La comunicazione non verbale è quella parte della comunicazione che comprende tutti gli aspetti di uno scambio comunicativo che non riguardano il livello puramente semantico del messaggio, ossia il significato letterale delle parole che compongono il messaggio stesso, ma che riguardano il linguaggio del corpo, ossia la comunicazione non parlata tra persone. Inoltre importantissimi sono i tanti codici della cultura comune i quali ci aiutano a capire i vari messaggi che le parole, i toni e i movimenti del corpo, esprimono solo parzialmente.
1. La comunicazione non verbale
– tra il 75 e l’80% delle informazioni che
raggiungono la nostra corteccia
cerebrale passa attraverso gli occhi
(Birkenbihl 1991)
– solo il 10-15% giunge dall’orecchio.
2. Classificazione generale
• Aspetto esteriore
– Conformazione fisica
– Abbigliamento
• Comportamento prossemico
– Distanza interpersonale
– Contatto corporeo
– Orientazione
– Postura
• Comportamento cinesico
– Movimenti di busto e gambe
– Movimenti di mani e braccia
– Movimenti del capo
• Volto
– Sguardo e contatto visivo
– Espressione del volto
• Segnali vocali
– Segnali vocali verbali
– Segnali vocali non verbali
– Silenzio
3. Aspetto esteriore
• Conformazione fisica
– lineamenti del volto e altre caratteristiche anatomiche
– altezza, peso, dimensioni
– non modificabili nel corso dell’interazione
– Modificabile tramite abitudini alimentari, attività fisica,
make-up, chirurgia estetica, lifting, ecc.
• Abbigliamento
– Vestiti, acconciatura, trucco, accessori
– Uniformi (definizione categoria sociale di
appatenenza)
– Potere e status sociale, ecc.
– Moda
– Maggiormente modificabile rispetto alla
conformazione fisica
5. Distanza interpersonale
• Spazio personale (“Bolla invisibile”)
– Distanza intima (0-45 cm) tatto, odore, calore
– Distanza personale (45-120 cm) distanza
amicale (ci si può toccare)
– Distanza sociale (120-360 cm) relazioni
formali, contatto visivo e uditivo
– Distanza pubblica (oltre 360 cm) situazioni
pubbliche, principalmente contatto visivo
6. Contatto corporeo
• Contatti reciproci
– Strette di mano, baci sulla guancia, ecc.
• Contatto individuale
– Pacca sulla spalla ecc.
– Può denotare rapporto asimmetrico
• Zone del corpo “consentite”
7. Orientazione
• Frontale (faccia a faccia)
• Laterale (fianco a fianco)
• Distanza angolare: L’orientamento spaziale, misurato in gradi, delle
spalle di un individuo rispetto a quelle di un altro individuo. 2. La
posizione della porzione superiore del corpo di un parlante in
relazione a quella di un ascoltatore. 3. Il grado di allineamento del
corpo tra parlante e ascoltatore, misurato sul piano coronale (che
divide il corpo in una parte frontale e in una dorsale). USO La
distanza angolare rivela come ci rapportiamo a persone sedute, in
piedi, o che sono in attesa vicino a noi. La parte superiore del nostro
corpo involontariamente si adatta, si rivolge e “punta” coloro che ci
piacciono, che stimiamo e con i quali andiamo d’accordo, ma si
dispone ad angolo nei confronti delle persone che non ci piacciono
e con le quali non andiamo d’accordo. La distanza angolare può
variare dagli 0° (faccia a faccia) ai 180° (quando si “voltano le
spalle” a qualcuno). (Givens 2002)
8. Postura
• 1. Portamento, posa,
o posizione del corpo
e della sue parti: ad
es., una postura
rannicchiata.
• 2. Una posizione del
corpo fissa e
stazionaria,
contrapposta a un
movimento fluido del
corpo.
Uso: Se sostenuto (tenuto per più
di due secondi) un movimento del
corpo come il reclinamento della
testa può essere considerato una
postura. Anche se la durata varia,
la postura solitamente esprime
atteggiamenti, emozioni e stati
d’animo più di brevi gesti e fugaci
movimenti del corpo.
9. Postura (2)
• Postura, ruolo e atteggiamento personale
– Dominanza – sottomissione
– Rilassamento – tensione
• Interpretazione della postura dipendente
dal contesto interattivo
• Fenomeni di “accomodamento” posturale
• Postura poco sottoposta al controllo
volontario
• Postura come cesura discorsiva
10. Orientamento e
disposizione spaziale
• “segmento transazionale” indica lo spazio che una
persona occupa in relazione al tipo di attività che sta
perseguendo
• Due o più persone che interagiscono hanno un
segmento transazionale comune
• Per Formazione si intende il caso in cui due o più
persone mantengono per un certo tempo una
disposizione spaziale di qualche tipo
• per Formazione F si intende il caso in cui due o più
persone mantengono per un certo tempo un segmento
transazionale comune
12. Movimenti del capo
• Orientazione del volto per capire dove è
diretto lo sguardo
• Cenni del capo
• SI/NO
13. Mano dietro la nuca
• Gesto 1. Toccare, grattare, o reggere
il dorso del collo o della testa con il
palmo aperto. 2. Varianti a. sollevare
una mano per grattarsi un orecchio,
afferrare un lobo auricolare, o
stimolare un canale auricolare: e
b. toccare, grattare o strofinare la guancia o il lato del collo.
• Uso: durante una conversazione, la mano dietro la nuca
può essere letta come potenziale segno di incertezza
conflitto, disaccordo, frustrazione, rabbia, o antipatia
(avversione sociale). Solitamente riflette pensieri, sentimenti, o
stati d’animo negativi. Nel counseling, nei colloqui (lavoro,
ecc.) e negli esami questo gesto è spesso un indizio di una
questione non risolta che deve essere verbalizzata ed
esplorata.
15. Sguardo e contatto visivo
• Sguardi reciproci durante l’interazione
– Regolazione
– Percezione di sé e degli altri
– Richiesta di consenso
– Potere/status
• Intensità delle emozioni
– Sguardi frequenti = emozioni positive
– Distoglimento/evitamento = emozioni negative
• Frequenza e durata dello sguardo
16. CLEM
• Direzione dello sguardo. 1. CLEM: Acronimo per
"conjugate lateral eye movement." 2. Reazione non
verbale, spesso a una domanda verbale, in cui gli
occhi si muovono insieme lateralmente (verso destra
o verso sinistra).
Uso: Movimenti involontari degli occhi (CLEM)
segnalano elaborazione delle informazioni,
riflessione e pensiero. Poiché spesso riflettono
anche un dubbio non verbalizzato, i CLEM possono
essere usati come indizi significativi per l’analisi.
17. Espressioni del volto
• Segnale. L’atto di comunicare un sentimento,
opinione, emozione, atteggiamento o altro
messaggio contraendo i muscoli del volto
• Uso: La forza espressiva combinata dei muscoli del
mento, delle labbra, degli occhi, delle sopracciglia è
senza pari nel regno animale. Più di ogni altra parte
del corpo la nostra faccia rivela emozioni, opinioni e
stati d’animo. Mentre possiamo imparare a
manipolare alcune espressioni (ad es. il sorriso),
alcune espressioni facciali inconsapevoli (ad es.
sporgere le labbra, tendere la bocca, mostrare la lingua)
riflettono i nostri veri sentimenti. Molte espressioni
facciali sono universali, altre dipendono da regole e
usanze culturali.
18.
19. Sopracciglia
• L’abbassamento delle
sopracciglia è un
sensibile indicatore di
disaccordo, dubbio, o
incertezza.
1. Innalzare le sopracciglia aggiunge
intensità a un’espressione facciale.
Può servire a rafforzare uno sguardo
dominante, un broncio di
sottomissione o l’energia di un
sorriso. I muscoli occipitali elevano le
sopracciglia aggiungendo intensità a
qualsiasi gesto.
2. Innalzare una o entrambe le
sopracciglia Insieme a un movimento
all’indietro della testa suggerisce
un’aria di sdegnoso disprezzo,
arroganza o superbia. E’ possibile
che alziamo le sopracciglia mentre
diamo ordini, argomentiamo passaggi
importanti o facciamo delle richieste.
21. Sorriso
• Espressione facciale
1. Un vero sorriso di felicità o
gioia.
2. Un’espressione in cui gli angoli
delle bocca curvano verso l’alto
e si formano delle pieghe agli
angoli degli occhi.
• Uso: Anche se possiamo produrre sorrisi di cortesia
e sorridere alla macchina fotografica, il sorriso
zigomatico o sincero è difficile da produrre a
richiesta. Mentre il primo può essere
consapevolmente manipolato (ed è soggetto di
manipolazione) il secondo è controllato dalle
emozioni. Il sorriso zigomatico è un riflesso più
accurato dello stato d’animo.
22. Sorriso (2)
• Promotore e facilitatore delle relazioni
• Segnale di conferma
• Segnalatore di potere/status
• Differenze di genere
• Culturalmente codificato
24. Segnali vocali (2)
• Segnali vocali verbali (connessi al discorso)
– Tono
– Intensità
– velocità
• Segnali vocali non verbali (indipendenti dal discorso, “impronta
vocalica”)
– Fattori biologici
– Fattori sociali
– Fattori di personalità
– Fattori emotivi
• Silenzio
• (Argyle 1992)
25. Comportamento non verbale
• Espressione di emozioni e sentimenti
• Presentazione sociale di sé
• Sostegno all’attività discorsiva
26. Interazione focalizzata
• Definizione della situazione sulla quale gli
interattanti concordano
• Regole di (ir)rilevanza (dipende dalla volontà dei
partecipanti di considerare come “azioni” certi aspetti
del comportamento)
• Il comportamento verbale è solitamente ritenuto
significativo, così come certi movimenti del
corpo. Altri movimenti del corpo non sono
vengono presi in considerazione come rilevanti
all’attività in corso. È questo distinguere tra
azioni “esplicite”, “ufficiali” e azioni “non ufficiali”
che ci permette di esplorare le prospettive
interpretative dell’altro.
27. Interazione focalizzata (2)
• “attentional track”, linea principale del racconto,
comportamenti sui quali viene focalizzata
l’attenzione
• “directional track”, azioni che servono a
regolare, articolare e quantificare il contenuto
dell’attività principale
• “disattended track”, attività che non vengono
contate come facenti parte dell’interazione
(grattarsi, fumare, ecc.). Proprio perché queste
attività non vengono considerate rilevanti è
possibile un’interazione focalizzata.
28. Riferimenti bibliografici
• Bonaiuto & Maricchiolo(2003) La comunicazione non verbale. Roma:
Carocci.
• Givens, David B. (2002) The NONVERBAL DICTIONARY of GESTURES,
SIGNS & BODY LANGUAGE CUES. Spokane, Washington: Center for
Nonverbal Studies Press) http://members.aol.com/nonverbal2/diction1.htm
• Hall, Edward T. (1991) La dimensione nascosta, Milano: Bompiani
• Hall, Edward T. (1972) Il linguaggio silenzioso, Milano: Garzanti
• Ricci Bitti & Cortesi (1977) Comportamento non verbale e comunicazione.
Bologna: Il mulino.
• Kendon, Adam (1992) “The negotiation of context in face-to-face interaction”
in Rethinking contexts, edited by Alessandro Duranti & Charles Goodwin,
Cambridge: CUP.