei software applicativi ma – soprattutto – di sistemi operativi e di database. In base ai dati dell’Osservatorio Netics – IMIS, le strutture sanitarie pubbliche italiane hanno in totale circa 380.000 tra PC e altre postazioni di lavoro informatiche. Si stima che almeno la metà di queste postazioni sia definibile “ai limiti di obsolescenza” quando non già ampiamente obsoleta. • Software applicativo: sempre facendo riferimento a una situazione “media nazionale”, i sistemi informativi ospedalieri risultano essere in moltissimi casi “datati” e – molto spesso – ancora frammentati. Continua a prevalere la logica del “best-of-breed”, con tutte le
  • 9. La Sanità prossima ventura Pag. 9 complicazioni del caso soprattutto per quanto riguarda le integrazioni fra le diverse componenti. Ancora più critica è la situazione rispetto ai sistemi informativi “territoriali”, con particolare riferimento alla gestione di Ambulatori e Consultori. Tipicamente i sistemi presenti coprono più o meno faticosamente i processi amministrativi e molto meno quelli clinici, con una pressoché inesistente integrazione con i sistemi ospedalieri e con quelli della Cura Primaria. Anche i sistemi informativi per la prevenzione si limitano (sempre nella media, escludendo le poche eccezioni) alla gestione amministrativa di vaccinazioni e screening. Il modello a tendere dovrebbe superare le logiche “dei silos” e prendere le forme di un vero e proprio Healthcare Resource Planning capace di coprire tutti i diversi ambiti (Ospedale – Territorio – Prevenzione) e capace di integrare i processi clinici e quelli amministrativi. Ormai molta parte dell’industria dell’Healthcare IT è pronta a offrire soluzioni costruite su un’architettura a microservizi, capaci di essere “smontate e rimontate” secondo le specifiche esigenze dell’utente senza per questo dover diventare soluzioni custom realizzate snaturando le versioni “originali” degli ormai obsoleti “monoliti”. • Telemedicina: anche in questo caso escludendo le eccezioni (alcune delle quali davvero notevoli e meritevoli), la presenza di soluzioni di Telemedicina è connotata da una sorta di “regime di sperimentazione permanente” e dalla totale assenza di integrazioni coi sistemi informativi ospedalieri e territoriali. Siamo di fronte a centinaia di progetti frammentati (tanti ne ha censito l’ultima survey dell’Istituto Superiore di Sanità), nati per volere di pochi medici visionari e grazie a donazioni “spot”. Manca praticamente ovunque una vera e propria piattaforma di governo della Telemedicina, oggetto ancora quasi sconosciuto ai più. Il modello a tendere deve andare nella direzione della realizzazione di vere e proprie Piattaforme di Telemedicina, capaci di integrare i singoli micro-servizi e/o le singole soluzioni specializzate. Soprattutto in Italia manca, anche a livello di offerta, un Framework di Telemedicina robusto e orientato alla gestione end-to-end dei processi di diagnosi, terapia e cura in remoto.
  • 10. La Sanità prossima ventura Pag. 10 La Health Digital Transformation: immaginare il futuro Passare da un’informatizzazione puntuale dei processi tradizionali a un ripensamento complessivo dei processi aziendali in chiave digitale è un lavoro paragonabile al famoso giochino della “Settimana Enigmistica” dove si dovevano unire i puntini per ottenere un’immagine. Ma cosa significa “in chiave digitale”? Significa prima di tutto comprendere che ormai ogni aspetto più o meno centrale della vita di ognuno di noi è in qualche misura caratterizzato dalla condivisione veloce di informazioni e dalla disintermediazione delle relazioni tra chi compra e chi vende un prodotto o un servizio. Ci sono ormai decine di abitudini che abbiamo cambiato nel corso degli ultimi vent’anni: non spediamo più cartoline dai luoghi di vacanza, non andiamo più in un’agenzia di viaggio o anche solo in una biglietteria ferroviaria, frequentiamo sempre meno posti come le librerie e i negozi di elettrodomestici. Telefoniamo sempre meno, e ci spostiamo sempre meno per andare a incontrare colleghi in una sala riunione. Non tutte le abitudini che abbiamo cambiato hanno prodotto cambiamenti soltanto positivi: se pensiamo al nostro approvvigionarci di informazione, a fronte di un’offerta centinaia di volte superiore a quella di un tempo riscontriamo una quantità di incertezza e confusione nel valutarne le fonti. Ma in ogni caso, la nostra vita è cambiata. Questo fenomeno ormai investe fasce amplissime di popolazione: nulla su Internet è più come vent’anni fa, quando la rete era un luogo riservato a pochi appassionati. Nonne su WhatsApp, nonni su Amazon. L’età sta diventando un elemento assolutamente secondario rispetto all’universo degli individui che quotidianamente vanno in rete. Poi, a un certo punto, è successo che le grandi “digital companies” hanno dimostrato a tutto il resto del mondo produttivo che le tecnologie dell’informazione e delle comunicazioni potevano cambiare radicalmente il modo di lavorare, di produrre e vendere prodotti e servizi. Si sono drasticamente modificati paradigmi e modelli che avevano imperversato per secoli a partire dalla prima rivoluzione industriale, sino ad intaccare e mettere in discussione il concetto di “fabbrica”, per non parlare dei modelli di logistica per la distribuzione. La rete, che già da tempo aveva disintermediato le relazioni fra persone ha iniziato a disintermediare anche le comunicazioni fra oggetti, dando vita all’Internet of Things. Si è capito ad esempio che un lampione può scambiare informazioni direttamente col software dell’azienda che ne garantisce la sua manutenzione, senza passare dal tecnico che sino a qualche giorno prima andava in giro a vedere se
  • 11. La Sanità prossima ventura Pag. 11 tutti i lampioni emettevano una buona e sufficiente illuminazione o se lasciavano intravedere problemi. Si è capito che prevedere è meglio che subire, agire quando le cose sono già successe. Sino a quando si è cominciato a “unire i puntini”. Mettere insieme i pezzi, con l’obiettivo di realizzare soluzioni a problemi sino ad allora irrisolvibili o risolvibili per passaggi separati e messi in sequenza. Si è capito, ad esempio, che unire i puntini fra un navigatore satellitare e una base dati sul traffico aggiornata in tempo reale consente di fornire all’automobilista un servizio cento volte più efficace rispetto alla semplice navigazione calcolata su un modello teorico di congiunzione ottimizzata fra punti geografici. Sempre rimanendo al navigatore, si è capito che se lo mettiamo in comunicazione con la nostra agenda in rete (che magari a sua volta è integrata con il portale dove acquistiamo pernottamenti in hotel) possiamo trovarci automaticamente impostata la meta del nostro viaggio. Qualcuno aveva pionieristicamente iniziato ad unire i puntini più di trent’anni fa. È il caso di Benetton, che grazie alla messa in rete di tutti i suoi punti vendita in giro per il mondo era riuscita a produrre “quasi” on demand: se si fossero venduti pull-over gialli, allora si sarebbe incrementata la produzione di pull-over gialli, riducendo il rischio di intasare i magazzini di maglie con colori improbabili e comunque non apprezzati dai clienti. In un modello simile, la differenza la fa esclusivamente la velocità di propagazione dell’informazione. Un elemento centrale, questo della velocità di propagazione, che da secoli ha influito (in negativo) sull’esito di iniziative industriali, ma non solo: forse qualcuno di voi ha avuto modo di leggere il bellissimo “Lepanto” di Alessandro Barbero, dove si racconta come la rete di spionaggio della Repubblica di Venezia fosse in grado di tenere sotto controllo i movimenti della flotta ottomana attraverso una vera e propria Catena di Sant’Antonio capace di riportare le informazioni a Venezia nel giro di pochi mesi, in modo da approntare le contromosse in tempi allora considerati “rapidi”. Se la prima parte della rivoluzione digitale è stata caratterizzata dal “muovere bit anziché atomi” prevalentemente a un livello di informazioni (gli atomi che non si muovevano più erano perlopiù rappresentati dalla carta e dai postini), con la seconda parte siamo arrivati a uno scenario ancora più estremo.
  • 12. La Sanità prossima ventura Pag. 12 Se voi foste il Capo di una piattaforma petrolifera ed aveste urgentissima necessità di una guarnizione per una pompa, forse sareste abituati a doverla aspettare qualche settimana se il fornitore ve la consegna via mare o a pagarla moltissimi dollari se ve la consegna via elicottero. Già da qualche anno esiste un’alternativa: stamparsela con una stampante 3D direttamente sulla piattaforma, a partire da un file col disegno esecutivo garantito dal produttore della pompa ovviamente a fronte di un corrispettivo. Si passa dal vendere guarnizioni al vendere le informazioni necessarie a stamparsi una guarnizione. Curiosamente (ma non troppo), sempre sulle piattaforme petrolifere si è già sviluppata da qualche anno la telemedicina. A fronte di un operaio che presenta forti dolori al lato destro dell’addome, decidere di trasportarlo in ospedale urgentemente in elicottero potendo aver effettuato in precedenza un’ecografia refertata in remoto da uno specialista fa sicuramente la sua bella differenza in termini di costi. Unire i puntini è esattamente questo: non dare più per scontato che un prodotto debba fisicamente essere prodotto in un punto A e consegnato in un punto B attraverso un vettore che si muove sulla spezzata AB. Se sostituiamo la parola “prodotto” con “servizio”, o con “prestazione”, riusciamo a farci un’idea complessiva di quanto tutto questo discorso si possa applicare in Sanità. (Paolo Colli Franzone, “The Healthcare Digital Revolution”, PKE 2016)
  • 13. La Sanità prossima ventura Pag. 13 Le misure di finanziamento per l’innovazione della Sanità Sulla base delle informazioni pubbliche disponibili alla data di stesura del presente documento, gli interventi di innovazione riconducibili alle ICT (Information & Communication Technologies) che saranno finanziati o co-finanziati grazie all’utilizzo del “Recovery Fund” od eventualmente del MES sono riconducibili a questi ambiti tecnologici: • Ammodernamento dell’infrastruttura IT-TLC: a partire dalla connettività e dalle reti locali, per arrivare al “refresh” del parco PC. Particolare attenzione dovrebbe essere riposta nei confronti della Sicurezza IT, tema purtroppo ancora sottovalutato. • Telemedicina: introduzione e attivazione di piattaforme di Telemedicina di livello Enterprise, ossia capaci di gestire le varie tipologie di servizi e prestazioni in maniera completamente integrata coi sistemi informativi aziendali. • Sistemi Informativi: adozione di sistemi informativi integrati Ospedale-Territorio-Prevenzione, privilegiando architetture a microservizi e dando centralità alle applicazioni cliniche. • Applicazioni dell’Intelligenza Artificiale: Machine-Deep Learning applicato alla diagnostica e alla prevenzione. • Sistemi Informativi per l’Emergenza Urgenza e la Continuità Territoriale (116117): misura specifica finalizzata all’attivazione di sistemi informativi per la Continuità Territoriale e per la regionalizzazione delle piattaforme 118 tutto laddove necessario. • Open Data: realizzazione di una piattaforma nazionale per gli Open Data sanitari. • Ricerca e sviluppo in ambito Health Tech: progetti di ricerca industriale finalizzati allo sviluppo di soluzioni Health IT fortemente innovative, in logica precompetitiva. Molte Regioni, inoltre, hanno già avviato o stanno per avviare iniziative progettuali non necessariamente riconducibili ai fondi straordinari “Recovery” o “MES”, soprattutto per quanto riguarda piattaforme e servizi di Telemedicina e di Telemonitoraggio. IMIS stima che nel quinquennio 2021-2025 saranno disponibili risorse (nazionali e regionali) in un range tra i 7 e gli 8,2 miliardi di Euro. A queste si devono aggiungere le risorse che saranno destinate al rinnovo del parco delle apparecchiature di grande e piccola diagnostica nelle strutture sanitarie italiane, all’interno delle quali sono evidentemente “collocate” componenti IT non indifferenti.
  • 14. La Sanità prossima ventura Pag. 14 Sono “molti soldi”, soprattutto se paragonati a una spesa storica per l’innovazione tecnologica della Sanità particolarmente striminzita rispetto a quanto si spende nei Paesi più avanzati. Sono molti soldi e andranno spesi bene. Il rischio è che si finisca per dar vita a centinaia di progetti disarticolati fra loro, in assenza di un disegno sistemico condiviso fra tutti gli attori del sistema. La Conferenza Stato-Regioni, attraverso i suoi vari tavoli tecnici, dovrebbe assumere un ruolo primario di coordinamento e omogeneizzazione delle varie proposte progettuali in modo da evitare “doppioni” e “cattedrali nel deserto”. Gli attori del sistema Gli attori coinvolti e/o coinvolgibili in un’azione sistemica di forte innovazione tecnologica in Sanità sono numerosi: Stato, Regioni, Aziende Sanitarie e Ospedaliere, IRCCS, Università, produttori di tecnologie e di soluzioni applicative. Vi sono poi alcuni attori non così scontati ma assolutamente centrali, a partire dalle Società Scientifiche per arrivare sino alle associazioni di pazienti. Il ruolo delle Società Scientifiche e delle varie Associazioni e Sindacati di Professioni Sanitarie dovrebbe essere fondamentale: il rischio, in assenza di un loro forte coinvolgimento, è quello di creare ancora una volta soluzioni tecnologiche prescindendo da un’approfondita analisi dei bisogni reali e da un’attività di co-design finalizzato a realizzare soluzioni “riconosciute” dagli utenti. Il ruolo del Partenariato Pubblico-Privato Un vero “grande” Programma Nazionale di Innovazione non può prescindere dall’adozione di modelli di Partenariato Pubblico-Privato capaci di trasformarsi in veri e propri moltiplicatori delle risorse e dei risultati conseguiti. Occorre rimettere mano alla normativa del PPP in modo da semplificarla, anche solo temporaneamente, in modo da consentire rapidi avvii delle varie progettualità.
  • 15. La Sanità prossima ventura Pag. 15 Colmare il gap Il gap esistente è sufficientemente chiaro ed evidente, si tratta ora di capire come colmarlo per portarsi a una situazione quantomeno confrontabile con quella dei principali Paesi OCSE. Proviamo ad analizzare i singoli comparti con l’obiettivo di identificare la strada da seguire. La Telemedicina Come si è già visto precedentemente, la Telemedicina in Italia oggi è un insieme più o meno disordinato di progetti e iniziative estemporanee quasi sempre in regime di sperimentazione. La sfida è ricondurre tutto a un sistema coerente, omogeneo e sicuro di piattaforme su scala Regionale all’interno delle quali “funzionano” i vari servizi di livello Aziendale (Televisita-Teleconsulto, Teleconsulenza, Telerefertazione, Telemonitoraggio, Teleriabilitazione) integrati coi “normali” percorsi di diagnosi, terapia e cura. Il concetto di “piattaforma per la Telemedicina” non è universalmente riconosciuto e riconducibile ad un unico “oggetto”, quantomeno in Italia. In estrema sintesi, una piattaforma di Telemedicina è l’insieme integrato di alcune componenti: • PRM (Patient Relationship Management System): un PRM è un CRM specializzato in ambito sanitario, capace di gestire e tracciare tutte le occasioni di contatto tra un cittadino e una o più strutture sanitarie, di profilare i “clienti” e di gestire campagne quali ad esempio le campagne vaccinali o di screening. • Workflow Engine: gestione delle regole di processo, pianificazione delle attività, repository attività, ecc. In molti casi le piattaforme di CRM/PRM possiedono al loro interno un Workflow Engine. • Servizi di audio-video comunicazione: piattaforma per l’audio-video comunicazione su canali sicuri, capace di gestire le specificità dell’ambito sanitario in modo da rendere possibili televisite, teleconsulti, teleconsulenze, ecc. • Modulo contabilizzazione e rendicontazione: componente software che gestisce le rendicontazioni periodiche delle prestazioni erogate in Telemedicina (elenco prestazioni, tipologia, tariffa, ecc.).
  • 16. La Sanità prossima ventura Pag. 16 Un possibile modello architetturale “ideale” è così raffigurabile:
  • 17. La Sanità prossima ventura Pag. 17 L’Ospedale 4.0 Il modello di “Ospedale 4.0” sta prendendo piede essendo ampiamente condiviso da molti esperti di riorganizzazione ospedaliera. Secondo Paolo Colli Franzone, l’Ospedale 4.0 è così descrivibile: 1. L’Ospedale 4.0 è un ecosistema prima ancora che un complesso di edifici. Viene meno la separazione Ospedale/Territorio, nasce la reale integrazione fra i due ambiti. Potrebbe accadere che la parola “ricovero” venga sostituita da qualcosa come “presa in carico in Reparto” e che un ciclo di degenza non debba necessariamente aprirsi e chiudersi all’interno dell’edificio ospedaliero. In realtà su questo fronte si sono già fatti notevoli progressi, con iniziative di ospedalizzazione domiciliare già diffuse praticamente ovunque. Le tecnologie dell’informazione e delle comunicazioni rendono possibile – in molti casi – l’espletamento di atti medici e infermieristici e/o di attività diagnostiche a distanza contenendo allo stretto indispensabile gli interventi in loco di personale medico e paramedico. 2. L’Ospedale 4.0 è un edificio (o complesso di edifici) ad altissima connettività. La disponibilità di banda è garantita ovunque, arrivando a utilizzare la fibra ottica sino a coprire anche “l’ultimo miglio” nei luoghi dove è (o diventerà) indispensabile assicurare alte o altissime performances (diagnostica per immagini, blocco operatorio, ecc.). Così come succede per l’energia elettrica, la disponibilità di banda deve essere assicurata anche in condizioni critiche, prevedendo dunque la ridondanza dell’infrastruttura. 3. L’Ospedale 4.0 è un’entità orientata alla collaborazione operativa ed alla condivisione delle informazioni. Uno dei principali fattori di dispersione durante la giornata lavorativa media del personale medico e – soprattutto – paramedico è rappresentato dal tempo perso per gestire aspetti di comunicazione e per spostarsi da una parte all’altra dell’edificio o del complesso di edifici. Si telefona per chiedere un consulto specialistico, per ordinare un farmaco urgente, per gestire qualsiasi situazione che vada oltre alle quattro mura del reparto o dell’ambulatorio. Si chiedono informazioni, sempre utilizzando il telefono o la posta elettronica, anche allorquando queste informazioni potrebbero essere condivise grazie al sistema informativo. Anche gli spostamenti fisici assorbono tempo che potrebbe essere risparmiato tutto laddove è possibile utilizzare strumenti di videoconferenza e condivisione in tempo reale delle informazioni: è il caso tipico della maggior parte dei consulti specialistici che non richiedono atti medici "sul
  • 18. La Sanità prossima ventura Pag. 18 corpo” del paziente. Alcuni altri spostamenti fisici non sostituibili per loro stessa natura (il trasferimento di un paziente dal reparto alla sala raggi, per fare un esempio) possono comunque essere ottimizzati nei tempi grazie all’utilizzo di servizi di comunicazione immediati come, ad esempio, l’instant messaging sul cellulare. 4. L’Ospedale 4.0 è una struttura che opera secondo modelli “just in time”. Per definizione, l’Ospedale è una struttura la cui efficienza si basa sullasua capacità di garantire lacompresenza (o quantomeno il rapidissimo reperimento) delle risorse umane e strumentali necessarie a risolvere i problemi insorgenti nei pazienti: tutto deve essere “al posto giusto nel momento giusto”, in un contesto dove – sempre per definizione – non è possibile prevedere tutti i bisogni che insorgeranno giorno dopo giorno. La logistica ospedaliera (del paziente, del personale, degli strumenti, del farmaco, della biancheria, dei pasti, ecc.) trae da una minuziosa organizzazione a monte e dalle “facilities” garantite dalle tecnologie dell’informazione le origini della propria evoluzione. 5. L’Ospedale 4.0 razionalizza e semplifica la “Patient Experience”, orientando i suoi processi produttivi anche al soddisfacimento dei bisogni del paziente e dei suoi eventuali accompagnatori. Esso gestisce il “Patient Journey” (il percorso del paziente) lungo tutto il suo ciclo di vita a partire dai momenti precedenti il ricovero (o un’altra modalità di presa in carico) per arrivare sino alla fase successiva alla dimissione. Si avvale quindi di canali, strumenti e metafore di comunicazione interattiva concepiti privilegiando la semplicità e rapidità di fruizione. L’Ospedale 4.0 è quindi un “divoratore” di tecnologie di tutti i tipi e a qualsiasi livello, in un contesto che vede sempre più esasperato il concetto di integrazione fra tecnologie sanitarie e informatiche. Ecco che “colmare il gap”, per quanto riguarda l’Ospedale, è un’operazione tanto necessaria quanto complessa per dimensioni e onerosa sotto il profilo degli investimenti necessari. E le risorse straordinarie in arrivo possono rappresentare la soluzione a un problema sino ad ora irrisolto. Il sistema informativo di un “Ospedale 4.0” (SIO 4.0) non è solamente un refresh tecnologico di quanto già esiste, in quanto cambia considerevolmente il paradigma di riferimento.
  • 19. La Sanità prossima ventura Pag. 19 Un SIO 4.0 è un sistema fortemente orientato alla gestione dei processi di diagnosi, terapia e cura e alla collaborazione clinica, a differenza dei suoi “predecessori” orientati al governo delle procedure amministrative e della “burocrazia sanitaria”. L’architettura di riferimento è quella “a micro-servizi”: si supera la logica del software applicativo tradizionale basato su moduli verticali specifici (Pronto Soccorso, Reparto, Blocco Operatorio, ADT, ecc.) in favore di un’organizzazione orientata all’evento e al Paziente (“accettazione”, “ricovero”, “esame diagnostico”, “giro visita”, “giro somministrazione terapie”, ecc.) che può essere scomposta e ricomposta in totale flessibilità in funzione delle esigenze specifiche degli operatori. Il SIO 4.0 è multi-device per definizione: il PC cede spazio a tablet e smartphone, e i “micro-servizi” di cui sopra si organizzano prendendo forma di App. Il SIO 4.0 è orientato alla collaborazione clinica e alla velocità di comunicazione fra operatori sanitari, e si interfaccia con facilità alle piattaforme di Telemedicina.
  • 20. La Sanità prossima ventura Pag. 20 La gestione delle cronicità Focus sulle principali cronicità: i numeri Dai dati del sistema di sorveglianza nazionale “PASSI” (Istituto Superiore di Sanità in collaborazione con le Regioni) emerge un quadro sempre più preoccupante per quanto riguarda la diffusione di patologie croniche nella popolazione italiana. La cronicità rappresenta quindi un fenomeno rilevante, che investe oltre 14 milioni di italiani e che è destinato a crescere dimensionalmente anche in funzione del progressivo innalzamento dell’aspettativa di vita e dal conseguente aumento della popolazione anziana.
  • 21. La Sanità prossima ventura Pag. 21 Prendendo in considerazione le principali patologie croniche per diffusione e riferendole alle varie classi di età della popolazione, si ottiene un insieme di curve così rappresentabili. Vediamo quindi come quasi tutte le curve, ciascuna riferita ad una particolare patologia cronica, comincino ad impennarsi tra i 55-59 ed i 60-64 anni di età, per raggiungere dimensioni decisamente rilevanti sopra i 79 anni. Secondo il Rapporto “OsservaSalute” (Università Cattolica) la gestione delle patologie croniche assorbe l’80% delle risorse complessive. E le proiezioni dell’ISTAT per l’anno 2028 ci dicono che i pazienti cronici saranno 25 milioni, e il costo a carico del SSN supererà i 70 miliardi l’anno (su una spesa sanitaria complessiva che difficilmente supererà i 130 miliardi). Il problema della cronicità è quindi molto serio anche sotto un profilo meramente gestionale, in quanto il sistema rischia di saltare nel suo complesso in assenza di fattori ed eventi capaci di modificare il contesto. Si pone quindi il problema di contenere, per quanto possibile, il fenomeno. L’innovazione tecnologica può contribuire significativamente all’efficientamento del sistema di gestione dei cronici, soprattutto attraverso la Telemedicina e l’affermazione di un modello integrato di prevenzione, diagnosi e cura.
  • 22. La Sanità prossima ventura Pag. 22 Il punto debole dell’attuale modello di presa in carico e gestione di un paziente cronico è quello riferibile alla non integrazione delle cure, alla sottovalutazione della prevenzione e alla mancanza di “disciplina” da parte del paziente con conseguente aggravamento del quadro clinico complessivo. Molti dei limiti di questo modello sono riferibili alla storica mancanza di comunicazione e di condivisione delle informazioni, oltre che di strumenti capaci di supportare gli operatori sanitari nelle attività di prevenzione e di “engagement” del Paziente. Le tecnologie dell’informazione superano tutti questi limiti e abilitano l’affermazione di un nuovo modello di gestione delle cronicità.
  • 23. La Sanità prossima ventura Pag. 23 Piano Nazionale Cronicità: il ruolo della Telemedicina Il Piano Nazionale delle Cronicità del 2017 è il documento di riferimento a livello nazionale e ad esso si confanno i vari Piani Regionali. In questo documento sono evidenziati gli elementi chiave nella gestione di pazienti cronici: • Aderenza: si intende per aderenza sia quella della persona affetta da cronicità al percorso di cura identificato, sia quella degli operatori alle evidenze scientifiche delle Linee Guida che hanno permesso di disegnare il Percorso personalizzato del paziente. • Appropriatezza: si intende per appropriatezza la corretta ed adeguata formulazione del percorso di cura da parte degli operatori, che selezioni accuratamente le fasi e le sedi di erogazione dei servizi e delle singole prestazioni, in base allo stadio di patologia individuato. La persona affetta dalla patologia cronica considerata è parte attiva nella formulazione del percorso e ne deve essere resa consapevole e corresponsabile. • Prevenzione: obiettivo fondamentale del sistema è quello di mettere in atto azioni mirate alla prevenzione primaria su persone individuate come “a rischio” di patologia cronica, attraverso la definizione di percorsi condivisi e misurabili nei loro esiti intermedi e finali • Cure domiciliari: obiettivo fondamentale dei sistemi di cura della cronicità è quello di mantenere il più possibile la persona malata all’interno del suo contesto di vita quotidiana e impedire, o comunque ridurre al minimo, il rischio di istituzionalizzare il paziente in sedi comunitarie (ospedale, strutture residenziali territoriali). Il modello organizzativo deve quindi prevedere come fare fronte alle difficoltà nella mobilità della persona e provvedere a servizi dislocati sul territorio. • Informazione, educazione, empowerment del paziente: obiettivo irrinunciabile di un sistema di assistenza alle cronicità è il raggiungimento di una buona consapevolezza e corresponsabilità della persona nel processo di cura della sua malattia. Per ottenere un buon grado di “empowerment” è necessario che le informazioni fornite alla persona e a tutti i componenti del suo contesto (familiari, Caregivers) da ogni figura professionale coinvolta nel processo di cura siano univoche, semplici, comprensibili, omogenee e costantemente ripetute e rinforzate.
  • 24. La Sanità prossima ventura Pag. 24 • Conoscenza e competenza: tutto il personale dell’assistenza deve ottenere un’adeguata formazione e dimostrare di avere raggiunto il grado di conoscenza e competenza necessario al raggiungimento degli obiettivi assistenziali. Il capitolo centrale del documento scompone in fasi il macroprocesso di gestione della persona affetta da cronicità: È intuitiva l’associazione fra le varie fasi del macroprocesso e il ruolo assolutamente centrale che possono giocare le tecnologie dell’informazione, con particolare riferimento alla Telemedicina soprattutto per quanto riguarda le Fasi 2, 3 e 4. Il documento dedica al tema della Sanità Digitale un capitolo molto interessante, dove si evidenzia la necessità di sfruttare al meglio le tecnologie e le soluzioni disponibili al fine di rendere finalmente e integralmente praticabile il “Chronic Care Model” (CCM). La Telemedicina viene vista come elemento centrale nel CCM: “Nell’ambito della cronicità i servizi di Telemedicina possono realizzare le seguenti finalità sanitarie: a) prevenzione: attraverso servizi dedicati alle persone già classificate a rischio o già affette da patologie (ad esempio diabete o patologie cardiovascolari), le quali, pur conducendo una vita normale, devono sottoporsi a costante monitoraggio di alcuni parametri vitali, al fine di ridurre il rischio di insorgenza di complicazioni.
  • 25. La Sanità prossima ventura Pag. 25 b) diagnosi: attraverso la rapida e sicura circolazione delle informazioni diagnostiche tra i diversi operatori sanitari coinvolti; ad esempio, attraverso la possibilità di trasmettere gli esami diagnostici refertati dallo specialista, presso l’ambulatorio del medico di medicina generale, la farmacia, il domicilio del paziente. c) cura e riabilitazione: attraverso la trasmissione di dati relativi ai parametri vitali tra il paziente (a casa, in farmacia, in strutture assistenziali) e una postazione di monitoraggio, per la loro interpretazione e l’adozione delle scelte terapeutiche necessarie (ad esempio, servizi di Teledialisi). In particolare la tele-riabilitazione rappresenta un tipo di riabilitazione applicata a distanza attraverso la tecnologia elettronica usata come mezzo di comunicazione ed informazione. I principali attori coinvolti nell’erogazione dell’assistenza sono il “Centro erogatore” e il “Centro servizi”; il Centro servizi ha la funzione di gestione e manutenzione del sistema informativo attraverso il quale le informazioni sanitarie generate dall’utente arrivano al Centro erogatore e gli esiti della prestazione sanitaria eseguita dal Centro erogatore sono comunicati all’utente.” La Telemedicina viene vista nel Piano Nazionale delle Cronicità come portatrice di una serie considerevole di benefici: 1) equità di accesso all’assistenza sanitaria: l’equità dell’accesso e la disponibilità di una assistenza sanitaria qualificata in aree remote possono essere grandemente aumentate dall’uso della Telemedicina. 2) continuità delle cure e migliore qualità dell’assistenza: il Tele monitoraggio può migliorare la qualità della vita di pazienti cronici attraverso soluzioni di auto-gestione e monitoraggio remoto, anche ai fini di una de-ospedalizzazione precoce. 3) migliore efficacia, efficienza, appropriatezza: l’introduzione della Telemedicina come modalità organizzativa ha una immediata ricaduta nel rendere fruibile e continua la comunicazione fra i diversi attori, riducendo i rischi legati a complicanze, riducendo il ricorso alla ospedalizzazione, riducendo i tempi di attesa, ottimizzando l’uso delle risorse disponibili. La disponibilità di informazioni tempestive e sincrone offre inoltre la possibilità di misurare e valutare i processi sanitari con questa modalità organizzativa attraverso indicatori di processo ed esito. 4) contenimento della spesa: uno dei vantaggi dei modelli organizzativi basati sulla Telemedicina è rappresentato da una potenziale razionalizzazione dei processi sociosanitari con un possibile impatto sul contenimento della spesa sanitaria e degli oneri, economici e non solo (spostamenti, attese, ecc.) che gravano sui pazienti. 5) contributo all’economia: quello della Telemedicina e sanità elettronica (e più in generale quello delle tecnologie applicate alla medicina), è uno dei settori industriali a maggior tasso di innovazione.
  • 26. La Sanità prossima ventura Pag. 26 Focus: la nefrologia (contributo di Pino Quintaliani, Segretario Fondazione Italiana del Rene) La pandemia alla quale stiamo assistendo ha messo in luce diversi aspetti legati alla sanita, soprattutto alla organizzazione, ma ha anche fatto capire quanto la Information e Communication Technology (ICT) sia importante e quali possano essere gli ausili lungo tutto l’iter sanitario (diagnosi, terapia, presa in carico, monitoraggio). Anche in nefrologia alcune soluzioni innovative sono state prese in considerazione in risposta alla pandemia in aggiunta a quelle presenti. Emodialisi Già da lungo tempo la possibilità di effettuare il monitoraggio da remoto di tutto i parametri macchina ha reso la dialisi una delle attività cliniche più facilmente monitorabili. Problemi di natura legale hanno sempre impedito la possibilità di comandare le funzioni della macchina di dialisi da remoto pur essendo questo assolutamente fattibile. In altre parole, possiamo valutare in continuo, ad esempio, il calo del peso ma non possiamo, in remoto, cambiarne le impostazioni. Ai parametri macchina ormai è oramai possibile aggiungere altri parametri clinici come la pressione arteriosa, i parametri bioimpedenziometrici, Il peso corporeo e l’elettrocardiogramma. La dialisi è quindi uno degli aspetti più facilmente monitorizzabili anche a costi assolutamente ridotti. Programmi certificati come Traccia che SINED permettono il monitoraggio continuo delle sedute di dialisi, e non solo. Infatti permettono, dopo aver avuto l’accesso a tutti i dati, anche elaborazioni complesse ed estrazione di dati in modo da poter valutare statisticamente dati, tracciare profili personalizzati di ogni paziente, etc. L’applicazione più importante tale sistema potrebbe essere la dialisi domiciliare. Il paziente, infatti, potrebbe essere monitorato attentamente e continuamente da sistemi esperti remoti che possono immediatamente cogliere segnali di rischio o di pericolo. Nelle macchine di dialisi sono già stati implementati da tempo sistemi di biofeedback in grado di procedere autonomamente e in automatico a delle piccole modificazioni in caso di pericolo o di rischio di paramenti dialitici come il peso, la concentrazione di Sodio per evitare effetti avversi quali l’ipotensione Attualmente nella dialisi domiciliare extra corporea ci si può avvalere anche di monitoraggio tramite telecamere che permetterebbe quindi di avere un completo controllo non solo della situazione clinica del paziente, monitorata attraverso gli strumenti, ma anche visiva con possibilità di interagire sia in audio video con il paziente e con il centro di riferimento.
  • 27. La Sanità prossima ventura Pag. 27 Durante l’emergenza COVID-19 abbiamo purtroppo visto che un numero importante di pazienti si sono infettati in dialisi, per una serie di motivi come i trasporti, la contiguità con altri pazienti e numerosi operatori. I sistemi di telemonitoraggio e la dialisi permetterebbero di trattare pazienti Covid positivi in emodialisi sia in centri periferici sia al proprio domicilio. Il Ministero della Salute, sulla base di tale survey, ha inviato una raccomandazione a tutti gli assessorati regionali per incentivare tale modalità di dialisi. È del tutto ovvio che l’intervento infermieristico o di un partner adeguatamente formato sia comunque assolutamente necessario nel momento dell’inizio e della fine della dialisi o in caso di malore del paziente, evenienze peraltro molto rare e che potrebbero essere notevolmente ridotte durante il trattamento in quanto tutte le manovre potrebbero essere effettuate da remoto e sorvegliate da sistemi esperti in costate contatto con il centro di nefrologia. Tuttavia la scelta della dialisi extracorporea domiciliare, se è vero che necessita di un partner adeguatamente formato, è anche vero che permette un monitoraggio continuo, accurato e particolarmente esatto anche a distanza. Attualmente viene effettuato da diversi pazienti in tutto il mondo E l’aiuto della tecnologia assicura trattamenti particolarmente efficaci, ma anche del tutto sicuri. Dialisi peritoneale L’altra tecnica di dialisi, anche essa assolutamente ed esclusivamente domiciliare, la dialisi peritoneale, già si svolge normalmente a domicilio per cui il paziente e partner sono già adeguatamente formati. Anche in questo caso l’aiuto della tecnologia rende il trattamento sicuro, per quanto possibile, con la capacità di monitorare tutti gli aspetti della dialisi, lo stato di salute del paziente, la correttezza della seduta. Anche in alcuni programmi di DP domiciliare sono stati implementati sistemi di visione con telecamera con totem o altri supporti tecnologici che permettono il continuo scambio video voce tra paziente e centro. Telemonitoraggio e Teleconsulto nefrologico Il vero “core business” del nefrologo è rappresentato dai circa 2,5 milioni di pazienti affetti da MRC (Malattia Renale Cronica). Questi pazienti sono affetti da una malattia cronica e quindi la maggior parte di loro vive tranquillamente la sua vita a casa svolgendo le normali attività della vita quotidiana senza alcuna limitazione. Ma, come appunto avviene per tutte le malattie croniche, ha necessita di ricorrere periodicamente, al consulto con lo specialista. In genere il consulto con un nefrologo si riduce
  • 28. La Sanità prossima ventura Pag. 28 essenzialmente al controllo di parametri biochimici, della PA, del peso corporeo ed anche, quando possibile sulla base della adesione del paziente alle raccomandazioni, alla visione del diario della PA, del PC, e delle abitudini alimentari. Molti criticano infatti i nefrologi perché hanno come focus principale la visione dei parametri di laboratorio. Il rene è un organo che non si apprezza con la visita ed anche le alterazioni indotte dalla nefropatia sono più evidenti con il laboratorio che con la vista clinica. Forse ad eccezione del bilancio idrico che però si rispecchia, almeno molto spesso, sul peso corporeo. Ecco, quindi, che una soluzione ICT ben calibrata potrebbe aiutare e non poco. Se solo avessimo la traccia di misurazioni della PA, del PC della temperatura, della introduzione alimentare e degli esami, ben ordinati in una cartella clinica elettronica alimentata dai dati del paziente, potremmo seguire adeguatamente il paziente intervenendo dove sia possibile modificare abitudini (alimentari ed altro), modificare la terapia, etc. La terapia Un discorso a parte merita infatti la terapia. Spesso un paziente nefropatico viene seguito da più medici e specialisti (MMG, cardiologo, nefrologo, diabetologo) e la terapia risulta estremante difficile da omogeneizzare. Non è infrequente che un paziente abbia terapie diverse o addirittura lo stesso farmaco con nomi diversi. E nessuno dei medici sa esattamente quale sia la prescrizione che altri colleghi abbiano realmente fatto, se non le “scatoline” dei vari farmaci che i pazienti, i più diligenti, portano in visita, se mai li portano. L’unica risoluzione sarebbe quindi una cartella clinica in cloud; non del MMG, non del nefrologo, non del diabetologo, ma del paziente stesso. Il paziente unico custode della sua cartella clinica ogni volta che viene sottoposto a visita dovrebbe poter accedere alla sua cartella clinica (magari con le sue impronte digitali per evitare dimenticanze di password e per permettere l’accesso anche in condizioni di non coscienza) e così ogni singolo specialista avrebbe la possibilità di scrivere relazione, note, terapia, suggerimenti conclusioni, Che sarebbero quindi visibili a tutti gli altri specialisti ed anche al pronto soccorso in qualunque parte del territorio italiano e straniero il paziente si trovi. Tanto per avere un’idea della disorganizzazione un paziente e’ possibile che abbia i suoi dati clinici distribuiti su innumerevoli cartelle, per ogni medico che frequenta o per ogni ricovero fatto. Il bello è che nessuna di queste cartelle, che sono quasi tutte elettroniche, colloquia con le altre. Una vera follia. Al problema doveva dare una risposta la agenda digitale, ma credo che nessuno l’abbia mai vista alla prova.
  • 29. La Sanità prossima ventura Pag. 29 Il poter avere un’idea precisa della terapia del paziente potrebbe altresì facilitare la prescrizione da parte del MMG che , sulla base della cartella del paziente saprebbe la storia e delle prescrizioni, la eventuale assunzione presunta e potrebbe immediatamente procedere, con un sistema automatico, anche attivabile a voce (Alexa, Google voice, e Siri insegano) alla prescrizione inviando al paziente ed eventualmente alla farmacia la ricetta dematerializzata. Una cartella clinica DEL paziente e non delle varie strutture dove esso afferisce avrebbe un’enorme importante e aiuterebbe ad assicurare anche la sicurezza delle cure e del paziente stesso. Inoltre il continuo incremento dei sistemi wearable potrebbe consentire di alimentare vari diari di PA, FC, ECG, temperatura e saturazione ossigeno che i vari devie sono attualmente in grado di fornire anche se ancora non maniera perfettamente adeguata. Inoltre l’implementazione della visita a distanza di pazienti con l’aitto della eventuale badante o caregiver, oltre che eventualmente dei famigliari, grazie ai sistemi di televisita potrebbe consentire, nella maggior parte dei casi, di visitare il paziente a domicilio senza spostamenti con notevoli guadagni di tempo sia del personale sanitario che del paziente e della famiglia. Il Covid ha spinto alla adozione di visite a distanza che permettano la valutazione di pazienti in remoto. Ci sono anche alcuni spunti in letteratura che confermano questa esperienza. Ma tornerei alla importanza di un sistema computerizzato in nefrologia. Un sistema esperto, collegato ai dati di laboratorio del paziente potrebbe calcolare gli indici di progressione calcolando bayesanamente le probabilità’ di rischio e di progressione. Infatti ogni paziente ha una sua traiettoria che può essere calcolata solo sui dati personali, magari ponderando i discostamenti tra pazienti simili (per sesso, età, patologia di base ed altri paramenti) ed anche per periodi della malattia del paziente . La malattia si snoda infatti lungo periodi molto lunghi, non è raro osservare un paziente per una decina d’anni! Questi sono calcoli che alle volte il nefrologo fa ma con grande dispendio di tempo, non fosse altro per copiare i valori della semplice creatinina anche semplicemente in un foglio di calcolo Excel. Ancora più importante l’intervento di un sistema esperto per la terapia. Qualunque terapia può essere influenzata dalla funzione renale. Sia per i dosaggi, sia per gli effetti collaterali se non addirittura le controindicazioni assolute. Ma ancora più , quello che risulta particolarmente difficile, per quello che riguarda la terapia di un nefropatico è la interazione tra farmaci. Solo un sistema esperto potrebbe aiutare a definire le innumerevoli interazioni tra farmaci quando questi possono arrivare ad avere una numerosità imponente. Non è raro che un nefropatico arrivi a dover assumere
  • 30. La Sanità prossima ventura Pag. 30 più di dieci farmaci contemporaneamente. E non dobbiamo dimenticare anche le manipolazioni dietetiche al quale è sottoposto. Da quanto esposto emerge chiaramente che un conto è l’utilizzo, in parte già entrato nell’uso, della telemedicina e un conto è l’utilizzo di sistemi esperti di aiuto ed ausilio. Spesso si teme il sistema esperto perché potrebbe togliere lavoro e prerogative al sanitario, ma credo che questa paura non possa essere presente nel nefrologo. Il nefrologo è abituato ad usare calcolatori, computer , app per migliorare la cure perché è ben conscio che da solo non potrebbe mai fare ed attuare stime adeguate su una serie infinita di parametri da tenere sotto osservazione. Un capitolo a parte sarebbe la ICT in forma di APP per il paziente. Anche il paziente è sottoposto ad una serie enorme di attenzioni sia di vita, farmacologiche che specificatamente dietetiche. Una app ben calata sulle necessita del paziente nefropatico, peraltro al momento attuale non esistente, potrebbe cambiare la vita del paziente stesso e facilitare enormemente la interfaccia sanitario- paziente. Patient engagement Un capitolo a parte è l’aiuto dei sistemi web based sulla capacità di poter ottenere un vero Patient Engagement. I pazienti possono essere visitati con latenze molto lunghe, 3,4 mesi alle volte. Quindi rinforzare i messaggi terapeutici, consigli sugli stili di vita, dietetici e di attenzione a vari aspetti della malattia non sono facili da “somministrare” in maniera continuativa. Attualmente il sito e la pagina Facebook della Fondazione Italiana del Rene, con post ogni 2 giorni riguardanti vari aspetti della malattia (dietetici farmacologici, di consigli e raccomandazioni) riesce ad arrivare a più di 3000 persone che seguono regolarmente i consigli. Il rinforzo di messaggi clinici e di consigli sanitari si è rivelato fondamentale nell’aiutare diversi pazienti a fare scelte oculate. Le domande che vengono poste sono tante e le risposte, fornite in tempi brevi, riescono a fidelizzare i pazienti, offrendo un panorama vasto di info grafiche, post, video . Riteniamo che solo sistemi “web based” sui social possano dare risposte così diversificate, ad ampio raggio e continuative, tali da mantenere alta l’attenzione, l’interesse e la capacità di seguire a lungo termine regimi dietetico-farmacologici così compiessi.
  • 31. La Sanità prossima ventura Pag. 31 Rassegna delle soluzioni disponibili L’obiettivo della panoramica su alcune soluzioni disponibili è fornire elementi conoscitivi rispetto a casi di successo relativi ad alcuni ambiti specifici quali la Telemedicina, la gestione “intelligente” della somministrazione di terapie farmacologiche e la bio-sorveglianza. Lungi dal voler essere esaustivi, in un mercato in rapida crescita ed evoluzione, abbiamo voluto rappresentare alcune Aziende socie IMIS che si propongono esponendo casi reali di successo riferiti a loro Clienti italiani. Telemedicina UniSalute: “Monitor Salute” Monitor Salute è il servizio che garantisce il monitoraggio a domicilio di alcune patologie croniche quali diabete, ipertensione e BCPO (Broncopneumopatia Cronica Ostruttiva) attraverso l’utilizzo di appositi devices al domicilio che rilevano i parametri e li trasmettono in tempo reale a medici e infermieri specializzati che li monitorano costantemente. Il servizio è offerto da UniSalute, la compagnia del Gruppo Unipol leader nell’offerta di polizze sanitarie in collaborazione con SiSalute, società di servizi di UniSalute. La piattaforma tecnologica è stata realizzata da H&S, società italiana del Gruppo CGM-CompuGroup. L’assicurato UniSalute compila un questionario on line e, se presenta i requisiti clinici prestabiliti, riceve gratuitamente al domicilio gli apparecchi per monitorare in modo semplice e continuativo il proprio stato di salute. I devices trasmettono i parametri in tempo reale alla Centrale Operativa di UniSalute dove medici e infermieri specializzati (Case Manager) effettuano un monitoraggio costante. Il team UniSalute interviene tempestivamente laddove si presentino degli alert clinici, contattando il paziente per offrire suggerimenti e raccomandazioni sul proprio stato di salute, in accordo con il medico curante.
  • 32. La Sanità prossima ventura Pag. 32 Grazie a questo servizio il paziente diventa più autonomo e consapevole di ciò che può fare concretamente per mantenersi in salute e può migliorare la gestione della patologia grazie ad una maggiore aderenza al proprio piano di cura. In particolare il servizio Monitor Salute di UniSalute si propone di: • Aiutare il paziente ad assumere un corretto stile di vita in funzione delle sue caratteristiche e del suo stato di salute. • Seguire un piano di monitoraggio delle sue condizioni di salute tramite l’utilizzo in autonomia di semplici dispositivi medici direttamente a casa propria. • Aiutare il paziente a seguire il percorso di cura che il suo Medico curante/specialista ha già formulato. • Contare sulla disponibilità e supporto dei nostri professionisti che monitoreranno il suo stato di salute, lo contatteranno in caso di esigenze circa il suo piano di monitoraggio e piano di cura e saranno a sua disposizione in caso di necessità. I DEVICES PER LA MISURAZIONE DEI PARAMETRI I dispositivi che vengono consegnati in comodato d’uso al paziente variano in base alla patologia del paziente stesso e sono: • lo sfigmomanometro da braccio • il saturimetro da dito • il glucometro • uno smartphone che funge da Centralina di trasmissione dati, dotato di app interattiva. Quando un cliente è in sovrappeso riceve anche una bilancia per il controllo del peso 1 volta alla settimana. Quando il cliente utilizza il dispositivo, il valore che rileva viene prima trasmesso allo Smartphone e poi da questo alla centrale Monitor Salute. Il cliente, una volta illustrato il piano, deve solo procedere a rilevare i parametri nei giorni e orari programmati. Può contattare la Centrale operativa negli orari di apertura del Servizio (8-22 lun-sab esclusi i festivi) per informazioni, colloqui con il personale sanitario, segnalazione di guasti o malfunzionamenti.
  • 33. La Sanità prossima ventura Pag. 33 IL PIANO DI MONITORAGGIO I clienti vengono supportati nell’aderenza ad un piano di monitoraggio che prevede: • per gli ipertesi la rilevazione della pressione 2 volte alla settimana, • per i clienti affetti da BPCO cronica la rilevazione della saturazione 3 volte alla settimana. • per i clienti diabetici il piano è modulato a seconda delle condizioni e delle prescrizioni del loro curante (specialista diabetologo). In particolare il servizio prevede: • L’invio di notifiche periodiche sullo smartphone per ricordare al cliente di effettuare le rilevazioni nei giorni e negli orari programmati; • Un contatto da parte del personale sanitario della Centrale operativa in caso di valori alterati; • Un contatto da parte del personale della Centrale operativa nel caso in cui non pervengano le misure previste nella settimana; • Un contatto periodico per interventi di educazione sanitaria volti alla modifica degli stili di vita e al riconoscimento precoce dei sintomi di aggravamento da parte dei medici o dei case manager Qualora vengano rilevati valori alterati, medici e infermieri prendono visione dei valori e contattano il cliente per chiedere il suo stato di salute e le sue condizioni fisiche, per far ripetere la misura se necessario e per fornire alcuni consigli e indicazioni utili per un corretto comportamento. Nel caso in cui persistano valori alterati nel tempo, il cliente viene inviato a rivolgersi al suo medico curante o al suo specialista di riferimento. Non sono previste (perché vietate dalla normativa vigente) prescrizioni farmacologiche telefoniche. Il servizio Monitor Salute non si sostituisce al medico curante del paziente. Il medico curante rimarrà sempre il punto di riferimento del paziente e il servizio Monitor Salute lo potrà aiutare a seguire al meglio le sue indicazioni e a monitorare in maniera costante i propri valori. UniSalute si rende quindi sempre disponibile a collaborare con lui.
  • 34. La Sanità prossima ventura Pag. 34 Privatassistenza Milano: "IPF-Life at Home" IPF-Life at Home rappresenta un importante progetto pilota rivolto alla creazione di una rete di assistenza domiciliare territoriale per la presa in carico e la gestione domiciliare di pazienti affetti da fibrosi polmonare idiopatica (IPF) La IPF è una patologia polmonare da causa sconosciuta, cronica, progressiva ed invalidante. Il progetto si prefigge la creazione di un piano di assistenza domiciliare integrato multidisciplinare e modulabile che si faccia carico di pazienti con IPF con un approccio variabile in base alle esigenze e alle diverse fasi della patologia e che riduca gli accessi ospedalieri, sia per ricoveri che ambulatoriali, facilitando l’assistenza al domicilio. Scopo del progetto è il miglioramento della gestione della malattia al domicilio con riduzione del numero di ricoveri e miglioramento della qualità̀ della vita dei pazienti e delle famiglie. Ideato e implementato dalla Cooperativa Servizi Domiciliari Integrati, da sempre all’avanguardia sul tema della tecnologia applicata all’assistenza sanitaria domiciliare, si avvarrà̀ della collaborazione dei Centri Privatassistenza Milano Centro, Segrate, San Giuliano Milanese e Ospedale Melegnano – Vizzolo e dei loro operatori qualificati per quanto riguarda la gestione dei pazienti ed il servizio di call center. La piattaforma tecnologica è di H&S CGM.
  • 35. La Sanità prossima ventura Pag. 35 Welmed Welmed è un’innovativa piattaforma informatica progettata e certificata per l’erogazione di servizi di telemedicina (tele- visita, tele-consulto, tele-cooperazione, ecc.). La piattaforma Welmed: • permette di digitalizzare il processo clinico intra ed extra ospedaliero facilitando l’interazione medico-paziente e la collaborazione medico-medico, anche per patologie complesse; • favorisce l’integrazione ospedale-territorio, permettendo alle strutture sanitarie di sviluppare i servizi di telemedicina senza limiti di utenti, di volumi di operazioni, di geografia; • abilita numerosi servizi in grado di accompagnare e agevolare il paziente lungo il percorso che compie nell’ambito del sistema sanitario mentre affronta una malattia (c.d. Patient Journey); • consente uno scambio documentale bidirezionale medico-paziente e offre un repository clinico illimitato per pazienti e medici; • potenzia e agevola la pratica clinica attraverso un utilizzo intelligente e interoperabile dei dati con l’ausilio si strumenti di machine learning e intelligenza artificiale. Si tratta di una piattaforma di Telemedicina certificata che consente la digitalizzazione di tutta l’attività clinica e l’erogazione di tutte le prestazioni di telemedicina indicate nelle linee guida ministeriali: tele-visita, tele-consulto e tele-cooperazione, coprendo le esigenze che si manifestano lungo l’intero patient journey, sia extra- che intra-ospedaliero e indipendentemente dal regime di erogazione (privato, convenzione assicurativa, SSN), consentendo una pratica clinica agevolata e aumentata grazie ad un utilizzo intelligente e interoperabile dei dati e con l’ausilio di strumenti di machine learning e intelligenza artificiale. Grazie alle proprie caratteristiche tecniche i servizi di telemedicina di WM possono essere configurati e implementati velocemente, senza la necessità di costosi investimenti per l’acquisizione di licenze (tipici delle soluzioni on-premises). La piattaforma si rivolge a Strutture Sanitarie, Aziende farmaceutiche, Assicurazioni, Farmacie, Società̀ Scientifiche intenzionate a creare un vero e proprio ecosistema digitale per Medici e Pazienti, in grado di rendere la pratica clinica facile, efficace e a valore aggiunto: l’Ospedale Diffuso che entra nelle “case” di tutti.
  • 36. La Sanità prossima ventura Pag. 36 Questo grazie alla creazione di una community trusted sempre connessa, patient-centered che utilizzi strumenti tecnologici avanzati per erogare prestazioni, connettere e raccogliere dati sanitari in modo sicuro, conforme alla normativa e intelligente. Welmed offre al Cliente la possibilità di dimensionare la spesa annua sulla base del volume di attività previsto a budget e di adeguarla di anno in anno rispetto all’effettivo utilizzo dei servizi di telemedicina, in modo da evitare il sovradimensionamento delle risorse. Scendendo ad analizzare le caratteristiche delle singole tipologie di prestazioni: • Televisita: i servizi attualmente disponibili sulla piattaforma mettono a disposizione dei pazienti una segreteria medica, danno la possibilità di effettuare ricerche e selezione di singoli medici o équipes, effettuano comunicazioni in differita (richieste di pareri dietro invio di documentazione) e in tempo reale audio-video, inoltro di immagini cliniche DICOM, inoltro di dati relativi ai parametri misurati in telemonitoraggio. La piattaforma, qualora utilizzata da strutture private, gestisce anche tutti gli adempimenti e i processi amministrativi (fatturazione, pagamento, ecc.). • Teleconsulto: i medici afferenti alla piattaforma possono connettersi fra loro condividendo pazienti e documentazione clinica, nonché organizzando riunioni multidisciplinari virtuali. La visibilità di quanto scambiato e caricato su piattaforma dal paziente è condivisa tra tutti i medici connessi tra di loro e collegati al paziente (care team), secondo un sistema definito di permessi. • Telecooperazione: la piattaforma consente dietro permesso della struttura sanitaria di estendere le utenze anche ad operatori sanitari del territorio (compresi MMG e PLS), per la realizzazione di consulenza di primi pareri, secondi pareri e continuità assistenziale. • Telemonitoraggio: la piattaforma consente ai pazienti di inviare alla struttura ospedaliera e agli operatori sanitari i parametri derivanti da device di monitoraggio dei parametri (pressione arteriosa, frequenza cardiaca, saturazione di ossigeno, frequenza respiratoria, elettrocardiogramma, glicemia) attraverso inserimento manuale dei parametri da parte del paziente oppure tramite tecnologia wireless (ad esempio Bluetooth) oppure ancora mediante integrazione di specifici devices individuati dal cliente. Per la realizzazione del telemonitoraggio dei pazienti acuti/instabili in tempo reale tramite centrale operativa e sistema di alert ci si integra con terze parti specializzate e qualificate.
  • 37. La Sanità prossima ventura Pag. 37 Casi di successo: Ospedale San Raffaele (Milano) Obiettivo del servizio è quello di digitalizzare tutta l’attività clinica eseguibile non in struttura (quota parte di visite specialistiche ambulatoriali, visite di valutazione pre e post-operatoria, consegna immagini radiologiche, presa in carico, follow-up dei pazienti cronici, second opinion, multidisciplinarietà, referral per prime visite), nonché stabilire network ospedale-territorio e diffondere le competenze di eccellenza oltre i confini fisici e il normale bacino di utenza. Nei primi 6 mesi dall’avviamento del portale di Telemedicina sono stati gestiti 13.000 Pazienti sull’intero territorio nazionale da parte di 410 medici e sono state eseguite 4.400 televisite con piena copertura di tutte le specialità cliniche. Maggiori informazioni sul caso possono essere scaricate a questo link: https://youtu.be/VQSXaRmA7uo Casi di successo: Novartis Novartis utilizza Welmed per mettere in rete le ematologie trapiantologiche, per realizzare un modello Hub&Spoke per l’erogazione delle terapie CAR-T, per un corretto refferal dei pazienti candidabili a tali terapie. Ad un anno dall’avvio del progetto è stato effettuato l’onboarding di tutti i centri Hub (erogatori di terapia) e di 57 Spoke (centri referral), con copertura di tutte le regioni italiane. Di seguito link a video in cui Novartis spiega i vantaggi della piattaforma: https://asset-welmed.s3-eu-west-1.amazonaws.com/video/cart.mp4 Di seguito un altro link a Webinar sponsorizzato da NOVARTIS alla scorsa Milano Digital Week che spiega i vantaggi della piattaforma (ne sono scaturiti più di 2 milioni di visualizzazioni) https://www.milanodigitalweek.com/novartis-connessi-per-la-vita-car-t-e-telemedicina-a-supporto- dei-pazienti/
  • 38. La Sanità prossima ventura Pag. 38 Azienda Sanitaria Universitaria Giuliano-Isontina – Regione Friuli-Venezia Giulia “Healthnet”, progetto finanziato dall’Unione Europea che vedeva l’Azienda Giuliano-Isontina (ai tempi dell’avvio del progetto si chiamava ASUITs) come soggetto capofila, ha coinvolto persone anziane con pluripatologie seguite a domicilio e in quattro residenze convenzionate (Ad Maiores, Casa di riposo San Domenico, Villa Verde e Casa Emmaus). Nell’ultimo anno, il progetto ha incluso anche la Casa Circondariale di Trieste. Il target di persone coinvolte, proprio per la condizione di salute e il rischio di aggravamento della patologia, ha portato ad indirizzare l’azione pilota al monitoraggio costante dei parametri clinici attraverso il supporto di strumenti tecnologici. Tali strumenti, collegati ad una piattaforma dedicata Health Platform (fornita da H&S – Compugroup), hanno permesso di effettuare alcune rilevazioni diagnostiche (elettrocardiogramma, esami di laboratorio, monitoraggio della pressione arteriosa) e di visualizzarli in monitoraggio continuativo. Ciò ha permesso di ridurre il rischio di acutizzazione della patologia ed evitare, pertanto, l’accesso in ospedale.
  • 39. La Sanità prossima ventura Pag. 39 La somministrazione del farmaco in dose unitaria Farmacie Comunali SpA – Trento La società “Farmacie Comunali SpA” di Trento è una società intercomunale a totale capitale pubblico i cui soci sono i Comuni di Trento, Lavis, Pergine Valsugana, Riva del Garda, Arco, Dro, Tenno, Volano, Pomarolo, Besenello, Rabbi. La società ha una Sede centrale a Trento in via Asilo Pedrotti 18 e venti farmacie di cui dieci nel Comune di Trento e le altre nei Comuni di Lavis, Pergine Valsugana, Riva del Garda, Arco, Dro, Tenno, Volano, Pomarolo, Besenello, Rabbi e un dispensario farmaceutico a Nogaredo. Di recente è stato avviato il sistema “SempliFarma(R) ®” per la preparazione automatizzata e personalizzata della terapia farmaci solidi orali per gli ospiti delle A.P.S.P. (Aziende Pubbliche di Servizi alla Persona) della Provincia di Trento. (Peraltro, il sistema è entrato in attività anche in alcuni Centri Servizi Anziani – CSA nelle Province di Padova e Belluno). Il servizio SempliFarma® è svolto grazie a sistemi tecnologici ubicati a Trento nella Farmacia Clarina di Farmacie Comunali SpA (di seguito nominata anche FARCOM Trento) a supporto delle diverse realtà del territorio, in grado di riconfezionare la terapia di ciascun paziente in bustine individuali mono/pluridose di farmaci solidi orali, sconfezionati dell’imballaggio primario e secondario, secondo le prescrizioni mediche gestite dal sistema di gestione delle terapie, suddivise per momento di somministrazione. Tali bustine (eco-compatibili e certificate secondo gli standard della Farmacopea Europea sez. 3.1.4.), facili da aprire, sono disponibili all’interno di un dispenser, appositamente progettato, destinato ad ogni paziente. Primi risultati conseguiti I primi risultati misurati in termini di incremento della produttività del personale infermieristico evidenziano un risparmio giornaliero di 10 ore di attività ogni 100 ospiti, tempo che precedentemente era utilizzato per l’allestimento delle terapie prima del giro somministrazione. Si comprende bene quanto tutto questo tempo risparmiato in attività ripetitive e a scarso valore aggiunto possa essere dedicato all’erogazione di prestazioni infermieristiche “reali”, finalizzate a una migliore gestione del Paziente/Ospite.
  • 40. La Sanità prossima ventura Pag. 40 Soluzioni per l’assistenza domiciliare APSS Trento – Salesforce L’Azienda Provinciale per i Servizi Sanitari di Trento (APSS), ha trasformato il servizio di assistenza domiciliare per 20 mila utenti, rendendolo più organizzato ed efficace. Grazie all’applicazione mobile sviluppata con Salesforce, medici, infermieri e altri professionisti sanitari possono intervenire nelle case dei pazienti accedendo in sicurezza alle informazioni necessarie per assicurare trattamenti personalizzati. «Con Salesforce abbiamo trasformato la relazione con i nostri pazienti. Siamo in grado di offrire cure ancora più efficaci» ha affermato Ettore Turra, direttore del Dipartimento Tecnologie di APSS. L’App “@Home” è stata sviluppata con l’obiettivo di gestire le peculiarità del trattamento sanitario domiciliare centralizzando e condividendo tutte le informazioni sui Pazienti gestiti e sulle attività svolte dagli operatori territoriali. Su @Home i coordinatori dei piani di cura ricevono e smistano verso la squadra sul territorio segnalazioni provenienti da canali diversi. Le richieste di servizio a domicilio possono essere presentate agli sportelli dell’Azienda sanitaria, direttamente al telefono dai cittadini o da professionisti interni attraverso un sito Web integrato in Service Cloud. Un “case manager” svolge le prime valutazioni e definisce un piano personalizzato di intervento. «Salesforce ci dà una visione centralizzata di tutto quello che avviene sul paziente a domicilio» ha riconosciuto Turra. «Questa visuale è utile anche per i coordinatori, che possono monitorare le attività e i livelli di presa in carico dei pazienti attraverso un’efficace reportistica.» L’adozione di Salesforce ha reso più fluida la collaborazione tra le persone impegnate nei singoli interventi. “Chatter” fornisce loro una piattaforma pratica e sicura dove poter scambiare informazioni sui pazienti, in affiancamento alle loro agende sulla app. APSS ha già pensato di estendere questa condivisione ai medici di base, espandendo la visuale per il singolo paziente a tutti gli attori della cura. Gli utenti domiciliari di APSS avranno a loro disposizione una rete di medici, assistenti e familiari ancora più estesa e in grado di assicurare il miglior trattamento possibile.
  • 41. La Sanità prossima ventura Pag. 41 Soluzioni per la biosorveglianza Engineering Ingegneria Informatica SpA Eng-DE4Bios è una piattaforma di biosorveglianza capace di: • definire cluster geografici delimitati di utenza (Stato, Regioni, Città, etc.) • definire il profilo sanitario del soggetto (infetto, guarito, immunizzato) • individuare la rete di relazioni sociali (famiglia, lavoro, vicini di casa, scuola) che possono aver esposto il cittadino al contagio • prevedere l’insorgenza di cluster che necessitano di attenzione elevata. La piattaforma consente: • ai medici di base di avere una vista della sua popolazione di assistiti e di chi ha già effettuato test di screening, nonché uno strumento per applicare i protocolli corretti e approcciarsi in modo sicuro ai pazienti • ai medici competenti del lavoro di avere una vista in tempo reale dei casi Covid positivi nelle aziende seguite e dei lavoratori sottoposti a test, di registrare i test rapidi eseguiti direttamente dall’azienda e di applicare i protocolli corretti e approcciarsi in modo sicuro alle attività produttive • agli operatori delle strutture sanitarie di avere indicatori dell’evoluzione dell'epidemia, una vista georeferenziata dei test effettuati (con esito e analisi del contesto famigliare, abitativo e lavorativo del soggetto), valutare in tempo reale la forza lavoro disponibile nelle strutture, e monitorare i cluster a rischio (case di riposo, contesti abitativi con molti casi positivi) • ai membri della Task-Force / Unità di Crisi regionale di monitorare in real time l'evoluzione dell’epidemia ed effettuare simulazioni epidemiologiche, identificare i cluster che richiedono attenzione (case di riposo, nuclei familiari positivizzati), avere viste georeferenziate dei test effettuati sul territorio, dei casi positivi aggregati, e dello stato di operatività di tutte le strutture regionali.
  • 42. La Sanità prossima ventura Pag. 42 I benefici sono considerevoli: • informa in tempo reale sullo stato della popolazione infettata (infetti, guariti, immunizzati, deceduti, ricoverati, ricoverati in terapia intensiva, in isolamento domiciliare) • monitora la diffusione del virus tra gli operatori sanitari (operatori infettati + operatori isolati), evidenziando il decremento o l’incremento delle forze operative • fornisce un servizio di relazioni che, a fronte di un caso positivo, individua i probabili esposti all’infezione per contatto tra membri dello stesso nucleo famigliare e i domiciliati allo stesso indirizzo • identifica i cluster a rischio (Residenze per Anziani, nuclei familiari, ambito lavorativo) su cui effettuare screening e attivare forme di isolamento preventivo • fornisce un servizio che, a fronte di un caso positivo, individua se il soggetto è un lavoratore e/o studente, i dati del datore di lavoro/scuola, indirizzo e contatti per poter ricostruire i cluster di possibili contagiati. La piattaforma è già in uso da diversi mesi in Regione Veneto e sta per essere adottata da altre Regioni italiane.
  • 43. La Sanità prossima ventura Pag. 43 Healthcare Italia 2030 Cogliere le opportunità per trasformare e innovare il Servizio Sanitario Nazionale 30/10/2020 IMIS – Istituto per il Management dell’Innovazione in Sanità Via Buenos Aires 21 – 10134 Torino (TO) Questo documento viene rilasciato con licenza Creative Commons CC-BY-NC-ND