Vito Pecoraro, l'erba del vicino non sempre è più verde. Riflessioni sul si...
Umanizzazione assistenza sanitaria
1. SERVIZIO DI
PSICOLOGIA CLINICA
Responsabile Dott. Giuseppe Rotondo
Umanizzazione dei percorsi
di Assistenza Sanitaria
Cefalù
2. Un tema di grande attualità
‘‘Umanizzazione dei percorsi di diagnosi e cura in
seno alle strutture sanitarie’’
Maggiore attenzione per la dimensione umana ed
esistenziale del paziente in ambito sanitario
(servizi territoriali, ospedali)
3. Questi presupposti riflettono un’evoluzione
del modello sanitario che viene orientato
sull’esercizio di una medicina centrata
sulla persona (patient oriented) piuttosto
che sulla malattia (desease centred)
Il paziente assume quindi una posizione di
“centralità” all’interno dei percorsi
diagnostico-terapeutici
4. I processi medico-assistenziali sono
funzionali alla gestione dello “stato di
salute” dell’individuo e NON alla gestione
della “malattia”
Il paziente va considerato “soggetto in
trattamento” e NON “oggetto di
trattamento”
5. In ambito sanitario, un approccio diagnostico-
terapeutico circoscritto al danno d’organo o allo
stato di compromissione funzionale, finisce con il
determinare una “parcellizzazione della persona”
Le nuove tendenze tendono ad affermare un
“approccio olistico” alla persona che tiene
conto di tutte le componenti che nell’insieme
definiscono una dimensione unitaria, che pur
essendo differenziata in organi e apparati,
costituisce un sistema integrato caratterizzato da
un suo livello di complessità e di integrazione
funzionale
6. Questo nuovo approccio definisce l’attività
clinica in funzione del miglioramento della
qualità della vita della persona, riducendo
o neutralizzando la condizione di disagio o
invalidazione funzionale che deriva dalla
condizione di patologia, porgendo altresì
attenzione all’entourage familiare
Sostanzialmente …
>> Cura per la persona
>> Azione di supporto per familiari/caregivers
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7. La posizione del paziente
Il paziente assume la posizione di “protagonista
attivo” e non di “soggetto passivo” in seno alle
procedure di assistenza sanitaria, pertanto ha il
diritto di acquisire informazione e conoscenza sul
proprio stato patologico, sulle procedure
terapeutiche e sui possibili inconvenienti ad esse
correlati (consenso informato)
Il paziente ha il diritto di conoscere la verità sulla
malattia, così come di rifiutare le cure !!
8. L’informazione all’utente
La comunicazione della diagnosi ai pazienti con
grave condizione patologica (gravi cardiopatie,
patologie neurodegenerative, patologie oncologiche) o la
comunicazione della necessità di procedere con
interventi di chirurgia demolitiva (amputazioni) o
con trapianti d’organo, richiede l’adozione di
approcci qualificati (Psicologo Clinico) in grado di
gestire le reazioni emotive del paziente e
l’impatto con la condizione di stress che ne deriva
Lo stesso vale per la comunicazione ai familiari del
decesso del paziente
9. Questo approccio modifica la relazione “medico-paziente” o
“operatore sanitario-paziente”, includendo in questo
binomio non soltanto la figura del medico ma anche di tutto
il personale preposto a garantire l’assistenza sanitaria
Questo approccio richiede altresì l’impiego di specifiche
competenze professionali che consentano di realizzare una
“presa in carico globale” del paziente includendo le
componenti psicologiche (i vissuti, la consapevolezza
della propria condizione, lo stato di sofferenza che ne
deriva, la condizione emotiva e l’assetto timico, le
aspettative sulle procedure terapeutiche, la modificazione
del proprio stile di vita in relazione agli “esiti” di patologia)
>> Psicologo Clinico
10. Un approccio di questo tipo non può che
qualificare i Servizi Sanitari sia territoriali che
ospedalieri.
In particolare l’ospedale verrebbe definito quale
contesto a misura d’uomo, predisposto per
l’attuazione di interventi che siano “centrati sulla
persona”, ma anche in grado di accogliere il
paziente, di rispondere ai suoi bisogni, di attuare
azioni di sostegno sia per il paziente che per i
suoi familiari.
11. Rimodulazione del modello operativo
Secondo questo approccio le prestazioni
professionali del clinico e l’esercizio delle
professioni sanitarie richiedono nuove modalità di
attuazione (non viene modificato “cosa” viene
fatto ma il “come” lo si realizza)
12. La formazione del personale sanitario
La rimodulazione del modello operativo richiede una
revisione del “modus operandi” che richiede una
propedeutica attività di formazione per i professionisti,
che integri il livello di competenze professionali
specialistiche con maggiori e più adeguate
capacità comunicative e relazionali con i pazienti
in funzione del grado di compromissione o della
complessità del quadro clinico
Per valutare l’importanza di questo aspetto è sufficiente
acquisire consapevolezza del fatto che “la gestione del
paziente passa attraverso la relazione con la persona”
13. Servizio di Psicologia Clinica Ospedaliera
Con riferimento a queste premesse assume una
funzione determinante la figura dello Psicologo
Clinico in seno ai Servizi Territoriali, così come il
Servizio di Psicologia Clinica Ospedaliera (SPCH)
all’interno degli ospedali
L’HSRG di Cefalù, essendo una struttura sanitaria
vocata all’eccellenza, non poteva non
compendiare nel proprio seno l’SPCH
14. Servizio di Psicologia Clinica Ospedaliera
Il HSRG con l’attivazione del Servizio di Psicologia Clinica,
attesta il valore e il significato che viene attribuito alla
“centralità” della persona, protendendo verso
l’umanizzazione delle procedure di diagnosi e cura, e
ponendo grande attenzione al disagio psicologico
connesso alle patologie organiche.
Il Servizio di Psicologia Clinica contribuisce alla
realizzazione di un approccio olistico, in cui l’attenzione
viene focalizzata sull’integrità della persona malata,
tendendo a ricostituirne i livelli di funzionalità e la
qualità della vita.
Viene così offerto un importante contributo alla
realizzazione del presupposto dell’eccellenza
nell’assistenza sanitaria.
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15. Profili professionali impiegati e relative aree di pertinenza
Il Servizio di Psicologia Clinica Ospedaliera del San Raffaele Giglio
si avvale di Psicologi Clinici con competenze specialistiche in :
Psicoterapia cognitiva e comportamentale
Psicofisiologia Clinica e Psicosomatica
Psicoprofilassi al parto e Psicosomatica ginecologica
Psicocardiologia
Psicologia psicodinamica
Psico-oncologia
Neuropsicologia Clinica (Diagnostica e Riabilitazione)
Psicosessuologia Clinica
Psicologia Clinica dei Disturbi del Comportamento
Alimentare (DCA) e dell’Obesità Psicogena
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16. Targetsono indirizzate alla diagnosi e cura dei
Le azioni del Servizio
disturbi psicopatologici e alle condizioni di disagio psicologico.
I destinatari dell’intervento sono i pazienti e, laddove ritenuto
opportuno, i loro familiari o caregiver.
Beneficiari dell’intervento sono altresì gli operatori delle diverse
Unità Operative (consulenza all’equipe medica).
Laddove richiesto si garantisce un’azione di
consulenza/valutazione psicodiagnostica per gli operatori
HSRG, dietro richiesta della Sorveglianza Sanitaria.
Un significativo contributo viene reso attraverso la
partecipazione attiva a protocolli di ricerca realizzati in seno
alle U.O. della Fondazione HSRG.
Il Servizio è disponibile per la conduzione di iniziative di
formazione (ECM), nell’ambito della Psicologia Clinica e della
Salute (sia per operatori interni che esterni) .
Gli operatori del Servizio di Psicologia Clinica svolgono un’azione
di tutoring per gli psicologi in tirocinio di specializzazione.
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17. Aree di intervento
Gli ambiti all’interno dei quali sono stati realizzati in
prevalenza gli interventi del Servizio di Psicologia Clinica
sono:
L’area oncologica (U.O. di Oncologia e Breast Unit)
L’area di Riabilitazione: neuroriabilitazione,
pneumoriabilitazione, lungodegenza e unità risvegli
L’unità operativa di Neurologia
L’area cardiologica (U.O. di Cardiologia + Card-R)
L’unità operativa di Ginecologia
GLO - Chirurgia Bariatrica
Psichiatria
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18. Le azioni
La diversificazione dei profili professionali consente di canalizzare le risorse
umane secondo competenze professionali specialistiche, qualificando
le prestazioni professionali del Servizio di Psicologia Clinica nelle seguenti
aree:
Assessment psicologico e psicodiagnostico (osservazione clinica e comportamentale,
testing psicometrico e reattivi psicodiagnostici, profilo psicofisiologico, esame neuropsicologico)
Psicodiagnostica differenziale (rilevazione dei disturbi somatoformi) e
Contributo nell’ambito del Neuroimaging funzionale
Setting clinico-psicologico (counseling, azioni di supporto, psicoterapia)
Setting di Psicofisiologia Clinica e Biofeedback (EMG, THE, SCL, HR, RES, Neurofeedback)
Psicocardiologia: Gruppi psicoeducazionali e di disassuefazione dal fumo,
Training stress management, Counseling psicologico, setting di
Psicofisiologia clinica e Psicoterapia (T.A., BFB, TCC)
Setting di riabilitazione neuropsicologica
Psicooncologia: azioni di counseling e di supporto ai pz., caregiver e staff
Setting di Psicosessuologia Clinica
Psicoprofilassi e assistenza al parto
Psicologia clinica dei disturbi del comportamento alimentare (DCA) e
dell’obesità psicogena
Psicologia della salute, prevenzione del disagio psichico e promozione del benessere
Attività di ricerca e di formazione
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19. In sintesi …
Le competenze clinico-psicologiche vengono integrate con
le competenze di clinica medica e chirurgica, definendo un
approccio psico-somatico unitario alla patologia del
paziente, che tenda a non dicotomizzare la dimensione
psicologica rispetto a quella somatica.
Sostanzialmente vengono definiti i criteri per la
realizzazione della presa in carico globale della persona,
tenendo conto non solo della patologia organica ma anche
dei vissuti, della condizione di sofferenza psicologica, della
compromissione funzionale e delle lacerazioni che la
patologia organica determina sulla dimensione esistenziale
del paziente e sulla qualità della vita.
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20.
21.
22. Attività di Ricerca
Alla pratica clinica si affianca l’attività di ricerca,
finalizzata allo studio delle correlazioni tra
variabili psicologiche e patologie organiche, con
riferimento all’etiopatogenesi, nonché ai
meccanismi di attivazione (insorgenza) e di
mantenimento dell’espressione sintomatica.
Queste azioni non possono che costituire un valore
aggiunto alla qualificazione del HSRG,
definendosi nel contempo quale valido
presupposto per l’affermazione di un “approccio
psico-somatico” alla condizione patologica del
paziente.
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