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8 | ECONOMIA | LUNEDÌ 22 FEBBRAIO 2016
Dall’inizio dell’anno pro-
segue la fase negativa
chestacoinvolgendoimercati
finanziari globali e nonostan-
te il primo vero tentativo di
rimbalzo avviato la settimana
scorsa ed in grado di far recu-
perare qualche punto all’im-
portante discesa finora mani-
festata dai massimi nonché a-
limentare nuove speranze in
moltioperatori,èpossibilean-
cora raggruppare gli stessi in
due grandi categorie, ossia co-
loro che pensano che i proble-
mi alla base della crisi finan-
ziariadel2008sianostatirisol-
ti e coloro che hanno dei seri
dubbi.
Quello che appare però cer-
to ad entrambi è la costante di
intervento delle banche cen-
trali e dei governi, non ultimo
a ricordarci tale necessario
connubio è il recente econo-
m i c o u t l o o k d e l l ’ O C S E
dall’emblematico titolo
“stronger growth remains e-
lusive: urgent policy response
isneeded”,ossiaunafortecre-
scita economica è quantome-
no “sfuggente” per non dire
assentemaperritrovarlasono
necessarie le consuete racco-
mandazioniinstileFMI,ossia
maggiori ed urgenti risposte
politiche. Risposte richieste
consemprepiùforzaedurgen-
za da tali organizzazioni es-
sendo ormai considerati so-
stanziali i rischi di instabilità
finanziaria.
RISPOSTE ATTUATE
Negli ultimi sette anni ab-
biamo assistito ad un’evolu-
zione delle risposte messe in
campo dai banchieri centrali
tramite azioni cosiddette con-
venzionali e poi, al non verifi-
carsi degli effetti auspicati
sull’economiareale,sièprose-
guito con scelte monetarie
sempre meno ortodosse e mai
sperimentate prime. All’ini-
zio è stata la politica dello
ZIRP (Zero Interest Policy Ra-
te), ossia portare i tassi a zero
con la speranza di riattivare
quel “credito facile” che negli
ultimi decenni aveva consen-
tito una crescita basata sul de-
bito. Tale scelta non ha però
permesso di riattivare questo
meccanismo in quanto il con-
sumatore non ha risposto a ta-
lestimoloedilsistemadelcre-
dito bancario ha comunque
contratto l’offerta di credito
per far fronte ai rischi accre-
sciuti su quello già erogato
nonché ha centellinato il nuo-
vo, preferendo l’impiego
dell’extra liquidità ricevuta a
favore delle rendite offerte dal
sistema finanziario, in primis
le obbligazioni pubbliche. Un
fatto che ha richiesto il conti-
nuo e crescente intervento dei
banchieri centrali per mezzo
di ripetuti cicli di Quantitati-
veEasing(QE),alfinedisoste-
nerne il rinnovo mentre si e-
sauriva l’estrazione di inte-
resse a seguito del perdurante
ZIRP.Finoadorasiècomprato
tempoperoffrirefacilirendite
adunsistemabancariodefini-
to da molti zombie mentre ve-
nivano discusse ed implemen-
tate soluzioni differenti per la
gestione di un debito che non
solo appare essere insosteni-
bile ma che non sembra più in
grado di stimolare positiva-
mente l’economia reale.
NUOVE TENDENZE
Dall’estate 2012 con il “wha-
tever it takes” di Draghi e con
l’annuncio inatteso di un ter-
zo nuovo ciclo di QE america-
no, successivamente allunga-
to con il cosiddetto tapering e
sostenuto al suo termine da
nuovi cicli di monetizzazione
della banca del Giappone e
dall’arrivodelfamigerato“ba-
zooka” della BCE ad inizio
2015, si è comprato tempo per
impostare le nuove tendenze a
cui i principali banchieri cen-
trali sembrano ora orientati
ed intenzionati a far percorre-
re a molteplici governi, ossia
NIRP (Negative Interest Rate
Policy), bail-in e forse un pros-
simo “cashless”, ossia ridu-
zione-eliminazione del con-
tante.
DA ZIRP A NIRP
AvendoQEeZIRPfinorafal-
lito nel raggiungimento degli
obiettivi di stabile e moderata
inflazione,unitaadunaauspi-
cata e robusta crescita, si è de-
cisodiintraprendereunanuo-
va via per forzare il cavallo a
bere, ossia smuovere quell’e-
norme liquidità immessa nel
solo sistema finanziario ed in-
trappolato o meglio finora in-
canalato in quell’illusorio ef-
fettoricchezzaderivantedalla
forzosa crescita delle quota-
zioni di bond ed azioni. Un au-
mento di valori con cui i ban-
chieri credevano di poter riat-
tivare il consumo generalizza-
to ma di cui pochi e spesso già
ricchihannopotutogodereve-
ramente, senza di fatto aver
prodotto effetti sostanziali
nella crescita globale. Ecco al-
lora il passaggio successivo
volto a forzare l’impiego della
liquidità delle masse, ossia la
nuova politica dei tassi nega-
tivi sui depositi. Decisione
dapprima avviata nei paesi
nordici,poidallaSvizzeraeda
seguire dall’Eurozona ed ulti-
mamente dal Giappone,
nell’attesa di eventuali ripen-
samenti nel mondo anglosas-
sone, visto e considerato an-
che l’ultima testimonianza
della Yellen al congresso ame-
ricano in cui ha ammesso che
è “not off the table”, ossia sul
tavolo delle possibili opzioni.
Una strategia non ortodossa il
cui fine apparente sarebbe
quello di stimolare a consu-
mareoggiilrisparmiodeposi-
tato in quanto domani sarà in-
feriore a causa dei tassi nega-
tivi. Un paradosso che a diffe-
renza dell’alta inflazione non
spinge volontariamente i con-
sumatoriaspendereoggiilde-
naro posseduto per paura del
futuro aumento dei prezzi,
bensì prova a forzarli con la
paura di perdere il denaro
stesso a causa del tasso nega-
tivo imposto. Una paura di
perderedenaroaccentuataan-
che dalle regole create per ge-
stirelefuturecrisidelsistema
bancario-finanziario.
CACs E BAIL-IN
SeloZIRPèlascintillachesi
è deciso di innescare per pro-
vareafarconsumareoggiilri-
sparmio,sperandochetaleac-
censione non scateni un falò
in grado di incenerire irrime-
diabilmente il sistema stesso,
a seguito della maggior paura
dei banchieri, ossia un cosid-
detto “bank run” o “corsa allo
sportello”, allora non dovreb-
be apparire così strano il fatto
cheglistessibanchiericentra-
li abbiano da quel famigerato
“whatever it takes” del 2012,
decisodifornireancoratassia
zero e QE per un lasso di tem-
po utile a preparare i vari go-
verni a leggi e regole che oggi
conosciamo come CACs,
bail-in, riforme bancarie va-
rie e non solo. A ben guardare
glieventipassati,èinnegabile
notarecomedopoilcasoCipro
del marzo 2013, ovvero il pa-
ziente “zero” del prelievo sui
depositi, sia stato sancito al
G20 australiano del 2014 di a-
dottare globalmente la regola
del bail-in per risolvere il pro-
blemadeltroppodebitocreato
dalle banche, andando così ad
affiancarsi ad altre regole già
diffuse e denominate CACs
(Clausole di Azione Colletti-
va)eriferibiliallagestionedei
debiti sovrani, ossia alla loro
ristrutturazione e/o fallimen-
to ed inserite per legge nel de-
bito emesso da tutti i paesi
dell’eurozona dal 2013 in poi e
sempre successivamente ad
unaltropaziente“zero”,come
la Grecia.
CONTROLLI E CASHLESS
Se i tassi negativi ormai av-
viati produrranno sempre più
tensione nelle attività finan-
ziarie in quanto insostenibili
a lungo termine nell’impiego
dellaliquiditàabrevetermine
e se gli asset ad alto rischio in
cuivierafinoralaparvenzadi
un possibile rendimento deri-
vante dalla crescita continua
dei prezzi generata dai vari
QE, non reggeranno più le
quotazioni a causa di cedole
nei bond sempre più magre e
dividendi delle azioni sempre
più dopati per via dei buyback
miliardari fatti dalle imprese,
cosa avranno elaborato i ban-
chieri centrali per arginare
tutto ciò?
Un vecchio detto attribuito
ad un ex consigliere economi-
co della Casa Bianca, recita
“se qualcosa diventa insoste-
nibile, vuol dire che non lo si
può più sostenere” e se ciò fos-
se vero nel contesto attuale e
prossimo venturo, allora i
banchieri tenteranno presu-
mibilmente di gestire l’inevi-
tabile provando a regolare e
controllaresemprepiùilsiste-
ma bancario e finanziario. A
tale proposito è da notare ad e-
sempio come la SEC, l’organo
di vigilanza della Borsa USA,
sia da mesi in consultazione
con gli operatori finanziari al
fine di regolare al meglio i ri-
schidiliquidabilitàdifondied
ETF, ossia quel rischio che lo
stesso FMI dichiarava nell’ot-
tobre 2014 come sistemico ed
assimilabile al “bank run”,
ovvero un improvviso ed im-
petuoso“fundrun”ingradodi
provocare shock sistemici ai
mercati dei capitali. Tali con-
sultazioni, insieme ad altre,
sono volte a gestire, limitare,
tassare e controllare i flussi di
capitali e non sono semplici e-
sercizi accademici. Non è poi
da sottovalutare la recente
tendenzaaproporrel’elimina-
zione delle banconote di gros-
so taglio quali i 500 ed i 200 eu-
ro come rilanciato settimana
scorsa dalla BCE di Draghi
nonché dall’ex consigliere e-
conomico americano Larry
Summers per quanto riguar-
da il taglio da 100$. La motiva-
zione ineccepibile è la guerra
all’evasione, al riciclaggio, al
terrorismo ma a mal pensare
l’eliminazione di parte del
contante circolante e al di fuo-
ri del sistema ridurrebbe sen-
sibilmenteanchelaviadifuga
offerta dalla carta moneta a
coloro che non sono disposti a
spendere oggi il proprio ri-
sparmio in un contesto deflat-
tivo e neppure a vederlo ridot-
to da interessi negativi,
bail-in, fallimenti e potenziali
perdite sugli investimenti.
CONCLUSIONE
I banchieri sono ben co-
scienti di quello che stanno fa-
cendo,proponendoediscuten-
do nelle opportune sedi ma
forse non lo è il risparmiato-
re-consumatore e questo per-
ché, se consapevole, potrebbe
non essere così in accordo e
rendere più complessa la ge-
stione della prossima crisi. U-
na crisi che sarà veloce e vio-
lenta se i vari attori coinvolti
reagiranno fin da subito non
accettando tali soluzioni o più
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no meno consapevolmente la
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nanziaria che deriva dalla
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stema stesso. Il punto non è
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(Rubens Ligabue)
La pagina settimanale
del lunedì ‘Risparmio, i conti
in tasca’, è a cura del nostro
consulente Rubens Ligabue,
professionista certificato Efa -
European Financial Advisor,
associato SIAT - Società
Italiana Analisi Tecnica, iscritto
all’Albo Unico Nazionale
dei Promotori Finanziari. Per
domande e chiarimenti
potete scrivere a
info@rubensligabue.com
L’autore
L’ANALISI Dallo ZIRP al NIRP passando dal QE per avere CACs, Bail-in e poi cashless e capital control
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  • 1. 8 | ECONOMIA | LUNEDÌ 22 FEBBRAIO 2016 Dall’inizio dell’anno pro- segue la fase negativa chestacoinvolgendoimercati finanziari globali e nonostan- te il primo vero tentativo di rimbalzo avviato la settimana scorsa ed in grado di far recu- perare qualche punto all’im- portante discesa finora mani- festata dai massimi nonché a- limentare nuove speranze in moltioperatori,èpossibilean- cora raggruppare gli stessi in due grandi categorie, ossia co- loro che pensano che i proble- mi alla base della crisi finan- ziariadel2008sianostatirisol- ti e coloro che hanno dei seri dubbi. Quello che appare però cer- to ad entrambi è la costante di intervento delle banche cen- trali e dei governi, non ultimo a ricordarci tale necessario connubio è il recente econo- m i c o u t l o o k d e l l ’ O C S E dall’emblematico titolo “stronger growth remains e- lusive: urgent policy response isneeded”,ossiaunafortecre- scita economica è quantome- no “sfuggente” per non dire assentemaperritrovarlasono necessarie le consuete racco- mandazioniinstileFMI,ossia maggiori ed urgenti risposte politiche. Risposte richieste consemprepiùforzaedurgen- za da tali organizzazioni es- sendo ormai considerati so- stanziali i rischi di instabilità finanziaria. RISPOSTE ATTUATE Negli ultimi sette anni ab- biamo assistito ad un’evolu- zione delle risposte messe in campo dai banchieri centrali tramite azioni cosiddette con- venzionali e poi, al non verifi- carsi degli effetti auspicati sull’economiareale,sièprose- guito con scelte monetarie sempre meno ortodosse e mai sperimentate prime. All’ini- zio è stata la politica dello ZIRP (Zero Interest Policy Ra- te), ossia portare i tassi a zero con la speranza di riattivare quel “credito facile” che negli ultimi decenni aveva consen- tito una crescita basata sul de- bito. Tale scelta non ha però permesso di riattivare questo meccanismo in quanto il con- sumatore non ha risposto a ta- lestimoloedilsistemadelcre- dito bancario ha comunque contratto l’offerta di credito per far fronte ai rischi accre- sciuti su quello già erogato nonché ha centellinato il nuo- vo, preferendo l’impiego dell’extra liquidità ricevuta a favore delle rendite offerte dal sistema finanziario, in primis le obbligazioni pubbliche. Un fatto che ha richiesto il conti- nuo e crescente intervento dei banchieri centrali per mezzo di ripetuti cicli di Quantitati- veEasing(QE),alfinedisoste- nerne il rinnovo mentre si e- sauriva l’estrazione di inte- resse a seguito del perdurante ZIRP.Finoadorasiècomprato tempoperoffrirefacilirendite adunsistemabancariodefini- to da molti zombie mentre ve- nivano discusse ed implemen- tate soluzioni differenti per la gestione di un debito che non solo appare essere insosteni- bile ma che non sembra più in grado di stimolare positiva- mente l’economia reale. NUOVE TENDENZE Dall’estate 2012 con il “wha- tever it takes” di Draghi e con l’annuncio inatteso di un ter- zo nuovo ciclo di QE america- no, successivamente allunga- to con il cosiddetto tapering e sostenuto al suo termine da nuovi cicli di monetizzazione della banca del Giappone e dall’arrivodelfamigerato“ba- zooka” della BCE ad inizio 2015, si è comprato tempo per impostare le nuove tendenze a cui i principali banchieri cen- trali sembrano ora orientati ed intenzionati a far percorre- re a molteplici governi, ossia NIRP (Negative Interest Rate Policy), bail-in e forse un pros- simo “cashless”, ossia ridu- zione-eliminazione del con- tante. DA ZIRP A NIRP AvendoQEeZIRPfinorafal- lito nel raggiungimento degli obiettivi di stabile e moderata inflazione,unitaadunaauspi- cata e robusta crescita, si è de- cisodiintraprendereunanuo- va via per forzare il cavallo a bere, ossia smuovere quell’e- norme liquidità immessa nel solo sistema finanziario ed in- trappolato o meglio finora in- canalato in quell’illusorio ef- fettoricchezzaderivantedalla forzosa crescita delle quota- zioni di bond ed azioni. Un au- mento di valori con cui i ban- chieri credevano di poter riat- tivare il consumo generalizza- to ma di cui pochi e spesso già ricchihannopotutogodereve- ramente, senza di fatto aver prodotto effetti sostanziali nella crescita globale. Ecco al- lora il passaggio successivo volto a forzare l’impiego della liquidità delle masse, ossia la nuova politica dei tassi nega- tivi sui depositi. Decisione dapprima avviata nei paesi nordici,poidallaSvizzeraeda seguire dall’Eurozona ed ulti- mamente dal Giappone, nell’attesa di eventuali ripen- samenti nel mondo anglosas- sone, visto e considerato an- che l’ultima testimonianza della Yellen al congresso ame- ricano in cui ha ammesso che è “not off the table”, ossia sul tavolo delle possibili opzioni. Una strategia non ortodossa il cui fine apparente sarebbe quello di stimolare a consu- mareoggiilrisparmiodeposi- tato in quanto domani sarà in- feriore a causa dei tassi nega- tivi. Un paradosso che a diffe- renza dell’alta inflazione non spinge volontariamente i con- sumatoriaspendereoggiilde- naro posseduto per paura del futuro aumento dei prezzi, bensì prova a forzarli con la paura di perdere il denaro stesso a causa del tasso nega- tivo imposto. Una paura di perderedenaroaccentuataan- che dalle regole create per ge- stirelefuturecrisidelsistema bancario-finanziario. CACs E BAIL-IN SeloZIRPèlascintillachesi è deciso di innescare per pro- vareafarconsumareoggiilri- sparmio,sperandochetaleac- censione non scateni un falò in grado di incenerire irrime- diabilmente il sistema stesso, a seguito della maggior paura dei banchieri, ossia un cosid- detto “bank run” o “corsa allo sportello”, allora non dovreb- be apparire così strano il fatto cheglistessibanchiericentra- li abbiano da quel famigerato “whatever it takes” del 2012, decisodifornireancoratassia zero e QE per un lasso di tem- po utile a preparare i vari go- verni a leggi e regole che oggi conosciamo come CACs, bail-in, riforme bancarie va- rie e non solo. A ben guardare glieventipassati,èinnegabile notarecomedopoilcasoCipro del marzo 2013, ovvero il pa- ziente “zero” del prelievo sui depositi, sia stato sancito al G20 australiano del 2014 di a- dottare globalmente la regola del bail-in per risolvere il pro- blemadeltroppodebitocreato dalle banche, andando così ad affiancarsi ad altre regole già diffuse e denominate CACs (Clausole di Azione Colletti- va)eriferibiliallagestionedei debiti sovrani, ossia alla loro ristrutturazione e/o fallimen- to ed inserite per legge nel de- bito emesso da tutti i paesi dell’eurozona dal 2013 in poi e sempre successivamente ad unaltropaziente“zero”,come la Grecia. CONTROLLI E CASHLESS Se i tassi negativi ormai av- viati produrranno sempre più tensione nelle attività finan- ziarie in quanto insostenibili a lungo termine nell’impiego dellaliquiditàabrevetermine e se gli asset ad alto rischio in cuivierafinoralaparvenzadi un possibile rendimento deri- vante dalla crescita continua dei prezzi generata dai vari QE, non reggeranno più le quotazioni a causa di cedole nei bond sempre più magre e dividendi delle azioni sempre più dopati per via dei buyback miliardari fatti dalle imprese, cosa avranno elaborato i ban- chieri centrali per arginare tutto ciò? Un vecchio detto attribuito ad un ex consigliere economi- co della Casa Bianca, recita “se qualcosa diventa insoste- nibile, vuol dire che non lo si può più sostenere” e se ciò fos- se vero nel contesto attuale e prossimo venturo, allora i banchieri tenteranno presu- mibilmente di gestire l’inevi- tabile provando a regolare e controllaresemprepiùilsiste- ma bancario e finanziario. A tale proposito è da notare ad e- sempio come la SEC, l’organo di vigilanza della Borsa USA, sia da mesi in consultazione con gli operatori finanziari al fine di regolare al meglio i ri- schidiliquidabilitàdifondied ETF, ossia quel rischio che lo stesso FMI dichiarava nell’ot- tobre 2014 come sistemico ed assimilabile al “bank run”, ovvero un improvviso ed im- petuoso“fundrun”ingradodi provocare shock sistemici ai mercati dei capitali. Tali con- sultazioni, insieme ad altre, sono volte a gestire, limitare, tassare e controllare i flussi di capitali e non sono semplici e- sercizi accademici. Non è poi da sottovalutare la recente tendenzaaproporrel’elimina- zione delle banconote di gros- so taglio quali i 500 ed i 200 eu- ro come rilanciato settimana scorsa dalla BCE di Draghi nonché dall’ex consigliere e- conomico americano Larry Summers per quanto riguar- da il taglio da 100$. La motiva- zione ineccepibile è la guerra all’evasione, al riciclaggio, al terrorismo ma a mal pensare l’eliminazione di parte del contante circolante e al di fuo- ri del sistema ridurrebbe sen- sibilmenteanchelaviadifuga offerta dalla carta moneta a coloro che non sono disposti a spendere oggi il proprio ri- sparmio in un contesto deflat- tivo e neppure a vederlo ridot- to da interessi negativi, bail-in, fallimenti e potenziali perdite sugli investimenti. CONCLUSIONE I banchieri sono ben co- scienti di quello che stanno fa- cendo,proponendoediscuten- do nelle opportune sedi ma forse non lo è il risparmiato- re-consumatore e questo per- ché, se consapevole, potrebbe non essere così in accordo e rendere più complessa la ge- stione della prossima crisi. U- na crisi che sarà veloce e vio- lenta se i vari attori coinvolti reagiranno fin da subito non accettando tali soluzioni o più graduale e cronica se subiran- no meno consapevolmente la distruzione di ricchezza fi- nanziaria che deriva dalla cancellazione dei debiti. Quel- lo a cui assistiamo non è per- ciò un semplice “sell off” ben- sìunpiùomenodecisodeleve- rage volto a normalizzare il si- stema stesso. Il punto non è perciò sul se, ma sul come pro- cederàesemmaisevisaranno cause anche apparentemente esogeneadacceleraretalepro- cesso, quali ad esempio eventi geo-politici in decantazione da tempo. (Rubens Ligabue) La pagina settimanale del lunedì ‘Risparmio, i conti in tasca’, è a cura del nostro consulente Rubens Ligabue, professionista certificato Efa - European Financial Advisor, associato SIAT - Società Italiana Analisi Tecnica, iscritto all’Albo Unico Nazionale dei Promotori Finanziari. Per domande e chiarimenti potete scrivere a info@rubensligabue.com L’autore L’ANALISI Dallo ZIRP al NIRP passando dal QE per avere CACs, Bail-in e poi cashless e capital control Evidentitendenzevolteagestirelaprossimacrisi Ibanchierihannooffertotempoaigovernipercreareregoledausarealmomentogiusto