SlideShare une entreprise Scribd logo
1  sur  32
Fu la prima Convenzione sui diritti dell’uomo del XXI
secolo. L’intento della Convenzione fu quello di
promuovere e di garantire alle persone disabili il
pieno e reale godimento dei diritti in ogni ambito
della vita: nella salute, nell’istruzione, nel lavoro,
nella società e nella politica. Tale intento però poteva
essere possibile solo a patto di attribuire al contesto
socio-culturale un ruolo di primo piano nella
determinazione della situazione di svantaggio della
persona disabile.
Non a caso proprio questo paradigma fu espresso nel
Preambolo della Convenzione, dove la disabilità venne definita
come il risultato dell’interazione tra persone con menomazioni e
barriere comportamentali ed ambientali, che impediscono la loro
piena ed effettiva partecipazione alla società sulla base di
uguaglianze con gli altri (lettera e). Alla luce di questa definizione
di disabilità risultò chiaro come era il contesto (ambienti,
procedure, strumenti educativi ed ausili) che si doveva adattare
alle persone disabili e non il contrario All’adozione formale della
Convenzione sui diritti delle persone con disabilità da parte delle
Nazioni Unite fece seguito la fase delle ratifiche nazionali.
Con la Legge n. 18 del 3 marzo 2009anche l’Italia si impegnò
nella ratifica della Convenzione e nella conseguente istituzione
dell’Osservatorio nazionale sulla condizione delle persone con
disabilità. Questo organismo fu istituito presso il Ministero del
lavoro, della salute e delle politiche sociali allo scopo di
promuovere la piena integrazione delle persone disabili (art.3) e
venne appositamente incaricato di promuovere, tutelare e
monitorare l’applicazione del trattato. Come l’Italia, tutti i paesi
ratificanti assicurarono di adeguare la loro legislazione interna ai
principi dei cinquanta articoli della Convenzione, integrando nelle
loro legislazioni nazionali le misure antidiscriminatorie a favore
delle persone disabili.
Nel 2009 merita di essere ricordato, in riferimento al
contesto della formazione e dell’istruzione, il
significativo contributo dell’UNESCO contenuto nelle
Linee Guida per le politiche di Integrazione
nell’Istruzione In esse, dopo aver precisato che i
bambini con disabilità stanno ancora combattendo
contro una palese emarginazione tra i diversi spunti
di riflessione venne esplicitato con chiarezza che La
scuola inclusiva è un processo di fortificazione delle
capacità del sistema di istruzione di raggiungere tutti
gli studenti. [....]
Un sistema scolastico “incluso” può essere creato
solamente se le scuole comuni diventano più inclusive.
In altre parole, se diventano migliori nell’educazione di
tutti i bambini della loro comunità. [...] L’inclusione è vista
come un processo di indirizzo e di risposta alla diversità
delle esigenze di tutti i bambini, giovani ed adulti
attraverso l’incremento delle possibilità di partecipazione
all’apprendimento, alle culture e alle comunità e
riducendo ed eliminando l’esclusione e l’emarginazione
dall’istruzione.
Immediatamente dopo la Dichiarazione
Universale dei Diritti dell’Uomo, proclamata
dall’Assemblea generale delle Nazioni Unite il
10 dicembre 1948, gli Stati membri del
Consiglio d’Europa firmarono a Roma, il 4
novembre 1950, la Convenzione per la
salvaguardiadei Diritti dell’Uomo e delle Libertà
fondamentali . In essa, con l’articolo n. 14,
venne chiaramente precisato il divieto di
discriminazione:
Il godimento dei diritti e delle libertà riconosciuti nella presente
Convenzione deve essere assicurato senza nessuna
discriminazione, in particolare quelle fondate sul sesso, la razza,
il colore, la lingua, la religione, le opinioni politiche o quelle di
altro genere, l’origine nazionale o sociale, l’appartenenza a una
minoranza nazionale, la ricchezza, la nascita od ogni altra
condizione Il Consiglio d’Europa promosse alcuni anni più tardi,
nel 1961, anche un altro significativo documento, la Carta
Sociale, che entrò in vigore nel 1965 dopo aver raggiunto il
numero di ratifiche necessario. In essa l’attenzione nei confronti
dei diritti delle persone disabili assunse un rilievo non solo
educativo, ma anche lavorativo e sociale.
La Carta Sociale fu rivista il 3 maggio 1996 a
Strasburgo. Merita di essere sottolineato il
punto n.15 della prima parte di questo
documento secondo il quale: Ogni persona
portatrice di handicap ha diritto all’autonomia,
all’integrazione sociale ed alla partecipazione
alla vita della comunità La Convenzione del
1950 e la Carta Sociale del 1961 aprirono la
strada all’integrazione dei diritti politici e sociali
nel continente europeo.
Dopo il 1957, anno in cui con il trattato di Roma venne istituita la
Comunità Economica Europea (CEE), la prima occasione in cui
gli Stati della Comunità affrontarono il tema dell’integrazione
scolastica fu nel 1978, quando la Comunità Europea ed il
Ministero della Pubblica Istruzione italiano, sulla scia della
proclamazione del 1981 come l’Anno internazionale delle
persone disabili da parte delle Nazioni Unite, organizzarono a
Roma una conferenza sull’istruzione speciale. La conferenza di
Roma fu finalizzata ad intraprendere un dialogo tra i diversi
Paesi europei sui problemi educativi riguardanti i disabili e sugli
aspetti normativo-istituzionali presenti nei diversi sistemi
scolastici del continente.
Nel corso della conferenza di Roma fu presentato il rapporto
Jørgensensull’istruzione speciale nella Comunità Europea, nel
quale vennero presi in esame i differenti sistemi di educazione
speciale nei Paesi membri. In questa occasione si auspicò il
superamento di un’ottica medicalizzata della disabilità e si
affermò la necessità di sistemi, metodi, strategie speciali per
l’istruzione degli alunni disabili L’Anno internazionale delle
persone disabili segnò, con la risoluzione del Consiglio
dell’unione europea del 21 dicembre 1981, l’impegno degli Stati
membri a proseguire e ad intensificare l’azione volta a
promuovere l’integrazione economica e sociale delle persone
disabili
Con la Legge n. 18 del 3 marzo 2009anche l’Italia si impegnò
nella ratifica della Convenzione e nella conseguente istituzione
dell’Osservatorio nazionale sulla condizione delle persone con
disabilità. Questo organismo fu istituito presso il Ministero del
lavoro, della salute e delle politiche sociali allo scopo di
promuovere la piena integrazione delle persone disabili (art.3) e
venne appositamente incaricato di promuovere, tutelare e
monitorare l’applicazione del trattato. Come l’Italia, tutti i paesi
ratificanti assicurarono di adeguare la loro legislazione interna ai
principi dei cinquanta articoli della Convenzione, integrando nelle
loro legislazioni nazionali le misure antidiscriminatorie a favore
delle persone disabili.
in essa era prevista una sua applicazione anche nel
settore della protezione dei bambini, degli adolescenti,
degli anziani e delle persone disabili. Dal finire degli anni
Ottanta del XX secolo vennero intrapresi in ambito
comunitario europeo alcuni programmi specifici di ricerca
e di azione destinati al sostegno dei diritti delle persone
disabili. Si possono ricordare, in particolare, i programmi
Helios (Handicapped people in the European community
Living Independently in an Open Society) I e II per la
promozione dell’integrazione sociale e della vita
indipendente delle persone disabili
Grazie a questi programmi d’azione, visti come degli strumenti di
collaborazione e di coordinamento di attività comuni, i Paesi membri
della Comunità Europea diedero inizio, dal 1988 al 1996, ad un
articolato piano di intervento, sia per migliorare lo scambio delle attività
e delle informazioni tra gli Stati membri e le organizzazioni non
governative sia per promuovere modelli di lavoro condivisi, favorendo
nel contempo lo sviluppo di una politica a livello europeo di
cooperazione con gli Stati membri e le associazioni che si occupavano
di integrazione. Il programma comunitario Helios II, che era stato
avviato nel 1993, si concluse dopo un quadriennio di sperimentazioni
con la Carta di Lussemburgo (9 novembre 1996) sull’integrazione
scolastica degli alunni disabili. Il messaggio mandato fu quello di una
scuola per tutti e per ciascuno, basata sul principio
dell’individualizzazione e della flessibilità dei programmi.
La Carta di Lussemburgo, il primo documento redatto dalla
Comunità europea in materia di integrazione educativa e
scolastica, volle essere la sintesi visiva del lungo, ampio e
impegnativo lavoro attuato nei Paesi europei, grazie a visite di
studio, sessioni in gruppi di lavoro, scambi di esperienze positive
e seminari specifici. La Carta precisò che l’integrazione nelle
normali strutture scolastiche era un principio base
dell’educazione, gli Stati dovevano favorirlo e le leggi dovevano
prevedere i mezzi per attuarlo. Venne ribadita l’importanza della
flessibilità dei progetti, i quali dovevano essere guidati da criteri
pedagogici più che medici.
Fu anche sottolineato di puntare sui cambiamenti di mentalità dell’opinione
pubblica Il progetto Helios II merita di essere ricordato, oltre che per il
significativo manifesto paradigmatico centrato nella scuola per tutti e per
ciascuno, anche per la sua capacità di coinvolgere e di dare voce alle persone
disabili. In effetti le politiche per la disabilità adottate in Europa fino ai primi anni
Novanta erano basate su alcuni programmi prodotti ed elaborati da
professionisti, soprattutto del settore sanitario, senza un coinvolgimento diretto
delle persone disabili. Solo nel 1993, proprio con il programma Helios II, si
cominciò a discutere sui vari aspetti connessi alla disabilità coinvolgendo anche
le associazioni di rappresentanza delle persone disabili. Negli anni successivi,
per garantire loro una significativa espressione a livello europeo, si stimolò la
costituzione di un unicocorpo consultivo indipendente, che prese forma nel
1996 con la nascita ufficiale dell’EuropeanDisability Forum (EDF),
organizzazione non governativa che oggi rappresenta gli interessi di oltre 80
milioni di cittadini europei disabili.
Merita di essere ricordata, del 31 maggio 1990, la
Risoluzione del consiglio e dei ministri dell’istruzione
riuniti in sede di consiglio sull’integrazione dei bambini e
dei giovani minorati nel sistema scolastico normale nella
quale venne espresso, al punto n.2, che la completa
integrazione nel sistema di istruzione tradizionale doveva
essere ritenuta una scelta prioritaria in tutte le situazioni
appropriate e tutti gli istituti scolastici dovevano essere in
grado di rispondere alle esigenze di allievi e studenti
minorati Possono essere ricordate, collocate nella
seconda metà degli anni Novanta, due significative
Risoluzioni dell’Unione europea.
La prima fu quella del Consiglio e dei
rappresentanti dei Governi degli Stati
membri, del 20 dicembre 1996, sulla parità
di opportunità per i disabili che insistette
affinché gli Stati membri incoraggiassero e
sostenessero la piena integrazione delle
persone disabili nella società attraverso
l’accesso ai sistemi d’istruzione e
formazione ordinari.
La seconda fu quella del Consiglio del 17 giugno
1999, relativa alle pari opportunità di lavoro per le
persone disabili nella quale gli Stati membri furono
invitati a porre un accento particolare, in
collaborazione con le parti sociali e le organizzazioni
non governative per i disabili, sulla promozione di
opportunità di lavoro per i disabili e sull’elaborazione
di adeguate iniziative politiche preventive ed attive,
intese a promuovere l’inserimento delle persone
disabili nel mercato del lavoro.
Nel 1996, per opera degli Stati membri dell’Unione
europea, nacque l’Agenzia europea per lo sviluppo
dell’istruzione degli alunni disabili
(EuropeanAgencyforDevelopment in
SpecialNeedsEducation). Il suo scopo fu quello di
realizzare una piattaforma di collaborazione sullo
sviluppo dell’offerta formativa e scolastica per gli alunni
disabili. L’Agenzia europea facilitò la raccolta,
l’elaborazione e la condivisione di informazioni relative ai
contesti nazionali dei singoli paesi membri e alla sfera
europea. Permise anche l’identificazione dei punti di
forza e di debolezza delle politiche scolastiche nazionali.
Nel 2009 merita di essere ricordato, in riferimento al
contesto della formazione e dell’istruzione, il
significativo contributo dell’UNESCO contenuto nelle
Linee Guida per le politiche di Integrazione
nell’Istruzione In esse, dopo aver precisato che i
bambini con disabilità stanno ancora combattendo
contro una palese emarginazione tra i diversi spunti
di riflessione venne esplicitato con chiarezza che La
scuola inclusiva è un processo di fortificazione delle
capacità del sistema di istruzione di raggiungere tutti
gli studenti. [....]
Fu un Trattato degno di nota anche per gli aspetti sociali. Vennero
tracciate le basi e gli obiettivi della politica europea per lottare contro
ogni discriminazione ed emarginazione, per promuovere l’occupazione,
per migliorare le condizioni di vita e di lavoro, per fornire una protezione
sociale adeguata, per favorire il dialogo sociale, lo sviluppo delle
risorse umane, la parità tra uomini e donne. Venne vietata la
discriminazione delle persone in base al genere, alla razza, all’età, alla
disabilità, all’orientamento sessuale, alla religione e alle convinzioni. In
particolare l’articolo n. 13 (ex articolo 6 A) del Trattato di Amsterdam
riguardò l’adozione di una disposizione relativa alla non
discriminazione, che autorizzò il Consiglio dell’Unione europea a
prendere i provvedimenti necessari per combattere le discriminazioni
fondate sul sesso, la razza o l’origine etnica, la religione o le
convinzioni personali, gli handicap, l’età o le tendenze sessuali
Tre anni dopo il Trattato di Amsterdam, nel 1999, l’Unione
europea proseguì l’intento di combattere le discriminazioni
mediante un altro documento, la Carta dei diritti fondamentali
dell’unione europea, approvata a Nizza nel 2000, nella quale
vennero riconosciuti il diritto alla non discriminazione e
l’esigenza di misure positive per l’autonomia e la partecipazione
alla vita sociale. L’articolo n. 21 vietò qualsiasi discriminazione
basata sul sesso, la razza, il colore della pelle o l’origine etnica o
sociale, le caratteristiche genetiche, la lingua, la religione o le
convinzioni personali, le opinioni politiche o di qualsiasi altra
natura, l’appartenenza ad una minoranza nazionale, il
patrimonio, la nascita, gli handicap, l’età o le tendenze sessuali.
L’articolo n. 26 si riferì esplicitamente alle persone disabili e
proclamò il riconoscimento da parte dei paesi membri del diritto
dei disabili di beneficiare di misure intese a garantire
l’autonomia, l’inserimento sociale e professionale e la
partecipazione alla vita della comunità Anche l’Organizzazione
per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico (OCSE o OCDE o
OECD) rispondendo alle urgenze sollecitate da questo scenario
politico e culturale, intraprese dal 1995 un continuo monitoraggio
dei sistemi educativi dei paesi dell’Unione attraverso il progetto
SpecialNeedsEducation (Bisogni Educativi Speciali).
Il progetto fu condotto in diverse fasi di raccolta dati fra i
Paesi aderenti per verificare il processo di integrazione
degli studenti svantaggiati nelle scuole normali e fece
registrare una diffusa eterogeneità tra le varie nazioni.
Ciò fu dovuto al fatto che, come ha rilevato la stessa
OCSE, comparare differenti sistemi scolastici con
riferimento ai bisogni educativi speciali e alle disabilità
poteva comportare vari problemi di non semplice
soluzione. In primo luogo perché l’espressione bisogni
educativi speciali assumeva significati e valenze diverse
a seconda delle nazioni.
In alcuni Paesi l’espressione era riferita ad alunni con disabilità
tradizionalmente intese, mentre in altri il concetto includeva anche i
disturbi specifici di apprendimento. In secondo luogo perché le
definizioni delle differenti tipologie di disabilità non erano uguali in tutti i
Paesi, così come potevano mutare le tassonomie e le conseguenti
classificazioni delle disabilità. In terzo luogo perché in alcuni sistemi
scolastici, ad esempio in Inghilterra, in Norvegia ed in Danimarca, non
si faceva ricorso a categorizzazioni o schemi classificatori in cui
inquadrare le varie tipologie di disabilità, ma si adoperava un approccio
più pragmatico in base al quale leggere i bisogni e disporre i relativi
servizi di supporto volti a far fronte a particolari situazioni di gravità e/o
difficoltà nei processi di apprendimento riferiti a specifiche situazioni di
singoli allievi.
Per superare i problemi legati alle diversità
che si manifestavano tra le varie nazioni nel
trattare i bisogni educativi speciali e per
consentire di compiere comparazioni
internazionali, l’OCSE decise di basarsi su
di un approccio centrato sulle risorse
aggiuntive messe a disposizione per aiutare
gli studenti con difficoltà nell’accedere
efficacemente al programma educativo.
Era quindi il surplus di risorse destinate a determinate categorie di
studenti il primo requisito necessario per identificare i bisogni educativi
speciali. Oltre a ciò l’OCSE decise di individuare tre grandi categorie a
cui ricondurre le varie tipologie nazionali e con cui precisare i bisogni
educativi speciali: disabilità (categoria A), difficoltà (categoria B),
svantaggi (categoria C). Vennero così identificate tre tipologie di
studenti: alunni disabili, alunni con difficoltà, alunni con svantaggi. Gli
alunni disabili (categoria A) erano quelli con difficoltà educative dovute
a chiare basi organiche; in questa categoria erano inseriti i bisogni
educativi degli allievi con deficit definibili in termini medico‐sanitari
derivanti da carenze organico‐funzionali attribuibili a menomazioni e/o
patologie organiche (deficit sensoriali, motori o neurologici).
Gli alunni della categoria B presentavano difficoltà
emotive, comportamentali o specifiche di apprendimento
(ad esempio dislessia, discalculia, disturbi del
linguaggio); in questa categoria il bisogno educativo
speciale scaturiva da problemi di interazione tra lo
studente ed il contesto educativo. Gli alunni con
svantaggi (categoria C), che presentavano problemi
dovuti all’ambiente socioeconomico, culturale e
sociolinguistico di provenienza, necessitavano di risorse
educative aggiuntive per colmare i deficit di
apprendimento dovuti al loro background di vita.
Un sistema scolastico “incluso” può essere creato
solamente se le scuole comuni diventano più inclusive.
In altre parole, se diventano migliori nell’educazione di
tutti i bambini della loro comunità. [...] L’inclusione è vista
come un processo di indirizzo e di risposta alla diversità
delle esigenze di tutti i bambini, giovani ed adulti
attraverso l’incremento delle possibilità di partecipazione
all’apprendimento, alle culture e alle comunità e
riducendo ed eliminando l’esclusione e l’emarginazione
dall’istruzione.
Tra gli aspetti evidenziati per raggiungere
questo ambizioso obiettivo europeo, un posto
di rilievo fu dato all’urgenza di modernizzare il
modello sociale europeo, investendo nelle
persone e costruendo uno stato sociale attivo.
Ciò sarebbe stato possibile, oltre che con
determinati interventi di istruzione e formazione
per vivere e lavorare nella società dei saperi,
anche con lo sviluppo di una politica attiva
dell’occupazione e con il miglioramento della
protezione sociale e la promozione
dell’inclusione sociale.
Pertanto il Consiglio europeo invitò a promuovere una
migliore comprensione dell’esclusione sociale attraverso
un dialogo costante nonché scambi di informazioni e di
buone prassi, sulla base di indicatori convenuti di
comune accordo [...]; a integrare la promozione
dell’inclusione nelle politiche degli Stati membri in
materia di occupazione, istruzione e formazione, sanità e
edilizia abitativa, cui dovrà affiancarsi a livello
comunitario un’azione nel quadro dei fondi strutturali nei
limiti dell'attuale quadro di bilancio; a sviluppare azioni
prioritarie indirizzate a particolari gruppi bersaglio (ad
esempio gruppi minoritari, bambini, anziani e disabili)
(punto 33)
La Commissione europea, con una Comunicazione al Consiglio
e al Parlamento europeo del 12 maggio 2000 dal titolo Verso
un’Europa senza ostacoli per i disabili esaminò le politiche per
contribuire al miglioramento dell’accessibilità a vantaggio delle
persone disabili ed auspicò la cooperazione e lo scambio di
buone prassi al fine di eliminare gli ostacoli ancora esistenti.
Venne affrontato, tra gli altri, il tema della mobilità delle persone
disabili come diritto, come fattore concreto di integrazione e
quale componente della cittadinanza (punto 3.1). Inoltre, visto
che le questioni di accessibilità erano della massima importanza
nel contesto della società dell'informazione, venne trattato anche
l’aspetto dell’accessibilità di tutti, comprese le persone disabili,
alla società dell’informazione e della comunicazione (punto 3.3).

Contenu connexe

Tendances

67+68 M5C2 Lezione 1. la scuola italiana ed il curricolo
67+68 M5C2 Lezione 1. la scuola italiana ed il curricolo67+68 M5C2 Lezione 1. la scuola italiana ed il curricolo
67+68 M5C2 Lezione 1. la scuola italiana ed il curricoloraffaelebruno1
 
67+68 M5C3 Lezione 5. il diritto all integrazione scolastica
67+68 M5C3 Lezione 5. il diritto all integrazione scolastica67+68 M5C3 Lezione 5. il diritto all integrazione scolastica
67+68 M5C3 Lezione 5. il diritto all integrazione scolasticaraffaelebruno1
 
Quadro normativo-dell'integrazione-scolastica
Quadro normativo-dell'integrazione-scolasticaQuadro normativo-dell'integrazione-scolastica
Quadro normativo-dell'integrazione-scolasticascuolamovimento
 
MIILIV_M4C5 Appendice 2 parte 1
MIILIV_M4C5 Appendice 2   parte 1MIILIV_M4C5 Appendice 2   parte 1
MIILIV_M4C5 Appendice 2 parte 1raffaelebruno1
 
67+68 M5C3 Lezione 9. l influenza della logica curricolare_
67+68 M5C3 Lezione 9. l influenza della  logica curricolare_ 67+68 M5C3 Lezione 9. l influenza della  logica curricolare_
67+68 M5C3 Lezione 9. l influenza della logica curricolare_ raffaelebruno1
 
IILIV_M4C4 Lezione 2. sentenza corte cost. 215 87
IILIV_M4C4 Lezione 2. sentenza corte cost. 215 87IILIV_M4C4 Lezione 2. sentenza corte cost. 215 87
IILIV_M4C4 Lezione 2. sentenza corte cost. 215 87raffaelebruno1
 
MIILIV_M4C5 Appendice 2 parte 2
MIILIV_M4C5 Appendice 2   parte 2MIILIV_M4C5 Appendice 2   parte 2
MIILIV_M4C5 Appendice 2 parte 2raffaelebruno1
 
Inclusione una prospettiva storica nel mondo
Inclusione una prospettiva storica nel mondoInclusione una prospettiva storica nel mondo
Inclusione una prospettiva storica nel mondoAdriana Paltrinieri
 
67+68 M5C3 Lezione 2. dalla medicalizzazione all inserimento
67+68 M5C3 Lezione 2. dalla medicalizzazione all inserimento67+68 M5C3 Lezione 2. dalla medicalizzazione all inserimento
67+68 M5C3 Lezione 2. dalla medicalizzazione all inserimentoraffaelebruno1
 
IILIV_M4C4 Lezione 3. legge 104
IILIV_M4C4 Lezione 3. legge 104IILIV_M4C4 Lezione 3. legge 104
IILIV_M4C4 Lezione 3. legge 104raffaelebruno1
 
MIILIV_M4C5 Appendice 1
MIILIV_M4C5 Appendice 1MIILIV_M4C5 Appendice 1
MIILIV_M4C5 Appendice 1raffaelebruno1
 
La legislazione della scuola italiana 2G
La legislazione della scuola italiana 2GLa legislazione della scuola italiana 2G
La legislazione della scuola italiana 2Glavoriscuola
 
Verso un manifesto_europeo-istruzione
Verso un manifesto_europeo-istruzioneVerso un manifesto_europeo-istruzione
Verso un manifesto_europeo-istruzionelipscuola
 

Tendances (18)

67+68 M5C2 Lezione 1. la scuola italiana ed il curricolo
67+68 M5C2 Lezione 1. la scuola italiana ed il curricolo67+68 M5C2 Lezione 1. la scuola italiana ed il curricolo
67+68 M5C2 Lezione 1. la scuola italiana ed il curricolo
 
Normativa 1948 2017
Normativa 1948 2017Normativa 1948 2017
Normativa 1948 2017
 
Excursus normativo
Excursus normativoExcursus normativo
Excursus normativo
 
67+68 M5C3 Lezione 5. il diritto all integrazione scolastica
67+68 M5C3 Lezione 5. il diritto all integrazione scolastica67+68 M5C3 Lezione 5. il diritto all integrazione scolastica
67+68 M5C3 Lezione 5. il diritto all integrazione scolastica
 
Quadro normativo-dell'integrazione-scolastica
Quadro normativo-dell'integrazione-scolasticaQuadro normativo-dell'integrazione-scolastica
Quadro normativo-dell'integrazione-scolastica
 
Normativa scolastica
Normativa scolasticaNormativa scolastica
Normativa scolastica
 
MIILIV_M4C5 Appendice 2 parte 1
MIILIV_M4C5 Appendice 2   parte 1MIILIV_M4C5 Appendice 2   parte 1
MIILIV_M4C5 Appendice 2 parte 1
 
67+68 M5C3 Lezione 9. l influenza della logica curricolare_
67+68 M5C3 Lezione 9. l influenza della  logica curricolare_ 67+68 M5C3 Lezione 9. l influenza della  logica curricolare_
67+68 M5C3 Lezione 9. l influenza della logica curricolare_
 
IILIV_M4C4 Lezione 2. sentenza corte cost. 215 87
IILIV_M4C4 Lezione 2. sentenza corte cost. 215 87IILIV_M4C4 Lezione 2. sentenza corte cost. 215 87
IILIV_M4C4 Lezione 2. sentenza corte cost. 215 87
 
MIILIV_M4C5 Appendice 2 parte 2
MIILIV_M4C5 Appendice 2   parte 2MIILIV_M4C5 Appendice 2   parte 2
MIILIV_M4C5 Appendice 2 parte 2
 
Linee Guida
Linee GuidaLinee Guida
Linee Guida
 
Inclusione una prospettiva storica nel mondo
Inclusione una prospettiva storica nel mondoInclusione una prospettiva storica nel mondo
Inclusione una prospettiva storica nel mondo
 
67+68 M5C3 Lezione 2. dalla medicalizzazione all inserimento
67+68 M5C3 Lezione 2. dalla medicalizzazione all inserimento67+68 M5C3 Lezione 2. dalla medicalizzazione all inserimento
67+68 M5C3 Lezione 2. dalla medicalizzazione all inserimento
 
Storia della scuola italiana
Storia della scuola italianaStoria della scuola italiana
Storia della scuola italiana
 
IILIV_M4C4 Lezione 3. legge 104
IILIV_M4C4 Lezione 3. legge 104IILIV_M4C4 Lezione 3. legge 104
IILIV_M4C4 Lezione 3. legge 104
 
MIILIV_M4C5 Appendice 1
MIILIV_M4C5 Appendice 1MIILIV_M4C5 Appendice 1
MIILIV_M4C5 Appendice 1
 
La legislazione della scuola italiana 2G
La legislazione della scuola italiana 2GLa legislazione della scuola italiana 2G
La legislazione della scuola italiana 2G
 
Verso un manifesto_europeo-istruzione
Verso un manifesto_europeo-istruzioneVerso un manifesto_europeo-istruzione
Verso un manifesto_europeo-istruzione
 

En vedette

MiiCycle.BusinessPlan
MiiCycle.BusinessPlanMiiCycle.BusinessPlan
MiiCycle.BusinessPlanIan Mowbray
 
Mi visita a seconlife
Mi visita a seconlifeMi visita a seconlife
Mi visita a seconlifeale nava
 
Nurture MENA- Become Intercultural Savyy
Nurture MENA- Become Intercultural SavyyNurture MENA- Become Intercultural Savyy
Nurture MENA- Become Intercultural SavyyImaneh Ameli
 
My Power Point
My Power PointMy Power Point
My Power Pointbradonifia
 
Markma lee jeans ads
Markma  lee jeans adsMarkma  lee jeans ads
Markma lee jeans adsdocfely
 
Africa geography&tradevocabrecap
Africa geography&tradevocabrecapAfrica geography&tradevocabrecap
Africa geography&tradevocabrecappalmklewis
 
Habanos 2012dia-1
Habanos 2012dia-1Habanos 2012dia-1
Habanos 2012dia-1ERENDIDAR
 
Trakya universitesi-isletme
Trakya universitesi-isletmeTrakya universitesi-isletme
Trakya universitesi-isletmezeynep_zyn85
 
Setting up your ce accounts
Setting up your ce accountsSetting up your ce accounts
Setting up your ce accountsDoris Herrmann
 

En vedette (16)

MiiCycle.BusinessPlan
MiiCycle.BusinessPlanMiiCycle.BusinessPlan
MiiCycle.BusinessPlan
 
Mi visita a seconlife
Mi visita a seconlifeMi visita a seconlife
Mi visita a seconlife
 
Nurture MENA- Become Intercultural Savyy
Nurture MENA- Become Intercultural SavyyNurture MENA- Become Intercultural Savyy
Nurture MENA- Become Intercultural Savyy
 
Apush project
Apush projectApush project
Apush project
 
Communication Skills
Communication SkillsCommunication Skills
Communication Skills
 
My Power Point
My Power PointMy Power Point
My Power Point
 
Markma lee jeans ads
Markma  lee jeans adsMarkma  lee jeans ads
Markma lee jeans ads
 
Mapa ing romana
Mapa ing romanaMapa ing romana
Mapa ing romana
 
Africa geography&tradevocabrecap
Africa geography&tradevocabrecapAfrica geography&tradevocabrecap
Africa geography&tradevocabrecap
 
Habanos 2012dia-1
Habanos 2012dia-1Habanos 2012dia-1
Habanos 2012dia-1
 
How to
How toHow to
How to
 
My smart goal!
My smart goal!My smart goal!
My smart goal!
 
Apush project
Apush projectApush project
Apush project
 
Intro
IntroIntro
Intro
 
Trakya universitesi-isletme
Trakya universitesi-isletmeTrakya universitesi-isletme
Trakya universitesi-isletme
 
Setting up your ce accounts
Setting up your ce accountsSetting up your ce accounts
Setting up your ce accounts
 

Similaire à MIILIV_M4C5 Appendice 3 parte 2

Perillo L’educazione alla cittadinanza democratica, competenze chiave, insegn...
Perillo L’educazione alla cittadinanza democratica, competenze chiave, insegn...Perillo L’educazione alla cittadinanza democratica, competenze chiave, insegn...
Perillo L’educazione alla cittadinanza democratica, competenze chiave, insegn...INSMLI
 
Fare storia. Crescere cittadini - "MIUR-Insmli: una collaborazione strategica...
Fare storia. Crescere cittadini - "MIUR-Insmli: una collaborazione strategica...Fare storia. Crescere cittadini - "MIUR-Insmli: una collaborazione strategica...
Fare storia. Crescere cittadini - "MIUR-Insmli: una collaborazione strategica...Istituto Nazionale INSMLI
 
2018_Federalismi_Linclusivita_parcellizz.pdf
2018_Federalismi_Linclusivita_parcellizz.pdf2018_Federalismi_Linclusivita_parcellizz.pdf
2018_Federalismi_Linclusivita_parcellizz.pdfcandida77
 
cittadinanza globale parte seconda - educazione civica
cittadinanza globale parte seconda -  educazione civicacittadinanza globale parte seconda -  educazione civica
cittadinanza globale parte seconda - educazione civicaMario Maestri
 
Lab. Integrazione, competenze di cittadinanza e cittadinanza globale.
Lab. Integrazione, competenze di cittadinanza e cittadinanza globale.Lab. Integrazione, competenze di cittadinanza e cittadinanza globale.
Lab. Integrazione, competenze di cittadinanza e cittadinanza globale.U.S.R. Liguria
 
Costituzione commentata
Costituzione commentataCostituzione commentata
Costituzione commentataMaria Meo
 
Cittadinanza costituzione staff_rete_riflessioni ed esperienze_2009_ppt
Cittadinanza costituzione staff_rete_riflessioni ed esperienze_2009_pptCittadinanza costituzione staff_rete_riflessioni ed esperienze_2009_ppt
Cittadinanza costituzione staff_rete_riflessioni ed esperienze_2009_pptEmilia Peatini
 
Cittadinanza Costituzione Staff Rete 2009 Ppt
Cittadinanza Costituzione Staff Rete 2009 PptCittadinanza Costituzione Staff Rete 2009 Ppt
Cittadinanza Costituzione Staff Rete 2009 PptEmilia Peatini
 
Micromega 6/2014 "La scuola abbandonata"
Micromega 6/2014 "La scuola abbandonata"Micromega 6/2014 "La scuola abbandonata"
Micromega 6/2014 "La scuola abbandonata"Marco Rossi-Doria
 
La pedagogia contemporanea by Lucia Gangale
La pedagogia contemporanea by Lucia GangaleLa pedagogia contemporanea by Lucia Gangale
La pedagogia contemporanea by Lucia Gangalereportages1
 
EDUCAZIONE CIVICA_curriculo verticale_2020-2021
EDUCAZIONE CIVICA_curriculo verticale_2020-2021EDUCAZIONE CIVICA_curriculo verticale_2020-2021
EDUCAZIONE CIVICA_curriculo verticale_2020-2021Zago Fabrizio
 
CSI Pavia Notizie n.11 del 19.03.19
CSI Pavia Notizie n.11 del 19.03.19CSI Pavia Notizie n.11 del 19.03.19
CSI Pavia Notizie n.11 del 19.03.19CSI PAVIA
 
CSI Pavia Notizie n.11 del 19.03.19
CSI Pavia Notizie n.11 del 19.03.19CSI Pavia Notizie n.11 del 19.03.19
CSI Pavia Notizie n.11 del 19.03.19CSI PAVIA
 
Carta valori della cittadinanza e dell'integrazione
Carta valori della cittadinanza e dell'integrazioneCarta valori della cittadinanza e dell'integrazione
Carta valori della cittadinanza e dell'integrazioneIIS Falcone-Righi
 
Presentazione Citt E Cost Ministro
Presentazione Citt E Cost   MinistroPresentazione Citt E Cost   Ministro
Presentazione Citt E Cost Ministromario bellomo
 

Similaire à MIILIV_M4C5 Appendice 3 parte 2 (20)

Perillo L’educazione alla cittadinanza democratica, competenze chiave, insegn...
Perillo L’educazione alla cittadinanza democratica, competenze chiave, insegn...Perillo L’educazione alla cittadinanza democratica, competenze chiave, insegn...
Perillo L’educazione alla cittadinanza democratica, competenze chiave, insegn...
 
Fare storia. Crescere cittadini - "MIUR-Insmli: una collaborazione strategica...
Fare storia. Crescere cittadini - "MIUR-Insmli: una collaborazione strategica...Fare storia. Crescere cittadini - "MIUR-Insmli: una collaborazione strategica...
Fare storia. Crescere cittadini - "MIUR-Insmli: una collaborazione strategica...
 
2018_Federalismi_Linclusivita_parcellizz.pdf
2018_Federalismi_Linclusivita_parcellizz.pdf2018_Federalismi_Linclusivita_parcellizz.pdf
2018_Federalismi_Linclusivita_parcellizz.pdf
 
cittadinanza globale parte seconda - educazione civica
cittadinanza globale parte seconda -  educazione civicacittadinanza globale parte seconda -  educazione civica
cittadinanza globale parte seconda - educazione civica
 
Lab. Integrazione, competenze di cittadinanza e cittadinanza globale.
Lab. Integrazione, competenze di cittadinanza e cittadinanza globale.Lab. Integrazione, competenze di cittadinanza e cittadinanza globale.
Lab. Integrazione, competenze di cittadinanza e cittadinanza globale.
 
Costituzione commentata
Costituzione commentataCostituzione commentata
Costituzione commentata
 
Noi e l'Europa.pdf
Noi e l'Europa.pdfNoi e l'Europa.pdf
Noi e l'Europa.pdf
 
Cittadinanza costituzione staff_rete_riflessioni ed esperienze_2009_ppt
Cittadinanza costituzione staff_rete_riflessioni ed esperienze_2009_pptCittadinanza costituzione staff_rete_riflessioni ed esperienze_2009_ppt
Cittadinanza costituzione staff_rete_riflessioni ed esperienze_2009_ppt
 
Cittadinanza Costituzione Staff Rete 2009 Ppt
Cittadinanza Costituzione Staff Rete 2009 PptCittadinanza Costituzione Staff Rete 2009 Ppt
Cittadinanza Costituzione Staff Rete 2009 Ppt
 
C&c Laura
C&c LauraC&c Laura
C&c Laura
 
Il Costo Standard #DirittoDiApprendere
Il Costo Standard #DirittoDiApprendereIl Costo Standard #DirittoDiApprendere
Il Costo Standard #DirittoDiApprendere
 
Micromega 6/2014 "La scuola abbandonata"
Micromega 6/2014 "La scuola abbandonata"Micromega 6/2014 "La scuola abbandonata"
Micromega 6/2014 "La scuola abbandonata"
 
La pedagogia contemporanea by Lucia Gangale
La pedagogia contemporanea by Lucia GangaleLa pedagogia contemporanea by Lucia Gangale
La pedagogia contemporanea by Lucia Gangale
 
Edizione straordinaria scoop Unesco
Edizione straordinaria scoop UnescoEdizione straordinaria scoop Unesco
Edizione straordinaria scoop Unesco
 
EDUCAZIONE CIVICA_curriculo verticale_2020-2021
EDUCAZIONE CIVICA_curriculo verticale_2020-2021EDUCAZIONE CIVICA_curriculo verticale_2020-2021
EDUCAZIONE CIVICA_curriculo verticale_2020-2021
 
CSI Pavia Notizie n.11 del 19.03.19
CSI Pavia Notizie n.11 del 19.03.19CSI Pavia Notizie n.11 del 19.03.19
CSI Pavia Notizie n.11 del 19.03.19
 
CSI Pavia Notizie n.11 del 19.03.19
CSI Pavia Notizie n.11 del 19.03.19CSI Pavia Notizie n.11 del 19.03.19
CSI Pavia Notizie n.11 del 19.03.19
 
Carta valori della cittadinanza e dell'integrazione
Carta valori della cittadinanza e dell'integrazioneCarta valori della cittadinanza e dell'integrazione
Carta valori della cittadinanza e dell'integrazione
 
Presentazione Citt E Cost Ministro
Presentazione Citt E Cost   MinistroPresentazione Citt E Cost   Ministro
Presentazione Citt E Cost Ministro
 
Newsletter 10
Newsletter 10Newsletter 10
Newsletter 10
 

Plus de raffaelebruno1

MIILIV_M4C5 Appendice 5 parte 5
MIILIV_M4C5 Appendice 5   parte 5MIILIV_M4C5 Appendice 5   parte 5
MIILIV_M4C5 Appendice 5 parte 5raffaelebruno1
 
MIILIV_M4C5 Appendice 5 parte 4
MIILIV_M4C5 Appendice 5   parte 4MIILIV_M4C5 Appendice 5   parte 4
MIILIV_M4C5 Appendice 5 parte 4raffaelebruno1
 
MIILIV_M4C5 Appendice 5 parte 3
MIILIV_M4C5 Appendice 5   parte 3MIILIV_M4C5 Appendice 5   parte 3
MIILIV_M4C5 Appendice 5 parte 3raffaelebruno1
 
MIILIV_M4C5 Appendice 5 parte 2
MIILIV_M4C5 Appendice 5   parte 2MIILIV_M4C5 Appendice 5   parte 2
MIILIV_M4C5 Appendice 5 parte 2raffaelebruno1
 
MIILIV_M4C5 Appendice 5 parte 1
MIILIV_M4C5 Appendice 5   parte 1MIILIV_M4C5 Appendice 5   parte 1
MIILIV_M4C5 Appendice 5 parte 1raffaelebruno1
 
MIILIV_M4C5 Appendice 4 parte 3
MIILIV_M4C5 Appendice 4   parte 3MIILIV_M4C5 Appendice 4   parte 3
MIILIV_M4C5 Appendice 4 parte 3raffaelebruno1
 
MIILIV_M4C5 Appendice 4 parte 2
MIILIV_M4C5 Appendice 4   parte 2MIILIV_M4C5 Appendice 4   parte 2
MIILIV_M4C5 Appendice 4 parte 2raffaelebruno1
 
IILIV_M4C4 Lezione 4. successo formativo e valorizzazione della persona
IILIV_M4C4 Lezione 4. successo formativo e valorizzazione della personaIILIV_M4C4 Lezione 4. successo formativo e valorizzazione della persona
IILIV_M4C4 Lezione 4. successo formativo e valorizzazione della personaraffaelebruno1
 
IILIV_M4C4 Lezione 5. lavoro di rete e docente specializzato
IILIV_M4C4 Lezione 5. lavoro di rete e docente specializzatoIILIV_M4C4 Lezione 5. lavoro di rete e docente specializzato
IILIV_M4C4 Lezione 5. lavoro di rete e docente specializzatoraffaelebruno1
 
67+68 M5C3 Lezione 10. l influenza della logica bio-medica_
67+68 M5C3 Lezione 10. l influenza della  logica bio-medica_67+68 M5C3 Lezione 10. l influenza della  logica bio-medica_
67+68 M5C3 Lezione 10. l influenza della logica bio-medica_raffaelebruno1
 
67+68 M5C3 Lezione 8. il piano educativo individualizzato
67+68 M5C3 Lezione 8. il piano educativo individualizzato 67+68 M5C3 Lezione 8. il piano educativo individualizzato
67+68 M5C3 Lezione 8. il piano educativo individualizzato raffaelebruno1
 
67+68 M5C3 Lezione 7. il profilo dinamico funzionale
67+68 M5C3 Lezione 7. il profilo dinamico funzionale67+68 M5C3 Lezione 7. il profilo dinamico funzionale
67+68 M5C3 Lezione 7. il profilo dinamico funzionaleraffaelebruno1
 
67+68 M5C3 Lezione 6. la diagnosi funzionale
67+68 M5C3 Lezione 6. la diagnosi funzionale67+68 M5C3 Lezione 6. la diagnosi funzionale
67+68 M5C3 Lezione 6. la diagnosi funzionaleraffaelebruno1
 
67+68 M5C3 Lezione 4. dall integrazione alle integrazioni
67+68 M5C3 Lezione 4. dall integrazione alle integrazioni67+68 M5C3 Lezione 4. dall integrazione alle integrazioni
67+68 M5C3 Lezione 4. dall integrazione alle integrazioniraffaelebruno1
 
67+68 M5C3 Lezione 3. dall inserimento all integrazione
67+68 M5C3 Lezione 3. dall inserimento all integrazione67+68 M5C3 Lezione 3. dall inserimento all integrazione
67+68 M5C3 Lezione 3. dall inserimento all integrazioneraffaelebruno1
 

Plus de raffaelebruno1 (15)

MIILIV_M4C5 Appendice 5 parte 5
MIILIV_M4C5 Appendice 5   parte 5MIILIV_M4C5 Appendice 5   parte 5
MIILIV_M4C5 Appendice 5 parte 5
 
MIILIV_M4C5 Appendice 5 parte 4
MIILIV_M4C5 Appendice 5   parte 4MIILIV_M4C5 Appendice 5   parte 4
MIILIV_M4C5 Appendice 5 parte 4
 
MIILIV_M4C5 Appendice 5 parte 3
MIILIV_M4C5 Appendice 5   parte 3MIILIV_M4C5 Appendice 5   parte 3
MIILIV_M4C5 Appendice 5 parte 3
 
MIILIV_M4C5 Appendice 5 parte 2
MIILIV_M4C5 Appendice 5   parte 2MIILIV_M4C5 Appendice 5   parte 2
MIILIV_M4C5 Appendice 5 parte 2
 
MIILIV_M4C5 Appendice 5 parte 1
MIILIV_M4C5 Appendice 5   parte 1MIILIV_M4C5 Appendice 5   parte 1
MIILIV_M4C5 Appendice 5 parte 1
 
MIILIV_M4C5 Appendice 4 parte 3
MIILIV_M4C5 Appendice 4   parte 3MIILIV_M4C5 Appendice 4   parte 3
MIILIV_M4C5 Appendice 4 parte 3
 
MIILIV_M4C5 Appendice 4 parte 2
MIILIV_M4C5 Appendice 4   parte 2MIILIV_M4C5 Appendice 4   parte 2
MIILIV_M4C5 Appendice 4 parte 2
 
IILIV_M4C4 Lezione 4. successo formativo e valorizzazione della persona
IILIV_M4C4 Lezione 4. successo formativo e valorizzazione della personaIILIV_M4C4 Lezione 4. successo formativo e valorizzazione della persona
IILIV_M4C4 Lezione 4. successo formativo e valorizzazione della persona
 
IILIV_M4C4 Lezione 5. lavoro di rete e docente specializzato
IILIV_M4C4 Lezione 5. lavoro di rete e docente specializzatoIILIV_M4C4 Lezione 5. lavoro di rete e docente specializzato
IILIV_M4C4 Lezione 5. lavoro di rete e docente specializzato
 
67+68 M5C3 Lezione 10. l influenza della logica bio-medica_
67+68 M5C3 Lezione 10. l influenza della  logica bio-medica_67+68 M5C3 Lezione 10. l influenza della  logica bio-medica_
67+68 M5C3 Lezione 10. l influenza della logica bio-medica_
 
67+68 M5C3 Lezione 8. il piano educativo individualizzato
67+68 M5C3 Lezione 8. il piano educativo individualizzato 67+68 M5C3 Lezione 8. il piano educativo individualizzato
67+68 M5C3 Lezione 8. il piano educativo individualizzato
 
67+68 M5C3 Lezione 7. il profilo dinamico funzionale
67+68 M5C3 Lezione 7. il profilo dinamico funzionale67+68 M5C3 Lezione 7. il profilo dinamico funzionale
67+68 M5C3 Lezione 7. il profilo dinamico funzionale
 
67+68 M5C3 Lezione 6. la diagnosi funzionale
67+68 M5C3 Lezione 6. la diagnosi funzionale67+68 M5C3 Lezione 6. la diagnosi funzionale
67+68 M5C3 Lezione 6. la diagnosi funzionale
 
67+68 M5C3 Lezione 4. dall integrazione alle integrazioni
67+68 M5C3 Lezione 4. dall integrazione alle integrazioni67+68 M5C3 Lezione 4. dall integrazione alle integrazioni
67+68 M5C3 Lezione 4. dall integrazione alle integrazioni
 
67+68 M5C3 Lezione 3. dall inserimento all integrazione
67+68 M5C3 Lezione 3. dall inserimento all integrazione67+68 M5C3 Lezione 3. dall inserimento all integrazione
67+68 M5C3 Lezione 3. dall inserimento all integrazione
 

Dernier

CHIẾN THẮNG KÌ THI TUYỂN SINH VÀO LỚP 10 THPT MÔN NGỮ VĂN - PHAN THẾ HOÀI (36...
CHIẾN THẮNG KÌ THI TUYỂN SINH VÀO LỚP 10 THPT MÔN NGỮ VĂN - PHAN THẾ HOÀI (36...CHIẾN THẮNG KÌ THI TUYỂN SINH VÀO LỚP 10 THPT MÔN NGỮ VĂN - PHAN THẾ HOÀI (36...
CHIẾN THẮNG KÌ THI TUYỂN SINH VÀO LỚP 10 THPT MÔN NGỮ VĂN - PHAN THẾ HOÀI (36...Nguyen Thanh Tu Collection
 
descrizioni della antica civiltà dei sumeri.pptx
descrizioni della antica civiltà dei sumeri.pptxdescrizioni della antica civiltà dei sumeri.pptx
descrizioni della antica civiltà dei sumeri.pptxtecongo2007
 
Presentazione tre geni della tecnologia informatica
Presentazione tre geni della tecnologia informaticaPresentazione tre geni della tecnologia informatica
Presentazione tre geni della tecnologia informaticanico07fusco
 
Nicola pisano aaaaaaaaaaaaaaaaaa(1).pptx
Nicola pisano aaaaaaaaaaaaaaaaaa(1).pptxNicola pisano aaaaaaaaaaaaaaaaaa(1).pptx
Nicola pisano aaaaaaaaaaaaaaaaaa(1).pptxlorenzodemidio01
 
Adducchio.Samuel-Steve_Jobs.ppppppppppptx
Adducchio.Samuel-Steve_Jobs.ppppppppppptxAdducchio.Samuel-Steve_Jobs.ppppppppppptx
Adducchio.Samuel-Steve_Jobs.ppppppppppptxsasaselvatico
 
ProgettoDiEducazioneCivicaDefinitivo_Christian Tosone.pptx
ProgettoDiEducazioneCivicaDefinitivo_Christian Tosone.pptxProgettoDiEducazioneCivicaDefinitivo_Christian Tosone.pptx
ProgettoDiEducazioneCivicaDefinitivo_Christian Tosone.pptxlorenzodemidio01
 
Una breve introduzione ad Elsa Morante, vita e opere
Una breve introduzione ad Elsa Morante, vita e opereUna breve introduzione ad Elsa Morante, vita e opere
Una breve introduzione ad Elsa Morante, vita e opereMarco Chizzali
 
case passive_GiorgiaDeAscaniis.pptx.....
case passive_GiorgiaDeAscaniis.pptx.....case passive_GiorgiaDeAscaniis.pptx.....
case passive_GiorgiaDeAscaniis.pptx.....giorgiadeascaniis59
 
Esame di Stato 2024 - Materiale conferenza online 09 aprile 2024
Esame di Stato 2024 - Materiale conferenza online 09 aprile 2024Esame di Stato 2024 - Materiale conferenza online 09 aprile 2024
Esame di Stato 2024 - Materiale conferenza online 09 aprile 2024IISGiovanniVallePado
 
Scrittura seo e scrittura accessibile
Scrittura seo e scrittura accessibileScrittura seo e scrittura accessibile
Scrittura seo e scrittura accessibileNicola Rabbi
 
Storia-CarloMagno-TeccarelliLorenzo.pptx
Storia-CarloMagno-TeccarelliLorenzo.pptxStoria-CarloMagno-TeccarelliLorenzo.pptx
Storia-CarloMagno-TeccarelliLorenzo.pptxteccarellilorenzo
 
Presentazioni Efficaci e lezioni di Educazione Civica
Presentazioni Efficaci e lezioni di Educazione CivicaPresentazioni Efficaci e lezioni di Educazione Civica
Presentazioni Efficaci e lezioni di Educazione CivicaSalvatore Cianciabella
 
LE ALGHE.pptx ..........................
LE ALGHE.pptx ..........................LE ALGHE.pptx ..........................
LE ALGHE.pptx ..........................giorgiadeascaniis59
 
Descrizione Piccolo teorema di Talete.pptx
Descrizione Piccolo teorema di Talete.pptxDescrizione Piccolo teorema di Talete.pptx
Descrizione Piccolo teorema di Talete.pptxtecongo2007
 
Vuoi girare il mondo? educazione civica.
Vuoi girare il mondo? educazione civica.Vuoi girare il mondo? educazione civica.
Vuoi girare il mondo? educazione civica.camillaorlando17
 
Aristotele, vita e opere e fisica...pptx
Aristotele, vita e opere e fisica...pptxAristotele, vita e opere e fisica...pptx
Aristotele, vita e opere e fisica...pptxtecongo2007
 
Quadrilateri e isometrie studente di liceo
Quadrilateri e isometrie studente di liceoQuadrilateri e isometrie studente di liceo
Quadrilateri e isometrie studente di liceoyanmeng831
 
Tosone Christian_Steve Jobsaaaaaaaa.pptx
Tosone Christian_Steve Jobsaaaaaaaa.pptxTosone Christian_Steve Jobsaaaaaaaa.pptx
Tosone Christian_Steve Jobsaaaaaaaa.pptxlorenzodemidio01
 
Scienza Potere Puntoaaaaaaaaaaaaaaa.pptx
Scienza Potere Puntoaaaaaaaaaaaaaaa.pptxScienza Potere Puntoaaaaaaaaaaaaaaa.pptx
Scienza Potere Puntoaaaaaaaaaaaaaaa.pptxlorenzodemidio01
 
Oppressi_oppressori.pptx................
Oppressi_oppressori.pptx................Oppressi_oppressori.pptx................
Oppressi_oppressori.pptx................giorgiadeascaniis59
 

Dernier (20)

CHIẾN THẮNG KÌ THI TUYỂN SINH VÀO LỚP 10 THPT MÔN NGỮ VĂN - PHAN THẾ HOÀI (36...
CHIẾN THẮNG KÌ THI TUYỂN SINH VÀO LỚP 10 THPT MÔN NGỮ VĂN - PHAN THẾ HOÀI (36...CHIẾN THẮNG KÌ THI TUYỂN SINH VÀO LỚP 10 THPT MÔN NGỮ VĂN - PHAN THẾ HOÀI (36...
CHIẾN THẮNG KÌ THI TUYỂN SINH VÀO LỚP 10 THPT MÔN NGỮ VĂN - PHAN THẾ HOÀI (36...
 
descrizioni della antica civiltà dei sumeri.pptx
descrizioni della antica civiltà dei sumeri.pptxdescrizioni della antica civiltà dei sumeri.pptx
descrizioni della antica civiltà dei sumeri.pptx
 
Presentazione tre geni della tecnologia informatica
Presentazione tre geni della tecnologia informaticaPresentazione tre geni della tecnologia informatica
Presentazione tre geni della tecnologia informatica
 
Nicola pisano aaaaaaaaaaaaaaaaaa(1).pptx
Nicola pisano aaaaaaaaaaaaaaaaaa(1).pptxNicola pisano aaaaaaaaaaaaaaaaaa(1).pptx
Nicola pisano aaaaaaaaaaaaaaaaaa(1).pptx
 
Adducchio.Samuel-Steve_Jobs.ppppppppppptx
Adducchio.Samuel-Steve_Jobs.ppppppppppptxAdducchio.Samuel-Steve_Jobs.ppppppppppptx
Adducchio.Samuel-Steve_Jobs.ppppppppppptx
 
ProgettoDiEducazioneCivicaDefinitivo_Christian Tosone.pptx
ProgettoDiEducazioneCivicaDefinitivo_Christian Tosone.pptxProgettoDiEducazioneCivicaDefinitivo_Christian Tosone.pptx
ProgettoDiEducazioneCivicaDefinitivo_Christian Tosone.pptx
 
Una breve introduzione ad Elsa Morante, vita e opere
Una breve introduzione ad Elsa Morante, vita e opereUna breve introduzione ad Elsa Morante, vita e opere
Una breve introduzione ad Elsa Morante, vita e opere
 
case passive_GiorgiaDeAscaniis.pptx.....
case passive_GiorgiaDeAscaniis.pptx.....case passive_GiorgiaDeAscaniis.pptx.....
case passive_GiorgiaDeAscaniis.pptx.....
 
Esame di Stato 2024 - Materiale conferenza online 09 aprile 2024
Esame di Stato 2024 - Materiale conferenza online 09 aprile 2024Esame di Stato 2024 - Materiale conferenza online 09 aprile 2024
Esame di Stato 2024 - Materiale conferenza online 09 aprile 2024
 
Scrittura seo e scrittura accessibile
Scrittura seo e scrittura accessibileScrittura seo e scrittura accessibile
Scrittura seo e scrittura accessibile
 
Storia-CarloMagno-TeccarelliLorenzo.pptx
Storia-CarloMagno-TeccarelliLorenzo.pptxStoria-CarloMagno-TeccarelliLorenzo.pptx
Storia-CarloMagno-TeccarelliLorenzo.pptx
 
Presentazioni Efficaci e lezioni di Educazione Civica
Presentazioni Efficaci e lezioni di Educazione CivicaPresentazioni Efficaci e lezioni di Educazione Civica
Presentazioni Efficaci e lezioni di Educazione Civica
 
LE ALGHE.pptx ..........................
LE ALGHE.pptx ..........................LE ALGHE.pptx ..........................
LE ALGHE.pptx ..........................
 
Descrizione Piccolo teorema di Talete.pptx
Descrizione Piccolo teorema di Talete.pptxDescrizione Piccolo teorema di Talete.pptx
Descrizione Piccolo teorema di Talete.pptx
 
Vuoi girare il mondo? educazione civica.
Vuoi girare il mondo? educazione civica.Vuoi girare il mondo? educazione civica.
Vuoi girare il mondo? educazione civica.
 
Aristotele, vita e opere e fisica...pptx
Aristotele, vita e opere e fisica...pptxAristotele, vita e opere e fisica...pptx
Aristotele, vita e opere e fisica...pptx
 
Quadrilateri e isometrie studente di liceo
Quadrilateri e isometrie studente di liceoQuadrilateri e isometrie studente di liceo
Quadrilateri e isometrie studente di liceo
 
Tosone Christian_Steve Jobsaaaaaaaa.pptx
Tosone Christian_Steve Jobsaaaaaaaa.pptxTosone Christian_Steve Jobsaaaaaaaa.pptx
Tosone Christian_Steve Jobsaaaaaaaa.pptx
 
Scienza Potere Puntoaaaaaaaaaaaaaaa.pptx
Scienza Potere Puntoaaaaaaaaaaaaaaa.pptxScienza Potere Puntoaaaaaaaaaaaaaaa.pptx
Scienza Potere Puntoaaaaaaaaaaaaaaa.pptx
 
Oppressi_oppressori.pptx................
Oppressi_oppressori.pptx................Oppressi_oppressori.pptx................
Oppressi_oppressori.pptx................
 

MIILIV_M4C5 Appendice 3 parte 2

  • 1. Fu la prima Convenzione sui diritti dell’uomo del XXI secolo. L’intento della Convenzione fu quello di promuovere e di garantire alle persone disabili il pieno e reale godimento dei diritti in ogni ambito della vita: nella salute, nell’istruzione, nel lavoro, nella società e nella politica. Tale intento però poteva essere possibile solo a patto di attribuire al contesto socio-culturale un ruolo di primo piano nella determinazione della situazione di svantaggio della persona disabile.
  • 2. Non a caso proprio questo paradigma fu espresso nel Preambolo della Convenzione, dove la disabilità venne definita come il risultato dell’interazione tra persone con menomazioni e barriere comportamentali ed ambientali, che impediscono la loro piena ed effettiva partecipazione alla società sulla base di uguaglianze con gli altri (lettera e). Alla luce di questa definizione di disabilità risultò chiaro come era il contesto (ambienti, procedure, strumenti educativi ed ausili) che si doveva adattare alle persone disabili e non il contrario All’adozione formale della Convenzione sui diritti delle persone con disabilità da parte delle Nazioni Unite fece seguito la fase delle ratifiche nazionali.
  • 3. Con la Legge n. 18 del 3 marzo 2009anche l’Italia si impegnò nella ratifica della Convenzione e nella conseguente istituzione dell’Osservatorio nazionale sulla condizione delle persone con disabilità. Questo organismo fu istituito presso il Ministero del lavoro, della salute e delle politiche sociali allo scopo di promuovere la piena integrazione delle persone disabili (art.3) e venne appositamente incaricato di promuovere, tutelare e monitorare l’applicazione del trattato. Come l’Italia, tutti i paesi ratificanti assicurarono di adeguare la loro legislazione interna ai principi dei cinquanta articoli della Convenzione, integrando nelle loro legislazioni nazionali le misure antidiscriminatorie a favore delle persone disabili.
  • 4. Nel 2009 merita di essere ricordato, in riferimento al contesto della formazione e dell’istruzione, il significativo contributo dell’UNESCO contenuto nelle Linee Guida per le politiche di Integrazione nell’Istruzione In esse, dopo aver precisato che i bambini con disabilità stanno ancora combattendo contro una palese emarginazione tra i diversi spunti di riflessione venne esplicitato con chiarezza che La scuola inclusiva è un processo di fortificazione delle capacità del sistema di istruzione di raggiungere tutti gli studenti. [....]
  • 5. Un sistema scolastico “incluso” può essere creato solamente se le scuole comuni diventano più inclusive. In altre parole, se diventano migliori nell’educazione di tutti i bambini della loro comunità. [...] L’inclusione è vista come un processo di indirizzo e di risposta alla diversità delle esigenze di tutti i bambini, giovani ed adulti attraverso l’incremento delle possibilità di partecipazione all’apprendimento, alle culture e alle comunità e riducendo ed eliminando l’esclusione e l’emarginazione dall’istruzione.
  • 6. Immediatamente dopo la Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo, proclamata dall’Assemblea generale delle Nazioni Unite il 10 dicembre 1948, gli Stati membri del Consiglio d’Europa firmarono a Roma, il 4 novembre 1950, la Convenzione per la salvaguardiadei Diritti dell’Uomo e delle Libertà fondamentali . In essa, con l’articolo n. 14, venne chiaramente precisato il divieto di discriminazione:
  • 7. Il godimento dei diritti e delle libertà riconosciuti nella presente Convenzione deve essere assicurato senza nessuna discriminazione, in particolare quelle fondate sul sesso, la razza, il colore, la lingua, la religione, le opinioni politiche o quelle di altro genere, l’origine nazionale o sociale, l’appartenenza a una minoranza nazionale, la ricchezza, la nascita od ogni altra condizione Il Consiglio d’Europa promosse alcuni anni più tardi, nel 1961, anche un altro significativo documento, la Carta Sociale, che entrò in vigore nel 1965 dopo aver raggiunto il numero di ratifiche necessario. In essa l’attenzione nei confronti dei diritti delle persone disabili assunse un rilievo non solo educativo, ma anche lavorativo e sociale.
  • 8. La Carta Sociale fu rivista il 3 maggio 1996 a Strasburgo. Merita di essere sottolineato il punto n.15 della prima parte di questo documento secondo il quale: Ogni persona portatrice di handicap ha diritto all’autonomia, all’integrazione sociale ed alla partecipazione alla vita della comunità La Convenzione del 1950 e la Carta Sociale del 1961 aprirono la strada all’integrazione dei diritti politici e sociali nel continente europeo.
  • 9. Dopo il 1957, anno in cui con il trattato di Roma venne istituita la Comunità Economica Europea (CEE), la prima occasione in cui gli Stati della Comunità affrontarono il tema dell’integrazione scolastica fu nel 1978, quando la Comunità Europea ed il Ministero della Pubblica Istruzione italiano, sulla scia della proclamazione del 1981 come l’Anno internazionale delle persone disabili da parte delle Nazioni Unite, organizzarono a Roma una conferenza sull’istruzione speciale. La conferenza di Roma fu finalizzata ad intraprendere un dialogo tra i diversi Paesi europei sui problemi educativi riguardanti i disabili e sugli aspetti normativo-istituzionali presenti nei diversi sistemi scolastici del continente.
  • 10. Nel corso della conferenza di Roma fu presentato il rapporto Jørgensensull’istruzione speciale nella Comunità Europea, nel quale vennero presi in esame i differenti sistemi di educazione speciale nei Paesi membri. In questa occasione si auspicò il superamento di un’ottica medicalizzata della disabilità e si affermò la necessità di sistemi, metodi, strategie speciali per l’istruzione degli alunni disabili L’Anno internazionale delle persone disabili segnò, con la risoluzione del Consiglio dell’unione europea del 21 dicembre 1981, l’impegno degli Stati membri a proseguire e ad intensificare l’azione volta a promuovere l’integrazione economica e sociale delle persone disabili
  • 11. Con la Legge n. 18 del 3 marzo 2009anche l’Italia si impegnò nella ratifica della Convenzione e nella conseguente istituzione dell’Osservatorio nazionale sulla condizione delle persone con disabilità. Questo organismo fu istituito presso il Ministero del lavoro, della salute e delle politiche sociali allo scopo di promuovere la piena integrazione delle persone disabili (art.3) e venne appositamente incaricato di promuovere, tutelare e monitorare l’applicazione del trattato. Come l’Italia, tutti i paesi ratificanti assicurarono di adeguare la loro legislazione interna ai principi dei cinquanta articoli della Convenzione, integrando nelle loro legislazioni nazionali le misure antidiscriminatorie a favore delle persone disabili.
  • 12. in essa era prevista una sua applicazione anche nel settore della protezione dei bambini, degli adolescenti, degli anziani e delle persone disabili. Dal finire degli anni Ottanta del XX secolo vennero intrapresi in ambito comunitario europeo alcuni programmi specifici di ricerca e di azione destinati al sostegno dei diritti delle persone disabili. Si possono ricordare, in particolare, i programmi Helios (Handicapped people in the European community Living Independently in an Open Society) I e II per la promozione dell’integrazione sociale e della vita indipendente delle persone disabili
  • 13. Grazie a questi programmi d’azione, visti come degli strumenti di collaborazione e di coordinamento di attività comuni, i Paesi membri della Comunità Europea diedero inizio, dal 1988 al 1996, ad un articolato piano di intervento, sia per migliorare lo scambio delle attività e delle informazioni tra gli Stati membri e le organizzazioni non governative sia per promuovere modelli di lavoro condivisi, favorendo nel contempo lo sviluppo di una politica a livello europeo di cooperazione con gli Stati membri e le associazioni che si occupavano di integrazione. Il programma comunitario Helios II, che era stato avviato nel 1993, si concluse dopo un quadriennio di sperimentazioni con la Carta di Lussemburgo (9 novembre 1996) sull’integrazione scolastica degli alunni disabili. Il messaggio mandato fu quello di una scuola per tutti e per ciascuno, basata sul principio dell’individualizzazione e della flessibilità dei programmi.
  • 14. La Carta di Lussemburgo, il primo documento redatto dalla Comunità europea in materia di integrazione educativa e scolastica, volle essere la sintesi visiva del lungo, ampio e impegnativo lavoro attuato nei Paesi europei, grazie a visite di studio, sessioni in gruppi di lavoro, scambi di esperienze positive e seminari specifici. La Carta precisò che l’integrazione nelle normali strutture scolastiche era un principio base dell’educazione, gli Stati dovevano favorirlo e le leggi dovevano prevedere i mezzi per attuarlo. Venne ribadita l’importanza della flessibilità dei progetti, i quali dovevano essere guidati da criteri pedagogici più che medici.
  • 15. Fu anche sottolineato di puntare sui cambiamenti di mentalità dell’opinione pubblica Il progetto Helios II merita di essere ricordato, oltre che per il significativo manifesto paradigmatico centrato nella scuola per tutti e per ciascuno, anche per la sua capacità di coinvolgere e di dare voce alle persone disabili. In effetti le politiche per la disabilità adottate in Europa fino ai primi anni Novanta erano basate su alcuni programmi prodotti ed elaborati da professionisti, soprattutto del settore sanitario, senza un coinvolgimento diretto delle persone disabili. Solo nel 1993, proprio con il programma Helios II, si cominciò a discutere sui vari aspetti connessi alla disabilità coinvolgendo anche le associazioni di rappresentanza delle persone disabili. Negli anni successivi, per garantire loro una significativa espressione a livello europeo, si stimolò la costituzione di un unicocorpo consultivo indipendente, che prese forma nel 1996 con la nascita ufficiale dell’EuropeanDisability Forum (EDF), organizzazione non governativa che oggi rappresenta gli interessi di oltre 80 milioni di cittadini europei disabili.
  • 16. Merita di essere ricordata, del 31 maggio 1990, la Risoluzione del consiglio e dei ministri dell’istruzione riuniti in sede di consiglio sull’integrazione dei bambini e dei giovani minorati nel sistema scolastico normale nella quale venne espresso, al punto n.2, che la completa integrazione nel sistema di istruzione tradizionale doveva essere ritenuta una scelta prioritaria in tutte le situazioni appropriate e tutti gli istituti scolastici dovevano essere in grado di rispondere alle esigenze di allievi e studenti minorati Possono essere ricordate, collocate nella seconda metà degli anni Novanta, due significative Risoluzioni dell’Unione europea.
  • 17. La prima fu quella del Consiglio e dei rappresentanti dei Governi degli Stati membri, del 20 dicembre 1996, sulla parità di opportunità per i disabili che insistette affinché gli Stati membri incoraggiassero e sostenessero la piena integrazione delle persone disabili nella società attraverso l’accesso ai sistemi d’istruzione e formazione ordinari.
  • 18. La seconda fu quella del Consiglio del 17 giugno 1999, relativa alle pari opportunità di lavoro per le persone disabili nella quale gli Stati membri furono invitati a porre un accento particolare, in collaborazione con le parti sociali e le organizzazioni non governative per i disabili, sulla promozione di opportunità di lavoro per i disabili e sull’elaborazione di adeguate iniziative politiche preventive ed attive, intese a promuovere l’inserimento delle persone disabili nel mercato del lavoro.
  • 19. Nel 1996, per opera degli Stati membri dell’Unione europea, nacque l’Agenzia europea per lo sviluppo dell’istruzione degli alunni disabili (EuropeanAgencyforDevelopment in SpecialNeedsEducation). Il suo scopo fu quello di realizzare una piattaforma di collaborazione sullo sviluppo dell’offerta formativa e scolastica per gli alunni disabili. L’Agenzia europea facilitò la raccolta, l’elaborazione e la condivisione di informazioni relative ai contesti nazionali dei singoli paesi membri e alla sfera europea. Permise anche l’identificazione dei punti di forza e di debolezza delle politiche scolastiche nazionali.
  • 20. Nel 2009 merita di essere ricordato, in riferimento al contesto della formazione e dell’istruzione, il significativo contributo dell’UNESCO contenuto nelle Linee Guida per le politiche di Integrazione nell’Istruzione In esse, dopo aver precisato che i bambini con disabilità stanno ancora combattendo contro una palese emarginazione tra i diversi spunti di riflessione venne esplicitato con chiarezza che La scuola inclusiva è un processo di fortificazione delle capacità del sistema di istruzione di raggiungere tutti gli studenti. [....]
  • 21. Fu un Trattato degno di nota anche per gli aspetti sociali. Vennero tracciate le basi e gli obiettivi della politica europea per lottare contro ogni discriminazione ed emarginazione, per promuovere l’occupazione, per migliorare le condizioni di vita e di lavoro, per fornire una protezione sociale adeguata, per favorire il dialogo sociale, lo sviluppo delle risorse umane, la parità tra uomini e donne. Venne vietata la discriminazione delle persone in base al genere, alla razza, all’età, alla disabilità, all’orientamento sessuale, alla religione e alle convinzioni. In particolare l’articolo n. 13 (ex articolo 6 A) del Trattato di Amsterdam riguardò l’adozione di una disposizione relativa alla non discriminazione, che autorizzò il Consiglio dell’Unione europea a prendere i provvedimenti necessari per combattere le discriminazioni fondate sul sesso, la razza o l’origine etnica, la religione o le convinzioni personali, gli handicap, l’età o le tendenze sessuali
  • 22. Tre anni dopo il Trattato di Amsterdam, nel 1999, l’Unione europea proseguì l’intento di combattere le discriminazioni mediante un altro documento, la Carta dei diritti fondamentali dell’unione europea, approvata a Nizza nel 2000, nella quale vennero riconosciuti il diritto alla non discriminazione e l’esigenza di misure positive per l’autonomia e la partecipazione alla vita sociale. L’articolo n. 21 vietò qualsiasi discriminazione basata sul sesso, la razza, il colore della pelle o l’origine etnica o sociale, le caratteristiche genetiche, la lingua, la religione o le convinzioni personali, le opinioni politiche o di qualsiasi altra natura, l’appartenenza ad una minoranza nazionale, il patrimonio, la nascita, gli handicap, l’età o le tendenze sessuali.
  • 23. L’articolo n. 26 si riferì esplicitamente alle persone disabili e proclamò il riconoscimento da parte dei paesi membri del diritto dei disabili di beneficiare di misure intese a garantire l’autonomia, l’inserimento sociale e professionale e la partecipazione alla vita della comunità Anche l’Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico (OCSE o OCDE o OECD) rispondendo alle urgenze sollecitate da questo scenario politico e culturale, intraprese dal 1995 un continuo monitoraggio dei sistemi educativi dei paesi dell’Unione attraverso il progetto SpecialNeedsEducation (Bisogni Educativi Speciali).
  • 24. Il progetto fu condotto in diverse fasi di raccolta dati fra i Paesi aderenti per verificare il processo di integrazione degli studenti svantaggiati nelle scuole normali e fece registrare una diffusa eterogeneità tra le varie nazioni. Ciò fu dovuto al fatto che, come ha rilevato la stessa OCSE, comparare differenti sistemi scolastici con riferimento ai bisogni educativi speciali e alle disabilità poteva comportare vari problemi di non semplice soluzione. In primo luogo perché l’espressione bisogni educativi speciali assumeva significati e valenze diverse a seconda delle nazioni.
  • 25. In alcuni Paesi l’espressione era riferita ad alunni con disabilità tradizionalmente intese, mentre in altri il concetto includeva anche i disturbi specifici di apprendimento. In secondo luogo perché le definizioni delle differenti tipologie di disabilità non erano uguali in tutti i Paesi, così come potevano mutare le tassonomie e le conseguenti classificazioni delle disabilità. In terzo luogo perché in alcuni sistemi scolastici, ad esempio in Inghilterra, in Norvegia ed in Danimarca, non si faceva ricorso a categorizzazioni o schemi classificatori in cui inquadrare le varie tipologie di disabilità, ma si adoperava un approccio più pragmatico in base al quale leggere i bisogni e disporre i relativi servizi di supporto volti a far fronte a particolari situazioni di gravità e/o difficoltà nei processi di apprendimento riferiti a specifiche situazioni di singoli allievi.
  • 26. Per superare i problemi legati alle diversità che si manifestavano tra le varie nazioni nel trattare i bisogni educativi speciali e per consentire di compiere comparazioni internazionali, l’OCSE decise di basarsi su di un approccio centrato sulle risorse aggiuntive messe a disposizione per aiutare gli studenti con difficoltà nell’accedere efficacemente al programma educativo.
  • 27. Era quindi il surplus di risorse destinate a determinate categorie di studenti il primo requisito necessario per identificare i bisogni educativi speciali. Oltre a ciò l’OCSE decise di individuare tre grandi categorie a cui ricondurre le varie tipologie nazionali e con cui precisare i bisogni educativi speciali: disabilità (categoria A), difficoltà (categoria B), svantaggi (categoria C). Vennero così identificate tre tipologie di studenti: alunni disabili, alunni con difficoltà, alunni con svantaggi. Gli alunni disabili (categoria A) erano quelli con difficoltà educative dovute a chiare basi organiche; in questa categoria erano inseriti i bisogni educativi degli allievi con deficit definibili in termini medico‐sanitari derivanti da carenze organico‐funzionali attribuibili a menomazioni e/o patologie organiche (deficit sensoriali, motori o neurologici).
  • 28. Gli alunni della categoria B presentavano difficoltà emotive, comportamentali o specifiche di apprendimento (ad esempio dislessia, discalculia, disturbi del linguaggio); in questa categoria il bisogno educativo speciale scaturiva da problemi di interazione tra lo studente ed il contesto educativo. Gli alunni con svantaggi (categoria C), che presentavano problemi dovuti all’ambiente socioeconomico, culturale e sociolinguistico di provenienza, necessitavano di risorse educative aggiuntive per colmare i deficit di apprendimento dovuti al loro background di vita.
  • 29. Un sistema scolastico “incluso” può essere creato solamente se le scuole comuni diventano più inclusive. In altre parole, se diventano migliori nell’educazione di tutti i bambini della loro comunità. [...] L’inclusione è vista come un processo di indirizzo e di risposta alla diversità delle esigenze di tutti i bambini, giovani ed adulti attraverso l’incremento delle possibilità di partecipazione all’apprendimento, alle culture e alle comunità e riducendo ed eliminando l’esclusione e l’emarginazione dall’istruzione.
  • 30. Tra gli aspetti evidenziati per raggiungere questo ambizioso obiettivo europeo, un posto di rilievo fu dato all’urgenza di modernizzare il modello sociale europeo, investendo nelle persone e costruendo uno stato sociale attivo. Ciò sarebbe stato possibile, oltre che con determinati interventi di istruzione e formazione per vivere e lavorare nella società dei saperi, anche con lo sviluppo di una politica attiva dell’occupazione e con il miglioramento della protezione sociale e la promozione dell’inclusione sociale.
  • 31. Pertanto il Consiglio europeo invitò a promuovere una migliore comprensione dell’esclusione sociale attraverso un dialogo costante nonché scambi di informazioni e di buone prassi, sulla base di indicatori convenuti di comune accordo [...]; a integrare la promozione dell’inclusione nelle politiche degli Stati membri in materia di occupazione, istruzione e formazione, sanità e edilizia abitativa, cui dovrà affiancarsi a livello comunitario un’azione nel quadro dei fondi strutturali nei limiti dell'attuale quadro di bilancio; a sviluppare azioni prioritarie indirizzate a particolari gruppi bersaglio (ad esempio gruppi minoritari, bambini, anziani e disabili) (punto 33)
  • 32. La Commissione europea, con una Comunicazione al Consiglio e al Parlamento europeo del 12 maggio 2000 dal titolo Verso un’Europa senza ostacoli per i disabili esaminò le politiche per contribuire al miglioramento dell’accessibilità a vantaggio delle persone disabili ed auspicò la cooperazione e lo scambio di buone prassi al fine di eliminare gli ostacoli ancora esistenti. Venne affrontato, tra gli altri, il tema della mobilità delle persone disabili come diritto, come fattore concreto di integrazione e quale componente della cittadinanza (punto 3.1). Inoltre, visto che le questioni di accessibilità erano della massima importanza nel contesto della società dell'informazione, venne trattato anche l’aspetto dell’accessibilità di tutti, comprese le persone disabili, alla società dell’informazione e della comunicazione (punto 3.3).