1. Presentazione
del Rapporto 2018
Roberto Monducci
Direttore del Dipartimento per la produzione statistica, Istat
e Rappresentante del Comitato d’Indirizzo dell’Accordo a 5
Evento presentazione E-book
Il Mercato del lavoro:
verso una lettura integrata
Roma, ore 11
25 febbraio 2019
Istituto nazionale di statistica
Aula magna
2. Obiettivi e contenuti del Rapporto
2
Frutto del lavoro congiunto di Ministero del lavoro e delle politiche
sociali, Istat, Inps, Inail e Anpal (Gruppo di lavoro tecnico e Comitato
d’Indirizzo dell’Accordo).
Base empirica e analitica utile allo sviluppo del dibattito pubblico su
temi rilevanti inerenti il lavoro, come:
o le tendenze del mercato del lavoro a dieci anni dalla prima crisi,
o la misurazione del sottoutilizzo della forza lavoro,
o le caratteristiche della domanda di lavoro delle imprese,
o l’utilizzo delle agevolazioni contributive a sostegno dell’occupazione,
o l’analisi dei percorsi e sviluppi lavorativi,
o I percorsi dei giovani dopo l’ingresso nel mercato del lavoro,
o gli infortuni sul lavoro e malattie professionali
Evento di presentazione E-book Il Mercato del lavoro: verso una lettura integrata. Roma, 25 febbraio 2019, Istitut
o nazionale di statistica.
Roberto Monducci | Direttore del Dipartimento per la produzione statistica, Istat e Rappresentante del Comitato d’Indirizzo dell’Accordo a 5
3. La strategia di utilizzo e analisi delle fonti informative
3
Il monitoraggio e l’analisi di un sistema in forte evoluzione richiedono
misurazioni statistiche di qualità, analisi basate su frameworks analitici
dinamici e valutazioni fondate su fonti/metodologie avanzate.
Lo sviluppo di fonti amministrative trattabili statisticamente e di
metodologie innovative ha creato nuove opportunità per l’analisi del
mercato del lavoro.
D’altra parte, l’analisi di fenomeni emergenti e ad elevata complessità
richiede investimenti crescenti in rilevazioni dirette di elevata qualità.
Il Rapporto adotta un approccio che valorizza in modo integrato il
complesso dell’informazione detenuta dai cinque enti, sfruttandone il
potenziale informativo per misurare i cambiamenti strutturali, le
dinamiche congiunturali, le eterogeneità del mercato del lavoro viste
dal lato sia della domanda sia dell’offerta.
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o nazionale di statistica.
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4. 4
Pil, ore lavorate e occupazione
Recupero pieno dei livelli di
occupazione, ma cambiamento
strutturale nell’intensità lavorativa:
Il numero di occupati recupera il
livello del 2008; la quantità di lavoro
utilizzato è ancora inferiore e
rispecchia la tendenza del Pil.
2018: tenuta dell’occupazione durante
la recente fase di rallentamento e poi
flessione del Pil: nel secondo trimestre
massimo storico di 23,3 milioni.
Lieve diminuzione nel terzo trimestre
e leggero aumento nel quarto (+0,1%).
Segnali congiunturali lievemente
positivi (posti vacanti).
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Pil, ore lavorate, occupati, Unità di lavoro a tempo pieno.
QI 2008-QIII 2018 (indici destagionalizzati primo trimestre 2008=100)
90,9
94,9
96,0
99,4
92,7
95,6
90,4
95,0
90,0
92,0
94,0
96,0
98,0
100,0
I II III IV I II III IV I II III IV I II III IV I II III IV I II III IV I II III IV I II III IV I II III IV I II III IV I II III
2008 2009 2010 2011 2012 2013 2014 2015 2016 2017 2018
Pil Occupati (Cn) Unità di lavoro Ore lavorate
5. 5
Modificazioni profonde nella struttura dell’occupazione
Trend, cicli e dinamiche congiunturali
differenti per le diverse posizioni:
Dipendenti: massimo storico (sfiorano i
18 milioni in Q2 2018).
Indipendenti: trend negativo
persistente, con minimo in Q1 2018
(meno di 5,3 milioni di occupati).
Q4 2018: lieve crescita dei permanenti
(+0,1%), dopo la caduta del terzo; il
lavoro temporaneo (+0,1%) al massimo
storico, con 3,1 milioni di occupati.
Nei dieci anni: aumento della presenza
femminile, dei lavoratori “anziani”, di
quelli più istruiti, e degli stranieri.
Stima gap con Ue: 3,8 mln di occupati.
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Occupati per posizione. Anni 2008-2018 (media primi tre
trimestri) (variazioni assolute con base=2008)
114
735
-19
-602
-1800
-1500
-1200
-900
-600
-300
0
300
600
900
1200
1500
2008 2009 2010 2011 2012 2013 2014 2015 2016 2017 2018
Totale Dipendenti a termine
Dipendenti permanenti Indipendenti
6. 6
Ampio potenziale di aumento dell’input di lavoro
Aumento della partecipazione (ancora
bassa) e riduzione della
sottoccupazione (ancora elevata):
2017: sei milioni di individui (2,9 mln
disoccupati e 3,1 mln forze di lavoro
potenziali) potenzialmente
impiegabili.
Circa 1 milione di occupati hanno
lavorato meno ore di quelle che
sarebbero stati disponibili a lavorare
(4,4% del totale occupati).
La sottoccupazione sale dal 2,5% tra
chi svolge una professione qualificata o
impiegatizia all’11,0% tra gli impieghi
manuali con basse mansioni.
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Sottoccupati (scala sinistra) e tasso di sottoccupazione
(scala destra). Anni 2008-2017
(valori assoluti in migliaia e valori percentuali)
942
1.102
984
873
1.207 1.192 1.219
1.145
1.054
1.008
4,1
4,9 4,4
3,9
5,3 5,4 5,5 5,1
4,6
4,4
0,0
1,0
2,0
3,0
4,0
5,0
6,0
7,0
8,0
9,0
10,0
0
200
400
600
800
1.000
1.200
1.400
2008 2009 2010 2011 2012 2013 2014 2015 2016 2017
Sottoccupati Tasso di sottoccupazione
7. 7
Mismatch crescente tra offerta e domanda di competenze
Aumento della sovraistruzione:
2017: 5 milioni 569 mila di occupati
sovraistruiti (24,2% del totale e 35,0%
degli occupati diplomati e laureati.
Fenomeno in crescita, che riflette
soprattutto le modalità di ingresso dei
giovani nel mercato del lavoro.
L’incidenza si attenua al crescere
dell’età e dell’esperienza lavorativa
(52,2% tra chi ha iniziato il primo
lavoro da non più di due anni; 25,8%
per chi lavora da almeno 20 anni).
Dottori di ricerca: nel 2018 il 18,8% dei
dottori occupati vive all’estero; 14,7%
nel 2010.
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Sovraistruiti (scala destra) e incidenza sul
totale occupati laureati e diplomati (scala
sinistra). Anni 2011-2017
(valori assoluti in migliaia e valori percentuali)
32,1
32,4 32,6
33,9
34,6
34,7
35,0
4.000
4.250
4.500
4.750
5.000
5.250
5.500
5.750
6.000
30,0
31,0
32,0
33,0
34,0
35,0
36,0
2011 2012 2013 2014 2015 2016 2017
Sovraistruiti % Sovraistruiti su diplomati e laureati
8. 8
La domanda di lavoro delle imprese: la crescita congiunturale
Intensi flussi di creazione e distruzione
di posti di lavoro:
Nel 2018 aumento del monte ore
lavorate determinato dalla creazione
netta di occupazione.
Rispetto al biennio precedente,
aumento di intensità nei processi di
ricambio delle posizioni lavorative.
Aumento netto di occupazione nel
37,3% delle imprese (diminuzione nel
26,3% dei casi).
Flussi lordi e creazione netta
decrescenti all’aumentare della
dimensione d’impresa.
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Tassi di mobilità occupazionale lordi e netti, e posizioni lavorative
create o distrutte, per classe di addetti – Anni 2017-2018
(terzo trimestre; valori percentuali)(*)
(*) contributo percentuale delle imprese in espansione e di quelle in contrazione alla
variazione delle posizioni lavorative della classe
9. 9
La domanda di lavoro delle imprese: i disallineamenti formativi
Flussi annuali di assunzioni delle
imprese italiane nel triennio 2014-16:
Misura del grado di disallineamento tra
il titolo di studio conseguito dagli
assunti e quello più richiesto dalle
imprese per la medesima professione.
Nel triennio il fenomeno ha interessato
più della metà (53,5%) delle assunzioni
delle imprese italiane: la diffusione
della sovraistruzione (31,6%) è
maggiore di quella della
sottoistruzione (21,8%), soprattutto
per gli under 29 (per gli over 49
prevalgono i sottoistruiti).
Rilevabili tendenze annuali.
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Disallineamento formativo per età del personale assunto e
incidenza degli assunti. Anni 2014-2016
(valori percentuali)
ASSUNTI 2014 2015 2016 2014-2016
Totale assunti
Sovraistruiti 31,5 31,5 31,8 31,6
Sottoistruiti 22,0 21,6 21,9 21,8
Under 29
Sovraistruiti 35,3 34,6 33,2 34,3
Sottoistruiti 18,0 17,8 19,1 18,3
Over 49
Sovraistruiti 19,5 20,1 21,3 20,3
Sottoistruiti 35,3 34,2 33,5 34,3
10. 10
Le agevolazioni contributive: i lavoratori
Impatto di 5 interventi:
Incidenza dei rapporti di lavoro
agevolati sulle assunzioni e
trasformazioni a tempo indeterminato:
dal 16% del 2014 al 61% del 2015 per
poi scendere al 10% del 2017; risalita a
circa il 15% nel 2018 (primi nove mesi).
L’incidenza delle agevolazioni è più
elevata per le trasformazioni, con un
picco nel 2015 (76% del totale).
Nel 2016 la quota di dipendenti
incentivati è nel Mezzogiorno pari al
18% dei dipendenti totali (27% di quelli
delle aziende incentivate), contro
valori pari al 10% e al 13% nel Nord .
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Assunzioni e trasformazioni a tempo indeterminato agevolate.
Anni 2014-2018* (valori percentuali)
(*) Primi 9 mesi. Fonte: Inps – Osservatorio sul precariato
15,9
61,3
40,2
9,7
14,9
0,0
10,0
20,0
30,0
40,0
50,0
60,0
70,0
80,0
2014 2015 2016 2017 2018*
Assunzioni Trasformazioni da tempo determinato Totale
11. 11
Le agevolazioni contributive: le imprese
Impatto ampio sul sistema delle
imprese:
2015-2017: oltre un terzo delle
aziende con dipendenti a tempo
indeterminato interessato da almeno
un rapporto di lavoro agevolato.
4 mila euro annui I’importo medio per
ciascun dipendente incentivato; 40%
del monte contributivo medio per
dipendente delle aziende incentivate.
Elevato impatto sulle micro imprese:
assorbono il 40% delle agevolazioni
(pesano per il 28% sull’occupazione),
con il 19,1% di dipendenti incentivati
sul totale dei dipendenti.
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Impatto dei cinque programmi di incentivo per classe di addetti
delle imprese. Anno 2016 (valori percentuali)
(*) Fonte: Inps – Osservatorio sul precariato
37,6
72,3
83,7
86,8
19,1
13,5
9,7
4,4
0,0 20,0 40,0 60,0 80,0 100,0
Fino a 10
addetti
11- 50 addetti
51-250 addetti
Oltre 250
addetti
Dipendenti incentivati (%) Aziende incentivate (%)
12. 12
Entrata nell’occupazione e transizioni
Aumento della persistenza nella
condizione di occupazione:
Il 64,4% di quanti hanno avuto
un’attivazione nel 2014 hanno un
rapporto di lavoro attivo (tasso di
permanenza) a tre anni di distanza
(era il 57,3% per la coorte 2010).
Tra gli entrati con un contratto
temporaneo nel 2014, nel Mezzogiorno
solo il 18,2% è transitato verso un
lavoro permanente dopo tre anni (36%
nel Nord-ovest).
La crescita delle attivazioni nel 2017 è
dovuta esclusivamente all’aumento dei
contratti di lavoro temporaneo.
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Transizione dei lavoratori verso contratti permanenti per numero
di mesi dall’ingresso e ripartizione. Coorte 2014
(valori percentuali)
Fonte: Elaborazioni su dati Ministero del lavoro e delle politiche sociali - Comunicazioni
obbligatorie SISCO
0,0
5,0
10,0
15,0
20,0
25,0
30,0
35,0
40,0
Nord-ovest Nord-est Centro Mezzogiorno
13. 13
Gli ingressi dei giovani nel mercato del lavoro: le dinamiche
In crescita i primi ingressi nel lavoro:
2017: 773 mila primi ingressi di giovani
nel lavoro dipendente, parasubordinato
e in somministrazione.
Il 50% attiva un contratto a tempo
determinato (44,1% nel 2015).
Sono il 35% del totale degli oltre 2
milioni di giovani che anno avviato
almeno un rapporto di lavoro.
Crescita dei primi ingressi: +28,4% sul
2016 e +34,4% sul 2015 (+198 mila).
22 anni l’età media al primo ingresso.
50% al Nord, 20% al Centro e 30% nel
Mezzogiorno; 80% cittadini italiani.
Evento di presentazione E-book Il Mercato del lavoro: verso una lettura integrata. Roma, 25 febbraio 2019, Istituto nazionale di statistica.
Roberto Monducci | Direttore del Dipartimento per la produzione statistica, Istat e Rappresentante del Comitato d’Indirizzo dell’Accordo a 5
Primi ingressi di giovani 15-29 anni per tipologia contrattuale.
Anni 2015-2017 (valori percentuali)
Fonte: Elaborazioni su dati Ministero del lavoro e delle politiche sociali - Comunicazioni
obbligatorie SISCO
24,3
14,4
9,2
10,9
15,3
14,0
44,1
50,2
50,5
6,7
4,7
4,0
8,2
9,0
9,9
5,4
5,8
11,9
0,0 10,0 20,0 30,0 40,0 50,0 60,0 70,0 80,0 90,0 100,0
2015
2016
2017
Tempo Indeterminato Apprendistato
Tempo Determinato Collaborazioni e altro lavoro autonomo
Somministrazione Intermittente
14. 14
L’ingresso dei giovani nel mercato del lavoro: gli esiti
Difficoltà di transitare nell’occupazione
permanente:
Nella media 2015-2016, il 54,9% dei
giovani entrati per la prima volta
nell’occupazione ha un rapporto di
lavoro attivo dopo un anno.
A 9 mesi dal primo lavoro, almeno
un’attivazione stabile per il 41,9% degli
uomini, il 39,7% delle donne, il 39,3%
dei cittadini stranieri.
A 24 mesi dal primo lavoro risulta aver
avuto almeno un’esperienza di lavoro
stabile il 50,6% degli uomini, il 48,1%
per le donne ed il 45,9% per la
componente straniera.
Evento di presentazione E-book Il Mercato del lavoro: verso una lettura integrata. Roma, 25 febbraio 2019, Istituto nazionale di statistica.
Roberto Monducci | Direttore del Dipartimento per la produzione statistica, Istat e Rappresentante del Comitato d’Indirizzo dell’Accordo a 5
Ingressi nel lavoro permanente per distanza dal primo ingresso
nell’occupazione per sesso e cittadinanza. Anno 2015
(valori percentuali cumulati)
30,0
35,0
40,0
45,0
50,0
55,0
Totale Femmine Maschi
Italiani Stranieri
15. 15
Lavoro e salute: le tendenze
Un decennio di cambiamenti:
Nel 2017, rispetto al 2008, diminuzione
del 35,7% delle denunce per infortuni
sul lavoro (300 mila casi in meno).
Dai primi anni 2000, quando erano
oltre 1 milione, le denunce di
infortunio si sono quasi dimezzate.
Le denunce con esito mortale sono
state 1.135 (-29,7% rispetto al 2008).
Nel 2017, 58.023 le denunce di
malattia professionale, con una
crescita notevole (+89,7%), dovuta
soprattutto agli interventi e alle
innovazioni normative in materia di
riconoscimenti.
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Roberto Monducci | Direttore del Dipartimento per la produzione statistica, Istat e Rappresentante del Comitato d’Indirizzo dell’Accordo a 5
Denunce di malattie per gestione assicurativa, attività economica
e anno di protocollazione - Anni 2008 e 2017
(valori assoluti e variazioni percentuali)
GESTIONE ASSICURATIVA/SETTORE
DI ATTIVITA’ECONOMICA
2008 2017
Variazione %
2017-2008
Agricoltura 1.836 11.283 514,5
Industria e servizi 28.362 46.027 62,3
dicui:
C -Attività manifatturiere 8.610 9.826 14,1
F -Costruzioni 3.766 8.381 122,5
G -Commercio all'ingrosso e al 1.622 3.285 102,5
H -Trasporto e magazzinaggio 1.397 2.651 89,8
Q -Sanità e assistenza sociale 1.132 2.084 84,1
Per conto dello Stato -Dipendenti 386 713 84,7
Totale 30.584 58.023 89,7
16. 16
Lavoro e salute: il quadro recente
Ripresa della crescita delle denunce
di malattia professionale
Nel 2017 sono state 58.023 le
denunce di malattia professionale.
Dopo oltre un decennio di crescita, si
rileva un calo (-3,7% sul 2016), ma i
primi dati provvisori 2018 mostrano
una ripresa (+2,5% sul 2017).
Il 65% delle circa 25mila malattie
professionali riconosciute, riguarda il
sistema osteomuscolare e il tessuto
connettivo. Le malattie del sistema
respiratorio e i tumori professionali
(entrambi in calo) rappresentano
entrambi il 5% del totale.
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Roberto Monducci | Direttore del Dipartimento per la produzione statistica, Istat e Rappresentante del Comitato d’Indirizzo dell’Accordo a 5
Malattie professionali riconosciute positive per classificazione
ICD-X accertata e anno di protocollazione – Anni 2013 e 2017
(valori assoluti)
CLASSIFICAZIONE ICD-X 2013 2017
Totale 23.722 21.291
di cui:
Malattie del sistema osteomuscolare e del
tessuto connettivo (M00-M99)
14.170 14.056
Malattie del sistema nervoso (G00-G99) 3.634 3.072
Malattie dell'orecchio e dell'apofisi mastoide
(H60-H95)
2.396 1.829
Malattie del sistema respiratorio (J00-J99) 1.642 981
Tumori (C00-D48) 1.345 1.055
Malattie della cute e del tessuto sottocutaneo
(L00-L99)
317 205
17. 17
Conclusioni
Il Rapporto fornisce un ampio approfondimento sull’evoluzione del
mercato del lavoro in Italia, analizzato da diverse angolazioni,
attraverso un’ampia pluralità di fonti – spesso integrate – e
metodologie di elevata qualità.
Dati, indicatori e analisi segnalano da un lato i recuperi realizzati
dopo la fase acuta della crisi economica, dall’altro dinamiche
divergenti rispetto ad un sentiero di pieno utilizzo del potenziale del
Paese, messo a rischio anche dalla debolezza del ciclo economico
internazionale.
Ulteriore prodotto, oltre ai Rapporti trimestrali ormai consolidati,
delle attività previste dall’Accordo quadro.
Utile orientamento per il processo di costruzione del Sistema
informativo statistico sul lavoro.
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Roberto Monducci | Direttore del Dipartimento per la produzione statistica, Istat e Rappresentante del Comitato d’Indirizzo dell’Accordo a 5
18. Un ringraziamento speciale ai tanti che
hanno collaborato al Rapporto
Grazie per l’attenzione
Roberto Monducci
Direttore del Dipartimento per la produzione statistica, Istat
e Rappresentante del Comitato d’Indirizzo dell’Accordo a 5