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IL PROGETTO DI MIGLIORAMENTOIL PROGETTO DI MIGLIORAMENTO
E LA RENDICONTAZIONE SOCIALE:E LA RENDICONTAZIONE SOCIALE:
LE LINEE GUIDA DELLA RETELE LINEE GUIDA DELLA RETE
AU.MI.RE.AU.MI.RE.
PALERMO, 30 MAGGIO 2017
Dirigente Scolastico
Mirella PAGLIALUNGA
Coordinatrice rete regionale
AU.MI.RE. Marche
DPR n. 80/13
La circolarità
dei processi
mal si
concilia con
etero-
determinate
tempistiche di
carattere
sequenziale
ed a breve
scadenza.
La circolarità del
processo
continuo
richiede
preordinati ed
autonomi
sistemi di
rilevazione e di
documentazione
BS: ACCOUNTABILITY
obbligo di rendere conto delle proprie decisioni e di esser responsabile per i
risultati conseguiti.
BS: ACCOUNTABILITY
obbligo di rendere conto delle proprie decisioni e di esser responsabile per i
risultati conseguiti.
MIRELLA PAGLIALUNGA
Filosofia della rendicontazione sociale
• accountability della Pubblica Amministrazione
verso la collettività
• disponibilità all’ascolto ed alla rilevazione dei
bisogni della collettività per la soluzione dei
problemi
• responsabilità sociale
• Rendere accessibile, trasparente e valutabile
l’operato della pubblica amministrazione
• democrazia più attiva e paritetica perché
partecipativa e, inoltre una democrazia continua,
che si fonda sulla consultazione costante dei suoi
cittadini elettori
MIRELLA PAGLIALUNGA
Principi del Bilancio Sociale
Trasparenza: gli stakeholder devono poter comprendere il processo di
rendicontazione adottato
Attendibilita
prive di errori e non devono essere condizionate da pregiudizi
Chiarezza: il contenuto del bilancio sociale deve essere riportato in
informazioni presentate
Inclusione: il processo di rendicontazione e di conseguenza il
documento di bilancio sociale devono mirare all’ascolto di tutti gli
l’eventuale mancato ascolto di alcuni stakeholder;
MIRELLA PAGLIALUNGA
: il documento deve essere imparziale,
stakeholder a scapito di altri
: deve essere possibile ricostruire il
procedimento di raccolta e di rendicontazione
fonti da cui sono attinti i dati riportati nel
documento
: il bilancio deve essere redatto
sistematicamente, solitamente il periodo di
MIRELLA PAGLIALUNGA
LE CARATTERISTICHE del BILANCIO SOCIALE
AU.MI.RE.
LE CARATTERISTICHE del BILANCIO SOCIALE
AU.MI.RE.
MIRELLA PAGLIALUNGA
MIRELLA PAGLIALUNGA
8 CONSULTAZIONE
STAKEHOLDER
7-PREPARAZIONE
E PUBBLICAZIONE
BILANCIO
SOCIALE
6-OBIETTIVI E
AZIONI DI
MIGLIORAMENT0
5-MISURAZIONE
E VALUTAZIONE
PERFORMANCE
4-DIAOLOGO
CON GLI
STAKEHOLDER
3-MAPPATURA
STAKEHOLDER
2-INDICATORI
CHIAVE DI
PERFORMANCE
1 COSTITUZIONE
GRUPPO DI
LAVORO
PROCESSO DI
RENDICONTAZIONE
SOCIALE
RETE
AU.MI.RE
STRUTTURA DEL BILANCIO SOCIALE AU.MI.RE.
Lettera di presentazione
Nota metodologica
Capitolo 1 L’IDENTITA’
Capitolo 2 STRATEGIA e RISORSE
Capitolo 3 LA RELAZIONE SOCIALE GLI ESITI
Capitolo 4 PROSPETTIVE DI MIGLIORAMENTO

Questionario sul BS
MIRELLA PAGLIALUNGA
Capitolo 1 L’identità
1. la missione ed i valori
2. la storia ed il profilo
3. la governance allargata
4. assetto istituzionale e organizzativo
5. la rete delle relazioni
6. gli stakeholder
MIRELLA PAGLIALUNGA
Capitolo 2
STRATEGIE E RISORSE
A)Aree di rendicontazione e relativi
obiettivi strategici
A)Le Risorse
MIRELLA PAGLIALUNGA
A - Aree di rendicontazione - Obiettivi strategici
Aree di rendicontazione Obiettivi strategici
Apprendimento − Promuovere conoscenze e competenze
specifiche
− Favorire lo sviluppo della persona e la
capacità di scelta
− Stimolare la partecipazione sociale
− Migliorare e innovare i processi formativi
Integrazione-
Interazione con la
comunità territoriale
− Sviluppare la progettazione integrata con il
territorio e le famiglie
− Promuovere il lavoro in rete con altre
scuole
Organizzazione e
gestione
− Promuovere una leadership diffusa
− Valorizzare le professionalità interne
− Promuovere l’immagine della scuola
− Ottimizzare l’organizzazione scolastica
Per ogni area di rendicontazione esplicitare:
MIRELLA PAGLIALUNGA
MIRELLA PAGLIALUNGA
B - LE RISORSE IL PERSONALE
Primo ciclo R3 RISORSE PROFESSIONALI
Rileva il livello di stabilità e professionalità dei docenti che operano nell'Istituto
scolastico
• R3.1 % docenti di ruolo sul totale docenti
• R3.2 N. medio di anni di permanenza dei docenti nell’Istituto scolastico
• R3.3 % docenti che hanno frequentato almeno un corso di formazione
• metodologico-didattica (almeno 12 ore) nell'ultimo triennio
• R3.4a % docenti in possesso di titolo universitario, almeno
• triennale(docenti scuola dell’infanzia e scuola Primaria)
• R3.4b % docenti che, in aggiunta al titolo richiesto per la propria classe di
• concorso,hanno svolto corsi di laurea/perfezionamento/specializzazione di
• livello universitario valutabili in ambito scolastico (docenti scuola secondaria
• di 1° grado)
• R3.5 % alunni per docente
• R3.6 % studenti per ogni ATA
MIRELLA PAGLIALUNGA
B LE RISORSE FINANZIARIE
Esempio Indicatori finanziari:
P8 Gestione economico- contabile
P8.2 Indici di correlazione
P8.2A Spese per personale impegnato nei progetti/ fondo di istituto
P8.2B Organizzazione scolastica/fondo di istituto
P8.2C Attività di recupero/fondo di istituto
P8.2D Finanziamenti dal Fondo di Istituto/Spese per Progetti
P8.2E Altri finanziamenti/Spese per progetti
P8.3 Indicatori di efficienza
P8.3A Spesa relativa alle supplenze brevi e saltuarie (docenti e ATA)/alunno
iscritto
P8.3B Spese per compensi accessori (docenti e ATA)/alunno iscritto
P8.3C Spese per personale impegnato nei progetti/N. partecipanti ai progetti
P8.3D Spese per personale impegnato nei progetti/N. progetti realizzati
P8.3E Spese per progetti/N. partecipanti
P8.3F Spese per progetti/N. progetti
P8.3G Spesa correnti/N. alunni
Capitolo 3
LA RELAZIONE SOCIALE:
GLI ESITI PER OGNI AREA DI RENDICONTAZIONE
1-OBIETTIVI PERSEGUITI
2- STAKEHOLDERS
3-AZIONI REALIZZATE
(attività, progetti,servizi - tempi e modalità)
4-INDICATORI per MISURARE GLI OBIETTIVI
RAGGIUNTI
(efficacia, efficienza, qualità)
5-RISULTATI OTTENUTI
6-Spesa complessiva
MIRELLA PAGLIALUNGA
Capitolo 4
PROSPETTIVE DI MIGLIORAMENTO
progetti di miglioramento coerenti con la mission
istituzionale sulla base:
_ dei risultati raggiunti
rendicontazione sociale
_del confronto con gli stakeholder
MIRELLA PAGLIALUNGA
AU.MI.RE:modello PDCA
PLAN
Consiste nelle definizione di ciò che deve essere fatto per risolvere un problema o
migliorare un processo e nella successiva pianificazione delle azioni da svolgere.
1- Precisazione degli obiettivi del miglioramento da attuare
2- Raccolta dei dati relativi al problema o processo
3- Mappatura del processo utilizzando un diagramma di flusso od
altro strumento utile
4- Individuazione delle cause principali (causa radice) dei vincoli
da rimuovere
5- Determinazione degli interventi necessari per risolvere la
situazione
6- Determinazione dei risultati attesi
7- Definizione delle responsabilità per la fase di attuazione
8- Pianificazione delle azioni da svolgere
9- Pianificazione delle risorse
10- Determinazione delle metriche per misurare i miglioramenti o
gli scostamenti da quanto previsto
Consiste nelle definizione di ciò che deve essere fatto per risolvere un problema o
migliorare un processo e nella successiva pianificazione delle azioni da svolgere.
1- Precisazione degli obiettivi del miglioramento da attuare
2- Raccolta dei dati relativi al problema o processo
3- Mappatura del processo utilizzando un diagramma di flusso od
altro strumento utile
4- Individuazione delle cause principali (causa radice) dei vincoli
da rimuovere
5- Determinazione degli interventi necessari per risolvere la
situazione
6- Determinazione dei risultati attesi
7- Definizione delle responsabilità per la fase di attuazione
8- Pianificazione delle azioni da svolgere
9- Pianificazione delle risorse
10- Determinazione delle metriche per misurare i miglioramenti o
gli scostamenti da quanto previsto
DO
Implementare le soluzioni
• Durante questa fase del PDCA, vengono attuate le soluzioni ed i
piani precedentemente definiti:
• I responsabili individuati mettono in pratica le azioni previste
• Ogni soluzione è implementata per un periodo di prova
• Viene verificata l’adeguatezza delle soluzioni adottate rispetto agli
obiettivi attesi
• Vengono formati i dipendenti sulle nuove modalità operative a fronte
delle soluzioni adottate
CHECK
Verificare e monitorare le soluzioni
Successivamente alla prima applicazione delle soluzioni progettate, queste
vengono sottoposte ad un controllo nel tempo per verificare la
sostenibilità di quanto realizzato ed eventualmente approfondire cosa
non ha funzionato.
In questa fase del PDCA occorre riprendere le attività di analisi delle cause dei
problemi per individuare cosa deve essere fatto per superare le difficoltà
o le anomalie che ancora persistono.
ACT
Una volta che le soluzioni adottate hanno dimostrato di funzionare, è opportuno procedere a:
Standardizzare il miglioramento ottenuto applicandolo in via definitiva
Individuare eventuali esigenze di formazione del personale per
rendere operative le soluzioni adottate
Continuare a monitorare la situazione ripetendo il ciclo più volte fino a
raggiungere i miglioramenti desiderati
Individuare altre opportunità di miglioramento
Il PDCA è un modello per il miglioramento continuo dei processi e dei
progetti, per cui, una volta raggiunti gli obiettivi iniziali, si passa a
fissare nuovi obiettivi per aumentare il livello qualitativo ed
abbattere le non-conformità.
TIPOLOGIE PROGETTI DI
MIGLIORAMENTO
In base alla complessità del problema ed alla difficoltà di trovare
la causa radice ci sono varie
«Veloce»
• La causa radice del problema è rintracciabile velocemente
• Non è necessario formare un team; basta un’unica persona che
segue tutto il progetto (anche se le azioni operative saranno
affidate ad altri)
• Le azioni di miglioramento sono facili da individuare e veloci da
applicare.
• La durata complessiva del progetto dall’inizio della fase Plan
alla fine della fase DO è generalmente inferiore a due
settimane.
• Esempi scuola:
– aumentare l’orario di apertura della biblioteca
«Standard»
• E’ necessaria una raccolta dati ed una ricerca della
causa radice del problema con la collaborazione di più
esperti
• Non è necessario formare un team; basta un’unica
persona che segue tutto il progetto (anche se le azioni
operative saranno affidate ad altri)
• le azioni di miglioramento sono facili da individuare e
semplici da applicare.
• La durata complessiva del progetto dall’inizio della fase
Plan alla fine della fase DO è generalmente inferiore a
due mesi.
• Esempi scuola:
– Migliorare il processo di Accoglienza
– Migliorare il processo di Orientamento
• E’ necessario formare un team che contenga diverse abilità
e competenze
• E’ necessaria una lunga raccolta dati
• E’ necessaria una complessa analisi del processo che
genera il problema
• La ricerca della causa radice del problema richiede
verifiche e sperimentazioni «sul campo»
• le azioni di miglioramento richiedono abbastanza tempo
• La durata complessiva del progetto dall’inizio della fase
Plan alla fine della fase DO è generalmente inferiore a
sei mesi.
• Esempi scuola:
– Ridurre la % degli alunni con gravi insufficienze in una disciplina
– Ridurre la differenza di valutazione in una disciplina nel passaggio
dalla scuola primaria alla Secondaria I° grado
«Maggiore»
• Come i «Maggiori» ma con necessità di
utilizzare strumenti «avanzati» del «Problem
Solving»
– Analisi delle Affinità
– Diagrammi di Interrelazione
– Analisi di correlazione
– Diagramma delle forze in campo
– Indagini di Customer Satisfaction
– Analisi statistiche «avanzate»
• La durata complessiva del progetto dall’inizio
della fase Plan alla fine della fase DO è
generalmente inferiore a nove mesi.
• Esempi scuola:
– Migliorare esiti dell’Istituto alle prove Invalsi
«Avanzato»
ESEMPIO DI RICERCA DELLA
CAUSA RADICE CON LO
STRUMENTO DEI «5 PERCHÉ»
Quasi sempre le ipotesi di causa che emergono dai Brainstorming
non sono la «causa radice»…..
PROBLEM SOLVING
(JURAN)
DEFINIZIONE PROGETTO E
ORGANIZZAZIONE
FASE DIAGNOSTICA
FASE CORRETTIVA
MANTENERE IL
MIGLIORAMENTO
1.Definizione Elenco e Priorità dei Problemi
2.Definizione del Progetto e del Gruppo
3.Analisi dei Sintomi
4.Formulazione di Ipotesi circa le Cause
5.Verifica delle Ipotesi
6.Identificazione delle Cause
7.Valutazione di Soluzioni Alternative
8.Pianificazione Soluzioni e Controlli
9.Determinazione Resistenze al Cambiamento
10.Attuazione delle Soluzioni e Controlli
11.Controllo della Prestazione
12.Monitoraggio del Sistema di Controllo
Not correct
torque in
screwing
operation
MANPOWER MACHINE
MATERIALS METHOD
Operator not trained
Training OK
Op. doesn ’t follow cycle
Operator is OK
…………………………
………………… ..
Tool not calibrated
Calibration KO
R&R not capable
R&R OK
…………………………
………………… ..
Screws out of specs
Material OK
Dirt on screws
Presence of dirt
…………………………
………………… ..
…………………………
………………… ..
Poor visual system
V.S. OK
Working instructions
not detailed W.I. OK
…………………………
………………… ..
…………………………
………………… ..
…………………………
………………… ..
…………………………
………………… ..
Tool not calibrated
Dirt on screws
Diagramma Ishikawa e 5W sono collegati
logicamente
Per ogni potenziale causa del problema, è
necessario sviluppare un percorso specifico
5W, per raggiungere la causa radice o
escludere l’ipotesi di causa stessa
Ricerca della causa radice
Perché il laboratorio è sottoutilizzato dalla 3°C?
L’insegnante lo prenota poche volte
Perché lo prenota poche volte?
Quando la classe va in laboratorio perdono spesso mezz’ora in attesa di preparazione
esperimento
Perché quando vanno in laboratorio perdono spesso mezz’ora in attesa di preparazione
esperimento?
Il tecnico viene informato dell’esperimento definitivo solo all’arrivo in Laboratorio
Perché Il tecnico viene informato dell’esperimento definitivo solo all’arrivo in Laboratorio?
Insegnante e Tecnico non programmano l’esperimento in opportuni incontri preliminari
Perché Insegnante e Tecnico non programmano l’esperimento in opportuni incontri preliminari?
L’orario d’insegnamento e quello di presenza del tecnico non hanno momenti in cui
entrambe sono disponibili in Istituto per la programmazione
Perché l’orario d’insegnamento e quello di presenza del tecnico non hanno momenti in cui
entrambe sono disponibili in Istituto per la programmazione
Il dipartimento di chimica non ha mai fatto richiesta in tal senso a che elabora l’orario delle
lezioni
Contromisura: rivedere orario di insegnamento e/o orario del
tecnico di laboratorio per avere almeno un’ora di disponibilità
per programmazione uso Laboratori
Esempio
Problema: quest’anno il laboratorio di Chimica è sottoutilizzato dalla 3° C
Definizione degli obiettivi
Solo dopo l’individuazione della causa
radice è possibile
•Ipotizzare possibili contromisure
•Valutare se c’è la disponibilità economica e
di persone, per tali contromisure
Solo in base all’effettiva disponibilità di
risorse si possono fissare obiettivi
ragionevolmente realizzabili
Pianificare le azioni di miglioramento
Per ogni causa radice, si deve definire una
specifica contromisura con la descrizione
dell'azione, del responsabile e la data prevista
di completamento.
Le contromisure devono avere la priorità
secondo l'influenza di ciascuna causa radice
sul problema.
Action 1
Action 2
Action 3
Description Responsibility (Who?) Times
ACTION PLAN
IL MIGLIORAMENTO NELLE
MARCHE
Risultati scolastici
Risultati nelle prove
standardizzate
nazionali
Competenze chiave
e di Cittadinanza
Risultati a distanza
0 5 10 15 20 25 30 35 40 45
42
33
37
15
IL MIGLIORAMENTO NELLE MARCHE
Scelta delle PRIORITÀ
SCELTA OBIETTIVI DI PROCESSO
SCUOLE RETE AU.MI.RE
37
ESEMPI DI OBIETTIVI INDIVIDUATI NELLE VARIE AREE
AREE di processo
 Curricolo,
progettazio
ne e
valutazione
OBIETTIVI di processo
 A partire dall'analisi approfondita dei risultati delle
prove invalsi a.s. 2013/2014 , sulla base del QdR
potenziare a livello di programmazione e momenti di
confronto per una maggiore condivisione di buone
pratiche e scambio di strategie operative.
 Riflettere sulle proprie programmazioni nell’ottica
delle indicazioni nazionali per il curricolo e
approfondire la didattica per competenze sotto la
supervisione di un tutor esperto.
 1 Consolidare l’utilizzo del curricolo verticale1 Consolidare l’utilizzo del curricolo verticale
d'Istituto come strumento di riferimento per lad'Istituto come strumento di riferimento per la
progettazione e la programmazione delle attivitprogettazione e la programmazione delle attivitàà
didattiche.didattiche.
 Elaborare attivitElaborare attivitàà didattiche e prove di verifica perdidattiche e prove di verifica per
classi parallele.classi parallele.
 Elaborare criteri di valutazione condivisi eElaborare criteri di valutazione condivisi e
predisporre una griglia di valutazpredisporre una griglia di valutazione per conoscenze eione per conoscenze e
abilitabilitàà con i descrittori riferiti a ciascun votocon i descrittori riferiti a ciascun voto
 Realizzare prove comuni iniziali, intermedie e finali, anche su
modello INVALSI, nei diversi ordini di scuola.
 Realizzare un piano di formazione per la condivisione di criteri
valutativi Sì
 Realizzare un piano di formazione per l'aggiornamento delle
pratiche di insegnamentoapprendimento
ESEMPI DI OBIETTIVI INDIVIDUATI NELLE VARIE AREE
AREE di processo
 Ambiente di
apprendimen
to
OBIETTIVI di processo
 Avviare un processo di rilevazione a
distanza degli esiti dei nostri alunni
 Realizzare attività extracurricolari
finalizzate allo sviluppo di competenze
progettuali e pratiche
 Revisionare il curricolo d'Istituto in ottica di
continuità attraverso i dipartimenti
verticali
 Elaborare ed attuare metodologie didattiche
diversificate e innovative, finalizzate ad un
maggior coinvolgimento degli alunni e
all’innalzamento degli esiti degli
apprendimenti
 Potenziare i momenti in cui gli alunni
possono lavorare in gruppi
 Concorrere alla co-costruzione e potenziare
i momenti in cui gli alunni possano e delle
conoscenze, sperimentandosi in "richieste
autentiche
ESEMPI DI OBIETTIVI INDIVIDUATI NELLE VARIE AREE
AREE di processo
 Orientamento
strategico ed
organizzazione
della scuola
OBIETTIVI di processo
 Inserimento nell'organico dell'autonomia
del PTOF di 5 docenti da utilizzare nelle
attività a classi aperte della Scuola
Primaria
 Flessibilità nell'utilizzo di spazi e tempi
funzionali alla didattica nella Scuola
Primaria (classi aperte, gruppi di livello)
 Formazione dei docenti tramite corsi sulla
didattica delle competenze linguistiche,
sulla didattica digitale e sulla valutazione
e certificazione delle competenze
 Partecipazione ai progetti PON per
l'implementazione tecnologica nelle aule
ESEMPI DI OBIETTIVI INDIVIDUATI NELLE VARIE AREE
OBIETTIVI di processo
Continuità ed
Orientamento
Avviare un processo di rilevazione
a distanza degli esiti degli alunni
Realizzare attività extracurricolari
finalizzate allo sviluppo di
competenze progettuali e pratiche
Revisionare il curricolo d'Istituto in
ottica di continuità attraverso i
dipartimenti verticali
Definire e Condividere almeno 4
indicatori per la valutazione e
l’autovalutazione di competenze di
cittadinanza e sociali
AREE di processo
ALCUNI ESEMPI DI OBIETTIVI DI PROCESSO
Esempio
AREA DI MIGLIORAMENTO: Risultati delle prove standardizzate nazionali
Priorità Traguardi Obiettivi di processo
1) Riduzione della varianza
degli esiti INVALSI in
Italiano e Matematica
dentro le classi
Riduzione del 25% della
variabilità dentro le classi
degli esiti INVALSI in
Italiano e Matematica
• Approfondire, analizzare
e comparare gli esiti delle
prove INVALSI per la
revisione del curriculo dei
diversi ambiti disciplinari
• Condividere, predisporre
e comparare prove
comuni in tutti gli ambiti
disciplinari con
un'attenzione ai processi
attivati dagli alunni
Esempio
Area di
processo
Obiettivo di
processo
Risultati attesi Indicatori di
monitoraggio
Curricolo,
progettazione
e valutazione
1) Approfondire,
analizzare e
comparare gli esiti
delle prove INVALSI
per la revisione del
curriculo dei diversi
ambiti disciplinari
Progressiva maturazione di
una chiara consapevolezza
da parte dei docenti delle
lacune presentate dagli
alunni nelle prove INVALSI e
revisione dei curriculi nei vari
ambiti disciplinari al fine di
migliorare le competenze
logico-matematiche ed
espressive
• numero incontri annuali
dipartimentali finalizzati ad
approfondire, analizzare e
comparare le prove
INVALSI
• numero incontri
dipartimentali per la
revisione dei curriculi
Curricolo,
progettazione
e valutazione
2) Condividere,
predisporre e
comparare prove
comuni in tutti gli
ambiti disciplinari
con un'attenzione ai
processi attivati
dagli alunni
Somministrazione
sistematica di una prova
comune all'anno in tutti gli
ambiti disciplinari (anche sul
modello INVALSI) e relativa
analisi degli esiti
•n° prove comuni
somministrate
•n° classi coinvolte
•n° discipline coinvolte nelle
prove comuni
•n° incontri dipartimentali
dedicati all'analisi degli esiti
Esempio
Area di
processo
Obiettivo di
processo
Risultati attesi Indicatori di
monitoraggio
Continuità e
orientamento
3) Costruire un
curriculo verticale
relativo
all’insegnamento
della Lingua
Inglese in
collaborazione con
scuole secondarie
di secondo grado
locali
Condivisione di strategie
didattiche e valutative
con gli insegnanti della
scuola secondaria di
2°grado con l’utilizzo di
lezioni di potenziamento
in lingua inglese
• n° incontri tra docenti dei
due ordini di scuola
• n° interventi didattici
presso la scuola
secondaria di 1°grado
• n° classi della scuola
secondaria di 1°grado
coinvolte
Curricolo,
progettazione e
valutazione
4) Potenziare gli
aspetti
comunicativi della
Lingua Inglese
secondo il
Portfolio Europeo
Implementazione del
corso per la
certificazione
Didattica differenziata
per livelli all’interno delle
classi
• n° alunni partecipanti al
corso
• n° certificazioni rilasciate
alla fine di ciascun anno
•esiti prove comuni di
Lingua Inglese
• L’impegno di AU.MI.RE. È stato
caratterizzato da esperienze di ricerca-
azione condotte con costanti e mirate
azioni di supporto formativo e consulenza
on demand alle singole scuole
CONSIDERAZIONI FINALI
PDM e MODELLO SNV
• Autovalutazione (eterodiretta) e connessioni
con PDM
• Vincolo fra Esiti e Priorita’ Strategiche
• Assioma: eccellenze esiti-eccellenza scuola
• Capacità/Difficoltà di individuare cause
collegate e collegabili al problema
• Modalita’ di ricerca (collettiva) delle cause
• Tempo della ricerca della causa
• Focalizzazione sulla macrocausa o microcausa
IL PDM e:
PTOF
MIGLIORAMENTO/CONSOLIDAMENTO
PRATICHE GESTIONALI DEL DS
PRATICHE D’INSEGNAMENTO
IL PDM e tre tessere di un unico mosaico
NORMATIVO di un sistema in via di
costruzione
Le reti dell’AUTONOMIALe reti dell’AUTONOMIA
MIRELLA PAGLIALUNGA
RAPPORTO TRA…RAPPORTO TRA…
MIRELLA PAGLIALUNGA
Ricostruire i nessi:
• TRA FORMAZIONE E RICERCA –AZIONE
• TRA RICERCA-AZIONE delle scuole e
RICERCA-EDUCATIVA degli ISTITUTI
• TRA RETI DI SCUOLE E DI SCOPO E GLI
ISTITITUTI DI RICERCA
• TRA LE RETI DI SCOPO E LE RETI DI
AMBITO
• TRA L’ESPERIENZA DELLE SCUOLE E LA
RICERCA DELLE RETI
•
Mirella Paglialunga, Il progetto di miglioramento e la rendicontazione sociale

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  • 1. IL PROGETTO DI MIGLIORAMENTOIL PROGETTO DI MIGLIORAMENTO E LA RENDICONTAZIONE SOCIALE:E LA RENDICONTAZIONE SOCIALE: LE LINEE GUIDA DELLA RETELE LINEE GUIDA DELLA RETE AU.MI.RE.AU.MI.RE. PALERMO, 30 MAGGIO 2017 Dirigente Scolastico Mirella PAGLIALUNGA Coordinatrice rete regionale AU.MI.RE. Marche
  • 3. La circolarità dei processi mal si concilia con etero- determinate tempistiche di carattere sequenziale ed a breve scadenza. La circolarità del processo continuo richiede preordinati ed autonomi sistemi di rilevazione e di documentazione
  • 4. BS: ACCOUNTABILITY obbligo di rendere conto delle proprie decisioni e di esser responsabile per i risultati conseguiti. BS: ACCOUNTABILITY obbligo di rendere conto delle proprie decisioni e di esser responsabile per i risultati conseguiti. MIRELLA PAGLIALUNGA
  • 5. Filosofia della rendicontazione sociale • accountability della Pubblica Amministrazione verso la collettività • disponibilità all’ascolto ed alla rilevazione dei bisogni della collettività per la soluzione dei problemi • responsabilità sociale • Rendere accessibile, trasparente e valutabile l’operato della pubblica amministrazione • democrazia più attiva e paritetica perché partecipativa e, inoltre una democrazia continua, che si fonda sulla consultazione costante dei suoi cittadini elettori MIRELLA PAGLIALUNGA
  • 6. Principi del Bilancio Sociale Trasparenza: gli stakeholder devono poter comprendere il processo di rendicontazione adottato Attendibilita prive di errori e non devono essere condizionate da pregiudizi Chiarezza: il contenuto del bilancio sociale deve essere riportato in informazioni presentate Inclusione: il processo di rendicontazione e di conseguenza il documento di bilancio sociale devono mirare all’ascolto di tutti gli l’eventuale mancato ascolto di alcuni stakeholder; MIRELLA PAGLIALUNGA
  • 7. : il documento deve essere imparziale, stakeholder a scapito di altri : deve essere possibile ricostruire il procedimento di raccolta e di rendicontazione fonti da cui sono attinti i dati riportati nel documento : il bilancio deve essere redatto sistematicamente, solitamente il periodo di MIRELLA PAGLIALUNGA
  • 8. LE CARATTERISTICHE del BILANCIO SOCIALE AU.MI.RE. LE CARATTERISTICHE del BILANCIO SOCIALE AU.MI.RE. MIRELLA PAGLIALUNGA
  • 9. MIRELLA PAGLIALUNGA 8 CONSULTAZIONE STAKEHOLDER 7-PREPARAZIONE E PUBBLICAZIONE BILANCIO SOCIALE 6-OBIETTIVI E AZIONI DI MIGLIORAMENT0 5-MISURAZIONE E VALUTAZIONE PERFORMANCE 4-DIAOLOGO CON GLI STAKEHOLDER 3-MAPPATURA STAKEHOLDER 2-INDICATORI CHIAVE DI PERFORMANCE 1 COSTITUZIONE GRUPPO DI LAVORO PROCESSO DI RENDICONTAZIONE SOCIALE RETE AU.MI.RE
  • 10. STRUTTURA DEL BILANCIO SOCIALE AU.MI.RE. Lettera di presentazione Nota metodologica Capitolo 1 L’IDENTITA’ Capitolo 2 STRATEGIA e RISORSE Capitolo 3 LA RELAZIONE SOCIALE GLI ESITI Capitolo 4 PROSPETTIVE DI MIGLIORAMENTO  Questionario sul BS MIRELLA PAGLIALUNGA
  • 11. Capitolo 1 L’identità 1. la missione ed i valori 2. la storia ed il profilo 3. la governance allargata 4. assetto istituzionale e organizzativo 5. la rete delle relazioni 6. gli stakeholder MIRELLA PAGLIALUNGA
  • 12. Capitolo 2 STRATEGIE E RISORSE A)Aree di rendicontazione e relativi obiettivi strategici A)Le Risorse MIRELLA PAGLIALUNGA
  • 13. A - Aree di rendicontazione - Obiettivi strategici Aree di rendicontazione Obiettivi strategici Apprendimento − Promuovere conoscenze e competenze specifiche − Favorire lo sviluppo della persona e la capacità di scelta − Stimolare la partecipazione sociale − Migliorare e innovare i processi formativi Integrazione- Interazione con la comunità territoriale − Sviluppare la progettazione integrata con il territorio e le famiglie − Promuovere il lavoro in rete con altre scuole Organizzazione e gestione − Promuovere una leadership diffusa − Valorizzare le professionalità interne − Promuovere l’immagine della scuola − Ottimizzare l’organizzazione scolastica
  • 14. Per ogni area di rendicontazione esplicitare: MIRELLA PAGLIALUNGA
  • 15. MIRELLA PAGLIALUNGA B - LE RISORSE IL PERSONALE Primo ciclo R3 RISORSE PROFESSIONALI Rileva il livello di stabilità e professionalità dei docenti che operano nell'Istituto scolastico • R3.1 % docenti di ruolo sul totale docenti • R3.2 N. medio di anni di permanenza dei docenti nell’Istituto scolastico • R3.3 % docenti che hanno frequentato almeno un corso di formazione • metodologico-didattica (almeno 12 ore) nell'ultimo triennio • R3.4a % docenti in possesso di titolo universitario, almeno • triennale(docenti scuola dell’infanzia e scuola Primaria) • R3.4b % docenti che, in aggiunta al titolo richiesto per la propria classe di • concorso,hanno svolto corsi di laurea/perfezionamento/specializzazione di • livello universitario valutabili in ambito scolastico (docenti scuola secondaria • di 1° grado) • R3.5 % alunni per docente • R3.6 % studenti per ogni ATA
  • 16. MIRELLA PAGLIALUNGA B LE RISORSE FINANZIARIE Esempio Indicatori finanziari: P8 Gestione economico- contabile P8.2 Indici di correlazione P8.2A Spese per personale impegnato nei progetti/ fondo di istituto P8.2B Organizzazione scolastica/fondo di istituto P8.2C Attività di recupero/fondo di istituto P8.2D Finanziamenti dal Fondo di Istituto/Spese per Progetti P8.2E Altri finanziamenti/Spese per progetti P8.3 Indicatori di efficienza P8.3A Spesa relativa alle supplenze brevi e saltuarie (docenti e ATA)/alunno iscritto P8.3B Spese per compensi accessori (docenti e ATA)/alunno iscritto P8.3C Spese per personale impegnato nei progetti/N. partecipanti ai progetti P8.3D Spese per personale impegnato nei progetti/N. progetti realizzati P8.3E Spese per progetti/N. partecipanti P8.3F Spese per progetti/N. progetti P8.3G Spesa correnti/N. alunni
  • 17. Capitolo 3 LA RELAZIONE SOCIALE: GLI ESITI PER OGNI AREA DI RENDICONTAZIONE 1-OBIETTIVI PERSEGUITI 2- STAKEHOLDERS 3-AZIONI REALIZZATE (attività, progetti,servizi - tempi e modalità) 4-INDICATORI per MISURARE GLI OBIETTIVI RAGGIUNTI (efficacia, efficienza, qualità) 5-RISULTATI OTTENUTI 6-Spesa complessiva MIRELLA PAGLIALUNGA
  • 18. Capitolo 4 PROSPETTIVE DI MIGLIORAMENTO progetti di miglioramento coerenti con la mission istituzionale sulla base: _ dei risultati raggiunti rendicontazione sociale _del confronto con gli stakeholder MIRELLA PAGLIALUNGA
  • 20. PLAN Consiste nelle definizione di ciò che deve essere fatto per risolvere un problema o migliorare un processo e nella successiva pianificazione delle azioni da svolgere. 1- Precisazione degli obiettivi del miglioramento da attuare 2- Raccolta dei dati relativi al problema o processo 3- Mappatura del processo utilizzando un diagramma di flusso od altro strumento utile 4- Individuazione delle cause principali (causa radice) dei vincoli da rimuovere 5- Determinazione degli interventi necessari per risolvere la situazione 6- Determinazione dei risultati attesi 7- Definizione delle responsabilità per la fase di attuazione 8- Pianificazione delle azioni da svolgere 9- Pianificazione delle risorse 10- Determinazione delle metriche per misurare i miglioramenti o gli scostamenti da quanto previsto Consiste nelle definizione di ciò che deve essere fatto per risolvere un problema o migliorare un processo e nella successiva pianificazione delle azioni da svolgere. 1- Precisazione degli obiettivi del miglioramento da attuare 2- Raccolta dei dati relativi al problema o processo 3- Mappatura del processo utilizzando un diagramma di flusso od altro strumento utile 4- Individuazione delle cause principali (causa radice) dei vincoli da rimuovere 5- Determinazione degli interventi necessari per risolvere la situazione 6- Determinazione dei risultati attesi 7- Definizione delle responsabilità per la fase di attuazione 8- Pianificazione delle azioni da svolgere 9- Pianificazione delle risorse 10- Determinazione delle metriche per misurare i miglioramenti o gli scostamenti da quanto previsto
  • 21. DO Implementare le soluzioni • Durante questa fase del PDCA, vengono attuate le soluzioni ed i piani precedentemente definiti: • I responsabili individuati mettono in pratica le azioni previste • Ogni soluzione è implementata per un periodo di prova • Viene verificata l’adeguatezza delle soluzioni adottate rispetto agli obiettivi attesi • Vengono formati i dipendenti sulle nuove modalità operative a fronte delle soluzioni adottate
  • 22. CHECK Verificare e monitorare le soluzioni Successivamente alla prima applicazione delle soluzioni progettate, queste vengono sottoposte ad un controllo nel tempo per verificare la sostenibilità di quanto realizzato ed eventualmente approfondire cosa non ha funzionato. In questa fase del PDCA occorre riprendere le attività di analisi delle cause dei problemi per individuare cosa deve essere fatto per superare le difficoltà o le anomalie che ancora persistono.
  • 23. ACT Una volta che le soluzioni adottate hanno dimostrato di funzionare, è opportuno procedere a: Standardizzare il miglioramento ottenuto applicandolo in via definitiva Individuare eventuali esigenze di formazione del personale per rendere operative le soluzioni adottate Continuare a monitorare la situazione ripetendo il ciclo più volte fino a raggiungere i miglioramenti desiderati Individuare altre opportunità di miglioramento Il PDCA è un modello per il miglioramento continuo dei processi e dei progetti, per cui, una volta raggiunti gli obiettivi iniziali, si passa a fissare nuovi obiettivi per aumentare il livello qualitativo ed abbattere le non-conformità.
  • 24. TIPOLOGIE PROGETTI DI MIGLIORAMENTO In base alla complessità del problema ed alla difficoltà di trovare la causa radice ci sono varie
  • 25. «Veloce» • La causa radice del problema è rintracciabile velocemente • Non è necessario formare un team; basta un’unica persona che segue tutto il progetto (anche se le azioni operative saranno affidate ad altri) • Le azioni di miglioramento sono facili da individuare e veloci da applicare. • La durata complessiva del progetto dall’inizio della fase Plan alla fine della fase DO è generalmente inferiore a due settimane. • Esempi scuola: – aumentare l’orario di apertura della biblioteca
  • 26. «Standard» • E’ necessaria una raccolta dati ed una ricerca della causa radice del problema con la collaborazione di più esperti • Non è necessario formare un team; basta un’unica persona che segue tutto il progetto (anche se le azioni operative saranno affidate ad altri) • le azioni di miglioramento sono facili da individuare e semplici da applicare. • La durata complessiva del progetto dall’inizio della fase Plan alla fine della fase DO è generalmente inferiore a due mesi. • Esempi scuola: – Migliorare il processo di Accoglienza – Migliorare il processo di Orientamento
  • 27. • E’ necessario formare un team che contenga diverse abilità e competenze • E’ necessaria una lunga raccolta dati • E’ necessaria una complessa analisi del processo che genera il problema • La ricerca della causa radice del problema richiede verifiche e sperimentazioni «sul campo» • le azioni di miglioramento richiedono abbastanza tempo • La durata complessiva del progetto dall’inizio della fase Plan alla fine della fase DO è generalmente inferiore a sei mesi. • Esempi scuola: – Ridurre la % degli alunni con gravi insufficienze in una disciplina – Ridurre la differenza di valutazione in una disciplina nel passaggio dalla scuola primaria alla Secondaria I° grado «Maggiore»
  • 28. • Come i «Maggiori» ma con necessità di utilizzare strumenti «avanzati» del «Problem Solving» – Analisi delle Affinità – Diagrammi di Interrelazione – Analisi di correlazione – Diagramma delle forze in campo – Indagini di Customer Satisfaction – Analisi statistiche «avanzate» • La durata complessiva del progetto dall’inizio della fase Plan alla fine della fase DO è generalmente inferiore a nove mesi. • Esempi scuola: – Migliorare esiti dell’Istituto alle prove Invalsi «Avanzato»
  • 29. ESEMPIO DI RICERCA DELLA CAUSA RADICE CON LO STRUMENTO DEI «5 PERCHÉ» Quasi sempre le ipotesi di causa che emergono dai Brainstorming non sono la «causa radice»…..
  • 30. PROBLEM SOLVING (JURAN) DEFINIZIONE PROGETTO E ORGANIZZAZIONE FASE DIAGNOSTICA FASE CORRETTIVA MANTENERE IL MIGLIORAMENTO 1.Definizione Elenco e Priorità dei Problemi 2.Definizione del Progetto e del Gruppo 3.Analisi dei Sintomi 4.Formulazione di Ipotesi circa le Cause 5.Verifica delle Ipotesi 6.Identificazione delle Cause 7.Valutazione di Soluzioni Alternative 8.Pianificazione Soluzioni e Controlli 9.Determinazione Resistenze al Cambiamento 10.Attuazione delle Soluzioni e Controlli 11.Controllo della Prestazione 12.Monitoraggio del Sistema di Controllo
  • 31. Not correct torque in screwing operation MANPOWER MACHINE MATERIALS METHOD Operator not trained Training OK Op. doesn ’t follow cycle Operator is OK ………………………… ………………… .. Tool not calibrated Calibration KO R&R not capable R&R OK ………………………… ………………… .. Screws out of specs Material OK Dirt on screws Presence of dirt ………………………… ………………… .. ………………………… ………………… .. Poor visual system V.S. OK Working instructions not detailed W.I. OK ………………………… ………………… .. ………………………… ………………… .. ………………………… ………………… .. ………………………… ………………… .. Tool not calibrated Dirt on screws Diagramma Ishikawa e 5W sono collegati logicamente Per ogni potenziale causa del problema, è necessario sviluppare un percorso specifico 5W, per raggiungere la causa radice o escludere l’ipotesi di causa stessa Ricerca della causa radice
  • 32. Perché il laboratorio è sottoutilizzato dalla 3°C? L’insegnante lo prenota poche volte Perché lo prenota poche volte? Quando la classe va in laboratorio perdono spesso mezz’ora in attesa di preparazione esperimento Perché quando vanno in laboratorio perdono spesso mezz’ora in attesa di preparazione esperimento? Il tecnico viene informato dell’esperimento definitivo solo all’arrivo in Laboratorio Perché Il tecnico viene informato dell’esperimento definitivo solo all’arrivo in Laboratorio? Insegnante e Tecnico non programmano l’esperimento in opportuni incontri preliminari Perché Insegnante e Tecnico non programmano l’esperimento in opportuni incontri preliminari? L’orario d’insegnamento e quello di presenza del tecnico non hanno momenti in cui entrambe sono disponibili in Istituto per la programmazione Perché l’orario d’insegnamento e quello di presenza del tecnico non hanno momenti in cui entrambe sono disponibili in Istituto per la programmazione Il dipartimento di chimica non ha mai fatto richiesta in tal senso a che elabora l’orario delle lezioni Contromisura: rivedere orario di insegnamento e/o orario del tecnico di laboratorio per avere almeno un’ora di disponibilità per programmazione uso Laboratori Esempio Problema: quest’anno il laboratorio di Chimica è sottoutilizzato dalla 3° C
  • 33. Definizione degli obiettivi Solo dopo l’individuazione della causa radice è possibile •Ipotizzare possibili contromisure •Valutare se c’è la disponibilità economica e di persone, per tali contromisure Solo in base all’effettiva disponibilità di risorse si possono fissare obiettivi ragionevolmente realizzabili
  • 34. Pianificare le azioni di miglioramento Per ogni causa radice, si deve definire una specifica contromisura con la descrizione dell'azione, del responsabile e la data prevista di completamento. Le contromisure devono avere la priorità secondo l'influenza di ciascuna causa radice sul problema. Action 1 Action 2 Action 3 Description Responsibility (Who?) Times ACTION PLAN
  • 36. Risultati scolastici Risultati nelle prove standardizzate nazionali Competenze chiave e di Cittadinanza Risultati a distanza 0 5 10 15 20 25 30 35 40 45 42 33 37 15 IL MIGLIORAMENTO NELLE MARCHE Scelta delle PRIORITÀ
  • 37. SCELTA OBIETTIVI DI PROCESSO SCUOLE RETE AU.MI.RE 37
  • 38. ESEMPI DI OBIETTIVI INDIVIDUATI NELLE VARIE AREE AREE di processo  Curricolo, progettazio ne e valutazione OBIETTIVI di processo  A partire dall'analisi approfondita dei risultati delle prove invalsi a.s. 2013/2014 , sulla base del QdR potenziare a livello di programmazione e momenti di confronto per una maggiore condivisione di buone pratiche e scambio di strategie operative.  Riflettere sulle proprie programmazioni nell’ottica delle indicazioni nazionali per il curricolo e approfondire la didattica per competenze sotto la supervisione di un tutor esperto.  1 Consolidare l’utilizzo del curricolo verticale1 Consolidare l’utilizzo del curricolo verticale d'Istituto come strumento di riferimento per lad'Istituto come strumento di riferimento per la progettazione e la programmazione delle attivitprogettazione e la programmazione delle attivitàà didattiche.didattiche.  Elaborare attivitElaborare attivitàà didattiche e prove di verifica perdidattiche e prove di verifica per classi parallele.classi parallele.  Elaborare criteri di valutazione condivisi eElaborare criteri di valutazione condivisi e predisporre una griglia di valutazpredisporre una griglia di valutazione per conoscenze eione per conoscenze e abilitabilitàà con i descrittori riferiti a ciascun votocon i descrittori riferiti a ciascun voto  Realizzare prove comuni iniziali, intermedie e finali, anche su modello INVALSI, nei diversi ordini di scuola.  Realizzare un piano di formazione per la condivisione di criteri valutativi Sì  Realizzare un piano di formazione per l'aggiornamento delle pratiche di insegnamentoapprendimento
  • 39. ESEMPI DI OBIETTIVI INDIVIDUATI NELLE VARIE AREE AREE di processo  Ambiente di apprendimen to OBIETTIVI di processo  Avviare un processo di rilevazione a distanza degli esiti dei nostri alunni  Realizzare attività extracurricolari finalizzate allo sviluppo di competenze progettuali e pratiche  Revisionare il curricolo d'Istituto in ottica di continuità attraverso i dipartimenti verticali  Elaborare ed attuare metodologie didattiche diversificate e innovative, finalizzate ad un maggior coinvolgimento degli alunni e all’innalzamento degli esiti degli apprendimenti  Potenziare i momenti in cui gli alunni possono lavorare in gruppi  Concorrere alla co-costruzione e potenziare i momenti in cui gli alunni possano e delle conoscenze, sperimentandosi in "richieste autentiche
  • 40. ESEMPI DI OBIETTIVI INDIVIDUATI NELLE VARIE AREE AREE di processo  Orientamento strategico ed organizzazione della scuola OBIETTIVI di processo  Inserimento nell'organico dell'autonomia del PTOF di 5 docenti da utilizzare nelle attività a classi aperte della Scuola Primaria  Flessibilità nell'utilizzo di spazi e tempi funzionali alla didattica nella Scuola Primaria (classi aperte, gruppi di livello)  Formazione dei docenti tramite corsi sulla didattica delle competenze linguistiche, sulla didattica digitale e sulla valutazione e certificazione delle competenze  Partecipazione ai progetti PON per l'implementazione tecnologica nelle aule
  • 41. ESEMPI DI OBIETTIVI INDIVIDUATI NELLE VARIE AREE OBIETTIVI di processo Continuità ed Orientamento Avviare un processo di rilevazione a distanza degli esiti degli alunni Realizzare attività extracurricolari finalizzate allo sviluppo di competenze progettuali e pratiche Revisionare il curricolo d'Istituto in ottica di continuità attraverso i dipartimenti verticali Definire e Condividere almeno 4 indicatori per la valutazione e l’autovalutazione di competenze di cittadinanza e sociali AREE di processo
  • 42. ALCUNI ESEMPI DI OBIETTIVI DI PROCESSO
  • 43. Esempio AREA DI MIGLIORAMENTO: Risultati delle prove standardizzate nazionali Priorità Traguardi Obiettivi di processo 1) Riduzione della varianza degli esiti INVALSI in Italiano e Matematica dentro le classi Riduzione del 25% della variabilità dentro le classi degli esiti INVALSI in Italiano e Matematica • Approfondire, analizzare e comparare gli esiti delle prove INVALSI per la revisione del curriculo dei diversi ambiti disciplinari • Condividere, predisporre e comparare prove comuni in tutti gli ambiti disciplinari con un'attenzione ai processi attivati dagli alunni
  • 44. Esempio Area di processo Obiettivo di processo Risultati attesi Indicatori di monitoraggio Curricolo, progettazione e valutazione 1) Approfondire, analizzare e comparare gli esiti delle prove INVALSI per la revisione del curriculo dei diversi ambiti disciplinari Progressiva maturazione di una chiara consapevolezza da parte dei docenti delle lacune presentate dagli alunni nelle prove INVALSI e revisione dei curriculi nei vari ambiti disciplinari al fine di migliorare le competenze logico-matematiche ed espressive • numero incontri annuali dipartimentali finalizzati ad approfondire, analizzare e comparare le prove INVALSI • numero incontri dipartimentali per la revisione dei curriculi Curricolo, progettazione e valutazione 2) Condividere, predisporre e comparare prove comuni in tutti gli ambiti disciplinari con un'attenzione ai processi attivati dagli alunni Somministrazione sistematica di una prova comune all'anno in tutti gli ambiti disciplinari (anche sul modello INVALSI) e relativa analisi degli esiti •n° prove comuni somministrate •n° classi coinvolte •n° discipline coinvolte nelle prove comuni •n° incontri dipartimentali dedicati all'analisi degli esiti
  • 45. Esempio Area di processo Obiettivo di processo Risultati attesi Indicatori di monitoraggio Continuità e orientamento 3) Costruire un curriculo verticale relativo all’insegnamento della Lingua Inglese in collaborazione con scuole secondarie di secondo grado locali Condivisione di strategie didattiche e valutative con gli insegnanti della scuola secondaria di 2°grado con l’utilizzo di lezioni di potenziamento in lingua inglese • n° incontri tra docenti dei due ordini di scuola • n° interventi didattici presso la scuola secondaria di 1°grado • n° classi della scuola secondaria di 1°grado coinvolte Curricolo, progettazione e valutazione 4) Potenziare gli aspetti comunicativi della Lingua Inglese secondo il Portfolio Europeo Implementazione del corso per la certificazione Didattica differenziata per livelli all’interno delle classi • n° alunni partecipanti al corso • n° certificazioni rilasciate alla fine di ciascun anno •esiti prove comuni di Lingua Inglese
  • 46. • L’impegno di AU.MI.RE. È stato caratterizzato da esperienze di ricerca- azione condotte con costanti e mirate azioni di supporto formativo e consulenza on demand alle singole scuole
  • 48. PDM e MODELLO SNV • Autovalutazione (eterodiretta) e connessioni con PDM • Vincolo fra Esiti e Priorita’ Strategiche • Assioma: eccellenze esiti-eccellenza scuola • Capacità/Difficoltà di individuare cause collegate e collegabili al problema • Modalita’ di ricerca (collettiva) delle cause • Tempo della ricerca della causa • Focalizzazione sulla macrocausa o microcausa
  • 49. IL PDM e: PTOF MIGLIORAMENTO/CONSOLIDAMENTO PRATICHE GESTIONALI DEL DS PRATICHE D’INSEGNAMENTO
  • 50. IL PDM e tre tessere di un unico mosaico NORMATIVO di un sistema in via di costruzione
  • 51. Le reti dell’AUTONOMIALe reti dell’AUTONOMIA MIRELLA PAGLIALUNGA
  • 53. Ricostruire i nessi: • TRA FORMAZIONE E RICERCA –AZIONE • TRA RICERCA-AZIONE delle scuole e RICERCA-EDUCATIVA degli ISTITUTI • TRA RETI DI SCUOLE E DI SCOPO E GLI ISTITITUTI DI RICERCA • TRA LE RETI DI SCOPO E LE RETI DI AMBITO • TRA L’ESPERIENZA DELLE SCUOLE E LA RICERCA DELLE RETI •