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SCENARI FINANZIARI
JOHN MAULDIN'STHOUGHTS FROM THE FRONTLINE
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Conseguenze Involontarie.
di John Mauldin | 3 marzo 2012 - Anno 3 - Numero 9

In questo numero:
Conseguenze Involontarie
Un giorno è sufficiente per ciascuno di noi
Che cosa dovrebbe fare la Grecia?
E poi c'è l'Irlanda
New York, Orlando, Svezia e Parigi
Solo una domanda, papà

"Le illusioni ci servono perché ci aiutano a sopportare il dolore e ci permettono invece di
provare del piacere. Dobbiamo quindi accettarle senza lamentarci, quando a volte si
scontrano con la realtà e finiscono a pezzi."

– Sigmund Freud

Permettetemi di introdurvi la regola di Mauldin sulle conseguenze involontarie:

Per ogni legge del governo approvata in fretta come risposta ad una crisi in corso o
recente, ci saranno due o più conseguenze involontarie, che avranno effetti negativi pari o
superiori al problema che è stato oggetto della risoluzione. Le istituzioni non elette sono
forse peggio dei governi eletti. Lo stesso dicasi per le leggi approvate con lo scopo di
accontentare un gruppo, o qualsiasi gruppo di elettori o un settore industriale in
particolare, queste porteranno almeno tre conseguenze involontarie, molte delle quali alla
fine avranno l'effetto opposto a quello dei risultati attesi e i costi saranno trasferiti a
sull'intera comunità.

Questa settimana ci faremo delle domande sulle conseguenze del rilascio di più di 1
trilione di euro di prestiti a breve termine da parte della Banca centrale europea (BCE) al
fine di cercare di rinviare una crisi del credito bancario e ridurre i costi del debito sovrano
di alcuni paesi periferici dell'Europa. E se, invece di tenere insieme l'Unione Monetaria
Europea (EMU o dell'Euro zona), che è quello che stanno cercando di fare, fosse più
probabile una rottura? Rientrerebbe certamente nella rubrica delle conseguenze non
intenzionali, e quindi vale la pena di contemplarla nella lettera di questa settimana.

Inoltre, cosa succederebbe se il gruppo che sovrintende i credit default swap dichiarasse
un vero default del debito sovrano e non un default tecnico al fine di evitare una crisi del
credito, in modo tale che i CDS possano essere pagati? Potrebbe in realtà minare la
capacità dei paesi più piccoli di prendere in prestito del denaro a costi inferiori, anche se
potessero chiederlo a tutti? Rendendo così il risultato finale ancora peggiore?
Esploreremo queste domande imbarazzanti e molto altro ancora. Ancora una volta
rivolgeremo la nostra attenzione verso l'Europa.

Ma prima di iniziare vorrei dirvi molto rapidamente, che ora siamo pronti a prendere le
prenotazioni per la nona Conferenza Annuale sugli Investimenti Strategici che si terrà, il 2-
4 maggio, a Carlsbad in California, per la prima volta in un luogo che ci permetterà di
avere un po' di partecipanti in più, ma manterrà ancora una sensazione di intimità. Io sarò
ospite alla conferenza, insieme con il mio compagno Jon Sundt e il suo team di
Investments Altegris.

Ogni anno mi chiedo come potremo mai fare una conferenza migliore, ma ogni volta
penso che lo abbiamo fatto. Devo dire che non credo che ci sia altrove una conferenza
con una qualità di oratori così elevata.

Interverranno: Dr. Woody Brock, Mohamed El-Erian, Marc Faber, Niall Ferguson, Jeff
Gundlach, David Harding, Dr. Lacy Hunt, Paul McCulley, David McWilliams (dall'Irlanda),
David Rosenberg, Jon Sundt, e il vostro umile analista. Ci saranno anche degli ospiti a
sorpresa. Scherzi a parte dove potete trovare tutto questo talento riunito sotto lo stesso
tetto? Io progetto la conferenza ogni anno come se fossi io a doverci andare.

L'iscrizione darà anche l'accesso a dei documenti riservati e a dei webinars. Ad esempio la
prossima settimana intervisterò quelli di Winton Capital Management. Per ragioni
normative, dovrete parlare con quelli di Altegris per verificare il vostro status di investitori
qualificati, prima di poter parteciparvi. Per saperne di più e registrarvi andate su:
http://meetings.StrategicInvestmentConference.

Vorrei sottolineare che la caratteristica principale della conferenza sono gli stessi
partecipanti. Farete nuove amicizie e incontrerete quelle vecchie. Il prezzo sale
notevolmente dopo il 15 marzo, quindi fate in fretta. Abbiamo sempre il tutto esaurito. Non
procrastinate. Registratevi ora.

Conseguenze Involontarie

La BCE ha iniettato (creato? Stampato?) €529,5 miliardi di euro ad un costo annuo del
1%, oltre ai €489 miliardi che sono stati elargiti solo lo scorso dicembre. Queste sono state
chiamate operazioni di rifinanziamento a lungo termine, o LTRO. Il totale è ora superiore
ad un trilione di euro € 1 (circa 1.300 miliardi dollari), il che può rendere solo geloso Ben
Bernanke. Quei soldi sono stati tecnicamente emessi per le varie banche centrali
nazionali, che a loro volta li hanno prestati alle loro banche commerciali. Le banche, a loro
volta li hanno utilizzati per puntellare i propri bilanci e per acquistare ancora più debito
sovrano dei loro paesi, consentendo così di finanziare i deficit del loro governo. E tutto
questo con un bel succoso spread per i prossimi tre anni, che potrà aiutare a riequilibrare il
loro stato patrimoniale.

Non riesco a trovare e non ho voglia di perdere tre ore nel cercare un grafico solo per
dimostrarvi che la BCE è semplicemente esplosa negli ultimi 6 mesi. Provate ad
immaginare una linea che sale lentamente e all'improvviso punta brutalmente verso l'alto.
Come in una curva a forma a "J".

Avete visto un aumento dei prestiti alle imprese? Soldi facili per tutti? Difficilmente.

I mercati erano molto felici che una crisi del credito fosse stata nuovamente rimandata.
Così anche i vari governi. Abbiamo visto un aumento dei prestiti alle imprese commerciali?
Soldi facili per tutti?Difficilmente. Quindi, che cosa stanno comprando le banche con tutti
questo denaro fresco? (Oltre alla possibilità di depositarli nuovamente presso la BCE?)
Hanno comprato obbligazioni a breve termine del loro governo, che più o meno
corrisponde al denaro che avevano preso in prestito.
Che crollo che hanno avuto le obbligazioni a breve termine. Nel mese di novembre, i titoli
spagnoli ad un anno pagavano circa il 5% rispetto alle obbligazioni tedesche. Oggi sono
sotto al 1%. Le obbligazioni a tre anni sono scese da uno spread pari a circa il 5% a poco
meno del 3% rispetto ai corrispondenti titoli tedeschi. Il debito italiano è sceso da uno
spread (rispetto ai rendimenti tedeschi) del 6% al 1% per le obbligazioni a un anno, mentre
da oltre il 7% a meno del 4% per quelle a tre anni. Le obbligazioni decennali sono più o
meno le stesse per entrambi i paesi, come erano tre mesi fa.


 Absolute Return Partners di Niels C. Jensen - www.arpllp.com - è la società partner di
                      John Mauldin per il mercato Europeo.

    Horo Capital - www.horocapital.it - è il partner di Absolute Return Partners per il
                                   mercato Italiano.

                         Tel. 02 89096674 - rcarraro@horocapital.it


Un giorno è sufficiente per ciascuno di noi

Che cosa fa un paese con un deficit e un debito crescente? Vende a basso costo
obbligazioni a breve termine per aiutare il suo deficit di partite correnti (ne riparleremo più
avanti), invece di prendere a prestito nel lungo termine. Può anche ricomprare del debito a
lungo termine più costoso contratto l'anno scorso ai tassi molto più bassi di oggi.

Ma questo significa che ci sarà un maggior rischio di roll-over in un immediato futuro, in
quanto si dovrà contrarre del nuovo prestito per sostituire le obbligazioni che scadranno,
ma perché preoccuparsene oggi? Come mio padre era solito dire quando voleva ignorare i
problemi che sarebbero poi spuntati in un futuro, "a ciascun giorno la sua pena."

Ho visto una tabella creata da Bridgewater. Essi hanno analizzato la natura del capitale
delle banche dei vari paesi europei. Non è cambiato molto negli ultimi anni, salvo che il
capitale straniero è ancora in fuga e che viene sostituito (quasi euro per euro) dal debito
della BCE. Cerchiamo di non fare errori, senza alcuna generosità da parte della BCE, le
banche europee sarebbero state costrette a vendere azioni a prezzi stracciati ai rispettivi
governi o loro avrebbero dovuto nazionalizzarle. In caso contrario, sarebbero state
dichiarate insolventi. E con ogni probabilità questo avrebbe significato una crisi del credito
peggiore rispetto a quella del 2008, anche se questo è difficile da immaginare.

E mentre molti applaudono alle azioni di Mario Draghi, in quanto pensano che abbia
evitato una crisi con l'avvio del LTRO, ci sono altri che non sono soddisfatti. Questa è una
nota del Financial Times di ieri:

"Il capo della Bundesbank tedesca ha lanciato un attacco a Mario Draghi, presidente della
Banca centrale europea, in relazione ad una crescente preoccupazione nella più grande
economia europea in merito alle iniziative attuate per cercare di contenere la crisi
finanziaria dell'Euro zona.

"Le attenzioni di Jens Weidmann erano rivolte all'aumento del rischio derivante da alcune
politiche della BCE che mettono in luce i timori dei potenziali costi per la Germania nel suo
ruolo di maggiore nazione creditrice della zona euro, innescando nuovi dubbi circa la
capacità della zona euro di poter affrontare l'annosa crisi bancaria e del debito sovrano.

"Il signor Weidmann, che ha una voce influente sul Consiglio direttivo della BCE, ha detto
che la banca centrale ha rischiato di mettere in pericolo la sua reputazione e ha chiesto un
rapido ritorno a più severe norme in materia di garanzie che la BCE accetta dalle banche
in cambio di fondi della banca centrale. La critica mossa al signor Draghi è stata
pubblicatà Mercoledì in una lettera dal quotidiano tedesco Frankfurter Allgemeine
Zeitung."

Peter Sands, il capo della Standard Chartered (una banca commerciale inglese), avverte
che il nuovo denaro corre il rischio di "gettare le sementi per la prossima crisi." Ci si chiede
che cosa succederà nei prossimi tre anni, quando tutto quel debito dovrà essere
rifinanziato. Questa sembra una domanda ragionevole, infatti non sarà facile trovare €1
trilione di euro in tre anni.

L'ex membro del board della BCE (il suo collega italiano) Lorenzo Bini Smaghi ha aggiunto
altre preoccupazioni a quelle di Mr. Sand. Ha detto che le banche possono diventare
"dipendenti da finanziamenti agevolati", creando un disincentivo e portandole a non
"reggersi sulle proprie gambe una volta che la crisi è finita." (da il FT)

La preoccupazione è che la BCE sia ora impegnata con solo poco più di un € 1 trilione.
Come ho sottolineato sopra, il finanziamento della BCE, ammonta a quasi al'8% del
finanziamento bancario dei paesi periferici, e ha compensato l'uscita straniera (nel paese
di origine). Poiché tale esodo sta accelerando, la parola fuga può essere più appropriata.
Gli investitori stranieri (per lo più banche, se ho capito bene) sono un altro 14% dei
finanziamenti nelle banche periferiche.

La preoccupazione è che la BCE possa in futuro intervenire con somme ancora più grandi
per compensare le perdite delle attività estere. (Stranieri nel senso che non sono risorse di
quel paese. Per fare un esempio, le banche italiane hanno circa il 6,5% dei fondi della
BCE e il 12% da quelli stranieri.)

Non c'è davvero nessun modo per sapere quanto sarà necessario per prevenire una
nuova crisi. La BCE ha finora segnalato di essere disposta ad intensificare lo sforzo, ed i
mercati sembrano credere che non ci sarà alcuna ragione per cui non continuerà a farlo.

Ma qui sta la conseguenza involontaria. Nel tentativo di mantenere la zona euro compatta
e lontana dalla rottura dovuta ad una crisi del credito, potrebbero aver reso più facile che
ciò accada nel futuro. Per capire perché, cerchiamo di riguardare la Grecia di un paio di
anni fa.

Era solo tre anni fa che il mercato era disposto a prestare dei soldi alla Grecia a tassi non
molto superiori a quelli della Germania? E poi tutto ad un tratto, in un batter d'occhio, la
Grecia non poté più prendere crediti ai tassi di interesse che le avrebbero permesso di
avere una speranza credibile di poter ripagare il debito.

E l'Europa dovette intervenire in loro aiuto. Ma dobbiamo essere certi di una cosa. Mentre
scrivevo che l'unica ragione per cui la Germania, la Francia, ecc. erano disposti a
continuare a prestare denaro alla Grecia era SOLO perché le loro banche avevano
comprato così tanto debito greco che, se avessero dovuto assorbire l'insolvenza tutta in
una volta, questa sarebbe costata ai governi diverse centinaia di miliardi. Otterrà la Grecia
il pacchetto di finanziamento di € 130 miliardi? I € 100 miliardi che dovranno essere
restituiti agli obbligazionisti privati, in prevalenza banche e altre istituzioni (come le
assicurazioni e i fondi pensione). Così il debito greco continua crescere, anche se ci sono
dei tagli sul debito corrente. (Ne parleremo ancora più avanti.)

Se le banche che detenevano solo il debito greco fossero state solo le banche greche,
allora l'Europa avrebbe semplicemente lasciato andare via la Grecia, con le sue banche.
Forse sarebbe arrivato qualche aiuto, ma non come gli importi che sono stati finanziati. La
Grecia non avrebbe avuto altra scelta, che lasciare la zona euro e tornare alla dracma.

Ho scritto che avremmo saputo quando le banche tedesche avrebbero venduto il debito
greco o sarebbero state comunque in grado di gestire un default, perché la Merkel non
avrebbe più finanziato la Grecia. Tale punto è stato sostanzialmente raggiunto pochi mesi
fa. Ora l'Europa continua a chiedere sempre più austerità alla Grecia, e ogni volta che la
Grecia è d'accordo si muovono nuove linee di credito. La Grecia è ora costretta a
dimostrare di essere disposta a tagliare le spese e aumentare le tasse, non importa come.

L'economia della Grecia sperimenterà la deflazione quest'anno e il PIL scenderà del 4,4%,
per il quinto anno consecutivo, secondo la Commissione europea. L'economia della
Grecia ha subito una contrazione del 6,8% lo scorso anno e del 3,5% nel 2010.

Recentemente, a novembre, la Commissione ha previsto che l'economia greca si sarebbe
contratta solo del 2,8% quest'anno. Ma appena due settimane fa, tale stima è stata
spazzato via. Nel quarto trimestre i dati hanno mostrato che la Grecia aveva subito una
contrazione di quasi il 7% nel 2011. Ma erano appena stati decisi dei massicci tagli di
austerità per i prossimi dieci anni, per un totale che ammontava al loro attuale PIL. In
un'economia in cui la spesa pubblica è del 40% del PIL. Tali tagli renderanno ancora più
improbabile, che possano raggiungere i loro obiettivi.

Inoltre, l'Europa potrà chiedere dei tagli ancora maggiori quando gli obiettivi non saranno
raggiunti (o aumenti delle imposte su ciò che resta del settore privato). Tutti hanno
realizzato che la festa è finita, ma nessuno vuole essere il primo ad andarsene.
Semplicemente non espelleranno un membro dalla zona euro. Creare un precedente
sarebbe troppo pericoloso. Così rendono il soggiorno nella zona euro così oneroso che
lasciarla alla fine diventerà la scelta migliore (ne riparleremo più avanti). "Non vi abbiamo
detto di andarvene, è stata una vostra scelta."

Quindi ciò che sta accadendo ora è che le banche europee stanno lentamente vendendo il
debito sovrano estero e acquistando del debito sovrano dei loro paesi. Così il debito
italiano torna a casa in Italia, il debito spagnolo in Spagna, e così via. Dato il
finanziamento della BCE, questo processo andrà avanti per diversi anni.

E ad un certo punto, se la Spagna o l'Italia decideranno di fare un default anche parziale,
allora le banche europee saranno in grado di assorbire le perdite. Se uno dei paesi
periferici non tiene il suo bilancio in ordine, allora dovrà anche affrontare la musica della
austerità e delle recessioni, così come la Grecia, al fine di ottenere i finanziamenti
dall'Europa.

Se, ad esempio, l'Europa decide che non vuole più sostenere il debito spagnolo (a spese
dei contribuenti tedeschi e di altri), senza misure di austerità draconiane, che cosa
succederà dopo? Dal momento che il debito spagnolo per lo più sarà all'interno del
sistema spagnolo (banche, assicurazioni, fondi pensione, ecc.), se la Spagna vorrà
decidere di lasciare la zona euro, questo sarà molto più facile in relazione all'ampio
sistema europeo.

Credo che il fatto stesso di consentire (o forse favorire?) ai vari paesi di portare il proprio
debito in casa attraverso le banche e le istituzioni interne, stia infatti, aumentando la
probabilità di uscita dalla zona euro, quando si verificherà una futura crisi. Va tutto bene
ed positivo parlare di solidarietà, ma continuando a finanziare i paesi periferici a costo
degli altri contribuenti, con i conseguenti danni nei confronti dell'euro, questo avrà molto
presto delle conseguenze negli elettori in questi altri paesi.

Inverosimile? Non stanno la Spagna e l'Italia cercando di agire insieme? Kiron Sarkar
sottolinea i seguenti punti, con i quali sono d'accordo, quindi vediamo cosa a detto (per
gentile concessione di The Big Picture):

"La Spagna ha definito in modo unilaterale il suo deficit di bilancio per il 2012 al 5,8% del
Pil, molto di più del 4,4% precedentemente concordato con l'UE. Lo scorso anno il deficit
di bilancio si è attestato al 8,5%, ancora una volta superiore all'obiettivo del 6,0%. Una
'discussione' tra la Spagna e l'Unione europea sarà inevitabile, soprattutto per quanto (ad
oggi) l'Unione europea ha insistito sul fatto che la Spagna ha fallito [sic] nel suo
precedente impegno. Piuttosto uno sviluppo interessante, soprattutto perché è arrivato lo
stesso giorno che 25 dei 27 paesi dell'UE (con esclusione del Regno Unito e della
Repubblica Ceca) hanno firmato il 'fiscal compact' che, una volta approvato dal
parlamento nazionale di ogni paese (l'Irlanda avrà bisogno di un referendum), introdurrà
un 'freno all'indebitamento' di ispirazione tedesca, nelle loro costituzioni - si impegnano in
sostanza i 25 paesi dell'Unione europea nel ridurre l'indebitamento e, a riequilibrare i loro
deficit di bilancio.

"La disoccupazione spagnola è salita in modo enorme nel mese di febbraio ad un valore
pari al +2,4%, con i giovani (sotto i 25 anni) che hanno raggiunto un tasso di
disoccupazione di oltre il 50%, sì il 50%.

"L'UE ha un compito difficile. Se darà delle agevolazioni alla Spagna, devono aspettarsi
che anche il Portogallo, Irlanda, ecc. le 'richiedano.' Tuttavia, non riesco proprio a vedere
come la Spagna sia in grado di soddisfare il suo precedente impegno. Ufficialmente, il PIL
è previsto al -1,0% dal -1,7% di quest'anno, anche se in realtà l'effettivo risultato sarà
molto più vicino alla realtà (e potrà superare) le previsioni più pessimistiche.

"Mentre la Spagna è sempre più sotto pressione, l'Italia oggi ha annunciato che il suo
deficit di bilancio del 2011 è sceso al -3,9% (-4,6% nel 2010), dato che è migliorato
rispetto alla previsione del -4,0%. Nel 2011 il PIL è stato marginalmente superiore allo
0,4%, (+0,3% quello previsto). Mentre l'Italia è entrata in recessione nell'ultimo trimestre
del 2011 e ci si aspetta che la sua economia dovrebbe contrarsi ulteriormente quest'anno,
l'Italia si è impegnata a mettere in equilibrio il suo deficit di bilancio entro il 2013.

«Come continuo a sottolineare, l'Italia si trova in una situazione migliore rispetto alla
Spagna, a dispetto del fatto di avere un debito rispetto al PIL superiore. Lo spread delle
obbligazioni spagnole e italiane continuano a convergere - rimango comunque del parere
che i rendimenti dei titoli italiani dovrebbero scendere al di sotto degli equivalenti titoli
spagnoli".
Avendo in mente queste cose, cambiano un po' gli aspetti sui quali focalizzarci.

Che cosa dovrebbe fare la Grecia?

Questa è una domanda difficile. Se la Grecia chiedesse a me un prestito in denaro, vorrei
che loro mi pagassero. Ma se io fossi la Grecia guarderei la situazione in modo diverso.
Proviamo ad avere uno sguardo un po' staccato su ciò che potrebbe offrire il miglior
risultato economico nel lungo termine alla Grecia, lasciando totalmente da parte tutti i
moralismi sul fatto di pagare i propri debiti, ecc.

La semplice aritmetica dice che la Grecia non può permettersi di pagare i propri debiti.
Anche se sono sempre pronti ad offrire ai propri debitori un taglio del debito del 70%, se si
considera il costo del denaro nel tempo. Non c'è modo per Hades, rispetto
all'indebitamento Greco, che possano tornare ad un rapporto del 120% del debito-PIL
entro il 2020, dato l'elevato livello di austerità che hanno concordato e rispetto al fatto che
si trovano solo all'inizio del percorso. (Ora il 120% viene considerato il nuovo livello
sostenibile, perché è a quel livello che si trovano l'Italia e Belgio?)

Forzare gli attuali debitori nell'assumersi una tale perdita non invoglia i futuri finanziatori
del debito. La Grecia sarà effettivamente esclusa dal mercato obbligazionario per un
periodo di tempo molto lungo. La loro unica fonte di denaro che potranno prendere in
prestito sarà l'Unione europea, e questo livello di debito determina oggi i costi futuri del
paese per almeno una generazione.

La maggior parte dei Greci che potranno farlo manderanno i propri figli a studiare
all'estero. Dato che, in Grecia, il tasso di disoccupazione per le persone sotto i 25 anni è
quasi al 50 per cento, sembra che pochissimi giovani che sono all'estero stiano tornando
indietro. Nel settembre del 2011, gli organizzatori di un programma sponsorizzato dal
governo sull'emigrazione verso l'Australia, un programma che come mi hanno riferito ha
attirato solo 42 persone nel 2010, ora sono stati sopraffatti di richieste con oltre 12.000
persone hanno fatto domanda per parteciparvi. (Fonte: Stratfor)

Qual è lo spazio per poter rimborsare una parte delle obbligazioni, se non hanno la
possibilità di accedere alle future obbligazioni? L'attuale programma non offre alcuna
speranza, e il popolo Greco lo sa.

La Grecia dovrebbe dichiarare una fase di "emergenza", e contestualmente alla
dichiarazione di un giorno festivo dopo una domenica, lasciare la zona euro e tornare alla
dracma. Riuscire a conservare valute forti e riserve nel quantitativo più ampio possibile, in
modo tale da poter acquistare del materiale medico e dell'energia finché le cose non
torneranno a funzionare.

Non rimborsare un centesimo di debito a nessuno per almeno un paio di mesi, se non per
anni. Un completo default di ogni centesimo. Lasciare che sia il mercato a stabilire il reale
valore della moneta, e solo allora offrire due dracme come rimborso del debito come
equivalente di una dracma in euro del nuovo debito. Se non vengono consegnati euro, non
si consegnano dracme. Ma l'importante è quello di essere molto contenuti nel fare questa
offerta. Nel convertire il minor debito possibile nella fase iniziale.

Giocando naturalmente anche sul piano politico. Forse anche promettendo la possibilità di
partecipare ad un futuro migliore, quando questo accadrà.

Nel frattempo, mantenete in ordine il vostro bilancio interno. E cercate di capire come
utilizzare le eventuali piccole eccedenze, che sarà più facile raggiungere se non si deve
pagare per il debito pregresso. Si fissa la futura crescita della spesa pubblica ad una certa
percentuale rispetto alla crescita del PIL. In modo sorprendente, in un breve periodo di
tempo – ossia nel giro di pochi anni – verrete visti come dei creditori meritevoli e vi sarà
permesso di rientrare nel mercato obbligazionario. Chiedete all'Islanda o anche
all'Argentina (se mai ci fosse un paese che dovrebbe essere tagliato fuori del mercato
obbligazionario mondiale, è l'Argentina. Da loro è diventato uno sport nazionale essere
insolventi sul debito. Guardate i dati.)

In questo momento il turismo è il 15% del loro PIL. Con la possibilità di arrivare al 25%.
dirottate delle risorse perché questo possa accadere. Fate del vostro Paese il miglior
posto dove andare in vacanza in Europa. Prendete la vostra popolazione, che è ospitale di
natura, per far si che questa possa sviluppare ancora di più il turismo. Salutate ogni
viaggiatore come qualcuno che vi porta dell'oro, perché questo è ciò che stanno facendo.
Le valute forti sono quelle che vi permetto di comprare le risorse necessarie (come il cibo,
l'energia e i medicinali).

Nota: non lasciare l'Unione europea, ma solo l'euro. Ci sono un sacco di membri della UE,
che hanno le proprie valute. Ci sarà solo un altro paese nella medesima situazione.

Ma poiché ci sarà un mercato nero in euro se si tenterà di mantenere la valuta limitata solo
al paese, ad un certo punto e non molto tempo dopo la conversione di tutto il sistema
bancario e finanziario con le dracme, basterà lasciare passare ancora un po' di tempo e
poi permettere alle persone di utilizzare i loro euro. Lasciate che le imprese possano avere
due prezzi, ma tutte le transazioni governative saranno in dracme. I vostri cittadini e le
imprese dovranno pagare le loro tasse in dracme. Se incasseranno euro, dovranno trovare
le dracme necessarie per pagare l'IVA o le altre imposte.

Non lasciate che la banca centrale impazzisca stampando soldi. Questo sarà solo causa
di inflazione e farà ulteriormente cadere il valore della dracma, rimandando nel tempo la
ripresa.

Se un'impresa vuole aprire una fabbrica, questo può avvenire. E' importante incoraggiare il
più possibile tutti gli investimenti esteri direttamente nel paese. Fornite loro una tassazione
fiscale favorevole. Guardate l'Irlanda e applicate le medesime aliquote fiscali. Nessun
intervento governativo per aprire un'attività commerciale, basta che si portino soldi e posti
di lavoro. Se alcuni dei vostri cittadini "magicamente" trovano qualche euro disponibile in
conti bancari off-shore e vogliono riportarli per investirli, devono essere favoriti. Date delle
agevolazioni a tutti i soldi che arrivano nel paese per essere investiti. Lasciate che si
possano riportare via i loro euro con i prezzi di mercato della dracma, finché le cose non si
stabilizzano.

Abbassate le aliquote fiscali al livello più basso in Europa e poi fatele rispettare. Più basse
saranno, una maggior quantità di soldi raccoglierete con le tasse. Guardate alcuni dei
vecchi paesi del Patto di Varsavia. In modo selettivo hanno venduto parte degli enti e dei
business pubblici per ricevere valuta di cui avete bisogno, per le vostre infrastrutture
(strade e simili) e per cancellare le perdite annuali che avete nei vostri bilanci. Oppure
semplicemente date la maggior parte (e in alcuni casi tutto) dei beni ai dipendenti e ai
sindacati, di società come le vostre ferrovie.

Ci sono delle contingenze e delle caratteristiche locali delle quali non sono certamente
consapevole, ne sono sicuro. Ma strutturate quanto è più possibile per il vostro futuro, che
arriverà molto più velocemente di quanto si pensi. C'è una grande diaspora greca. Se
vedranno un opportunità, allora investiranno, altrimenti non torneranno. Assicuratevi che la
possano vedere.

Sarà dura per il primo anno o due. Ma da quel momento in poi si potrà far crescere la
vostra via d'uscita dalla crisi, dapprima lentamente e poi molto più rapidamente. Ci sono
una miriade di esempi di paesi che hanno fatto delle cose simili, senza i vantaggi dati dalla
natura del paesaggio che avete voi.

Ma restare con l'euro, cercando di pagare quel debito significa avere messo le catene sui
vostri bambini e sugli anziani. Siete stati in recessione per quasi cinque anni. Rimanere in
euro significa starci per almeno altri dieci anni. Di fronte ad un futuro incerto, il giovane e
l'imprenditore lasceranno il paese, e questo è quello che non potete permettervi. Sono il
vostro bene più prezioso. Senza di loro non c'è crescita e non c'è futuro.

Lasciare l'euro e tornare alla dracma è una buona scelta? No, sarà un disastro. Ma penso
che sarà un minor disastro, piuttosto che restare nell'euro.

E poi c'è l'Irlanda

Che cosa ottengono i Greci rimanendo? Il mio amico provocatore irlandese David
McWilliams ha scritto la scorsa settimana su come l'Irlanda dovrebbe guardare alla
situazione greca:

"Per l'Irlanda, questa [scelta della Grecia] significa che avremo sicuramente un accordo
sul debito bancario. Si potrebbe ritardare, perché l'ultima cosa che la BCE vuole è una
coda di richieste che dicano 'anche io' a partire dall'Irlanda e il Portogallo. Ma è chiaro che
la nostra posizione si è rafforzata, se si decide di giocare la partita.

"Ma nel caso in cui si pensi che questa possa essere una vittoria per il cittadino,
esaminiamo un po' in dettaglio come funziona. Non ci sarà alcun default. Alla Grecia verrà
dato un prestito di €130 miliardi. Con questo prestito si pagano €100 miliardi di euro agli
obbligazionisti, i quali hanno visto le loro obbligazioni scendere del 53% in termine di
valore. Anche dopo quando la Grecia avrà pagato le penali sugli interessi su tali
obbligazioni, vedremo ancora un paese insolvente che dovrà pagare agli obbligazionisti il
50% del valore nominale quando questi non dovrebbero ricevere nulla.

"Così la Grecia si assume €100 miliardi inesigibili, ma si prende un prestito €130 miliardi al
fine di raggiungere questo obiettivo, quindi assumendo un maggior prestito il suo debito
complessivo non migliora, ma peggiora in termini assoluti.

"Ora ha bisogno di crescere per portare verso il basso questi numeri e questo potrebbe
essere impossibile. Quindi, in pochi anni stiamo per tornare al punto di partenza, tranne
che per una cosa fondamentale.

"Dopo tutto quello che è stato fatto, i creditori privati della Grecia saranno pagati con il
denaro pubblico europeo lasciando perplessi i contribuenti di altri paesi europei. Le
banche saranno salvate ancora una volta. Senza l'aiuto non avrebbero ottenuto nulla. Essi
hanno perso un 50% dei loro investimenti e la sovvenzione arriva dai contribuenti."

David, come ho detto all'inizio della lettera, sarà presente alla Conferenza per gli
Investimenti Strategici. Ho intenzione di offrirgli il podio principale e poi metterlo all'interno
di un panel con Marc Faber (un economista [Svizzero] della scuola austriaca) e forse
anche lo scozzese Niall Ferguson, e mettere un po' di domande sul tavolo e vedere che
cosa succede. Sarà divertente e molto istruttivo.

Si può leggere ciò che McWilliams sta definendo "Economia punk" su
www.davidmcwilliams.ie. Si tratta di un breve video clip, molto affascinante. Egli
rappresenta un ceppo sempre più populista in Europa. E lo fa con una verve e un
umorismo irlandese. Dovete guardarlo.

New York, Orlando, Svezia e Parigi

Domani parto per New York per due giorni. Sarò presente allo show di Tom Keene su
Bloomberg Radio alle 9.30 o giù di lì. Queste interviste sono sempre divertenti. E poi una
serie di incontri e una cena con degli amici. Poi un breve viaggio ad Orlando il prossimo
fine settimana per un intervento. E poi parto per Stoccolma per tenere un intervento e
trascorrere una o due giornate semplicemente da turista, scrivendo la mia lettera mentre
vado a Parigi, per poi fare ancora un po' il turista durante il fine settimana, in
contemporanea ad un incontro con pochi manager che mi farà conoscere il mio compagno
Jon Sundt di Altegris Investments. Poi Lunedì ci saranno entrambi per partecipare alla
conferenza presso il GIC Banque de France, con il nostro amico Paul McCulley. Il titolo
della conferenza è Re-Examining Central Bank Orthodoxy for Unorthodox Times:
Inaugural Meeting of The Global Society of Fellows (questo è anche un link, dove potete
trovare maggiori informazioni). Ci sono ancora alcuni posti liberi. Sarà un momento molto
affascinante per parlare delle banche centrali Europee.

Solo una domanda, papà

Giovedì ho parlato alla conferenza dei Shareholder Service Group in San Diego, con un
pubblico molto vivace di consulenti finanziari. Ho fatto alcuni commenti, un qualcosa del
tipo che "tutti i modelli sono spazzatura", e ho fatto qualche commento qua e
là.(http://www.advisorone.com/2012/03/02/fellow-advisors-all-your-models-are-garbage-
john-m)

Mia figlia Melissa era presente tra il pubblico, ed era nella zona dove attendevano i relatori
ed è rimasta ad ascoltare papà, che come al solito non ha fatto per molto. Ha dovuto
lasciare mentre stavo rispondendo alle domande, e quindi lo salutata direttamente dal
palco.

Si è voltata indietro e ha afferrato il microfono da un signore che stava in piedi, e ha detto:
"Dal momento che mi hai citato, può andar bene se faccio una domanda?"

Era stato un discorso piuttosto intenso, anche se avevo scatenato qua e la qualche risata,
e quindi ero curioso di sapere quale cosa avesse suscitato il suo interesse. Lasciatemi dire
che lei non condivide le inclinazioni politiche del papà. (Non sapevo dove avevo sbagliato.)
Lei non è nemmeno timida, così ero pronto per una domanda difficile. Pure il pubblico era
in attesa di sentire quello che avrebbe chiesto. E poi mi ha chiesto:

"Papà, mi hai detto che stiamo per comprare un nuovo iPad 3, giusto?"

"Sì," dissi, anche se sapevo che era stato appena lanciato. Avevo citato il nuovo iPad
rispetto al fatto di come fosse possibile acquistare e leggere il mio libro. E io amo il mio
iPad. E non appena esce un nuovo modello, io mi precipito ad acquistarne uno.

"Ok allora, posso avere il tuo vecchio Ipad?"

Cosa potevo dirgli? Lei conosce bene tutti i fratelli e le sorelle e sa molto bene che quanto
prima tutti faranno la stessa domanda. Ma tu sei sul palco e la cosa ti viene chiesta con
tanta dolcezza. Come si può rifiutare? Devi solo sorridere e dire di sì. Ha un grande
tempismo.

(Nota per il marketing management di Apple:.. È necessario assicurarsi che io possa
comprarne uno prima che parta per l'Europa, lo metterò in mostra dovunque io mi trovi e
sono disposto a pagare di più pur di avere il privilegio di pubblicizzare il prodotto. Ne voglio
uno solo il più presto possibile.. Per favore.)

Abbiate una grande settimana. Trovatevi dei nuovi amici e trascorrete un po' di tempo
assieme a loro.

Il vostro analista che ricerca il piacere nelle piccole cose,




John Mauldin
John@FrontLineThoughts.com

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Copyright 2010-2012 Horo Capital. Tutti i Diritti Riservati

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persone residenti in altre giurisdizioni, a maggior ragione quando tale offerta e/o
promozione non sia autorizzata in tali giurisdizioni. Le informazioni fornite non
costituiscono un'offerta o una raccomandazione per effettuare o liquidare un investimento
o porre in essere qualsiasi altra transazione. Esse non possono essere considerate come
fondamento di una decisione d'investimento o di altro tipo. Qualsiasi decisione
d'investimento deve essere basata su una consulenza pertinente, specifica e
professionale. Tutte le informazioni pubblicate non devono essere considerate una
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raccomandazioni personalizzate ai sensi del Testo Unico della Finanza trattandosi
unicamente di informazione standardizzata rivolta al pubblico indistinto. Né Horo Capital
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natura) derivanti dall’uso, in qualsiasi forma e per qualsiasi finalità, dei dati e delle
informazioni presenti nella presente pubblicazione. Ogni decisione di investimento e
disinvestimento è pertanto di esclusiva competenza del Cliente che può decidere di darvi o
meno esecuzione con qualsivoglia intermediario autorizzato; qualsiasi eventuale decisione
operativa presa dal Cliente in base alle informazioni pubblicate è, infatti, da considerarsi
assunta in piena autonomia decisionale e a proprio esclusivo rischio. Il Contenuto
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esclusivamente citando il nome di Horo Capital srl e di John Mauldin, restandone in ogni
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Conseguenze Involontarie

  • 1. SCENARI FINANZIARI JOHN MAULDIN'STHOUGHTS FROM THE FRONTLINE Newsletter settimanale - Versione Italiana a cura di Horo Capital Conseguenze Involontarie. di John Mauldin | 3 marzo 2012 - Anno 3 - Numero 9 In questo numero: Conseguenze Involontarie Un giorno è sufficiente per ciascuno di noi Che cosa dovrebbe fare la Grecia? E poi c'è l'Irlanda New York, Orlando, Svezia e Parigi Solo una domanda, papà "Le illusioni ci servono perché ci aiutano a sopportare il dolore e ci permettono invece di provare del piacere. Dobbiamo quindi accettarle senza lamentarci, quando a volte si scontrano con la realtà e finiscono a pezzi." – Sigmund Freud Permettetemi di introdurvi la regola di Mauldin sulle conseguenze involontarie: Per ogni legge del governo approvata in fretta come risposta ad una crisi in corso o recente, ci saranno due o più conseguenze involontarie, che avranno effetti negativi pari o superiori al problema che è stato oggetto della risoluzione. Le istituzioni non elette sono forse peggio dei governi eletti. Lo stesso dicasi per le leggi approvate con lo scopo di accontentare un gruppo, o qualsiasi gruppo di elettori o un settore industriale in particolare, queste porteranno almeno tre conseguenze involontarie, molte delle quali alla fine avranno l'effetto opposto a quello dei risultati attesi e i costi saranno trasferiti a sull'intera comunità. Questa settimana ci faremo delle domande sulle conseguenze del rilascio di più di 1 trilione di euro di prestiti a breve termine da parte della Banca centrale europea (BCE) al fine di cercare di rinviare una crisi del credito bancario e ridurre i costi del debito sovrano di alcuni paesi periferici dell'Europa. E se, invece di tenere insieme l'Unione Monetaria Europea (EMU o dell'Euro zona), che è quello che stanno cercando di fare, fosse più probabile una rottura? Rientrerebbe certamente nella rubrica delle conseguenze non intenzionali, e quindi vale la pena di contemplarla nella lettera di questa settimana. Inoltre, cosa succederebbe se il gruppo che sovrintende i credit default swap dichiarasse un vero default del debito sovrano e non un default tecnico al fine di evitare una crisi del credito, in modo tale che i CDS possano essere pagati? Potrebbe in realtà minare la capacità dei paesi più piccoli di prendere in prestito del denaro a costi inferiori, anche se potessero chiederlo a tutti? Rendendo così il risultato finale ancora peggiore? Esploreremo queste domande imbarazzanti e molto altro ancora. Ancora una volta rivolgeremo la nostra attenzione verso l'Europa. Ma prima di iniziare vorrei dirvi molto rapidamente, che ora siamo pronti a prendere le prenotazioni per la nona Conferenza Annuale sugli Investimenti Strategici che si terrà, il 2- 4 maggio, a Carlsbad in California, per la prima volta in un luogo che ci permetterà di avere un po' di partecipanti in più, ma manterrà ancora una sensazione di intimità. Io sarò
  • 2. ospite alla conferenza, insieme con il mio compagno Jon Sundt e il suo team di Investments Altegris. Ogni anno mi chiedo come potremo mai fare una conferenza migliore, ma ogni volta penso che lo abbiamo fatto. Devo dire che non credo che ci sia altrove una conferenza con una qualità di oratori così elevata. Interverranno: Dr. Woody Brock, Mohamed El-Erian, Marc Faber, Niall Ferguson, Jeff Gundlach, David Harding, Dr. Lacy Hunt, Paul McCulley, David McWilliams (dall'Irlanda), David Rosenberg, Jon Sundt, e il vostro umile analista. Ci saranno anche degli ospiti a sorpresa. Scherzi a parte dove potete trovare tutto questo talento riunito sotto lo stesso tetto? Io progetto la conferenza ogni anno come se fossi io a doverci andare. L'iscrizione darà anche l'accesso a dei documenti riservati e a dei webinars. Ad esempio la prossima settimana intervisterò quelli di Winton Capital Management. Per ragioni normative, dovrete parlare con quelli di Altegris per verificare il vostro status di investitori qualificati, prima di poter parteciparvi. Per saperne di più e registrarvi andate su: http://meetings.StrategicInvestmentConference. Vorrei sottolineare che la caratteristica principale della conferenza sono gli stessi partecipanti. Farete nuove amicizie e incontrerete quelle vecchie. Il prezzo sale notevolmente dopo il 15 marzo, quindi fate in fretta. Abbiamo sempre il tutto esaurito. Non procrastinate. Registratevi ora. Conseguenze Involontarie La BCE ha iniettato (creato? Stampato?) €529,5 miliardi di euro ad un costo annuo del 1%, oltre ai €489 miliardi che sono stati elargiti solo lo scorso dicembre. Queste sono state chiamate operazioni di rifinanziamento a lungo termine, o LTRO. Il totale è ora superiore ad un trilione di euro € 1 (circa 1.300 miliardi dollari), il che può rendere solo geloso Ben Bernanke. Quei soldi sono stati tecnicamente emessi per le varie banche centrali nazionali, che a loro volta li hanno prestati alle loro banche commerciali. Le banche, a loro volta li hanno utilizzati per puntellare i propri bilanci e per acquistare ancora più debito sovrano dei loro paesi, consentendo così di finanziare i deficit del loro governo. E tutto questo con un bel succoso spread per i prossimi tre anni, che potrà aiutare a riequilibrare il loro stato patrimoniale. Non riesco a trovare e non ho voglia di perdere tre ore nel cercare un grafico solo per dimostrarvi che la BCE è semplicemente esplosa negli ultimi 6 mesi. Provate ad immaginare una linea che sale lentamente e all'improvviso punta brutalmente verso l'alto. Come in una curva a forma a "J". Avete visto un aumento dei prestiti alle imprese? Soldi facili per tutti? Difficilmente. I mercati erano molto felici che una crisi del credito fosse stata nuovamente rimandata. Così anche i vari governi. Abbiamo visto un aumento dei prestiti alle imprese commerciali? Soldi facili per tutti?Difficilmente. Quindi, che cosa stanno comprando le banche con tutti questo denaro fresco? (Oltre alla possibilità di depositarli nuovamente presso la BCE?) Hanno comprato obbligazioni a breve termine del loro governo, che più o meno corrisponde al denaro che avevano preso in prestito.
  • 3. Che crollo che hanno avuto le obbligazioni a breve termine. Nel mese di novembre, i titoli spagnoli ad un anno pagavano circa il 5% rispetto alle obbligazioni tedesche. Oggi sono sotto al 1%. Le obbligazioni a tre anni sono scese da uno spread pari a circa il 5% a poco meno del 3% rispetto ai corrispondenti titoli tedeschi. Il debito italiano è sceso da uno spread (rispetto ai rendimenti tedeschi) del 6% al 1% per le obbligazioni a un anno, mentre da oltre il 7% a meno del 4% per quelle a tre anni. Le obbligazioni decennali sono più o meno le stesse per entrambi i paesi, come erano tre mesi fa. Absolute Return Partners di Niels C. Jensen - www.arpllp.com - è la società partner di John Mauldin per il mercato Europeo. Horo Capital - www.horocapital.it - è il partner di Absolute Return Partners per il mercato Italiano. Tel. 02 89096674 - rcarraro@horocapital.it Un giorno è sufficiente per ciascuno di noi Che cosa fa un paese con un deficit e un debito crescente? Vende a basso costo obbligazioni a breve termine per aiutare il suo deficit di partite correnti (ne riparleremo più avanti), invece di prendere a prestito nel lungo termine. Può anche ricomprare del debito a lungo termine più costoso contratto l'anno scorso ai tassi molto più bassi di oggi. Ma questo significa che ci sarà un maggior rischio di roll-over in un immediato futuro, in quanto si dovrà contrarre del nuovo prestito per sostituire le obbligazioni che scadranno, ma perché preoccuparsene oggi? Come mio padre era solito dire quando voleva ignorare i problemi che sarebbero poi spuntati in un futuro, "a ciascun giorno la sua pena." Ho visto una tabella creata da Bridgewater. Essi hanno analizzato la natura del capitale delle banche dei vari paesi europei. Non è cambiato molto negli ultimi anni, salvo che il capitale straniero è ancora in fuga e che viene sostituito (quasi euro per euro) dal debito della BCE. Cerchiamo di non fare errori, senza alcuna generosità da parte della BCE, le banche europee sarebbero state costrette a vendere azioni a prezzi stracciati ai rispettivi governi o loro avrebbero dovuto nazionalizzarle. In caso contrario, sarebbero state dichiarate insolventi. E con ogni probabilità questo avrebbe significato una crisi del credito peggiore rispetto a quella del 2008, anche se questo è difficile da immaginare. E mentre molti applaudono alle azioni di Mario Draghi, in quanto pensano che abbia evitato una crisi con l'avvio del LTRO, ci sono altri che non sono soddisfatti. Questa è una nota del Financial Times di ieri: "Il capo della Bundesbank tedesca ha lanciato un attacco a Mario Draghi, presidente della Banca centrale europea, in relazione ad una crescente preoccupazione nella più grande economia europea in merito alle iniziative attuate per cercare di contenere la crisi finanziaria dell'Euro zona. "Le attenzioni di Jens Weidmann erano rivolte all'aumento del rischio derivante da alcune politiche della BCE che mettono in luce i timori dei potenziali costi per la Germania nel suo ruolo di maggiore nazione creditrice della zona euro, innescando nuovi dubbi circa la
  • 4. capacità della zona euro di poter affrontare l'annosa crisi bancaria e del debito sovrano. "Il signor Weidmann, che ha una voce influente sul Consiglio direttivo della BCE, ha detto che la banca centrale ha rischiato di mettere in pericolo la sua reputazione e ha chiesto un rapido ritorno a più severe norme in materia di garanzie che la BCE accetta dalle banche in cambio di fondi della banca centrale. La critica mossa al signor Draghi è stata pubblicatà Mercoledì in una lettera dal quotidiano tedesco Frankfurter Allgemeine Zeitung." Peter Sands, il capo della Standard Chartered (una banca commerciale inglese), avverte che il nuovo denaro corre il rischio di "gettare le sementi per la prossima crisi." Ci si chiede che cosa succederà nei prossimi tre anni, quando tutto quel debito dovrà essere rifinanziato. Questa sembra una domanda ragionevole, infatti non sarà facile trovare €1 trilione di euro in tre anni. L'ex membro del board della BCE (il suo collega italiano) Lorenzo Bini Smaghi ha aggiunto altre preoccupazioni a quelle di Mr. Sand. Ha detto che le banche possono diventare "dipendenti da finanziamenti agevolati", creando un disincentivo e portandole a non "reggersi sulle proprie gambe una volta che la crisi è finita." (da il FT) La preoccupazione è che la BCE sia ora impegnata con solo poco più di un € 1 trilione. Come ho sottolineato sopra, il finanziamento della BCE, ammonta a quasi al'8% del finanziamento bancario dei paesi periferici, e ha compensato l'uscita straniera (nel paese di origine). Poiché tale esodo sta accelerando, la parola fuga può essere più appropriata. Gli investitori stranieri (per lo più banche, se ho capito bene) sono un altro 14% dei finanziamenti nelle banche periferiche. La preoccupazione è che la BCE possa in futuro intervenire con somme ancora più grandi per compensare le perdite delle attività estere. (Stranieri nel senso che non sono risorse di quel paese. Per fare un esempio, le banche italiane hanno circa il 6,5% dei fondi della BCE e il 12% da quelli stranieri.) Non c'è davvero nessun modo per sapere quanto sarà necessario per prevenire una nuova crisi. La BCE ha finora segnalato di essere disposta ad intensificare lo sforzo, ed i mercati sembrano credere che non ci sarà alcuna ragione per cui non continuerà a farlo. Ma qui sta la conseguenza involontaria. Nel tentativo di mantenere la zona euro compatta e lontana dalla rottura dovuta ad una crisi del credito, potrebbero aver reso più facile che ciò accada nel futuro. Per capire perché, cerchiamo di riguardare la Grecia di un paio di anni fa. Era solo tre anni fa che il mercato era disposto a prestare dei soldi alla Grecia a tassi non molto superiori a quelli della Germania? E poi tutto ad un tratto, in un batter d'occhio, la Grecia non poté più prendere crediti ai tassi di interesse che le avrebbero permesso di avere una speranza credibile di poter ripagare il debito. E l'Europa dovette intervenire in loro aiuto. Ma dobbiamo essere certi di una cosa. Mentre scrivevo che l'unica ragione per cui la Germania, la Francia, ecc. erano disposti a continuare a prestare denaro alla Grecia era SOLO perché le loro banche avevano comprato così tanto debito greco che, se avessero dovuto assorbire l'insolvenza tutta in una volta, questa sarebbe costata ai governi diverse centinaia di miliardi. Otterrà la Grecia
  • 5. il pacchetto di finanziamento di € 130 miliardi? I € 100 miliardi che dovranno essere restituiti agli obbligazionisti privati, in prevalenza banche e altre istituzioni (come le assicurazioni e i fondi pensione). Così il debito greco continua crescere, anche se ci sono dei tagli sul debito corrente. (Ne parleremo ancora più avanti.) Se le banche che detenevano solo il debito greco fossero state solo le banche greche, allora l'Europa avrebbe semplicemente lasciato andare via la Grecia, con le sue banche. Forse sarebbe arrivato qualche aiuto, ma non come gli importi che sono stati finanziati. La Grecia non avrebbe avuto altra scelta, che lasciare la zona euro e tornare alla dracma. Ho scritto che avremmo saputo quando le banche tedesche avrebbero venduto il debito greco o sarebbero state comunque in grado di gestire un default, perché la Merkel non avrebbe più finanziato la Grecia. Tale punto è stato sostanzialmente raggiunto pochi mesi fa. Ora l'Europa continua a chiedere sempre più austerità alla Grecia, e ogni volta che la Grecia è d'accordo si muovono nuove linee di credito. La Grecia è ora costretta a dimostrare di essere disposta a tagliare le spese e aumentare le tasse, non importa come. L'economia della Grecia sperimenterà la deflazione quest'anno e il PIL scenderà del 4,4%, per il quinto anno consecutivo, secondo la Commissione europea. L'economia della Grecia ha subito una contrazione del 6,8% lo scorso anno e del 3,5% nel 2010. Recentemente, a novembre, la Commissione ha previsto che l'economia greca si sarebbe contratta solo del 2,8% quest'anno. Ma appena due settimane fa, tale stima è stata spazzato via. Nel quarto trimestre i dati hanno mostrato che la Grecia aveva subito una contrazione di quasi il 7% nel 2011. Ma erano appena stati decisi dei massicci tagli di austerità per i prossimi dieci anni, per un totale che ammontava al loro attuale PIL. In un'economia in cui la spesa pubblica è del 40% del PIL. Tali tagli renderanno ancora più improbabile, che possano raggiungere i loro obiettivi. Inoltre, l'Europa potrà chiedere dei tagli ancora maggiori quando gli obiettivi non saranno raggiunti (o aumenti delle imposte su ciò che resta del settore privato). Tutti hanno realizzato che la festa è finita, ma nessuno vuole essere il primo ad andarsene. Semplicemente non espelleranno un membro dalla zona euro. Creare un precedente sarebbe troppo pericoloso. Così rendono il soggiorno nella zona euro così oneroso che lasciarla alla fine diventerà la scelta migliore (ne riparleremo più avanti). "Non vi abbiamo detto di andarvene, è stata una vostra scelta." Quindi ciò che sta accadendo ora è che le banche europee stanno lentamente vendendo il debito sovrano estero e acquistando del debito sovrano dei loro paesi. Così il debito italiano torna a casa in Italia, il debito spagnolo in Spagna, e così via. Dato il finanziamento della BCE, questo processo andrà avanti per diversi anni. E ad un certo punto, se la Spagna o l'Italia decideranno di fare un default anche parziale, allora le banche europee saranno in grado di assorbire le perdite. Se uno dei paesi periferici non tiene il suo bilancio in ordine, allora dovrà anche affrontare la musica della austerità e delle recessioni, così come la Grecia, al fine di ottenere i finanziamenti dall'Europa. Se, ad esempio, l'Europa decide che non vuole più sostenere il debito spagnolo (a spese dei contribuenti tedeschi e di altri), senza misure di austerità draconiane, che cosa succederà dopo? Dal momento che il debito spagnolo per lo più sarà all'interno del
  • 6. sistema spagnolo (banche, assicurazioni, fondi pensione, ecc.), se la Spagna vorrà decidere di lasciare la zona euro, questo sarà molto più facile in relazione all'ampio sistema europeo. Credo che il fatto stesso di consentire (o forse favorire?) ai vari paesi di portare il proprio debito in casa attraverso le banche e le istituzioni interne, stia infatti, aumentando la probabilità di uscita dalla zona euro, quando si verificherà una futura crisi. Va tutto bene ed positivo parlare di solidarietà, ma continuando a finanziare i paesi periferici a costo degli altri contribuenti, con i conseguenti danni nei confronti dell'euro, questo avrà molto presto delle conseguenze negli elettori in questi altri paesi. Inverosimile? Non stanno la Spagna e l'Italia cercando di agire insieme? Kiron Sarkar sottolinea i seguenti punti, con i quali sono d'accordo, quindi vediamo cosa a detto (per gentile concessione di The Big Picture): "La Spagna ha definito in modo unilaterale il suo deficit di bilancio per il 2012 al 5,8% del Pil, molto di più del 4,4% precedentemente concordato con l'UE. Lo scorso anno il deficit di bilancio si è attestato al 8,5%, ancora una volta superiore all'obiettivo del 6,0%. Una 'discussione' tra la Spagna e l'Unione europea sarà inevitabile, soprattutto per quanto (ad oggi) l'Unione europea ha insistito sul fatto che la Spagna ha fallito [sic] nel suo precedente impegno. Piuttosto uno sviluppo interessante, soprattutto perché è arrivato lo stesso giorno che 25 dei 27 paesi dell'UE (con esclusione del Regno Unito e della Repubblica Ceca) hanno firmato il 'fiscal compact' che, una volta approvato dal parlamento nazionale di ogni paese (l'Irlanda avrà bisogno di un referendum), introdurrà un 'freno all'indebitamento' di ispirazione tedesca, nelle loro costituzioni - si impegnano in sostanza i 25 paesi dell'Unione europea nel ridurre l'indebitamento e, a riequilibrare i loro deficit di bilancio. "La disoccupazione spagnola è salita in modo enorme nel mese di febbraio ad un valore pari al +2,4%, con i giovani (sotto i 25 anni) che hanno raggiunto un tasso di disoccupazione di oltre il 50%, sì il 50%. "L'UE ha un compito difficile. Se darà delle agevolazioni alla Spagna, devono aspettarsi che anche il Portogallo, Irlanda, ecc. le 'richiedano.' Tuttavia, non riesco proprio a vedere come la Spagna sia in grado di soddisfare il suo precedente impegno. Ufficialmente, il PIL è previsto al -1,0% dal -1,7% di quest'anno, anche se in realtà l'effettivo risultato sarà molto più vicino alla realtà (e potrà superare) le previsioni più pessimistiche. "Mentre la Spagna è sempre più sotto pressione, l'Italia oggi ha annunciato che il suo deficit di bilancio del 2011 è sceso al -3,9% (-4,6% nel 2010), dato che è migliorato rispetto alla previsione del -4,0%. Nel 2011 il PIL è stato marginalmente superiore allo 0,4%, (+0,3% quello previsto). Mentre l'Italia è entrata in recessione nell'ultimo trimestre del 2011 e ci si aspetta che la sua economia dovrebbe contrarsi ulteriormente quest'anno, l'Italia si è impegnata a mettere in equilibrio il suo deficit di bilancio entro il 2013. «Come continuo a sottolineare, l'Italia si trova in una situazione migliore rispetto alla Spagna, a dispetto del fatto di avere un debito rispetto al PIL superiore. Lo spread delle obbligazioni spagnole e italiane continuano a convergere - rimango comunque del parere che i rendimenti dei titoli italiani dovrebbero scendere al di sotto degli equivalenti titoli spagnoli".
  • 7. Avendo in mente queste cose, cambiano un po' gli aspetti sui quali focalizzarci. Che cosa dovrebbe fare la Grecia? Questa è una domanda difficile. Se la Grecia chiedesse a me un prestito in denaro, vorrei che loro mi pagassero. Ma se io fossi la Grecia guarderei la situazione in modo diverso. Proviamo ad avere uno sguardo un po' staccato su ciò che potrebbe offrire il miglior risultato economico nel lungo termine alla Grecia, lasciando totalmente da parte tutti i moralismi sul fatto di pagare i propri debiti, ecc. La semplice aritmetica dice che la Grecia non può permettersi di pagare i propri debiti. Anche se sono sempre pronti ad offrire ai propri debitori un taglio del debito del 70%, se si considera il costo del denaro nel tempo. Non c'è modo per Hades, rispetto all'indebitamento Greco, che possano tornare ad un rapporto del 120% del debito-PIL entro il 2020, dato l'elevato livello di austerità che hanno concordato e rispetto al fatto che si trovano solo all'inizio del percorso. (Ora il 120% viene considerato il nuovo livello sostenibile, perché è a quel livello che si trovano l'Italia e Belgio?) Forzare gli attuali debitori nell'assumersi una tale perdita non invoglia i futuri finanziatori del debito. La Grecia sarà effettivamente esclusa dal mercato obbligazionario per un periodo di tempo molto lungo. La loro unica fonte di denaro che potranno prendere in prestito sarà l'Unione europea, e questo livello di debito determina oggi i costi futuri del paese per almeno una generazione. La maggior parte dei Greci che potranno farlo manderanno i propri figli a studiare all'estero. Dato che, in Grecia, il tasso di disoccupazione per le persone sotto i 25 anni è quasi al 50 per cento, sembra che pochissimi giovani che sono all'estero stiano tornando indietro. Nel settembre del 2011, gli organizzatori di un programma sponsorizzato dal governo sull'emigrazione verso l'Australia, un programma che come mi hanno riferito ha attirato solo 42 persone nel 2010, ora sono stati sopraffatti di richieste con oltre 12.000 persone hanno fatto domanda per parteciparvi. (Fonte: Stratfor) Qual è lo spazio per poter rimborsare una parte delle obbligazioni, se non hanno la possibilità di accedere alle future obbligazioni? L'attuale programma non offre alcuna speranza, e il popolo Greco lo sa. La Grecia dovrebbe dichiarare una fase di "emergenza", e contestualmente alla dichiarazione di un giorno festivo dopo una domenica, lasciare la zona euro e tornare alla dracma. Riuscire a conservare valute forti e riserve nel quantitativo più ampio possibile, in modo tale da poter acquistare del materiale medico e dell'energia finché le cose non torneranno a funzionare. Non rimborsare un centesimo di debito a nessuno per almeno un paio di mesi, se non per anni. Un completo default di ogni centesimo. Lasciare che sia il mercato a stabilire il reale valore della moneta, e solo allora offrire due dracme come rimborso del debito come equivalente di una dracma in euro del nuovo debito. Se non vengono consegnati euro, non si consegnano dracme. Ma l'importante è quello di essere molto contenuti nel fare questa offerta. Nel convertire il minor debito possibile nella fase iniziale. Giocando naturalmente anche sul piano politico. Forse anche promettendo la possibilità di
  • 8. partecipare ad un futuro migliore, quando questo accadrà. Nel frattempo, mantenete in ordine il vostro bilancio interno. E cercate di capire come utilizzare le eventuali piccole eccedenze, che sarà più facile raggiungere se non si deve pagare per il debito pregresso. Si fissa la futura crescita della spesa pubblica ad una certa percentuale rispetto alla crescita del PIL. In modo sorprendente, in un breve periodo di tempo – ossia nel giro di pochi anni – verrete visti come dei creditori meritevoli e vi sarà permesso di rientrare nel mercato obbligazionario. Chiedete all'Islanda o anche all'Argentina (se mai ci fosse un paese che dovrebbe essere tagliato fuori del mercato obbligazionario mondiale, è l'Argentina. Da loro è diventato uno sport nazionale essere insolventi sul debito. Guardate i dati.) In questo momento il turismo è il 15% del loro PIL. Con la possibilità di arrivare al 25%. dirottate delle risorse perché questo possa accadere. Fate del vostro Paese il miglior posto dove andare in vacanza in Europa. Prendete la vostra popolazione, che è ospitale di natura, per far si che questa possa sviluppare ancora di più il turismo. Salutate ogni viaggiatore come qualcuno che vi porta dell'oro, perché questo è ciò che stanno facendo. Le valute forti sono quelle che vi permetto di comprare le risorse necessarie (come il cibo, l'energia e i medicinali). Nota: non lasciare l'Unione europea, ma solo l'euro. Ci sono un sacco di membri della UE, che hanno le proprie valute. Ci sarà solo un altro paese nella medesima situazione. Ma poiché ci sarà un mercato nero in euro se si tenterà di mantenere la valuta limitata solo al paese, ad un certo punto e non molto tempo dopo la conversione di tutto il sistema bancario e finanziario con le dracme, basterà lasciare passare ancora un po' di tempo e poi permettere alle persone di utilizzare i loro euro. Lasciate che le imprese possano avere due prezzi, ma tutte le transazioni governative saranno in dracme. I vostri cittadini e le imprese dovranno pagare le loro tasse in dracme. Se incasseranno euro, dovranno trovare le dracme necessarie per pagare l'IVA o le altre imposte. Non lasciate che la banca centrale impazzisca stampando soldi. Questo sarà solo causa di inflazione e farà ulteriormente cadere il valore della dracma, rimandando nel tempo la ripresa. Se un'impresa vuole aprire una fabbrica, questo può avvenire. E' importante incoraggiare il più possibile tutti gli investimenti esteri direttamente nel paese. Fornite loro una tassazione fiscale favorevole. Guardate l'Irlanda e applicate le medesime aliquote fiscali. Nessun intervento governativo per aprire un'attività commerciale, basta che si portino soldi e posti di lavoro. Se alcuni dei vostri cittadini "magicamente" trovano qualche euro disponibile in conti bancari off-shore e vogliono riportarli per investirli, devono essere favoriti. Date delle agevolazioni a tutti i soldi che arrivano nel paese per essere investiti. Lasciate che si possano riportare via i loro euro con i prezzi di mercato della dracma, finché le cose non si stabilizzano. Abbassate le aliquote fiscali al livello più basso in Europa e poi fatele rispettare. Più basse saranno, una maggior quantità di soldi raccoglierete con le tasse. Guardate alcuni dei vecchi paesi del Patto di Varsavia. In modo selettivo hanno venduto parte degli enti e dei business pubblici per ricevere valuta di cui avete bisogno, per le vostre infrastrutture (strade e simili) e per cancellare le perdite annuali che avete nei vostri bilanci. Oppure semplicemente date la maggior parte (e in alcuni casi tutto) dei beni ai dipendenti e ai
  • 9. sindacati, di società come le vostre ferrovie. Ci sono delle contingenze e delle caratteristiche locali delle quali non sono certamente consapevole, ne sono sicuro. Ma strutturate quanto è più possibile per il vostro futuro, che arriverà molto più velocemente di quanto si pensi. C'è una grande diaspora greca. Se vedranno un opportunità, allora investiranno, altrimenti non torneranno. Assicuratevi che la possano vedere. Sarà dura per il primo anno o due. Ma da quel momento in poi si potrà far crescere la vostra via d'uscita dalla crisi, dapprima lentamente e poi molto più rapidamente. Ci sono una miriade di esempi di paesi che hanno fatto delle cose simili, senza i vantaggi dati dalla natura del paesaggio che avete voi. Ma restare con l'euro, cercando di pagare quel debito significa avere messo le catene sui vostri bambini e sugli anziani. Siete stati in recessione per quasi cinque anni. Rimanere in euro significa starci per almeno altri dieci anni. Di fronte ad un futuro incerto, il giovane e l'imprenditore lasceranno il paese, e questo è quello che non potete permettervi. Sono il vostro bene più prezioso. Senza di loro non c'è crescita e non c'è futuro. Lasciare l'euro e tornare alla dracma è una buona scelta? No, sarà un disastro. Ma penso che sarà un minor disastro, piuttosto che restare nell'euro. E poi c'è l'Irlanda Che cosa ottengono i Greci rimanendo? Il mio amico provocatore irlandese David McWilliams ha scritto la scorsa settimana su come l'Irlanda dovrebbe guardare alla situazione greca: "Per l'Irlanda, questa [scelta della Grecia] significa che avremo sicuramente un accordo sul debito bancario. Si potrebbe ritardare, perché l'ultima cosa che la BCE vuole è una coda di richieste che dicano 'anche io' a partire dall'Irlanda e il Portogallo. Ma è chiaro che la nostra posizione si è rafforzata, se si decide di giocare la partita. "Ma nel caso in cui si pensi che questa possa essere una vittoria per il cittadino, esaminiamo un po' in dettaglio come funziona. Non ci sarà alcun default. Alla Grecia verrà dato un prestito di €130 miliardi. Con questo prestito si pagano €100 miliardi di euro agli obbligazionisti, i quali hanno visto le loro obbligazioni scendere del 53% in termine di valore. Anche dopo quando la Grecia avrà pagato le penali sugli interessi su tali obbligazioni, vedremo ancora un paese insolvente che dovrà pagare agli obbligazionisti il 50% del valore nominale quando questi non dovrebbero ricevere nulla. "Così la Grecia si assume €100 miliardi inesigibili, ma si prende un prestito €130 miliardi al fine di raggiungere questo obiettivo, quindi assumendo un maggior prestito il suo debito complessivo non migliora, ma peggiora in termini assoluti. "Ora ha bisogno di crescere per portare verso il basso questi numeri e questo potrebbe essere impossibile. Quindi, in pochi anni stiamo per tornare al punto di partenza, tranne che per una cosa fondamentale. "Dopo tutto quello che è stato fatto, i creditori privati della Grecia saranno pagati con il denaro pubblico europeo lasciando perplessi i contribuenti di altri paesi europei. Le
  • 10. banche saranno salvate ancora una volta. Senza l'aiuto non avrebbero ottenuto nulla. Essi hanno perso un 50% dei loro investimenti e la sovvenzione arriva dai contribuenti." David, come ho detto all'inizio della lettera, sarà presente alla Conferenza per gli Investimenti Strategici. Ho intenzione di offrirgli il podio principale e poi metterlo all'interno di un panel con Marc Faber (un economista [Svizzero] della scuola austriaca) e forse anche lo scozzese Niall Ferguson, e mettere un po' di domande sul tavolo e vedere che cosa succede. Sarà divertente e molto istruttivo. Si può leggere ciò che McWilliams sta definendo "Economia punk" su www.davidmcwilliams.ie. Si tratta di un breve video clip, molto affascinante. Egli rappresenta un ceppo sempre più populista in Europa. E lo fa con una verve e un umorismo irlandese. Dovete guardarlo. New York, Orlando, Svezia e Parigi Domani parto per New York per due giorni. Sarò presente allo show di Tom Keene su Bloomberg Radio alle 9.30 o giù di lì. Queste interviste sono sempre divertenti. E poi una serie di incontri e una cena con degli amici. Poi un breve viaggio ad Orlando il prossimo fine settimana per un intervento. E poi parto per Stoccolma per tenere un intervento e trascorrere una o due giornate semplicemente da turista, scrivendo la mia lettera mentre vado a Parigi, per poi fare ancora un po' il turista durante il fine settimana, in contemporanea ad un incontro con pochi manager che mi farà conoscere il mio compagno Jon Sundt di Altegris Investments. Poi Lunedì ci saranno entrambi per partecipare alla conferenza presso il GIC Banque de France, con il nostro amico Paul McCulley. Il titolo della conferenza è Re-Examining Central Bank Orthodoxy for Unorthodox Times: Inaugural Meeting of The Global Society of Fellows (questo è anche un link, dove potete trovare maggiori informazioni). Ci sono ancora alcuni posti liberi. Sarà un momento molto affascinante per parlare delle banche centrali Europee. Solo una domanda, papà Giovedì ho parlato alla conferenza dei Shareholder Service Group in San Diego, con un pubblico molto vivace di consulenti finanziari. Ho fatto alcuni commenti, un qualcosa del tipo che "tutti i modelli sono spazzatura", e ho fatto qualche commento qua e là.(http://www.advisorone.com/2012/03/02/fellow-advisors-all-your-models-are-garbage- john-m) Mia figlia Melissa era presente tra il pubblico, ed era nella zona dove attendevano i relatori ed è rimasta ad ascoltare papà, che come al solito non ha fatto per molto. Ha dovuto lasciare mentre stavo rispondendo alle domande, e quindi lo salutata direttamente dal palco. Si è voltata indietro e ha afferrato il microfono da un signore che stava in piedi, e ha detto: "Dal momento che mi hai citato, può andar bene se faccio una domanda?" Era stato un discorso piuttosto intenso, anche se avevo scatenato qua e la qualche risata, e quindi ero curioso di sapere quale cosa avesse suscitato il suo interesse. Lasciatemi dire che lei non condivide le inclinazioni politiche del papà. (Non sapevo dove avevo sbagliato.) Lei non è nemmeno timida, così ero pronto per una domanda difficile. Pure il pubblico era
  • 11. in attesa di sentire quello che avrebbe chiesto. E poi mi ha chiesto: "Papà, mi hai detto che stiamo per comprare un nuovo iPad 3, giusto?" "Sì," dissi, anche se sapevo che era stato appena lanciato. Avevo citato il nuovo iPad rispetto al fatto di come fosse possibile acquistare e leggere il mio libro. E io amo il mio iPad. E non appena esce un nuovo modello, io mi precipito ad acquistarne uno. "Ok allora, posso avere il tuo vecchio Ipad?" Cosa potevo dirgli? Lei conosce bene tutti i fratelli e le sorelle e sa molto bene che quanto prima tutti faranno la stessa domanda. Ma tu sei sul palco e la cosa ti viene chiesta con tanta dolcezza. Come si può rifiutare? Devi solo sorridere e dire di sì. Ha un grande tempismo. (Nota per il marketing management di Apple:.. È necessario assicurarsi che io possa comprarne uno prima che parta per l'Europa, lo metterò in mostra dovunque io mi trovi e sono disposto a pagare di più pur di avere il privilegio di pubblicizzare il prodotto. Ne voglio uno solo il più presto possibile.. Per favore.) Abbiate una grande settimana. Trovatevi dei nuovi amici e trascorrete un po' di tempo assieme a loro. Il vostro analista che ricerca il piacere nelle piccole cose, John Mauldin John@FrontLineThoughts.com Copyright 2010-2012 John Mauldin. All Rights Reserved Copyright 2010-2012 Horo Capital. Tutti i Diritti Riservati Disclaimer: La presente pubblicazione è distribuita da Horo Capital srl. Pur ponendo la massima cura nella traduzione della presente pubblicazione e considerando affidabili i suoi contenuti, Horo Capital srl non si assume tuttavia alcuna responsabilità in merito all’esattezza, completezza e attualità dei dati e delle informazioni nella stessa contenuti ovvero presenti sulle pubblicazioni utilizzate ai fini della sua predisposizione. Di conseguenza Horo Capital srl declina ogni responsabilità per errori od omissioni. Horo Capital srl si riserva il diritto, senza assumersene l'obbligo, di migliorare, modificare o correggere eventuali errori ed omissioni in qualsiasi momento e senza obbligo di avviso. La presente pubblicazione viene fornita per meri fini di informazione ed illustrazione, non costituendo in nessun caso offerta al pubblico di prodotti finanziari ovvero promozione di servizi e/o attività di investimento né nei confronti di persone residenti in Italia né di persone residenti in altre giurisdizioni, a maggior ragione quando tale offerta e/o promozione non sia autorizzata in tali giurisdizioni. Le informazioni fornite non costituiscono un'offerta o una raccomandazione per effettuare o liquidare un investimento o porre in essere qualsiasi altra transazione. Esse non possono essere considerate come
  • 12. fondamento di una decisione d'investimento o di altro tipo. Qualsiasi decisione d'investimento deve essere basata su una consulenza pertinente, specifica e professionale. Tutte le informazioni pubblicate non devono essere considerate una sollecitazione al pubblico risparmio o la promozione di alcuna forma d'investimento né raccomandazioni personalizzate ai sensi del Testo Unico della Finanza trattandosi unicamente di informazione standardizzata rivolta al pubblico indistinto. Né Horo Capital srl né John Mauldin potranno essere ritenuti responsabili, in tutto o in parte, per i danni (inclusi, a titolo meramente esemplificativo, il danno per perdita o mancato guadagno, interruzione dell’attività, perdita di informazioni o altre perdite economiche di qualunque natura) derivanti dall’uso, in qualsiasi forma e per qualsiasi finalità, dei dati e delle informazioni presenti nella presente pubblicazione. Ogni decisione di investimento e disinvestimento è pertanto di esclusiva competenza del Cliente che può decidere di darvi o meno esecuzione con qualsivoglia intermediario autorizzato; qualsiasi eventuale decisione operativa presa dal Cliente in base alle informazioni pubblicate è, infatti, da considerarsi assunta in piena autonomia decisionale e a proprio esclusivo rischio. Il Contenuto presente nella pubblicazione può essere riprodotto unicamente nella sua interezza ed esclusivamente citando il nome di Horo Capital srl e di John Mauldin, restandone in ogni caso vietato ogni utilizzo commerciale. Si intende per Contenuto tutte le analisi, grafici, immagini, articoli i quali sono tutti protetti da copyright. Horo Capital srl ha la facoltà di agire in base a/ovvero di servirsi di qualsiasi elemento sopra esposto e/o di qualsiasi informazione a cui tale materiale si ispira ovvero è tratto anche prima che lo stesso venga pubblicato e messo a disposizione della sua clientela. Horo Capital srl può occasionalmente, a proprio insindacabile giudizio, assumere posizioni lunghe o corte con riferimento ai prodotti finanziari eventualmente menzionati nella presente pubblicazione. In nessun caso e per nessuna ragione Horo Capital srl, sarà tenuta, ad agire conformemente, in tutto o in parte, alle opinioni riportate nella presente pubblicazione. Ogni violazione del copyright in qualsiasi modo si esprima ai danni di Horo Capital srl e John Mauldin, sarà perseguita legalmente. Per iscriversi alla newsletter GRATUITA settimanale SCENARI FINANZIARI cliccare qui: www.scenarifinanziari.it/Registrazione.aspx Per modificare il proprio indirizzo email di invio della newsletter, effettuare il login su www.scenarifinanziari.it e andare sulla pagina di registrazione. Per cancellare l'iscrizione alla newsletter scrivere una mail a:info@scenarifinanziari.it Thoughts from the Frontline 3204 Beverly Drive Dallas, Texas 75205 Horo Capital Independent Financial Advisory Firm Via Silvio Pellico, 12 20121 Milano Tel. 02 89096674