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Prologo: prima del 1870
Roma Capitale ed il piano del 1873
Il piano del 1883 e la febbre edilizia
L’architettura di fine 800
Il nuovo secolo e Ernesto Nathan
Lo spartiacque della guerra
Roma e il fascismo
Demolizioni e Borgate
Il Foro Mussolini
Il Palazzo Littorio (Farnesina)
Fascismo e Architettura
E42/EUR
Il Dopoguerra
Abitanti 1900 circa
Altre città crescono in quei decenni in modo
pianificato e ordinato
Barcellona: il Piano 1859
Roma nel 1900: finiti i muraglioni…
…anzi un tratto crolla nel dicembre 1900
…una rarissima foto coglie l’attimo…
Molti vuoti ancora nel vecchio ghetto demolito
Corso Vittorio finito, ma senza ponte (1910)
La “Rossa” Touring
ci mostra il quadro d’insieme
Completato il Tritone, si sta
cominciando il Traforo
Cresce anche la periferia borghese (Parioli,
Liegi, Pilsudski) con viali di passeggiata
Via Salaria
Viale Flaminio
(oggi Tiziano)
Apertura Viale Parioli Villa Glori 1888
Iniziata la costruzione del Vittoriale
…con grandi demolizioni
La linea architettonica è subito criticata
“Un pisciatoio di lusso” Giovanni Papini
Arriva la corrente elettrica (1892) ed i primi tram
(1895)
Le Leggi Giolitti 1904 e 1907 aprono la strada ad
interventi positivi
• Tassa sulle aree
fabbricabili (1% poi 3%)
• Mutuo 15 milioni per
espropri di aree
fabbricabili
• Altri mutui all’Istituto Case
Popolari
• Obbligo al comune di
disciplinare costruzione
nuovi quartieri
• Legge 1908 cede al
comune Piazza d’Armi
“per costruirvi case di
pigione”
Nel 1903 nasce l’Istituto Case Popolari per dare a
tutti un confort abitativo minimo
Grandi possibilità economiche e operative in base alle
leggi giolittiane, ma inizialmente deve gestire le piaghe
ereditate: Testaccio
Inizialmente case a due piani con ingresso indipendente:
1907 inizia costruzione quartiere San Saba
San Saba Piazza Gian Lorenzo Bernini
…poi edifici a 4 o 5 piani, ma sempre con attenzione alla
qualità estetica ed abitativa
l’ICP comincia a costruire oltre Pta San Paolo:
Appio, Ostiense oltre Testaccio
Negli stessi anni, Quadrio Pirani, architetto di
San Saba, realizzava la “Piccola Londra”
…destinate a ospitare gli impiegati di alto
livello dell’apparato dello stato…
…e disegnate secondo le tendenze
urbanistiche europee
Nel 1907 nasce il Blocco Popolare (blocco Nathan)
• Radicali
• Repubblicani
• Socialisti (si sfileranno
nel 1911)
Armando Brasini, Ingresso Zoo Roma, 1910
Ernesto Nathan Sindaco 1907-1913
• Nato a Londra
• Mazziniano
• Borghese
• Anticlericale
• Irreprensibile
Programma in 4 punti
• Incremento istruzione elementare
• Tutela igiene pubblica
• Freno alla speculazione edilizia
• Promozione edilizia popolare
Interventi incisivi:16 nuove scuole in città
Non c’è trippa pe’ gatti!
Scuole rurali nell’Agro (anche come presidi anti malarici)
• Politica espropri contro monopoli dei
terreni
• Municipalizzazione dei servizi
Centrale San Paolo
20 settembre 1909: referendum per la
municipalizzazione di elettricità e tram
• 21 marzo 1911 nasce ATM (poi ATAC)
• 1912 nasce AEM (poi ACEA)
In precedenza:
• 1845 omnibus a cavallo (San Paolo - Pza Mortara)
• 1876 rete convenzionata con comune
• 1877 prima linea su binari (sempre a cavallo) Pza del
Popolo Pte Milvio
• 1895 primo tram elettrico San Silvestro Termini
Rete di tram capillare e studiata insieme al Piano
Regolatore 1909 (non sarà mai più così)
Il Pantheon era uno dei capolinea
Roma era all’avanguardia nei
trasporti
La rivista americana Electric Railway Journal, nel numero di agosto 1918, pag. 195,
informa che a Roma sono in esercizio vetture tramviarie prive di sedili, modifica
eseguita per aumentarne la capacità di trasporto.
Nathan decide di
affidare il Piano
Regolatore a un
esperto fuori
dall’ambiente romano
Edmondo Sanjust di
Teulada
(ing. capo del Genio
Civile di Milano)
La Pronipote
Virginia Sanjust di
Teulada
1909: Un piano non
perfetto ma
tecnicamente
corretto e attuabile
• Tre tipi di edifici
• Fabbricati
• Villini
• Giardini
Fabbricati: fino a 24 metri di altezza
Villini: fino a 2 piani oltre al pian terreno, e circondati
da giardino
Vllino Wille, via Andrea Cesalpino 3
Vllino Rudini, via Quintino Sella,
Vllino Ximenes via Celso, 1
Giardini: edificabili per 1/20 dell’area, con fabbricati
di pregio
Oggi, con “Piano Casa” oltre 20 villini a rischio
demolizione. Alcuni già abbattuti
Il piano realisticamente mira a mettere ordine, non a
mutare radicalmente le linee di sviluppo ormai avviate
Reazione immediata dei proprietari: nasce
la Palazzina
• Altezza 19 metri
• Fronte strada di
28 metri
• 4 piani oltre
l’attico
• 6 metri di
giardino attorno
ma non fronte
strada
Ballio Morpurgo, Palazzine della Meridiana,
1926-28
De Renzi, Sforza Palazzina Furmanik, 1940
Gio Ponti, Fornaroli, Palazzina Salvatelli, 1940
Gio Ponti, Fornaroli, Palazzina Salvatelli, 1940
Gio Ponti, Fornaroli, Palazzina Salvatelli, 1940
Pietro Barucci,
Palazzina via
dei Monti
Parioli,
1948
Due pericolosi precedenti
• Il piano regolatore visto come causa non
soluzione dei problemi di scarsità di alloggi (da
qui apertura a maggiori densità e cubature)
• Ottica “lotto per lotto” senza considerare
l’impatto della sostituzione dei villini con
palazzine per intere aree (traffico, servizi
inadeguati etc.)
Nel 1908 lo stato cede l’area di Piazza d’Armi
E’ lo spazio che nel 1890 ha ospitato
il Buffalo Bill Show 1890
Buffalo Bill perde la sfida con i butteri…
Buffalo Bill viene ricevuto da Leone XIII a San Pietro
…gli indiani
frequentano anche il
caffè Greco
Expo del 1911 occasione per lo sviluppo dell’area
…oltre che di divertimento…
Realizzato il ponte Risorgimento per collegare le due
aree dell’expo: Piazza Mazzini e via Belle Arti in
Valle Giulia
Smontati i padiglioni, rimasero le costruzioni in
muratura a Valle Giulia…
…e a Prati Delle Vittorie
Rimase soprattutto lo schema urbano ed i servizi…
…su cui si costruirà tutto il quartiere
Abitanti 1911 circa
Ricordo la nostra passeggiata del giorno
14 aprile
“Rione XXII - Prati”
Evento gratuito
Noleggio sistema di amplificazione Euro 1.50
Prenotazioni: roma@volontaritouring.it
(indicando nome, cognome e
recapito telefonico dei partecipanti)
I proprietari sabotano il piano di Nathan con
inadempienze e ricorsi.
Nel 1914 Nathan perde le elezioni
Prologo: prima del 1870
Roma Capitale ed il piano del 1873
Il piano del 1883 e la febbre edilizia
L’architettura di fine 800
Il nuovo secolo e Ernesto Nathan
Lo spartiacque della guerra
Roma e il fascismo
Demolizioni e Borgate
Il Foro Mussolini
Il Palazzo Littorio (Farnesina)
Fascismo e Architettura
E42/EUR
Il Dopoguerra
La Prima Guerra Mondiale segna un cambiamento
“epocale”
19141918
Le correnti artistiche influiscono sull’architettura
•Futurismo
•Novecento
•Metafisica
Umberto Boccioni, Officine, 1908
Umberto Boccioni, Dinamismo di un ciclista, 1913
Antonio Sant’Elia
Monumento con Lanterne, 1912
Antonio Sant’Elia - Città Nuova
Casa con ascensori esterni e sistemi di
collegamento su più piani stradali
Sant’Elia Architetto Futurista
1927-1933 Battersea A
Antonio Sant’Elia Centrale Elettrica 1914
(parte de “La città nuova”)
Un’estetica ancora attuale
Si cerca di ovviare alla crisi del dopoguerra con
l’edilizia
• La crisi non tocca il centro, ma
accentua il distacco delle periferie
• Nel 1920 si costruiscono 24,000 vani
contro 12,000 degli anni pre bellici
Forte immigrazione a Roma dalle campagne impoverite
• Aumentano le baracche (45/100 mila
persone)
• Case poverissime lungo le consolari:
Centocelle Tor Pignattara (Casilina),
Quadraro (Tuscolana), Valle Aurelia e
Forte Aurelio
Prime borgate informali…
Linea dei Castelli
Termini
San Giovanni
Appia Nuova
via Tuscolana
Quadraro
Cinecittà
…Avvicinate alla città dalle tramvie di comprensorio sia
verso i Castelli…
Linea per Fiuggi
Termini
Porta Maggiore
Casilina
Tor Pignattara
Centocelle
…che verso Fiuggi
Le baracche occupano anche luoghi più centrali
Il distacco sociale si trasformerà con il fascismo e le
sue borgate in distacco fisico
Nel 1925 Mussolini sancisce il cambio di approccio
su Roma
• Le baracche devono sparire, per
lo meno dalla vista
• I baraccati vengono criminalizzati
• Unico modo è costruire edifici al
loro posto e spostare gli abitanti il
più lontano possibile
Prosegue nel
frattempo l’attività del
Istituto Case Popolari
• Montesacro a
partire dal 1920
• Garbatella
sempre dal 1920
• Piazza Verbano a
partire dal 1925,
(INCIS)
Montesacro risente dell’influsso delle Garden Cities
inglesi
Alla testa del ponte i servizi
(chiesa, scuola negozi, parco pubblico)
Originariamente solo villini, strade ombrose e silenziose…Poi sostituiti da palazzine
Mano a mano la città si avvicina ed oggi ha
circondato e inglobato il quartiere
1920/25 Oggi
A partire dal 1935 ICP costruisce poco a nord il Tufello
Anche la Garbatella nasce sul modello delle città giardino
1920
Stile rustico rurale
Si inizia dalle “case rapide” per sfollati e senza tetto.
Il livello di ICP non è più quello di San Saba
Anche qui aumenta la densità: 1927 inizia la
costruzione degli “alberghi collettivi”
Montesacro e Garbatella sono fuori dal piano, anzi
contrari alla filosofia del piano 1909
• A capo dell’ICP è
subentrato Alberto
Calza Bini (del
gruppo Federzoni/
Proprietari)
• Quartieri lontani
valorizzano, con il
passaggio di
servizi, tutte le aree
fra essi ed il centro
• I “saldamenti” fra
aree diventa la
modalità più
comune di
espansione della
città
Alla Garbatella nasce il “barocchetto” romano
Plinio Marconi 1923 - 1926
Garbatella, Lotto 8
Alberto Calza Bini:
Casa Coop Leonardo via Avezzana, 51
Plinio Marconi 1926 -1927
Lotto 11
Innocenzo Sabbatini (1927-1928)
Albergo Rosso alla Garbatella
L’esempio “positivo” di Piazza Verbano:
governa l’edilizia intensiva e non cerca
utopicamente di opporvisi
Con la sua “pianta
aperta” si integra senza
sforzo nel tessuto della
città che cresce
Fra 1918 e 1925 si continua a costruire, in
convenzione, in zone borghesi
• Piazza Bologna
• Parioli
• Viale Romania
• Piazza Quadrata
• Aventino
• Tra Salaria e Nomentana
Lungo via Tagliamento e Corso Trieste
(Convenzione SGI)
Prologo: prima del 1870
Roma Capitale ed il piano del 1873
Il piano del 1883 e la febbre edilizia
L’architettura di fine 800
Il nuovo secolo e Ernesto Nathan
Lo spartiacque della guerra
Roma e il fascismo
Demolizioni e Borgate
Il Foro Mussolini
Il Palazzo Littorio (Farnesina)
Fascismo e Architettura
E42/EUR
Il Dopoguerra
1925: Anno di svolta
Governatorato e fascistizzazione
• Impostato piano regolatore
consegnato a Mussolini nel 1930
• Presidente della commissione il
Principe Boncompagni Ludovisi.
Membri Brasini, Piacentini, Cesare
Bazzani e l’archeologo Paribeni
• Approvato nel 1931
Il fascismo non nacque con il culto di Roma, tutt’altro
• Atteggiamento diverso di Mussolini verso
• la “Roma reale”
• la Roma antica
• la nuova Roma Imperiale
• La marcia su Roma fu l’inizio di una lunga marcia contro la
Roma reale per trasformarla al fine di costruire la Roma
Fascista
• Il mito fascista della romanità era un mito proiettato verso il
futuro, verso la creazione di una nuova grande Italia ad opera
di una nuova razza di Italiani che dovevano essere i Romani
della modernità.
...del resto nemmeno il Fascio era di ispirazione romana
Il fascio era originariamente inteso, nel
linguaggio della sinistra, come “associazione”
Quando fu introdotto
richiamava quello
“repubblicano” della rivoluzione
francese
Dopo il 1923 il simbolo viene “romanizzato”, divenne
simbolo non di libertà ma di autorità, disciplina, gerarchia
e, grazie alla complicità/ignavia di molti antichisti si costruì
una immagine antistorica di Roma come antecedente del
fascismo
…nè il saluto “romano”
…introdotto da Carmine Gallone in “Scipione
l’Africano”, 1937
Da sempre l’architettura svolge un ruolo fondamentale nel
processo formativo dell’identità...
• Identità “collettiva”
• Identità (anche) personale
Ambrogio Lorenzetti,
Il Buon Governo,
1338-39
...nelle mani di una dittatura diviene strumento di
governo, attraverso cui ottenere il consenso...
• Nella prima metà del 900 nessuno stato ha investito politicamente
nell’architettura pubblica come l’Italia
• Anche nel confronto con la germania nazista il fascismo esce
vincente sul piano delle realizzazioni
• La concretezza fisica, il risvolto sociale, il connotato funzionale
attirano il consenso anche delle persone più distanti dalla politica.
• L’entità degli interventi fiacca il dissenso dei critici verso il regime
Gaetano Minnucci:
Casa del Balilla Montesacro
1934
ma anche come strumento per educare le masse
L’architettura partecipa al processo di totalitarizzazione della
società, volto a modificare il carattere, le abitudini, le
mentalità degli italiani
Fase 1: (1922-25) Sommaria Attenzione
Fase 2: (1925-1936) Durare
Fase 3: (dopo il ’36) Osare per Educare e Plasmare
Possiamo distinguere tre fasi
Fase 1: si completa, ad esempio, la Stazione
Centrale di Milano
Forlì, cantiere della Casa GIL, 1933
Fase 2: L’Italia deve essere (e apparire) un grande
cantiere
Fase 2: Architettura per durare
• Massicce iniziative a carattere urbanistico incidono
profondamente sulla struttura del territorio (sventramenti, città di
fondazione).
• Sembra affermarsi, tra il 1933 e il 1936, il razionalismo,
seppur filtrato, che trova forte impulso anche nella committenza
dello stato (es: Case del Fascio)
• Dopo il 1936 il regime inizia a richiedere un’architettura più
“romana” e autenticamente fascista, rigettando stili troppo vicini
a modelli internazionali
La costruzione della nuova Roma
e della nuova Italia impegnò per
20 anni molti dei più originali e
dotati architetti italiani.
La costruzione della “nuova civiltà” coinvolge e
affascina gli architetti
Enrico del Debbio
Mario De Renzi
Adalberto Libera
Gaetano Minnucci
Luigi Moretti
Giuseppe Pagano
Mario Ridolfi
Mario Sironi
Marcello Piacentini
Piacentini Cini
• Guerra d’Etiopia costa 40 miliardi di lire, 20/25%
incremento delle spese statali
• Impatto negativo su finanziamento opere pubbliche
• 18 Dicembre 1935: Oro alla patria
• 6 Maggio 1936: Proclamazione dell’Impero
La Guerra d’Etiopia rappresenta una cesura
Dopo la conquista dell’impero l’attenzione si sposta
dalla valorizzazione dei ruderi alla costruzione di una
Roma autenticamente fascista
1934 19361935
Inizia la costruzione del mito
Evidente l’evoluzione delle foto scelte per la copertina
dei suoi scritti
La “vecchia” Roma era incompatibile con la
“nuova” Italia
Mano a mano Mussolini cambia atteggiamento
verso la città
• Roma ha bisogno di essere “voronofizzata” un po’. E’ troppo vecchia, troppo
scettica, troppo stanca. (Mussolini)
• “Noi non siamo passatisti, assolutamente legati ai sassi e alle macerie. Nelle città
moderne tutto deve trasformarsi.Ai tram alle automobili, ai motori le vecchie
strade delle nostre città non resistono più. Poichè in esse passa il flutto delle
civiltà. Si può distruggere per ricreare il più bello, grande e nuovo, ma mai
distruggere col gusto del selvaggio, che spezza una macchina per vedere cosa c’è
dentro.”(Mussolini, Opera Omnia, vol. XV, p219)
• Nel 1924 ogni rancore sembra scomparso
• “Roma lavora! A Roma vi sono per lo meno centomila autentici lavoratori: forse
più equilibrati, più coscienti più devoti al loro dovere che altrove (Mussolini,
Opera Omnia, vol. XX, p228-29)
Uscita traforo, largo Tritone,1920 ca.
“Il governo fascista presenterà per la
nuova Italia una nuova Roma imperiale”
(Gran consiglio, mar. 1923)
Marcello Piacentini - Grande Roma
L’idea di intervenire sulla città di Roma viene
concepita fra il 1922 e 23 insieme a a Margherita
Sarfatti
Benito Mussolini e Margherita Sarfatti con Luigi
Siciliani, sottosegretario alle Belle Arti (1923)
Cambiare Roma per cambiare l’Italia
Mussolini distingue chiaramente i problemi della capitale
in:
• Problemi della necessità (case e comunicazioni)
• Problemi della grandezza, per i quali il Duce fornisce già
la soluzione “Bisogna liberare dalle deturpazioni
mediocri tutta la Roma antica, ma accanto all’antica e
alla medievale, bisogna creare la monumentale Roma del
ventesimo secolo (21 Aprile 1924)
Il duce si mise subito all’opera per fare abbattere quanto più
era possibile della Roma che detestava: soprattutto gli ammassi
di vecchie e fatiscenti abitazioni, che nel corso dei secoli si
erano ammucchiati sui ruderi dei Fori Imperiali
La liberazione dei fori dalle case medievali era già
prevista nel piano del 1913 di Corrado Ricci,
Direttore Generale delle Belle Arti
Croce
Faccioli
Ricci
Brasini Piazza Colonna-Foro Mussolini, 1925
Armando Brasini si propone, con un progetto di
grosse demolizioni, che unisce l’ansia futurista del
piccone con una visione antichizzante
Brasini Piazza Colonna-Foro Mussolini, 1925
Il Progetto Brasini prevedeva
massicce demolizioni
Brasini ha realizzato costumi e scenografie del
QuoVadis (1924)
Armando Brasini, Palazzo INAIL, 1931
"un autentico infortunio capitato proprio alle
Assicurazioni agli Infortuni"
Benito Mussolini, 28 marzo 1932
In realtà aveva degli aspetti di pregio
In realtà aveva degli aspetti di pregio
«facciata pretenziosa e volgare e la tettoia in vetri orribile perché è
una cosa industriale, brutta, meschina, comprata un tanto al metro,
appiccicata là a far da testimonianza alla taccagneria che ha
presieduto al compimento di tutta la parte ornamentale!»
Gabriele D’Annunzio
Teatro Drammatico Nazionale Francesco Azzurri, 1886
Stazione
Termini
Il GUR Gruppo Urbanisti Romani propose nel
1929 lo spostamento ad est del centro della città
ed una serie di centri satellite serviti da una rete
stradale e ferroviaria di tipo metropolitano
Si scontrano varie fazioni
Il piano di Piacentini è contro la
tendenza a creare un nuovo centro
nella città antica
Al centro la mole littoria, più
“sobria” di quella proposta da
Palanti
Mario Palanti, L’eternale, 1924
Più alto edificio al mondo, prima dell’Empire
State building
Armando Brasini
Mole Littoria, 1937
(progetto)
Anche Brasini
propose una imponente
Mole Littoria
Gruppo la Burbera
Del Debbio, Fasolo, Aschieri ed altri
Sventramento e ricostruzione romanesco-babilonese del centro di Roma, a oriente del
Corso, secondo il progetto del “Gruppo La Burbera”, Del Debbio, Fasolo, Aschieri ed
altri, capeggiato da G. Giovannoni, strenuo difensore degli ambienti antichi
Il piano “la Burbera” prevede forti diradamenti ed una
impostazione monumentale e retorica
Prologo: prima del 1870
Roma Capitale ed il piano del 1873
Il piano del 1883 e la febbre edilizia
L’architettura di fine 800
Il nuovo secolo e Ernesto Nathan
Lo spartiacque della guerra
Roma e il fascismo
Demolizioni e Borgate
Il Foro Mussolini
Il Palazzo Littorio (Farnesina)
Fascismo e Architettura
E42/EUR
Il Dopoguerra
Piano
Regolatore
1931
• Rinnega il decentramento
• Favorisce una disordinata espansione “a macchia
d’olio”
• Incrementa la densità edilizia in tutte le zone
• Per il centro prevede sventramenti e liberazioni
archeologiche, realizzazione di assi di
attraversamento e l’apertura di Corso del
Rinascimento
• Prevista linea ferroviaria sotterranea daVillaggio
Olimpico,Tor di Quinto, Mandrione a sud, poi
cancellata
• Alcuni parchi (Appia, villa Ada, villa Dora Pamphili,
villa dei Gordiani)
Piano Regolatore 1931
Manca un piano preciso, si cerca
massimo sfruttamento del suolo
• Edilizia intensiva
• Altezza della tipologia
Palazzina elevata a 35 metri
I Fori sono il primo grande diradamento
realizzato dal regime
I Fori sono il primo grande diradamento
realizzato dal regime
I Fori sono il primo grande diradamento
realizzato dal regime
I Fori sono il primo grande diradamento
realizzato dal regime
I Fori sono il primo grande diradamento
realizzato dal regime
I Fori sono il primo grande diradamento
realizzato dal regime
I Fori sono il primo grande diradamento
realizzato dal regime
I Fori sono il primo grande diradamento
realizzato dal regime
I Fori sono il primo grande diradamento
realizzato dal regime
I Fori sono il primo grande diradamento
realizzato dal regime
I Fori sono il primo grande diradamento
realizzato dal regime
I Fori sono il primo grande diradamento
realizzato dal regime
I Fori sono il primo grande diradamento
realizzato dal regime
I Fori sono il primo grande diradamento
realizzato dal regime
I Fori sono il primo grande diradamento
realizzato dal regime
I Fori sono il primo grande diradamento
realizzato dal regime
I Fori sono il primo grande diradamento
realizzato dal regime
I Fori sono il primo grande diradamento
realizzato dal regime
I Fori sono il primo grande diradamento
realizzato dal regime
I Fori sono il primo grande diradamento
realizzato dal regime
I Fori sono il primo grande diradamento
realizzato dal regime
I Fori sono il primo grande diradamento
realizzato dal regime
I Fori sono il primo grande diradamento
realizzato dal regime
Via della Consolazione -Vico JugarioPrima
Via della Consolazione -Vico JugarioDopo
Via dell’Impero (Fori Imperiali)
• La strada è ottenuta intervenendo pesantemente nella zona di
rispetto archeologica.
• Viene ri-seppellito sotto la strada e sotto le aiuole l’84% dei 76,000
metri quadrati di scavi. Ne rimase visibile solo il 15%
• Sbancata la collina dellaVelia, gettando nella discarica migliaia di metri
cubi di materiali di epoca romana
• Nel decennale della marcia su Roma, il 28 Ottobre 1932, Mussolini la
percorre a cavallo con pennacchio bianco
•
Sbancamento collinaVelia
Il “piccone demolitore” compie la sua opera
• 1924 si inizia a demolire la zona attorno al Vittoriano
• 1925 quelle fra Arco di Giano e Tevere
• 1926 inizia liberazione Teatro Marcello
• 1926 decreto per apertura di Via Barberini (terminata nel
1932)
• 1927 creazione Largo Argentina
• 1928 aree fra Ara Coeli e Teatro Marcello
• 1929 quanto rimasto fra Ara Coeli e Pza San Marco
Nel 1930 si demolisce la collina della Velia per aprire
la via dell’Impero
• Completamente distrutto un quartiere dei tempi della
controriforma
• Eliminati oltre 5500 vani abitabili
• Immenso danno archeologico
• Per fortuna non si realizzò piano per Palazzo del Littorio
(Farnesina)
Il “piccone demolitore” continua la sua opera
• 1931 decreto per via Bissolati (aperta anni dopo)
• 1932 via del Corso, via Tomacelli per liberare Mausoleo di
Augusto
• 1935 iniziano le demolizione per Corso Rinascimento, su
progetto di Arnaldo Foschini
• 1936 Demolizione della spina di Borgo (progetto Marcello
Piacentini) completato solo con l’anno santo
• 1937 il Granarone di Urbano VIII in via XX Settembre
• 1938 si comincia ad allargare via Botteghe oscure
• 1931 decreto per via Bissolati (aperta anni dopo)
• 1932 via del Corso, via Tomacelli per liberare Mausoleo di
Augusto
• 1935 iniziano le demolizione per Corso Rinascimento, su
progetto di Arnaldo Foschini
• 1936 Demolizione della spina di Borgo (progetto Marcello
Piacentini) completato solo con l’anno santo
• 1937 il Granarone di Urbano VIII in via XX Settembre
• 1938 si comincia ad allargare via Botteghe oscure
...ma l’abbattimento della “spina” è un tema
discusso da secoli...
• La storia di S. Pietro è una storia di “demolizioni”
• L’accesso “monumentale” alla piazza è un “problema”
sin dal 400
• Non era ritenuta adeguata nemmeno la soluzione dei
colonnati del Bernini (1656-67) che prevedeva un terzo
braccio di chiusura mai realizzato, con l’abbattimento di
circa 100 metri di Borgo
• Nel 1694 Carlo Fontana già propose l’abbattimento
delle costruzioni fra le due vie di Borgo vecchio e
Borgo nuovo dallo spiazzo di Castel S.Angelo.
• Nel 1776 Cosimo Morelli (Palazzo Braschi) presentà un
altro progetto sostenuto dall’amministrazion francese
Progetto Morelli
...proposto in modo ricorrente...
• Nel 1812 analogo progetto diValadier
• 1849 durante la Repubblica Romana
abbattuto primo edificio della spina, dal lato
di Castel S.Angelo
• 1850 Domenico Capranica propone
abbattimento della spina dei borghi
• Piano Regolatore del 1873 prevede
l’abbattimento della spina
ProgettoValadier
Fino al 1930 tutte le demolizioni furono seguite da
Antonio Munoz e Corrado Ricci
• Rispetto a Haussmann, qui prevale l’aspetto archeologico
• Haussmann aveva una chiara visione della nuova Parigi
• Nessun piano complessivo alla base degli sventramenti di
Roma
• Lo studio archeologico richiedeva tanta distruzione?
Gli archeologi italiani erano arretrati
• Fermi al 476 d.c. non consideravano degno tutto
quanto è venuto dopo
• Anche gli studiosi più conservatori in Francia
avevano avanzato i limiti della archeologia fino al
XVIII secolo
• Vedevano solo il singolo monumento e non
l’importanza del contesto
• Accettarono di distruggere la città medievale e
rinascimentale come fosse una sterile colata lavica
sui resti della Roma antica
• Tutto fatto senza censire, documentare, fotografare
Mussolini come i Barberini...
Dei ruderi della Roma antica il duce recuperava tutto quanto poteva
contribuire alla costruzione della Roma mussolinea, senza riguardo per
quanto, delle vestigia della Roma imperiale, medievale o rinascimentale, era
distrutto, pur di far spazio alla nuova Roma da lui immaginata.
Il duce, in pratica, non agì diversamente da quanti, nei secoli passati, avevano
attinto alle alle rovine romane materiale per edificare, a Roma e altrove,
palazzi, chiese e case.
Via dell’Impero spezzo in due
l’unitario ambiente dei Fori
Si crea un centro sempre più congestionato
• Per secoli Roma è stata una città decentrata, con
diversi poli
• Nel XX secolo, mentre tutte le grandi città vanno
verso il decentramento, Roma si accentra
• Grandi arterie di attraversamento convergono su
Piazza Venezia all’imbuto di via del Corso (via
dell’Impero, Via del Mare, Via XX Settembre,
Botteghe Oscure)
Nascono 12 “Borgate” ufficiali per accogliere le
famiglie dislocate dalle demolizioni del centro
• Primavalle (via Pietro Maffi, piazza Alfonso Capecelatro, via e piazza Federico
Borromeo);
• Val Melaina (via diVal Melaina);
• Tufello (via delle Isole Curzolane);
• San Basilio (via del Casale di San Basilio, via Recanati);
• Pietralata (via di Pietralata, via del Peperino);
• Tiburtino III (via di Grotta di Gregna, piazza Santa Maria del Soccorso, via
Tiburtina);
• Prenestina (via di Portonaccio);
• Quarticciolo (via Lucera - od.Viale Palmiro Togliatti – viale Alessandrino);
• Gordiani (via dei Gordiani);
• Tor Marancia (via di Tor Marancia);
• Trullo (via della Magliana, via del Trullo);
• Acilia (via del Mare, via di Acilia).
Val Melaina,Tufello, Ladri di Biciclette, 1948
Delle 12 Borgate
• 5 erano entro i confini del piano (ma non previste)
• 3 incluse nel piano nel 1942
• 4 fuori dei confini del piano
Il piano del 31 non pianificava nè il centro né la periferia
Pietralata è esemplificativa. Primavalle, Tiburtino III
Trullo hanno evoluzioni simili
• Si iniziano a costruire i lotti di case a uno e due piani
(1935)
• Si aggiungono le “case” (1937) di 3 o 4 piani
• Poi i “palazzi” di 5 piani (nel dopoguerra)
Le tipologie rispecchiavano la qualità degli immobili e la
classe sociale degli abitanti
Primavalle
Val Melaina
Tiburtino III (1940)
San Basilio
Propaganda contro Realtà
• Roma raggiunge nel 1931 quasi 1
milione di abitanti
• Nel 1941 sono 1,4 milioni
• Il doppio dall’inizio del fascismo
1
2
3
4
5
6
7
1
2
3
4
5
6
7
Abitanti 1931 circa
Roma si espande “a macchia d’olio”
• Monti Parioli coperto di “Palazzine” che sfruttando i
dislivelli aumentano altezze e numero dei piani
• Spesso solo le rifiniture differenziano le palazzine dagli
intensivi
A est costruzioni arrivano a Piazza Quadrata
• Completato Quartiere INCIS a
Piazza Verbano (arrivano i servizi).
• Attorno crescono gli intensivi
• Questo fa aumentare il valore dei
terreni fino a Via Chiana e produce
un ennesimo “saldamento”
Via Chiana
Via Taro
Piazza Verbano
Sull’Aniene operano i Chigi, proprietari di una villa a
Piazza Vescovio
Si inizia con un lotto di case per i ferrovieri
(Piazza Crati)
Subito di attiva il “saldamento” che sfrutta i servizi
portati e la crescita a raggiera degli intensivi
Cso. Trieste nasce signorile ma da Pza Istria diviene
Intensiva, con case di 8 o 10 piani (Quartiere Africano)
Piazza Istria
Gli intensivi di Corso Trieste
A est anche Viale Eritrea…
A est anche Viale Eritrea…
…e, dopo la guerra, Vle Libia
Le case convenzionate spingono all’intensivo
• Sblocco dei fitti, decretato nel 1923 ma
realizzato nel 1930, genera sfratti e necessità di
case
• Agevolazioni per chi costruisce e si impegna ad
affittare a prezzi popolari (60/65 lire al mese) per
5 anni
• Il comune si accolla tutti i costi di urbanizzazione
• Tollerata tendenza per sfruttamenti molto
intensivi
Case convenzionate iniziano la costruzione anche a
Piazza Bologna
Impresa Federici costruisce edificio di 1500 vani in Vle XXI
Aprile, con annesso cinema
Mappadell’Isolato
Facciata Futurista
Poste Piazza Bologna
Le norme di fatto autorizzano l’anarchia edilizia
• Dentro il piano si costruisce in base a questo
• Fuori in base ai “criteri di massima adottati
dall’amministrazione per l’ulteriore sviluppo
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Roma dopo il 1870: Urbanistica e Architettura - Parte 2/4

  • 1. Prologo: prima del 1870 Roma Capitale ed il piano del 1873 Il piano del 1883 e la febbre edilizia L’architettura di fine 800 Il nuovo secolo e Ernesto Nathan Lo spartiacque della guerra Roma e il fascismo Demolizioni e Borgate Il Foro Mussolini Il Palazzo Littorio (Farnesina) Fascismo e Architettura E42/EUR Il Dopoguerra
  • 3. Altre città crescono in quei decenni in modo pianificato e ordinato
  • 5. Roma nel 1900: finiti i muraglioni…
  • 6. …anzi un tratto crolla nel dicembre 1900
  • 7. …una rarissima foto coglie l’attimo…
  • 8. Molti vuoti ancora nel vecchio ghetto demolito
  • 9. Corso Vittorio finito, ma senza ponte (1910)
  • 10. La “Rossa” Touring ci mostra il quadro d’insieme
  • 11. Completato il Tritone, si sta cominciando il Traforo
  • 12. Cresce anche la periferia borghese (Parioli, Liegi, Pilsudski) con viali di passeggiata Via Salaria Viale Flaminio (oggi Tiziano)
  • 13.
  • 14. Apertura Viale Parioli Villa Glori 1888
  • 15. Iniziata la costruzione del Vittoriale
  • 17. La linea architettonica è subito criticata “Un pisciatoio di lusso” Giovanni Papini
  • 18. Arriva la corrente elettrica (1892) ed i primi tram (1895)
  • 19. Le Leggi Giolitti 1904 e 1907 aprono la strada ad interventi positivi • Tassa sulle aree fabbricabili (1% poi 3%) • Mutuo 15 milioni per espropri di aree fabbricabili • Altri mutui all’Istituto Case Popolari • Obbligo al comune di disciplinare costruzione nuovi quartieri • Legge 1908 cede al comune Piazza d’Armi “per costruirvi case di pigione”
  • 20. Nel 1903 nasce l’Istituto Case Popolari per dare a tutti un confort abitativo minimo
  • 21. Grandi possibilità economiche e operative in base alle leggi giolittiane, ma inizialmente deve gestire le piaghe ereditate: Testaccio
  • 22. Inizialmente case a due piani con ingresso indipendente:
  • 23. 1907 inizia costruzione quartiere San Saba
  • 24. San Saba Piazza Gian Lorenzo Bernini
  • 25. …poi edifici a 4 o 5 piani, ma sempre con attenzione alla qualità estetica ed abitativa
  • 26. l’ICP comincia a costruire oltre Pta San Paolo: Appio, Ostiense oltre Testaccio
  • 27. Negli stessi anni, Quadrio Pirani, architetto di San Saba, realizzava la “Piccola Londra”
  • 28. …destinate a ospitare gli impiegati di alto livello dell’apparato dello stato…
  • 29. …e disegnate secondo le tendenze urbanistiche europee
  • 30. Nel 1907 nasce il Blocco Popolare (blocco Nathan) • Radicali • Repubblicani • Socialisti (si sfileranno nel 1911)
  • 31. Armando Brasini, Ingresso Zoo Roma, 1910
  • 32. Ernesto Nathan Sindaco 1907-1913 • Nato a Londra • Mazziniano • Borghese • Anticlericale • Irreprensibile
  • 33. Programma in 4 punti • Incremento istruzione elementare • Tutela igiene pubblica • Freno alla speculazione edilizia • Promozione edilizia popolare
  • 34. Interventi incisivi:16 nuove scuole in città
  • 35. Non c’è trippa pe’ gatti!
  • 36. Scuole rurali nell’Agro (anche come presidi anti malarici)
  • 37. • Politica espropri contro monopoli dei terreni • Municipalizzazione dei servizi Centrale San Paolo
  • 38. 20 settembre 1909: referendum per la municipalizzazione di elettricità e tram • 21 marzo 1911 nasce ATM (poi ATAC) • 1912 nasce AEM (poi ACEA)
  • 39. In precedenza: • 1845 omnibus a cavallo (San Paolo - Pza Mortara) • 1876 rete convenzionata con comune • 1877 prima linea su binari (sempre a cavallo) Pza del Popolo Pte Milvio • 1895 primo tram elettrico San Silvestro Termini
  • 40. Rete di tram capillare e studiata insieme al Piano Regolatore 1909 (non sarà mai più così)
  • 41. Il Pantheon era uno dei capolinea
  • 42. Roma era all’avanguardia nei trasporti La rivista americana Electric Railway Journal, nel numero di agosto 1918, pag. 195, informa che a Roma sono in esercizio vetture tramviarie prive di sedili, modifica eseguita per aumentarne la capacità di trasporto.
  • 43. Nathan decide di affidare il Piano Regolatore a un esperto fuori dall’ambiente romano Edmondo Sanjust di Teulada (ing. capo del Genio Civile di Milano)
  • 45. 1909: Un piano non perfetto ma tecnicamente corretto e attuabile
  • 46. • Tre tipi di edifici • Fabbricati • Villini • Giardini
  • 47. Fabbricati: fino a 24 metri di altezza
  • 48. Villini: fino a 2 piani oltre al pian terreno, e circondati da giardino
  • 49. Vllino Wille, via Andrea Cesalpino 3
  • 50. Vllino Rudini, via Quintino Sella,
  • 51. Vllino Ximenes via Celso, 1
  • 52. Giardini: edificabili per 1/20 dell’area, con fabbricati di pregio
  • 53. Oggi, con “Piano Casa” oltre 20 villini a rischio demolizione. Alcuni già abbattuti
  • 54. Il piano realisticamente mira a mettere ordine, non a mutare radicalmente le linee di sviluppo ormai avviate
  • 55. Reazione immediata dei proprietari: nasce la Palazzina • Altezza 19 metri • Fronte strada di 28 metri • 4 piani oltre l’attico • 6 metri di giardino attorno ma non fronte strada
  • 56. Ballio Morpurgo, Palazzine della Meridiana, 1926-28
  • 57. De Renzi, Sforza Palazzina Furmanik, 1940
  • 58. Gio Ponti, Fornaroli, Palazzina Salvatelli, 1940
  • 59. Gio Ponti, Fornaroli, Palazzina Salvatelli, 1940
  • 60. Gio Ponti, Fornaroli, Palazzina Salvatelli, 1940
  • 61. Pietro Barucci, Palazzina via dei Monti Parioli, 1948
  • 62. Due pericolosi precedenti • Il piano regolatore visto come causa non soluzione dei problemi di scarsità di alloggi (da qui apertura a maggiori densità e cubature) • Ottica “lotto per lotto” senza considerare l’impatto della sostituzione dei villini con palazzine per intere aree (traffico, servizi inadeguati etc.)
  • 63. Nel 1908 lo stato cede l’area di Piazza d’Armi
  • 64. E’ lo spazio che nel 1890 ha ospitato il Buffalo Bill Show 1890
  • 65. Buffalo Bill perde la sfida con i butteri…
  • 66. Buffalo Bill viene ricevuto da Leone XIII a San Pietro
  • 68. Expo del 1911 occasione per lo sviluppo dell’area
  • 69. …oltre che di divertimento…
  • 70.
  • 71. Realizzato il ponte Risorgimento per collegare le due aree dell’expo: Piazza Mazzini e via Belle Arti in Valle Giulia
  • 72. Smontati i padiglioni, rimasero le costruzioni in muratura a Valle Giulia…
  • 73. …e a Prati Delle Vittorie
  • 74. Rimase soprattutto lo schema urbano ed i servizi…
  • 75. …su cui si costruirà tutto il quartiere
  • 77. Ricordo la nostra passeggiata del giorno 14 aprile “Rione XXII - Prati” Evento gratuito Noleggio sistema di amplificazione Euro 1.50 Prenotazioni: roma@volontaritouring.it (indicando nome, cognome e recapito telefonico dei partecipanti)
  • 78. I proprietari sabotano il piano di Nathan con inadempienze e ricorsi. Nel 1914 Nathan perde le elezioni
  • 79. Prologo: prima del 1870 Roma Capitale ed il piano del 1873 Il piano del 1883 e la febbre edilizia L’architettura di fine 800 Il nuovo secolo e Ernesto Nathan Lo spartiacque della guerra Roma e il fascismo Demolizioni e Borgate Il Foro Mussolini Il Palazzo Littorio (Farnesina) Fascismo e Architettura E42/EUR Il Dopoguerra
  • 80. La Prima Guerra Mondiale segna un cambiamento “epocale” 19141918
  • 81. Le correnti artistiche influiscono sull’architettura •Futurismo •Novecento •Metafisica
  • 82.
  • 84. Umberto Boccioni, Dinamismo di un ciclista, 1913
  • 85. Antonio Sant’Elia Monumento con Lanterne, 1912 Antonio Sant’Elia - Città Nuova Casa con ascensori esterni e sistemi di collegamento su più piani stradali Sant’Elia Architetto Futurista
  • 86. 1927-1933 Battersea A Antonio Sant’Elia Centrale Elettrica 1914 (parte de “La città nuova”) Un’estetica ancora attuale
  • 87. Si cerca di ovviare alla crisi del dopoguerra con l’edilizia • La crisi non tocca il centro, ma accentua il distacco delle periferie • Nel 1920 si costruiscono 24,000 vani contro 12,000 degli anni pre bellici
  • 88. Forte immigrazione a Roma dalle campagne impoverite • Aumentano le baracche (45/100 mila persone) • Case poverissime lungo le consolari: Centocelle Tor Pignattara (Casilina), Quadraro (Tuscolana), Valle Aurelia e Forte Aurelio
  • 90. Linea dei Castelli Termini San Giovanni Appia Nuova via Tuscolana Quadraro Cinecittà …Avvicinate alla città dalle tramvie di comprensorio sia verso i Castelli…
  • 91. Linea per Fiuggi Termini Porta Maggiore Casilina Tor Pignattara Centocelle …che verso Fiuggi
  • 92. Le baracche occupano anche luoghi più centrali
  • 93. Il distacco sociale si trasformerà con il fascismo e le sue borgate in distacco fisico
  • 94. Nel 1925 Mussolini sancisce il cambio di approccio su Roma • Le baracche devono sparire, per lo meno dalla vista • I baraccati vengono criminalizzati • Unico modo è costruire edifici al loro posto e spostare gli abitanti il più lontano possibile
  • 95. Prosegue nel frattempo l’attività del Istituto Case Popolari • Montesacro a partire dal 1920 • Garbatella sempre dal 1920 • Piazza Verbano a partire dal 1925, (INCIS)
  • 96. Montesacro risente dell’influsso delle Garden Cities inglesi
  • 97. Alla testa del ponte i servizi (chiesa, scuola negozi, parco pubblico)
  • 98. Originariamente solo villini, strade ombrose e silenziose…Poi sostituiti da palazzine
  • 99. Mano a mano la città si avvicina ed oggi ha circondato e inglobato il quartiere 1920/25 Oggi
  • 100. A partire dal 1935 ICP costruisce poco a nord il Tufello
  • 101. Anche la Garbatella nasce sul modello delle città giardino 1920
  • 103. Si inizia dalle “case rapide” per sfollati e senza tetto. Il livello di ICP non è più quello di San Saba
  • 104. Anche qui aumenta la densità: 1927 inizia la costruzione degli “alberghi collettivi”
  • 105. Montesacro e Garbatella sono fuori dal piano, anzi contrari alla filosofia del piano 1909 • A capo dell’ICP è subentrato Alberto Calza Bini (del gruppo Federzoni/ Proprietari) • Quartieri lontani valorizzano, con il passaggio di servizi, tutte le aree fra essi ed il centro • I “saldamenti” fra aree diventa la modalità più comune di espansione della città
  • 106. Alla Garbatella nasce il “barocchetto” romano
  • 107. Plinio Marconi 1923 - 1926 Garbatella, Lotto 8
  • 108. Alberto Calza Bini: Casa Coop Leonardo via Avezzana, 51
  • 109. Plinio Marconi 1926 -1927 Lotto 11
  • 110. Innocenzo Sabbatini (1927-1928) Albergo Rosso alla Garbatella
  • 111. L’esempio “positivo” di Piazza Verbano: governa l’edilizia intensiva e non cerca utopicamente di opporvisi
  • 112. Con la sua “pianta aperta” si integra senza sforzo nel tessuto della città che cresce
  • 113. Fra 1918 e 1925 si continua a costruire, in convenzione, in zone borghesi • Piazza Bologna • Parioli • Viale Romania • Piazza Quadrata • Aventino • Tra Salaria e Nomentana
  • 114. Lungo via Tagliamento e Corso Trieste (Convenzione SGI)
  • 115. Prologo: prima del 1870 Roma Capitale ed il piano del 1873 Il piano del 1883 e la febbre edilizia L’architettura di fine 800 Il nuovo secolo e Ernesto Nathan Lo spartiacque della guerra Roma e il fascismo Demolizioni e Borgate Il Foro Mussolini Il Palazzo Littorio (Farnesina) Fascismo e Architettura E42/EUR Il Dopoguerra
  • 116. 1925: Anno di svolta Governatorato e fascistizzazione • Impostato piano regolatore consegnato a Mussolini nel 1930 • Presidente della commissione il Principe Boncompagni Ludovisi. Membri Brasini, Piacentini, Cesare Bazzani e l’archeologo Paribeni • Approvato nel 1931
  • 117. Il fascismo non nacque con il culto di Roma, tutt’altro • Atteggiamento diverso di Mussolini verso • la “Roma reale” • la Roma antica • la nuova Roma Imperiale • La marcia su Roma fu l’inizio di una lunga marcia contro la Roma reale per trasformarla al fine di costruire la Roma Fascista • Il mito fascista della romanità era un mito proiettato verso il futuro, verso la creazione di una nuova grande Italia ad opera di una nuova razza di Italiani che dovevano essere i Romani della modernità.
  • 118. ...del resto nemmeno il Fascio era di ispirazione romana Il fascio era originariamente inteso, nel linguaggio della sinistra, come “associazione” Quando fu introdotto richiamava quello “repubblicano” della rivoluzione francese Dopo il 1923 il simbolo viene “romanizzato”, divenne simbolo non di libertà ma di autorità, disciplina, gerarchia e, grazie alla complicità/ignavia di molti antichisti si costruì una immagine antistorica di Roma come antecedente del fascismo
  • 119. …nè il saluto “romano”
  • 120. …introdotto da Carmine Gallone in “Scipione l’Africano”, 1937
  • 121. Da sempre l’architettura svolge un ruolo fondamentale nel processo formativo dell’identità... • Identità “collettiva” • Identità (anche) personale Ambrogio Lorenzetti, Il Buon Governo, 1338-39
  • 122. ...nelle mani di una dittatura diviene strumento di governo, attraverso cui ottenere il consenso... • Nella prima metà del 900 nessuno stato ha investito politicamente nell’architettura pubblica come l’Italia • Anche nel confronto con la germania nazista il fascismo esce vincente sul piano delle realizzazioni • La concretezza fisica, il risvolto sociale, il connotato funzionale attirano il consenso anche delle persone più distanti dalla politica. • L’entità degli interventi fiacca il dissenso dei critici verso il regime Gaetano Minnucci: Casa del Balilla Montesacro 1934
  • 123. ma anche come strumento per educare le masse L’architettura partecipa al processo di totalitarizzazione della società, volto a modificare il carattere, le abitudini, le mentalità degli italiani
  • 124. Fase 1: (1922-25) Sommaria Attenzione Fase 2: (1925-1936) Durare Fase 3: (dopo il ’36) Osare per Educare e Plasmare Possiamo distinguere tre fasi
  • 125. Fase 1: si completa, ad esempio, la Stazione Centrale di Milano
  • 126. Forlì, cantiere della Casa GIL, 1933 Fase 2: L’Italia deve essere (e apparire) un grande cantiere
  • 127. Fase 2: Architettura per durare • Massicce iniziative a carattere urbanistico incidono profondamente sulla struttura del territorio (sventramenti, città di fondazione). • Sembra affermarsi, tra il 1933 e il 1936, il razionalismo, seppur filtrato, che trova forte impulso anche nella committenza dello stato (es: Case del Fascio) • Dopo il 1936 il regime inizia a richiedere un’architettura più “romana” e autenticamente fascista, rigettando stili troppo vicini a modelli internazionali
  • 128. La costruzione della nuova Roma e della nuova Italia impegnò per 20 anni molti dei più originali e dotati architetti italiani. La costruzione della “nuova civiltà” coinvolge e affascina gli architetti Enrico del Debbio Mario De Renzi Adalberto Libera Gaetano Minnucci Luigi Moretti Giuseppe Pagano Mario Ridolfi Mario Sironi Marcello Piacentini Piacentini Cini
  • 129. • Guerra d’Etiopia costa 40 miliardi di lire, 20/25% incremento delle spese statali • Impatto negativo su finanziamento opere pubbliche • 18 Dicembre 1935: Oro alla patria • 6 Maggio 1936: Proclamazione dell’Impero La Guerra d’Etiopia rappresenta una cesura
  • 130. Dopo la conquista dell’impero l’attenzione si sposta dalla valorizzazione dei ruderi alla costruzione di una Roma autenticamente fascista
  • 131. 1934 19361935 Inizia la costruzione del mito Evidente l’evoluzione delle foto scelte per la copertina dei suoi scritti
  • 132. La “vecchia” Roma era incompatibile con la “nuova” Italia
  • 133. Mano a mano Mussolini cambia atteggiamento verso la città • Roma ha bisogno di essere “voronofizzata” un po’. E’ troppo vecchia, troppo scettica, troppo stanca. (Mussolini) • “Noi non siamo passatisti, assolutamente legati ai sassi e alle macerie. Nelle città moderne tutto deve trasformarsi.Ai tram alle automobili, ai motori le vecchie strade delle nostre città non resistono più. Poichè in esse passa il flutto delle civiltà. Si può distruggere per ricreare il più bello, grande e nuovo, ma mai distruggere col gusto del selvaggio, che spezza una macchina per vedere cosa c’è dentro.”(Mussolini, Opera Omnia, vol. XV, p219) • Nel 1924 ogni rancore sembra scomparso • “Roma lavora! A Roma vi sono per lo meno centomila autentici lavoratori: forse più equilibrati, più coscienti più devoti al loro dovere che altrove (Mussolini, Opera Omnia, vol. XX, p228-29) Uscita traforo, largo Tritone,1920 ca.
  • 134. “Il governo fascista presenterà per la nuova Italia una nuova Roma imperiale” (Gran consiglio, mar. 1923) Marcello Piacentini - Grande Roma
  • 135. L’idea di intervenire sulla città di Roma viene concepita fra il 1922 e 23 insieme a a Margherita Sarfatti Benito Mussolini e Margherita Sarfatti con Luigi Siciliani, sottosegretario alle Belle Arti (1923)
  • 136. Cambiare Roma per cambiare l’Italia Mussolini distingue chiaramente i problemi della capitale in: • Problemi della necessità (case e comunicazioni) • Problemi della grandezza, per i quali il Duce fornisce già la soluzione “Bisogna liberare dalle deturpazioni mediocri tutta la Roma antica, ma accanto all’antica e alla medievale, bisogna creare la monumentale Roma del ventesimo secolo (21 Aprile 1924)
  • 137. Il duce si mise subito all’opera per fare abbattere quanto più era possibile della Roma che detestava: soprattutto gli ammassi di vecchie e fatiscenti abitazioni, che nel corso dei secoli si erano ammucchiati sui ruderi dei Fori Imperiali
  • 138.
  • 139. La liberazione dei fori dalle case medievali era già prevista nel piano del 1913 di Corrado Ricci, Direttore Generale delle Belle Arti Croce Faccioli Ricci
  • 140. Brasini Piazza Colonna-Foro Mussolini, 1925 Armando Brasini si propone, con un progetto di grosse demolizioni, che unisce l’ansia futurista del piccone con una visione antichizzante
  • 141. Brasini Piazza Colonna-Foro Mussolini, 1925
  • 142. Il Progetto Brasini prevedeva massicce demolizioni
  • 143.
  • 144. Brasini ha realizzato costumi e scenografie del QuoVadis (1924)
  • 145. Armando Brasini, Palazzo INAIL, 1931 "un autentico infortunio capitato proprio alle Assicurazioni agli Infortuni" Benito Mussolini, 28 marzo 1932
  • 146. In realtà aveva degli aspetti di pregio
  • 147. In realtà aveva degli aspetti di pregio
  • 148.
  • 149. «facciata pretenziosa e volgare e la tettoia in vetri orribile perché è una cosa industriale, brutta, meschina, comprata un tanto al metro, appiccicata là a far da testimonianza alla taccagneria che ha presieduto al compimento di tutta la parte ornamentale!» Gabriele D’Annunzio Teatro Drammatico Nazionale Francesco Azzurri, 1886
  • 150. Stazione Termini Il GUR Gruppo Urbanisti Romani propose nel 1929 lo spostamento ad est del centro della città ed una serie di centri satellite serviti da una rete stradale e ferroviaria di tipo metropolitano Si scontrano varie fazioni
  • 151. Il piano di Piacentini è contro la tendenza a creare un nuovo centro nella città antica Al centro la mole littoria, più “sobria” di quella proposta da Palanti
  • 153. Più alto edificio al mondo, prima dell’Empire State building
  • 154.
  • 155. Armando Brasini Mole Littoria, 1937 (progetto) Anche Brasini propose una imponente Mole Littoria
  • 156. Gruppo la Burbera Del Debbio, Fasolo, Aschieri ed altri
  • 157. Sventramento e ricostruzione romanesco-babilonese del centro di Roma, a oriente del Corso, secondo il progetto del “Gruppo La Burbera”, Del Debbio, Fasolo, Aschieri ed altri, capeggiato da G. Giovannoni, strenuo difensore degli ambienti antichi Il piano “la Burbera” prevede forti diradamenti ed una impostazione monumentale e retorica
  • 158. Prologo: prima del 1870 Roma Capitale ed il piano del 1873 Il piano del 1883 e la febbre edilizia L’architettura di fine 800 Il nuovo secolo e Ernesto Nathan Lo spartiacque della guerra Roma e il fascismo Demolizioni e Borgate Il Foro Mussolini Il Palazzo Littorio (Farnesina) Fascismo e Architettura E42/EUR Il Dopoguerra
  • 160. • Rinnega il decentramento • Favorisce una disordinata espansione “a macchia d’olio” • Incrementa la densità edilizia in tutte le zone • Per il centro prevede sventramenti e liberazioni archeologiche, realizzazione di assi di attraversamento e l’apertura di Corso del Rinascimento • Prevista linea ferroviaria sotterranea daVillaggio Olimpico,Tor di Quinto, Mandrione a sud, poi cancellata • Alcuni parchi (Appia, villa Ada, villa Dora Pamphili, villa dei Gordiani) Piano Regolatore 1931
  • 161. Manca un piano preciso, si cerca massimo sfruttamento del suolo • Edilizia intensiva • Altezza della tipologia Palazzina elevata a 35 metri
  • 162.
  • 163.
  • 164. I Fori sono il primo grande diradamento realizzato dal regime
  • 165. I Fori sono il primo grande diradamento realizzato dal regime
  • 166. I Fori sono il primo grande diradamento realizzato dal regime
  • 167. I Fori sono il primo grande diradamento realizzato dal regime
  • 168. I Fori sono il primo grande diradamento realizzato dal regime
  • 169. I Fori sono il primo grande diradamento realizzato dal regime
  • 170. I Fori sono il primo grande diradamento realizzato dal regime
  • 171. I Fori sono il primo grande diradamento realizzato dal regime
  • 172. I Fori sono il primo grande diradamento realizzato dal regime
  • 173. I Fori sono il primo grande diradamento realizzato dal regime
  • 174. I Fori sono il primo grande diradamento realizzato dal regime
  • 175. I Fori sono il primo grande diradamento realizzato dal regime
  • 176. I Fori sono il primo grande diradamento realizzato dal regime
  • 177. I Fori sono il primo grande diradamento realizzato dal regime
  • 178. I Fori sono il primo grande diradamento realizzato dal regime
  • 179. I Fori sono il primo grande diradamento realizzato dal regime
  • 180. I Fori sono il primo grande diradamento realizzato dal regime
  • 181. I Fori sono il primo grande diradamento realizzato dal regime
  • 182. I Fori sono il primo grande diradamento realizzato dal regime
  • 183. I Fori sono il primo grande diradamento realizzato dal regime
  • 184. I Fori sono il primo grande diradamento realizzato dal regime
  • 185. I Fori sono il primo grande diradamento realizzato dal regime
  • 186. I Fori sono il primo grande diradamento realizzato dal regime
  • 187. Via della Consolazione -Vico JugarioPrima
  • 188. Via della Consolazione -Vico JugarioDopo
  • 189. Via dell’Impero (Fori Imperiali) • La strada è ottenuta intervenendo pesantemente nella zona di rispetto archeologica. • Viene ri-seppellito sotto la strada e sotto le aiuole l’84% dei 76,000 metri quadrati di scavi. Ne rimase visibile solo il 15% • Sbancata la collina dellaVelia, gettando nella discarica migliaia di metri cubi di materiali di epoca romana • Nel decennale della marcia su Roma, il 28 Ottobre 1932, Mussolini la percorre a cavallo con pennacchio bianco • Sbancamento collinaVelia
  • 190.
  • 191. Il “piccone demolitore” compie la sua opera • 1924 si inizia a demolire la zona attorno al Vittoriano • 1925 quelle fra Arco di Giano e Tevere • 1926 inizia liberazione Teatro Marcello • 1926 decreto per apertura di Via Barberini (terminata nel 1932) • 1927 creazione Largo Argentina • 1928 aree fra Ara Coeli e Teatro Marcello • 1929 quanto rimasto fra Ara Coeli e Pza San Marco
  • 192. Nel 1930 si demolisce la collina della Velia per aprire la via dell’Impero • Completamente distrutto un quartiere dei tempi della controriforma • Eliminati oltre 5500 vani abitabili • Immenso danno archeologico • Per fortuna non si realizzò piano per Palazzo del Littorio (Farnesina)
  • 193. Il “piccone demolitore” continua la sua opera • 1931 decreto per via Bissolati (aperta anni dopo) • 1932 via del Corso, via Tomacelli per liberare Mausoleo di Augusto • 1935 iniziano le demolizione per Corso Rinascimento, su progetto di Arnaldo Foschini • 1936 Demolizione della spina di Borgo (progetto Marcello Piacentini) completato solo con l’anno santo • 1937 il Granarone di Urbano VIII in via XX Settembre • 1938 si comincia ad allargare via Botteghe oscure • 1931 decreto per via Bissolati (aperta anni dopo) • 1932 via del Corso, via Tomacelli per liberare Mausoleo di Augusto • 1935 iniziano le demolizione per Corso Rinascimento, su progetto di Arnaldo Foschini • 1936 Demolizione della spina di Borgo (progetto Marcello Piacentini) completato solo con l’anno santo • 1937 il Granarone di Urbano VIII in via XX Settembre • 1938 si comincia ad allargare via Botteghe oscure
  • 194.
  • 195.
  • 196.
  • 197.
  • 198.
  • 199. ...ma l’abbattimento della “spina” è un tema discusso da secoli... • La storia di S. Pietro è una storia di “demolizioni” • L’accesso “monumentale” alla piazza è un “problema” sin dal 400 • Non era ritenuta adeguata nemmeno la soluzione dei colonnati del Bernini (1656-67) che prevedeva un terzo braccio di chiusura mai realizzato, con l’abbattimento di circa 100 metri di Borgo • Nel 1694 Carlo Fontana già propose l’abbattimento delle costruzioni fra le due vie di Borgo vecchio e Borgo nuovo dallo spiazzo di Castel S.Angelo. • Nel 1776 Cosimo Morelli (Palazzo Braschi) presentà un altro progetto sostenuto dall’amministrazion francese Progetto Morelli
  • 200. ...proposto in modo ricorrente... • Nel 1812 analogo progetto diValadier • 1849 durante la Repubblica Romana abbattuto primo edificio della spina, dal lato di Castel S.Angelo • 1850 Domenico Capranica propone abbattimento della spina dei borghi • Piano Regolatore del 1873 prevede l’abbattimento della spina ProgettoValadier
  • 201. Fino al 1930 tutte le demolizioni furono seguite da Antonio Munoz e Corrado Ricci • Rispetto a Haussmann, qui prevale l’aspetto archeologico • Haussmann aveva una chiara visione della nuova Parigi • Nessun piano complessivo alla base degli sventramenti di Roma • Lo studio archeologico richiedeva tanta distruzione?
  • 202. Gli archeologi italiani erano arretrati • Fermi al 476 d.c. non consideravano degno tutto quanto è venuto dopo • Anche gli studiosi più conservatori in Francia avevano avanzato i limiti della archeologia fino al XVIII secolo • Vedevano solo il singolo monumento e non l’importanza del contesto • Accettarono di distruggere la città medievale e rinascimentale come fosse una sterile colata lavica sui resti della Roma antica • Tutto fatto senza censire, documentare, fotografare
  • 203. Mussolini come i Barberini... Dei ruderi della Roma antica il duce recuperava tutto quanto poteva contribuire alla costruzione della Roma mussolinea, senza riguardo per quanto, delle vestigia della Roma imperiale, medievale o rinascimentale, era distrutto, pur di far spazio alla nuova Roma da lui immaginata. Il duce, in pratica, non agì diversamente da quanti, nei secoli passati, avevano attinto alle alle rovine romane materiale per edificare, a Roma e altrove, palazzi, chiese e case.
  • 204. Via dell’Impero spezzo in due l’unitario ambiente dei Fori
  • 205. Si crea un centro sempre più congestionato • Per secoli Roma è stata una città decentrata, con diversi poli • Nel XX secolo, mentre tutte le grandi città vanno verso il decentramento, Roma si accentra • Grandi arterie di attraversamento convergono su Piazza Venezia all’imbuto di via del Corso (via dell’Impero, Via del Mare, Via XX Settembre, Botteghe Oscure)
  • 206. Nascono 12 “Borgate” ufficiali per accogliere le famiglie dislocate dalle demolizioni del centro • Primavalle (via Pietro Maffi, piazza Alfonso Capecelatro, via e piazza Federico Borromeo); • Val Melaina (via diVal Melaina); • Tufello (via delle Isole Curzolane); • San Basilio (via del Casale di San Basilio, via Recanati); • Pietralata (via di Pietralata, via del Peperino); • Tiburtino III (via di Grotta di Gregna, piazza Santa Maria del Soccorso, via Tiburtina); • Prenestina (via di Portonaccio); • Quarticciolo (via Lucera - od.Viale Palmiro Togliatti – viale Alessandrino); • Gordiani (via dei Gordiani); • Tor Marancia (via di Tor Marancia); • Trullo (via della Magliana, via del Trullo); • Acilia (via del Mare, via di Acilia). Val Melaina,Tufello, Ladri di Biciclette, 1948
  • 207. Delle 12 Borgate • 5 erano entro i confini del piano (ma non previste) • 3 incluse nel piano nel 1942 • 4 fuori dei confini del piano Il piano del 31 non pianificava nè il centro né la periferia
  • 208.
  • 209. Pietralata è esemplificativa. Primavalle, Tiburtino III Trullo hanno evoluzioni simili • Si iniziano a costruire i lotti di case a uno e due piani (1935) • Si aggiungono le “case” (1937) di 3 o 4 piani • Poi i “palazzi” di 5 piani (nel dopoguerra) Le tipologie rispecchiavano la qualità degli immobili e la classe sociale degli abitanti
  • 215. • Roma raggiunge nel 1931 quasi 1 milione di abitanti • Nel 1941 sono 1,4 milioni • Il doppio dall’inizio del fascismo 1 2 3 4 5 6 7
  • 217. Roma si espande “a macchia d’olio” • Monti Parioli coperto di “Palazzine” che sfruttando i dislivelli aumentano altezze e numero dei piani • Spesso solo le rifiniture differenziano le palazzine dagli intensivi
  • 218. A est costruzioni arrivano a Piazza Quadrata
  • 219. • Completato Quartiere INCIS a Piazza Verbano (arrivano i servizi). • Attorno crescono gli intensivi • Questo fa aumentare il valore dei terreni fino a Via Chiana e produce un ennesimo “saldamento” Via Chiana Via Taro Piazza Verbano
  • 220. Sull’Aniene operano i Chigi, proprietari di una villa a Piazza Vescovio
  • 221. Si inizia con un lotto di case per i ferrovieri (Piazza Crati)
  • 222. Subito di attiva il “saldamento” che sfrutta i servizi portati e la crescita a raggiera degli intensivi
  • 223. Cso. Trieste nasce signorile ma da Pza Istria diviene Intensiva, con case di 8 o 10 piani (Quartiere Africano)
  • 225. Gli intensivi di Corso Trieste
  • 226. A est anche Viale Eritrea…
  • 227. A est anche Viale Eritrea…
  • 228. …e, dopo la guerra, Vle Libia
  • 229. Le case convenzionate spingono all’intensivo • Sblocco dei fitti, decretato nel 1923 ma realizzato nel 1930, genera sfratti e necessità di case • Agevolazioni per chi costruisce e si impegna ad affittare a prezzi popolari (60/65 lire al mese) per 5 anni • Il comune si accolla tutti i costi di urbanizzazione • Tollerata tendenza per sfruttamenti molto intensivi
  • 230. Case convenzionate iniziano la costruzione anche a Piazza Bologna Impresa Federici costruisce edificio di 1500 vani in Vle XXI Aprile, con annesso cinema
  • 234. Le norme di fatto autorizzano l’anarchia edilizia • Dentro il piano si costruisce in base a questo • Fuori in base ai “criteri di massima adottati dall’amministrazione per l’ulteriore sviluppo della città” • Licenza legata a realizzazione servizi: si privilegino le grandi aziende e grandi lottizzazioni