Abs. da: 24. R. Villano “Tuitio Fidei et Obsequium Pauperum. Storia, spiritualità e sovranità nelle tradizioni e nella modernità del Sovrano Militare Ordine di Malta” con presentazione di Mons. Prof. Raffaele Ferriero (Penitenziere del Duomo di Napoli e Rettore della Chiesa di San Ferdinando di Napoli) - (sotto l’Alto Patronato dell’Accademia di Storia dell’Arte Sanitaria e con il patrocinio Chiron dpt Hystart, Ed. Digitall, pag. 335, 1^ edizione febbraio 2008; 2^ ed. Pergamena, marzo 2008; 3^ ed., pag. 360, Pergamena, dicembre 2008; 4^ ed., ISBN 978-88-904235-43, LCC DG 831, CDD 900 VIL tui 2008, pp. 390, Pergamena, ottobre 2009).
R. Villano - Thesaurus pharmacologicus: forme speziali
RAIMONDO VILLANO - Sovrano Militare Ordine di Malta: cenni sull'attivita' sanitaria
1.
2. L’autore si vale della circostanza della pubblicazione
di questo volume per rendere onore:
a Sua Altezza Eminentissima Fra’ Matthew Festing
settantanovesimo Principe e Gran Maestro.
5
5. Si sente dire che un nuovo genere di cavalieri è apparso sulla terra
“
e proprio in quei medesimi luoghi visitati da Colui che incarnatosi,
come il sole ad oriente si leva in alto”
“Un nuovo genere di cavalieri, dico,
che le età precedenti non hanno conosciuto
e che infaticabile conduce una lotta parallela
sia contro la carne e il sangue
sia contro gli spiriti maligni sparsi nell’aria”
“Fanno a gara nell’onorarsi a vicenda,
si sollevano reciprocamente dalle fatiche,
per compiere così la Legge di Cristo”
Bernardo di Chiaravalle
11
6. INDICE
Presentazione
43
Prefazione
45
Storia
47
Le origini gerosolimitane
Il periodo di Acri
L’epoca cipriota
Il governo rodiense
L’epopea maltese
Le vicende di transizione
L’approdo romano
L’epoca contemporanea
Struttura e ordinamento
49
54
56
58
68
77
80
83
89
Caratteristiche e finalità
Organi di governo
Organi ecclesiastici
Ordinamento giuridico
Carta Costituzionale
Strutture ed Enti governativi
Gran Priorati
Corpo di Soccorso Internazionale
Ecom
Bandiere e Stemmi
91
95
101
104
106
114
120
122
124
126
Aspetti religiosi e dimensione ecclesiale
129
Carattere religioso
Dimensioni ecclesiali
L’impegno: Tuitio Fidei et Obsequium Pauperum
Pellegrinaggi
Cenni di magistero pontificio
San Giovanni Battista Patrono dell’Ordine
Le Reliquie dell’Ordine
La Madonna di Filermo
Beati e Santi dell’Ordine
Preghiere melitensi
Simbologia della Croce ottagona
Ceti e carattere nobiliare
I membri dell’Ordine
131
136
138
143
145
156
160
161
162
175
159
177
179
13
7. Aspetti nobiliari
Carattere militare
Aspetti militari
Corpo militare
Aspetti socioculturali e tecnici
Aspetti sociali
Aspetti culturali
Aspetti urbanistici
Aspetti economici
Ordini illegittimi
Sovranità
Sovranità
Soggettività internazionale
Attività
Attività diplomatica
Attività internazionale
Attività sanitaria
Attività sociale
Eroi melitensi
Strutture italiane
Acismom
Ospedale San Giovanni Battista
Cisom
Statuto Acismom
Regolamento Cisom
Norme di applicazione Cisom
Appendice
Cronologia dei Gran Maestri e dei Luogotenenti
Gran Priorati e Sottopriorati con data di fondazione
Successione dei Gran Priori di Roma
Successione dei Gran Priori di Lombardia e Venezia
Successione dei Gran Priori di Napoli e Sicilia
Indirizzi
Presidenti Acismon
Onorificenze melitensi
Gerarchia melitense essenziale
Libri consigliati sull’Ordine di Malta
14
191
195
197
211
217
219
222
224
226
231
239
241
243
245
247
265
279
300
318
321
323
325
328
342
347
352
357
359
362
363
368
371
372
380
381
382
383
16. “Non mi importa della tua pelle,
non mi curo del tuo credo religioso,
non mi curo della tua fede politica.
Solo ti chiedo: qual’è la tua sofferenza?”
Albert Schweitzer,
missionario laico di Lambarené
403
18. “Ciò che avrete fatto al più piccolo dei miei fratelli
lo avrete fatto a Me”
Matteo (25, 40)
ATTIVITÀ SANITARIA
Il Sovrano Ordine di Malta ha come fine la diffusione e la promozione delle virtù cristiane di carità e
di fratellanza, esercitando, senza distinzione di religione, di razza, di provenienza e di età, le opere di
misericordia verso gli ammalati, i poveri e i profughi. L’Ordine, in particolare, esercita l’attività
istituzionale nel campo ospedaliero, inclusa l’assistenza sociale e sanitaria, anche in favore delle
vittime delle calamità eccezionali e delle guerre(1).
Vi è, poi, una regola fondatrice dell’Ospitalità che, incisa nello statuto degli Ospitalieri di San
Giovanni di Gerusalemme, guida da nove secoli or sono la vita e l’attività del Sovrano Ordine di
Malta: “Quando un ammalato si presenterà, che sia portato il letto e lì, come fosse Nostro Signore in
persona, dategli quanto di meglio avete in casa”.
“Un impegno segnato in filigrana nella sua storia: a Gerusalemme, Cipro, Rodi, Malta, l’Ordine ha
costruito ambulatori, ospedali e case di cura, investito nella ricerca medica, prestato assistenza ai
malati e ai bisognosi, senza alcuna distinzione di razza, origine o religione.
Un impegno che prosegue ancor oggi e che l’Ordine ha adattato all’evoluzione delle necessità
indotte dalla miseria, dalle malattie, dai conflitti e dalle calamità naturali.
Consapevole dell’evoluzione delle strategie dei grandi attori internazionali, l’Ordine ha sviluppato,
parallelamente alle missioni istituzionali permanenti presso le autorità nazionali, una politica di
relazioni dinamiche con le principali organizzazioni internazionali attive in campo umanitario.
In questo ambito, l’Ordine di Malta si è prefisso un duplice obiettivo: da una parte partecipare più
attivamente al processo di consulenza al quale può utilmente contribuire in virtù della sua storica
esperienza e delle conoscenze acquisite sul campo, dall’altra, creare quando possibile ed utile,
sinergie con le attività delle agenzie delle Nazioni Unite o dell’Unione Europea ed avviare, con
queste, iniziative di cooperazione e partenariati per affrontare più efficientemente le sfide comuni.
Questa volontà d’intensificare il dialogo e la cooperazione con tutti gli “artigiani di Giustizia e di
Pace” richiede anche una maggiore visibilità e una più grande trasparenza delle realizzazioni e dei
progetti della nostra istituzione; obiettivi ai quali l’Ordine punta avvalendosi di una puntuale
informazione rivolta in via prioritaria ai responsabili delle istituzioni nazionali ed internazionali
attive negli stessi settori d’intervento in cui opera, ma anche ai suoi membri e ai principali donatori.
Grazie all’impegno personale e alla disponibilità dei propri membri e volontari, grazie ai donatori
privati e pubblici senza i quali nessuna azione duratura potrebbe essere realizzata, l’Ordine di Malta
esplica la sua azione disinteressata ed imparziale in tutto il mondo nei luoghi di sofferenza e di
miseria, portando un messaggio di compassione e di solidarietà, ispirato alla carità cristiana(2)”.
Nei suoi nove secoli di tradizionale assistenza ai poveri e agli infermi, l’Ordine di Malta non è mai
stato tanto attivo quanto in epoca contemporanea. In questa opera esso certamente è agevolato dalla
sua diplomazia umanitaria.
_______________
(1) Estratti dalla Carta Costituzionale, art. 2.
(2) Frà Andrew Bertie, Gran Maestro del Sovrano Militare Ordine di Malta. Abs dal Rapporto Attività SMOM anno 2001.
279
19. Operare in accordo con i principi etici cattolici in tutti i settori della medicina con l'aiuto di tanti
volontari appositamente formati rappresenta una parte importante dell'attività sanitaria dell'Ordine
attualmente svolta in oltre 120 Paesi del mondo.
Il primo Corpo d’ambulanza dell’Ordine è stato creato nel 1938 in Irlanda e, con quelli
successivamente creati in Austria, Ungheria, Francia e soprattutto in Germania, resta uno dei più
importanti. Ovunque circolino ambulanze con l’insegna della croce di Malta, l’affidabilità e la qualità
dei loro interventi sono esplicitamente riconosciute dalle Pubbliche Autorità, come nel caso del
Governo austriaco che chiede sistematicamente all’organismo austriaco dell’Ordine di partecipare ai
servizi di soccorso in occasione delle visite ufficiali di Capi di Stato o di Governo.
In Marocco, l’apertura a Casablanca nel 2006 di un istituto per la formazione di personale per le
ambulanze, si è già rivelata un contributo gradito quanto necessario per la formazione di giovani da
avviare alle attività nel settore del pronto soccorso. Il progetto, nato da una cooperazione tra
l’Ambasciata dell’Ordine in Marocco, Ordre de Malte France, e il governo marocchino, propone agli
studenti un corso biennale di studi e di esperienze pratiche per il rilascio del diploma.
Oggi, i Corpi di soccorso sono diventati una delle attività più importanti dell’Ordine. Dopo la caduta
del Muro di Berlino, hanno avuto un notevole sviluppo anche in Europa Centrale ed Orientale.
Volontari attivi in oltre 30 Paesi assicurano i servizi di pronto soccorso durante le manifestazioni
pubbliche o in caso di incidenti o calamità naturali. In numerose occasioni l'Ordine, attraverso il
Corpo di Soccorso Tedesco, ha gestito il servizio medico durante le missioni di pace delle Nazioni
Unite (America Centrale, Kuwait, Timor Est, Balcani).
Oggi, l’Ordine dispone di organismi di soccorso in 32 paesi. In Europa, l’ECOM (Emergency Corps
of the Order of Malta) fondato da otto Associazioni nazionali si è dimostrato un importante e prezioso
strumento di cooperazione per gli interventi di soccorso internazionale nei casi di calamità naturale o
di conflitti armati. Inizialmente limitata al primo soccorso in situazioni d’emergenza, la sua missione
si è estesa e congloba ora l’insieme delle forme di assistenza richieste in circostanze d’emergenza
eccezionali. È stato creato un Centro di Coordinamento speciale per il Sud e Centro America che ha
cominciato ad organizzare e coordinare gli interventi di soccorso nella regione.
Qualche esempio, tra tanti altri: in Francia, l’Associazione delle Opere Ospedaliere (OHFOM) ha
gestito tre dei dieci posti di primo soccorso in occasione del più grande raduno di nautica
tradizionale del mondo, “Brest 2000”; in Germania, il Malteser Hilfsdienst ha assicurato un presidio
paramedico durante l’EXPO di Hannover nel Gran Premio di Formula Uno del Nürburgring.
A livello internazionale, l’Ordine è riuscito a riunire squadre di volontari provenienti da tutto il
mondo per presidiare i posti di pronto soccorso permanenti nelle quattro Basiliche Maggiori durante
l’Anno Giubilare a Roma, tra il 24 dicembre 1999 e il 6 gennaio 2001: per estensione e durata,
indubbiamente, una delle più significative operazioni di primo soccorso mai realizzate dall’Ordine.
Durante l’Anno Santo, l’Ordine ha fornito le risorse umane necessarie e gestito i quattro presidi
medici di primo soccorso allestiti presso le quattro maggiori basiliche romane di S. Pietro, S.
Giovanni in Laterano, S. Maria Maggiore e S. Paolo Fuori le Mura. Per garantire l’operatività dei
presidi 8 ore al giorno, per 53 settimane, si sono avvicendate continuamente due squadre costituite
ciascuna da un medico, un infermiere e due barellieri. Più di 1.950 volontari (tra cui 500 medici, 395
infermieri e 60 paramedici) hanno lavorato a questa operazione per 371 giorni totalizzando
complessivamente oltre 15.000 ore di servizio e prestando assistenza a oltre 15.000 pellegrini
provenienti da 115 paesi. In questo periodo, due nascite hanno avuto luogo nei presidi medici, mentre
due pellegrini sono deceduti nelle basiliche. Hanno fornito squadre di volontari per i presidi di pronto
soccorso, i Gran Priorati e le Associazioni nazionali dei seguenti paesi: Austria, Belgio, Cuba,
Francia, Germania, Gran Bretagna, Irlanda, Italia, Iugoslavia, Lettonia, Libano, Lituania, Malta, Paesi
280
20. Bassi, Portogallo, Repubblica Ceca, Romania, Spagna, Sudafrica, Svizzera, Ucraina, Ungheria,
Uruguay nonché le tre Associazioni degli Stati Uniti.
Merita una segnalazione particolare la straordinaria partecipazione dei Gran Priorati italiani e del
corpo di soccorso italiano CISOM che hanno provveduto a colmare i vuoti, a far fronte agli imprevisti
dell’ultimo momento e a fornire interpreti alle delegazioni straniere, e dell’Associazione tedesca che
ha assicurato da sola il funzionamento di due posti di soccorso per tutto l’Anno Santo.
L’Associazione Tedesca dell’Ordine è stata l’organizzatrice del pronto soccorso in occasione della
Giornata Mondiale della Gioventù a Colonia nell’agosto 2005: il Malteser Germania in tale
occasione ha assicurato i servizi di prima assistenza durante tutta la settimana coprendo 12 eventi a
Colonia, 18 a Bonn, 7 a Düsseldorf, 40 a Marienfield per la Veglia con il Papa. Alla Giornata
Mondiale della Gioventù hanno partecipato nel corso della settimana 400.000 giovani, mentre nel
week-end si è raggiunto il milione di presenze. Il Malteser Hilfsdienst, il servizio di emergenza
dell’Associazione Tedesca dell’Ordine, ha avuto la responsabilità dei servizi di pronto soccorso e di
assistenza paramedica per tutta la durata dell’evento. Più di 1.700 volontari, numerosi provenienti da
altre Associazioni dell’Ordine in Europa, hanno effettuato ben 5.790 interventi di pronto soccorso.
Nell’estate 2006, poi, l’Associazione spagnola ha curato l’attività di primo soccorso a Valencia
durante il V incontro mondiale delle Famiglie.
Nella sola Germania, infine, i servizi di soccorso tedeschi melitensi si muovono in media ogni 58
secondi ed oltre 540.000 sono stati gli interventi nel 2005. L’Ordine di Malta è la prima
organizzazione di soccorso in Germania. Sono 270.000 le persone che nel 2005 hanno frequentato i
corsi di formazione organizzati dall’Ordine. Tra questi, corsi di pronto soccorso rivolti a specifiche
categorie professionali, corsi per assistenti, formazione per infermieri ausiliari e addestramento per
l’assistenza in ambito familiare. L’Ordine di Malta è responsabile in tutta la Germania di 314 servizi
di pronto soccorso scolastico.
La solidarietà Nord-Sud si esprime pienamente nei programmi ospedalieri dell’Ordine. In
particolare, le Associazioni europee ed americane sostengono attivamente numerosi ospedali e centri
medici nei paesi meno favoriti contribuendo finanziariamente e mettendo a disposizione medici ed
infermieri, medicinali, attrezzature o partecipando direttamente alla gestione degli istituti stessi.
L’Ordine possiede e sostiene centri di medicina generale, nonché centri specializzati in malattie,
patologie o fasce di età particolari.
Gli ospedali di medicina generale sono ubicati prevalentemente in Europa, ed in particolare in
Belgio, Francia, Germania, Gran Bretagna ed Italia, ma anche in Benin, Bulgaria, Ciad, Ecuador,
Haiti, Libano, Madagascar, Palestina, Senegal, Siria e Togo.
Per avere un’idea dell’imponenza dell’impegno profuso dall’Ordine in tali strutture si cita, ad
esempio, l’attività svolta nel solo anno 2000, tra l’altro, in una diversità di ambienti di lavoro
assolutamente estrema:
Ciad, Padiglione di Chirurgia dell’Ospedale Centrale di N’Djamena: 475 operazioni
ortopediche specializzate, 4.481 malati ricoverati e 9.650 consulenze mediche;
Centro Medico di Amtoukoui: 38.637 pazienti hanno fruito di consultazioni di medicina di
base, cure intensive, controlli ginecologici e vaccinazioni;
Centro Medico di Biobé: ha curato 8.557 malati, effettuato 133 ricoveri e 47 parti.
Ella parte settentrionale di Haiti, inoltre, vi è l’Ospedale di Milot (l’unico della regione), nell’ambito
del progetto CRUDEM, sostenuto in particolare dalle tre Associazioni degli Stati Uniti - Americana,
Federale ed Occidentale - con 64 letti, un’unità pediatrica, un dipartimento maternità, un ambulatorio
specialistico, un moderno laboratorio analisi e che è ora dotato di gruppi elettrogeni che consentono
di realizzare interventi chirurgici più lunghi e più complessi. Grazie al concorso volontario di una
281
21. équipe chirurgica specializzata di Rochester, è stato possibile avviare il primo programma d’interventi
a cuore aperto destinato ai pazienti bisognosi di Haiti.
Vi è, poi, in Palestina l’Ospedale Ostetrico della Sacra Famiglia a Betlemme posto sotto la diretta
responsabilità del Grand’Ospedaliere dell’Ordine. Sul tetto sventola la bandiera gialla del Vaticano,
ma il grande edificio in pietra bianca, con i suoi giardini di aranci, ha un’architettura dal sapore arabo.
Questo ospedale è gestito dall’Associazione delle Opere Ospedaliere Francesi dell’Ordine di Malta.
Nel 2006 nell’ospedale sono nati 2.946 bambini e si è anche registrato il più alto numero di visite
(17.587) per pazienti esterni nonché il più elevato numero di ricoveri nel reparto (440) nella storia
dell’Ospedale. Dalla sua inaugurazione nel 1990 al 2006 vi sono nati più di 39.000 bambini, con un
primato di 3.052 nascite nel 2000, senza il verificarsi di un solo caso di decesso materno nonostante la
fragilità dello stato di salute di molte madri. L’Ospedale della Sacra Famiglia fa parte di un istituto
appartenente dal 1882 alle Figlie della Carità ed è stato completamente ristrutturato nel 1985, su
richiesta della congregazione, dall’Ordine di Malta che ebbe l’idea di rimettere in servizio un
padiglione di maternità in una delle ali dell’edificio. L’Ordine, in particolare, ha predisposto un piano
di restauro degli ambienti, di aggiornamento di strutture e servizi sanitari ed uno standard di
specializzazione del personale ai più alti livelli.
Il suo finanziamento è assicurato congiuntamente dal Gran Magistero dell’Ordine, dalle Associazioni
francese, tedesca, britannica, irlandese, svizzera e americana nonché dalla fondazione americana
creata a tal fine dai Cavalieri dell’Ordine di Washington. Con un personale altamente qualificato forte
di 94 persone (tra cui 8 specialisti, 5 medici residenti e 45 infermieri ed ostetriche), la maternità
gestisce 40 posti letto di ostetricia e ginecologia ed ha aperto di recente un’unità di neonatologia con
annesso locale per la formazione delle future madri. La maternità si avvale, inoltre, di un’unità mobile
che provvede alla sensibilizzazione prenatale e al controllo ginecologico e ostetrico puerperale nei
pressi di Betlemme e nei villaggi della regione di Hebron. Il suo successo, risultato della politica di
prezzi contenuti e della reputazione di affidabilità tecnica, determina un’affluenza così massiccia da
limitare il ricovero delle giovani madri a 3 giorni in media(3). Il 25 % delle madri e dei bambini vive
nei campi profughi. Quando arrivano in Ospedale, le madri in attesa sono stanche e stressate per le
violenze e le umiliazioni subite. Spesso presentano segni di malnutrizione e sono frequenti i casi di
anemia e diabete. Questi fattori, senza dubbio, contribuiscono al 15 % di parti prematuri che hanno
luogo nell’ospedale. Molte donne dipendono dall’assistenza sociale, specialmente dopo l’Intifada e
quando non possono pagare sono curate gratuitamente. Le tariffe, se commisurate all’elevata qualità
del servizio, sono estremamente basse per adeguarsi agli standard dell’economia palestinese. Nel
2002, ad esempio, il ricovero per un parto costa 120 dollari, un cesareo solo 400 dollari. Inoltre, il
reparto di neonatologia è dotato di équipe altamente qualificate che si specializzano in Europa con alti
costi a carico dell’Ente. L’ospedale, ancora, è riuscito a raggiungere standard di servizio e di
assistenza medica in grado di competere con quelli occidentali ed appare, poi, come un’oasi di pace
nel cuore di Betlemme, dedicato alla maternità in un luogo divenuto simbolo metafisico della nascita.
Non solo per i cristiani, ma anche per gli ebrei, che poco distante da qui venerano la tomba di
Rachele, protettrice dei bimbi. L’atmosfera rilassante delle camere per due-tre pazienti, il profumo di
pulito, la vista sui giardini creano una dimensione quasi magica che ogni futura madre sogna(4).
Con l’inizio della nuova “intifada” nell’ottobre 2001, però, nell’ormai indecifrabile catena di azioni e
reazioni che caratterizza il conflitto su questa terra sacra e insanguinata, la neutralità dell’ospedale è
_______________
(3) Jacques de Dumast (Presidente delle OHFOM e Presidente dell’Ospedale della Sacra Famiglia), abs da Rapporto Attività
SMOM anno 2001.
(4) Gloria Sala, “Betlemme, natività sotto tiro” - Io Donna, settimalale del Corriere della Sera, 24 novembre 2001.
282
22. stata violata(5) e le condizioni di esercizio di questo luogo ideale dove far nascere il proprio bambino
conoscono momenti di drammatico peggioramento: la chiusura sempre più stretta dei confini, il
blocco dei centri e dei villaggi, i posti di blocco e il coprifuoco paralizzano il lavoro dell’unità mobile
e vietano l’accesso all’ospedale a numerose madri di famiglia(6). Il numero di ricoveri va in forte
contrazione e crea serie difficoltà di gestione in una Regione in cui il tasso di disoccupazione supera il
50%. Grazie al coraggio, alla dedizione e alla volontà della direzione e del personale, la maternità
resta operativa essendo grandi le necessità della popolazione.
I servizi dell’ospedale sono stati ampliati fino ad includere un gruppo di cliniche mobili (la cui
attività, durante il conflitto, ha dovuto spesso essere sospesa), nonché strutture didattiche per medici e
infermieri nei settori specialistici di ginecologia e ostetricia. E continua ad offrire un programma
didattico relativo alle madri e alla cura dei figli, per la popolazione. “La vera gioia di lavorare in
questo ospedale è quella di vedere la vita nascere ogni giorno. E’ sapere che i bambini nati
prematuri morirebbero, senza l’assistenza specialistica di questo ospedale e del suo staff, non
esistendo un’altra struttura che potrebbe accoglierl(7)”.
Il bilancio totale 2002 dell’Ospedale della Sacra Famiglia di Betlemme, infine, è ammontato a
1.817.000 US $ mentre la sovvenzione dell’Ordine di Malta è stata di 1.208.000 US $. Gli stipendi
pagati ai 110 dipendenti locali forniscono sostentamento ad oltre 2.000 persone.
A sostegno dell’attività dell’ospedale sono giunti aiuti internazionali. USAID, ad esempio, ha donato
3,5 milioni di dollari; 750.809 euro sono stati stanziati dal governo belga sotto gli auspici di Malta
Belgium International; 171.000 dollari sono giunti dalla Fondazione USA per l’Ospedale della Sacra
Famiglia. Le donazioni provenienti dalle organizzazioni dell’Ordine in Europa, estremo Oriente e
Stati Uniti ammontano a 1.534.109 dollari. Questi finanziamenti hanno consentito l’avvio della
costruzione di un nuovo piano che dovrebbe essere ultimato nel maggio 2007. L’ampliamento
ospiterà cinque culle di terapia intensiva neonatale, tre ulteriori sale parto, due posti letto di terapia
intensiva per adulti, una sala operatoria per parti cesarei di emergenza, un nido più grande, un centro
di ricovero diurno con sei posti letto, un reparto di emergenza con due posti letto e una centrale di
sterilizzazione. Grazie ai finanziamenti ricevuti, l’ospedale sarà anche in grado di portare da quattro a
sei il numero delle cliniche mobili che forniscono assistenza nei villaggi. Nuovi servizi verranno
introdotti: un programma mirato per la salute delle donne, un programma di educazione dei pazienti,
un progetto di formazione rivolto i professionisti dell’assistenza sanitaria.
Inoltre, in Camerun l’Associazione francese dell’Ordine continua a gestire l’Ospedale St Jean de
Malte de Nyombe. Nel 2005, lo staff e i volontari locali di Ordre de Malte France hanno prestato
13.000 consulti medici nel Centro Rohan-Chabot di Mokolo, nonché 21.300 consulenze sull’HIV
presso l’ospedale Saint Jean de Malte. Nel frattempo, in un ospedale in Togo sono stati potenziati i
servizi chirurgici, mentre nel Mali è stato ripristinato un reparto di ostetricia.
_______________
(5) Durante un’incursione dell’esercito israeliano nei territori palestinesi, in risposta all’uccisione del ministro del Turismo
Rehavam Zeevi. “Avevamo un carro armato al cancello, che sparava sugli edifici contigui” racconta amareggiato il direttore
della Sacra Famiglia, dottor Robert Tabash. “C’erano degli scontri nell’area, le milizie palestinesi si nascondevano nelle
strade, tra l’ospedale e l’università. Ci hanno bombardati di notte, c’era fumo ovunque, le infermiere evacuavano i neonati,
alcune pazienti hanno avuto collassi per lo shock. E’ un miracolo che non ci siano state vittime. Anche i soccorsi erano
difficili. Una notte uno stabile vicino è stato centrato dalle bombe ed è divampato un incendio che rischiava di far saltare il
deposito d’ossigeno dell’ospedale” (abs da Gloria Sala, “Betlemme, natività sotto tiro” - Io Donna, settimalale del Corriere
della Sera, 24 novembre 2001).
(6) In passato, invece, anche nei momenti degli scontri più duri, molte donne di Gerusalemme, mogli di giornalisti e
diplomatici, sfidavano i check-point per partorire alla Sacra Famiglia.
(7) Dottor Keutgen.
283
23. Malta Belgium International ha recentemente ultimato la ristrutturazione del Centro Ospedaliero Re
Baldovino, a Kinshasa, nella Repubblica Democratica del Congo.
Negli Stati Uniti l’Associazione Federale, che ha sede a Washington DC, sostiene 15 cliniche con la
fornitura di medicinali acquistati a prezzo ridotto, oppure direttamente donati dalle società
farmaceutiche. Ciascuna clinica presenta l’elenco dei farmaci di cui ha bisogno e li riceve due volte
all’anno. Medici, dentisti, infermieri e assistenti volontari, offrono il loro tempo per sostenere il
lavoro delle cliniche. Il Comitato Ospedaliero dell’Associazione occidentale, poi, che copre un
territorio molto esteso da Seattle nel nord-ovest fino a Phoenix nel sud-ovest, nel 2005 ha approvato
sovvenzioni per un totale di circa 920.000 dollari, per sostenere 65 programmi nella zona orientale
degli Stati Uniti cui vanno aggiunte le 22.000 ore di volontariato offerte dai membri nel corso
dell’anno in favore delle medesime attività assistenziali. Tutte e tre le Associazioni dell’Ordine negli
Stati Uniti hanno contribuito alla costituzione e alla gestione della CRUDEM Foundation che nel
1999 è prescelta tra i 100 progetti del Santo Padre per l’Anno della Carità. CRUDEM mette a
disposizione della popolazione dell’area settentrionale di Haiti eccezionali strutture di assistenza
sanitaria attraverso l’Hôpital Sacré Coeur a Milot. Il personale medico dell’ospedale, composto da 12
medici a tempo pieno e 3 part-time, un dentista e 35 infermieri, è affiancato da 170 volontari
provenienti dall’estero che si recano a Milot a proprie spese per fornire servizi medici specialistici.
L’Associazione dell’Ordine in Gran Bretagna è impegnata a realizzare un importante ampliamento
dell’ospedale St. John and St Elizabeth a Londra. Ospiterà un reparto con 30 stanze per la cura
ambulatoriale dei pazienti. Completato nel 2007, l’ospedale dispone di 34 ambulatori per le visite,
156 camere singole per i degenti, quattro sale operatorie e un’apposita unità di terapia intensiva.
In Germania nel MTG Malteser Trägergesellschaft gGmbH, l’Ordine di Malta riunisce la
supervisione e la gestione dei suoi attuali: 10 ospedali, 20 istituti per l’assistenza agli anziani, 3 ospizi
per degenze/padiglioni per cure palliative, una clinica specializzata in medicina naturale e 9 centri
ambulatoriali in tutta la Germania con uno staff complessivo di 5.900 operatori che assiste ogni anno
circa 100.000 persone bisognose di cure. Sempre in Germania, a Rybnik, vi è il ”Malteser
Krankenhaus”, un grande centro sanitario e ospedaliero costruito dai Cavalieri tedeschi dell’Ordine
nel periodo della Prima Guerra Mondiale e gestito dall’Ordine fino alla fine della Seconda Guerra
Mondiale quando è requisito dal governo dell’ex-Germania dell’Est. Sempre in Germania, a Trebnitz,
vi è un complesso ospedaliero fondato dall’Ordine in Breslavia nei primi del Novecento, funzionante
anche durante la seconda guerra mondiale e, poi, requisito dalle autorità del regime comunista dell’ex
Germania dell’Est.
L’Ordine di Malta, ancora, gestisce centri medici e posti sanitari in numerosi Paesi del mondo ed in
particolare in Brasile, Perù, Polonia, Repubblica Democratica del Congo, Repubblica Dominicana,
Stati Uniti, Ciad, Sudafrica, Cile ed Ungheria; nella sola Repubblica Democratica del Congo
l’Associazione melitense gestisce oltre 600 posti sanitari nella parte orientale del Paese.
L’Ordine, inoltre, gestisce o sostiene integralmente o anche solo parzialmente un’ampia rete di
ospedali, policlinici, cliniche ed ambulatori insediati in tutto il mondo (300 ospedali, circa 1500 tra
ambulatori e cliniche). La loro natura è determinata dal fabbisogno locale sia per integrare i servizi
sanitari pubblici, sia per far fronte a specifiche malattie o ad altri problemi sanitari.
Molti ospedali dell’Ordine sono in Europa e più precisamente in Germania, in Francia, in Belgio, in
Inghilterra e in Italia. Gli ospedali in Belgio e in Inghilterra, così come alcuni di quelli in Germania,
hanno unità specializzate per il trattamento dei malati terminali. Altre unità specializzate sono attive
in Argentina, Italia, Stati Uniti, Sud Africa e Australia. Oltre agli ospedali e ai centri medici che
gestisce in Francia, l’Associazione delle opere francesi ha ospedali in Benin, Burkina Faso, Camerun,
Madagascar e Togo.
284
24. Nel distretto dei Grandi Laghi, ed a Kerala in India, l’Ordine contribuisce attivamente alla creazione
di un servizio sanitario pubblico. L'Associazione delle opere francesi aiuta numerosi istituti sanitari
pubblici di diversi Paesi dell'Africa Occidentale e del Madagascar.
Nel giugno 2003 nella Repubblica Dominicana l’Associazione dell’Ordine ha aperto un centro
medico nella parte nord orientale del Paese, nella regione del Monte Plata, denominato “El Cacique”
capace di effettuare oltre 200 visite giornaliere a madri e figli. Nella parte sud orientale, poi, gestisce
e finanzia il Centro Herrera che dal ’97 dispensa servizi ginecologici e pediatrici con pronto soccorso
ed anche reparto di prevenzione dei tumori uterini e mammari.
In Angola, sempre nel 2003, alla fine della guerra civile durata 27 anni, l’Ordine insieme ai partners
(Caritas Menongue, un gruppo di 4 posti sanitari cattolici, la direzione provinciale sanitaria del
Kuando Kubango) ha proceduto al riassetto immediato delle infrastrutture sanitarie esistenti
rifornendole anche di attrezzature mediche e medicinali per 6 mesi (8).
L’Associazione del Salvador dei Cavalieri di Malta ha creato e gestisce in diverse zone del Paese
numerosi centri sanitari e 15 cliniche per le popolazioni bisognose.
L’Ordine ha creato, poi, due Unità mediche mobili di primo soccorso in Libano del Sud; un’altra
testimonianza del dinamismo e della vitalità dell’Ordine in questa Regione è l’inaugurazione presso il
centro ospedaliero di Bhannès della più grande e moderna piscina di balneoterapia del Medio
Oriente.
Intensa è, inoltre, l’opera assistenziale in Libano attraverso 11 centri medico-sociali (3 gravemente
danneggiati nel corso di recenti conflitti e riaperti, operano a pieno servizio assistendo le popolazioni
locali dei quattro maggiori gruppi religiosi) la cui collocazione geografica permette di operare in tutto
il territorio: intere regioni dipendono da queste strutture che forniscono 250.000 prestazioni mediche
ogni anno, oltre ad innumerevoli visite ed interventi nei villaggi vicini. Tali centri dispongono di
collaboratori specializzati (centoventitrè medici, novantadue infermieri e ausiliari, ottantotto addetti ai
servizi sociali e amministrativi) che forniscono servizi di assistenza medica e sociale adeguata ai
bisogni delle aree in cui operano. Complessivamente ripartiti in tutto il territorio, sono presenti nove
Centri medico sociali, un Centro specialistico per bambini con patologie cerebromotorie, una piscina
di balneoterapia annessa al centro di rieducazione ortopedica, tre Unità Mediche Mobili operanti in
permanenza, servizi di pronto soccorso, un Centro di formazione per i giovani e di accoglienza per gli
anziani, interventi a carattere sociale. Inoltre, quarantatre veicoli sono a disposizione per azioni
umanitarie e sociali. A Bhannès, il Centro di educazione Terapeutica “Robert de Lobkowicz” per
bambini con patologie cerebromotorie, aperto nel 1991 ed ampliato nel 1994, è stato dotato nel 1999,
per iniziativa dell’Associazione Libanese melitense di un servizio di balneoterapia la cui duplice
finalità è volta ad alleviare le sofferenze dei pazienti e ad accelerare i tempi di recupero. Il progetto è
stato realizzato grazie all’azione congiunta delle Figlie della Carità, delle Opere Ospedaliere Francesi,
della Comunità Europea e dell'Associazione Libanese dell'Ordine.
In Salvador, ancora, nel 2000 i dodici centri dell’Associazione hanno permesso di curare 140.000
pazienti, mentre i due laboratori odontoiatrici si sono occupati di 23.000 pazienti.
I centri medici istituiti in Libano ed in El Salvador durante la guerra civile costituiscono oggi una
parte importante dei rispettivi sistemi sanitari nazionali.
L’Associazione Dominicana, invece, gestisce strutture specializzate nell’assistenza a madri e
bambini.
_______________
(8) All’epoca, a prestare assistenza sanitaria a circa 620.000 abitanti vi erano solo 3 medici con modeste attrezzature e scarse
quote di medicinali.
285
25. Altri ambulatori e centri medici operano in Polonia, in Ungheria, negli Stati Uniti, in Brasile, in Perù
e in Sud Africa. In diversi Paesi in Via di Sviluppo molti ospedali e ambulatori sono assistiti e, in
alcuni casi, diretti dall'Ordine.
Il restauro e la modernizzazione di strutture ospedaliere ed ambulatori rientrano ugualmente
nelle missioni dell’Ordine, in particolare nei paesi in guerra, come gli interventi operati nei Balcani e
tuttora in corso nelle regioni dell’Africa devastate da conflitti armati.
Nel distretto dei Grandi Laghi, in Africa, come pure a Kerala, in India, l’Ordine dà un contributo
attivo allo sviluppo di un servizio sanitario pubblico di base.
A più riprese il Corpo di Soccorso dell’Associazione tedesca si è fatto carico dell’assistenza medica
al personale delle missioni di pace delle Nazioni Unite. Dal 1995, l’Ordine mette a disposizione
dell’UNIKOM (United Nations Irak Kuwait Observation Mission) un’unità medica composta da 5
medici, 2 infermieri e 7 paramedici e, dal dicembre 2000, un’altra squadra di 2 medici e 2 infermieri è
a disposizione dell’UNTAET (United Nations Transitional Administration in East Timor).
Va rilevato, poi, che in tutte le strutture mediche gestite dalle Associazioni e le Fondazioni
dell’Ordine viene applicato il concetto del “Quality Management” che l’Associazione tedesca ha
contribuito in larga misura a sviluppare con una serie di progetti pilota di cui alcuni con il patrocinio
del Ministero Federale Tedesco della Sanità.
La lotta contro la lebbra (malattia di Hansen)(9), poi, fa parte delle missioni secolari dell’Ordine.
Anche se la malattia è in regresso, uccide ancora 2000 vittime ogni giorno nel mondo e resta un
problema di pubblica sanità in ben 24 Paesi, 12 dei quali concentrano il 92% dei casi censiti. Si
ritiene, inoltre, che circa due milioni di malati guariti, ma handicappati, siano oggi in attesa di
un’assistenza riabilitativa. Fondato nel 1958, il Comitato Internazionale dell’Ordine di Malta
CIOMAL, con sede a Ginevra, recentemente trasformato in una fondazione, coordina le azioni di
lotta alla lebbra e di assistenza ai lebbrosi, condotte dalle singole Associazioni nazionali e rappresenta
l’Ordine in seno alla Federazione Internazionale delle Associazioni di Lotta alla Lebbra. Le linee di
forza dei programmi del CIOMAL sono riconducibili alle seguenti direttrici: accesso gratuito per tutti
gli ammalati alla terapia multifarmacologica (MDT – Multi Drug Therapy); rafforzamento delle
politiche di diagnosi precoce della malattia; prevenzione degli handicap; riabilitazione medica chirurgica - ortopedica - oftalmologica; informazione e sensibilizzazione degli ammalati, del
personale medico e del pubblico in generale; formazione del personale medico e paramedico per
l’addestramento del malato all’autoassistenza. Totalmente finanziato da raccolte fondi e donazioni
volontarie, il CIOMAL non si limita ad offrire alle persone che soffrono la possibilità di usufruire di
un programma gratuito di cure, riabilitazione ed educazione, messo in atto da un team di specialisti
ma collabora anche con le comunità locali per sconfiggere il marchio di infamia associato alla
malattia, in maniera da consentire alle persone curate di poter riprendere la loro normale vita
quotidiana nella società(10).
_______________
(9) Per oltre duemila anni essere malati di lebbra ha significato sopportare una vita fatta di sofferenze, miseria ed esclusione
sociale. La scienza non è ancora riuscita a produrre un vaccino contro la malattia. Ma è uno degli scandali del nostro tempo
che i malati di lebbra, pur essendo perfettamente guaribili se curati in tempo, vengano ostracizzati dalla società. Statistiche
dell’Organizzazione Mondiale della Sanità mostrano che la lebbra, pur essendo ancora predominante in buona parte dei
Paesi in Via di Sviluppo - nel 2005 un totale di 286.063 casi, l’incidenza dei nuovi casi dal 2000 in poi, si è ridotta
approssimativamente del 20 % ogni anno. Grazie allo sviluppo di un’efficacissima terapia multifarmacologica, dai costi
contenuti, la lebbra non è più ritenuta letale in 112 dei 122 paesi nei quali, ancora nel 1985, la condizione era considerata
epidemica. Nonostante questi significativi progressi, la lebbra rimane un problema serio per la sanità pubblica in diverse
aree dell’Africa, dell’Asia e dell’America Latina.
(10) Rapporto attività SMOM 2007.
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26. Nel solo anno 2000 l’Ordine è stato attivo in 9 Paesi delle principali Regioni del mondo colpite dalla
lebbra: l’Asia, l’Africa e il Sud America.
Sempre nell’ambito della lotta contro la lebbra sono attivi, più in particolare, numerosi programmi ed
istituti specializzati dell’Ordine, tra cui:
in Cambogia, dove gran parte della popolazione buddista considera la lebbra come una
punizione per un comportamento malvagio tenuto in una vita precedente, il programma
nazionale di diagnosi, cura e riabilitazione: un ospedale di 34 posti letto a Pnom Penh; 2
cliniche di 10 posti letto in provincia; unità mobili per l’assistenza delle 17.000 persone
affette dalla malattia, seguite e curate su base regolare; tale programma negli ultimi anni ha
registrato un particolare successo(11); dal 1994 vengono somministrate terapie agli ammalati e
la popolazione, in generale, è oggetto di campagne informative. Dall’introduzione, nel 1986,
del Programma nazionale contro la lebbra, più di 18.000 persone sono guarite dalla malattia e
il numero dei nuovi casi accertati è sceso da diverse migliaia a 400-500 ogni anno. A
supporto del Programma nazionale, il CIOMAL fornisce assistenza tecnica e finanziaria per
la diagnosi e la cura dei nuovi casi di lebbra, nonché per formazione dei supervisori del
Programma. Il CIOMAL ha anche istituito una banca dati centrale, per poter disporre di uno
strumento più preciso per la registrazione dei dati e per la stesura di rapporti. Altro settore di
intervento è la collaborazione con i gruppi di supporto sanitario che sempre più spesso si
formano nei villaggi, per aiutare gli abitanti a riconoscere i segnali e i sintomi della lebbra, e
incoraggiare la segnalazione dei casi sospetti al centro sanitario statale più vicino. Il
CIOMAL ha, inoltre, commissionato un’edizione speciale dedicata alla lebbra della rivista
del servizio sanitario nazionale della Cambogia che viene distribuita in tutti gli ospedali,
centri sanitari e scuole di formazione universitarie del paese. Per eliminare il marchio di
infamia associato alla lebbra e sottolineare la necessità di cominciare a curarsi precocemente
è stata lanciata una campagna pubblicitaria sulla televisione nazionale che ha visto come
testimonial le star di una soap opera cambogiana. Gli incontri di formazione nelle numerose
fabbriche di abbigliamento situate intorno a Phnom Penh (che danno lavoro a circa 120.000
giovani donne provenienti da ogni parte del paese) costituiscono un ulteriore strumento
utilizzato per contribuire a sfatare il tabù della lebbra, incoraggiando non soltanto il ricorso
tempestivo ai centri sanitari, ma anche il reinserimento nella vita lavorativa delle persone
guarite. L’ampia diffusione del messaggio è assicurata dal ritorno di queste giovani donne nei
villaggi di origine due volte all’anno, in occasione delle principali festività. Sul piano pratico,
il centro di cure e riabilitazione dalla lebbra del CIOMAL a Kien Khleang offre visite
ambulatoriali e fisioterapia.
_______________
(11) Nonostante i progressi, ancora permane il marchio di infamia associato alla lebbra. Al punto che i malati vengono
tuttora lapidati da quanti sono convinti che, in qualche modo, questo li proteggerà dalla malattia. Si comincia lentamente a
capire che dalla lebbra adesso si può guarire. Ma fintanto che il marchio di infamia resterà così forte, sarà molto difficile da
debellare. Sono notevoli i passi avanti che sono stati fatti nell’incoraggiare la gente ad uscire allo scoperto e a sottoporsi allo
screening nei centri sanitari nazionali. Ma sono ancora circa 400 i nuovi casi all’anno, il 75 % dei quali verrà curato in tempi
molto rapidi, prima che compaiano i segni fisici della malattia, grazie a diagnosi personalizzate. Queste persone possono
continuare a vivere la propria vita. Al contrario, quelli che non si sottopongono tempestivamente a diagnosi, e contraggono
lesioni cutanee, lesioni nervose e invalidità, in conseguenza della lebbra, sono molto spesso esclusi, persino dalle rispettive
famiglie. Vengono ostracizzati dalla società e in certi casi finiscono con il credere, essi stessi, di essere segnati da un
marchio di infamia. Nei Paesi buddisti si ritiene che la lebbra si contrae perché si è stati malvagi in una vita precedente. Per
fortuna, oggi sempre più gente si reca nei centri sanitari nazionali, per sottoporsi all’efficacissima terapia
multifarmacologica (MDT). I pazienti per i quali si rende necessario un intervento chirurgico correttivo o una terapia di
riabilitazione vengono inviati al Centro del CIOMAL situato a Kien Khleang, alla periferia di Phnom Phen.
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27. Insegna come svolgere le attività quotidiane in piena sicurezza, sovvenziona corsi di
formazione professionale e offre prestiti per l’avviamento di piccole attività ai pazienti
segnalati dai centri sanitari nazionali. Nel 2006, presso il centro di Kien Khleang, sono stati
visitati in tutto 1.339 pazienti, con 260 ricoveri. Un nuovo programma ha preso il via per
fornire alle persone che hanno subito lesioni nervose, informazioni e suggerimenti su come
evitare ulteriori traumi e invalidità;
in Brasile, il secondo Paese più colpito nel mondo: il CIOMAL e le Associazioni dell’Ordine
lavorano insieme dal 1984 per affrontare il problema tra i tre milioni di abitanti dello Stato di
Piaui nel nord est del Paese. Inizialmente concentrato nella regione di Picós, ora esteso fino a
coprire l’intero Stato, il programma prevede in collaborazione con il servizio sanitario statale
un mix di monitoraggio, diagnosi dei malati, somministrazione della terapia
multifarmacologica (MDT) e sensibilizzazione della popolazione. Nel 2000, sono state
effettuate: 5.000 visite, 112 nuovi casi diagnosticati e 112 pazienti hanno completato la
terapia. Nel 2006 su oltre 1.000 pazienti visitati ci sono stati 69 nuovi casi di lebbra;
in Thailandia il Centro Don Bosco di Nakhon Srithammarat: assistenza a 60 pazienti e
reinserimento socio-economico; scolarizzazione di 52 bambini affetti dalla malattia di
Hansen; aiuti abitativi ai malati guariti. Oltre a dispensare il trattamento multifarmacologico
(MDT) ai nuovi pazienti, il Centro provvede alle cure di base e alla formazione dei malati, in
particolare per l’apprendimento delle cure d’igiene che i soggetti possono effettuare da soli;
in Vietnam sei centri di riferimento creati e gestiti con il sostegno dell’Associazione francese
assicurano cure chirurgiche di contenimento e kinesiterapia riabilitativa. Quest’infrastruttura
è integrata da una rete di consulenza ambulatoriale mobile in corso di sviluppo;
in Senegal l’Istituto di Leprologia Applicata di Dakar (ILAD): assistenza ambulatoriale ed
ospedaliera di pazienti senegalesi e dei paesi vicini; chirurgia ed ortopedia; missioni
d’individuazione della malattia, prevenzione e monitoraggio. Il personale permanente,
interamente senegalese, consta di 45 persone;
in Camerun il Centro Ospedaliero Rohan Chabot, gestito dall’Associazione delle Opere
Ospedaliere Francesi, è l’unica struttura ospedaliera della provincia dell’Extrême Nord:
aperto a tutti, lebbrosi e non, dispone di un servizio sanitario, protesico e riabilitativo;
in Guinea Equatoriale l’Ospedale e villaggio per i lebbrosi a Micomeseng: riabilitazione
(consente ai malati di vivere con la famiglia, ricevendo assistenza diurna dal vicino ospedale
specializzato) e ampliamento delle strutture finanziati dall’Associazione Spagnola;
in Argentina il programma Ayuda Maltesa Para Eliminar la Lepra (AMAPEL) sostenuto
dall’Associazione argentina, dal CIOMAL e da due fondazioni private; controllo posttrattamento dei pazienti nelle 16 province del paese; 700 nuovi casi all’anno, 10.000 malati
permanenti e 3.500 guarigioni in 5 anni; dal 2001 con il contribuito al programma AMAPES
(Assistenza dell’Ordine per la lotta all’AIDS) gestito dall’Associazione Argentina a Buenos
Aires: l’obiettivo è la riduzione del rischio di trasmissione del virus dalla madre al neonato;
il contributo al programma di lotta alla lebbra a Picos nello Stato di Piauì: diagnosi dei malati,
somministrazione della terapia multifarmacologica (MDT); sensibilizzazione della
popolazione. Nel 2000, sono state effettuate 5.000 visite, 112 nuovi casi sono stati
diagnosticati e 112 pazienti hanno completato la terapia; sul Rio delle Amazzoni, poi, è attivo
un battello laboratorio dell’Ordine di Malta attrezzato per analisi cliniche e per l’assistenza
ai lebbrosi lungo le rive del fiume;
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28. a Cuba la missione di valutazione su invito del Governo: programmi di diagnosi precoce, di
sensibilizzazione della popolazione e di assistenza completa per 150 pazienti anziani, non
infettivi, in situazione di precarietà socioeconomica;
in Uruguay il Centro Cottolengo, sostenuto dall’Associazione uruguayana, fornisce
assistenza ad un numero limitato di lebbrosi riconosciuti dalla Pubblica Autorità;
in Francia, l’Ospedale Saint-Louis a Parigi gestisce programmi specializzati di ricerca e
formazione;
in Spagna l’Associazione dell’Ordine sostiene programmi internazionali di formazione alla
cura dei lebbrosi, destinati ai missionari, al personale medico ed agli operatori sociali;
in Egitto l’Associazione italiana dell’Ordine ACISMOM è impegnata in un’azione di
prevenzione e cura della lebbra in accordo con il Governatore del Cairo: gestisce un
lebbrosario con 860 pazienti ad AbouZaabal, nei pressi della capitale egiziana in forza di un
progetto di lungo periodo che, oltre a contribuire alla prevenzione e alla lotta contro questa
terribile malattia, favorisce il reinserimento sociale degli individui che sono guariti;
in Messico con programmi pilota.
Nel 2000 la mappatura del genoma del bacillo M. Leprae ha consentito un significativo passo
avanti nella ricerca.
Questo progetto scientifico, condotto congiuntamente dall’Unità del Prof. Stewart Cole all’Istituto
Pasteur e dal Prof. Bart Barell al Sanger Center (RU) con il sostegno, tra l’altro, del CIOMAL,
schiudono nuove prospettive nella lotta alla malattia, in particolare nel campo della vaccinazione,
dell’assistenza alla diagnosi e della ricerca di una terapia monodose.
Il programma punta anche ad incoraggiare il parto cesareo onde evitare la contaminazione del
neonato dalla madre.
Tutte le donne seguite nel quadro del programma danno alla luce bambini sani. Anche l’Associazione
Argentina gestisce un simile programma, AMAPES (Ayuda Maltesa Argentina para la Prevención
del SIDA) per la prevenzione della trasmissione verticale del virus dalla madre al nascituro.
Inoltre, diverse organizzazioni nazionali dell’Ordine affiancano i programmi del CIOMAL con
molteplici iniziative volte all’assistenza alle persone affette da aids: dal sostegno a programmi di
cura e degenza ospedaliera all’assistenza individuale ai malati.
Tra i paesi in cui l’Ordine è più attivo in tale campo, mediante le sue associazioni e organizzazioni, vi
sono l’Austria, Cuba, Honduras, Filippine, Messico e Sud Africa. In Ciad il programma è curato
dall’Ambasciatore.
Nella Repubblica Democratica del Congo, dove oltre 10.000 donne sono vittime di aggressioni
sessuali, l’Ordine di Malta attua il Programma Sanitario, il Programma per la Sicurezza alimentare
ed il Programma l’Assistenza medica e psicosociale alle vittime di aggressioni sessuali. È dal
1996 che, nelle tormentate regioni di Ituri e Sud-Kivu, il Malteser International presta assistenza a
circa 300 centri sanitari. Collaborando con le autorità locali, fornisce cure mediche a più di 2 milioni
di persone, svolge campagne di vaccinazione e si prende cura di uomini e donne che hanno contratto
il virus dell’HIV/AIDS.
In Argentina, per prevenire il contagio dei nascituri, il Malteser International sviluppa programmi per
le madri che infette dal virus dell’HIV: in tre centri ospedalieri, Hospitales Argerich y Quilmes, la
Maternidad Sardá e las Maternidades Pontevedra y Churtro, nel 2005 sono state curate più di 9.000
donne incinte. Dal 2001 sono oltre 58.000 i casi esaminati.
Inoltre, attraverso Ayuda Maltesa para la Prevencion del SIDA (AMAPES) l’Ordine aiuta sia le
madri positive all’HIV che i loro bambini.
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29. In Sudan dove l’Ordine dal 1997 assiste 300.000 abitanti, il progetto melitense per la cura dei
pazienti affetti dalla malattia del sonno(12) (Tripanosiomiosis)(13) nella provincia di Yei ha ottenuto
risultati di grande rilievo(14). Il Corpo di Soccorso Tedesco dell’Ordine di Malta (Malteser) ha
iniziato a trattare la malattia del sonno a Yei nel 2002 con un centro per la lotta a questa patologia
altamente endemica nel Paese. Il rapporto dell'OMS dichiara che il Malteser ha sviluppato un valido
sistema sanitario che offre un centro per la diagnosi e la cura dei pazienti affetti. In passato, la
popolazione della contea di Yei doveva percorrere lunghe distanze per curarsi. Il progetto fornisce un
efficace screening della popolazione attraverso diverse modalità, tra cui l’addestramento degli
assistenti e degli operatori sanitari della comunità. Viene, inoltre, svolto un programma di educazione
sanitaria per i capi della comunità, per i responsabili dei servizi sanitari, delle chiese, e pere le locali
autorità e ONG. Il risultato più significativo del progetto per la cura della malattia del sonno a Yei
consiste nel tasso di mortalità pari a zero dei pazienti trattati: il rapporto dell'OMS afferma che è la
prima volta che viene raggiunto un tale risultato.
Altri settori specifici d’intervento sono andati acquistando particolare rilevanza nelle attività
nazionali dell’Ordine; tra le patologie più ricorrenti nei programmi di molte Associazioni nazionali e
nelle varie regioni del pianeta spiccano, in particolare:
le malattie dell’occhio: in Brasile, Spagna, Marocco, Guatemala, Guinea Equatoriale;
Il diabete: più di 200 mila assistiti in Italia (12 i centri dove si curano circa 45.000 persone
l’anno), Spagna, Bolivia, Guatemala, Marocco, Paraguay e Repubblica Ceca (a Praga vi è un
centro specializzato nella cura del diabete infantile);
la cura della malattia del sonno: l’Associazione tedesca nel 2003 ha aperto nel Sudan
meridionale, dove l’Ordine dal 1997 assiste 300.000 abitanti, un centro per la lotta a questa
patologia altamente endemica nel Paese;
infermità di mente: in Guinea Equatoriale l’Associazione Spagnola gestisce un centro di
ricovero diurno per tali malati recentemente inaugurato.
Nell’ambito del Programma di lotta all’aids (sindrome che ha mietuto ormai già 20 milioni circa di
vittime), il CIOMAL è stato incaricato di recente di un programma di assistenza sanitaria per le donne
in gravidanza affette da tale patologia destinato a prevenire la trasmissione del virus dalle madri ai
nascituri.
_______________
(12) La malattia del sonno costituisce una minaccia quotidiana per più di 60 milioni di uomini, donne e bambini in 36 paesi
dell’Africa sub sahariana, 22 dei quali sono tra i paesi più sottosviluppati del mondo. Il numero stimato di persone che si
ritiene abbiano la malattia è tra le 300.000 e le 500.000. Il ricovero delle persone infette dalla malattia del sonno, e le
conseguenti cure, richiedono personale ben addestrato, risorse, medicine e centri sanitari ben equipaggiati. Senza un
rilevamento sistematico della popolazione esposta e senza trattamento, la maggior parte delle persone infette morirà senza
che la malattia sia mai stata diagnosticata. La malattia del sonno ha una forte influenza sullo sviluppo delle aree rurali, in
quanto diminuisce la forza lavoro e ostacola la capacità di produrre. Questa malattia rimane uno dei maggiori ostacoli allo
sviluppo di intere regioni. In paesi come l’Angola, la Repubblica Democratica del Congo e il Sudan non esistono le capacità
operative per fronteggiare una situazione epidemica. La presenza di questa malattia è in alcune aree estremamente diffusa.
In numerose province di questi paesi si attesta una presenza di più del 20%.
(13) Conclusioni del rapporto presentato dal gruppo di controllo dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), a
seguito di una recente visita (Colonia, 16 marzo 2004).
(14) La malattia del sonno africana è causata da tripanosomi, parassiti protozoici trasmessi all’uomo attraverso il morso
della mosca tsetse. Due sono le forme, ognuna provocata da parassiti diversi: il Tripanosoma brucei gambiense che causa
un’infezione cronica che dura anni ed è prevalente nei paesi dell’Africa occidentale e centrale; il Tripanosoma brucei
rodhesiense che causa una malattia acuta che dura varie settimane ed è diffusa nei paesi dell’Africa orientale e meridionale.
Quando un paziente è colpito il Tripanosoma si moltiplica nel sangue e nelle ghiandole linfatiche superando le barriere del
sangue cerebrale per invadere il sistema nervoso centrale dove provoca disordini neurologici. Ritardi neurologici e
psicomotori sono frequenti anche tra i bambini già curati. In assenza di trattamento la malattia è invariabilmente fatale.
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30. Le linee di forza del programma vertono sui seguenti aspetti: diagnosi precoce; accesso gratuito alle
terapie disponibili per la madre prima del parto e per il bambino dopo la nascita; cure antinfettive per
la madre e per il bambino qualora nasca infetto; assistenza socio-economica per il bambino in caso di
morte della madre (aiuto alla famiglia d’accoglienza).
L’attuazione di questo programma è stata avviata in Senegal e in Messico:
In Senegal, a Dakar, il CIOMAL ha elaborato una strategia di cura alternativa volta a
proteggere il nascituro e destinata alle donne che non sono in grado di accedere alla terapia
preventiva dell’infezione verticale da HIV. Il laboratorio dell’ILAD ha effettuato gli esami
sierologici per la diagnosi dell’AIDS. Le donne assistite, benché infette dal virus hanno
partorito bambini sani;
in Messico l’Associazione messicana e il CIOMAL gestiscono, in coordinamento con
l’Istituto Nazionale di Perinatologia e l’organizzazione AmeriCares, un programma di lotta
contro l’infezione verticale dell’ HIV. Oltre alla fornitura di farmaci antiretrovirali, il
programma comprende anche servizi di consulenza e di diagnosi nonché un sostegno alle
madri, in particolare, in relazione all’alimentazione del neonato.
Vi è, poi, il primo progetto di prevenzione dell’hiv/aids in India, avviato dal Malteser International
nel primo trimestre 2007 in 33 villaggi colpiti dallo tsunami nel distretto del Kanyakumari, Tamil
Nadu (la seconda zona in India per diffusione della malattia), con lo scopo di sensibilizzare la
comunità sull’importanza della prevenzione, di curare e portare aiuto alle sue vittime. Il progetto, in
particolare, intende migliorare la qualità della vita di chi deve convivere con l’hiv/aids, delle loro
famiglie e prevenire e controllare ulteriori contagi: i malati imparano a convivere con la malattia, i
familiari sono istruiti su come curare e aiutare al meglio. Il progetto prevede anche l’identificazione
dei malati di hiv/aids ed un’assistenza regolare. Il livello di consapevolezza è aumentato con l’utilizzo
di diversi strumenti: incontri individuali e di gruppo, progetti culturali, informazione estesa, seminari,
materiale educativo e di comunicazione. Alle organizzazioni della comunità, ai leader e alle persone
più anziane spetta il compito di garantire la sostenibilità del programma. Altro aspetto di rilievo è la
creazione di un sistema di collegamento costante tra malati, ospedali e organizzazioni governative e
non governative. Altri programmi contro l’aids sono in corso in Africa e in America centrale.
Un notevole impegno, inoltre, è profuso dall’Ordine nella lotta alla propagazione della tubercolosi.
In particolare, spicca il lavoro nel Centro di Detenzione di Nairobi - la più grande prigione del
Kenya, con molti detenuti affetti da tubercolosi e più del 50% sieropositivi - dove è stato creato un
Centro di cura gratuito(15) per i carcerati e per gli agenti che “grazie alla cooperazione tra le
autorità sanitarie ed il Malteser International fornisce un aiuto essenziale ai nostri detenuti(16)”.
Sempre in Kenia, nella città di Kay, il Malteser International opera nell'ambito sia della lotta alla
propagazione della tubercolosi che dell’hiv/aids facendo “tutto quello che possono in condizioni
veramente difficili (senza elettricità e strutture sanitarie); alcuni di loro lavorano anche come
volontari, utilizzando il loro tempo per aiutare gli altri, affrontando situazioni che cambieranno la
loro vita(17)”.
_______________
(15) Albrecht von Boeselager, Grande Ospedaliere, Colonia, 30 maggio 2007 (fonte: website SMOM, News, 2007).
(16) Dichiarazione del Vicepresidente del Kenia Moody Awori che, esprimendo la gratitudine del suo Paese, è stata
rilasciata al gruppo di Rappresentanti dell’Ordine (in missione di osservazione dei progetti del Malteser International)
ricevuti a Nairobi, (fonte: website SMOM, News, 2007).
(17) Geoffrey Gamble, un membro del team dell’Ordine in missione di osservazione dei progetti del Malteser International
(fonte: website SMOM, News, 2007).
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31. Intensa è anche l’azione melitense nella lotta alla malaria. Nella regione più pericolosa del mondo
per tale patologia, a Yei, nel Sudan meridionale, ad esempio, il Malteser International ha costruito sui
terreni di una chiesa Cattolica degli ambulatori e un ospedale “dove si curano le malattie più
spaventose: hiv/aids, lebbra, malaria, malattia del sonno, tubercolosi e colera. Questa è la regione
più pericolosa del mondo per la malaria. Un bambino su cinque muore di questa malattia.
L’agricoltura è quasi inesistente a causa delle mine lasciate nei campi durante la guerra. Quello che
rimane a questa gente è la grande dignità ed una profonda fede in Dio(18)”.
Altre attività melitensi sono: sull’isola di Idjwi, sul lago Kivu, per soddisfare le esigenze di 180.000
abitanti la finalizzazione dei piani per il potenziamento delle strutture sanitarie; il programma di aiuti
all’estero gestito dall’Associazione dell’Ordine in Canada dedicato ad un progetto di promozione
della maternità sicura in Nigeria; in Argentina il programma di assistenza nella provincia di Buenos
Aires ai bambini che sono nati prematuri e la gestione di un ostello per malati di cancro nella capitale
federale, compresa tutta l’area delle periferie; in Brasile il programma dell’Associazione di Brasilia e
delle regioni settentrionali di test sanitari e di vaccinazioni della comunità locale e quello
dell’Associazione di Sao Paolo e del Brasile meridionale che continua a fornire supporto medico
attraverso il Sao Paolo Health Centre Cruz de Malta; The Malta Federation per l’America Latina,
costituita dalle tre Associazioni negli Stati Uniti per aiutare le Associazioni nazionali dell’Ordine in
Sud America, che ha sostenuto la costruzione ed apertura di un centro di riabilitazione a Santiago del
Cile per bambini affetti da problemi respiratori(19); il finanziamento di una clinica mobile per
l’Hôpital Sacré Cœur a Milot, Haiti, grazie al quale l’ospedale può portare assistenza medica di base
ai villaggi vicini(20); il progetto innovativo, in corso di valutazione da parte delle Associazioni
nazionali dell’Ordine in Brasile, Bolivia, Colombia, Paraguay e Venezuela, che prevede la
realizzazione e la gestione di due ospedali mobili sui fiumi che forniranno servizi di assistenza
medica primaria e soccorso d’urgenza; in Messico, da parte del Malteser International, la gestione di
programmi di sostegno per madri e neonati positivi all’HIV in quattro centri: Guardalajara, San Luis
Potosi, Quintana Roo e Tijuana; in Uruguay la gestione ad opera della manutenzione di un asilo
infantile ed il recente lancio del nuovo programma in collaborazione con il Ministero della Salute
Pubblica di un’unità mobile di assistenza dentistica che serve le aree più periferiche attorno alla
capitale; nelle Filippine, poi, il proseguimento della distribuzione di medicinali ai poveri; negli Stati
Uniti in Michigan l’Angels’ Place che ospita ed assiste adulti affetti da disturbi dello sviluppo; i
progetti in Australia riguardanti il Mt. Olivet Hospital, nel Queensland, e l’Adelaide Day Centre for
Homeless Men, l’Hutt Street Centre for Homeless People, nel sud del Paese; la riorganizzazione del
sistema sociosanitario della Guinea Equatoriale da parte dell’Associazione italiana ACISMOM,
grazie ad un accordo a livello governativo e, in particolare, la costituzione di una vera e propria rete
ambulatoriale urbana e rurale in grado di prestare servizi sanitari di prevenzione, diagnosi e cura in
numerosi ambiti specialistici della medicina; l’attività presso l’Hospital Lainz di Vienna da parte di
uno staff di nove operatori più quattro volontari del Gran Priorato per i malati di aids (cui offrono
anche la possibilità di partecipare ad un pellegrinaggio annuale a Roma, a piccole escursioni di un
giorno ed alla festa di Natale); in Costa Rica nel 2001 l’inaugurazione del reparto prematuri
dell’Ospedale pediatrico nazionale; in Colombia ad opera della locale Associazione e di quella
_______________
(18) Geoffrey Gamble, un membro del team dell’Ordine in missione di osservazione dei progetti del Malteser International
(fonte: website SMOM, News, 2007).
(19) The Malta Federation ha contribuito al progetto con 30.000 dollari, i restanti 26.827 sono stati stanziati
dall’Associazione Cilena (Fonte: Rapporto attività SMOM 2007).
(20) Nel 2005, la clinica mobile ha assistito 3.305 pazienti (Fonte: Rapporto attività SMOM 2007).
292
32. spagnola la creazione nel 2003 di un ostello da 70 posti letto per gli abitanti delle zone rurali che
devono recarsi nella capitale per cure sanitarie specialistiche; da parte dell’Associazione francese:
l’assunzione di responsabilità nel 2002 dell’ospedale di St. Jean de Nyombe in Camerun, ha
acquisito un sito sanitario in Ecuador, il recente ampliamento delle infrastrutture chirurgiche di un
ospedale in Togo e la riorganizzazione del reparto ostetrico di un ospedale in Mali; nella Repubblica
Dominicana l’apertura a Santo Domingo di una indispensabile clinica per la maternità e l’infanzia; in
Polonia dal 2002 l’assistenza ad un istituto di Cracovia per bambini bisognosi di cure particolari e ad
un centro diurno per persone affette da ritardo mentale a Puszczykowo mentre nel Centro dell’Ordine
a Poznan il proseguimento dell’opera per la diagnosi precoce di tumore al seno (nel solo 2002 sono
state esaminate 4890 pazienti ed eseguite oltre 500 biopsie); da parte del Maltos Ordino Pagalbos
Tarnyba in Lituania la gestione, tra l’altro, di tre farmacie sociali; in Guinea Equatoriale ad opera
dell’Associazione spagnola l’apertura di un centro diurno per malati mentali; negli Stati Uniti, a
completamento del programma ospedaliero dell’Associazione federale, l’avvio del programma “A
Mission of Mercy” (Missione di Misericordia) che offre servizi medici ai lavoratori indigenti privi di
assicurazione nel Maryland occidentale e nella Pennsylvenia meridionale; in Uruguay da parte
dell’Associazione il sostegno ai malati dell’Ospedale Saint Bois.
Ulteriori attività effettuate dall’Ordine in Africa(21): in Benin 19 ambulatori, forniture di farmaci
dall’Ordre de Malte France e gestione dell’Ospedale a Djougou con 6.800 consulti nel 2005; a
Burkina Faso la formazione di pronto soccorso per operatori di ambulanze nonché l’attività di 35
operatori di pronto soccorso e 10 ispettori; in Mali operano 15 operatori di pronto soccorso e 5
ispettori; in Camerun si svolgono corsi di formazione sul pronto soccorso, lavoro con comunità
religiose e offerta di programmi di formazione in materia di assistenza sanitaria; in Burundi,
Rwanda giungono farmaci da Ordre de Malte France, vi è un centro per bambini(22) affetti da AIDS
sostenuto sempre da Ordre de Malte France e sono attuati controlli e follow-up da suore su tutte le
donne incinte in Ruanda; in Repubblica Centrafricana sono attivi 17 ambulatori e e arrivano
farmaci da Ordre de Malte France; in Comores è attiva una partnership con la Caritas i cui
ambulatori sono totalmente riforniti di medicinali da Ordre de Malte France; in Repubblica
Democratica del Congo è operativo il sostegno all’Hôpital Roi Baudouin a Kinshasa ed a Centri
medici gestiti da missionari; in Guinea Equatoriale si attuano forniture di acqua potabile e si
provvede alla formazione ospedaliera; in Gabon vi sono centri medici e spedizioni di medicinali sotto
la gestione di Ordre de Malte France); in Madagascar l’Ordine opera con 300 ambulatori,
l’Ospedale Sainte Fleur per madri e bambini, all’interno di carceri ed è attivo, inoltre, nella lotta alla
lebbra, nella fornitura e gestione di risorse idriche, di servizi igienico-sanitari e gestisce un progetto
per un centro antidiabetico; in Mauritius si occupa dei servizi di ambulanze, antidiabetico e
nutrizionale e sviluppa un progetto di un orfanotrofio; in Niger gestisce 7 centri medici; in Senegal(23)
è impegnato nella lotta contro tubercolosi e malaria, oltre che alla lebbra e nella formazione di
personale medico mentre dal 2006 si occupa anche di corsi di pronto soccorso, e di assistenza a
madri e bambini).
Il recupero di medicinali non utilizzati (MNU) e di materiale per i servizi medici e paramedici,
completato dall’acquisto di medicinali nuovi, è un’altra delle attività tradizionali dell’Ordine di
_______________
(21) Abs dai rapporti degli Ambasciatori dell’Ordine, Conferenza internazionale dell’Ordine sull’Africa, 2006 (Fonte:
Rapporto attività SMOM 2007).
(22) Nel Burundi uno dei problemi gravi da affrontare è costituito dall’elevato numero di orfani.
(23) In cui quasi tutti i pazienti sono musulmani.
293
33. Malta. L’azione congiunta di decine di migliaia di volontari inquadrati dai farmacisti permette ai
malati dei Paesi più svantaggiati di ottenere gratuitamente, o a costi bassissimi, i farmaci e le cure
che, altrimenti, sarebbero loro negati. In Francia, per esempio, l’Associazione delle Opere
Ospedaliere Francesi dell’Ordine di Malta (OHFOM) ha costituito una vera e propria rete distribuita
sulla quasi totalità del territorio nazionale per la raccolta, la selezione e la spedizione di “medicinali
non utilizzati”, di occhiali, di materiale medico e di prodotti di prima necessità. Una catena
permanente di solidarietà forte di 70 centri di raccolta e selezione, 5 centri di spedizione e oltre 2.000
volontari inquadrati da più di 100 farmacisti. Rigorose procedure di selezione e di controllo della
distribuzione consentono di garantire a questo servizio sanitario gli adeguati standard di qualità e
sicurezza. Onde evitare la distribuzione di medicinali inutili o scaduti, le procedure di selezione
rispettano scrupolosamente le richieste dei corrispondenti locali e le regole imposte dai singoli Stati in
materia di scadenza dei farmaci. Sul posto, inoltre, vengono effettuate sistematiche visite di controllo.
Nel solo anno 2000 ben 88 Paesi hanno usufruito della spedizioni di 243 tonnellate medicinali non
utilizzati (38 tonnellate di antibiotici; 35 tonnellate di antinevralgici; 49 tonnellate di ipotensivi; 42
tonnellate di dermatologici e antisettici; apparecchi respiratori, vitamine, vari: 79 tonnellate) e di
medicinali acquistati (Antimalarici: 2.000.000 di giorni di prevenzione; Antifilariali: 250.000 giorni
di trattamento; Antiamebici: 350.000 giorni di trattamento). In media ogni anno oltre 100 tonnellate
di medicinali e prodotti nutrizionali e 130 tonnellate di attrezzature mediche vengono inviate nei soli
Paesi africani. Nel solo Guatemala nel 2003 la distribuzione di medicinali da parte dell’Associazione
dell’Ordine ha riguardato ben 1.410 istituti medico-sanitari. Nella sola Francia nel 2001 il
coordinamento del centro farmaceutico melitense (che ha 119 farmacisti e 2.500 volontari distribuiti
in 85 centri di raccolta) con sede a Versailles nel 2001 e 2002 ha inviato complessivamente all’estero
314 tonnellate di medicinali.
Non di rado è lo stesso corpo diplomatico melitense a curare l’invio di medicinali e/o materiale
sanitario: il nuovo ospedale cattolico “Sv. Vinko Paulski” costruito a cura dell’Arcivescovo di
Vrhbosna-Sarajevo Cardinale Pulji, ad esempio, ha ricevuto a maggio del 2001 materiale sanitario per
il reparto ortopedico dall’Ambasciatore dell’Ordine in Bosnia Erzegovina S.E. Lorenzo Tacchella.
Numerosi organismi dell’Ordine, infine, partecipano all’iniziativa di raccolta e selezione di
medicinali, attrezzature e prodotti di prima necessità e formano, così, una vasta rete di solidarietà
particolarmente efficace ed apprezzata nel mondo. L’Associazione Tedesca dona e trasporta ogni
anno ingenti quantitativi di attrezzature mediche e di beni di prima necessità nei Paesi ex comunisti
dell’Europa dell’Est. Altri organismi dell’Ordine specializzati in questo campo sono in Australia,
Austria, Belgio, Brasile (Sâo Paulo e regione meridionale), Costa Rica, Portogallo, Spagna e Stati
Uniti, mentre quelli di Colombia, Filippine, Salvador e Polonia hanno profuso notevoli energie nella
distribuzione di medicinali e di doni raccolti dalle altre Associazioni nazionali dell’Ordine.
Nel quadro del progetto St Lukas, gruppi di volontari austriaci del Gran Priorato sono regolarmente
impegnati a smistare, confezionare e organizzare la distribuzione di medicinali e apparecchiature
mediche a molti Paesi, tra cui Iraq, Iran, India e diversi Stati dell’Europa dell’est (tali spedizioni nel
2005 hanno raggiunto un valore complessivo di 1,5 milioni di euro). I cinque centri di raccolta di
Ordre de Malte France (Œuvres Hospitalières Françaises de l’Ordre de Malte, OHFOM) su tutto il
territorio francese nel 2005 hanno accumulato medicinali, apparecchiature mediche e prodotti
alimentari per oltre 283 le tonnellate che sono stati inviati dai centri principali di Versailles e Arras a
più di un milione di poveri e malati di 24 Paesi in Via di Sviluppo.
Tra gli altri progetti sostenuti dall’Ordine in tale settore figura in Australia il lavoro
dell’Organizzazione OPAL che provvede al confezionamento di medicinali donati ed al loro
successivo invio a Timor Est.
294
34. Nella sola epidemia di colera in Madagascar, infine, sono stati trattati 227.000 malati e sono state
inviate 450 tonnellate di materiale medico.
Il sistema di raccolta, controllo e catalogazione dei medicinali e del loro trasporto in aree depresse
organizzato dall'Ordine in Francia, infine, è certificato anche dall'Organizzazione Mondiale della
Sanità (OMS).
La qualità delle cure e l’affidabilità dei servizi prestati dalle organizzazioni dell’Ordine di Malta
dipendono, in grande misura, dalla formazione iniziale e continua impartita non solo ai numerosi
volontari ma anche al personale permanente. I corsi di formazione che le Associazioni nazionali
dell’Ordine organizzano più di frequente riguardano, in particolare, i soccorritori e gli addetti alle
ambulanze nonché le tecniche di primo soccorso. Spesso questi programmi sono a disposizione anche
del personale di organizzazioni o istituti esterni con i quali l’Ordine collabora. In molti Paesi tali
programmi permettono di conseguire diplomi o certificati ufficiali. Tra i casi concreti relativi al 2000
ricordiamo:
in Germania, la partecipazione ad Interschutz 2000, ad Augsburg, il più importante salone al
mondo nel settore della protezione antincendio; presentazione di elementi interattivi ed
innovativi nel campo della formazione alle tecniche di primo soccorso. Oltre 190.000 persone
hanno seguito i corsi di primo soccorso; quasi 10.000 hanno seguito un corso speciale per le
emergenze pediatriche; 2.000 istruttori di primo soccorso sono stati formati o hanno seguito
corsi di aggiornamento; 56.000 persone hanno seguito il corso di base, obbligatorio per
ottenere la patente di guida; 12. aiuto infermieri hanno seguito per la prima volta il corso di
formazione o quello di aggiornamento;
in Belgio i Cicli di formazione per i volontari, incentrati sulle tecniche di cura e assistenza
alle persone malate e portatrici di handicap;
in Spagna il Programma di formazione per i volontari che dediti all’assistenza degli anziani;
in Francia la Scuola conducenti e infermieri d’ambulanza dell’Associazione delle Opere
Ospedaliere Francesi dell’Ordine: formazione dei futuri addetti alle ambulanze, formazione
alle tecniche di primo soccorso ad artigiani e altri professionisti, missioni di cooperazione
all’estero. Centro di formazione alle cure di pronto soccorso: formazione all’uso del
defibrillatore semiautomatico; formazione alle tecniche di primo soccorso ai bambini;
in Honduras il Programma di addestramento destinato a volontari, in merito alle tecniche di
primo soccorso nelle situazioni di calamità naturale;
in Madagascar il Programma di formazione per il personale dei reparti di ostetricia, in
collaborazione con l’OHFOM;
in Polonia il Programma di formazione alle tecniche di primo soccorso preliminari
all’intervento dei medici; l’addestramento dei soccorritori;
nella Repubblica Ceca la gestione di una Scuola Superiore Professionale destinata agli
infermieri generici e agli infermieri pediatrici;
in Irlanda, da anni, la formazione di giovani volontari di primo soccorso in tutto il Paese
riscuote un notevole successo;
la recente inaugurazione di un istituto per paramedici in Marocco in servizio su ambulanze.
Vi è, poi, l’assistenza alle persone portatrici di handicap, prevista nei programmi di azione di tutte
le Associazioni dell’Ordine, che si prefigge di migliorare la qualità della vita dei disabili, di
garantirne l’autonomia e di agevolarne l’integrazione nella società. Gli interventi possono assumere
forme materiali, morali o spirituali e riguardano le cure, i problemi della vita quotidiana, i servizi di
trasporto, l’attività professionale e il tempo libero. Le attività di fund-raising, effettuate
295
35. segnatamente in Germania, Francia e Stati Uniti, permettono di distribuire presidi ortopedici e sedie a
rotelle nelle regioni più svantaggiate.
In tutte le regioni sono organizzati programmi di visite a domicilio e di attività ricreative. La
gestione di centri per persone portatrici di handicap fisici, mentali o affette da problemi
comportamentali è particolarmente sviluppata in Francia, dove l'Associazione gestisce cinque istituti
specializzati nel trattamento dei disabili gravi, nonché nei Paesi in cui l’Associazione francese è
presente e apporta il proprio sostegno. Nel 2000 l’Associazione delle Opere Ospedaliere Francesi
dell’Ordine di Malta (OHFOM) ha aperto due centri per giovani autistici, a Rochefort-sur-Mer e a
Sallanches. Altri Istituti per disabili operano in Ungheria, Ecuador e Libano.
In Grecia la collaborazione dell’OHFOM ha portato all’inaugurazione della Casa di Zitsa, centro
educativo e di accoglienza per soggetti autistici nell’Epiro. L’OHFOM partecipa altresì alla gestione
di centri in Bulgaria, Ecuador, Libano e Siria per bambini portatori di handicap fisici o mentali.
A Sydney in Australia l’Associazione aiuta il Norma Parker Respite Centre, centro di supporto per
l’assistenza a persone disabili.
L’impegno nel settore medico e ospedaliero è il fulcro stesso della vocazione dell’Ordine di Malta.
La missione di assistenza non si limita, tuttavia, alle cure prodigate ai malati e ai feriti, ma
comprende, altresì, gli aiuti ai più bisognosi.
L’Ordine di Malta, ormai, è da lungo tempo attivo nella duplice battaglia per l’assistenza a domicilio
e per l’accoglienza in centri specializzati.
Un discorso a parte merita, poi, tra le priorità delle Associazioni nazionali melitensi, l’attività di
assistenza a domicilio e di cure per i malati terminali. La maggior parte delle persone,
avvicinandosi al termine della vita, desidera morire in casa propria, in un ambiente familiare. I
volontari dell’Ordine, dopo una speciale formazione, apportano un aiuto prezioso in tali circostanze
rispettando la dignità e i desideri di queste persone. E l’assistenza è estesa, inoltre, anche alle famiglie
con consigli, opere di conforto ed aiuto nell’espletamento di una parte degli obblighi materiali
connessi all’approssimarsi del decesso. In questo tipo di formazione per volontari, l’Associazione
tedesca svolge un’attività d’avanguardia.
Correlativamente alle problematiche inerenti l’assistenza ai malati terminali, infine, nel 2003 il
Grand’Ospedaliere dell’Ordine ha individuato tra le priorità delle Associazioni nazionali lo sviluppo
delle cure palliative. L’assistenza ai malati terminali, in istituto specializzato o a domicilio, è
diventata una priorità nei programmi d’attività dell’Ordine. Gli ospedali di Belgio e Gran Bretagna,
come pure alcuni istituti di cura in Germania, sono dotati di unità specializzate per la cura dei malati
terminali e si avvalgono di specialisti in cure di contenimento e controllo di queste malattie. A
Melbourne in Australia l’Ordine offre cure palliative sovvenzionate dallo Stato ad un ampio bacino
di utenza, in partnership con altri tre gruppi di assistenza. Oltre 40 volontari dell’Associazione
dell’Ordine in Belgio offrono assistenza costante a pazienti sottoposti a cure continue o palliative
presso Institut Albert Ier et Reine Elisabeth della Clinicha Universitaria Saint-Luc; nel 2005 più di
150 pazienti hanno beneficiato di questo lavoro. In Gran Bretagna il St. John’s Centre for Palliative
Care, in fase di ampliamento per offrire una maggiore assistenza ambulatoriale, rimane l’unico centro
di degenza indipendente nel centro di Londra. Offre assistenza specialistica a persone affette da
HIV/AIDS e cura malati di cancro e di neurosi motoria. Nei Paesi Bassi, l’Ordine sostiene case di
riposo a Vleuten e Wilnis. Qui i malati terminali possono trascorrere l’ultima fase della loro vita in
ambienti il più possibile simili alla loro casa, disponendo di tutta l’assistenza medica necessaria.
Attraverso i suoi 75 servizi di cura ambulatoriale, nonché strutture di degenza per interventi
ospedalieri e medicina palliativa, l’Ordine di Malta in Germania offre assistenza ai pazienti in fase
296
36. terminale e alle loro famiglie. Nel 2005 ben 2.000 volontari specializzati hanno offerto sostegno ad
ampio raggio a 4.500 pazienti in fin di vita e a 2.000 persone che avevano perduto i loro cari.
Altri centri di questo tipo esistono anche in Argentina, Australia, Italia e Sudafrica.
In Italia, inoltre, tra le ulteriori più recenti e significative attività sanitarie sono annoverabili:
l’accordo internazionale per la Ricerca e la Sanità stipulato il 23 dicembre 2000 tra Il Sovrano
Militare Ordine di Malta e l’Italia per la disciplina dei rapporti tra il Servizio Sanitario Italiano e
le strutture sanitarie dell’Ordine firmato dal Ministro Umberto Veronesi e il Gran Cancelliere
Carlo Marullo di Condojanni con l’ulteriore partecipazione all’incontro per la firma dell’accordo,
per l’Italia, del Segretario Generale del Ministero degli Esteri Umberto Vattani, del Direttore
Generale per l’Europa Maurizio Moreno e dell’Ambasciatore d’Italia presso l’Ordine Raniero
Avogadro mentre per l’Ordine del Gran Commendatore fra’ Ludwig Hoffmann von Rumerstein,
dell’Ambasciatore in Italia Giulio Di Lorenzo Badia e del Presidente dell’Associazione Principe
Carlo Massimo. L’accordo, in particolare, riconosce all’Ordine la facoltà di stipulare convenzioni
con le Università per lo svolgimento di corsi per operatori sanitari e di provvedere
all’aggiornamento professionale di personale sanitario infermieristico per progetti nel campo
assistenziale e della ricerca sia a livello statale sia regionale.
l’inaugurazione alla presenza di Carlo Marullo di Condojanni e del Cardinale Crescenzo Sepe il
22 aprile 2001 del nuovo poliambulatorio convenzionato di Napoli ultra moderno di circa
1.000 metri quadrati, che all’interno sembra un albergo di lusso, trasferito da via Trinità della
Cesarea ad una delle aree più degradate della città, i Quartieri spagnoli(24), salita Cariati,
guadagnando in spazio e tecnologia. La struttura conta complessivamente circa 50 specialisti e 40
fra paramedici e personale amministrativo e le sue branche mediche spaziano dalla radiologia
alla fisioterapia, radioterapia, diabetologia, ginecologia, cardiologia, nefrologia, urologia,
cardiologia, oculistica e laser, ortopedia ed ecografia.
la realizzazione nel 1993 del poliambulatorio di Genova nel centro storico a Vico S. Pancrazio
che, dopo un primo periodo di rodaggio in cui le prestazioni sono limitate soprattutto
all’educazione permanente dei diabetici e alla disassuefazione all’alcoolismo, ottiene dalle Usl
(oggi Asl) il convenzionamento con la semplice richiesta del medico di base, senza obbligo di
preventiva autorizzazione(25), per ottenere in tempi estremamente rapidi le visite specialistiche di
ginecologia, ortopedia, otorino, urologia, medicina interna, dermatologia, nefrologia, neurologia,
cardiologia, chirurgia generale e vascolare, podologia oltre che per effettuare i prelievi e le analisi
di laboratorio (avvalendosi del personale medico dell’Ospedale Evangelico Internazionale).
Inoltre, a seguito del conflitto scoppiato in Libano nei mesi di luglio e agosto 2006 che ha generato
una drammatica situazione umanitaria, l’Associazione Libanese, sostenuta dalle Associazioni
dell’Ordine in tutto il mondo, continua ad offrire assistenza vitale alle vittime della guerra, fedele alla
tradizione che prescinde da qualsiasi discriminazione di natura religiosa o politica, in un Paese
particolarmente sensibile a tali questioni. I programmi di sostegno prevedono, tra l’altro, la fornitura
di assistenza medica e psicologica, aiuti in denaro e in manodopera. Cessate le ostilità, l’Ordine ha
iniziato la ricostruzione e il riallestimento dei tre poliambulatori di Yaroun, Siddikine e Marjeyoun,
_______________
(24) “Questa vuole essere una testimonianza della volontà che abbiamo di andare incontro alle esigenze specifiche dei
cittadini soprattutto verso i meno abbienti dei quali lo spirito cristiano dell’Ordine di Malta si pone a difesa. Quale migliore
scelta dei Quartieri spagnoli per esercitare la carità” Dichiarazione attribuita al Cardinale Crescenzo Sepe (abs. da:
Marianna Salvatore, “Quartieri spagnoli-Ambulatorio dell’Ordine di Malta” - Il Giornale di Napoli, 23 aprile 2001.
(25) Direttore Sanitario, Prof. Maria Luisa Santi.
297
37. tutti pesantemente colpiti dai bombardamenti. Due unità sanitarie mobili, operative sette giorni su
sette, percorrono in lungo e in largo la disastrata zona del Libano meridionale, portando aiuto alla
popolazione locale. I poliambulatori hanno ormai ripreso la loro attività. Il Paese ha riportato
gravissime perdite, anche in termini di vite umane: 1.200 le vittime, più di 4.000 i feriti, 1 milione le
persone che hanno dovuto lasciare le proprie case; si contano 15.000 abitazioni gravemente
danneggiate, 78 ponti e 630 km di strade distrutti, 900 imprese costrette a chiudere, con un danno
stimato di almeno 3,6 miliardi di dollari, e con le infrastrutture e il sistema economico nazionale in
grave crisi. Gli altri sette centri medici dell’Ordine operativi nel Paese, continuano a fornire servizi di
assistenza sanitaria, facendo fronte al sovraccarico di lavoro(26).
In molti Paesi dell’ex Unione Sovietica, poi, il crollo politico ha causato un profondo impatto
sull’offerta di servizi sanitari e di assistenza sociale e se la situazione è sensibilmente migliorata nelle
Repubbliche indipendenti che continuano a consolidare le proprie infrastrutture politiche ed
economiche sussistono, tuttavia, molte aree in cui i servizi di assistenza forniti dallo Stato sono
insufficienti, a fronte delle esigenze di una parte degli abitanti più bisognosi e delle comunità più
isolate. Attraverso le sue Associazioni nazionali e i suoi programmi di aiuti all’estero, l’Ordine sta
contribuendo a colmare queste lacune.
In Albania, l’Ordine opera con la sua organizzazione umanitaria non-governativa, Malteser Ndihmon
Ne Shqiperi (MNSH), fornendo servizi sanitari e sociali per soggetti vulnerabili, nelle prefetture di
Shkoder e Lezher. L’organizzazione offre anche l’assistenza medica primaria (che, attraverso il
Progetto Montagne, costituisce l’attività principale di MNSH) è stata avviata dall’Ordine con lo scopo
di portare assistenza sanitaria nelle regioni montuose, non essendo disponibile alcun servizio medico
statale di base, farmacia, servizio di ambulanza ed economico-finanziario per l’acquisto di medicinali.
Nel corso del 2006, il progetto è stato esteso a quattro villaggi, con una popolazione di 5.000 abitanti.
In ambito medico sociale MNSH aiuta le popolazioni Rom di Shkodar e Kezhe: il gruppo più povero
e meno integrato dell’Albania. Visite mediche, terapie, trasporto in ospedale, formazione in materia di
pronto soccorso e nozioni basilari di igiene sono soltanto alcuni dei servizi forniti.
In Ungheria l’Ordine porta avanti un articolato programma di assistenza che prevede, tra l’altro
,un’unità mobile per esami radiografici e un ricovero notturno allestito in un treno trasformato in
ospedale. In cooperazione con l’Ordine in Austria, Germania, Francia e Benelux, l’Associazione
Ungherese periodicamente raccoglie attrezzature mediche e ospedaliere, medicinali, vestiario e
articoli per la casa che vengono, poi, distribuiti in tutta l’Ungheria, in Ucraina e in Romania.
Parallelamente, l’organizzazione di aiuto dell’Ordine (MMSz), che comprende circa 140 gruppi attivi
in sette regioni, con 750 operatori e ben 15.000 volontari, fornisce una vastissima gamma di servizi ai
malati e ai bisognosi. Il MMSz possiede e gestisce sei ospedali e case di cura che dispongono, in
totale, di oltre 360 posti letto.
In Polonia l’Associazione nazionale dell’Ordine a Poznan con il Centro Specialistico Melitense
esegue ogni anno migliaia di mammografie, ecografie e densitometrie in 17 ambulatori che
funzionano grazie ad un team di 58 volontari, tra cui 32 medici e nove consulenti. Nel corso dell’anno
squadre di volontari opportunamente addestrati, suddivisi tra 35 sezioni regionali del Servizio Medico
dell’Ordine (SMM), hanno prestato assistenza medica e pronto soccorso, in occasione di grandi
manifestazioni pubbliche. Soltanto nel 2005, 1.828 volontari, tra cui medici, infermieri, paramedici e
studenti hanno effettuato interventi di prima assistenza sanitaria a favore di 12.301 persone, fornendo
_______________
(26) Rapporto di Attività SMOM 2007.
298
38. supporto medico ad altre 392. Questi volontari, complessivamente, hanno dedicato 76.214 ore del
loro tempo a questo importantissimo lavoro, riuscendo anche ad insegnare a 2.011 persone le tecniche
di base di pronto soccorso.
Il servizio ospedaliero dell’Ordine in Polonia, Zwiazek Polskich Kawalerów Maltañskich è in
costante crescita con un vasto e articolato programma di assistenza a favore dei bisognosi (si veda
anche la Sezione medica e ospedaliera).
Nella Repubblica Ceca, poi, il Maltézska Pomoc gestisce anche un proprio posto di pronto soccorso,
completamente attrezzato, grazie all’opera di 74 volontari, tra cui dieci medici. Soltanto nel 2005
questo team ha fornito servizi sanitari in occasione di molteplici manifestazioni pubbliche. Tra queste
vi è il pellegrinaggio a Velehrad, l’evento più rilevante per i cattolici del Paese nel corso del quale si è
svolto il più grande meeting internazionale di invalidi su sedia a rotelle con svariati concerti rock ed
eventi sportivi, per non parlare del Festival Internazionale dell’Aria.
In Ucraina l’Ordine organizza, inoltre, una serie di corsi di formazione in materia di pronto soccorso,
che finora hanno consentito a più di 1.400 persone di specializzarsi in tecniche di salvataggio.
Per condividere le stesse esperienze, esaminare i progetti umanitari in corso, valutare i progressi
annuali e per definire gli sviluppi futuri, i cinquanta Ospedalieri Europei, Americani e Canadesi
dell’Ordine si incontrano annualmente.
Nel 2006 le spese per le attività dell’Ordine di Malta nel mondo hanno raggiunto un totale di 900
milioni di dollari.
Un aspetto del servizio dei Cavalieri di Malta che non bisogna mai trascurare, infine, è la qualità
tecnica della loro assistenza: in effetti, la buona volontà e l’amore cristiano in se stessi non bastano.
Le norme vigenti nel primo Ospedale Giovannita già nel secolo XII, del resto, mostrano quanta
attenzione era data a questa dimensione: nell’Ordine di Malta per i “Signori Malati” solo il meglio era
buono abbastanza(27)!
“Tutto posso in Colui che mi dà la forza”
Paolo, Lettera ai Filippesi
_______________
(27) Abs rimaneggiato da: Albrecht Freiherr von Boeselager, “Le nuove forme di carità”, Qualità del servizio - SMOM
Quaderni di Spiritualità “Tuitio Fidei” e “Obsequium Pauperum” oggi, N. 3, Roma 2003, V, pag. 58.
299
39. A
ppendice
“La parola, certo, è la realtà più fragile e inconsistente,
un soffio che si spegne una volta emesso”
Gianfranco Ravasi, Breviario laico
357
40. “Qui riposa la Virtù vittoriosa sulla Fortuna”
Epitaffio sulla lapide del G. M.
de Villiers de l’Isle Adam
GRAN MAESTRI
DEL SOVRANO MILITARE ORDINE DI MALTA
1 Beato Fra' Gerardo Sasso
3 Settembre 1120
2 Fra' Raymond du Puy
1120 - c. 1158/60
3 Fra' Auger de Balben
c. 1158/60 - 1162/3
4 Fra' Arnaud de Comps
1162 - 1163
5 Fra' Gilbert de Aissailly
1163 - c.1169/70
6 Fra' Gastone de Murols
c. 1170 - c. 1172
7 Fra' Gilbert
c. 1172 - 1177
8 Fra' Roger de Moulins
1177 - c. 1187
9 Fra' Hermangard d'Asp
1188 - c. 1190
10 Fra' Garnier de Naplous
1189/90 - 1192
11 Fra' Geoffroy de Donjon
1193 - 1202
12 Fra' Alfonse of Portugal
1203 - 1206
13 Fra' Geoffrey le Rat
1206 - 1207
14 Fra' Garin de Montaigu
1207 - c. 1227/8
15 Fra' Bertrand de Thessy
c. 1228 - 1231
16 Fra' Guerin
17 Fra' Bertrand de Comps
18 Fra' Pierre de Vielle-Bride
1231 - 1236
1236 - c. 1239/40
1239/40 - 1242
19 Fra' Guillaume de Chateauneuf
1242 - 1258
20 Fra' Hugues de Revel
1258 - 1277
21 Fra' Nicolas Lorgne
1277 - 1284
22 Fra' Jean de Villiers
1284/5 - c. 1293/4
23 Fra' Odon de Pins
1294 - 1296
24 Fra' Guillaume de Villaret
1296 - 1305
25 Fra' Foulques de Villaret
1305 - 1319
359
41. 26 Fra' Helion de Villeneuve
27 Fra' Dieudonné de Gozon
1346 - 1353
28 Fra' Pierre de Corneillan
1353 - 1355
29 Fra' Roger de Pins
1355 - 1365
30 Fra' Raymond Berenger
1365 - 1374
31 Fra' Robert de Juliac
1374 - 1376
32 Fra' Jean Fernandez de Heredia
1376 - 1396
33 Fra' Riccardo Caracciolo
1383 - 1395
34 Fra' Philibert de Naillac
1396 - 1421
35 Fra' Antonio Fluvian de Riviere
1421 - 1437
36 Fra' Jean de Lastic
1437 - 1454
37 Fra' Jacques de Milly
1454 - 1461
38 Fra' Piero Raimondo Zacosta
1461 - 1467
39 Fra' Giovanni Battista Orsini
1467 - 1476
40 Fra' Pierre d'Aubusson
1476 - 1503
41 Fra' Emery d'Amboise
1503 - 1512
42 Fra' Guy de Blanchefort
1512 - 1513
43 Fra' Fabrizio del Carretto
1513 - 1521
44 Fra' Philippe de Villiers de l'Isle-Adam
1521 - 1534
45 Fra' Piero de Ponte
1534 - 1535
46 Fra' Didier de Saint-Jaille
1535 - 1536
47 Fra' Jean de Homedes
1536 - 1553
48 Fra' Claude de la Sengle
1553 - 1557
49 Fra' Jean de la Vallette (or Valette)
1557 - 1568
50 Fra' Pierre de Monte
1568 - 1572
51 Fra' Jean de la Cassiere
1572 - 1581
52 Fra' Hugues Loubenx de Verdala
1581 - 1595
53 Fra' Martin Garzez
1595 - 1601
54 Fra' Alof de Wignacourt
1601 - 1622
55 Fra' Luis Mendez de Vasconcellos
1622 - 1623
56 Fra' Antoine de Paule
1623 - 1636
57 Fra' Juan de Lascaris-Castellar
360
1319 - 1346
1636 - 1657
42. 58 Fra' Antoine de Redin
59 Fra' Annet de Clermont-Gessant
1657 - 1660
1660
60 Fra' Raphael Cotoner
1660 - 1663
61 Fra' Nicolas Cotoner
1663 - 1680
62 Fra' Gregorio Carafa
1680 - 1690
63 Fra' Adrienne de Wignacourt
1690 - 1697
64 Fra' Ramon Perellos y Roccaful
1697 - 1720
65 Fra' Marc'Antonio Zondadari
1720 - 1722
66 Fra' Antonio Manoel de Vilhena
1722 - 1736
67 Fra' Raymond Despuig
1736 - 1741
68 Fra' Manuel Pinto de Fonseca
1741 - 1773
69 Fra' Francisco Ximenes de Texada
1773 - 1775
70 Fra' Emmanuel de Rohan-Polduc
1775 - 1797
71 Fra' Ferdinand von Hompesch zu Bolheim
1797 - 1802
72 Paul I Imperatore di Russia (de facto)
1799 - 1801
73 Fra' Giovanni Battista Tommasi
1803 - 1805
74 Fra' Giovanni Battista Ceschi a Santa Croce
1879 - 1905
75 Fra' Galeazzo von Thun und Hohenstein
1905 - 1931
76 Fra' Ludovico Chigi Albani della Rovere
1931 - 1951
77 Fra' Angelo de Mojana di Cologna
1962 - 1988
78 Fra'
1988-2008
361
43. “Se uno mi ama,
osserverà la mia parola e il Padre mio lo amerà
e noi verremo a Lui
e prenderemo dimora presso di lui”
Giovanni (14, 23)
GRAN PRIORATI E SOTTOPRIORATI
CON DATA DI FONDAZIONE
Gran Priorato di Roma (1214)
Gran Priorato di Lombardia e Venezia (1839)
Gran Priorato di Napoli e Sicilia (1839)
Gran Priorato di Boemia (1182)
Gran Priorato d’Austria (1938)
Gran Priorato d'Inghilterra (1993)
Sottopriorato di San Michele (1961)
Sottopriorato di San Oliver Plunckett (1972)
Sottopriorato di San Giorgio e di San Giacomo (1990)
362
44. “Dunque chi vuole comprendere il mondo - e la Chiesa - di oggi,
chi vuole contribuire con piena coscienza delle proprie responsabilità
alla costruzione del loro futuro, deve conoscere il loro passato,
deve porsi di fronte alla loro storia.
Nessun albero può crescere in altezza se è privo di radici”
Mons.Walter Brandmüller
SUCCESSIONE STORICA DEI GRAN PRIORI DI ROMA (*)
fra’ Cierventura,
Gran Priore di Roma nel 1215
fra’ Giovanni Bono o Giambono
Gran Priore di Roma e di Pisa, 1235 - 1236
fra’ Tommaso
Gran Priore di Roma nel 1236
fra’ Bucerio Buceri,
Gran Priore di Roma nel 1261
fra’ Bonaventura
Gran Priore di Roma nel 1282
fra’ Engheramo di Gragnana
priore di Roma e di Venezia
Gran Priore di Roma dal maggio 1282 al luglio 1285
fra’ Martino di Santo Stefano
Gran Priore di Lombardia nel 1283
dal 1285 Gran Priore di Roma
Beato fra’ Pietro Pattarini da Imola
Gran Priore di Roma 1311 - † 1328
fra’ Filippo di Gragnana
21 luglio 1317 – gennaio 1325
Gran Priore di Roma e di Ungheria
fra’ Foulques de Villaret
già Gran Maestro
Gran Priore di Roma dal gennaio 1325 all’aprile 1326
fra’ Giovanni de Rivara de Rivugliasco
Gran Priore di Roma dal 24 ottobre 1330 al 1345
dall’11 marzo 1335 anche priore di Pisa
363
45. fra’ Bartolomeo Benini o del Benino
nel 1348 Gran Priore di Messina
dal giugno 1351 all’aprile 1365 priore di Roma
dal 1363 all’aprile 1365 priore di Venezia cui rinunzia.
Dal 12 settembre 1371 priore di Pisa
fra’ Gherardo di Ruffino Ruffini
il 24 ottobre 1365 è Vice Gran Priore di Roma
dal 1374 al novembre 1376 Gran Priore di Roma
fra’ Guglielmo Maramauro di Napoli
Gran Priore dal febbraio 1379 al novembre 1381
fra’ Piero Pignatelli
Gran Priore dal 18 dicembre 1381, destituito il 5 aprile
1384, confermato il 16 dicembre 1385
fra’ Angelo di Cecchino de Beccutis
Gran Priore di Roma dal 1389 a prima dell’agosto 1402
fra’ Bartolomeo Carafa della Spina
figlio di Andrea, già Luogotenente del Gran Priore di Roma
dal 13 aprile 1383, Gran Priore di Roma dal 28 marzo 1384 all’aprile 1405
fra’ Luigi Vagnone
Gran Priore dal 1406 al 1409
fra’ Antonio da Aversa
Gran Priore di Roma dal 3 aprile 1406 fino a maggio 1431
fra’ Andrea Cini di Montesperello
Gran Priore di Roma nel giugno 1417 (?)
fra’ Stefano di Goffredo da Ceccano
Gran Priore di Roma dal marzo 1417 (?) al 1425
fra’ Lorenzo di Orlando de Orlandi
di Genazzano, Gran Priore di Roma dal 1426 fino al maggio 1431
destituito perché ribelle della Santa Sede
fra’ Fantino Querini
Gran Priore di Roma dal dicembre 1432 al novembre 1433
dal 1434 al 1435 è priore di Venezia
fra’ Roberto di Diana,
Gran Priore di Roma dal 27 novembre 1433 al 1438
fra’ Battista Orsini,
Gran Priore di Roma dal settembre 1442 al 1466
fra’ Troilo di Montemelino
364
46. Gran Priore di Roma nel 1466 (?) - † 27 luglio 1480 all’assedio di Rodi
Cardinale Marco Barbo
Gran Priore di Roma dal 7 marzo 1466 al 13 novembre 1471
fra’ Cinzio o Cencio Orsini
dal dicembre 1471 al 1494 Gran Priore di Capua e di Roma
fra’ Carlo Gesualdo
Gran Priore di Roma dall’aprile 1495 al gennaio 1506
Cardinale fra’ Sisto Gara della Rovere
Gran Priore di Roma dal 1506 al 1513
fra’ Giovanni Antonio della Rovere
Gran Priore di Roma già dal 1513 al 1516
fra’ Piero Salviati
Gran Priore di Roma dal 1 aprile 1517 al 1522
Cardinale fra’ Bernardo Salviati
Gran Priore di Roma dall’aprile 1525 al aprile 1563
Cardinale fra’ Michele Antonio Bonelli
Gran Priore di Roma dal maggio 1563 al 1577
Cardinale Pietro Aldobrandini
Gran Priore di Roma dal 1578 al 1598
Cardinale Silvestro Aldobrandini
Gran Priore di Roma dal 1598 al giugno 1612
fra’ Aldobrandino Aldobrandini
Gran Priore di Roma dal 1612 al 1634
Cardinale Antonio Barberini
Gran Priore di Roma dal 1635 al 1639
Cardinale Sigismondo Chigi
Gran Priore di Roma dal marzo 1658 al 1678
Cardinale Benedetto Pamphili
Gran Priore di Roma dall’aprile 1678 al marzo 1730
fra’ Giovanni Battista Santini
Gran Priore di Roma dall’aprile 1730 al 1731
Cardinale Camillo Cybo
Gran Priore di Roma nel febbraio 1731
Cardinale Bartolomeo Ruspoli
365