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Associazione Tutela Tradizioni Popolari Trapanesi 
Trapani, 11 ottobre 2014
Lui: LUIGI CAPUANA 
(Mineo 1839 – Catania 1915)
Lei : ADELAIDE BERNARDINI 
(Narni 1867? – Catania 1942) 
Scrittrice, e moglie di scrittore 
guai a dire il contrario
Il compare: 
GIOVANNI VERGA 
(Catania 1840 – 1922)
Il figlioccio: 
LUIGI PIRANDELLO 
(Agrigento 1867 – Roma 1936)
Il passante: 
ALBERTO SCONTRINO 
(Trapani 1850 – Firenze 1922)
Il testimone inconsapevole 
NUNZIO NASI
TEMA DI FONDO: 
IL RUOLO DELLA DONNA
IL REGNO DELLA 
DOMINA
LA BELLA DELLA LAGUNA
LA PATRIOTA
La legione delle 
pie sorelle 
“Anche noi siam risorte!”
La ‘contessa’ e la pistola
NEERA, MA FINO A UN CERTO PUNTO
Dalla Toscana alla Sicilia
“Di luni, 
arruzzuluni”, 
parola di Maria 
Carricafocu
I giornalisti
“Quando ci si è abituati 
al fango, ne viene la 
nostalgia” 
REGINA DI LUANTO
ANNIE E L’ORCO
LA POETESSA DEL QUARTO STATO, 
ACCADEMICA D’ITALIA
JOLANDA 
ma Salgari non c’entra
VITTORIA L’ARMENA
LE FIGLIE DI PAPA’
ANNA FRANCHI 
La prese brutalmente, violando quella 
purezza che gli si abbandonava quasi con 
incoscienza, la prese spudoratamente, 
nulla attenuando con gentilezza 
amorevole, senza risparmiarla […] 
Passata dalla completa verginità dei 
sensi e dell’anima a quella violenza di 
desiderio brutale, mal sapendo di amore, 
tolta d’un tratto dall’idealità vaga che le 
aveva cullato la mente giovane in sogni 
così enormemente diversi, quella cruda 
realtà la spaventò, la disgustò, le diede lo 
schifo invincibile che proviene dalle cose 
luride.
IL NOBEL AD UNA DONNA, 
PURCHE’ NON AD UN 
ANTIFASCISTA
AMALIA, IL POETA E LA SPIA
SIBILLA
Il mattacchione
Dall’elefante al teatro
Critico di successo
Passo indietro?
ESORDI NARRATIVI
Gli esordi del compare
GLI ESORDI DEL VATE ETNEO
Dalla prefazione di 
Giulio Salvadori 
(1884): 
“chi vuol 
riconoscere 
il Rapisardi vero, lo 
deve cercare in 
queste falsificazioni 
del suo 
compaesano”
FINZIONE LETTERARIA? 
PERCHÈ NON PRENDO MOGLIE? 
(da “ISTINTI E PECCATI”, Catania 1914) 
La donna? Una creatura malefica, per la quale io 
avevo un'istintiva repugnanza, sia che fosse 
estremamente bella o estremamente brutta. […] La 
filosofia non solamente non preserva, ma non ci 
rende pazienti, nè sempre mette ai mariti una 
benda su gli occhi. […] E in quanto alla famiglia... 
Eh? Dover sfacchinare per provvedere ai bisogni di 
sette, otto, dieci persone: vestiti, scarpe, 
nutrimento, tasse scolastiche, e un po' di dote per 
le ragazze, che altrimenti ci spighiscono in casa...!
Riflessione manoscritta 
L’artista deve mantenere le sue facoltà in un 
eccitamento che non è l’ordinario . L’anima 
dell’artista è già in uno stato di 
spiritualizzazione che ha rotto i confini 
puramente naturali e li ha sorpassati. Volerlo 
legare ad una famiglia è ancora troppo naturale 
e l’artista non può contentarsene. Perciò il 
celibato diventa per l’artista lo stato essenziale, 
e la verginità l’affrancazione dai sensi. I VERI 
ARTISTI NON HANNO AVUTO CUORE NEL 
SENSO PIÙ COMUNE DELLA PAROLA.
LA LETTERA SCIVOLATA 
Oggi, il mio primo pensiero alzandomi è per te; e 
che le tue parole mi stanno qui nel cuore, e ho 
letto e riletto molte volte la tua lettera. Cara, cara, 
cara, tu sei la donna come l’avrei sognata io, 
l’amica, la sorella, l’amante, tutto. [Non la moglie, 
comunque]. A te nuoce l’antipatia che ispira 
generalmente QUELL’ALTRO e i pettegolezzi che 
ha suscitato colle sue invidiuzze meschine e le sue 
ire indecorose. Ti bacio sul viso, sugli occhi, sulla 
bocca così, così, così, a lungo, prenditi qui l’anima 
mia, tuo...
14 dicembre 1883
Una cosa è scriverla…
16 dicembre 1883  Le vostre lettere mi hanno fatto piacere, per 
quello che mi dite e per quello che ho potuto 
dirvi anch’io, del bene che vi voglio, nell’ultima 
lettera che desideravo vi fosse giunta presto, 
presto quanto il mio pensiero e il mio cuore che 
volavano a voi. Ogni cosa mi parla di voi. Al 
Natale, che volevo festeggiare con voi, 
rammentatevi che io penserò a voi quel giorno, 
all’ora di pranzo e desidererei esservi vicino. Ma 
tutto ciò non serve che a tormentarvi e a 
tormentarmi inutilmente, lontani come siamo. 
Addio, cara, datemi le vostre mani e pigliatevi le 
mie. 
JE VOUS AIME DE TOUT MON COEUR
FANTASTICHERIA
L’ALTRO OMBRELLINO
IO E LA MAMMA VI ASPETTIAMO 
A BRACCIA APERTE
LA CONSOLAZIONE 
AD AMELIA 
Ramuscello di pruno abbandonato 
Là sul petroso muricciol dell'orto, 
Privo d'ogni cultura, al verno ingrato, 
Del suo verde si spoglia,e sembra morto: 
Ma da un'intima forza alimentato, 
Tenacemente al natio sasso attorto, 
Dura così, che dell'aprile al fiato. 
Ecco i tralci rinnova, ecco è risorto. 
'I'al io, che spento d'ogni gioja e stanco 
Altro che morte non vedeami intorno, 
E il cor ne avea già preso e il volto bianco, 
A' tuoi detti, a' tuoi baci, (oh fausto 
giorno 
Che consentisti di venirmi a fianco !) 
Per incanto d'amor giovane torno.
17 anni per viverla, 
20 per scriverla
LA DOTE CHE CONTA
FIAMMA CHE SCALDA O CHE BRUCIA? 
 “E’ impossibile che tu non mi intenda, 
Antonietta mia, e non mi segua per questa 
via nobilissima per cui la sorte volle 
mettermi: la via dell’Arte. Tu ti scalderai 
meco a questo fuoco purissimo e il tuo 
cuore s’allargherà alla visione del mio alto 
ideale. Della tristezza che spesso l’arte 
procura, tu mi compenserai col tuo amore, 
e tu sarai la fonte a cui attingerò energia e 
vivacità nei momenti di sconforto e di 
abbandono”.
Il vecchio e il giovane
Ferragosto 1895
Lettera d’addio? 
“Stamani verso le 9 nell’Albergo Cavour il cameriere trovava 
nella stanza n. 98 una signorina distesa sul letto, priva di sensi, 
che si era avvelenata con l’oppio. In un biglietto aveva scritto: 
“Quando si è certi che il romanzo della vita sarebbe tutta una 
pagina penosa, è meglio darsi la morte. Chi dice che il suicida 
è un vile, insulta il più martire fra i martiri. Chi si dà la morte, 
nei suoi ultimi momenti non odia più, ma perdona. […] Se fra 
coloro che renderanno il più modesto tributo a chi scrive per 
l’ultima volta vi è un’anima gentile, questo non neghi un fiore 
al povero corpo che appartenne ad una disgraziata, ad 
Adelaide Bernardini”. 
Adelaide Bernardini è una simpatica ragazza alta, snella, dai 
capelli biondi e vestita piuttosto elegantemente; è orfana ed è 
restata per tre anni maestra delle scuole italiane in Turchia. 
I medici sperano di salvarla”
ADA E RENATO
NOME PRESO DA LUI?
DALLA VITA 
ALLA 
LETTERATURA
Pigmalione di fine secolo
FLOS ANIMAE 
Trieste, Ferretti, 1900 
A UN RITRATTO D’IGNOTA 
Un triste indefinibile sorriso 
Su le labbra ti sta; 
La tua pupilla con lo sguardo fiso 
Un senso di sgomento oggi mi dà. 
Chi sei? Sei viva ancor? Pace ed oblio 
La morte alfin ti diè? 
Trovarti non vorrei sul cammin mio; 
E mi domando: Perché mai? Perché?
Mobilitati gli amici  “La Bernardini non cerca i suoi versi; 
non li combina con gli espedienti 
dell’arte: i versi le nascono in prima e 
spesso hanno la viva grazia delle cose 
ingenue. La giovane autrice comincia 
ad intravedere le difficoltà e se ne 
sgomenta. Questo è ottimo segno. Ella 
misura le proprie forze per trarne una 
speranza di vittoria; ma un dubbio 
angoscioso, quasi un timor sacro la 
trattiene. Vincerà?”
IL DONO RICAMBIATO 
 “La sua aspirazione è creazione. Di caratteri 
forse non sempre; talora i suoi personaggi 
sono più sbozzati che resi; di sentimenti si 
sprigiona non so che nera smania di 
disperazione. Ella non deve amare la vita, né 
gli uomini e meno ancora le donne. Mi 
concede di ricambiare in qualchemodo il suo 
dono? Le mando il ritratto recente della mia 
bimba, Maria: è quello che posso offrile di 
meglio fra le mie opere”. 
G. A. Cesareo
AIUTO, PREGO! 
“ho pregato S.E. il Ministro di 
provvedere alla mia situazione 
di professore aumentando 
degnamente il mio misero 
stipendio attuale, o 
mandandomi all’università di 
Catania – 3 ott. 1901”
La coda del diavolo
Confessione e presagio 
 “Era orgoglioso di aver fatto una buon'azione, di aver 
salvato da morte e da qualcosa di peggio la bella, 
virtuosa e intelligente creatura. Egli l'amò come si ama 
talvolta nell'età in cui parrebbe che certe illusioni non 
dovessero piú prodursi: e fu riamato, né soltanto per 
gratitudine, ma per le buone qualità del suo cuore e del 
suo ingegno. Ella era di un'ammirabile saggezza 
precoce, capace di qualunque sacrificio; e non fu tanto 
la sua affettuosa compagna, quanto la sua consigliera, la 
sua severa ammonitrice, la sua ispiratrice anche. Erano 
bastati pochi mesi perché in lei si sviluppasse un 
finissimo senso di arte. […] Caduto in mano di 
rapacissimi strozzini, aveva perduto, per sodisfare gli 
impegni presi, il suo piccolo patrimonio, i frutti del suo 
lavoro, vivendo ogni giorno in continua lotta di 
espedienti.
 E quando non fu piú possibile fingere con lei e NON OSÒ PIÚ 
DI FARLE LA PROPOSTA DI DARLE IL SUO NOME DA LEI 
TANTE VOLTE RICUSATO PERCHÉ NON VOLEVA ESSERE 
SOSPETTATA DI CALCOLI INTERESSATI, egli fu stupito di 
sentirsi dire parole di sacrifizio assoluto, quasi la colpevole di 
quel disastro fosse stata lei. Un generoso prestò ad Eligio 
Norsi mille e cinquecento lire. Bastarono appena per opporre 
un momentaneo argine alle necessità piú imperiose. Ella volle 
sacrificare gli orecchini, i braccialetti, gli anelli regalatile da 
lui nel primo anno della loro unione. Stremata fin di abiti, si 
rassegnò a vivere chiusa in casa per mesi e mesi. […] Vorrei 
sparire senza che nessuno se n'accorgesse. Spero che la mia 
buona e adorata Moseina, vorrà perdonarmi l'atto disperato 
che sto per compire e accogliere la mia estrema parola che le 
impone di vivere. NON SONO UN VIGLIACCO; CI VUOL 
CORAGGIO A MORIRE. Un solo pensiero mi addolora in 
quest'istante: che la mia buona e adorata Moseina sarà mal 
giudicata”. [da “Eligio Norsi”, maggio 1902]
Martedì 16 dicembre 1902
Pirandello a Pirro Masetti, 15/2/1903 
 “Ieri sera, finalmente, Capuana è partito per 
Catania. Gli strozzini gli han venduto tutto: casa e 
libri. Il Ministro gli ha pagato il viaggio. Una donna, 
la Bernardini (che egli adora e sposerà) gli ha 
cagionato questa rovina. Ha tentato d’uccidersi; 
salvato miracolosamente da un ferroviere, restò per 
cinque o sei ore addirittura pazzo: rideva e si 
credeva morto. “Renato è morto!” diceva. Ha ancora 
da sedici a diciottomila lire di debiti. Io non so, 
pensando a lui, che cosa senta di più: se rabbia o 
pietà. Forse pietà: egli ha 64 anni e, per la prima 
volta in vita sua, ama; e ama, per sua sciagura, una 
donna STUPIDISSIMA E VANA di 25 anni. Che 
commediaccia buffa e atroce è questa nostra vita!”
Il terribile 1903
Il ferocissimo Mario 
“Lisi s’incucchittò cu ‘na guagliuna; 
/ ma sennu vecchiu, sparapaulu e 
pazzu,/ Nun putennuci dari pani e 
cazzu,/ cilibrità ci duna./ Lu 
munnu, ca s’adduna/ quantu don 
Lisi è fissa,/ e la picciotta 
schiticchiusa e VANA,/ nun 
vulennu chiamarila buttana,/ la 
chiana puitissa”.
Franciscus Biondolillo 
MACELLATIO 
CAPUANAE 
BERNARDINAEQUE 
I: Altercatio 
II: Macellatio 
III: Banchettatio 
Milano, Nuova Casa Editrice, 
1913
SDEBITAMENTO 
O SINCERA AMMIRAZIONE?
ASCOLTATRICE, 
INTERLOCUTRICE, 
CORRETTRICE
23 aprile 1908
WEDDING PRESENT
DIRITTI ED EREDITA’
un'infermità nervosa, 
d'indole non ben 
definibile resistente a 
ogni cura lo tiene da 
anni prigioniero in 
casa, e gli rende 
impossibile ogni 
lavoro intellettuale 
prolungato 
NOVE ANNI IN DEPOSITO
Un tipo splendido
Pranzo festivo
Alla ricerca di un nuovo successo
Un successo dimenticato 
18 marzo 1896, 
teatro Garibaldi - Trapani - 
Tenore E. Caruso
Il nonno generoso 
Il filtro: melodramma in un atto 
Paul Hastings Allen, Luigi Capuana 
Casa musicale Lorenzo Sonzogno, 
1911 - 32 pagine 
Milda: fiaba in un atto 
Paul Hastings Allen, Luigi Capuana 
Casa musicale Lorenzo Sonzogno, 
via S. Andrea n. 18, 1913 - 25 pagine 
L’ultimo dei Mohicani 
Paul Hastings Allen, Carlo Zangarini 
G. Ricordi & C. editori-stampatori, 1916 - 52 pagine
L’IMMANCABILE
Evocato a nuova vita
Anima siciliana
Ritardi e solleciti
QUA LA MANO!
CENTESIMUS NUNCIUS
L’ultimo telegramma
29 NOVEMBRE 1915
PARENTI SERPENTI
BUGIE…
CIECA FEDE  “Lu Neu”, al punto a cui Egli 
l’aveva condotto, si era così 
fortemente e compiutamente 
impresso nella mia memoria da 
farmi dire ch’io avrei potuto 
mandarlo a termine, senza 
timore di fare cosa indegna di 
Lei e di Luigi mio. Egli aveva 
cieca fede nel mio ingegno di 
poetessa e di autrice 
drammatica, e anche per questo 
mi sarei attentata a finire “Lu 
Neu” se… Ma ormai!”
MALIGNITA’ FEMMINILE 
 “Tra G.A. Cesareo, che è buon poeta e ottimo 
critico, e Luigi Pirandello novelliere, poeta, 
autore drammatico, umorista di bella fama, 
io sceglierei questi. Pirandello, inoltre, è un 
agile lavoratore, quasi da mettere a paro con 
Capuana. Ella, quindi, non vedrà fiorire 
lentissimamente le scene di “Lu Neu”. Non le 
vedrà scendere dall’alto, come le accadrebbe 
con G.A. Cesareo! Questa mia è una piccola 
malignità femminile, ma è tutta fatta di 
verità, e Lei deve perdonarmela!”
L’INDOLENTE  “Ritengo quasi inutile chiedere a Giovanni 
Verga una lettera, una raccomandazione per 
spingere Luigi Pirandello ad accogliere bene 
un onorifico invito. IL MAESTRO, ORMAI, È 
COSÌ INDOLENTE, COSÌ ADDORMENTATO… 
da far pensare subito al fastidio che gli 
darebbe una richiesta di quel genere”
CON SLANCI SENILI 
Signorina Sara Scriffignani, Agira 
Catania, 14 marzo 1920 
“Grato m’è il sonno, e più l’esser di sasso”. 
G. Verga 
Questo sarebbe l’autografo, se la letterina della 
simpatica monella non ridasse vent’anni al 
‘Vecchiuccio mio’, che li piglia volentieri, 
baciando le manine che glieli danno, almeno 
per iscritto, se sono belle… 
Fatemele vedere
Dio ne scampi!
L’aria del 
conti…niente
ESITO PREVENTIVABILE
Il veleno
BOLOGNA, 1° giugno 1922: 
IL DRAMMA SULLA SCENA
IL DRAMMA NEL FOYER
ARRIVANO I NOSTRI
Roma, teatro Quirino, 14/11/1922
MONTECITORIO, 16/11/1922
IL GIORNALE D’ITALIA, 21/11/1922 
Maestro! Le sono grata di essersi ricordato di Luigi 
Capuana, servendosi di una vecchia novella che ha 
dato le ali alla sua fantasia, la quale non si 
trattiene di oltrepassare certi limiti. La novella fa 
parte di un volume ormai introvabile presso i 
librai, ma non nella sua biblioteca e nella mia. Lei 
ne ebbe in dono dall’autore una copia, con una 
dedica che allora lusingò molto il suo amor 
proprio di scrittore quasi ignoto. Qualche volta fa 
comodo plagiare i morti e passare sul cuore dei 
vivi. Lei dovrebbe buttare giù altre due commedie: 
“Spogliare i morti” e “Calunniare i vivi”.
CARBONE BAGNATO? Tempo fa lei mi denunziò come 
“indegna proprietaria” di alcuni 
autografi preziosissimi, Per tagliar 
corto, io feci dono a Federico De 
Roberto, e semi-dono agli eredi di 
Verga di due degli autografi a me più 
cari. Cedendo per ‘seimila lire’ 
l’autografo di I Malavoglia si può 
parlare di semi-dono; è vero, maestro? 
Adelaide Bernardini Capuana
PIRANDELLO RISPONDE 
 “Mi sono servito di certi c.d. ‘documenti umani’, che 
realmente tanti e tanti anni fa si lessero da tutti 
nelle cronache estive di un giornale romano, prima 
che fossero narrati in novella da quel vero e grande 
maestro che fu Luigi Capuana. Quel commento 
lascia intendere chiaramente il valore diciamo così 
‘sentimentale’ di questo per altro non nuovo 
risentimento della signora Bernardini. Il 
personaggio della mia commedia non è affatto, 
neppure lontanissimamente, il mio venerato amico 
Luigi Capuana. Egli non ebbe in vita un amico più 
devoto e più affettuoso di me: non ha, dopo la sua 
morte, un amico che ne serbi il ricordo e ne abbia la 
venerazione più di me”. L’Epoca, 22/11/1922
CHI DI SPADA…
Monumento tribolato
Cercasi contatto
In luogo tartaresco
QUALCHE DOMANDA 
Perchè suicidarsi? 
Perchè bruciare il materiale? 
Perché privare la vedova di un 
possibile cespite? 
Davvero Capuana bruciò 
qualcosa, prima di morire?
L’UNICA A CONOSCERE LA VERITA’
OPERE 
OPERE POETICHE: 
Intime, Roma, 1896; 
Amaritudini, Milano, 1897; 
Nuove Intime, Catania, 1898; 
Sottovoce, Lanciano, 1898; 
Flos Animae, Trieste 1900; 
Rime amorose dal diario di Lydia, 
Acireale, 1903; 
Sottovoce, Catania, 1911;
PROSA  La indocile preda, Catania, 1895; 
 Il tenorino, Firenze, 1897; 
 Guerra in tempo di…uva, Palermo, 1898; 
 La signora vita e la signora morte, Catania, 1899; 
 Dopo il no, Milano, 1899; 
 Contessina, Palermo, 1899; 
 Pittore in erba, Palermo, 1899; 
 Prime novelle, Catania, 1899; 
 La bambola rubata, Palermo, 1900; 
 Le spine delle rose, Torino, 1905; 
 La vita urge…, Napoli, 1907; 
 Mai!, Milano, 1921;
TEATRO 
 L’integro, Lanciano 1899; 
 Fulvia Tei; 
 Marionette da salotto, Milano, 1920; 
 Rovina; 
CRITICA LETTERARIA 
 L’amore e il dolore di G.A. Cesareo, Catania, 1896;
MANOSCRITTI
Modestamente…
 L’OFFERTA 
 L’orrido sogno sul mio spirto incombe/ quasi 
tremenda realtà. Sinistro/ ammonimento certo 
egli è!/Giacevi agonizzante, e nella chiusa gola/ 
un affannoso suon ti gorgogliava/ ch’esser volea 
parola./ Così come dal cor mi prorompea/per Te 
nel sogno, o ben Amato, io voglio/rinnovare il 
mio voto/ O Signore, la mia per la sua vita! 
 PREGHIERA 
 La sua per la mia vita?/Non l’ascoltar, Signore! 
Questa rosa, fiorita/ nel giardin di 
amore,/Abbia, per lunghi giorni,/Sole e rugiada! 
E sia/l’unico fior che adorni/l’oscura tomba mia!
Com’era?  Voi siete una meravigliosa divoratrice di volumi ed una 
critichessa delle più argute e raffinate; 
 Siete spietata in certe circostanze; 
 Tutti i vostri tentativi di farmi adottare un profumo e di 
portare un anello al dito sono abortiti; 
 Voi avete l’orrore di tutto ciò che non è sincero e moderno; 
siete modernista ad oltranza; 
 Certi libri mortificano il vostro amor proprio quando non li 
intendete compiutamente, troppo elevati per la vostra 
cultura femminile; 
 La vostra solita posa di mostrarvi incredula quando 
qualcuno (io specialmente) vi dice cose che non vi garbano 
soltanto perché contraddicono il vostro gusto. Voi siete un 
po’ intollerante. Un po’? 
 Voi siete di quelle che non hanno falsi pudori;
 Gli umoristi non sono nelle vostre grazie: vi sembra che 
vogliano distinguersi ad ogni costo; 
 Voialtre donne avete l’istinto della bugia per capriccio, 
quando non è per interesse, per comodi di difesa o di offesa; 
 Voi solete rimproverarmi di essere la contraddizione in 
persona; 
 Siete un’intelligenza quasi virile, e senza abdicare alle più 
gentili e fini qualità del vostro sesso; 
 Vostro orrore per certe formule di chiusura epistolare; 
 Non potete soffrire i pastiches neppure nelle mode 
femminili; 
 Il vostro odio verso i commentatori, che vi han reso uggioso 
perfino Dante; 
 D’Annunzio, uno scrittore che è fra’ i vostri prediletti da 
quanto avete potuto meglio assaporarne le bellezze 
stilistiche; 
 Voi andate per le spicce; la critica volete farla da voi stessa; 
 Chiamate ignoranza la vostra assoluta libertà da ogni 
pregiudizio di sette letterarie; 
 Siete poco romantica;
Vostro sdegnoso movimento di labbra 
così significativo ogni volta che udite 
ripetere certe frasi rese volgari 
dall’abuso; 
Siete una gran partigiana della nostra 
novellistica; 
Voi deridete così spesso la goffaggine di 
noi novellieri nell’abbigliare le nostre 
eroine; 
Vostra capricciosissima testa; 
Conoscete poco le stramberie dei poeti e 
dei novellieri romantici
Grazie a lui

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ABC della zizzania

  • 1. Associazione Tutela Tradizioni Popolari Trapanesi Trapani, 11 ottobre 2014
  • 2. Lui: LUIGI CAPUANA (Mineo 1839 – Catania 1915)
  • 3. Lei : ADELAIDE BERNARDINI (Narni 1867? – Catania 1942) Scrittrice, e moglie di scrittore guai a dire il contrario
  • 4. Il compare: GIOVANNI VERGA (Catania 1840 – 1922)
  • 5. Il figlioccio: LUIGI PIRANDELLO (Agrigento 1867 – Roma 1936)
  • 6. Il passante: ALBERTO SCONTRINO (Trapani 1850 – Firenze 1922)
  • 8. TEMA DI FONDO: IL RUOLO DELLA DONNA
  • 9.
  • 10. IL REGNO DELLA DOMINA
  • 11. LA BELLA DELLA LAGUNA
  • 13. La legione delle pie sorelle “Anche noi siam risorte!”
  • 14. La ‘contessa’ e la pistola
  • 15. NEERA, MA FINO A UN CERTO PUNTO
  • 17. “Di luni, arruzzuluni”, parola di Maria Carricafocu
  • 19. “Quando ci si è abituati al fango, ne viene la nostalgia” REGINA DI LUANTO
  • 21. LA POETESSA DEL QUARTO STATO, ACCADEMICA D’ITALIA
  • 22. JOLANDA ma Salgari non c’entra
  • 24. LE FIGLIE DI PAPA’
  • 25. ANNA FRANCHI La prese brutalmente, violando quella purezza che gli si abbandonava quasi con incoscienza, la prese spudoratamente, nulla attenuando con gentilezza amorevole, senza risparmiarla […] Passata dalla completa verginità dei sensi e dell’anima a quella violenza di desiderio brutale, mal sapendo di amore, tolta d’un tratto dall’idealità vaga che le aveva cullato la mente giovane in sogni così enormemente diversi, quella cruda realtà la spaventò, la disgustò, le diede lo schifo invincibile che proviene dalle cose luride.
  • 26. IL NOBEL AD UNA DONNA, PURCHE’ NON AD UN ANTIFASCISTA
  • 27. AMALIA, IL POETA E LA SPIA
  • 34. Gli esordi del compare
  • 35. GLI ESORDI DEL VATE ETNEO
  • 36. Dalla prefazione di Giulio Salvadori (1884): “chi vuol riconoscere il Rapisardi vero, lo deve cercare in queste falsificazioni del suo compaesano”
  • 37. FINZIONE LETTERARIA? PERCHÈ NON PRENDO MOGLIE? (da “ISTINTI E PECCATI”, Catania 1914) La donna? Una creatura malefica, per la quale io avevo un'istintiva repugnanza, sia che fosse estremamente bella o estremamente brutta. […] La filosofia non solamente non preserva, ma non ci rende pazienti, nè sempre mette ai mariti una benda su gli occhi. […] E in quanto alla famiglia... Eh? Dover sfacchinare per provvedere ai bisogni di sette, otto, dieci persone: vestiti, scarpe, nutrimento, tasse scolastiche, e un po' di dote per le ragazze, che altrimenti ci spighiscono in casa...!
  • 38. Riflessione manoscritta L’artista deve mantenere le sue facoltà in un eccitamento che non è l’ordinario . L’anima dell’artista è già in uno stato di spiritualizzazione che ha rotto i confini puramente naturali e li ha sorpassati. Volerlo legare ad una famiglia è ancora troppo naturale e l’artista non può contentarsene. Perciò il celibato diventa per l’artista lo stato essenziale, e la verginità l’affrancazione dai sensi. I VERI ARTISTI NON HANNO AVUTO CUORE NEL SENSO PIÙ COMUNE DELLA PAROLA.
  • 39. LA LETTERA SCIVOLATA Oggi, il mio primo pensiero alzandomi è per te; e che le tue parole mi stanno qui nel cuore, e ho letto e riletto molte volte la tua lettera. Cara, cara, cara, tu sei la donna come l’avrei sognata io, l’amica, la sorella, l’amante, tutto. [Non la moglie, comunque]. A te nuoce l’antipatia che ispira generalmente QUELL’ALTRO e i pettegolezzi che ha suscitato colle sue invidiuzze meschine e le sue ire indecorose. Ti bacio sul viso, sugli occhi, sulla bocca così, così, così, a lungo, prenditi qui l’anima mia, tuo...
  • 41. Una cosa è scriverla…
  • 42. 16 dicembre 1883  Le vostre lettere mi hanno fatto piacere, per quello che mi dite e per quello che ho potuto dirvi anch’io, del bene che vi voglio, nell’ultima lettera che desideravo vi fosse giunta presto, presto quanto il mio pensiero e il mio cuore che volavano a voi. Ogni cosa mi parla di voi. Al Natale, che volevo festeggiare con voi, rammentatevi che io penserò a voi quel giorno, all’ora di pranzo e desidererei esservi vicino. Ma tutto ciò non serve che a tormentarvi e a tormentarmi inutilmente, lontani come siamo. Addio, cara, datemi le vostre mani e pigliatevi le mie. JE VOUS AIME DE TOUT MON COEUR
  • 45. IO E LA MAMMA VI ASPETTIAMO A BRACCIA APERTE
  • 46. LA CONSOLAZIONE AD AMELIA Ramuscello di pruno abbandonato Là sul petroso muricciol dell'orto, Privo d'ogni cultura, al verno ingrato, Del suo verde si spoglia,e sembra morto: Ma da un'intima forza alimentato, Tenacemente al natio sasso attorto, Dura così, che dell'aprile al fiato. Ecco i tralci rinnova, ecco è risorto. 'I'al io, che spento d'ogni gioja e stanco Altro che morte non vedeami intorno, E il cor ne avea già preso e il volto bianco, A' tuoi detti, a' tuoi baci, (oh fausto giorno Che consentisti di venirmi a fianco !) Per incanto d'amor giovane torno.
  • 47. 17 anni per viverla, 20 per scriverla
  • 48. LA DOTE CHE CONTA
  • 49. FIAMMA CHE SCALDA O CHE BRUCIA?  “E’ impossibile che tu non mi intenda, Antonietta mia, e non mi segua per questa via nobilissima per cui la sorte volle mettermi: la via dell’Arte. Tu ti scalderai meco a questo fuoco purissimo e il tuo cuore s’allargherà alla visione del mio alto ideale. Della tristezza che spesso l’arte procura, tu mi compenserai col tuo amore, e tu sarai la fonte a cui attingerò energia e vivacità nei momenti di sconforto e di abbandono”.
  • 50. Il vecchio e il giovane
  • 52. Lettera d’addio? “Stamani verso le 9 nell’Albergo Cavour il cameriere trovava nella stanza n. 98 una signorina distesa sul letto, priva di sensi, che si era avvelenata con l’oppio. In un biglietto aveva scritto: “Quando si è certi che il romanzo della vita sarebbe tutta una pagina penosa, è meglio darsi la morte. Chi dice che il suicida è un vile, insulta il più martire fra i martiri. Chi si dà la morte, nei suoi ultimi momenti non odia più, ma perdona. […] Se fra coloro che renderanno il più modesto tributo a chi scrive per l’ultima volta vi è un’anima gentile, questo non neghi un fiore al povero corpo che appartenne ad una disgraziata, ad Adelaide Bernardini”. Adelaide Bernardini è una simpatica ragazza alta, snella, dai capelli biondi e vestita piuttosto elegantemente; è orfana ed è restata per tre anni maestra delle scuole italiane in Turchia. I medici sperano di salvarla”
  • 55. DALLA VITA ALLA LETTERATURA
  • 57. FLOS ANIMAE Trieste, Ferretti, 1900 A UN RITRATTO D’IGNOTA Un triste indefinibile sorriso Su le labbra ti sta; La tua pupilla con lo sguardo fiso Un senso di sgomento oggi mi dà. Chi sei? Sei viva ancor? Pace ed oblio La morte alfin ti diè? Trovarti non vorrei sul cammin mio; E mi domando: Perché mai? Perché?
  • 58. Mobilitati gli amici  “La Bernardini non cerca i suoi versi; non li combina con gli espedienti dell’arte: i versi le nascono in prima e spesso hanno la viva grazia delle cose ingenue. La giovane autrice comincia ad intravedere le difficoltà e se ne sgomenta. Questo è ottimo segno. Ella misura le proprie forze per trarne una speranza di vittoria; ma un dubbio angoscioso, quasi un timor sacro la trattiene. Vincerà?”
  • 59. IL DONO RICAMBIATO  “La sua aspirazione è creazione. Di caratteri forse non sempre; talora i suoi personaggi sono più sbozzati che resi; di sentimenti si sprigiona non so che nera smania di disperazione. Ella non deve amare la vita, né gli uomini e meno ancora le donne. Mi concede di ricambiare in qualchemodo il suo dono? Le mando il ritratto recente della mia bimba, Maria: è quello che posso offrile di meglio fra le mie opere”. G. A. Cesareo
  • 60. AIUTO, PREGO! “ho pregato S.E. il Ministro di provvedere alla mia situazione di professore aumentando degnamente il mio misero stipendio attuale, o mandandomi all’università di Catania – 3 ott. 1901”
  • 61. La coda del diavolo
  • 62. Confessione e presagio  “Era orgoglioso di aver fatto una buon'azione, di aver salvato da morte e da qualcosa di peggio la bella, virtuosa e intelligente creatura. Egli l'amò come si ama talvolta nell'età in cui parrebbe che certe illusioni non dovessero piú prodursi: e fu riamato, né soltanto per gratitudine, ma per le buone qualità del suo cuore e del suo ingegno. Ella era di un'ammirabile saggezza precoce, capace di qualunque sacrificio; e non fu tanto la sua affettuosa compagna, quanto la sua consigliera, la sua severa ammonitrice, la sua ispiratrice anche. Erano bastati pochi mesi perché in lei si sviluppasse un finissimo senso di arte. […] Caduto in mano di rapacissimi strozzini, aveva perduto, per sodisfare gli impegni presi, il suo piccolo patrimonio, i frutti del suo lavoro, vivendo ogni giorno in continua lotta di espedienti.
  • 63.  E quando non fu piú possibile fingere con lei e NON OSÒ PIÚ DI FARLE LA PROPOSTA DI DARLE IL SUO NOME DA LEI TANTE VOLTE RICUSATO PERCHÉ NON VOLEVA ESSERE SOSPETTATA DI CALCOLI INTERESSATI, egli fu stupito di sentirsi dire parole di sacrifizio assoluto, quasi la colpevole di quel disastro fosse stata lei. Un generoso prestò ad Eligio Norsi mille e cinquecento lire. Bastarono appena per opporre un momentaneo argine alle necessità piú imperiose. Ella volle sacrificare gli orecchini, i braccialetti, gli anelli regalatile da lui nel primo anno della loro unione. Stremata fin di abiti, si rassegnò a vivere chiusa in casa per mesi e mesi. […] Vorrei sparire senza che nessuno se n'accorgesse. Spero che la mia buona e adorata Moseina, vorrà perdonarmi l'atto disperato che sto per compire e accogliere la mia estrema parola che le impone di vivere. NON SONO UN VIGLIACCO; CI VUOL CORAGGIO A MORIRE. Un solo pensiero mi addolora in quest'istante: che la mia buona e adorata Moseina sarà mal giudicata”. [da “Eligio Norsi”, maggio 1902]
  • 65. Pirandello a Pirro Masetti, 15/2/1903  “Ieri sera, finalmente, Capuana è partito per Catania. Gli strozzini gli han venduto tutto: casa e libri. Il Ministro gli ha pagato il viaggio. Una donna, la Bernardini (che egli adora e sposerà) gli ha cagionato questa rovina. Ha tentato d’uccidersi; salvato miracolosamente da un ferroviere, restò per cinque o sei ore addirittura pazzo: rideva e si credeva morto. “Renato è morto!” diceva. Ha ancora da sedici a diciottomila lire di debiti. Io non so, pensando a lui, che cosa senta di più: se rabbia o pietà. Forse pietà: egli ha 64 anni e, per la prima volta in vita sua, ama; e ama, per sua sciagura, una donna STUPIDISSIMA E VANA di 25 anni. Che commediaccia buffa e atroce è questa nostra vita!”
  • 67. Il ferocissimo Mario “Lisi s’incucchittò cu ‘na guagliuna; / ma sennu vecchiu, sparapaulu e pazzu,/ Nun putennuci dari pani e cazzu,/ cilibrità ci duna./ Lu munnu, ca s’adduna/ quantu don Lisi è fissa,/ e la picciotta schiticchiusa e VANA,/ nun vulennu chiamarila buttana,/ la chiana puitissa”.
  • 68. Franciscus Biondolillo MACELLATIO CAPUANAE BERNARDINAEQUE I: Altercatio II: Macellatio III: Banchettatio Milano, Nuova Casa Editrice, 1913
  • 69. SDEBITAMENTO O SINCERA AMMIRAZIONE?
  • 74. un'infermità nervosa, d'indole non ben definibile resistente a ogni cura lo tiene da anni prigioniero in casa, e gli rende impossibile ogni lavoro intellettuale prolungato NOVE ANNI IN DEPOSITO
  • 77. Alla ricerca di un nuovo successo
  • 78. Un successo dimenticato 18 marzo 1896, teatro Garibaldi - Trapani - Tenore E. Caruso
  • 79.
  • 80. Il nonno generoso Il filtro: melodramma in un atto Paul Hastings Allen, Luigi Capuana Casa musicale Lorenzo Sonzogno, 1911 - 32 pagine Milda: fiaba in un atto Paul Hastings Allen, Luigi Capuana Casa musicale Lorenzo Sonzogno, via S. Andrea n. 18, 1913 - 25 pagine L’ultimo dei Mohicani Paul Hastings Allen, Carlo Zangarini G. Ricordi & C. editori-stampatori, 1916 - 52 pagine
  • 91. CIECA FEDE  “Lu Neu”, al punto a cui Egli l’aveva condotto, si era così fortemente e compiutamente impresso nella mia memoria da farmi dire ch’io avrei potuto mandarlo a termine, senza timore di fare cosa indegna di Lei e di Luigi mio. Egli aveva cieca fede nel mio ingegno di poetessa e di autrice drammatica, e anche per questo mi sarei attentata a finire “Lu Neu” se… Ma ormai!”
  • 92. MALIGNITA’ FEMMINILE  “Tra G.A. Cesareo, che è buon poeta e ottimo critico, e Luigi Pirandello novelliere, poeta, autore drammatico, umorista di bella fama, io sceglierei questi. Pirandello, inoltre, è un agile lavoratore, quasi da mettere a paro con Capuana. Ella, quindi, non vedrà fiorire lentissimamente le scene di “Lu Neu”. Non le vedrà scendere dall’alto, come le accadrebbe con G.A. Cesareo! Questa mia è una piccola malignità femminile, ma è tutta fatta di verità, e Lei deve perdonarmela!”
  • 93. L’INDOLENTE  “Ritengo quasi inutile chiedere a Giovanni Verga una lettera, una raccomandazione per spingere Luigi Pirandello ad accogliere bene un onorifico invito. IL MAESTRO, ORMAI, È COSÌ INDOLENTE, COSÌ ADDORMENTATO… da far pensare subito al fastidio che gli darebbe una richiesta di quel genere”
  • 94. CON SLANCI SENILI Signorina Sara Scriffignani, Agira Catania, 14 marzo 1920 “Grato m’è il sonno, e più l’esser di sasso”. G. Verga Questo sarebbe l’autografo, se la letterina della simpatica monella non ridasse vent’anni al ‘Vecchiuccio mio’, che li piglia volentieri, baciando le manine che glieli danno, almeno per iscritto, se sono belle… Fatemele vedere
  • 99. BOLOGNA, 1° giugno 1922: IL DRAMMA SULLA SCENA
  • 100. IL DRAMMA NEL FOYER
  • 102. Roma, teatro Quirino, 14/11/1922
  • 104. IL GIORNALE D’ITALIA, 21/11/1922 Maestro! Le sono grata di essersi ricordato di Luigi Capuana, servendosi di una vecchia novella che ha dato le ali alla sua fantasia, la quale non si trattiene di oltrepassare certi limiti. La novella fa parte di un volume ormai introvabile presso i librai, ma non nella sua biblioteca e nella mia. Lei ne ebbe in dono dall’autore una copia, con una dedica che allora lusingò molto il suo amor proprio di scrittore quasi ignoto. Qualche volta fa comodo plagiare i morti e passare sul cuore dei vivi. Lei dovrebbe buttare giù altre due commedie: “Spogliare i morti” e “Calunniare i vivi”.
  • 105. CARBONE BAGNATO? Tempo fa lei mi denunziò come “indegna proprietaria” di alcuni autografi preziosissimi, Per tagliar corto, io feci dono a Federico De Roberto, e semi-dono agli eredi di Verga di due degli autografi a me più cari. Cedendo per ‘seimila lire’ l’autografo di I Malavoglia si può parlare di semi-dono; è vero, maestro? Adelaide Bernardini Capuana
  • 106. PIRANDELLO RISPONDE  “Mi sono servito di certi c.d. ‘documenti umani’, che realmente tanti e tanti anni fa si lessero da tutti nelle cronache estive di un giornale romano, prima che fossero narrati in novella da quel vero e grande maestro che fu Luigi Capuana. Quel commento lascia intendere chiaramente il valore diciamo così ‘sentimentale’ di questo per altro non nuovo risentimento della signora Bernardini. Il personaggio della mia commedia non è affatto, neppure lontanissimamente, il mio venerato amico Luigi Capuana. Egli non ebbe in vita un amico più devoto e più affettuoso di me: non ha, dopo la sua morte, un amico che ne serbi il ricordo e ne abbia la venerazione più di me”. L’Epoca, 22/11/1922
  • 111. QUALCHE DOMANDA Perchè suicidarsi? Perchè bruciare il materiale? Perché privare la vedova di un possibile cespite? Davvero Capuana bruciò qualcosa, prima di morire?
  • 112. L’UNICA A CONOSCERE LA VERITA’
  • 113. OPERE OPERE POETICHE: Intime, Roma, 1896; Amaritudini, Milano, 1897; Nuove Intime, Catania, 1898; Sottovoce, Lanciano, 1898; Flos Animae, Trieste 1900; Rime amorose dal diario di Lydia, Acireale, 1903; Sottovoce, Catania, 1911;
  • 114. PROSA  La indocile preda, Catania, 1895;  Il tenorino, Firenze, 1897;  Guerra in tempo di…uva, Palermo, 1898;  La signora vita e la signora morte, Catania, 1899;  Dopo il no, Milano, 1899;  Contessina, Palermo, 1899;  Pittore in erba, Palermo, 1899;  Prime novelle, Catania, 1899;  La bambola rubata, Palermo, 1900;  Le spine delle rose, Torino, 1905;  La vita urge…, Napoli, 1907;  Mai!, Milano, 1921;
  • 115. TEATRO  L’integro, Lanciano 1899;  Fulvia Tei;  Marionette da salotto, Milano, 1920;  Rovina; CRITICA LETTERARIA  L’amore e il dolore di G.A. Cesareo, Catania, 1896;
  • 118.  L’OFFERTA  L’orrido sogno sul mio spirto incombe/ quasi tremenda realtà. Sinistro/ ammonimento certo egli è!/Giacevi agonizzante, e nella chiusa gola/ un affannoso suon ti gorgogliava/ ch’esser volea parola./ Così come dal cor mi prorompea/per Te nel sogno, o ben Amato, io voglio/rinnovare il mio voto/ O Signore, la mia per la sua vita!  PREGHIERA  La sua per la mia vita?/Non l’ascoltar, Signore! Questa rosa, fiorita/ nel giardin di amore,/Abbia, per lunghi giorni,/Sole e rugiada! E sia/l’unico fior che adorni/l’oscura tomba mia!
  • 119. Com’era?  Voi siete una meravigliosa divoratrice di volumi ed una critichessa delle più argute e raffinate;  Siete spietata in certe circostanze;  Tutti i vostri tentativi di farmi adottare un profumo e di portare un anello al dito sono abortiti;  Voi avete l’orrore di tutto ciò che non è sincero e moderno; siete modernista ad oltranza;  Certi libri mortificano il vostro amor proprio quando non li intendete compiutamente, troppo elevati per la vostra cultura femminile;  La vostra solita posa di mostrarvi incredula quando qualcuno (io specialmente) vi dice cose che non vi garbano soltanto perché contraddicono il vostro gusto. Voi siete un po’ intollerante. Un po’?  Voi siete di quelle che non hanno falsi pudori;
  • 120.  Gli umoristi non sono nelle vostre grazie: vi sembra che vogliano distinguersi ad ogni costo;  Voialtre donne avete l’istinto della bugia per capriccio, quando non è per interesse, per comodi di difesa o di offesa;  Voi solete rimproverarmi di essere la contraddizione in persona;  Siete un’intelligenza quasi virile, e senza abdicare alle più gentili e fini qualità del vostro sesso;  Vostro orrore per certe formule di chiusura epistolare;  Non potete soffrire i pastiches neppure nelle mode femminili;  Il vostro odio verso i commentatori, che vi han reso uggioso perfino Dante;  D’Annunzio, uno scrittore che è fra’ i vostri prediletti da quanto avete potuto meglio assaporarne le bellezze stilistiche;  Voi andate per le spicce; la critica volete farla da voi stessa;  Chiamate ignoranza la vostra assoluta libertà da ogni pregiudizio di sette letterarie;  Siete poco romantica;
  • 121. Vostro sdegnoso movimento di labbra così significativo ogni volta che udite ripetere certe frasi rese volgari dall’abuso; Siete una gran partigiana della nostra novellistica; Voi deridete così spesso la goffaggine di noi novellieri nell’abbigliare le nostre eroine; Vostra capricciosissima testa; Conoscete poco le stramberie dei poeti e dei novellieri romantici