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PROVARE AD IMMAGINARE, STUDIANDO IL CONTESTO GENERALE
I dati storici, sull’origine di Cendrole e Riese, sono scarsissimi, presi da soli, per azzardare conclusioni sicure.
Per fortuna l’indagine storica ha fatto progressi notevoli, sconosciuti alla massa: oggi abbiamo un quadro
generale abbastanza preciso e completo sui nostri antenati Veneti.
Se si studia il contesto generale, allora anche lo scenario specifico, può essere illuminato molto meglio.
Questo è un lavoro di mera divulgazione, le mie fonti sono accessibili a chiunque, nelle biblioteche e nei
musei della zona.
Per argomenti analoghi clicca i links a pag. 4
REITA A CENDROLE, I RETII A RIESE
ARGOMENTO
I VENETI. CELTI ? SLAVI? PREROMANI?
SLAVI?
SLAVI
LA STORIA: ERUDIZIONE O CULTURA?
UNA LETTURA MULTIDISCIPLINARE DEL PASSATO
A SAN PIETRO, I CULTI PAGANI DEI SOLDATI DEL CASTELLO
VOCABOLI INDISPENSABILI
INSEDIAMENTI ED INTERFACCE DEI VENETI
I VENETI A SUD DI PADOVA
I VENETI A NORD DI PADOVA
I RETII
GLI SCAMBI CON I POPOLI CONFINANTI
E’ LECITO CONFONDERE I VENETI CON I CELTI?
I NEMICI MORTALI DEI VENETI? I LON(GO)BARDI
CHI HA CIVILIZZATO I VENETI? I ROMANI?
LE DUE ANNESSIONI
I VENETI DI CESARE E TACITO
I VENETI SULLE RIVE DEL MUSON
LE DUE DIRETTRICI PARALLELE ALLE VIE ROMANE
UN’ECONOMIA POVERA
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INDICE
La numerazione è relativa al documento indipendente.
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REITA A CENDROLE, I RETII A RIESE
ARGOMENTO
IL TUMULO DI SPINEDA E L’AREA SACRA DI CENDROLE
I RETII NEL CASTELLO DI RIESE
LA BEA VENEZIA
REITA
REITA UNA E TRINA
TRA RELIGIOSIT’ E SUPERSTIZIONE
REITA NEL NOSTRO DNA CULTURALE
CENDROLE = CINERES = CENERI
COSA C’ERA A CENDROLE?
A CENDROLE, SI ADORAVA REITA PRIMA DI MARIA?
REITA ED IL LEONE DI SAN MARCO
IL TUMULO A NORD DEL SANTUARIO
LO SCAMBIO DEL CARTELLO SEGNALETICO
CASTELLIERO = VALLUM = VALLA’
IL CASTELLIERO SPIANATO E DEPREDATO
IL GIOIELLO ARCHEOLOGICO DI CASTELCIES
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INDICE
La numerazione è relativa al documento indipendente.
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REITA A CENDROLE, I RETII A RIESE
CAPITOLO 1
I VENETI. CELTI? SLAVI? PREROMANI!
La nostra identità è tra le più antiche e definite, ben conosciuta in tutto il mediterraneo, citata
nella tradizione orale della guerra di Troia che prenderà forma scritta molto tardi (Iliade).
CELTI
Il tema dell’identità etnica è strategico per la lega, trovare una comune origine padana; Bossi ci
ha assegnato i Celti come progenitori, con il comune culto del dio Eridanio, il Po.
SLAVI
Smaltita questa sbornia, adesso subisce il corteggiamento degli slavi, i quali si ribellano al
verdetto della storiografia accademica, che li condanna ad un’ascendenza “barbarica”.
Come i romani, puntano a dimostrare una parentela con noi, per garantirsi un quarto di nobiltà.
PREROMANI ( pur non chiamarci VENETI)
All’inizio i romani dimostrarono grande pragmatismo, rispettando l’identità dei popoli
sottomessi, quando questa non pareva compromettere i loro obiettivi prioritari.
E’ soprattutto con Costantino, che la globalizzazione diventa una priorità assoluta,
particolarmente nell’ambito ideologico-culturale, religioso soprattutto.
Il cristianesimo viene imposto, anche con la violenza, in sostituzione del “marasma” politeista.
Comincia un lavaggio del cervello, una negazione dell’identità, che caratterizzano anche la
nostra storia, con le esasperazioni di cui si macchiano la chiesa, i piemontesi ed il fascismo.
REITA A CENDROLE, I RETII A RIESE
GIUSEPPE SARTO
STORIA ED AMBIENTESTORIA LOCALE
GOTI A GODEGO ←Cliccare qui per argomenti correlati
MASACCIO
LA BEA VENESIA
BIOGAS
PREROMANI O SLAVI?
REITA A CENDROLE, I RETII A RIESE1/1 VENETI, CELTI O PREROMANI?
La storiografia accademica, ipotizza che gli slavi, barbari, primitivi, provenissero dalle steppe dell’est.
E’ legittimo e comprensibile che esista un vasto movimento culturale che studia ipotesi diverse, che possano
nobilitare in qualche modo le loro ascendenze, anche imparentandoli con noi.
LA CHIAVE LINGUISTICA
Quanto mi sono antipatici gli accademici! Ottusi, servili, definiscono ancora i nostri antenati: “preromani”!
Evviva la ricerca dilettante e libera, la divulgazione, una finestra spalancata in un locale chiuso e putrescente!
Però la glottologia, materia rispettabile di studio, va maneggiata con la necessaria serietà e competenza.
Le scritte in “Venetico” sono concentrate in un intervallo di tempo ristretto, tra il VIo ed il Io secolo a.c.
I popoli dediti al commercio, vivono mondo abbastanza “globalizzato”, anche nelle nostre città portuali
risiedono comunità straniere che finiscono per condividere anche alcuni culti religiosi, penso a Lagole p.e.
Un melting pot linguistico, simile all’Europa delle lingue neolatine, però con il greco al posto del latino.
Ovvio che sia molto facile trovare forti assonanze linguistiche anche con i nostri vicini sloveni, ma questo
vale con tutti gli altri popoli con i quali scambiavamo allora.
Insomma quest’analisi, da sola, non prova e non smentisce nulla di rilevante.
VIA MARE: IL FLUSSO VELOCE E RICCO DELLA CIVILIZZAZIONE
L’evoluzione culturale si irradiava dal medio oriente all’ovest, le materie prime facevano il percorso inverso.
Solo le merci preziose e le persone ricche utilizzavano il trasporto marittimo, costosissimo.
In questo modo siamo arrivati dalla Paflagonia e l’evento non è passato inosservato.
Le città portuali non stavano sul mare, ma presso la foce dei fiumi, dimostrano un livello elevato di ricchezza
ed evoluzione affine alle altre concorrenti mediterranee, lontanissime dal mondo agricolo circostante.
SIAMO SICURAMENTE IMPARENTATI CON GLI SLAVI
REITA A CENDROLE, I RETII A RIESE1/2 VENETI, CELTI O PREROMANI?
VIA TERRA: IL FLUSSO POVERO E LENTO DELLA CIVILIZZAZIONE
Le merci, ma soprattutto le comunità, cercavano fortuna anche via terra, migrando verso ovest.
Possiamo immaginare un movimento lentissimo, anche plurisecolare, con tappe di diverse generazioni in
questa o quella località intermedia, con i relativi matrimoni ed altri scambi con le comunità locali.
Non abbiamo solo una scontata affinità linguistica con gli slavi, siamo probabilmente anche consanguinei, ma
non basta per estrapolare sulle comuni origini, parecchi millenni prima.
SIAMO PARTITI DALLA PAFLAGONIA, 12 SECOLI A.C.
Lo dice un racconto poetico, ripetuto, abbastanza coerentemente in tutto il mediterraneo, per 6-7 secoli.
Dopo il 6° secolo d.c le molteplici versioni orali hanno assunto una forma scritta, sempre sorprendentemente
omogenea, l’Iliade (Omero non è proprio esistito). Perché dovremmo fidarci di ciò che narra?
Chiedetelo a Heinrich Schliemann! Un geniale dilettante, che ha sfidato ed irriso l’ottuso scetticismo degli
accademici: ha trovato davvero il “tesoro di Priamo”. La data non coincide al 100%, a chi importa?
Bisogna saper decodificare il testo, discriminando la licenza poetica dalla verità sottostante.
Questo vale anche per uno storico serissimo ed autorevolissimo come Tito Livio, Veneto.
Perché anche lui, come prassi, si sentiva in obbligo di sedurre il lettore con qualche “abbellimento”.
ALCUNI VENETI SONO RIMASTI IN TURCHIA, ALTRI SONO FINITI UN PO DAPPERTUTTO
Tra i primi, molti sono andati ad inurbarsi in Costantinopoli e non ci fecero fare bella figura.
Tifosi per le corse dei cavalli, fannulloni, facinorosi, causarono gravi tumulti.
La componente che arriva in Francia tiene testa a Giulio Cesare, che li onora, come nemici, nel De Bello
Gallico, facendone un ritratto efficace e realistico, vedi diap. 1/20.
Tacito li cita in Polonia, ho visitato i laghi Masuri, anche lì un ambiente molto affine alla laguna veneta.
Cito questi esempi per invitare gli eruditi “glottologi” a confermare le loro ipotesi considerando molti altri
LA STORIA : ERUDIZIONE O CULTURA ?
ERUDIZIONE
Complesso delle cognizioni acquisite in una o più discipline con
profonda e spesso minuziosa conoscenza di dati e di particolari
CULTURA
Complesso delle acquisizioni, delle esperienze, dei comportamenti
che caratterizzano il tipo e il grado di sviluppo delle qualità
intellettuali e morali di un determinato ambiente, di un determinato
gruppo sociale, di una determinata epoca
La cultura non va confusa con l’erudizione, non è patrimonio di un’èlite di “topi di biblioteca”, è ricerca viva e
profonda di quella conoscenza che determina concretamente gli indirizzi ed i valori su cui basare la nostra vita.
LA RICERCA STORICA MULTIDISCIPLINARE
L’epica dell’Iliade e l’Odissea era un canto dilettevole e pedagogico insieme, molto prima di diventare un testo
scritto, la letteratura e la storia coesistevano con un’armonia raffinatamente perseguita.
Anche Livio, il più grande degli storici, Veneto, persegue questo equilibrio quando racconta le nostre origini.
Sappiamo quando siamo arrivati qui, eravamo un popolo nobile, evoluto, ma relativamente povero, pacifico.
Con poche eccezioni, Padova, Este, i nostri manufatti, spesso in materiali deperibili, sono andati distrutti.
Per fortuna il territorio racconta molto del nostro passato, se sappiamo leggerlo attraverso la localizzazione e la
contestualizzazione delle motte, oppure dei santuari mariani, molto spesso evoluti da un culto alla nostra dea Reita.
Per temi locali, legati all’ambiente clicca qui WORDPRESS
REITA A CENDROLE, I RETII A RIESE1/3 VENETI, CELTI O PREROMANI?
UNA LETTURA MULTIDISCIPLINARE DEL PASSATO
REITA A CENDROLE, I RETII A RIESE1/4 VENETI, CELTI O PREROMANI?
Il nostro territorio, perché molto povero, è rimasto quasi inalterato fino al dopoguerra, quel poco di buono che è
stato fatto, è merito dei nostri stessi avi , in particolare dei connazionali veneziani.
Poco allettante per gli archeologi come Schliemann, armati dell’Iliade e della lente d’ingrandimento: non possono
sperare di trovare ricchi tesori o misteriosi reperti da decifrare.
Lo studio delle localizzazioni, ben contestualizzato, ci può illuminare, là dove non troveremo mai conferme scritte.
La chiesa di san Pietro a Godego, con la grande area antistante rappresenta la tipica impostazione pagana, è stata
poi convertita al culto cristiano, ma presto affiancata/sostituita da quella nel castello.
I pagani separavano drasticamente le necropoli ed i culti connessi dal mondo dei vivi, il cristianesimo non respinge,
anzi celebra, il corpo dei morti, sposta il cimitero vicino alla chiesa, al centro dell’abitato.
chiesa nel
castello
San Pietro
Muson
(1)Dal castelliere di Mottinello a quello di Vallà
A SAN PIETRO I CULTI PAGANI DEI SOLDATI DEL CASTELLO
REITA A CENDROLE, I RETII A RIESE1/5 VENETI, CELTI O PREROMANI?
Il cristianesimo rivoluziona profondamente tutto il rito sacro.
Il luogo stesso del culto, inizialmente, può essere una casa privata o una catacomba, a causa delle persecuzioni.
All’assemblea (ecclesia) è ammessa tutta la comunità dei credenti, anzi, è protagonista della celebrazione, dagli
apostoli all’ultimo dei discepoli.
Quindi, dopo Costantino, l’ecclesia avrà bisogno di edifici sacri di dimensioni inimmaginabili per un pagano.
Nei culti pagani l’edificio sacro era riservato esclusivamente alla statua del dio ed al sacerdote che vi svolgeva riti
riservati, mentre la folla dei fedeli riempiva un’area esterna, dove avvenivano anche i sacrifici.
Dunque la comunità attorno al castello di Godego, con questa area sacra enorme per quei tempi, doveva essere una
realtà importantissima.
VOCABOLI INDISPENSABILI
Comprendere una pubblicazione accademica d’archeologia è un’impresa eroica, per i non addetti ai lavori.
Fidarsi dei divulgatori è pericoloso, la vanità li induce spesso ad spacciare per fondate le loro libertà poetiche, i peggiori
sono gli eruditi che giocano con le parole, con le assonanze.
Per evitare grossolani equivoci bisogna comprendere bene il significato di alcuni termini.
Motta o Aggere (sinonimo) : è un terrapieno, che serve per sollevare l’area rispetto al territorio circostante.
Lo scopo non è affatto misterioso, ne ho viste molte in Emilia, lungo il Po.
Servono per proteggere persone e beni in una zona esposta a frequenti inondazioni.
Il materiale utilizzato è quello disponibile in loco, per esempio quello ricavato dallo scavo del canale che di solito circonda la
struttura, con lo scopo di migliorare il sistema di protezione.
Frequentate anche per secoli, possono crescere molto di livello, a causa dei residui depositati dagli abitanti stessi.
Vengono realizzate da una comunità per la propria protezione, ma ovviamente possiamo immaginarle anche un luogo
adatto ad ospitare dei mercati, per armenti e persone in transito ecc.
Per motta,nella lingua italiana, s’intende un qualsiasi rialzo di terra, ma nella cultura terramaricola (questa delle motte) è
usuale riferirsi ad un’area abbastanza grande, in grado di ospitare un clan oppure una struttura comunitaria.
Tumulo : è un cumulo di materiale di forma pressappoco semisferica e delle dimensioni di alcuni metri.
Anche questo è un rialzo realizzato con della terra e qualcuno scioccamente lo chiama motta, ma questa licenza genera
gravi equivoci.
E’ la tomba del capo della comunità o di una figura eminente ed è posta proprio al centro dell’abitato, mentre le necropoli
sono sempre nettamente separate dal mondo dei vivi
Può essere seppellito con il cavallo, la moglie, qualche fedelissimo ecc.
Castelliero, Castion , Castellario ed altre storpiature : struttura protettiva con una precisa finalità militare.
Il basamento può essere realizzato con terra (di nuovo la tentazione di chiamarlo genericamente motta), pietre, rocce: le
pareti ed il soffitto sono spesso in legno o altro materiale deperibile e perciò non si è quasi mai conservato.
Le opere murarie vere e proprie diventano uno standard solo nel medio evo.
REITA A CENDROLE, I RETII A RIESE1/6 VENETI, CELTI O PREROMANI?
ETRUSCHI
POI CENOMANI
CENOMANI
RETII
foto tratta da “I Veneti antichi, di Fogolari e Prosdocimi
FLUSSOVIATERRA
LENTOEPOVERO
NORD EUROPA
VENETI FLUSSO VIA MARE
VELOCE E RICCO
ADRIA
ALTINO
REITA A CENDROLE, I RETII A RIESE1/7 VENETI, CELTI O PREROMANI?
INSEDIAMENTI ED INTERFACCE DEI VENETI
IL COMMERCIO VIA ACQUA
Abitare vicino ai fiumi era pericoloso e disagevole, le inondazioni molto più catastrofiche e gli allagamenti più
persistenti rispetto ad oggi.
Ci doveva essere qualche importante vantaggio per scegliere di risiedervi ed era necessario innalzare
l’insediamento con un terrapieno, da noi sono ben conservate le motte di Godego.
Un addensamento concentrato sugli argini dei fiumi si può spiegare con attività economiche come la pesca,
ma probabilmente il commercio era il vantaggio principale.
Infatti, sull’altra sponda del Po, troviamo i mercanti Etruschi, rimpiazzati poi dai galli Cenomani.
I porti sicuri sul mare erano rarissimi, non erano posti sul litorale, ma collegati mediante canali d’accesso,
anche artificiali: questo spiega la grande e plurisecolare fortuna di Adria e Altino.
Padova crocevia fluviale
L’Adige passava presso
Este fino al 589 d.c.
foto tratta da “I Veneti antichi, di Fogolari e Prosdocimi
I VENETI A SUD DI PADOVA
ADRIA
ALTINO
REITA A CENDROLE, I RETII A RIESE1/8 VENETI, CELTI O PREROMANI?
RETII
foto tratta da “I Veneti antichi, di Fogolari e Prosdocimi
I VENETI A NORD DI PADOVA
IL FLUSSO DI MERCI ED UOMINI
La civilizzazione delle nostre terre, almeno fino al medio evo, ha un flusso a senso unico: dal medio oriente
più ricco ed evoluto, verso l’ovest ed il nord più arretrati.
Nello stesso senso viaggiano anche i prodotti raffinati, in quello contrario le materie prime.
Il trasporto via terra è lentissimo e costoso, molto più competitivo quello via acqua.
L’espansione demografica va dal mondo più ricco che è più popolato verso le terre più disabitate.
I ricchi , i mercanti e gli artigiani, viaggiano via mare, i poveri via terra, per esempio attraverso i Balcani.
La peregrinazione di un clan può durare generazioni, le interazioni con i territori attraversati saranno
profonde.
I VENETI ED I RETII NELLO SCAMBIO TRA MEDITERRANEO E NORD EUROPA
Praticamente ad ogni sbocco di vallata, troviamo un abitato di Veneti.
Gestiscono il trasporto delle merci nella direzione nord-sud, in staffetta con i Retii.
Non manca quasi mai il corso d’acqua da sfruttare per il trasporto delle merci.
Non è facile per noi contestualizzare correttamente: penso al trasporto del legname sul Piave, per esempio.
E’ cessato qualche generazione fa, ma ne stiamo già perdendo la memoria collettiva.
PADOVA
ANGARANO (BASSANO)
ASOLO
MONTEBELLUNA ODERZO
REITA A CENDROLE, I RETII A RIESE1/9 VENETI, CELTI O PREROMANI?
Secondo gli autori antichi, i Veneti occupavano anche l’area alpina, i romani chiamavano il lago di Costanza
(tra Austria e Svizzera) Venetus Lacus.
Condividevamo con i Retii la stessa divinità, Reita, la comune origine non è specificata dalle fonti.
Potrebbero essersi nominalmente separati da noi per l’isolamento delle vallate alpine e per i contatti con i
popoli del nord.
A Lagole, loro importante centro di scambi commerciali, culturali, politici, luogo di cura termale, c’era un
santuario di Reita, dove i Veneti, ma anche Greci ed Etruschi, erano a casa loro .
foto tratta da “I Veneti antichi, di Fogolari e Prosdocimi
VENETI
I RETII
LAGOLE
PIEVE DI CADORE
MEL
FELTRE
REITA A CENDROLE, I RETII A RIESE
1/10 VENETI, CELTI O
PREROMANI?
GLI SCAMBI CON I POPOLI CONFINANTI
L’ORIGINE NELL’ATTUALE TURCHIA (PAFLAGONIA)
Livio e gli altri storici romani concordano sul mito dei Veneti, giunti appunto via mare, dalla Paflagonia
(Turchia), poco dopo la guerra di Troia, nel XII secolo a.c.
La ricerca storica ha confermato come questi racconti siano attendibili nella sostanza: era una prassi
adornare, ma non stravolgere, queste vicende con qualche invenzione mitica, con un intento politico e
pedagogico.
I riscontri archeologici confermano bene questa versione, a differenza di altre ipotesi, più o meno
cervellotiche, che vengono man mano inventate.
GLI ISTRI E LA MIGRAZIONE VIA TERRA
Abbiamo molte prove di una significativa parentela culturale con loro.
Anzitutto i Veneti, data la spiccata attitudine mercantile, sicuramente hanno scambi intensi con questo
popolo limitrofo.
Inoltre, ricordando la direzione costante dei flussi di civilizzazione, è certo che, nel nostro DNA, ci sia una
componente rilevante di popoli che, probabilmente in tempi lunghissimi, hanno attraversato la penisola
balcanica, continuando a mescolarsi con i locali, prima di arrivare qui.
Una migrazione secolare e povera, più difficile trovarne i riscontri archeologici.
L’INFLUENZA GRECA AD ADRIA ED ALTINO
Se le comunicazioni via acqua erano più competitive rispetto alle terrestri, ovviamente quelle via mare
avevano vantaggi enormi rispetto a quelle via fiume.
Il sito fortunato era in grado di comunicare, velocemente e senza barriere, con tutto il bacino mediterraneo.
Questi due porti marini e pochi altri, Spina per esempio, manterranno sempre una forte superiorità
economica e culturale sull’entroterra.
Molto cosmopolite, vi risiedevano abitualmente importanti comunità di greci, ma anche etruschi, ecc.
REITA A CENDROLE, I RETII A RIESE
1/11 VENETI, CELTI O
PREROMANI?
E’ LECITO CONFONDERE I VENETI CON I CELTI?
I VENETI MERCANTI E MULTICULTURALI PER MESTIERE
L’archeologia testimonia chiaramente, non solo l’intensità degli scambi delle merci, ma anche la
coabitazione, negli insediamenti e perfino nelle inumazioni.
Le reciproche influenze sono più evidenti ad Adria ed Altino e nelle zone di confine.
Infine bisogna tener presente che la struttura politica non era affatto monolitica; vigeva un sistema di città
stato, ciascuna delle quali aveva una notevole autonomia nello stringere legami con i vicini.
Gli Etruschi si insediano soprattutto lungo il Po, ma li ritroviamo ben inseriti anche nelle nostre città.
I GALLI ( CELTI) CENOMANI
Secondo Livio sono arrivati in Italia nel 400 a.c., i
romani concedono loro di restare.
Soppiantano gli Etruschi negli scambi con i Veneti.
Si posizionano sopratutto sull’Adige, Verona
assume connotati celtici evidenti.
Si ambientano bene e velocemente, mantengono
sempre rapporti di fedeltà ed ossequio a Roma.
Come i Veneti: entrambi alleati dei romani nelle
pochissime guerre menzionate nella nostra storia,
combattono addirittura contro i loro stessi
connazionali, i celti Boi ed Insubri, scesi in Italia
nel 225 a.c.
Risibile la favola politica di un’origine comune per
Veneti e Celti.
ETRUSCHI, POI CENOMANI
CENOMANI
VENETI
GRECI
RETII
NORD EUROPA
GRECI
L’Adige passava presso
Este fino al 589 d.c.
REITA A CENDROLE, I RETII A RIESE
1/12 VENETI, CELTI O
PREROMANI?
I LONGOBARDI FURONO I PEGGIORI NEMICI
I VENETI, IL POPOLO PIU’ OPPORTUNISTA DELLA STORIA
La spiccata vocazione mercantile, che sempre ci ha contraddistinto, rifulge nella storia di Venezia: trovatemi
una città più tollerante, laica, cosmopolita!
Il nostro opportunismo ci ha sempre permesso di fare buoni affari con chiunque, anche con il demonio!
ESTE E PADOVA INVOCANO L’INGERENZA ROMANA
I Veneti, come i Latini, gli Etruschi ecc. avevano una struttura politica basata sulle città stato.
Il genio politico e militare di Roma si è rivelato in pieno e magnificamente, nella sua capacità di proporsi
come insostituibile arbitro pacificatore dei popoli circostanti, che poi ha incluso nell’impero.
Sono Padova ed Este ad invocare un console romano, per dirimere una loro controversia.
Per quanto ne sappiamo, poi è stato solo amore reciproco; cioè abbiamo fiutato il grandissimo vantaggio di
rimanere agganciati alla loro marcia trionfale di conquista.
AMICI DEI GOTI
La storia delle invasioni barbariche è piena zeppa di stereotipi errati: andrebbe tutta riscritta per le scuole.
Ad esempio non sono riuscito a trovare testimonianze particolarmente drammatiche sull’arrivo dei Goti in
Veneto, la civiltà romana ne ha sofferto, ma non in modo letale, le città sopravvivono e si riprendono.
L’incursione degli Unni è terribile, ma relativamente breve, anche questa volta lo stile di vita sopravvive.
I LONGOBARDI NEMICI MORTALI
Quando arrivano qui radono al suolo quasi tutte le città importanti, uccidendo o disperdendo gli abitanti.
La civiltà muore in quel momento, nel 639 d.c., quando il vescovo di Altino distrutta stabilisce la sua sede a
Torcello (più tardi passerà a Rialto ed infine nella sede attuale).
La data del 476 d.c. segna solo la fine formale dell’impero romano, un’istituzione ormai inutile e degradata.
In quel tempo i Veneti convivevano con i Goti da oltre un secolo e guardavano, caso mai, a Costantinopoli.
REITA A CENDROLE, I RETII A RIESE1/13 VENETI, CELTI O PREROMANI?
CHI HA CIVILIZZATO I VENETI? I ROMANI?
IL CONFRONTO IN ARCHEOLOGIA
I reperti archeologici di Padova, Este, Altino, Adria, permettono un confronto dettagliato del nostro livello
culturale e artistico, rispetto agli altri popoli del Mediterraneo.
Nettamente superiore nelle città di mare rispetto alla terraferma; nel sud Italia, vicino ai centri di
irradiazione della civiltà, rispetto al nord.
Per un profano come me è difficile percepire una differenza tra i manufatti romani e veneti.
Con la conquista della Grecia c’è un salto netto, ma per tutta la penisola italiana.
IL CONFRONTO IN LETTERATURA : LIVIO E CATULLO
Nella mia classifica dei dieci letterati latini più “famosi”, a parte Cesare, vedo solo provinciali.
Cicerone appartiene al popolo dei Volsci, viene da Arpino, città lontana 100 km da Roma.
I nostri due veneti sono delle superstar, stanno nelle stanze del potere, intimi di Ottaviano.
Virgilio, mantovano, gravita vicino alla cerchia di Catullo, di Sirmione.
Questi Veneti riderebbero del nostro complesso d’inferiorità rispetto ai romani.
Croce pensava che, per consolidare l’identità nazionale, fosse necessario oscurare le specificità culturali.
Un errore madornale, capito da tutti, tranne che dall’arteriosclerotico mondo accademico, che spesso vede
solo l’impronta di Roma ed etichetta tutto il resto come preromano.
I Veneti hanno un pedigree molto antico e prestigioso, celebrati nell’Iliade come il
popolo dei bei cavalli, il veneto Livio garantisce il solido fondamento storico del
mito, diffuso su tutto il mediterraneo.
E’ un’intero popolo quello che occupa sistematicamente tutto il nord est, mentre
la leggenda di Roma parla di un povero villaggio, la cui specificità culturale si
diluisce, anche simbolicamente, con il ratto delle Sabine e nella fase “etrusca”.
I romani invidiano la nostra mitica origine e Virgilio la scopiazza bene.
REITA A CENDROLE, I RETII A RIESE1/14 VENETI, CELTI O PREROMANI?
LE DUE ANNESSIONI
COCCOLATI E SEDOTTI DA GIULIO CESARE
Certo non esiste una data della conquista militare romana: il
matrimonio in chiesa, da noi tanto agognato e da Giulio Cesare
benevolmente concesso, fu solo l’atto finale di una lunga, affettuosa,
convivenza, le cui tappe finali sono: nel 49 a.c. la cittadinanza romana e
nel 42 a.c. diventiamo parte integrante dell’Italia romana.
UN MATRIMONIO IMPOSTO ED ABBASTANZA INFELICE
Nel 1866, una votazione organizzata sul consenso di quattro gatti, ben
selezionati, ha sancito la sottomissione alla monarchia sabauda.
Secondo me basta confrontare l’espressione dei due personaggi e si
capisce perché i veneti nutrano sentimenti così contrastanti per le due
annessioni: troppa enfasi nostalgica per la prima, rigetto per la seconda.
A mio modesto parere, la monarchia sabauda, non solo ha espresso
delle figure di monarca molto disonorevoli, ma anche una burocrazia
ottusa ed inadeguata al compito immane di unificare l’Italia.
Infamia eterna merita il modo in cui hanno contribuito all’entrata in ben
due guerre mondiali e per come le hanno condotte.
REITA A CENDROLE, I RETII A RIESE1/15 VENETI, CELTI O PREROMANI?
I VENETI DI CESARE E TACITO
IL RAMO FRANCESE DI CESARE
E’ veramente emozionante leggere il racconto della sua guerra contro
i Veneti francesi.
Si percepisce bene l’affinità con i nostri veneziani, si tocca con mano
la loro perfetta ambientazione in quel territorio lagunare.
Con le loro barche speciali e le loro tecniche, hanno tenuto a lungo
sotto scacco l’esercito e la flotta romana; il loro nemico ne parla con
grande rispetto.
Non si cura di specificare se questo popolo avesse le stesse origini di
quello, da lui ben conosciuto, in Italia.
IL RAMO DEI MASURI, SECONDO TACITO
Lo storico li menziona brevemente e la collocazione è, molto
approssimativamente, nella Polonia.
Ho trovato qualche dotto, che in base a complesse argomentazionI,
ipotizza la zona dei laghi Masuri, non so con quanto fondamento.
A livello puramente emozionale, posso garantire, essendo stato in
quei posti, che si tratta di una bellissima e vastissima zona piuttosto
lagunare che lacustre; aria di casa nostra insomma.
REITA A CENDROLE, I RETII A RIESE1/16 VENETI, CELTI O PREROMANI?
CAPITOLO 2
I VENETI SULLE RIVE DEL MUSON
Le testimonianze archeologiche sono poverissime e poco divulgate, ma il territorio ha un
linguaggio abbastanza suggestivo e coerente.
La via Castellana, con il castello di Riese e la motta di Castelfranco, poteva servire come
collegamento nord - sud da Padova ad Asolo e fino al nord Europa.
La concentrazione delle testimonianze lungo l’Avenale fa correre la fantasia.
I “prai” sono molto antropizzati, il terreno presenta un’alternanza continua di aree depresse e
sopraelevate, ma ciascuna accuratamente livellata.
Sempre perimetrate da un’alberatura, combinata con una fittissima rete di canali: un habitat
perfetto per animali al pascolo.
Omero prima e poi tutti gli storici celebrano i nostri antenati come allevatori di cavalli.
L’antica via Veneta, parallela alla Postumia romana, è caratterizzata dai castellieri di Mottinello,
Castion e Vallà.
La chiesa della Crocetta con le necropoli di via Casoname sono posizionate poche centinaia di
metri più a nord, il mondo dei morti era sempre ben distinto da quello dei vivi.
REITA A CENDROLE, I RETII A RIESE
LE DUE DIRETTRICI PARALLELE ALLE VIE ROMANE
NORD - SUD
Le vie Castellana e Pagnana (colore verde) collegano i
paesi sulle due sponde del Muson ben prima dei romani.
Gli insediamenti veneti noti, sono tutti lungo l’Avenale.
Il castello dei Retii (Riese) sulla via Castellana, l’Aurelia
romana ancora più a est.
EST - OVEST
Il castelliero di Vallà, il santuario della Crocetta, le
necropoli di via Casoname, i castellieri di Castion e di
Mottinello, erano concentrati su questa via, circa 2 km a
nord della via Postumia
Le vie romane, Postumia ed
Aurelia ben lontane dai “Prai”
Motta > Castello (Castelfranco)
REITA A CENDROLE, I RETII A RIESE2/1 I VENETI SULLE RIVE DEL MUSON
UN’ECONOMIA POVERA
L’economia dei nostri antenati
poteva essere l’allevamento, la
caccia, la pesca, poco redditizio
il commercio via terra.
Comunque, anche a Roma, la
grande ricchezza è arrivata solo
dopo la conquista della Grecia.
Da noi ne avranno beneficiato
solo città come Asolo e Padova.
I nostri veneti destarono
l’interesse del vescovo di Treviso
solo dopo il 1000 d.c., quando
apparvero abbastanza ricchi da
risvegliarne la cupidigia erariale.
Inutile cercare costosi reperti archeologici in
queste località, certamente povere.
I modesti traffici tra Asolo e Padova,
potevano avvenire forse sulla via Castellana,
abbiamo visto che i trasporti via terra erano
molto meno redditizi di quelli via acqua.
Asolo
Motta > Castello (Castelfranco)
REITA A CENDROLE, I RETII A RIESE2/2 I VENETI SULLE RIVE DEL MUSON
IL TUMULO DI SPINEDA E L’AREA SACRA DI CENDROLE
Gli insediamenti da nord a sud sono collocati tutti sull’Avenale, a cominciare dal tumulo, normalmente la
sepoltura del personaggio guida del clan, suggestivamente posizionato proprio alla partenza del canale.
-Il tumulo di Spineda, è posto all’inizio della zona
umida e poi paludosa dei prai.
-Il santuario, ovvero la zona sacra, è situato a
meno di un chilometro a sud dell’abitato (tumulo).
Normalmente comprendeva, sia una necropoli
(monumento funebre di Vilonius), sia un’area per i
sacrifici (le ceneri miste a frammenti lignei).
Intorno al 1000 d.c., con la cristianizzazione, da
questa chiesa madre si staccano le comunità
religiose di Poggiana e Riese, per esempio.
-Il castello dei Retii è posto più a est, sulla via
Castellana, ha sicuramente una funzione logistica,
per il trasporto delle merci via terra, nord-sud.
I romani si sposteranno ancora più ad est e lontani
dal Muson, con la via Aurelia.
-Il castelliero di Vallà , vedi diap. 24, è pure
vicinissimo all’Avenale
-Il fossato della motta, sulla quale verrà costruito
poi il castello di Castelfranco, è tuttora alimentato
dall’Avenale.Motta > Castello (Castelfranco)
Castello dei Retii
REITA A CENDROLE, I RETII A RIESE2/3 I VENETI SULLE RIVE DEL MUSON
Sappiamo che la nostra zona fu un’area di transito per gli scambi via terra, sud-nord, fin dalla preistoria.
A Cendrole c’era evidentemente un luogo di culto, probabilmente analogo a quello famosissimo di Lagole,
che era anche un punto di incontro economico e politico, tra le varie comunità.
I Retii, nel loro castello di Riese, probabilmente custodivano le merci appena arrivate in pianura, da
scambiare con i Veneti.
Non si può escludere del tutto una costruzione del castello per iniziativa dei romani.
In questo caso, i Retii lo avrebbero occupato, per conto ed al servizio di Roma, vedi il documento I Goti a
Castello di Godego.
Riese con il suo castello è posta sull’attuale
via Castellana e non sull’Aurelia, questo
fatto rafforza l’ipotesi della costruzione
antecedente all’arrivo dei romani.
I RETII NEL CASTELLO DI RIESE
REITA A CENDROLE, I RETII A RIESE2/4 I VENETI SULLE RIVE DEL MUSON
LA BEA VENEZIA
I VENETI LUNGO L’AVENALE
C’è una contrada, tuttora chiamata “Bea Venezia”, a Cendrole, a poche centinaia di metri dal tumulo e dalla
partenza dell’Avenale.
Una via Avenale comincia a correre nei pressi del canale omonimo dai Berni (tra Poggiana e Riese) fino alla
SP 139 (tra Godego e Vallà), per poi continuare come via “Bea Venezia”.
In prossimità del Castelliere c’è un gruppo di case chiamato espressamente con lo stesso nome, anche se
tutto l’abitato lunga la via omonima, fino alla circonvallazione, viene identificato nello stesso modo.
Non è corretto dare un valore storico eccessivo al potere evocativo di un nome, preso da solo, ci si può
sbizzarrire a cercare una qualsiasi spiegazione.
Inserito nel contesto coerente degli altri elementi (Inizio e fine dell’Avenale, natura del suolo, Tumulo,
Santuario, Castelliero di Vallà, Motta di Castelfranco), può essere un’ulteriore conferma di una
concentrazione di insediamenti veneti lungo l’Avenale, ricordata dai nostri avi fino ai nostri giorni.
Bea Venezia
Bea Venezia
REITA A CENDROLE, I RETII A RIESE2/5 I VENETI SULLE RIVE DEL MUSON
CAPITOLO 3
REITA
Perfino la Grecia arcaica, fino al VI secolo a.c. circa, è relativamente povera di testimonianze
scritte, anche se abbondano le sculture, la decorazione dei vasi ecc.
I Veneti vivevamo certamente ai margini di questo mondo più evoluto, conoscevano la scrittura,
ma ci hanno lasciato soprattutto oggetti legati al culto, corredi funebri in particolare.
La religiosità espressa da questi reperti è la principale chiave di lettura per cercare di
comprendere l’universo culturale dei popoli più antichi.
Quelli più dediti alla guerra davano maggior rilievo alle divinità maschili, i più primitivi
esprimevano esplicitamente i loro valori, con l’esibizione stessa di simboli fallici.
I più pacifici, dediti all’allevamento ed all’agricoltura, adoravano soprattutto una divinità
femminile, la grande madre mediterranea.
A questo spiccato orientamento religioso corrisponde un elevato ruolo sociale della donna.
Molti indizi, di un vero e proprio matriarcato dei Veneti, abbondano nelle inumazioni femminili,
corredi preziosi e simboli di prestigio sociale: le chiavi e gli impianti per la tessitura p.e.
I più importanti siti archeologici dei Veneti sono luoghi del culto a Reita, ai quali corrisponde
invariabilmente un santuario mariano.
REITA A CENDROLE, I RETII A RIESE
REITA UNA E TRINA
REA E REITA
La prima è la madre degli dei dell’olimpo, moglie di Crono.
Un bravo marito questo, che si mangia tutti i figli che lei partorisce, per il timore di essere spodestato.
Zeus (Giove romano) si salva perché la madre si nasconde nell’isola di Creta durante il parto.
Riuscirà poi a spodestare il padre, liberando i fratelli, tirandoli fuori dalla pancia del caro genitore.
Tutta la religiosità mediterranea è molto attenta al tema del ruolo della donna, detentrice del mistero della
sorgente della vita, ma anche della morte.
Il maschio è sempre un casinista, che ne combina di tutti i colori, guai se non ci fosse lei tutta intenta a
garantire sicurezza e futuro alla progenie.
Quanto sappiamo su Reita conferma una grande affinità, non solo nel nome, con la Rea greca, ma anche con
la Iside egizia ed altre varianti.
REITA A CENDROLE, I RETII A RIESE3/1 REITA
REITA, SANITAI, PORA
Questa immagine viene da Montebelluna: riccamente vestita, con la
fiera al guinzaglio, tiene sempre le chiavi, attributo del suo potere.
Come nelle nostre litanie, viene invocata con moltissimi appellativi.
Però alcuni studiosi intravedono anche una figura teologica
complessa, una specie di trinità.
Pora: vigila sul parto
Sanitai: si invoca nelle malattie e sarà rimpiazzata dal romano Apollo
Reita (= scorre rettamente): sovrintende tutti i flussi vitali,
prevenendone le catastrofiche conseguenze e garantendone il
benefico esito, dai corsi d’acqua al parto stesso.
TRA RELIGIOSITA E SUPERSTIZIONE
LA SUPERSTIZIONE DEI PRIMITIVI E DEGLI IGNORANTI
Visitando il museo archeologico di Este, si può comprendere bene la religiosità dei nostri antenati.
Colpisce la quantità industriale di ex voto, dettagliatissimi; un supermercato della guarigione a pagamento.
Questo rapporto con il divino, decisamente superstizioso, è costante nella religiosità dei Veneti.
Millenni di terrorismo psicologico, con la paura dell’al di là, hanno inciso minimamente sul fenomeno.
Con la scolarizzazione di massa la superstizione pare regredire, ma, forse, sostituita dall’agnosticismo.
Cendrole, quando ero piccolo, era un vero supermarket della superstizione, adesso l’esibizione degli ex voto
è stata drasticamente ridotta.
LA RELIGIONE UFFICIALE DEI GRECI E ROMANI
Nei primitivi era fondamento e sintesi di tutta la cultura, potere religioso e civile coincidevano.
I romani trattarono con disinvolta laicità la religiosità dei popoli vinti, assimilando in particolare l’intero
olimpo greco, ma questo universo artificioso era abbastanza lontano dal sentimento popolare.
I romani partecipavano diligentemente alle sceneggiate organizzate dal regime, ma, nel momento del
bisogno, si affidavano preferibilmente ai riti superstiziosi.
I SAPIENTI LAICI
Socrate, Aristotele, non credevano certo agli dei dell’Olimpo.
A mio parere, il secondo ha tormentato, con esito, finora, sicuramente nullo, milioni di esseri umani, nella
sciocca presunzione di investigare l’infinto e l’eterno, inaccessibili alla mente umana.
Epicuro e Lucrezio, per primi e meritoriamente, irrisero l’arroganza del potere religioso, che si è screditato
ogni volta che ha sfidato la scienza, nell’ambito del conoscibile.
REITA A CENDROLE, I RETII A RIESE3/2 REITA
REITA = FAR FLUIRE CORRETTAMENTE
L’appellativo forse alludeva alla prerogativa di favorire l’orientamento del nascituro durante il parto di uomini
e animali, ma, in maniera più estesa, anche il flusso benefico e non distruttivo delle acque ecc.
A Este la maggioranza degli ex voto concernono i temi della fecondità e del parto, i luoghi di culto sorgono
quasi sempre presso un corso d’acqua.
DA REITA A GIUNONE E POI ALLA NOSTRA MADONNA
Con i romani Reita cambiò nome, non in Diana, come azzarda qualcuno, ma più probabilmente in Giunone.
Costei è l’arcigna dominatrice di un Giove giocherellone e trasgressivo, vero cardine della famiglia.
Incarna il mito della coesione famigliare e della riproduzione, in antitesi a Diana, la quale promuove il valore
della verginità e quindi il controllo delle nascite, enfatizzando i rischi ed il dolore del parto.
LA RIPRODUZIONE PREVALENTE SUL TEMA DELLA LIMITAZIONE DELLE NASCITE
Nel mondo più povero e primitivo era prioritaria la sopravvivenza, sempre molto precaria, del clan: gli ex
voto di Este riguardano prevalentemente il buon esito della fecondazione umana, animale e vegetale.
Invece il valore del controllo delle nascite è tipico delle società benestanti ed evolute.
Forse i nostri antenati non soffersero troppo un cambio di nome, certamente non hanno accettato
facilmente il sovvertimento dei loro valori, dall’imperativo della fecondazione a quello dell’astinenza.
IL MATRIARCATO DEI VENETI
Sappiamo con certezza che il core business iniziale dei nostri antenati era l’allevamento, dei cavalli in
particolare: il know how sulla riproduzione era prioritario e certamente fonte di potere sociale.
Il maschio, in tutto il mediterraneo, riconosceva alle donne una maggior competenza in materia, lo stesso
vale anche per l’arte della tessitura, per esempio: tutto questo trova una conferma nei corredi funerari.
Ecco perché Reita tiene sempre delle chiavi in mano: da noi, come oggi, comandava la Francia..!
REITA NEL NOSTRO DNA CULTURALE
REITA A CENDROLE, I RETII A RIESE3/3 REITA
LE CENERI CAUSATE DALL’INCENDIO DI BOSCHI
La seconda scoperta archeologica avviene in anni più recenti, quando si restaura l’attuale edificio; negli scavi si
individuano grandi quantità di ceneri, mescolate a pezzi di legno non completamente combusto.
L’unica spiegazione ufficiale se l’inventa Mons. Agnoletti, di Giavera del Montello.
E’ un bravo storico, ma questa opera è un omaggio all’amico, neo eletto cardinale di Venezia, Giuseppe Sarto.
Ipotizza che si tratti dell’incendio di boschi e questa fasulla teoria continua ad essere esibita, come oro colato, dalla
comunità di Riese, vedi anche http://www.slideshare.net/sergiobernardi/cercando-giuseppe-sarto
Nello stesso contesto storico Mons. Camavitto fabbrica la ridicola ipotesi longobarda per confondere la presenza
gotica nel castello di Godego.
IL MONUMENTO FUNEBRE SALVATO DA JACOPO RICCATI
Nel 1730 l’illustre scienziato di Castelfranco vigila sulla
ricostruzione del santuario, nota la lapide di Vilonius, mentre sta
per essere reimpiegata nella nuova costruzione.
La fa proteggere dall’oblio e ne trascrive il testo, ora danneggiato.
Vilonius è stato identificato con buona attendibilità, pagano,
quadrumviro di Asolo, città importante allora.
Il reperto è un tipico monumento funebre, ad Altino se ne vedono
moltissimi, sostanzialmente identici nel testo e nella forma.
Senza lo zelo del laico Riccati tutto sarebbe rimasto nell’oscurità.
Siamo nel secolo dell’illuminismo, ma nella nostra campagna,
prevale l’oscurantismo clericale e l’analfabetismo.
Il reperto, molto danneggiato, è rimasto all’esterno per due
secoli, ora è riparato dalle intemperie, nel museo della chiesa.
L. VILO NIU IIII VIR PRAEFECTUS
JURI DICUNDO TESTAMENTO
FIERI JUSSIT
CENDROLE = CINERES = CENERI
REITA A CENDROLE, I RETII A RIESE3/4 REITA
UN LUOGO DI CULTO DEI VENETI : L’ARA A STRATI
Ai tempi dei Veneti non ci poteva essere un edifico imponente come l’attuale a Cendrole; le celebrazioni
religiose avvenivano in una grande radura, possiamo immaginare qualcosa di simile all’attuale area di San
Pietro a Godego, con un piccolo tempio per il celebrante.
L’animale, scelto come vittima sacrificale, veniva ucciso e poi bruciato sopra un altare, utilizzando il legno
come combustibile.
La combustione era inevitabilmente incompleta, ma i resti non dovevano essere rimossi; perciò venivano
ricoperti da uno strato protettivo (argilla?), sopra il quale veniva celebrato il rito successivo.
Nei luoghi di culto ben frequentati è normale rinvenire numerosi altari ed elevati, cioè con molti strati.
UNA NECROPOLI
I Veneti praticavano l’incinerazione e le ceneri venivano raccolte in urne più o
meno preziose, in funzione dello status del defunto.
I più ricchi radunavano poi uno o più vasi in una camera protettiva, realizzata con
lamine di roccia, laterizi ecc.
Le ceneri dei più poveri venivano depositate direttamente nel terreno, spesso
addirittura adiacenti alle inumazioni.
Quest’ultima pratica è prevalente anche per i più ricchi, in una determinata epoca,
molto suggestive le tombe con il defunto accanto al suo cavallo preferito.
Comunque i cimiteri erano distanziati nettamente dalle abitazioni dei vivi,
preferibilmente separati da un corso d’acqua, come a san Pietro, a Godego.
In un tumulo, come quello di Spineda, poteva essere seppellito un personaggio
guida della comunità: questa tomba invece era inserita proprio al centro del
villaggio, come un monumento.
COSA C’ERA A CENDROLE?
REITA A CENDROLE, I RETII A RIESE3/5 REITA
A CENDROLE, SI ADORAVA REITA PRIMA DI MARIA?
SAREBBE UN PROBLEMA?
Una simile ipotesi non può essere percepita negativamente da
questa chiesa del dialogo multiculturale ed interconfessionale.
Ma, se ponessimo un’analoga domanda ad un fanatico dell’ISIS?
Abbiamo già visto come una buona dose di oscurantismo c’era anche
da noi in passato e persista tenacemente.
UNA CERTEZZA IMPOSSIBILE
Riassumendo quanto già dettagliato finora, la prova regina dell’antico
culto, quella della pistola fumante, forse non si troverà mai.
I nostri antenati erano poverissimi, i manufatti prodotti in loco erano
in legno od altro materiale deperibile.
Anche scavando, difficilmente gli archeologi potrebbero trovare
reperti ben conservati e pienamente significativi.
GLI INDIZI PRINCIPALI DEL CULTO A REITA
I ritrovamenti finora accertati, presentano alcuni indizi ripetitivi.
- Il culto a Reita viene sostituito da quello a Maria, evoca sempre i temi della nascita e della maternità.
- Alcuni connotati pagani e non ortodossi non vengono cancellati facilmente, ma persistono per secoli
- Adiacente all’area dei riti sacri c’è sempre la necropoli, vedi la lapide di Vetulonius in chiesa
- La zona dei morti è separata da quella dei vivi mediante un corso d’acqua, qui l’Avenale
- La zona sacra è adiacente ad un abitato, 900 metri più a nord, c’è il tumulo che lo conferma
- La testimonianza è coerentemente inserita in un contesto che conferma la frequentazione della zona, lungo
il corso dell’Avenale, da parte dei Veneti: il tumulo, il santuario, quindi il Castelliero di Vallà ed infine la motta
di Castelfranco, sopra la quale, due millenni dopo, venne edificato il castello.
REITA A CENDROLE, I RETII A RIESE3/6 REITA
IL LEONE VENETO E LA NOSTRA DIVINITA’ REITA
Veniamo dalla Paflagonia (Turchia), dove la grande madre si chiamava anticamente Cibele (= grotta), i Veneti
adottarono il nome Reita (scorrere rettamente) , vicino a Rea (=scorrere), diffuso nel mondo greco.
SAN MARCO
I veneziani avevano una priorità assoluta per la loro sopravvivenza anche culturale: mantenere il cordone
ombelicale con Costantinopoli, la regione dalla quale erano perfettamente consapevoli di provenire, ma
anche la parte di mondo romano sopravissuta alle invasioni barbariche, alla quale appartenevano.
La figura dell’evangelista completava perfettamente il simbolismo, con l’aspetto religioso.
IL PUBE DELLA GRANDE MADRE MEDITERRANEA
In tutto il mediterraneo sono comunissime le testimonianze
archeologiche di un culto ad una divinità femminile, connesso al
tema della riproduzione.
E’ il più importante nelle società dove l’attività agricola predomina
nettamente sul commercio e la guerra.
Il simbolismo, che associa la testa del leone con l’aspetto esteriore
dell’organo sessuale femminile, è diffuso già nella preistoria.
Ci sono molte varianti di dettaglio; la dea può stare ritta sopra la
schiena della belva, su un carro, un trono, tenerla al guinzaglio ecc.
Altre volte il leone viene sostituito da un’altro felino, più comune
in quella determinata zona.
REITA ED IL LEONE DI SAN MARCO
REITA A CENDROLE, I RETII A RIESE3/7 REITA
IL TUMULO A NORD DEL SANTUARIO
TUMULO
(VIA BOSCHI , SPINEDA DI RIESE)
Ad un abitato corrisponde la relativa area sacra; il santuario di Cendrole è posto un chilometro più a sud.
LA LINEA DI DEMARCAZIONE IDROGEOLOGICA E LA PARTENZA DELL’AVENALE
In questo punto il terreno passa, abbastanza bruscamente, da ghiaioso e permeabile ad argilloso ed
impermeabile, vedi Il graticolato ed il Muson, una ricognizione con google earth.
L’Avenale è un canale artificiale, indispensabile per drenare l’acqua che si accumula a causa
dell’impermeabilità del terreno, senza questa opera, i prai sarebbero una palude.
Prosegue ad una certa distanza dal Muson delimitando con ottima precisione questa depressione.
La sua presenza è un valido indizio della
presenza di un insediamento abitativo.
E’ posto esattamente dove inizia
l’Avenale, sul cui percorso sono allineati
gli insediamenti veneti della zona,
dettagliati nella diap. 14.
Come abbiamo visto nella diap. 3, è la
sepoltura di un personaggio
importante, tipicamente il capo del
clan, colui che ha guidato la
peregrinazione fino al nuovo
insediamento.
In questo caso potrebbe trattarsi di una
stessa comunità , che si è distribuita
lungo l’Avenale, sul suo argine sinistro.
REITA A CENDROLE, I RETII A RIESE3/8 REITA
LO SCAMBIO DEL CARTELLO SEGNALETICO
IL CASTELLIERO DI VALLA SCAMBIATO CON IL TUMULO
Il cartello a destra è posto proprio di fronte al tumulo, descrive esattamente il castelliero di Vallà, ovviamente, nel
posto giusto, il cartello invece non c’è.
900 m
Dal tumulo inizia il
reticolo capillare di
canali che alimen-
ta l’Avenale.
Contrada “Biordi”
(casa di mia nonna)
Anche ad Asolo i
ritrovamenti veneti
sono in una località
omonima
REITA A CENDROLE, I RETII A RIESE3/9 REITA
CASTELLIERO = VALLUM = VALLA’
Sulle origini del nome di Vallà non esistono dubbi: il castelliero si trova appunto nell’antica via Castelliero,
ora 27 Aprile.
Il vocabolo usato dai romani ne conferma la funzione militare preponderante, se non esclusiva.
Via 27 Aprile
Via Castelliero per 3000 anni, poi arrivarono i barbari ignoranti
Muson Avenale Castelliero
Via 27 Aprile
REITA A CENDROLE, I RETII A RIESE3/10 REITA
IL CASTELLIERO SPIANATO E DEPREDATO
L’AEROFOTOGRAMMETRIA DELLE MOTTE
Ho letto con molto interesse il lavoro di un gruppo di appassionati, guidati dall’archeologo Peron, che provano ad
utilizzare metodi moderni e non convenzionali di indagine, per integrare l’esame tradizionale dei reperti
archeologici:
http://www.archeologiadigitale.it/archeofoss/paper/assets/P_Il_problema_delle_motte.pdf.
Ho la percezione, da profano, che questa strada sia molto feconda e da incoraggiare decisamente.
La ricognizione aerea con Google Earth mi è servita per illustrare più comodamente ed efficacemente quanto letto
nei libri, per questo mio lavoro divulgativo, ma mi ha fatto capire anche l’enorme potenziale di questi strumenti, se
affidati a studiosi competenti.
REITA A CENDROLE, I RETII A RIESE3/11 REITA
Sono andato a cercare le sue tracce, ma non posso garantire la mia
identificazione, basata solo su qualche dubbioso riferimento dei
vicini.
Le dimensioni approssimative dell’area sono quelle riportate in
figura, non molto discordanti da quelle del cartello posto a Spineda
da qualche ubriacone e, protervamente, mai rimosso.
Il rialzo del terreno è ben visibile a sud, dove si notano anche nella
foto degli alberi che stanno sul bordo di un fossato, abbastanza
importante per poter essere considerato funzionale al castelliero.
LO SPIANAMENTO E LA DEPREDAZIONE
Il resto del quadrato è stato spianato e quindi è impossibile definirne
il confine esatto.
Il sito è stato liberamente ed irreparabilmente depredato dai vandali
in passato; certo delusi dall’insignificante valore venale delle
poverissime suppellettili ritrovate, spero abbastanza ignoranti da non
rendersi conto della gravità e stupidità del loro misfatto culturale.
Perimetro ipotizzato da Valery e Marchetti
La linea continua rappresentava il tratto
più integro del perimetro
NORD
La stele trilingue è molto famosa, su una faccia c’è un testo retico con influenze etrusche.
Al legame tra Veneti e Retii ho già accennato, Lagole è un esempio ancora più importante della vivacità degli
scambi, anche culturali, con altri popoli.
Solo un appunto ironico: chi erano questi misteriosi preromani, sempre così chiamati nella segnaletica
archeologica del sito?
Chiedetelo al VENETO Tito Livio, se si sentiva preromano!
Ecco un perfetto esempio di arteriosclerosi del mondo accademico.
IL MISTERIOSO POPOLO DEI “PREROMANI"
LA STELE TRILINGUE
Si fa un gran parlare di valorizzazione turistica, anche
del patrimonio culturale.
A Castelcies (Cavaso, TV) c’è uno splendido esempio
di come si può passare dalle parole ai fatti.
Queste foto sono tratte da un opuscolo che potete trovare anche in loco :
“SAN MARTINO DI CASTELCIES E I SEGNI DELLA STORIA”
CAPITOLO 4
IL GIOIELLO ARCHEOLOGICO DI CASTELCIES
REITA A CENDROLE, I RETII A RIESE

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Reita a Cendrole; i Retii a Riese

  • 1. PROVARE AD IMMAGINARE, STUDIANDO IL CONTESTO GENERALE I dati storici, sull’origine di Cendrole e Riese, sono scarsissimi, presi da soli, per azzardare conclusioni sicure. Per fortuna l’indagine storica ha fatto progressi notevoli, sconosciuti alla massa: oggi abbiamo un quadro generale abbastanza preciso e completo sui nostri antenati Veneti. Se si studia il contesto generale, allora anche lo scenario specifico, può essere illuminato molto meglio. Questo è un lavoro di mera divulgazione, le mie fonti sono accessibili a chiunque, nelle biblioteche e nei musei della zona. Per argomenti analoghi clicca i links a pag. 4 REITA A CENDROLE, I RETII A RIESE
  • 2. ARGOMENTO I VENETI. CELTI ? SLAVI? PREROMANI? SLAVI? SLAVI LA STORIA: ERUDIZIONE O CULTURA? UNA LETTURA MULTIDISCIPLINARE DEL PASSATO A SAN PIETRO, I CULTI PAGANI DEI SOLDATI DEL CASTELLO VOCABOLI INDISPENSABILI INSEDIAMENTI ED INTERFACCE DEI VENETI I VENETI A SUD DI PADOVA I VENETI A NORD DI PADOVA I RETII GLI SCAMBI CON I POPOLI CONFINANTI E’ LECITO CONFONDERE I VENETI CON I CELTI? I NEMICI MORTALI DEI VENETI? I LON(GO)BARDI CHI HA CIVILIZZATO I VENETI? I ROMANI? LE DUE ANNESSIONI I VENETI DI CESARE E TACITO I VENETI SULLE RIVE DEL MUSON LE DUE DIRETTRICI PARALLELE ALLE VIE ROMANE UN’ECONOMIA POVERA PAGINA 1 1/1 1/2 1/3 1/4 1/5 1/6 1/7 1/8 1/9 1/10 1/11 1/12 1/13 1/14 1/15 1/16 2 2/1 2/2 INDICE La numerazione è relativa al documento indipendente. Per trovare il corrispondente in questa antologia, basta sommare questo valore al numero della pagina iniziale di questo argomento. REITA A CENDROLE, I RETII A RIESE
  • 3. ARGOMENTO IL TUMULO DI SPINEDA E L’AREA SACRA DI CENDROLE I RETII NEL CASTELLO DI RIESE LA BEA VENEZIA REITA REITA UNA E TRINA TRA RELIGIOSIT’ E SUPERSTIZIONE REITA NEL NOSTRO DNA CULTURALE CENDROLE = CINERES = CENERI COSA C’ERA A CENDROLE? A CENDROLE, SI ADORAVA REITA PRIMA DI MARIA? REITA ED IL LEONE DI SAN MARCO IL TUMULO A NORD DEL SANTUARIO LO SCAMBIO DEL CARTELLO SEGNALETICO CASTELLIERO = VALLUM = VALLA’ IL CASTELLIERO SPIANATO E DEPREDATO IL GIOIELLO ARCHEOLOGICO DI CASTELCIES PAGINA 2/3 2/4 2/5 3 3/1 3/2 3/3 3/4 3/5 3/6 3/7 3/8 3/9 3/10 3/11 4 INDICE La numerazione è relativa al documento indipendente. Per trovare il corrispondente in questa antologia, basta sommare questo valore al numero della pagina iniziale di questo argomento. REITA A CENDROLE, I RETII A RIESE
  • 4. CAPITOLO 1 I VENETI. CELTI? SLAVI? PREROMANI! La nostra identità è tra le più antiche e definite, ben conosciuta in tutto il mediterraneo, citata nella tradizione orale della guerra di Troia che prenderà forma scritta molto tardi (Iliade). CELTI Il tema dell’identità etnica è strategico per la lega, trovare una comune origine padana; Bossi ci ha assegnato i Celti come progenitori, con il comune culto del dio Eridanio, il Po. SLAVI Smaltita questa sbornia, adesso subisce il corteggiamento degli slavi, i quali si ribellano al verdetto della storiografia accademica, che li condanna ad un’ascendenza “barbarica”. Come i romani, puntano a dimostrare una parentela con noi, per garantirsi un quarto di nobiltà. PREROMANI ( pur non chiamarci VENETI) All’inizio i romani dimostrarono grande pragmatismo, rispettando l’identità dei popoli sottomessi, quando questa non pareva compromettere i loro obiettivi prioritari. E’ soprattutto con Costantino, che la globalizzazione diventa una priorità assoluta, particolarmente nell’ambito ideologico-culturale, religioso soprattutto. Il cristianesimo viene imposto, anche con la violenza, in sostituzione del “marasma” politeista. Comincia un lavaggio del cervello, una negazione dell’identità, che caratterizzano anche la nostra storia, con le esasperazioni di cui si macchiano la chiesa, i piemontesi ed il fascismo. REITA A CENDROLE, I RETII A RIESE GIUSEPPE SARTO STORIA ED AMBIENTESTORIA LOCALE GOTI A GODEGO ←Cliccare qui per argomenti correlati MASACCIO LA BEA VENESIA BIOGAS
  • 5. PREROMANI O SLAVI? REITA A CENDROLE, I RETII A RIESE1/1 VENETI, CELTI O PREROMANI? La storiografia accademica, ipotizza che gli slavi, barbari, primitivi, provenissero dalle steppe dell’est. E’ legittimo e comprensibile che esista un vasto movimento culturale che studia ipotesi diverse, che possano nobilitare in qualche modo le loro ascendenze, anche imparentandoli con noi. LA CHIAVE LINGUISTICA Quanto mi sono antipatici gli accademici! Ottusi, servili, definiscono ancora i nostri antenati: “preromani”! Evviva la ricerca dilettante e libera, la divulgazione, una finestra spalancata in un locale chiuso e putrescente! Però la glottologia, materia rispettabile di studio, va maneggiata con la necessaria serietà e competenza. Le scritte in “Venetico” sono concentrate in un intervallo di tempo ristretto, tra il VIo ed il Io secolo a.c. I popoli dediti al commercio, vivono mondo abbastanza “globalizzato”, anche nelle nostre città portuali risiedono comunità straniere che finiscono per condividere anche alcuni culti religiosi, penso a Lagole p.e. Un melting pot linguistico, simile all’Europa delle lingue neolatine, però con il greco al posto del latino. Ovvio che sia molto facile trovare forti assonanze linguistiche anche con i nostri vicini sloveni, ma questo vale con tutti gli altri popoli con i quali scambiavamo allora. Insomma quest’analisi, da sola, non prova e non smentisce nulla di rilevante. VIA MARE: IL FLUSSO VELOCE E RICCO DELLA CIVILIZZAZIONE L’evoluzione culturale si irradiava dal medio oriente all’ovest, le materie prime facevano il percorso inverso. Solo le merci preziose e le persone ricche utilizzavano il trasporto marittimo, costosissimo. In questo modo siamo arrivati dalla Paflagonia e l’evento non è passato inosservato. Le città portuali non stavano sul mare, ma presso la foce dei fiumi, dimostrano un livello elevato di ricchezza ed evoluzione affine alle altre concorrenti mediterranee, lontanissime dal mondo agricolo circostante.
  • 6. SIAMO SICURAMENTE IMPARENTATI CON GLI SLAVI REITA A CENDROLE, I RETII A RIESE1/2 VENETI, CELTI O PREROMANI? VIA TERRA: IL FLUSSO POVERO E LENTO DELLA CIVILIZZAZIONE Le merci, ma soprattutto le comunità, cercavano fortuna anche via terra, migrando verso ovest. Possiamo immaginare un movimento lentissimo, anche plurisecolare, con tappe di diverse generazioni in questa o quella località intermedia, con i relativi matrimoni ed altri scambi con le comunità locali. Non abbiamo solo una scontata affinità linguistica con gli slavi, siamo probabilmente anche consanguinei, ma non basta per estrapolare sulle comuni origini, parecchi millenni prima. SIAMO PARTITI DALLA PAFLAGONIA, 12 SECOLI A.C. Lo dice un racconto poetico, ripetuto, abbastanza coerentemente in tutto il mediterraneo, per 6-7 secoli. Dopo il 6° secolo d.c le molteplici versioni orali hanno assunto una forma scritta, sempre sorprendentemente omogenea, l’Iliade (Omero non è proprio esistito). Perché dovremmo fidarci di ciò che narra? Chiedetelo a Heinrich Schliemann! Un geniale dilettante, che ha sfidato ed irriso l’ottuso scetticismo degli accademici: ha trovato davvero il “tesoro di Priamo”. La data non coincide al 100%, a chi importa? Bisogna saper decodificare il testo, discriminando la licenza poetica dalla verità sottostante. Questo vale anche per uno storico serissimo ed autorevolissimo come Tito Livio, Veneto. Perché anche lui, come prassi, si sentiva in obbligo di sedurre il lettore con qualche “abbellimento”. ALCUNI VENETI SONO RIMASTI IN TURCHIA, ALTRI SONO FINITI UN PO DAPPERTUTTO Tra i primi, molti sono andati ad inurbarsi in Costantinopoli e non ci fecero fare bella figura. Tifosi per le corse dei cavalli, fannulloni, facinorosi, causarono gravi tumulti. La componente che arriva in Francia tiene testa a Giulio Cesare, che li onora, come nemici, nel De Bello Gallico, facendone un ritratto efficace e realistico, vedi diap. 1/20. Tacito li cita in Polonia, ho visitato i laghi Masuri, anche lì un ambiente molto affine alla laguna veneta. Cito questi esempi per invitare gli eruditi “glottologi” a confermare le loro ipotesi considerando molti altri
  • 7. LA STORIA : ERUDIZIONE O CULTURA ? ERUDIZIONE Complesso delle cognizioni acquisite in una o più discipline con profonda e spesso minuziosa conoscenza di dati e di particolari CULTURA Complesso delle acquisizioni, delle esperienze, dei comportamenti che caratterizzano il tipo e il grado di sviluppo delle qualità intellettuali e morali di un determinato ambiente, di un determinato gruppo sociale, di una determinata epoca La cultura non va confusa con l’erudizione, non è patrimonio di un’èlite di “topi di biblioteca”, è ricerca viva e profonda di quella conoscenza che determina concretamente gli indirizzi ed i valori su cui basare la nostra vita. LA RICERCA STORICA MULTIDISCIPLINARE L’epica dell’Iliade e l’Odissea era un canto dilettevole e pedagogico insieme, molto prima di diventare un testo scritto, la letteratura e la storia coesistevano con un’armonia raffinatamente perseguita. Anche Livio, il più grande degli storici, Veneto, persegue questo equilibrio quando racconta le nostre origini. Sappiamo quando siamo arrivati qui, eravamo un popolo nobile, evoluto, ma relativamente povero, pacifico. Con poche eccezioni, Padova, Este, i nostri manufatti, spesso in materiali deperibili, sono andati distrutti. Per fortuna il territorio racconta molto del nostro passato, se sappiamo leggerlo attraverso la localizzazione e la contestualizzazione delle motte, oppure dei santuari mariani, molto spesso evoluti da un culto alla nostra dea Reita. Per temi locali, legati all’ambiente clicca qui WORDPRESS REITA A CENDROLE, I RETII A RIESE1/3 VENETI, CELTI O PREROMANI?
  • 8. UNA LETTURA MULTIDISCIPLINARE DEL PASSATO REITA A CENDROLE, I RETII A RIESE1/4 VENETI, CELTI O PREROMANI? Il nostro territorio, perché molto povero, è rimasto quasi inalterato fino al dopoguerra, quel poco di buono che è stato fatto, è merito dei nostri stessi avi , in particolare dei connazionali veneziani. Poco allettante per gli archeologi come Schliemann, armati dell’Iliade e della lente d’ingrandimento: non possono sperare di trovare ricchi tesori o misteriosi reperti da decifrare. Lo studio delle localizzazioni, ben contestualizzato, ci può illuminare, là dove non troveremo mai conferme scritte. La chiesa di san Pietro a Godego, con la grande area antistante rappresenta la tipica impostazione pagana, è stata poi convertita al culto cristiano, ma presto affiancata/sostituita da quella nel castello. I pagani separavano drasticamente le necropoli ed i culti connessi dal mondo dei vivi, il cristianesimo non respinge, anzi celebra, il corpo dei morti, sposta il cimitero vicino alla chiesa, al centro dell’abitato. chiesa nel castello San Pietro Muson (1)Dal castelliere di Mottinello a quello di Vallà
  • 9. A SAN PIETRO I CULTI PAGANI DEI SOLDATI DEL CASTELLO REITA A CENDROLE, I RETII A RIESE1/5 VENETI, CELTI O PREROMANI? Il cristianesimo rivoluziona profondamente tutto il rito sacro. Il luogo stesso del culto, inizialmente, può essere una casa privata o una catacomba, a causa delle persecuzioni. All’assemblea (ecclesia) è ammessa tutta la comunità dei credenti, anzi, è protagonista della celebrazione, dagli apostoli all’ultimo dei discepoli. Quindi, dopo Costantino, l’ecclesia avrà bisogno di edifici sacri di dimensioni inimmaginabili per un pagano. Nei culti pagani l’edificio sacro era riservato esclusivamente alla statua del dio ed al sacerdote che vi svolgeva riti riservati, mentre la folla dei fedeli riempiva un’area esterna, dove avvenivano anche i sacrifici. Dunque la comunità attorno al castello di Godego, con questa area sacra enorme per quei tempi, doveva essere una realtà importantissima.
  • 10. VOCABOLI INDISPENSABILI Comprendere una pubblicazione accademica d’archeologia è un’impresa eroica, per i non addetti ai lavori. Fidarsi dei divulgatori è pericoloso, la vanità li induce spesso ad spacciare per fondate le loro libertà poetiche, i peggiori sono gli eruditi che giocano con le parole, con le assonanze. Per evitare grossolani equivoci bisogna comprendere bene il significato di alcuni termini. Motta o Aggere (sinonimo) : è un terrapieno, che serve per sollevare l’area rispetto al territorio circostante. Lo scopo non è affatto misterioso, ne ho viste molte in Emilia, lungo il Po. Servono per proteggere persone e beni in una zona esposta a frequenti inondazioni. Il materiale utilizzato è quello disponibile in loco, per esempio quello ricavato dallo scavo del canale che di solito circonda la struttura, con lo scopo di migliorare il sistema di protezione. Frequentate anche per secoli, possono crescere molto di livello, a causa dei residui depositati dagli abitanti stessi. Vengono realizzate da una comunità per la propria protezione, ma ovviamente possiamo immaginarle anche un luogo adatto ad ospitare dei mercati, per armenti e persone in transito ecc. Per motta,nella lingua italiana, s’intende un qualsiasi rialzo di terra, ma nella cultura terramaricola (questa delle motte) è usuale riferirsi ad un’area abbastanza grande, in grado di ospitare un clan oppure una struttura comunitaria. Tumulo : è un cumulo di materiale di forma pressappoco semisferica e delle dimensioni di alcuni metri. Anche questo è un rialzo realizzato con della terra e qualcuno scioccamente lo chiama motta, ma questa licenza genera gravi equivoci. E’ la tomba del capo della comunità o di una figura eminente ed è posta proprio al centro dell’abitato, mentre le necropoli sono sempre nettamente separate dal mondo dei vivi Può essere seppellito con il cavallo, la moglie, qualche fedelissimo ecc. Castelliero, Castion , Castellario ed altre storpiature : struttura protettiva con una precisa finalità militare. Il basamento può essere realizzato con terra (di nuovo la tentazione di chiamarlo genericamente motta), pietre, rocce: le pareti ed il soffitto sono spesso in legno o altro materiale deperibile e perciò non si è quasi mai conservato. Le opere murarie vere e proprie diventano uno standard solo nel medio evo. REITA A CENDROLE, I RETII A RIESE1/6 VENETI, CELTI O PREROMANI?
  • 11. ETRUSCHI POI CENOMANI CENOMANI RETII foto tratta da “I Veneti antichi, di Fogolari e Prosdocimi FLUSSOVIATERRA LENTOEPOVERO NORD EUROPA VENETI FLUSSO VIA MARE VELOCE E RICCO ADRIA ALTINO REITA A CENDROLE, I RETII A RIESE1/7 VENETI, CELTI O PREROMANI? INSEDIAMENTI ED INTERFACCE DEI VENETI
  • 12. IL COMMERCIO VIA ACQUA Abitare vicino ai fiumi era pericoloso e disagevole, le inondazioni molto più catastrofiche e gli allagamenti più persistenti rispetto ad oggi. Ci doveva essere qualche importante vantaggio per scegliere di risiedervi ed era necessario innalzare l’insediamento con un terrapieno, da noi sono ben conservate le motte di Godego. Un addensamento concentrato sugli argini dei fiumi si può spiegare con attività economiche come la pesca, ma probabilmente il commercio era il vantaggio principale. Infatti, sull’altra sponda del Po, troviamo i mercanti Etruschi, rimpiazzati poi dai galli Cenomani. I porti sicuri sul mare erano rarissimi, non erano posti sul litorale, ma collegati mediante canali d’accesso, anche artificiali: questo spiega la grande e plurisecolare fortuna di Adria e Altino. Padova crocevia fluviale L’Adige passava presso Este fino al 589 d.c. foto tratta da “I Veneti antichi, di Fogolari e Prosdocimi I VENETI A SUD DI PADOVA ADRIA ALTINO REITA A CENDROLE, I RETII A RIESE1/8 VENETI, CELTI O PREROMANI?
  • 13. RETII foto tratta da “I Veneti antichi, di Fogolari e Prosdocimi I VENETI A NORD DI PADOVA IL FLUSSO DI MERCI ED UOMINI La civilizzazione delle nostre terre, almeno fino al medio evo, ha un flusso a senso unico: dal medio oriente più ricco ed evoluto, verso l’ovest ed il nord più arretrati. Nello stesso senso viaggiano anche i prodotti raffinati, in quello contrario le materie prime. Il trasporto via terra è lentissimo e costoso, molto più competitivo quello via acqua. L’espansione demografica va dal mondo più ricco che è più popolato verso le terre più disabitate. I ricchi , i mercanti e gli artigiani, viaggiano via mare, i poveri via terra, per esempio attraverso i Balcani. La peregrinazione di un clan può durare generazioni, le interazioni con i territori attraversati saranno profonde. I VENETI ED I RETII NELLO SCAMBIO TRA MEDITERRANEO E NORD EUROPA Praticamente ad ogni sbocco di vallata, troviamo un abitato di Veneti. Gestiscono il trasporto delle merci nella direzione nord-sud, in staffetta con i Retii. Non manca quasi mai il corso d’acqua da sfruttare per il trasporto delle merci. Non è facile per noi contestualizzare correttamente: penso al trasporto del legname sul Piave, per esempio. E’ cessato qualche generazione fa, ma ne stiamo già perdendo la memoria collettiva. PADOVA ANGARANO (BASSANO) ASOLO MONTEBELLUNA ODERZO REITA A CENDROLE, I RETII A RIESE1/9 VENETI, CELTI O PREROMANI?
  • 14. Secondo gli autori antichi, i Veneti occupavano anche l’area alpina, i romani chiamavano il lago di Costanza (tra Austria e Svizzera) Venetus Lacus. Condividevamo con i Retii la stessa divinità, Reita, la comune origine non è specificata dalle fonti. Potrebbero essersi nominalmente separati da noi per l’isolamento delle vallate alpine e per i contatti con i popoli del nord. A Lagole, loro importante centro di scambi commerciali, culturali, politici, luogo di cura termale, c’era un santuario di Reita, dove i Veneti, ma anche Greci ed Etruschi, erano a casa loro . foto tratta da “I Veneti antichi, di Fogolari e Prosdocimi VENETI I RETII LAGOLE PIEVE DI CADORE MEL FELTRE REITA A CENDROLE, I RETII A RIESE 1/10 VENETI, CELTI O PREROMANI?
  • 15. GLI SCAMBI CON I POPOLI CONFINANTI L’ORIGINE NELL’ATTUALE TURCHIA (PAFLAGONIA) Livio e gli altri storici romani concordano sul mito dei Veneti, giunti appunto via mare, dalla Paflagonia (Turchia), poco dopo la guerra di Troia, nel XII secolo a.c. La ricerca storica ha confermato come questi racconti siano attendibili nella sostanza: era una prassi adornare, ma non stravolgere, queste vicende con qualche invenzione mitica, con un intento politico e pedagogico. I riscontri archeologici confermano bene questa versione, a differenza di altre ipotesi, più o meno cervellotiche, che vengono man mano inventate. GLI ISTRI E LA MIGRAZIONE VIA TERRA Abbiamo molte prove di una significativa parentela culturale con loro. Anzitutto i Veneti, data la spiccata attitudine mercantile, sicuramente hanno scambi intensi con questo popolo limitrofo. Inoltre, ricordando la direzione costante dei flussi di civilizzazione, è certo che, nel nostro DNA, ci sia una componente rilevante di popoli che, probabilmente in tempi lunghissimi, hanno attraversato la penisola balcanica, continuando a mescolarsi con i locali, prima di arrivare qui. Una migrazione secolare e povera, più difficile trovarne i riscontri archeologici. L’INFLUENZA GRECA AD ADRIA ED ALTINO Se le comunicazioni via acqua erano più competitive rispetto alle terrestri, ovviamente quelle via mare avevano vantaggi enormi rispetto a quelle via fiume. Il sito fortunato era in grado di comunicare, velocemente e senza barriere, con tutto il bacino mediterraneo. Questi due porti marini e pochi altri, Spina per esempio, manterranno sempre una forte superiorità economica e culturale sull’entroterra. Molto cosmopolite, vi risiedevano abitualmente importanti comunità di greci, ma anche etruschi, ecc. REITA A CENDROLE, I RETII A RIESE 1/11 VENETI, CELTI O PREROMANI?
  • 16. E’ LECITO CONFONDERE I VENETI CON I CELTI? I VENETI MERCANTI E MULTICULTURALI PER MESTIERE L’archeologia testimonia chiaramente, non solo l’intensità degli scambi delle merci, ma anche la coabitazione, negli insediamenti e perfino nelle inumazioni. Le reciproche influenze sono più evidenti ad Adria ed Altino e nelle zone di confine. Infine bisogna tener presente che la struttura politica non era affatto monolitica; vigeva un sistema di città stato, ciascuna delle quali aveva una notevole autonomia nello stringere legami con i vicini. Gli Etruschi si insediano soprattutto lungo il Po, ma li ritroviamo ben inseriti anche nelle nostre città. I GALLI ( CELTI) CENOMANI Secondo Livio sono arrivati in Italia nel 400 a.c., i romani concedono loro di restare. Soppiantano gli Etruschi negli scambi con i Veneti. Si posizionano sopratutto sull’Adige, Verona assume connotati celtici evidenti. Si ambientano bene e velocemente, mantengono sempre rapporti di fedeltà ed ossequio a Roma. Come i Veneti: entrambi alleati dei romani nelle pochissime guerre menzionate nella nostra storia, combattono addirittura contro i loro stessi connazionali, i celti Boi ed Insubri, scesi in Italia nel 225 a.c. Risibile la favola politica di un’origine comune per Veneti e Celti. ETRUSCHI, POI CENOMANI CENOMANI VENETI GRECI RETII NORD EUROPA GRECI L’Adige passava presso Este fino al 589 d.c. REITA A CENDROLE, I RETII A RIESE 1/12 VENETI, CELTI O PREROMANI?
  • 17. I LONGOBARDI FURONO I PEGGIORI NEMICI I VENETI, IL POPOLO PIU’ OPPORTUNISTA DELLA STORIA La spiccata vocazione mercantile, che sempre ci ha contraddistinto, rifulge nella storia di Venezia: trovatemi una città più tollerante, laica, cosmopolita! Il nostro opportunismo ci ha sempre permesso di fare buoni affari con chiunque, anche con il demonio! ESTE E PADOVA INVOCANO L’INGERENZA ROMANA I Veneti, come i Latini, gli Etruschi ecc. avevano una struttura politica basata sulle città stato. Il genio politico e militare di Roma si è rivelato in pieno e magnificamente, nella sua capacità di proporsi come insostituibile arbitro pacificatore dei popoli circostanti, che poi ha incluso nell’impero. Sono Padova ed Este ad invocare un console romano, per dirimere una loro controversia. Per quanto ne sappiamo, poi è stato solo amore reciproco; cioè abbiamo fiutato il grandissimo vantaggio di rimanere agganciati alla loro marcia trionfale di conquista. AMICI DEI GOTI La storia delle invasioni barbariche è piena zeppa di stereotipi errati: andrebbe tutta riscritta per le scuole. Ad esempio non sono riuscito a trovare testimonianze particolarmente drammatiche sull’arrivo dei Goti in Veneto, la civiltà romana ne ha sofferto, ma non in modo letale, le città sopravvivono e si riprendono. L’incursione degli Unni è terribile, ma relativamente breve, anche questa volta lo stile di vita sopravvive. I LONGOBARDI NEMICI MORTALI Quando arrivano qui radono al suolo quasi tutte le città importanti, uccidendo o disperdendo gli abitanti. La civiltà muore in quel momento, nel 639 d.c., quando il vescovo di Altino distrutta stabilisce la sua sede a Torcello (più tardi passerà a Rialto ed infine nella sede attuale). La data del 476 d.c. segna solo la fine formale dell’impero romano, un’istituzione ormai inutile e degradata. In quel tempo i Veneti convivevano con i Goti da oltre un secolo e guardavano, caso mai, a Costantinopoli. REITA A CENDROLE, I RETII A RIESE1/13 VENETI, CELTI O PREROMANI?
  • 18. CHI HA CIVILIZZATO I VENETI? I ROMANI? IL CONFRONTO IN ARCHEOLOGIA I reperti archeologici di Padova, Este, Altino, Adria, permettono un confronto dettagliato del nostro livello culturale e artistico, rispetto agli altri popoli del Mediterraneo. Nettamente superiore nelle città di mare rispetto alla terraferma; nel sud Italia, vicino ai centri di irradiazione della civiltà, rispetto al nord. Per un profano come me è difficile percepire una differenza tra i manufatti romani e veneti. Con la conquista della Grecia c’è un salto netto, ma per tutta la penisola italiana. IL CONFRONTO IN LETTERATURA : LIVIO E CATULLO Nella mia classifica dei dieci letterati latini più “famosi”, a parte Cesare, vedo solo provinciali. Cicerone appartiene al popolo dei Volsci, viene da Arpino, città lontana 100 km da Roma. I nostri due veneti sono delle superstar, stanno nelle stanze del potere, intimi di Ottaviano. Virgilio, mantovano, gravita vicino alla cerchia di Catullo, di Sirmione. Questi Veneti riderebbero del nostro complesso d’inferiorità rispetto ai romani. Croce pensava che, per consolidare l’identità nazionale, fosse necessario oscurare le specificità culturali. Un errore madornale, capito da tutti, tranne che dall’arteriosclerotico mondo accademico, che spesso vede solo l’impronta di Roma ed etichetta tutto il resto come preromano. I Veneti hanno un pedigree molto antico e prestigioso, celebrati nell’Iliade come il popolo dei bei cavalli, il veneto Livio garantisce il solido fondamento storico del mito, diffuso su tutto il mediterraneo. E’ un’intero popolo quello che occupa sistematicamente tutto il nord est, mentre la leggenda di Roma parla di un povero villaggio, la cui specificità culturale si diluisce, anche simbolicamente, con il ratto delle Sabine e nella fase “etrusca”. I romani invidiano la nostra mitica origine e Virgilio la scopiazza bene. REITA A CENDROLE, I RETII A RIESE1/14 VENETI, CELTI O PREROMANI?
  • 19. LE DUE ANNESSIONI COCCOLATI E SEDOTTI DA GIULIO CESARE Certo non esiste una data della conquista militare romana: il matrimonio in chiesa, da noi tanto agognato e da Giulio Cesare benevolmente concesso, fu solo l’atto finale di una lunga, affettuosa, convivenza, le cui tappe finali sono: nel 49 a.c. la cittadinanza romana e nel 42 a.c. diventiamo parte integrante dell’Italia romana. UN MATRIMONIO IMPOSTO ED ABBASTANZA INFELICE Nel 1866, una votazione organizzata sul consenso di quattro gatti, ben selezionati, ha sancito la sottomissione alla monarchia sabauda. Secondo me basta confrontare l’espressione dei due personaggi e si capisce perché i veneti nutrano sentimenti così contrastanti per le due annessioni: troppa enfasi nostalgica per la prima, rigetto per la seconda. A mio modesto parere, la monarchia sabauda, non solo ha espresso delle figure di monarca molto disonorevoli, ma anche una burocrazia ottusa ed inadeguata al compito immane di unificare l’Italia. Infamia eterna merita il modo in cui hanno contribuito all’entrata in ben due guerre mondiali e per come le hanno condotte. REITA A CENDROLE, I RETII A RIESE1/15 VENETI, CELTI O PREROMANI?
  • 20. I VENETI DI CESARE E TACITO IL RAMO FRANCESE DI CESARE E’ veramente emozionante leggere il racconto della sua guerra contro i Veneti francesi. Si percepisce bene l’affinità con i nostri veneziani, si tocca con mano la loro perfetta ambientazione in quel territorio lagunare. Con le loro barche speciali e le loro tecniche, hanno tenuto a lungo sotto scacco l’esercito e la flotta romana; il loro nemico ne parla con grande rispetto. Non si cura di specificare se questo popolo avesse le stesse origini di quello, da lui ben conosciuto, in Italia. IL RAMO DEI MASURI, SECONDO TACITO Lo storico li menziona brevemente e la collocazione è, molto approssimativamente, nella Polonia. Ho trovato qualche dotto, che in base a complesse argomentazionI, ipotizza la zona dei laghi Masuri, non so con quanto fondamento. A livello puramente emozionale, posso garantire, essendo stato in quei posti, che si tratta di una bellissima e vastissima zona piuttosto lagunare che lacustre; aria di casa nostra insomma. REITA A CENDROLE, I RETII A RIESE1/16 VENETI, CELTI O PREROMANI?
  • 21. CAPITOLO 2 I VENETI SULLE RIVE DEL MUSON Le testimonianze archeologiche sono poverissime e poco divulgate, ma il territorio ha un linguaggio abbastanza suggestivo e coerente. La via Castellana, con il castello di Riese e la motta di Castelfranco, poteva servire come collegamento nord - sud da Padova ad Asolo e fino al nord Europa. La concentrazione delle testimonianze lungo l’Avenale fa correre la fantasia. I “prai” sono molto antropizzati, il terreno presenta un’alternanza continua di aree depresse e sopraelevate, ma ciascuna accuratamente livellata. Sempre perimetrate da un’alberatura, combinata con una fittissima rete di canali: un habitat perfetto per animali al pascolo. Omero prima e poi tutti gli storici celebrano i nostri antenati come allevatori di cavalli. L’antica via Veneta, parallela alla Postumia romana, è caratterizzata dai castellieri di Mottinello, Castion e Vallà. La chiesa della Crocetta con le necropoli di via Casoname sono posizionate poche centinaia di metri più a nord, il mondo dei morti era sempre ben distinto da quello dei vivi. REITA A CENDROLE, I RETII A RIESE
  • 22. LE DUE DIRETTRICI PARALLELE ALLE VIE ROMANE NORD - SUD Le vie Castellana e Pagnana (colore verde) collegano i paesi sulle due sponde del Muson ben prima dei romani. Gli insediamenti veneti noti, sono tutti lungo l’Avenale. Il castello dei Retii (Riese) sulla via Castellana, l’Aurelia romana ancora più a est. EST - OVEST Il castelliero di Vallà, il santuario della Crocetta, le necropoli di via Casoname, i castellieri di Castion e di Mottinello, erano concentrati su questa via, circa 2 km a nord della via Postumia Le vie romane, Postumia ed Aurelia ben lontane dai “Prai” Motta > Castello (Castelfranco) REITA A CENDROLE, I RETII A RIESE2/1 I VENETI SULLE RIVE DEL MUSON
  • 23. UN’ECONOMIA POVERA L’economia dei nostri antenati poteva essere l’allevamento, la caccia, la pesca, poco redditizio il commercio via terra. Comunque, anche a Roma, la grande ricchezza è arrivata solo dopo la conquista della Grecia. Da noi ne avranno beneficiato solo città come Asolo e Padova. I nostri veneti destarono l’interesse del vescovo di Treviso solo dopo il 1000 d.c., quando apparvero abbastanza ricchi da risvegliarne la cupidigia erariale. Inutile cercare costosi reperti archeologici in queste località, certamente povere. I modesti traffici tra Asolo e Padova, potevano avvenire forse sulla via Castellana, abbiamo visto che i trasporti via terra erano molto meno redditizi di quelli via acqua. Asolo Motta > Castello (Castelfranco) REITA A CENDROLE, I RETII A RIESE2/2 I VENETI SULLE RIVE DEL MUSON
  • 24. IL TUMULO DI SPINEDA E L’AREA SACRA DI CENDROLE Gli insediamenti da nord a sud sono collocati tutti sull’Avenale, a cominciare dal tumulo, normalmente la sepoltura del personaggio guida del clan, suggestivamente posizionato proprio alla partenza del canale. -Il tumulo di Spineda, è posto all’inizio della zona umida e poi paludosa dei prai. -Il santuario, ovvero la zona sacra, è situato a meno di un chilometro a sud dell’abitato (tumulo). Normalmente comprendeva, sia una necropoli (monumento funebre di Vilonius), sia un’area per i sacrifici (le ceneri miste a frammenti lignei). Intorno al 1000 d.c., con la cristianizzazione, da questa chiesa madre si staccano le comunità religiose di Poggiana e Riese, per esempio. -Il castello dei Retii è posto più a est, sulla via Castellana, ha sicuramente una funzione logistica, per il trasporto delle merci via terra, nord-sud. I romani si sposteranno ancora più ad est e lontani dal Muson, con la via Aurelia. -Il castelliero di Vallà , vedi diap. 24, è pure vicinissimo all’Avenale -Il fossato della motta, sulla quale verrà costruito poi il castello di Castelfranco, è tuttora alimentato dall’Avenale.Motta > Castello (Castelfranco) Castello dei Retii REITA A CENDROLE, I RETII A RIESE2/3 I VENETI SULLE RIVE DEL MUSON
  • 25. Sappiamo che la nostra zona fu un’area di transito per gli scambi via terra, sud-nord, fin dalla preistoria. A Cendrole c’era evidentemente un luogo di culto, probabilmente analogo a quello famosissimo di Lagole, che era anche un punto di incontro economico e politico, tra le varie comunità. I Retii, nel loro castello di Riese, probabilmente custodivano le merci appena arrivate in pianura, da scambiare con i Veneti. Non si può escludere del tutto una costruzione del castello per iniziativa dei romani. In questo caso, i Retii lo avrebbero occupato, per conto ed al servizio di Roma, vedi il documento I Goti a Castello di Godego. Riese con il suo castello è posta sull’attuale via Castellana e non sull’Aurelia, questo fatto rafforza l’ipotesi della costruzione antecedente all’arrivo dei romani. I RETII NEL CASTELLO DI RIESE REITA A CENDROLE, I RETII A RIESE2/4 I VENETI SULLE RIVE DEL MUSON
  • 26. LA BEA VENEZIA I VENETI LUNGO L’AVENALE C’è una contrada, tuttora chiamata “Bea Venezia”, a Cendrole, a poche centinaia di metri dal tumulo e dalla partenza dell’Avenale. Una via Avenale comincia a correre nei pressi del canale omonimo dai Berni (tra Poggiana e Riese) fino alla SP 139 (tra Godego e Vallà), per poi continuare come via “Bea Venezia”. In prossimità del Castelliere c’è un gruppo di case chiamato espressamente con lo stesso nome, anche se tutto l’abitato lunga la via omonima, fino alla circonvallazione, viene identificato nello stesso modo. Non è corretto dare un valore storico eccessivo al potere evocativo di un nome, preso da solo, ci si può sbizzarrire a cercare una qualsiasi spiegazione. Inserito nel contesto coerente degli altri elementi (Inizio e fine dell’Avenale, natura del suolo, Tumulo, Santuario, Castelliero di Vallà, Motta di Castelfranco), può essere un’ulteriore conferma di una concentrazione di insediamenti veneti lungo l’Avenale, ricordata dai nostri avi fino ai nostri giorni. Bea Venezia Bea Venezia REITA A CENDROLE, I RETII A RIESE2/5 I VENETI SULLE RIVE DEL MUSON
  • 27. CAPITOLO 3 REITA Perfino la Grecia arcaica, fino al VI secolo a.c. circa, è relativamente povera di testimonianze scritte, anche se abbondano le sculture, la decorazione dei vasi ecc. I Veneti vivevamo certamente ai margini di questo mondo più evoluto, conoscevano la scrittura, ma ci hanno lasciato soprattutto oggetti legati al culto, corredi funebri in particolare. La religiosità espressa da questi reperti è la principale chiave di lettura per cercare di comprendere l’universo culturale dei popoli più antichi. Quelli più dediti alla guerra davano maggior rilievo alle divinità maschili, i più primitivi esprimevano esplicitamente i loro valori, con l’esibizione stessa di simboli fallici. I più pacifici, dediti all’allevamento ed all’agricoltura, adoravano soprattutto una divinità femminile, la grande madre mediterranea. A questo spiccato orientamento religioso corrisponde un elevato ruolo sociale della donna. Molti indizi, di un vero e proprio matriarcato dei Veneti, abbondano nelle inumazioni femminili, corredi preziosi e simboli di prestigio sociale: le chiavi e gli impianti per la tessitura p.e. I più importanti siti archeologici dei Veneti sono luoghi del culto a Reita, ai quali corrisponde invariabilmente un santuario mariano. REITA A CENDROLE, I RETII A RIESE
  • 28. REITA UNA E TRINA REA E REITA La prima è la madre degli dei dell’olimpo, moglie di Crono. Un bravo marito questo, che si mangia tutti i figli che lei partorisce, per il timore di essere spodestato. Zeus (Giove romano) si salva perché la madre si nasconde nell’isola di Creta durante il parto. Riuscirà poi a spodestare il padre, liberando i fratelli, tirandoli fuori dalla pancia del caro genitore. Tutta la religiosità mediterranea è molto attenta al tema del ruolo della donna, detentrice del mistero della sorgente della vita, ma anche della morte. Il maschio è sempre un casinista, che ne combina di tutti i colori, guai se non ci fosse lei tutta intenta a garantire sicurezza e futuro alla progenie. Quanto sappiamo su Reita conferma una grande affinità, non solo nel nome, con la Rea greca, ma anche con la Iside egizia ed altre varianti. REITA A CENDROLE, I RETII A RIESE3/1 REITA REITA, SANITAI, PORA Questa immagine viene da Montebelluna: riccamente vestita, con la fiera al guinzaglio, tiene sempre le chiavi, attributo del suo potere. Come nelle nostre litanie, viene invocata con moltissimi appellativi. Però alcuni studiosi intravedono anche una figura teologica complessa, una specie di trinità. Pora: vigila sul parto Sanitai: si invoca nelle malattie e sarà rimpiazzata dal romano Apollo Reita (= scorre rettamente): sovrintende tutti i flussi vitali, prevenendone le catastrofiche conseguenze e garantendone il benefico esito, dai corsi d’acqua al parto stesso.
  • 29. TRA RELIGIOSITA E SUPERSTIZIONE LA SUPERSTIZIONE DEI PRIMITIVI E DEGLI IGNORANTI Visitando il museo archeologico di Este, si può comprendere bene la religiosità dei nostri antenati. Colpisce la quantità industriale di ex voto, dettagliatissimi; un supermercato della guarigione a pagamento. Questo rapporto con il divino, decisamente superstizioso, è costante nella religiosità dei Veneti. Millenni di terrorismo psicologico, con la paura dell’al di là, hanno inciso minimamente sul fenomeno. Con la scolarizzazione di massa la superstizione pare regredire, ma, forse, sostituita dall’agnosticismo. Cendrole, quando ero piccolo, era un vero supermarket della superstizione, adesso l’esibizione degli ex voto è stata drasticamente ridotta. LA RELIGIONE UFFICIALE DEI GRECI E ROMANI Nei primitivi era fondamento e sintesi di tutta la cultura, potere religioso e civile coincidevano. I romani trattarono con disinvolta laicità la religiosità dei popoli vinti, assimilando in particolare l’intero olimpo greco, ma questo universo artificioso era abbastanza lontano dal sentimento popolare. I romani partecipavano diligentemente alle sceneggiate organizzate dal regime, ma, nel momento del bisogno, si affidavano preferibilmente ai riti superstiziosi. I SAPIENTI LAICI Socrate, Aristotele, non credevano certo agli dei dell’Olimpo. A mio parere, il secondo ha tormentato, con esito, finora, sicuramente nullo, milioni di esseri umani, nella sciocca presunzione di investigare l’infinto e l’eterno, inaccessibili alla mente umana. Epicuro e Lucrezio, per primi e meritoriamente, irrisero l’arroganza del potere religioso, che si è screditato ogni volta che ha sfidato la scienza, nell’ambito del conoscibile. REITA A CENDROLE, I RETII A RIESE3/2 REITA
  • 30. REITA = FAR FLUIRE CORRETTAMENTE L’appellativo forse alludeva alla prerogativa di favorire l’orientamento del nascituro durante il parto di uomini e animali, ma, in maniera più estesa, anche il flusso benefico e non distruttivo delle acque ecc. A Este la maggioranza degli ex voto concernono i temi della fecondità e del parto, i luoghi di culto sorgono quasi sempre presso un corso d’acqua. DA REITA A GIUNONE E POI ALLA NOSTRA MADONNA Con i romani Reita cambiò nome, non in Diana, come azzarda qualcuno, ma più probabilmente in Giunone. Costei è l’arcigna dominatrice di un Giove giocherellone e trasgressivo, vero cardine della famiglia. Incarna il mito della coesione famigliare e della riproduzione, in antitesi a Diana, la quale promuove il valore della verginità e quindi il controllo delle nascite, enfatizzando i rischi ed il dolore del parto. LA RIPRODUZIONE PREVALENTE SUL TEMA DELLA LIMITAZIONE DELLE NASCITE Nel mondo più povero e primitivo era prioritaria la sopravvivenza, sempre molto precaria, del clan: gli ex voto di Este riguardano prevalentemente il buon esito della fecondazione umana, animale e vegetale. Invece il valore del controllo delle nascite è tipico delle società benestanti ed evolute. Forse i nostri antenati non soffersero troppo un cambio di nome, certamente non hanno accettato facilmente il sovvertimento dei loro valori, dall’imperativo della fecondazione a quello dell’astinenza. IL MATRIARCATO DEI VENETI Sappiamo con certezza che il core business iniziale dei nostri antenati era l’allevamento, dei cavalli in particolare: il know how sulla riproduzione era prioritario e certamente fonte di potere sociale. Il maschio, in tutto il mediterraneo, riconosceva alle donne una maggior competenza in materia, lo stesso vale anche per l’arte della tessitura, per esempio: tutto questo trova una conferma nei corredi funerari. Ecco perché Reita tiene sempre delle chiavi in mano: da noi, come oggi, comandava la Francia..! REITA NEL NOSTRO DNA CULTURALE REITA A CENDROLE, I RETII A RIESE3/3 REITA
  • 31. LE CENERI CAUSATE DALL’INCENDIO DI BOSCHI La seconda scoperta archeologica avviene in anni più recenti, quando si restaura l’attuale edificio; negli scavi si individuano grandi quantità di ceneri, mescolate a pezzi di legno non completamente combusto. L’unica spiegazione ufficiale se l’inventa Mons. Agnoletti, di Giavera del Montello. E’ un bravo storico, ma questa opera è un omaggio all’amico, neo eletto cardinale di Venezia, Giuseppe Sarto. Ipotizza che si tratti dell’incendio di boschi e questa fasulla teoria continua ad essere esibita, come oro colato, dalla comunità di Riese, vedi anche http://www.slideshare.net/sergiobernardi/cercando-giuseppe-sarto Nello stesso contesto storico Mons. Camavitto fabbrica la ridicola ipotesi longobarda per confondere la presenza gotica nel castello di Godego. IL MONUMENTO FUNEBRE SALVATO DA JACOPO RICCATI Nel 1730 l’illustre scienziato di Castelfranco vigila sulla ricostruzione del santuario, nota la lapide di Vilonius, mentre sta per essere reimpiegata nella nuova costruzione. La fa proteggere dall’oblio e ne trascrive il testo, ora danneggiato. Vilonius è stato identificato con buona attendibilità, pagano, quadrumviro di Asolo, città importante allora. Il reperto è un tipico monumento funebre, ad Altino se ne vedono moltissimi, sostanzialmente identici nel testo e nella forma. Senza lo zelo del laico Riccati tutto sarebbe rimasto nell’oscurità. Siamo nel secolo dell’illuminismo, ma nella nostra campagna, prevale l’oscurantismo clericale e l’analfabetismo. Il reperto, molto danneggiato, è rimasto all’esterno per due secoli, ora è riparato dalle intemperie, nel museo della chiesa. L. VILO NIU IIII VIR PRAEFECTUS JURI DICUNDO TESTAMENTO FIERI JUSSIT CENDROLE = CINERES = CENERI REITA A CENDROLE, I RETII A RIESE3/4 REITA
  • 32. UN LUOGO DI CULTO DEI VENETI : L’ARA A STRATI Ai tempi dei Veneti non ci poteva essere un edifico imponente come l’attuale a Cendrole; le celebrazioni religiose avvenivano in una grande radura, possiamo immaginare qualcosa di simile all’attuale area di San Pietro a Godego, con un piccolo tempio per il celebrante. L’animale, scelto come vittima sacrificale, veniva ucciso e poi bruciato sopra un altare, utilizzando il legno come combustibile. La combustione era inevitabilmente incompleta, ma i resti non dovevano essere rimossi; perciò venivano ricoperti da uno strato protettivo (argilla?), sopra il quale veniva celebrato il rito successivo. Nei luoghi di culto ben frequentati è normale rinvenire numerosi altari ed elevati, cioè con molti strati. UNA NECROPOLI I Veneti praticavano l’incinerazione e le ceneri venivano raccolte in urne più o meno preziose, in funzione dello status del defunto. I più ricchi radunavano poi uno o più vasi in una camera protettiva, realizzata con lamine di roccia, laterizi ecc. Le ceneri dei più poveri venivano depositate direttamente nel terreno, spesso addirittura adiacenti alle inumazioni. Quest’ultima pratica è prevalente anche per i più ricchi, in una determinata epoca, molto suggestive le tombe con il defunto accanto al suo cavallo preferito. Comunque i cimiteri erano distanziati nettamente dalle abitazioni dei vivi, preferibilmente separati da un corso d’acqua, come a san Pietro, a Godego. In un tumulo, come quello di Spineda, poteva essere seppellito un personaggio guida della comunità: questa tomba invece era inserita proprio al centro del villaggio, come un monumento. COSA C’ERA A CENDROLE? REITA A CENDROLE, I RETII A RIESE3/5 REITA
  • 33. A CENDROLE, SI ADORAVA REITA PRIMA DI MARIA? SAREBBE UN PROBLEMA? Una simile ipotesi non può essere percepita negativamente da questa chiesa del dialogo multiculturale ed interconfessionale. Ma, se ponessimo un’analoga domanda ad un fanatico dell’ISIS? Abbiamo già visto come una buona dose di oscurantismo c’era anche da noi in passato e persista tenacemente. UNA CERTEZZA IMPOSSIBILE Riassumendo quanto già dettagliato finora, la prova regina dell’antico culto, quella della pistola fumante, forse non si troverà mai. I nostri antenati erano poverissimi, i manufatti prodotti in loco erano in legno od altro materiale deperibile. Anche scavando, difficilmente gli archeologi potrebbero trovare reperti ben conservati e pienamente significativi. GLI INDIZI PRINCIPALI DEL CULTO A REITA I ritrovamenti finora accertati, presentano alcuni indizi ripetitivi. - Il culto a Reita viene sostituito da quello a Maria, evoca sempre i temi della nascita e della maternità. - Alcuni connotati pagani e non ortodossi non vengono cancellati facilmente, ma persistono per secoli - Adiacente all’area dei riti sacri c’è sempre la necropoli, vedi la lapide di Vetulonius in chiesa - La zona dei morti è separata da quella dei vivi mediante un corso d’acqua, qui l’Avenale - La zona sacra è adiacente ad un abitato, 900 metri più a nord, c’è il tumulo che lo conferma - La testimonianza è coerentemente inserita in un contesto che conferma la frequentazione della zona, lungo il corso dell’Avenale, da parte dei Veneti: il tumulo, il santuario, quindi il Castelliero di Vallà ed infine la motta di Castelfranco, sopra la quale, due millenni dopo, venne edificato il castello. REITA A CENDROLE, I RETII A RIESE3/6 REITA
  • 34. IL LEONE VENETO E LA NOSTRA DIVINITA’ REITA Veniamo dalla Paflagonia (Turchia), dove la grande madre si chiamava anticamente Cibele (= grotta), i Veneti adottarono il nome Reita (scorrere rettamente) , vicino a Rea (=scorrere), diffuso nel mondo greco. SAN MARCO I veneziani avevano una priorità assoluta per la loro sopravvivenza anche culturale: mantenere il cordone ombelicale con Costantinopoli, la regione dalla quale erano perfettamente consapevoli di provenire, ma anche la parte di mondo romano sopravissuta alle invasioni barbariche, alla quale appartenevano. La figura dell’evangelista completava perfettamente il simbolismo, con l’aspetto religioso. IL PUBE DELLA GRANDE MADRE MEDITERRANEA In tutto il mediterraneo sono comunissime le testimonianze archeologiche di un culto ad una divinità femminile, connesso al tema della riproduzione. E’ il più importante nelle società dove l’attività agricola predomina nettamente sul commercio e la guerra. Il simbolismo, che associa la testa del leone con l’aspetto esteriore dell’organo sessuale femminile, è diffuso già nella preistoria. Ci sono molte varianti di dettaglio; la dea può stare ritta sopra la schiena della belva, su un carro, un trono, tenerla al guinzaglio ecc. Altre volte il leone viene sostituito da un’altro felino, più comune in quella determinata zona. REITA ED IL LEONE DI SAN MARCO REITA A CENDROLE, I RETII A RIESE3/7 REITA
  • 35. IL TUMULO A NORD DEL SANTUARIO TUMULO (VIA BOSCHI , SPINEDA DI RIESE) Ad un abitato corrisponde la relativa area sacra; il santuario di Cendrole è posto un chilometro più a sud. LA LINEA DI DEMARCAZIONE IDROGEOLOGICA E LA PARTENZA DELL’AVENALE In questo punto il terreno passa, abbastanza bruscamente, da ghiaioso e permeabile ad argilloso ed impermeabile, vedi Il graticolato ed il Muson, una ricognizione con google earth. L’Avenale è un canale artificiale, indispensabile per drenare l’acqua che si accumula a causa dell’impermeabilità del terreno, senza questa opera, i prai sarebbero una palude. Prosegue ad una certa distanza dal Muson delimitando con ottima precisione questa depressione. La sua presenza è un valido indizio della presenza di un insediamento abitativo. E’ posto esattamente dove inizia l’Avenale, sul cui percorso sono allineati gli insediamenti veneti della zona, dettagliati nella diap. 14. Come abbiamo visto nella diap. 3, è la sepoltura di un personaggio importante, tipicamente il capo del clan, colui che ha guidato la peregrinazione fino al nuovo insediamento. In questo caso potrebbe trattarsi di una stessa comunità , che si è distribuita lungo l’Avenale, sul suo argine sinistro. REITA A CENDROLE, I RETII A RIESE3/8 REITA
  • 36. LO SCAMBIO DEL CARTELLO SEGNALETICO IL CASTELLIERO DI VALLA SCAMBIATO CON IL TUMULO Il cartello a destra è posto proprio di fronte al tumulo, descrive esattamente il castelliero di Vallà, ovviamente, nel posto giusto, il cartello invece non c’è. 900 m Dal tumulo inizia il reticolo capillare di canali che alimen- ta l’Avenale. Contrada “Biordi” (casa di mia nonna) Anche ad Asolo i ritrovamenti veneti sono in una località omonima REITA A CENDROLE, I RETII A RIESE3/9 REITA
  • 37. CASTELLIERO = VALLUM = VALLA’ Sulle origini del nome di Vallà non esistono dubbi: il castelliero si trova appunto nell’antica via Castelliero, ora 27 Aprile. Il vocabolo usato dai romani ne conferma la funzione militare preponderante, se non esclusiva. Via 27 Aprile Via Castelliero per 3000 anni, poi arrivarono i barbari ignoranti Muson Avenale Castelliero Via 27 Aprile REITA A CENDROLE, I RETII A RIESE3/10 REITA
  • 38. IL CASTELLIERO SPIANATO E DEPREDATO L’AEROFOTOGRAMMETRIA DELLE MOTTE Ho letto con molto interesse il lavoro di un gruppo di appassionati, guidati dall’archeologo Peron, che provano ad utilizzare metodi moderni e non convenzionali di indagine, per integrare l’esame tradizionale dei reperti archeologici: http://www.archeologiadigitale.it/archeofoss/paper/assets/P_Il_problema_delle_motte.pdf. Ho la percezione, da profano, che questa strada sia molto feconda e da incoraggiare decisamente. La ricognizione aerea con Google Earth mi è servita per illustrare più comodamente ed efficacemente quanto letto nei libri, per questo mio lavoro divulgativo, ma mi ha fatto capire anche l’enorme potenziale di questi strumenti, se affidati a studiosi competenti. REITA A CENDROLE, I RETII A RIESE3/11 REITA Sono andato a cercare le sue tracce, ma non posso garantire la mia identificazione, basata solo su qualche dubbioso riferimento dei vicini. Le dimensioni approssimative dell’area sono quelle riportate in figura, non molto discordanti da quelle del cartello posto a Spineda da qualche ubriacone e, protervamente, mai rimosso. Il rialzo del terreno è ben visibile a sud, dove si notano anche nella foto degli alberi che stanno sul bordo di un fossato, abbastanza importante per poter essere considerato funzionale al castelliero. LO SPIANAMENTO E LA DEPREDAZIONE Il resto del quadrato è stato spianato e quindi è impossibile definirne il confine esatto. Il sito è stato liberamente ed irreparabilmente depredato dai vandali in passato; certo delusi dall’insignificante valore venale delle poverissime suppellettili ritrovate, spero abbastanza ignoranti da non rendersi conto della gravità e stupidità del loro misfatto culturale. Perimetro ipotizzato da Valery e Marchetti La linea continua rappresentava il tratto più integro del perimetro NORD
  • 39. La stele trilingue è molto famosa, su una faccia c’è un testo retico con influenze etrusche. Al legame tra Veneti e Retii ho già accennato, Lagole è un esempio ancora più importante della vivacità degli scambi, anche culturali, con altri popoli. Solo un appunto ironico: chi erano questi misteriosi preromani, sempre così chiamati nella segnaletica archeologica del sito? Chiedetelo al VENETO Tito Livio, se si sentiva preromano! Ecco un perfetto esempio di arteriosclerosi del mondo accademico. IL MISTERIOSO POPOLO DEI “PREROMANI" LA STELE TRILINGUE Si fa un gran parlare di valorizzazione turistica, anche del patrimonio culturale. A Castelcies (Cavaso, TV) c’è uno splendido esempio di come si può passare dalle parole ai fatti. Queste foto sono tratte da un opuscolo che potete trovare anche in loco : “SAN MARTINO DI CASTELCIES E I SEGNI DELLA STORIA” CAPITOLO 4 IL GIOIELLO ARCHEOLOGICO DI CASTELCIES REITA A CENDROLE, I RETII A RIESE