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CAPITALE UMANO
GUIDA ALLA LETTURA DI UN
  CONCETTO COMPLESSO
     LEONELLO TRONTI
     ISTAT, 18 GENNAIO 2012
Ringraziamenti
 Istituzioni aderenti al progetto: Istat e Isfol; Sis e Aiel; Ocse, Banca d’Italia e
 Fondazione Giovanni Agnelli.

 Autori: Tindara Addabbo (Università di Modena e Reggio Emilia), Gilberto
 Antonelli (Università di Bologna), Roberto Antonietti (Università di
 Padova), Antonella Baldassarini (Istat), Marco Centra (Isfol), Daniele Checchi
 (Università Statale di Milano), Marisa Civardi (Università di Milano
 Bicocca), Fabrizio Colonna (Banca d'Italia), Sergio Destefanis (Università di
 Salerno), Maria Laura Di Tommaso (Università di Torino), Sebastiano Fadda
 (Università Roma Tre), Barbara Fraumeni (University of Southern
 Maine), Andrea Gavosto (Fondazione Giovanni Agnelli), Giovanni Guidetti
 (Università di Bologna), Anna Maccagnan (Università di Modena e Reggio
 Emilia), Marco Mira d'Ercole (Ocse), Andrea Ricci (Isfol), Alessandra Righi
 (Istat), Emma Zavarrone (Università IULM).
Una metafora economicista
 Un concetto controverso: la mercificazione dell’uomo?

 Sgombriamo gli equivoci:
 • l’uomo non è (soltanto) un grave,
 • non è (soltanto) un animale,
 • non è (soltanto) un fattore di produzione;
 Ma non per questo non ha una massa, una vita biologica, un’attività
 economica che possono e debbono essere studiate con cura.

 La metafora del capitale umano si fonda sul riconoscimento che i risultati
 economici del lavoro umano di regola eccedono i costi della sua
 preparazione; e che tanto il progresso delle nazioni quanto il progresso
 socioeconomico degli individui si basano su questa eccedenza.
Capitale umano ed economia della conoscenza

 Rilevanza dell’economia della conoscenza come modello di
 crescita delle economie occidentali:
 a) Centralità della persona e della sua intelligenza nel lavoro;
 b) Ruolo della conoscenza e del capitale umano (come
     accumulazione di saperi, esperienze e competenze da parte
     di lavoratori, imprese e istituzioni) come fattori chiave nei
     processi produttivi e per la sostenibilità dei livelli di
     benessere e di reddito nei paesi avanzati.

 Antropologia: «Homo sapiens sapiens»
Un lungo percorso
 1.   Primavera 2006-novembre 2007: sottocommissione Istat-Sis + Aiel +
      Isfol.
 2.   Gennaio 2008: avvio progetto Istat-Isfol.
 3.   Fine 2008: Conferenza di Torino Ocse-Fondazione Agnelli.
 4.   Giugno 2009: avvio progetto «Human Capital» Ocse.
 5.   Autunno 2009: adesione dell’Istat al progetto Ocse e apertura del gdl alla
      Banca d’Italia e singoli studiosi.
 6.   Novembre 2010: convegno internazionale Istat, con collaborazione
      Isfol, Ocse, Banca d’Italia, Fondazione Agnelli, Sis e Aiel.
 7.   2011: apertura della collaborazione al volume ad altri studiosi.
Definizioni fondamentali
 Definizione    Ocse     (2001):   «L’insieme       di    quelle
 conoscenze, abilità, competenze e attributi degli individui che
 facilitano la creazione di benessere personale, sociale ed
 economico»

 Altri fondamentali aspetti definitori del concetto:
 • Investimento/rendimento (e deprezzamento),
 • Produzione-offerta/consumo-domanda,
 • Tangibile/intangibile,
 • Potenziale/effettivo,
 • Market/non market.
Approcci alla misurazione
 A) Dal lato dell’investimento (individuo, offerta di lavoro):
 •   Cost-based: costi di produzione, inclusi i costi di opportunità dell’istruzione,
 •   Education-based: titoli di studio e altri aspetti non di costo relativi alle attività
     formative e alla loro qualità,
 B) Dal lato del rendimento (imprese, sistema economico; domanda di lavoro):
 •   Knowledge-based: competenze effettivamente possedute indipendentemente
     dall’istruzione ricevuta.
 •   Income-based: risultati economici del lavoro in termini di reddito; inclusi gli effetti
     dell’esperienza e della carriera,
 •   Esternalità: crescita economica, produttività e innovazione     delle
     imprese, riduzione conflitti, aspettativa di vita, salute, riduzione
     criminalità, partecipazione politica e volontariato
 C) Integrated approach: modelli di regressione del rendimento sull’investimento.
Elementi tangibili
 Costo di allevamento dei figli (Engel, 1883)
 Aspetti rilevanti (investimento): natalità, costo dei figli e cura dei
 bambini, riproduzione, movimenti migratori per sesso, età e titolo di studio
 ecc.

 Salute delle persone in età di lavoro
 Aspetti rilevanti: a) investimento (costo della salute, della prevenzione, della
 sicurezza ecc.); b) rendimento (longevità e durata della vita attiva, riduzione
 incidenti sul lavoro, lavori usuranti e assenze per malattia ecc.).

 Capitale umano effettivo/potenziale
 Aspetti rilevanti: tasso di occupazione delle persone in età di lavoro; tasso di
 partecipazione; orari di lavoro; estensione delle attività non-market
 produttrici di ‘benessere personale, sociale ed economico’ ecc.
Elementi intangibili
 A) Investimento
 Istruzione e formazione (costi, costi di opportunità, scolarità della forza
 lavoro (titoli di studio, anni di istruzione ecc.), qualità dell’istruzione
 (scuole, docenti/allievo, alunni/classe, dropout ecc.).

 B) Rendimento
 Apprendimenti e competenze, produttività, retribuzioni e carriere; esternalità
 (crescita, innovazione, riduzione conflitti e criminalità ecc.); deprezzamento.

 NB: Il rendimento è fortemente influenzato dall’evoluzione della domanda di
 lavoro e dalla gestione della conoscenza nei luoghi di lavoro
 (organizzazione, tecnologia, rapporti di lavoro).
Il «lifetime labour income approach»
 Modello «classico» di Jorgenson e Fraumeni (1989, 1992)

 • Stima dello stock del rendimento del capitale umano
    • nei termini della retribuzione attualizzata su tutto il ciclo
       della vita lavorativa attesa,
    • per celle definite da titolo di studio, sesso ed età,
    • al netto delle probabilità di sopravvivenza e di
       disoccupazione.

 Progetto «Human Capital» dell’Ocse: stime con il metodo J-F per
 17 paesi per gli anni dal 1997 al 2007.
J-F, capitale umano, produttività e retribuzioni
 Il metodo J-F ha il notevole pregio di adeguarsi, anno per anno, all’evoluzione
 della domanda di lavoro,
 • ma presenta alcuni elementi di criticità:

 a) In termini empirici, non è detto che in tutti i paesi e in tutti i periodi i salari
 rispecchino in eguale misura la produttività del lavoro (per fattori istituzionali
 e di mercato, relazioni industriali).
 b) Utilizza valori prefissati del tasso di sconto e della crescita delle
 retribuzioni (fattore di aggiustamento R): ma questi valori contengono
 un’ipotesi implicita di distribuzione funzionale del reddito, che nel modello
 neoclassico comporta a sua volta un determinato andamento della
 produttività, con elementi di circolarità del modello.
Capitale umano e conti nazionali
 Il sistema dei Conti nazionali (Sna 2008) riconosce come beni di
 investimento soltanto i beni:
 a) prodotti,
 b) sui quali è possibile far valere diritti di proprietà,
 c) e dal possesso o dall’utilizzo dei quali il proprietario può
      derivare (direttamente o indirettamente) benefici economici.
 Il capitale umano evidentemente corrisponde con difficoltà
 tanto al criterio a) che a quello b); e anche su alcuni aspetti del
 requisito c) sussistono dubbi.
Un conto satellite del capitale umano
 Lo Sna 2008 lascia però aperta la possibilità di costruire un conto satellite del capitale
 umano, organizzato in modo da potersi integrare con la contabilità nazionale, pur non
 seguendone in modo rigoroso i dettami.
 La finalità di un conto satellite è di mostrare chi paga per la formazione di capitale umano, in che
 modo l’istruzione e la formazione vengono impiegate dall’economia e quanto rende
 l’investimento che il paese fa in esse.

 Il conto satellite dovrebbe :
 a) contabilizzare la spesa complessiva del paese per la formazione del capitale umano
      (allevamento dei bambini, migrazioni, istruzione, formazione, salute, ecc.).
 b) contabilizzare i rendimenti monetari del capitale umano sulla base del confronto tra l’offerta
      e la domanda di capitale umano per genere, età, livello di istruzione e competenze
      richieste, e proporre un’analisi dei rendimenti “sociali” di carattere non monetario.
La proposta olandese
 Interessanti esperienze sono in corso a livello internazionale e sono, in particolare, in
 corso di analisi da parte dell’Ocse e dell’Istat.
 Tra queste, si segnala quella olandese (Bos, 2009) che propone:
 a) di costruire una tavola risorse-impieghi in cui istruzione e formazione sono
     considerate come prodotti,
 b) quindi una tavola risorse-impieghi del lavoro, in cui istruzione e formazione sono
     considerate come risorse e la remunerazione degli occupati dipendenti è trattata
     come il valore del prodotto/servizio lavoro,
 c) infine quest’ultimo va trattato, come di consueto, come componente del valore
     aggiunto.
 In questo modo si ottiene una visione integrata che implica che le spese per istruzione
 e formazione siano registrate come formazione di capitale invece che come consumi
 intermedi o finali.
La frontiera della ricerca:
eterogeneità e ruolo della domanda di lavoro
 Rendimenti eterogenei:
 • All’interno delle celle di stima (titolo di studio-età-sesso),
 • Tra capitale umano market e non-market,
 • Nel rapporto tra titoli di studio e competenze effettivamente
   possedute dal lavoratore,
 • Altro.

 Ipotesi di multidimensionalità:
 • Dotazione di capitale umano degli individui,
 • Caratteristiche delle imprese in cui lavorano      (ability   to
    pay, innovatività, struttura di mercato ecc.),
 • Domanda-offerta di competenze.
Wage-competition vs. job-competition
 Due diversi modelli di competizione sul mercato del lavoro:
 • Tra lavoratori fungibili, sul minor costo salariale;
 • Tra lavoratori con diverso capitale umano, sul minor costo di
     addestramento e formazione (il salario è essenzialmente legato al
     posto di lavoro e alla «sua» produttività).
 Il modello di job-competition si fonda sull’osservazione che nelle
 economie moderne molte delle competenze cognitive vengono
 acquisite sul luogo di lavoro, che produce congiuntamente
 prodotti/servizi e conoscenza.
 Di conseguenza, il capitale umano tende a formarsi in azienda, in
 relazione alla domanda più che all’offerta di lavoro.
Impresa moderna e partecipazione cognitiva
 Reingegnerizzazione         dei      luoghi        di      lavoro
 (tecnologie, organizzazione, rapporti di lavoro) e gestione della
 conoscenza,
 Partecipazione cognitiva: «la volontà di acquisire, condividere e
 utilizzare la conoscenza propria e dell’impresa per migliorare i
 prodotti e i processi produttivi».

 Il fatto che la conoscenza sia considerata come un bene comune
 (Hess e Ostrom, 2009) è il requisito principe per la sua diffusione
 e utilizzazione all’interno dei processi produttivi – e dunque per
 la valorizzazione del capitale umano.
Partecipazione cognitiva e knowledge community
 Ma per ridurre i costi di acquisizione della conoscenza, promuovere la
 partecipazione cognitiva e valorizzare il capitale umano, i lavoratori devono
 poter identificare se stessi come appartenenti a una comunità,
 • più precisamente a una knowledge community (una comunita di
    conoscenza, una comunità intelligente),
 • ovvero alla comunità che al tempo stesso alimenta e utilizza un comune
    patrimonio di conoscenza.
 In questo modo, la valorizzazione del capitale umano deriva in misura
 crescente dalle caratteristiche relazionali, motivazionali, organizzative e
 tecnologiche delle imprese.
 Per misurare il capitale umano è opportuno misurare la qualità cognitiva dei
 luoghi di lavoro.
Struttura e contenuto del volume
 I.   Aspetti       teorici       e       metodi       di      misurazione
      (Colonna, Destefanis, Fadda, Antonelli, Antonietti, Guidetti)
 II. Capitale umano, capacità cognitiva ed economia dell’istruzione
      (Addabbo, Di Tommaso, Maccagnan, Checchi, Civardi, Zavarrone)
 III. Il «Lifetime labour income approach» e lo «Human Capital
      Project» dell’Ocse (Fraumeni, Mira d’Ercole)
 IV. Per       un      conto      satellite    del     capitale    umano
      (Righi, Baldassarini, Gavosto)
 V. Capitale          umano         e        domanda        di      lavoro
      (Centra, Ricci, Antonelli, Antonietti, Guidetti)
Prospettive del progetto e attività Istat
 • Completamento del database storico (serie regionali dal 1977 ad
   oggi del mercato del lavoro per sesso, età, titolo di
   studio, condizione professionale, settore, posizione nella
   professione) con linkage delle retribuzioni per cella da altra fonte
   (BdI, Inps, EuSilc).
 • Possibile traduzione del volume in inglese (ad es. nella serie Aiel-
   Physika Verlag).
 • Altre attività seminariali, di confronto e approfondimento.
 • Attività Istat: prossima pubblicazione stime J-F, set di indicatori dei
   diversi aspetti e avanzamento conto satellite del capitale umano.

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14a Conferenza Nazionale di Statisticacnstatistica14
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14a Conferenza Nazionale di Statistica
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Leonello Tronti (SSPA), Presentazione del volume "Capitale umano: definizione e misurazioni"

  • 1. CAPITALE UMANO GUIDA ALLA LETTURA DI UN CONCETTO COMPLESSO LEONELLO TRONTI ISTAT, 18 GENNAIO 2012
  • 2. Ringraziamenti Istituzioni aderenti al progetto: Istat e Isfol; Sis e Aiel; Ocse, Banca d’Italia e Fondazione Giovanni Agnelli. Autori: Tindara Addabbo (Università di Modena e Reggio Emilia), Gilberto Antonelli (Università di Bologna), Roberto Antonietti (Università di Padova), Antonella Baldassarini (Istat), Marco Centra (Isfol), Daniele Checchi (Università Statale di Milano), Marisa Civardi (Università di Milano Bicocca), Fabrizio Colonna (Banca d'Italia), Sergio Destefanis (Università di Salerno), Maria Laura Di Tommaso (Università di Torino), Sebastiano Fadda (Università Roma Tre), Barbara Fraumeni (University of Southern Maine), Andrea Gavosto (Fondazione Giovanni Agnelli), Giovanni Guidetti (Università di Bologna), Anna Maccagnan (Università di Modena e Reggio Emilia), Marco Mira d'Ercole (Ocse), Andrea Ricci (Isfol), Alessandra Righi (Istat), Emma Zavarrone (Università IULM).
  • 3. Una metafora economicista Un concetto controverso: la mercificazione dell’uomo? Sgombriamo gli equivoci: • l’uomo non è (soltanto) un grave, • non è (soltanto) un animale, • non è (soltanto) un fattore di produzione; Ma non per questo non ha una massa, una vita biologica, un’attività economica che possono e debbono essere studiate con cura. La metafora del capitale umano si fonda sul riconoscimento che i risultati economici del lavoro umano di regola eccedono i costi della sua preparazione; e che tanto il progresso delle nazioni quanto il progresso socioeconomico degli individui si basano su questa eccedenza.
  • 4. Capitale umano ed economia della conoscenza Rilevanza dell’economia della conoscenza come modello di crescita delle economie occidentali: a) Centralità della persona e della sua intelligenza nel lavoro; b) Ruolo della conoscenza e del capitale umano (come accumulazione di saperi, esperienze e competenze da parte di lavoratori, imprese e istituzioni) come fattori chiave nei processi produttivi e per la sostenibilità dei livelli di benessere e di reddito nei paesi avanzati. Antropologia: «Homo sapiens sapiens»
  • 5. Un lungo percorso 1. Primavera 2006-novembre 2007: sottocommissione Istat-Sis + Aiel + Isfol. 2. Gennaio 2008: avvio progetto Istat-Isfol. 3. Fine 2008: Conferenza di Torino Ocse-Fondazione Agnelli. 4. Giugno 2009: avvio progetto «Human Capital» Ocse. 5. Autunno 2009: adesione dell’Istat al progetto Ocse e apertura del gdl alla Banca d’Italia e singoli studiosi. 6. Novembre 2010: convegno internazionale Istat, con collaborazione Isfol, Ocse, Banca d’Italia, Fondazione Agnelli, Sis e Aiel. 7. 2011: apertura della collaborazione al volume ad altri studiosi.
  • 6. Definizioni fondamentali Definizione Ocse (2001): «L’insieme di quelle conoscenze, abilità, competenze e attributi degli individui che facilitano la creazione di benessere personale, sociale ed economico» Altri fondamentali aspetti definitori del concetto: • Investimento/rendimento (e deprezzamento), • Produzione-offerta/consumo-domanda, • Tangibile/intangibile, • Potenziale/effettivo, • Market/non market.
  • 7. Approcci alla misurazione A) Dal lato dell’investimento (individuo, offerta di lavoro): • Cost-based: costi di produzione, inclusi i costi di opportunità dell’istruzione, • Education-based: titoli di studio e altri aspetti non di costo relativi alle attività formative e alla loro qualità, B) Dal lato del rendimento (imprese, sistema economico; domanda di lavoro): • Knowledge-based: competenze effettivamente possedute indipendentemente dall’istruzione ricevuta. • Income-based: risultati economici del lavoro in termini di reddito; inclusi gli effetti dell’esperienza e della carriera, • Esternalità: crescita economica, produttività e innovazione delle imprese, riduzione conflitti, aspettativa di vita, salute, riduzione criminalità, partecipazione politica e volontariato C) Integrated approach: modelli di regressione del rendimento sull’investimento.
  • 8. Elementi tangibili Costo di allevamento dei figli (Engel, 1883) Aspetti rilevanti (investimento): natalità, costo dei figli e cura dei bambini, riproduzione, movimenti migratori per sesso, età e titolo di studio ecc. Salute delle persone in età di lavoro Aspetti rilevanti: a) investimento (costo della salute, della prevenzione, della sicurezza ecc.); b) rendimento (longevità e durata della vita attiva, riduzione incidenti sul lavoro, lavori usuranti e assenze per malattia ecc.). Capitale umano effettivo/potenziale Aspetti rilevanti: tasso di occupazione delle persone in età di lavoro; tasso di partecipazione; orari di lavoro; estensione delle attività non-market produttrici di ‘benessere personale, sociale ed economico’ ecc.
  • 9. Elementi intangibili A) Investimento Istruzione e formazione (costi, costi di opportunità, scolarità della forza lavoro (titoli di studio, anni di istruzione ecc.), qualità dell’istruzione (scuole, docenti/allievo, alunni/classe, dropout ecc.). B) Rendimento Apprendimenti e competenze, produttività, retribuzioni e carriere; esternalità (crescita, innovazione, riduzione conflitti e criminalità ecc.); deprezzamento. NB: Il rendimento è fortemente influenzato dall’evoluzione della domanda di lavoro e dalla gestione della conoscenza nei luoghi di lavoro (organizzazione, tecnologia, rapporti di lavoro).
  • 10. Il «lifetime labour income approach» Modello «classico» di Jorgenson e Fraumeni (1989, 1992) • Stima dello stock del rendimento del capitale umano • nei termini della retribuzione attualizzata su tutto il ciclo della vita lavorativa attesa, • per celle definite da titolo di studio, sesso ed età, • al netto delle probabilità di sopravvivenza e di disoccupazione. Progetto «Human Capital» dell’Ocse: stime con il metodo J-F per 17 paesi per gli anni dal 1997 al 2007.
  • 11. J-F, capitale umano, produttività e retribuzioni Il metodo J-F ha il notevole pregio di adeguarsi, anno per anno, all’evoluzione della domanda di lavoro, • ma presenta alcuni elementi di criticità: a) In termini empirici, non è detto che in tutti i paesi e in tutti i periodi i salari rispecchino in eguale misura la produttività del lavoro (per fattori istituzionali e di mercato, relazioni industriali). b) Utilizza valori prefissati del tasso di sconto e della crescita delle retribuzioni (fattore di aggiustamento R): ma questi valori contengono un’ipotesi implicita di distribuzione funzionale del reddito, che nel modello neoclassico comporta a sua volta un determinato andamento della produttività, con elementi di circolarità del modello.
  • 12. Capitale umano e conti nazionali Il sistema dei Conti nazionali (Sna 2008) riconosce come beni di investimento soltanto i beni: a) prodotti, b) sui quali è possibile far valere diritti di proprietà, c) e dal possesso o dall’utilizzo dei quali il proprietario può derivare (direttamente o indirettamente) benefici economici. Il capitale umano evidentemente corrisponde con difficoltà tanto al criterio a) che a quello b); e anche su alcuni aspetti del requisito c) sussistono dubbi.
  • 13. Un conto satellite del capitale umano Lo Sna 2008 lascia però aperta la possibilità di costruire un conto satellite del capitale umano, organizzato in modo da potersi integrare con la contabilità nazionale, pur non seguendone in modo rigoroso i dettami. La finalità di un conto satellite è di mostrare chi paga per la formazione di capitale umano, in che modo l’istruzione e la formazione vengono impiegate dall’economia e quanto rende l’investimento che il paese fa in esse. Il conto satellite dovrebbe : a) contabilizzare la spesa complessiva del paese per la formazione del capitale umano (allevamento dei bambini, migrazioni, istruzione, formazione, salute, ecc.). b) contabilizzare i rendimenti monetari del capitale umano sulla base del confronto tra l’offerta e la domanda di capitale umano per genere, età, livello di istruzione e competenze richieste, e proporre un’analisi dei rendimenti “sociali” di carattere non monetario.
  • 14. La proposta olandese Interessanti esperienze sono in corso a livello internazionale e sono, in particolare, in corso di analisi da parte dell’Ocse e dell’Istat. Tra queste, si segnala quella olandese (Bos, 2009) che propone: a) di costruire una tavola risorse-impieghi in cui istruzione e formazione sono considerate come prodotti, b) quindi una tavola risorse-impieghi del lavoro, in cui istruzione e formazione sono considerate come risorse e la remunerazione degli occupati dipendenti è trattata come il valore del prodotto/servizio lavoro, c) infine quest’ultimo va trattato, come di consueto, come componente del valore aggiunto. In questo modo si ottiene una visione integrata che implica che le spese per istruzione e formazione siano registrate come formazione di capitale invece che come consumi intermedi o finali.
  • 15. La frontiera della ricerca: eterogeneità e ruolo della domanda di lavoro Rendimenti eterogenei: • All’interno delle celle di stima (titolo di studio-età-sesso), • Tra capitale umano market e non-market, • Nel rapporto tra titoli di studio e competenze effettivamente possedute dal lavoratore, • Altro. Ipotesi di multidimensionalità: • Dotazione di capitale umano degli individui, • Caratteristiche delle imprese in cui lavorano (ability to pay, innovatività, struttura di mercato ecc.), • Domanda-offerta di competenze.
  • 16. Wage-competition vs. job-competition Due diversi modelli di competizione sul mercato del lavoro: • Tra lavoratori fungibili, sul minor costo salariale; • Tra lavoratori con diverso capitale umano, sul minor costo di addestramento e formazione (il salario è essenzialmente legato al posto di lavoro e alla «sua» produttività). Il modello di job-competition si fonda sull’osservazione che nelle economie moderne molte delle competenze cognitive vengono acquisite sul luogo di lavoro, che produce congiuntamente prodotti/servizi e conoscenza. Di conseguenza, il capitale umano tende a formarsi in azienda, in relazione alla domanda più che all’offerta di lavoro.
  • 17. Impresa moderna e partecipazione cognitiva Reingegnerizzazione dei luoghi di lavoro (tecnologie, organizzazione, rapporti di lavoro) e gestione della conoscenza, Partecipazione cognitiva: «la volontà di acquisire, condividere e utilizzare la conoscenza propria e dell’impresa per migliorare i prodotti e i processi produttivi». Il fatto che la conoscenza sia considerata come un bene comune (Hess e Ostrom, 2009) è il requisito principe per la sua diffusione e utilizzazione all’interno dei processi produttivi – e dunque per la valorizzazione del capitale umano.
  • 18. Partecipazione cognitiva e knowledge community Ma per ridurre i costi di acquisizione della conoscenza, promuovere la partecipazione cognitiva e valorizzare il capitale umano, i lavoratori devono poter identificare se stessi come appartenenti a una comunità, • più precisamente a una knowledge community (una comunita di conoscenza, una comunità intelligente), • ovvero alla comunità che al tempo stesso alimenta e utilizza un comune patrimonio di conoscenza. In questo modo, la valorizzazione del capitale umano deriva in misura crescente dalle caratteristiche relazionali, motivazionali, organizzative e tecnologiche delle imprese. Per misurare il capitale umano è opportuno misurare la qualità cognitiva dei luoghi di lavoro.
  • 19. Struttura e contenuto del volume I. Aspetti teorici e metodi di misurazione (Colonna, Destefanis, Fadda, Antonelli, Antonietti, Guidetti) II. Capitale umano, capacità cognitiva ed economia dell’istruzione (Addabbo, Di Tommaso, Maccagnan, Checchi, Civardi, Zavarrone) III. Il «Lifetime labour income approach» e lo «Human Capital Project» dell’Ocse (Fraumeni, Mira d’Ercole) IV. Per un conto satellite del capitale umano (Righi, Baldassarini, Gavosto) V. Capitale umano e domanda di lavoro (Centra, Ricci, Antonelli, Antonietti, Guidetti)
  • 20. Prospettive del progetto e attività Istat • Completamento del database storico (serie regionali dal 1977 ad oggi del mercato del lavoro per sesso, età, titolo di studio, condizione professionale, settore, posizione nella professione) con linkage delle retribuzioni per cella da altra fonte (BdI, Inps, EuSilc). • Possibile traduzione del volume in inglese (ad es. nella serie Aiel- Physika Verlag). • Altre attività seminariali, di confronto e approfondimento. • Attività Istat: prossima pubblicazione stime J-F, set di indicatori dei diversi aspetti e avanzamento conto satellite del capitale umano.