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La formica Federica

C’era una volta una formichina nera che abitava in un buchino su un

albero e non usciva mai.
Si sentiva tanto triste e sola e così un giorno decise di partire e disse:
«Basta! Vado per il mondo!».
Appena fuori si trovò davanti ad una cosa grande grande, tutta
marrone e verde, con delle larghe braccia e disse: «Ciao, tu chi sei?»
«Io mi chiamo Albero» rispose la cosa.
«E a che cosa servi?» chiese la formichina.
«Quando viene la primavera io mi copro con un
mantello verde. Durante l’estate regalo a tutti
ombra, fresco e buonissimi frutti da mangiare!».
La formichina capì che Albero era una cosa
utile e bella, ringraziò e proseguì.
Dopo pochi passi trovò uno strano amico per
terra che aveva in testa un cappuccio colorato.
«Ciao, tu chi sei?» chiese la formichina.
«Mi chiamo Fungo. Se fai una passeggiata dopo la
pioggia, potrai trovarmi ad aspettarti con tanti amici.
Pensa che alcuni di noi sono anche buoni da mangiare!».
La formichina capì che anche Fungo era simpatico; rimase
a fare un po’ di conversazione e poi se ne andò salutando.
Dopo aver fatto un po’ di strada incontrò un’elegante creatura che
volando si posò vicino a lei per fare amicizia:
«Ciao, tu chi sei?» chiese la formichina.
«Mi chiamo Gabbiano, mi piace tanto il mare e con queste mie ali posso
volare sulle onde senza bagnarmi. Conosco tante storie di pesci e di
marinai e ti posso raccontare di terre lontane e sconosciute!».
La formichina rimase un poco anche con Gabbiano finché, guardandolo
volare nel cielo, vide una grande palla gialla.
«Ciao, tu chi sei?» chiese la formichina.
«Il mio nome è Sole, grazie alla mia luce tu puoi vedere il mondo intorno
a te. Se non ci fossi non crescerebbe il chicco di grano che ti piace tanto,
non ci sarebbero più fiori e tutto sarebbe nero e triste».
La formichina fu contenta che ci fosse e si fermò a scaldarsi ai suoi
raggi. Ad un tratto un leggero rumore di ali la fece voltare.
«Ma i fiori sono capaci di volare?» chiese stupita la formichina.
«Ah, ah! Sei divertente, ma io non sono un fiore! Mi chiamo Farfalla. Mi
piace stare tra i fiori e nell’erba, facciamo amicizia?»
La formichina non riusciva molto a parlare con un tipetto così vivace,
© 2011 F.lli Ferraro Editori - Questo documento è protetto da copyright.
Può essere utilizzato, per i fini indicati, solo da coloro che hanno in adozione il testo di religione “GHIMEL” di Massimiliano Busa – Fratelli Ferraro Editori.

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perchè non stava fermo un minuto! La conversazione fu comunque
molto divertente e quando si salutarono promisero di rivedersi.
Più avanti incontrò un personaggio buffo che strisciava e sembrava che
portasse con sé la sua casa.
«Amico, vedo che fai il trasloco, posso aiutarti?» chiese la formica.
«Non preoccuparti, io vado sempre in giro così, mi chiamo Lumaca. Mi
piace girare con la mia casa sulle spalle, non sarà molto comodo ma
pian pianino io arrivo dappertutto e... sono sempre a casa mia!»
Ammirata da tanta pazienza la formichina proseguì la sua strada, alzò
lo sguardo e vide nel cielo una grande e soffice cosa bianca.
«Oh, come sei bella! E come deve essere morbido abbracciarti, chi sei?»
domandò stupita.
«Io sono Nuvola, adesso mi vedi bianca ma alcune volte posso diventare
grigia e allora regalo la pioggia a chi ha sete».
«Peccato che non ho le ali, altrimenti verrei a fare le capriole.
Mi accontenterò di stare qui sdraiata ad ammirarti!» rispose la
formichina.
Lì vicino c’era uno stagno e si sentivano voci come di qualcuno che
stava divertendosi tanto. La formichina incuriosita si avvicinò per
vedere. «Chi siete?» domandò. «Noi siamo Anatroccoli, e ci piace stare
nell’acqua, vuoi venire a giocare?»
La formichina non se lo fece ripetere due volte, era una nuova occasione
per fare amicizia!
«Miaaaaao! Non fate troppo rumore piccoli! A voi piacerà l’acqua, ma
io amo dormire!»
Tutti si voltarono verso il nuovo arrivato e la nostra amica incuriosita
domandò come al solito: «E tu chi sei, cosa pelosa ?»
«Mi chiamo Gatto, sono caldo e morbido, fatto apposta per le
coccole».
La formichina si accorse che la giornata stava per finire, era un po’
stanca ma soddisfatta.
Decise così di andare a dormire.
Prima di addormentarsi pensò a tutti gli incontri che aveva fatto. Quanti
amici! Valeva la pena uscire dal proprio buchino! Ma chissà da dove
venivano tutti quegli
amici, forse erano il
regalo di Qualcuno. Così
si addormentò, sicura
che il giorno dopo avrebbe
fatto nuovi incontri.
Tratto da “La formica Federica” di G. Anfurio
© 2011 F.lli Ferraro Editori - Questo documento è protetto da copyright.
Può essere utilizzato, per i fini indicati, solo da coloro che hanno in adozione il testo di religione “GHIMEL” di Massimiliano Busa – Fratelli Ferraro Editori.

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  • 2. perchè non stava fermo un minuto! La conversazione fu comunque molto divertente e quando si salutarono promisero di rivedersi. Più avanti incontrò un personaggio buffo che strisciava e sembrava che portasse con sé la sua casa. «Amico, vedo che fai il trasloco, posso aiutarti?» chiese la formica. «Non preoccuparti, io vado sempre in giro così, mi chiamo Lumaca. Mi piace girare con la mia casa sulle spalle, non sarà molto comodo ma pian pianino io arrivo dappertutto e... sono sempre a casa mia!» Ammirata da tanta pazienza la formichina proseguì la sua strada, alzò lo sguardo e vide nel cielo una grande e soffice cosa bianca. «Oh, come sei bella! E come deve essere morbido abbracciarti, chi sei?» domandò stupita. «Io sono Nuvola, adesso mi vedi bianca ma alcune volte posso diventare grigia e allora regalo la pioggia a chi ha sete». «Peccato che non ho le ali, altrimenti verrei a fare le capriole. Mi accontenterò di stare qui sdraiata ad ammirarti!» rispose la formichina. Lì vicino c’era uno stagno e si sentivano voci come di qualcuno che stava divertendosi tanto. La formichina incuriosita si avvicinò per vedere. «Chi siete?» domandò. «Noi siamo Anatroccoli, e ci piace stare nell’acqua, vuoi venire a giocare?» La formichina non se lo fece ripetere due volte, era una nuova occasione per fare amicizia! «Miaaaaao! Non fate troppo rumore piccoli! A voi piacerà l’acqua, ma io amo dormire!» Tutti si voltarono verso il nuovo arrivato e la nostra amica incuriosita domandò come al solito: «E tu chi sei, cosa pelosa ?» «Mi chiamo Gatto, sono caldo e morbido, fatto apposta per le coccole». La formichina si accorse che la giornata stava per finire, era un po’ stanca ma soddisfatta. Decise così di andare a dormire. Prima di addormentarsi pensò a tutti gli incontri che aveva fatto. Quanti amici! Valeva la pena uscire dal proprio buchino! Ma chissà da dove venivano tutti quegli amici, forse erano il regalo di Qualcuno. Così si addormentò, sicura che il giorno dopo avrebbe fatto nuovi incontri. Tratto da “La formica Federica” di G. Anfurio © 2011 F.lli Ferraro Editori - Questo documento è protetto da copyright. Può essere utilizzato, per i fini indicati, solo da coloro che hanno in adozione il testo di religione “GHIMEL” di Massimiliano Busa – Fratelli Ferraro Editori. 2