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L'intervento con leL'intervento con le
famigliefamiglie e i gruppie i gruppi
multifamiliarimultifamiliari
Roberto Pezzano Psicologo
Mod. D.S.M. Caltagirone-Palagonia
Mod. D.S.M. Adrano-Bronte
C.D. Interdistrettuale Catania
Se cominciassimo ………….
• Legge 180 del 1978
• Legge Regionale Siciliana “riorganizzazione della tutela della salute
mentale” 1979
• Approvazione del piano relativo alla programmazione sul territorio delle
strutture per la realizzazione del servizio territoriale di tutela della salute
mentale 1981
• Istituzione di dipartimenti di salute mentale nelle USL della sicilia 1991
• Approvazione del progetto obiettivo “tutela della salute mentale 1994-96
• Approvazione del progetto obiettivo tutela della salute mentale 1998-2000
• Piano strategico per la salute mentale 2012
• Approvazione dei contenuti dei programmi terapeutico-riabilitativi delle
strutture residenziali psichiatriche
• Definizione deui percorsi di cura da attivare nei dipartimenti di salute
mentale per i disturbi schizofrenici, i disturbi dell’umore e i disturbi gravi di
personalità.
• ……… tutte normative che prevedono il coinvolgimento dei familiari
PIANO STRATEGICO SALUTE MENTALE
SICILIA
Pag. 25……
Coinvolgimento delle famiglie e degli utenti.
Il DSM integrato deve, in collaborazione con le agenzie e le istituzioni sociali del territorio,
promuovere la costituzione e l’attivazione di gruppi di lavoro e di gruppi trerapeutici di tipo
familiare o indirizzati alle famiglie, tra cui:
1) Gruppi per familiari già ispirati alla matrice dei gruppi di autoaiuto
2) Gruppi di uditori di voci
3) Gruppi multifamiliari
4) Gruppi psicoterapeutici o psicoeducazionali familiari
5) Gruppi operativi di progettazione terapeutica personalizzata
6) Gruppi appartamento familiari
7) 7 dispositivi di psicoterapia domiciliare d’appoggio e di psicoterapia familiare
8) Dispositivi di consulenza tra pari e di affiancamento e sostegno reciproco tra familiari
9) Organizzazioni di utenti e familiari esperti
Il DSM integrato attiva la consulta dipartimentale degli utenti e familiari della salute mentale
Non c’è salute
senza salute mentale
HELSINKI 2005
Nessun terapeuta può essere così motivato,Nessun terapeuta può essere così motivato,
come la famiglia del paziente,come la famiglia del paziente,
a fornire supporto emotivoa fornire supporto emotivo
e nessun altro è disposto a daree nessun altro è disposto a dare
Assistenza 24 ore al giorno,Assistenza 24 ore al giorno,
indefinitamente.indefinitamente.
(Julian Leff)(Julian Leff)
• In una prospettiva di reciprocità il supporto
emotivo viene ad essere determinante
quando il familiare è stato capace di
cambiare se stesso durante il processo di
recovery sentendosi “maturare in qualche
modo assieme” al proprio parente,
mettendosi in gioco in un precorso di
crescita che coinvolge entrambi le parti.
• Nelle diverse ricerche sulla recovery (ma vale
anche per gli uditori di voci) la presenza degli “altri
significativi” è un denominatore comune
per la capacità che essi hanno di
stimolare, sostenere e mantenere una
presenza costante, anche nei momenti più
critici della vita delle persone che stano
lottando per riprendersi
• Tratti da “Guarire si può”
• Sia dalla letteratura sulla riabilitazione
psichiatrica sia da quella sulle esperienze
vissute risulta che uno dei “fattori di svolta tanto
centrale quanto periferico nel processo di
recovery” sia stata la presenza di persone capaci
di trasmettere la speranza.
• Saper trasmettere la speranza è quanto
definisce la relazione di aiuto che si tratti o di
familiari, amici, operatori, o pari.
PRIME ESPERIENZE
• ABRAHAMS, J. e VERON, E. (1953):
Gruppo di ragazze schizofreniche e le loro madri, centrandosi nella simbiosi e
dipendenza reciproca.
• DETRE, T. et al (1961):
Gruppi di pazienti e di familiari separati e congiunti.
• HES, J. e HANDLER,S. (1961):
Gruppi congiunti di pazienti e familiari nel New Haven Hospital.
• LAQUEUR, P. (1962):
Inventore del nome e più conosciuto internazionalmente come il
promotore di questo intervento, iniziato nel padiglione di insulina di una Comunità
terapeutica di un ospedale psichiatrico pubblico negli USA.
• GARCIA BADARACCO, J. (1964):
Inizia incontri multifamiliari nell’Ospedale neuropsichiatrico Borda di Buenos Aires.
• GARCIA BADARACCO, J. PROVERBIO, N. e CANEVARO, A. (1968):
Inaugurano una Comunità Terapeutica a struttura multifamiliare per pazienti psicotici e
loro familiari, a Buenos Aires.
A CANEVARO
• Badaracco negli anni ’60 quando iniziò a
lavorare nell’ospedale psichiatrico provava una
grande frustrazione di quei luoghi e delle
relazioni tra operatori e pazienti.
• Cominciò allora a stare più con i pazienti e
sistemo’ meglio la sala dove passeggiavano
solitamente i pazienti.
• Cominciò a sedersi lì e pian piano i pazienti gli si
avvicinarono sedendosi con lui, a quel punto
pensò che era possibile organizzare dei gruppi
in quella sala tra operatori familiari e pazienti
Nascita della psicanalisi multifamiliare
Nascita della
Multifamiliare sistemica
• Laqueur……..
• La storia racconta che Laqueur negli anni 60 vide
un miglioramento dello stato d’animo nei familiari
che si scambiavano opinioni e conoscenza prima
della visita ai loro congiunti ricoverati.
• Questo spinse Laqueur alla creazione di un
“laboratorio” per i familiari dove successivamente
parteciparono anche i pazienti.
Il seguito della
Multifamiliare sistemica
• A.Cooklin, E. Asen
Negli anni ’70 Cooklin poi insieme ad Asen svilupparono il
GMF a Londra con le famiglie multiproblematiche, quindi
un intervento non solo per i grandi disturbi psichiatrici ma
anche per quelle famiglie che erano seguite da più
servizi (disturbi alimentari, problematiche minorili… etc)
si sperimenta così l’unità di giorno e cioè le famiglie con i
figli stanno insieme condividendo due giorni a settimana
con gli operatori.
Ciò permette di vedere dal vivo le relazioni tra genitori e
figli e discutere insieme le cose che andrebbero
modificate.
Dalla Psicodinamica alla sistemica
• Un discorso a parte merita A.Canevaro
che iniziò a lavorare insieme a Badaracco
con i gruppi multifamiliari.
• Trasferitosi in Italia cominciò a lavorare
con i GMF con una visione non più
psicodinamica ma sistemica, sviluppando
in particolare l’utilizzo della prossemica,
sulle emozioni, sui legami trigenerazionali
e così via.
Modello psicoeducazionale
• W.Mac Farlane
• Sempre negli anni ’70 si sviluppò il modello
psicoeducazionale di cui il maggio
rappresentante dei GMF e Mac Farlane.
• Quest’ultimo parte dal modello stress-
vulnerabilità, della Emotività-Espressa e di
conseguenza l’intervento con i familiari è più
focalizzato sul problem solving, insegna ai
genitori a gestire le problematiche quotidiane del
figlio non affrontando però le problematiche
relazionali, i conflitti etc…
Auto-mutuo-aiuto
• Vi sono dei gruppi multifamiliari un po’
atipici nel senso che hanno come idea
principale i principi dell’AMA, non sempre
ci sono operatori, spesso sono degli
incontri all’interno dell’associazioni dei
familiari
• Transgenerazionale:
almeno due generazioni
• Un gruppo “large”:
con un minimo di quattro famiglie
• Multiprofessionale:
conduzione multipla (con più figure professionali)
Un gruppo Multifamiliare deve
avere almeno queste caratteristiche
Transgenerazionale
Nei gmf partecipano i genitori con il figlio con il disagio, può partecipare anche un
familiare significativo se viene richiesto espressamente dal figlio.
Può succedere a volte che il figlio non voglia venire all’incontro, anche in questo
caso i genitori vanno accolti
Il gmf è anche una strategia per agganciare il figlio problematico
Un gruppo “large”
Un numero adeguato di familiari e figli rende il gmf molto dinamico, dove è più
facile il rispecchiamento, dove è possibile un clima collaborativo, dove i vari punti
di vista si moltiplicano….
Per cui si preferisce operare con non meno di 4 famiglie
Multiprofessionale
La pluralità delle figure professionali che partecipano ai gmf
crea una mente collettiva, dove all’interno vi sono varie
ipotesi che non si escludono ma che si integrano, non
come sommatoria, ma come visione complementare.
Ci si mette in gioco non solo come operatori ma anche come
persone.
La conseguenza di ciò è un clima di maggiore collaborazione
tra le varie figure per un intervento terapeutico più
articolato e più adeguato ai bisogni delle persone con
disagio e delle loro famiglie.
- rabbia
- incredulità
- disperazione
- impotenza
- paura
- follia
I familiari devono lavorare sulle emozioni:
I luoghi
I gmf si possono tenere in varie sedi:
- CSM
- Centro Diurno dell’SPDC
- Comunità Residenziali
- Studio privato (poche eperienze)
- Centri socio-culturali
gli incontri
• si svolgono ogni 15 giorni.
• C’è chi li svolge una volta a settimana,
nella nostra esperienza, farlo ogni 15
giorni permette alle famiglie e ai figli di
elaborare quello che si è discusso
nell’incontro
Invio
• Gli invii al gmf possono essere fatti da:
- psichiatra che segue l’utente
- servizi sociali
- tramite passaparola di familiari che già
partecipano al gruppo
- associazioni dei familiari
- etc..
Lavorare con
i gruppi
multifamiliari
H.P. Laqueur
J.G.Badaracco
MODELLO SISTEMICO
MULTIFAMILIARE
GRUPPO A.M.A. UTENTI
GRUPPI DI SOSTEGNO
MULTIFAMILIARE
Italia-Europa-Stati Uniti
MODELLO
PSICOEDUCAZIONALE
MULTIFAMILIARE
Stati Uniti-Inghilterra-Italia
J.Falloon. Mc. Farlane
MODELLO
PSICOANALITICO
MULTIFAMILIARE
ItaliaItalia
A. NarracciA. Narracci
ArgentinaArgentina
J.G.BadaraccoJ.G.Badaracco
A.Canevaro
Marlborough FamilyMarlborough Family
Service -Service - LondraLondra
A.A.Cooklin E.AsenCooklin E.Asen
R. CanovaR. Canova ITALIA
Italia
A.Canevaro
C.Bernardi e al.
Pezzano, Auteri
GRUPPI MULTIFAMILIARI
-A. Cooklin E.Asen (Marlborough-Inghilterra)
Multi Family Model (sistemico)
Unit day
-Badaracco (Argentina)
-Narracci (Italia)
Laboratorio di Psicoanalisi Multifamiliare)
-A.Canevaro- C.Berardi, Pezzano, Auteri (Italia)
Gruppi Multifamiliari Sistemico / AMA
-Mc. Farlane (USA)
-J. Falloon (Inghilterra)
Multifamily Group Psycoeducation
LAVORARE CON LE FAMIGLIE
- Y.O. Alanen (Finlandia)
Intervento sulle Psicosi (fam. ed individ.) con i familiari
Trattamento adeguato al bisogno
- J. Seikkula (Lapponia occidentale)
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con Team (psichiatra, psicologo e inf.prof.le) e altre figure importanti
Lavorare con i gruppi multifamiliari
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familiari e viceversa
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Solving-Social Skill
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dell’attribuzione di
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Dott. Roberto Pezzano
DSM Adrano-Palagonia - CD Catania
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PsicodinamicoPsicodinamico
Lavorare sulle dinamiche
relazionali del qui ed ora,
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partecipanti o al gruppo
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inconsce)
Il coinvolgimento della famiglia neiIl coinvolgimento della famiglia nei
programmi di gestione delprogrammi di gestione del
Disturbo mentale grave ha iDisturbo mentale grave ha i
seguenti obiettiviseguenti obiettivi
• Acquisizione di competenze da parte delleAcquisizione di competenze da parte delle
famiglie di fronte al problema del disagiofamiglie di fronte al problema del disagio
mentale.mentale.
• Riduzione dei comportamenti diRiduzione dei comportamenti di
ipercriticismo, ostilità ed ipercoinvolgimentoipercriticismo, ostilità ed ipercoinvolgimento
della coppia genitoriale nei confronti dei figli.della coppia genitoriale nei confronti dei figli.
Riduzione e ridefinizione delle aspettativeRiduzione e ridefinizione delle aspettative
irrealistiche dei genitori nei confronti dei figli.irrealistiche dei genitori nei confronti dei figli.
• Riduzione e risoluzione dei conflitti e delleRiduzione e risoluzione dei conflitti e delle
difficoltà relazionali della coppia genitoriale.difficoltà relazionali della coppia genitoriale.
Promozione dei comportamenti ed
atteggiamenti genitoriali che favoriscano
processi di autonomia e svincolo da parte
dei figli. Aumento delle capacità di
problem-solving della coppia genitoriale;
Rottura dell'isolamento esistenziale della
famiglia.
Responsabilizzazione della famiglia
rispetto all'esito terapeutico e costruzione
di un'alleanza operativa con il Servizio.
Cambiamenti globalmenteCambiamenti globalmente
osservati nel corso degli interventi:osservati nel corso degli interventi:
• Maggiore competenza nel ruolo genitoriale conMaggiore competenza nel ruolo genitoriale con
cambiamenti transazionali da modalità di rapportocambiamenti transazionali da modalità di rapporto
genitore-bambino a genitore-adulto. ;genitore-bambino a genitore-adulto. ;
• Maggiore capacità di gestire i conflitti e le condizioni di crisi.Maggiore capacità di gestire i conflitti e le condizioni di crisi.
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l'esito del trattamentol'esito del trattamento
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totale al servizio del problema con difficoltà palesi della coppiatotale al servizio del problema con difficoltà palesi della coppia
genitoriale a "mettersi in gioco" ed ad accettare di lavorare su segenitoriale a "mettersi in gioco" ed ad accettare di lavorare su se
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• Sensi di colpa,conflitti con la famiglia allargata.segreti familiari eSensi di colpa,conflitti con la famiglia allargata.segreti familiari e
difficoltà nel problem-solving possono innescare comportamenti didifficoltà nel problem-solving possono innescare comportamenti di
rifiuto, eyitamento ed attivare rigide strutture difensive all'internorifiuto, eyitamento ed attivare rigide strutture difensive all'interno
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Conclusioni:Conclusioni:
• La famiglia rappresenta un nodo cruciale nella complessa panoramicaLa famiglia rappresenta un nodo cruciale nella complessa panoramica
del disagio mentale grave e delle metodologie di trattamento.del disagio mentale grave e delle metodologie di trattamento.
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risposta ai bisogni di salute espressi dalla popolazione.risposta ai bisogni di salute espressi dalla popolazione.
• La famiglia come sistema relazionale è parte integrante delleLa famiglia come sistema relazionale è parte integrante delle
complesse dinamiche psicologiche e psicopatologiche checomplesse dinamiche psicologiche e psicopatologiche che
caratterizzano il paziente psichiatrico.caratterizzano il paziente psichiatrico.
• Evitare il confronto e la dialettica con le famiglie significa ignorare ilEvitare il confronto e la dialettica con le famiglie significa ignorare il
grande pote/e da esse posseduto e spesso causa frequenti insuccessigrande pote/e da esse posseduto e spesso causa frequenti insuccessi
e fallimenti di molte pratiche terapeutico-riabilitative focalizzatee fallimenti di molte pratiche terapeutico-riabilitative focalizzate
sull'intervento sulla singola persona. Il lavoro con le famiglie comportasull'intervento sulla singola persona. Il lavoro con le famiglie comporta
che queste non siano più solo soggetti che fruiscono di un trattamentoche queste non siano più solo soggetti che fruiscono di un trattamento
sanitario ma assumano anche connotati di agenti collaboratori esanitario ma assumano anche connotati di agenti collaboratori e
coadiutori dell'azione di cura dell'equipe operando come fonte dicoadiutori dell'azione di cura dell'equipe operando come fonte di
cambiamento del contesto terapeutico e come risorsa micro-sociale .cambiamento del contesto terapeutico e come risorsa micro-sociale .
• Tutto ciò determina una crescita del "potere di gestione" sulla malattiaTutto ciò determina una crescita del "potere di gestione" sulla malattia
mentale e sul disagio da parte delle famiglie e promuove unmentale e sul disagio da parte delle famiglie e promuove un
cambiamento epistemologico del trattamento dei disturbi mentalicambiamento epistemologico del trattamento dei disturbi mentali
spostando l'attenzione dall'asse psichiatrico-sanitario a quellospostando l'attenzione dall'asse psichiatrico-sanitario a quello
sistemico-familiare / ecologico-socialesistemico-familiare / ecologico-sociale..
E’ più facile
rompere un atomo
che un
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Albert Einstein
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Roberto gruppi familiari per corso Piazza Armerina

  • 1. L'intervento con leL'intervento con le famigliefamiglie e i gruppie i gruppi multifamiliarimultifamiliari Roberto Pezzano Psicologo Mod. D.S.M. Caltagirone-Palagonia Mod. D.S.M. Adrano-Bronte C.D. Interdistrettuale Catania
  • 2. Se cominciassimo …………. • Legge 180 del 1978 • Legge Regionale Siciliana “riorganizzazione della tutela della salute mentale” 1979 • Approvazione del piano relativo alla programmazione sul territorio delle strutture per la realizzazione del servizio territoriale di tutela della salute mentale 1981 • Istituzione di dipartimenti di salute mentale nelle USL della sicilia 1991 • Approvazione del progetto obiettivo “tutela della salute mentale 1994-96 • Approvazione del progetto obiettivo tutela della salute mentale 1998-2000 • Piano strategico per la salute mentale 2012 • Approvazione dei contenuti dei programmi terapeutico-riabilitativi delle strutture residenziali psichiatriche • Definizione deui percorsi di cura da attivare nei dipartimenti di salute mentale per i disturbi schizofrenici, i disturbi dell’umore e i disturbi gravi di personalità. • ……… tutte normative che prevedono il coinvolgimento dei familiari
  • 3. PIANO STRATEGICO SALUTE MENTALE SICILIA Pag. 25…… Coinvolgimento delle famiglie e degli utenti. Il DSM integrato deve, in collaborazione con le agenzie e le istituzioni sociali del territorio, promuovere la costituzione e l’attivazione di gruppi di lavoro e di gruppi trerapeutici di tipo familiare o indirizzati alle famiglie, tra cui: 1) Gruppi per familiari già ispirati alla matrice dei gruppi di autoaiuto 2) Gruppi di uditori di voci 3) Gruppi multifamiliari 4) Gruppi psicoterapeutici o psicoeducazionali familiari 5) Gruppi operativi di progettazione terapeutica personalizzata 6) Gruppi appartamento familiari 7) 7 dispositivi di psicoterapia domiciliare d’appoggio e di psicoterapia familiare 8) Dispositivi di consulenza tra pari e di affiancamento e sostegno reciproco tra familiari 9) Organizzazioni di utenti e familiari esperti Il DSM integrato attiva la consulta dipartimentale degli utenti e familiari della salute mentale
  • 4. Non c’è salute senza salute mentale HELSINKI 2005
  • 5. Nessun terapeuta può essere così motivato,Nessun terapeuta può essere così motivato, come la famiglia del paziente,come la famiglia del paziente, a fornire supporto emotivoa fornire supporto emotivo e nessun altro è disposto a daree nessun altro è disposto a dare Assistenza 24 ore al giorno,Assistenza 24 ore al giorno, indefinitamente.indefinitamente. (Julian Leff)(Julian Leff)
  • 6. • In una prospettiva di reciprocità il supporto emotivo viene ad essere determinante quando il familiare è stato capace di cambiare se stesso durante il processo di recovery sentendosi “maturare in qualche modo assieme” al proprio parente, mettendosi in gioco in un precorso di crescita che coinvolge entrambi le parti.
  • 7. • Nelle diverse ricerche sulla recovery (ma vale anche per gli uditori di voci) la presenza degli “altri significativi” è un denominatore comune per la capacità che essi hanno di stimolare, sostenere e mantenere una presenza costante, anche nei momenti più critici della vita delle persone che stano lottando per riprendersi • Tratti da “Guarire si può”
  • 8. • Sia dalla letteratura sulla riabilitazione psichiatrica sia da quella sulle esperienze vissute risulta che uno dei “fattori di svolta tanto centrale quanto periferico nel processo di recovery” sia stata la presenza di persone capaci di trasmettere la speranza. • Saper trasmettere la speranza è quanto definisce la relazione di aiuto che si tratti o di familiari, amici, operatori, o pari.
  • 9. PRIME ESPERIENZE • ABRAHAMS, J. e VERON, E. (1953): Gruppo di ragazze schizofreniche e le loro madri, centrandosi nella simbiosi e dipendenza reciproca. • DETRE, T. et al (1961): Gruppi di pazienti e di familiari separati e congiunti. • HES, J. e HANDLER,S. (1961): Gruppi congiunti di pazienti e familiari nel New Haven Hospital. • LAQUEUR, P. (1962): Inventore del nome e più conosciuto internazionalmente come il promotore di questo intervento, iniziato nel padiglione di insulina di una Comunità terapeutica di un ospedale psichiatrico pubblico negli USA. • GARCIA BADARACCO, J. (1964): Inizia incontri multifamiliari nell’Ospedale neuropsichiatrico Borda di Buenos Aires. • GARCIA BADARACCO, J. PROVERBIO, N. e CANEVARO, A. (1968): Inaugurano una Comunità Terapeutica a struttura multifamiliare per pazienti psicotici e loro familiari, a Buenos Aires. A CANEVARO
  • 10. • Badaracco negli anni ’60 quando iniziò a lavorare nell’ospedale psichiatrico provava una grande frustrazione di quei luoghi e delle relazioni tra operatori e pazienti. • Cominciò allora a stare più con i pazienti e sistemo’ meglio la sala dove passeggiavano solitamente i pazienti. • Cominciò a sedersi lì e pian piano i pazienti gli si avvicinarono sedendosi con lui, a quel punto pensò che era possibile organizzare dei gruppi in quella sala tra operatori familiari e pazienti Nascita della psicanalisi multifamiliare
  • 11. Nascita della Multifamiliare sistemica • Laqueur…….. • La storia racconta che Laqueur negli anni 60 vide un miglioramento dello stato d’animo nei familiari che si scambiavano opinioni e conoscenza prima della visita ai loro congiunti ricoverati. • Questo spinse Laqueur alla creazione di un “laboratorio” per i familiari dove successivamente parteciparono anche i pazienti.
  • 12. Il seguito della Multifamiliare sistemica • A.Cooklin, E. Asen Negli anni ’70 Cooklin poi insieme ad Asen svilupparono il GMF a Londra con le famiglie multiproblematiche, quindi un intervento non solo per i grandi disturbi psichiatrici ma anche per quelle famiglie che erano seguite da più servizi (disturbi alimentari, problematiche minorili… etc) si sperimenta così l’unità di giorno e cioè le famiglie con i figli stanno insieme condividendo due giorni a settimana con gli operatori. Ciò permette di vedere dal vivo le relazioni tra genitori e figli e discutere insieme le cose che andrebbero modificate.
  • 13. Dalla Psicodinamica alla sistemica • Un discorso a parte merita A.Canevaro che iniziò a lavorare insieme a Badaracco con i gruppi multifamiliari. • Trasferitosi in Italia cominciò a lavorare con i GMF con una visione non più psicodinamica ma sistemica, sviluppando in particolare l’utilizzo della prossemica, sulle emozioni, sui legami trigenerazionali e così via.
  • 14. Modello psicoeducazionale • W.Mac Farlane • Sempre negli anni ’70 si sviluppò il modello psicoeducazionale di cui il maggio rappresentante dei GMF e Mac Farlane. • Quest’ultimo parte dal modello stress- vulnerabilità, della Emotività-Espressa e di conseguenza l’intervento con i familiari è più focalizzato sul problem solving, insegna ai genitori a gestire le problematiche quotidiane del figlio non affrontando però le problematiche relazionali, i conflitti etc…
  • 15. Auto-mutuo-aiuto • Vi sono dei gruppi multifamiliari un po’ atipici nel senso che hanno come idea principale i principi dell’AMA, non sempre ci sono operatori, spesso sono degli incontri all’interno dell’associazioni dei familiari
  • 16. • Transgenerazionale: almeno due generazioni • Un gruppo “large”: con un minimo di quattro famiglie • Multiprofessionale: conduzione multipla (con più figure professionali) Un gruppo Multifamiliare deve avere almeno queste caratteristiche
  • 17. Transgenerazionale Nei gmf partecipano i genitori con il figlio con il disagio, può partecipare anche un familiare significativo se viene richiesto espressamente dal figlio. Può succedere a volte che il figlio non voglia venire all’incontro, anche in questo caso i genitori vanno accolti Il gmf è anche una strategia per agganciare il figlio problematico Un gruppo “large” Un numero adeguato di familiari e figli rende il gmf molto dinamico, dove è più facile il rispecchiamento, dove è possibile un clima collaborativo, dove i vari punti di vista si moltiplicano…. Per cui si preferisce operare con non meno di 4 famiglie
  • 18. Multiprofessionale La pluralità delle figure professionali che partecipano ai gmf crea una mente collettiva, dove all’interno vi sono varie ipotesi che non si escludono ma che si integrano, non come sommatoria, ma come visione complementare. Ci si mette in gioco non solo come operatori ma anche come persone. La conseguenza di ciò è un clima di maggiore collaborazione tra le varie figure per un intervento terapeutico più articolato e più adeguato ai bisogni delle persone con disagio e delle loro famiglie.
  • 19. - rabbia - incredulità - disperazione - impotenza - paura - follia I familiari devono lavorare sulle emozioni:
  • 20. I luoghi I gmf si possono tenere in varie sedi: - CSM - Centro Diurno dell’SPDC - Comunità Residenziali - Studio privato (poche eperienze) - Centri socio-culturali
  • 21. gli incontri • si svolgono ogni 15 giorni. • C’è chi li svolge una volta a settimana, nella nostra esperienza, farlo ogni 15 giorni permette alle famiglie e ai figli di elaborare quello che si è discusso nell’incontro
  • 22. Invio • Gli invii al gmf possono essere fatti da: - psichiatra che segue l’utente - servizi sociali - tramite passaparola di familiari che già partecipano al gruppo - associazioni dei familiari - etc..
  • 23. Lavorare con i gruppi multifamiliari H.P. Laqueur J.G.Badaracco MODELLO SISTEMICO MULTIFAMILIARE GRUPPO A.M.A. UTENTI GRUPPI DI SOSTEGNO MULTIFAMILIARE Italia-Europa-Stati Uniti MODELLO PSICOEDUCAZIONALE MULTIFAMILIARE Stati Uniti-Inghilterra-Italia J.Falloon. Mc. Farlane MODELLO PSICOANALITICO MULTIFAMILIARE ItaliaItalia A. NarracciA. Narracci ArgentinaArgentina J.G.BadaraccoJ.G.Badaracco A.Canevaro Marlborough FamilyMarlborough Family Service -Service - LondraLondra A.A.Cooklin E.AsenCooklin E.Asen R. CanovaR. Canova ITALIA Italia A.Canevaro C.Bernardi e al. Pezzano, Auteri
  • 24. GRUPPI MULTIFAMILIARI -A. Cooklin E.Asen (Marlborough-Inghilterra) Multi Family Model (sistemico) Unit day -Badaracco (Argentina) -Narracci (Italia) Laboratorio di Psicoanalisi Multifamiliare) -A.Canevaro- C.Berardi, Pezzano, Auteri (Italia) Gruppi Multifamiliari Sistemico / AMA -Mc. Farlane (USA) -J. Falloon (Inghilterra) Multifamily Group Psycoeducation
  • 25. LAVORARE CON LE FAMIGLIE - Y.O. Alanen (Finlandia) Intervento sulle Psicosi (fam. ed individ.) con i familiari Trattamento adeguato al bisogno - J. Seikkula (Lapponia occidentale) Intervento di T.F. Dialogica insieme alla rete sociale con Team (psichiatra, psicologo e inf.prof.le) e altre figure importanti
  • 26. Lavorare con i gruppi multifamiliari Psicoterapia familiare Eziopatogenesi Relazionale del disturbo psicotico Vari modelli: strutturali strategici, sistemici narrativo….. Dalle storie Individuali alle storie familiari e viceversa Lavoro sul trigenerazionale Ciclo Vitale e nuove storie Auto-mutuo-Aiuto La famiglia come risorsa Strategie condivise/sostegno Aumento delle autonomie-Recovery- Empowerment Advocacy Rinforzare ed attivare una rete relazionale di sostegno Psicoeducazionale Fattori Biologici: Vulnerabilità/stress Informazione sulla malattia mentale Compliance farmacologica Contenere lo stress dei familiari Training: Problem Solving-Social Skill Favorire l’eliminazione dell’attribuzione di responsabilità dei familiari nell’eziopatogenesi della malattia Dott. Roberto Pezzano DSM Adrano-Palagonia - CD Catania ASP Catania PsicodinamicoPsicodinamico Lavorare sulle dinamiche relazionali del qui ed ora, transfert, controtransfert, transfert multipli Interdipendenze patogene e patologiche Costruire interpretazioni rivolte a singoli partecipanti o al gruppo come insieme (interpretazioni, emozioni, bisogni, desideri, fantasie inconsce)
  • 27. Il coinvolgimento della famiglia neiIl coinvolgimento della famiglia nei programmi di gestione delprogrammi di gestione del Disturbo mentale grave ha iDisturbo mentale grave ha i seguenti obiettiviseguenti obiettivi
  • 28. • Acquisizione di competenze da parte delleAcquisizione di competenze da parte delle famiglie di fronte al problema del disagiofamiglie di fronte al problema del disagio mentale.mentale. • Riduzione dei comportamenti diRiduzione dei comportamenti di ipercriticismo, ostilità ed ipercoinvolgimentoipercriticismo, ostilità ed ipercoinvolgimento della coppia genitoriale nei confronti dei figli.della coppia genitoriale nei confronti dei figli. Riduzione e ridefinizione delle aspettativeRiduzione e ridefinizione delle aspettative irrealistiche dei genitori nei confronti dei figli.irrealistiche dei genitori nei confronti dei figli. • Riduzione e risoluzione dei conflitti e delleRiduzione e risoluzione dei conflitti e delle difficoltà relazionali della coppia genitoriale.difficoltà relazionali della coppia genitoriale.
  • 29. Promozione dei comportamenti ed atteggiamenti genitoriali che favoriscano processi di autonomia e svincolo da parte dei figli. Aumento delle capacità di problem-solving della coppia genitoriale; Rottura dell'isolamento esistenziale della famiglia. Responsabilizzazione della famiglia rispetto all'esito terapeutico e costruzione di un'alleanza operativa con il Servizio.
  • 30. Cambiamenti globalmenteCambiamenti globalmente osservati nel corso degli interventi:osservati nel corso degli interventi: • Maggiore competenza nel ruolo genitoriale conMaggiore competenza nel ruolo genitoriale con cambiamenti transazionali da modalità di rapportocambiamenti transazionali da modalità di rapporto genitore-bambino a genitore-adulto. ;genitore-bambino a genitore-adulto. ; • Maggiore capacità di gestire i conflitti e le condizioni di crisi.Maggiore capacità di gestire i conflitti e le condizioni di crisi. • Riduzione dei comportamenti disfunzionali della famiglia.Riduzione dei comportamenti disfunzionali della famiglia. • Possibilità per le famiglie di sviluppare la capacità di avere altrePossibilità per le famiglie di sviluppare la capacità di avere altre "chiavi di lettura" della propria condizione."chiavi di lettura" della propria condizione. • Acquisizione di "potere" della famiglia rispetto alle condizioni diAcquisizione di "potere" della famiglia rispetto alle condizioni di disagio e all'area affettivo-relazionale.disagio e all'area affettivo-relazionale. • Incremento del "potere del prendersi cura di .." da parte delIncremento del "potere del prendersi cura di .." da parte del Servizio.Servizio. • Minore disorientamento e paura della famiglia nei confronti dellaMinore disorientamento e paura della famiglia nei confronti della malattia mentale.malattia mentale.
  • 31. Indicatori prognostici favorevoli perIndicatori prognostici favorevoli per l'esito del trattamentol'esito del trattamento • Capacità da parte dei genitori di accettazione e di non rifiuto delCapacità da parte dei genitori di accettazione e di non rifiuto del figlio per i suoi disturbi.figlio per i suoi disturbi. • Tolleranza rispetto ai comportamenti disfunzionali del congiunto.Tolleranza rispetto ai comportamenti disfunzionali del congiunto. • Riduzione delle tensioni e conflittualità nella coppia genitoriale.Riduzione delle tensioni e conflittualità nella coppia genitoriale. • Confronto, dialogo e rottura dell'isolamento relazionale dellaConfronto, dialogo e rottura dell'isolamento relazionale della famiglia.famiglia. • Spazi e momenti di dialogo per la vita di coppia.Spazi e momenti di dialogo per la vita di coppia. • Sostegno del figlio nei suoi comportamenti adeguati piuttosto cheSostegno del figlio nei suoi comportamenti adeguati piuttosto che negli aspetti sintomatologici o disfunzionali.negli aspetti sintomatologici o disfunzionali. • Svitamento di connotazioni di "colpa" e responsabilità" reciprocheSvitamento di connotazioni di "colpa" e responsabilità" reciproche della coppia genitoriale.della coppia genitoriale. • Abolizione dei comportamenti di critica, giudizio ed iperprotezioneAbolizione dei comportamenti di critica, giudizio ed iperprotezione o rifiuto verso il figlio.o rifiuto verso il figlio. • Maggiore presenza della figura paterna nella relazione e nelMaggiore presenza della figura paterna nella relazione e nel rapporto con il figlio.rapporto con il figlio. • Continuità, costanza e coerenza nelle modalità di fronteggiare leContinuità, costanza e coerenza nelle modalità di fronteggiare le situazioni problematiche e nel perseguire gli obiettivi comunisituazioni problematiche e nel perseguire gli obiettivi comuni prefissati da parte della coppia genitoriale.prefissati da parte della coppia genitoriale.
  • 32. Criticità:Criticità: • Incostanza nella partecipazione dei genitori.Incostanza nella partecipazione dei genitori. • Partecipazione di un solo genitore.Partecipazione di un solo genitore. • Alta conflittualità coniugale.Alta conflittualità coniugale. • Difficoltà dei coniugi nel gestire il confronto,'! conflitti eDifficoltà dei coniugi nel gestire il confronto,'! conflitti e • le spinte di autonomia/individuazione dei figli.le spinte di autonomia/individuazione dei figli. • Persistenza nei genitori di vissuti di paura ed incurabilità dellaPersistenza nei genitori di vissuti di paura ed incurabilità della malattia mentale del congiunto. Coesistenza di processi di delegamalattia mentale del congiunto. Coesistenza di processi di delega totale al servizio del problema con difficoltà palesi della coppiatotale al servizio del problema con difficoltà palesi della coppia genitoriale a "mettersi in gioco" ed ad accettare di lavorare su segenitoriale a "mettersi in gioco" ed ad accettare di lavorare su se stessi.stessi. • Sensi di colpa,conflitti con la famiglia allargata.segreti familiari eSensi di colpa,conflitti con la famiglia allargata.segreti familiari e difficoltà nel problem-solving possono innescare comportamenti didifficoltà nel problem-solving possono innescare comportamenti di rifiuto, eyitamento ed attivare rigide strutture difensive all'internorifiuto, eyitamento ed attivare rigide strutture difensive all'interno della coppiadella coppia
  • 33. Conclusioni:Conclusioni: • La famiglia rappresenta un nodo cruciale nella complessa panoramicaLa famiglia rappresenta un nodo cruciale nella complessa panoramica del disagio mentale grave e delle metodologie di trattamento.del disagio mentale grave e delle metodologie di trattamento. • Lavorare con le famiglie appare un compito ineludibile e necessario daLavorare con le famiglie appare un compito ineludibile e necessario da parte dei Servizi pubblici di salute mentale in termini di efficacia nellaparte dei Servizi pubblici di salute mentale in termini di efficacia nella risposta ai bisogni di salute espressi dalla popolazione.risposta ai bisogni di salute espressi dalla popolazione. • La famiglia come sistema relazionale è parte integrante delleLa famiglia come sistema relazionale è parte integrante delle complesse dinamiche psicologiche e psicopatologiche checomplesse dinamiche psicologiche e psicopatologiche che caratterizzano il paziente psichiatrico.caratterizzano il paziente psichiatrico. • Evitare il confronto e la dialettica con le famiglie significa ignorare ilEvitare il confronto e la dialettica con le famiglie significa ignorare il grande pote/e da esse posseduto e spesso causa frequenti insuccessigrande pote/e da esse posseduto e spesso causa frequenti insuccessi e fallimenti di molte pratiche terapeutico-riabilitative focalizzatee fallimenti di molte pratiche terapeutico-riabilitative focalizzate sull'intervento sulla singola persona. Il lavoro con le famiglie comportasull'intervento sulla singola persona. Il lavoro con le famiglie comporta che queste non siano più solo soggetti che fruiscono di un trattamentoche queste non siano più solo soggetti che fruiscono di un trattamento sanitario ma assumano anche connotati di agenti collaboratori esanitario ma assumano anche connotati di agenti collaboratori e coadiutori dell'azione di cura dell'equipe operando come fonte dicoadiutori dell'azione di cura dell'equipe operando come fonte di cambiamento del contesto terapeutico e come risorsa micro-sociale .cambiamento del contesto terapeutico e come risorsa micro-sociale . • Tutto ciò determina una crescita del "potere di gestione" sulla malattiaTutto ciò determina una crescita del "potere di gestione" sulla malattia mentale e sul disagio da parte delle famiglie e promuove unmentale e sul disagio da parte delle famiglie e promuove un cambiamento epistemologico del trattamento dei disturbi mentalicambiamento epistemologico del trattamento dei disturbi mentali spostando l'attenzione dall'asse psichiatrico-sanitario a quellospostando l'attenzione dall'asse psichiatrico-sanitario a quello sistemico-familiare / ecologico-socialesistemico-familiare / ecologico-sociale..
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  • 37. E’ più facile rompere un atomo che un pregiudizio Albert Einstein GRAZIE