1. Cara elettrice, caro elettore,
quando andrai a votare in una delle 10.000 scuole italiane, ti guarderai intorno e noterai cosa
facciamo noi docenti, assieme ai nostri alunni, per renderle migliori.
Vedrai con i tuoi occhi com’è fatto l’ambiente a cui affidi il futuro di tuo figlio o di tuo nipote,
i cittadini di domani.
In quel momento ripenserai a ciò che i docenti e gli studenti ripetono da settimane e capirai
che il Parlamento sta per approvare una riforma chiamata “buona scuola” ma buona non è.
La riforma prevede infatti:
che i docenti vengano scelti dal preside, che potrà chiamare i suoi amici e gli amici dei suoi
amici (mentre ora i docenti sono selezionati, con imparzialità e trasparenza, da una graduatoria
di merito);
che i docenti abbiano, per tutta la loro carriera, incarichi triennali che non garantiscono la
continuità didattica. Gli alunni cambieranno docenti in continuazione in base ai capricci dei
presidi;
che i presidi potranno dire ai docenti cosa insegnare e quali voti mettere, minacciando di non
rinnovare l’incarico triennale;
che i pochi soldi disponibili, mezzo miliardo di euro, verranno regalati alle scuole private dei
ricchi a scapito della scuole pubbliche che cadono letteralmente a pezzi e dove mancano anche
i gessetti e la carta igienica;
che il preside potrà imporre a un docente di insegnare una disciplina in cui non è abilitato,
con conseguente calo della qualità dell’attività didattica.
Sei sicuro di voler dare il tuo voto a chi ha così scarsa considerazione delle persone e del luogo
che accolgono ogni giorno i tuoi figli e i tuoi nipoti?
La riforma sta per essere approvata al Senato.
Pensaci bene prima di entrare nella cabina elettorale.
La Vera Scuola
Gessetti Rotti
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