2. Bonifacio VIII (Benedetto Caetani, successore di Celestino
V): aveva concezione ierocratica del potere (sulla linea di
Gregorio VII e Innocenzo III).
Filippo il bello di Francia (1285-1314): 1296 sottoposti a
tributo anche i beni della Chiesa durante le guerra con
l’Inghilterra; nonostante la bolla del papa (1296) vietò
ulteriormente l’uscita dal regno dei beni diretti a Roma.
Uno scontro diverso da quello tra Gregorio VII ed Enrico IV:
ora il Re dispone di risorse, di funzionari a lui fedeli e
sostituibili se infedeli. L’arma della scomunica poco poteva di
fronte ad uno stato nazionale e ben saldo.
3. Si creò la credenza popolare che recandosi a pregare alla
tomba di Pietro si potesse ottenere l’indulgenza plenaria:
cancellazione di ogni sofferenza penitenziale da scontarsi
dopo la morte in purgatorio.
Bonifacio VIII, il 22 febbraio 1300, fece propria tale credenza
non eretica e indisse il primo Giubileo:
un anno in cui era possibile ottenere l’indulgenza plenaria
recandosi in pellegrinaggio a Roma (non era più una crociata).
Ciò fu accolto con entusiasmo dalla cristianità. Il Giubileo
svolse molte funzioni:
Segnò il trionfo della tripartizione dell’aldilà (Purgatorio!)
Roma si mostrò come il vero e fondamentale centro della
cristianità con il papato in posizione di primato.
4. 18 novembre 1302 – concezione ierocratica
La salvezza è solo all’interno della Chiesa, guidata dal vescovo
di Roma. La Chiesa aveva il diritto/dovere di controllare e
giudicare il potere temporale dei principi.
Tutti dovevano essere sottomessi al potere del Papa.
Il tono categorico ignorava come i tempi fossero cambiati e
che i sovrani ormai avevano ben altro e autonomo potere!
Filippo il bello convocò gli Stati generali – aprile 1302 -
(assemblea: clero, nobili e terzo stato) che affermarono che il
Re aveva ricevuto il regno solo da Dio. Il papa non aveva più
alcuna funzione di mediatore poiché detentore di entrambe le
spade.
5. Giugno 1303: l’assemblea francese sollevò la questione della
legittimità dell’elezione di Bonifacio VIII e dunque della stessa
validità dei suoi atti, compresa la Unam Sanctam.
Agosto 1303: inviati del re tentarono di far prigioniero il Papa
ad Anagni per obbligarlo a convocare un concilio sulla
legittimità della propria elezione. Operazione fallita per
l’intervento del popolo (oltraggio di Anagni che destògrande
scalpore nelle cristianità).
Filippo non era miscredente ma difendeva la concezione –
carolingia – del re come figura sacra che aveva avuto da Dio il
compito di governare (vicario di Dio – Davide): consacrazione,
unzione. Il re è figura sacerdotale che può guidare la chiesa e
operare guarigioni miracolose (potere taumaturgico).
6. Ha grande concezione del potere politico e della sua missione.
De monarchia (1310-1311):
I libro: L’uomo è chiamato a una duplice esistenza (terrena e
ultraterrena) poiché ha una duplice natura (materiale e
spirituale): tende alla felicità terrena e alla beatitudine celeste.
La ragione cerca la prima, la fede guida alla seconda.
L’imperatore regge l’uomo e frena la sua cupidigia, il Papa
guida gli uomini alla salvezza eterna.
II libro: l’esercizi dell’autorità imperiale spetta di diritto al
popolo romano per volontà divina.
III libro: l’imperatore riceve direttamente da Dio l’autorità di
governare il mondo, ma non può sovrastare il Papa (deve
essere sottomesso come un figlio).
7. 1313 – morte di Enrico VII del Lussemburgo.
Nella Commedia Dante si dipinge come un profeta
dell’imminente intervento di Dio che salverà il mondo dal
caos generato dalla politica di Bonifacio VIII che ha peccato di
cupidigia – lupa famelica – mediante un inviato divino – veltro
– che riporterà ordine e pace.
Dante non cadde mai nell’eresia poiché criticò alcuni papi,
mai l’istituzione del papato (come fece invece Lutero
definendola Anticristo).
Criticò l’uomo Bonifacio VIII e il suo operato, ma non i suoi
atti come papa: il giubileo e restò scandalizzato dall’oltraggio
di Anagni.
8. Papato e Impero nel Trecento
1305 elezione del francese Clemente V
1309 elezione di Giovanni XXII e scelta di Avignone
come sede definitiva del papato (fino al 1378)
1314 lettera di Dante ai cardinali riuniti a Carpentras
contro la cupidigia e lo spostamento della sede papale
da Roma
1328: Ludovico incoronato imperatore a Roma e il suo
diritto deriva esclusivamente dal popolo romano
(Marsilio da Padova, Defensor pacis) e dichiara
deposto Giovanni XXII
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9. 1338: l’assemblea di principi tedeschi afferma che
l’imperatore da loro eletto non ha bisogno della
consacrazione papale.
1356: Bolla d’ora di Carlo IV – sono 7 i principi tedeschi
che eleggono l’imperatore: 3 ecclesiastici e 4 laici. Essi
sono sovrani e autonomi nel loro potere. Essere
imperatore è ormai una carica onorifica, svuotata
d’ogni potere.
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10. 1315- Occidente preda della carestia dovuta a tre anni di
eccessiva piovosità e forse all’inizio di una fase fredda nel
clima; seguirono crisi alimentari locali più o meno gravi
(alimentazione di fortuna per mancanza di cereali e dunque si
ebbe una dieta scadente che facilitava le epidemie).
1347/1350 – Epidemia di peste in Europa: peste bubbonica e
peste polmonare (mortalità 40%-70%, 100%), chiaramente
facilitata dalle grave carenza igienica della vita quotidiana.
Contagio favorito dai traffici commerciali dei Genovesi e dei
Veneziani (pax mongolica in Asia centrale). Tutto iniziò con
l’assedio di Caffa in Crimea e poi si espanse a ovest fino a
Messina e da li verso il nord.
11. Morì almeno circa 1/3 della popolazione europea e la peste
rimase endemica fino al XVIII secolo in molte zone del
continente. Non colpiva tutti e non aveva la stessa virulenza,
ma compariva con micidiale ritmicità.
13. Villaggi scomparsi: abbandono delle terre da parte dei
contadini:erano le terre peggiori che rendevano poco poiché
da poco dissodate, la crisi demografica comportava poca
popolazione e quindi diveniva poco conveniente la
coltivazione. Le città, decimate dalla peste, chiedevano
manodopera a salari più alti. Per far fronte a questi costi
maggiori i mercanti utilizzarono una nuova forma di
misurazione del tempo (orologio): era il tempo del mercante
d’affari che sostituiva quello liturgico e stagionale (Le Goff).
Si verificò il calo del prezzo dei cereali (1380-1480) e
conseguenti rivolte dei contadini di fronte alle immutate
richieste fiscali dei sovrani/nobili : 1378 tumulto dei ciompi
1358 – guerra dei Cent’anni – jacquerie
1381 – contadini inglesi uniti ai predicatori religiosi (John Ball)
14. Riflessi della peste nella psicologia collettiva:
Flagellanti in Germania: riflettevano un’immagine negativa
del divino poiché interpretavano la peste come una punizione
divina prossima nell’aldilà.
La peste riportò in auge anche il tema del destino ultraterreno
dell’uomo: l’arte sviluppò la tendenza macabra – morte – per
spingere l’uomo alla conversione e alla riflessione sul suo
destino (Trionfo della morte, Danza macabra): la morte era
sempre la protagonista della processione poi seguivano gli
uomini disposti in ordine gerarchico. Monito a non seguire le
lusinghe di questo mondo (gloria, onore, ricchezza) ma a
coltivare la salvezza dell’anima, per non subire il giudizio
divino.
15. Dall’ansia generale per il castigo divino emerge il culto di
Maria: ella diventa l’avvocato difensore dell’umanità, colei che
intercede per ottenere misericordia (Dante) di fronte a Dio
castigatore (vedi dipinti della Vergine che protegge gli uomini
col suo mantello).
Anche i Santi diventano intermediatori in favore dell’uomo
peccatore grazie alla dottrina delle indulgenze che li vedeva
protagonisti con le loro reliquie al fine di conquistare il
Purgatorio e la permanenza più corta possibile anche in
questo luogo dell’aldilà ormai raffigurato dai predicatori come
un inferno temporaneo (vedi le grandi raccolte di reliquie di
Federico di Sassonia o dell’Arcivescovo di Halle).
16. Peste, carestie, guerre … potevano essere anche opera di
Satana, non di Dio, che agiva mediante suoi agenti umani
spietati: gli ebrei furono ripetutamente accusati; ingaggiati
per sterminare la cristianità da Satana (avvelenatori di pozzi),
si videro protagonisti di tumulti antiebraici fin dal 1348.
La comunità, impotente a capire cosa stava avvenendo e a
trovarne la causa, cercava capri espiatori; tale processo
avveniva contro una categoria credibile ed estrinseca poiché
già godente di cattiva fama (gli ebrei erano l’unica minoranza
religiosa e “avevano ucciso” Gesù) su cui scaricare la colpa.
Questo era un meccanismo di difesa illusorio che non
aggrediva le vere cause del male, ma generava un momento
euforico di scarico collettivo d’ansia e nella punizione del
colpevole un momento catartico e liberatorio.
17. Da XV secolo si delinea chiaro il concetto di strega: una
donna che aveva stipulato un patto col diavolo (rapport
sessuali) per ottenere poteri misteriosi e strumenti
soprannaturali.
Esse divennero capro espiatorio per tutto ciò che nella vita
quotidiana era inaspettato, imprevisto, critico e drammatico,
capace di distruggere dall’interno una famiglia o una piccola
comunità.
Le streghe son donne, perché la donna nella società del tempo
è individuo marginale, in una società decisamente gestita dai
maschi, e vista con ostilità (lussuriosa, incapace di dominare le
proprie passioni, senza anima …): dunque era perfetta per far
da agente a satana.
18. Alla fine del Trecento tutte le grandi istituzioni medievali
avevano perso il loro ruolo o lo avevano profondamente
mutato:
Il Papato: nel 1347 Cola di Rienzo, approfittando della
lontananza del Papa ad Avignone, si fa proclamare
tribuno del e afferma che il popolo romano è l’unico che
può conferire la dignità imperiale.
Il suo “sogno” anacronistico, peraltro seguito dal Petrarca,
fallì poiché anche la situazione politica germanica ed
italiana stava cambiando: stava finendo il principio della
supremazia imperiale sulla Penisola.
19. Le Signorie italiane
XIII secolo: in Italia i Comuni si stavano trasformando in
signorie “mascherate” da istituzioni repubblicane: capitani del
popolo, podestà perpetui erano i nomi formali mantenuti dai
vari signori al potere; in sostanza i comuni erano ormai
dominati da potenti signori che avevano svuotato le strutture
politiche e avevano ridotto i cittadini al ruolo di sudditi (erano
di fatto monarchie in cui il signore deteneva i poteri di banno).
I signori dal canto loro dovevano uscire da queste posizioni di
potere ambigue e soggette all’accusa di usurpazione del potere:
Gian Galeazzo Visconti nel 1395 divenne duca di Milano,
diventando un principe legittimo. Lo stesso fecero altri:
Gonzaga (1433, marchesi di Mantova), Este (1452, duchi di
Modena e, 1471, Ferrara), Montefeltro (1474, Urbino).
Naturalmente tutti pagavano somme favolose agli imperatori
per un titolo nobiliare.
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21. Principati e truppe mercenarie
I nuovi principi avevano bisogno di truppe per la loro politica di
difesa e attacco: inizialmente furono tedeschi e inglesi, e poi
italiani; erano cavalieri, combattenti a cavallo, diversi dai fanti
inglesi o dai fanti mercenari svizzeri del XV secolo.
I comandanti italiani erano di alto livello sociale e spesso
signori di un loro territorio ove alloggiavano gli eserciti durante
gli inverni (Malatesta, Montefeltro).
Sono principi e condottieri, mercenari la cui figura ambigua e
sfuggente più famosa è Francesco Sforza che divenne prima
marchese di Ancona e poi duca di Milano (1450) con un colpo
di stato.
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22. La politica italiana
I principi sono spesso figure discutibili nel comportamento, il
cui agire politico si caratterizzò per spregiudicatezza ed efferati
delitti (Gian Galeazzo Visconti uccise lo zio Barnabò per il
potere in Milano nel 1385).
Eppure anch’essi cercavano di porre rimedio e salvare l’anima a
causa delle azioni compiute in nome della ragion di stato (vedi
la sorte dei mercanti). Si stava comunque diffondendo un
nuovo atteggiamento mentale che si poneva autonomo di
fronte alla religione e laicamente anteponeva le ragioni della
vita terrena e politica, conservazione del potere, a quelle della
vita eterna.
I principi spesero molte energie per conquistare potere e
territori, forse meno per ben amministrare i loro territori (al
contrario di quanto sostiene la storiografia dell’Ottocento).
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23. Lotte interne ai
comuni
Pieni poteri
Potere dato al
signore
Titoli nobiliari
dall’imperatore
Il signore deve
legittimarsi
Signoria che è
principato
legittimato
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24. Il Grande Scisma ( 1378-1417)
Papato ad Avignone: 1309-1376, sette papi tutti francesi
Aumentò le proprie risorse economiche attraverso le nomine
agli incarichi ecclesiastici (versamento di somme in denaro) e
l’istituzione di nuovi tributi.
Forte divenne l’accusa di avidità e mondanità.
1376: Gregorio XI tornò a Roma, alla tomba di Pietro, centro
della cristianità. Alla sua morte (1378) il popolo romano
reclamò l’elezione di un papa italiano, mentre i cardinali
francesi volevano che il nuovo pontefice tornasse ad Avignone.
Due papi vennero eletti: il romano Urbano VI e l’avignonese
Clemente VII. La cristianità era divisa e i vari re si schierarono
con l’uno o l’altro papa per ragioni politiche.
1414-1418: Concilio di Costanza, elezione di un nuovo papa e
proclamazione della teoria conciliarista.
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26. La guerra dei Cent’anni: 1337-1453
Il re d’Inghilterra aveva numerosi feudi in terra francese (sud
ovest e Fiandre) in cui il potere del sovrano francese era
praticamente assente.
1328: questione dinastica: Filippo IV di Valois e Edoardo III
reclamano entrambe il diritto di avere il trono francese poiché
Carlo IV era morto senza eredi maschi.
1337: scoppia la guerra con gli eserciti inglesi che sbarcarono sul
suolo francese e si dimostrarono per molto tempo superiori
grazie alla fanteria equipaggiata con i grandi archi (long bow)
capaci di grande gittata, penetrazione e rapidità di tiro, in grado
di mettere in seria difficoltà la cavalleria pesante francese (essa
divenne sempre più pesante e lenta e cominciò il suo lento e
inevitabile declino militare poiché le due caratteristiche erano
in evidente contrasto con il senso stesso della cavalleria).
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27. La guerra dei Cent’anni: 1337-1453
Azincourt
Crécy
Poitiers
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28. Francia e Inghilterra nel ‘400
Grande ruolo militare della fanteria inglese come arma militare
preponderante: Crecy (1346), Poitiers (1356), Azincourt (1415) –
vittorie inglesi -.
Gli inglesi dopo il 1415 occuparono Parigi e gran parte del
territorio francese sino all’apparizione di Giovanna d’Arco:
ripristinò il prestigio della corona francese e il suo ruolo
“divino” e ottenne il comando dell’esercito per scacciare lo
straniero. Liberò Orleans e fece sì che Carlo VII fosse
incoronato a Reims il 17 luglio 1429.
Fu catturata dagli inglesi e condannata al rogo come eretica nel
1431.
Essa causò la definitiva riscossa francese: 1436 riconquista di
Parigi e 1453 cacciata degli Inglesi.
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29. Inghilterra post guerra Cent’anni
Lacerata da una violentissima guerra civile tra le famiglie dei
Lancaster e degli York: entrambe sullo stemma avevano una
rosa: rossa i primi, bianca i secondi. Guerra delle due rose (1455-
1485).
La nobiltà si divise e molti cavalieri morirono: l’aristocrazia
venne indebolita durante il conflitto. Anche Shakespeare
celebrò, nella tragedia Riccardo III, il conflitto.
Enrico Tudor (Lancaster), il vincitore, sposò poi Elisabetta di
York: la casata Tudor rafforzò il potere regale a danno
dell’aristocrazia, durante tutto il Cinquecento.
I sovrani inglesi si dedicarono alla sottomissione della Scozia e
dell’Irlanda, trasformando l’Inghilterra in una grande nazione
marittima.
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31. Espansione Ottomanna
XIV secolo: espansione del piccolo stato turco di Osman
(Othman). Turchi ottomanni estremamente bellicosi e
desiderosi di espandere la fede mussulmana.
Conquistarono la Bulgaria nel 1362, la Serbia nel 1389.
1453: caduta di Costantinopoli. Fine dell’Impero Romano
d’Oriente.
La conquista fu possibile grazie all’artiglieria che rese inutili le
possenti mura della città.
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