5. PROFILO PROFESSIONALE
L infermiere
! a) all identificazione dei bisogni di
salute della persona e della collettività;
! b) i bisogni di assistenza
infermieristica della persona e della collettività e
formula i relativi obiettivi;
! C)
l intervento assistenziale infermieristico
5
7. RESPONSABILITA’ PROFESSIONALE
PENALE CIVILE
DISCIPLINARE
Il profilo professionale consegna agli infermieri la
responsabilità del processo assistenziale, riconosce
l’autonomia decisionale, richiede competenza e capacità di
lavoro interdisciplinare.
Fedrigotti Colombo e Cortese Fausti, 1999)
7
10. ASPETTI NORMATIVI
D.P.R. 27 Marzo 1992
Atto di indirizzo e coordinamento alle regioni per la
determinazione dei livelli di assistenza sanitaria di emergenza"
Linee guida del Ministero della Sanità per il sistema
Emergenza-Urgenza
"all'interno del D.E.A. deve essere prevista la funzione di
triage, come primo momento di accoglienza e valutazione dei
pazienti in base a criteri definiti che consentano di stabilire le
priorità di intervento. Tale funzione e' svolta da
personale infermieristico adeguatamente formato,
che opera secondo i protocolli prestabiliti dal dirigente del
servizio".
10
11. Decreto Ministero della Sanità dell'11 aprile 1996
(G.U. n. 114 del 17/5/1996)
"Atto di intesa fra Stato e regioni di approvazione
delle linee guida sul sistema di emergenza
sanitaria in applicazione del decreto del
Presidente della Repubblica 27 marzo 1992"
11
12. ACCORDO 25/10/2001
(Gazzetta Ufficiale n. 285 del 7/12/2001)
Accordo tra il Ministero della Salute, le regioni e le
province autonome
sul documento di Linee - guida sul sistema di
Emergenza sanitaria Concernente:
"Triage intraospedaliero (valutazione gravità all'ingresso)
e chirurgia della mano e microchirurgia nel sistema
dell'emergenza - urgenza sanitaria"
12
13. LINEE GUIDA SUL "TRIAGE" INTRAOSPEDALIERO
PER GLI UTENTI CHE ACCEDONO DIRETTAMENTE IN
PRONTO SOCCORSO.
(…) A livello ospedaliero,
la funzione di triage deve essere attivata
in tutte le unità operative di Pronto
Soccorso - accettazione,
purché correlata al numero degli accessi. Le
aziende sanitarie devono garantire le risorse
per assicurare la funzione di triage.
13
14. L'infermiere opera sotto la supervisione del medico
in servizio, responsabile dell'attività, e secondo
protocolli predefiniti riconosciuti e approvati
dal responsabile del servizio di pronto soccorso -
accettazione o dipartimento di emergenza -
urgenza ed accettazione (D.E.A.)
Il triage e' patrimonio del pronto soccorso e, ove
sussista la rotazione del personale in ambito
dipartimentale, deve essere condiviso da tutto il
personale infermieristico del dipartimento di
emergenza - urgenza ed accettazione medesimo
14
16. CONCETTO DI PRIORITÀ
Il triage garantisce l effettiva Mission del
Pronto Soccorso
ossia
valutazione dei pazienti a seconda della
loro necessità di trattamento
non in base all ordine di arrivo.
16
19. CAMPO DI APPLICAZIONE
! PRONTO SOCCORSO
OBIETTIVO
1. Rapida valutazione dei pazienti
2. Immediatezza degli interventi assistenziali
3. Percorsi assistenziali mirati per i casi più urgenti
4. Riduzione dell'ansia e miglioramento della soddisfazione
dei pazienti
5. Riduzione dei tempi di attesa
6. Diminuzione delle frustrazioni e delle inquietudini del
personale e miglioramento del servizio di P.S.
7. Educazione sanitaria e informazione all'utenza
8. compilazione scheda di triage
19
20. PROFILO INFERMIERISTICO (D.M. 14/09/94 n. 739)
L infermiere
! a) all identificazione dei bisogni di
salute della persona e della collettività;
! b) i bisogni di assistenza
infermieristica della persona e della collettività e
formula i relativi obiettivi;
! C)
l intervento assistenziale infermieristico
20
21. GESTIONE DEL
PERSONALE
Turni Conflitti
Disciplina
Formazione Vigilanza
21
22. Tale funzione dovrà essere assicurata in ogni
caso e continuamente in quei presidi con oltre
25.000 accessi per anno.
Gli ospedali che, pur essendo al di sotto dei
25.000 accessi per anno, si trovano ad
operare in condizioni di flussi
periodicamente elevati ed irregolari
(turismo stagionale, fiere, manifestazioni,
ecc.) devono garantire la funzione di
triage proporzionalmente alle necessità.
22
23. Personale
Il triage deve essere svolto
da un infermiere esperto e specificatamente formato
sempre presente nella zona di accoglimento
del Pronto Soccorso
in grado di considerare i segni e sintomi del
paziente per identificare condizioni potenzialmente
pericolose per la vita
e determinare un codice di gravità per ciascun
paziente al fine di stabilire le priorità di accesso
alla visita medica.
23
24. Strutture
Le strutture in cui viene effettuato il triage devono
consentire:
• la raccolta dati, informazioni
• una breve e semplice valutazione
con rispetto della privacy anche ai sensi della
normativa vigente.
24
25. Formazione del personale
infermieristico1
L'iter formativo deve essere rivolto al personale
con diploma di infermiere professionale o diploma
universitario di infermiere e con esperienza sul
campo da almeno sei mesi in Pronto Soccorso, e
deve riguardare:
! l'insegnamento di base rispetto alle funzioni di
triage
! lezioni di psicologia comportamentale, di
organizzazione del lavoro e di conoscenza di
tecniche relazionali.
1CONFERENZA PERMANENTE PER I RAPPORTI TRA LO STATO LE REGIONI E LE PROVINCE AUTONOME DI TRENTO E BOLZANO
ACCORDO 25 ottobre 2001
(Gazzetta Ufficiale n. 285 del 7/12/2001)
25
27. Accoglienza e valutazione del paziente
" Nel primo caso il personale di soccorso comunicherà
all infermiere di triage i parametri e la storia clinica
del paziente; il triagista provvederà alla presa in
carico con relativa rivalutazione ed assegnazione del
codice colore.
" Se la persona giunge in P.S. con mezzo proprio
l infermiere provvederà alla valutazione di triage e cioè:
• valutazione sulla porta
• raccolta dati (clinici ed anagrafici)
• decisione di triage (assegnazione del codice colore)
• rivalutazione.
27
28. NOTA BENE
In qualunque momento l infermiere di triage
può determinare che il paziente necessita di
cure immediate, sospendere quindi il
processo di triage e trasferire il paziente
nell area di trattamento.
28
29. PROCEDURA
! VALUTAZIONE DEI PAZIENTI
! TRIAGE – ATTRIBUZIONE CODICE DI GRAVITA
! RIVALUTAZIONE
29
30. La comunicazione , strumento essenziale
nell attività del triage
Il triagista è un front-man (una persona di contatto)
È il triagista ad assumere il ruolo di interfaccia
tra la politica aziendale ed i bisogni
dell utente
La prima caratteristica, quindi, è l IMMAGINE:
essa determina il primo impatto che l utente ha
con l azienda attraverso le persone. L immagine è
data da aspetti materiali e immateriali quali
l abbigliamento, l atteggiamento, l igiene,
l ordine della persona che eroga il servizio e la
Presenza 30
31. La seconda caratteristica relazionale è la
Parola
E attraverso l utilizzo di questa variabile che si
sviluppa il meccanismo di comunicazione tra
azienda e paziente-utente.
La parola è fatta di forma e di sostanza, cioè di
aspetti legati a come le cose si dicono e cosa si
dice.
31
32. La terza caratteristica relazionale è la
Gestualità
La gestualità è il modo con cui si eroga il servizio.
Il personale di contatto è fattore produttivo ad alta
specializzazione.
Prima di affidare l attività di triage a un operatore,
il responsabile del servizio deve, sapere chi degli
infermieri di Pronto Soccorso ha le
caratteristiche per svolgere la funzione di
TRIAGISTA, in quanto non tutti sono portati.
32
33. Bisognerebbe avere almeno 6 mesi di lavoro in
Pronto Soccorso prima di fare triage
L infermiere di triage è la prima persona con cui viene a
contatto il paziente ed i familiari.
Rappresenta l ospedale e rappresenta il primo elemento
di giudizio espresso dal paziente.
Il triagista deve saper riconoscere il grado di malessere
Questa abilità dipende:
• dall esperienza
• dalla capacità di giudizio clinico
• da un programma di orientamento completo
33
34. Il triagista interagisce non solo con il paziente
ma anche
! con i suoi familiari;
! con visitatori;
! forze dell ordine (CC, Polizia, P.M. ecc.);
! personale di soccorso (118);
! medici, infermieri ed altro personale ospedaliero.
Deve saper dimostrare empatia, tatto,
pazienza, discrezione e abilità di ricerca clinica,
il cosiddetto, colpo d occhio .
34
35. Deve sapere gestire e controllare in sala d attesa
la folla
Non di meno sono le capacità organizzative:
telefoni che squillano, ambulanze che arrivano
contemporaneamente, discussioni tra persone
che aspettano, domande e quesiti continuamente
rivolte da diverse persone.
35
36. VALUTAZIONE DI TRIAGE
La valutazione di triage è un processo dinamico,
complesso e articolato che si basa sulla ricerca,
oggettiva e soggettiva, di
segni e sintomi
che permettono l assegnazione del codice di
priorità o gravità per il quale l utente accederà alla
visita medica.
Tale processo si basa sull analisi della storia
dell evento, sulle condizioni cliniche del paziente e
nella ricerca dei fattori di rischio. Il triagista non deve
effettuare una diagnosi medica, ma identificare
situazioni di pericolo attuale o potenziale per poi
allertare l equipe medico-infermieristica della
situazione 36
37. La valutazione di TRIAGE si
articola in 4 momenti:
1) Valutazione d impatto
2) Raccolta dati
3) Decisione di TRIAGE
4) Rivalutazione
37
38. I. VALUTAZIONE
D IMPATTO
In questa fase l infermiere di triage deve effettuare una breve ma
fondamentale valutazione del paziente. Gli elementi di pericolo
rilevabili durante l applicazione dell ABCD sono:
Pervietà delle vie aeree. (il paz. porta le mani alla gola,
disfonie, scialorrea o rumori respiratori alti.)
Respiro. (rumori respiratori bassi, alterazione del tipo di
respiro, bradi o tachipnea, utilizzo dei muscoli accessori
della respirazione e segni cutanei.)
Circolo. (emorragie evidenti, segni cutanei di ipostasi,
sudore)
Deficit neurologici (alterazione dello stato di coscienza,
alterazione del comportamento, alterazione del tono
muscolare o alterazione nella deambulazione)
38
39. II. RACCOLTA DATI
Valutazione
# soggettiva
# oggettiva
39
40. " La valutazione soggettiva
(ciò che riferisce il paziente)
Si effettua tramite intervista del paziente, dei
familiari o di chi accompagna il paziente al fine di
determinare:
40
41. $ Il sintomo principale (per quale ragione ha bisogno
del P.S.? Cosa succede? Cosa si sente?)
$ Cronologia e dinamica: ad esempio circostanza e ora
dell insorgenza del sintomo, meccanismo di lesione.
$ Il dolore: intensità - qualità - regione interessata e
irradiazione-durata.
$ I sintomi associati
$ La storia medica passata: anamnesi remota e
presente, terapie, allergie.)
41
42. " La valutazione oggettiva:
Ricerca di segni e rilevazione di parametri vitali
indispensabili per la successiva
valutazione
Al fine di poter assegnare il codice di priorità e,
conseguentemente,
il tempo di attesa del paziente.
42
43. % pressione sanguigna
(PAs e PAd)
% frequenza cardiaca e tipo di polso
(FC – tipo – ritmo)
% Saturimetria
(Sat.O2 %)
43
46. III. DECISIONE DI TRIAGE
All atto dell assegnazione del codice di priorità
il triagista deve tenere in considerazione:
1. le condizioni fisiche del paziente
2. le possibili modificazioni cliniche
3. il flusso dei pazienti e le risorse disponibili
(vedasi gestione delle maxi emergenze)
46
47. I codici di criticità
in analogia con i criteri definiti dal decreto del Ministero
della sanità del 15 maggio 1992, articolati in quattro
categorie ed identificati con colore sono:
CODICE ROSSO
molto critico, priorità massima pazienti con compromissione
delle funzioni vitali, accesso immediato alle cure;
CODICE GIALLO
mediamente critico, priorità intermedia;
CODICE VERDE
poco critico, priorità bassa, prestazioni differibili;
CODICE BIANCO
non critico, pazienti non urgenti;
47
49. BIBLIOGRAFIA
• D.P.R. 27 Marzo 1992: Atto di indirizzo e coordinamento alle regioni per la determinazione dei
livelli di assistenza sanitaria di emergenza
• D.M. 14/09/94 n. 739: Profilo professionale dell’infermiere
• Decreto Ministero della Sanità 11/05/1996 (G.U. n. 114 del 17/5/1996): "Atto di intesa
fra Stato e regioni di approvazione delle linee guida sul sistema di emergenza sanitaria in
applicazione del decreto del Presidente della Repubblica 27 marzo 1992
• ACCORDO 25/10/2001 (Gazzetta Ufficiale n. 285 del 7/12/2001): Accordo tra il Ministero
della Salute, le regioni e le province autonome sul documento di Linee - guida sul sistema di
Emergenza sanitaria Concernente: "Triage intraospedaliero (valutazione gravità all'ingresso) e
chirurgia della mano e microchirurgia nel sistema dell'emergenza - urgenza sanitaria
• D.A. sanità regione Sicilia 27/3/2001: Linee guida generali sul funzionamento del servizio di
emergenza sanitaria regionale "S.U.E.S. – 118 Affidamento del S.U.E.S. alle dipendenze del S.S.N.
(delle Aziende ospedaliere)
• D.A. sanità regione Sicilia 25/3/2004: Linee guida relative alla formazione del personale
medico operante nel Servizio urgenza emergenza sanitaria - S.U.E.S. 118.
• LINEE GUIDA PER UNA CORRETTA REALIZZAZIONE DEL TRIAGE INFERMIERISTICO IN
UN D.E.A. DI II LIVELLO, Roberto Magnanimi e Stefania Magnanimi, Esperienze, Anno XIV n.3,
1999
49
50. • PROGETTO PRONTO SOCCORSO E SISTEMA 118, SEMINARIO I MATTONI
DEL SSN , Gabriella Guasticchi, ROMA, 18-19/01/2005
• PROTOCOLLO DÌ RICERCA SULLA PERCEZIONE DEL PROBLEMA Prestazioni
non urgenti al Pronto Soccorso NEL PERSONALE INFERMIERISTICO DÌ
TRIAGE, D. BOCCIONI, IPASVI Firenze, 01/2003
50