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Sessione
RIFORMA DEL SISTEMA STATISTICO NAZIONALE
         Traccia dell’intervento di Ugo Trivellato
              Università di Padova e IRVAPP


Roma, 15 dicembre 2010
RIFLESSIONI INTORNO A TRE PUNTI:

1. IL SISTAN DOPO 20 ANNI: IMPARARE
   DALL’ESPERIENZA

2. DOMANDA, PRODUZIONE E DIFFUSIONE

3. SELEZIONATE INDICAZIONI SULLA RIFORMA,
   GIÀ COMINCIATA




                                            1
1. IL SISTAN DOPO 20 ANNI: IMPARARE
   DALL’ESPERIENZA

   Il criterio ispiratore e tre tratti qualificanti della riforma del
    1989:
     Il criterio ispiratore: infrastruttura statistica e suoi prodotti
      come un sistema.
     I tratti qualificanti:
          Istat e coordinamento ‘orizzontale’: con le amministrazioni
           centrali e gli enti nazionali;
          Istat e coordinamento ‘verticale’: con regioni, province e
           comuni;
          Un organismo terzo di garanzia della ‘qualità’, intesa in
           senso largo, del Sistan: la CoGIS.
                                                                      2
   Debolezze e crepe [alla radice (i) attenzione prevalente agli aspetti
    istituzionali e scarsa per quelli di funzionalità; (ii) riforma “a costo
    zero”]:
       disegno del Sistan ridondante, farraginoso: un improbabile
        sistema di 8.500 nodi di peso specifico vistosamente diverso
        eppure posti su un piano di (quasi) parità, salvo l’Istat
        [nella realtà 3.400; media di 0,5 addetti ad hoc; funzionalità?];
       poteri di coordinamento dell’Istat deboli;
       conseguente scarsa rispondenza dell’attività degli US dei vari
        soggetti del Sistan alla “logica di sistema”; e, invece, rischi di
        (i) dipendenza da esigenze, anche puntuali, dei singoli soggetti,
        (ii) mediocre professionalità e scarsa autonomia di US
             frammentati.

    NB. Vedi Seminario CoGIS del marzo 2009.
                                                                           3
2. DOMANDA, PRODUZIONE E DIFFUSIONE

   C’è un aspetto che va messo bene a fuoco: occorre distinguere/
    articolare i tre momenti nei quali si svolge il processo che genera
    l’informazione statistica pubblica:
    (a) cogliere le domande e tradurle in fabbisogni di informazione
         statistica;
    (b) produrre l’informazione;
    (c) diffondere dell’informazione.

     Per (a) e (c): cruciale il rapporto con gli utilizzatori, tra i quali
       le amministrazioni centrali, gli enti territoriali, gli analisti;
     Per (b): preminenti le esigenze funzionali, tecnico-scientifiche,
       attinenti alla qualità del processo produttivo.


                                                                           4
   È dalle esigenze di domanda, produzione e diffusione che occorre
    prendere le mosse, non da questioni di ingegneria istituzionale (che
    pure si porranno, e andranno affrontate con attenzione). Mi limito a
    richiamare parole-chiave.
     A fronte dei processi di “globalizzazione”, per la domanda:
         attenzione a mobilità e interdipendenze spaziali: gli ambiti
          territoriali sono sempre meno “chiusi” e meno stabili;
         comparabilità dell’informazione statistica, per confronti
          internazionali così come sub-nazionali, e inoltre nel tempo;
         integrazione di informazioni settoriali (su produzione,
          lavoro, consumi, condizioni di vita, ecc.), per una lettura
          complessiva di stato e dinamica di comunità e gruppi sociali;
         domanda crescente di microdati, a fini sia di analisi che di
          disegno di politiche, per la forte variabilità dei comportamenti
          “individuali” – di persone, famiglie, imprese.
                                                                         5
-

     A fronte dell’affermarsi dell’ICT, per la produzione:
         utilizzazione di archivi amministrativi informatizzati,
          (i) buoni rispetto alle finalità proprie e
          (ii) adeguatamente ‘filtrati’ e integrati per finalità statistiche;
         svolgimento di grandi surveys (sovente longitudinali),
          raccordate con archivi amministrativi e spesso coordinate a
          livello sovranazionale, in particolare dell’UE;
         realizzazione di un sistema statistico inteso come
          infrastruttura integrata di insiemi di basi di dati e
          metadati, che (i) poggi su rigorosi standard metodologici, e
          (ii) consenta grande flessibilità nell’elaborazione.



                                                                                6
 A fronte dei molti e differenti utenti, per la diffusione:
      molteplicità di forme, flessibili e friendly: da storytelling a
       accesso degli analisti ai microdati;
      per ogni forma di diffusione, standard adeguati di (i) rigore
       scientifico e (ii) metadati [divulgazione ≠ pressappochismo];
      perdurante, anzi accresciuta richiesta di tempestività;
      deciso avanzamento nella messa di disposizione di basi di
       microdati, con modalità di accesso liberali e insieme
       rispettose della privacy.




                                                                     7
3. SELEZIONATE INDICAZIONI SULLA RIFORMA,
   GIÀ COMINCIATA

   Alcuni tasselli già ci sono (l. 303/2009 e DPR 166/2010):
     Nuovo modo di nomina del Presidente: Governo + parere
      favorevole di 2/3 dei componenti le Commissioni parlamentari
       logica no-partisan e valorizzazione dell’autonomia;
     Rafforzamento della autonomia scientifica, organizzativa,
      finanziaria e contabile dell’Istat, e per la sua attività richiamo ai
      princìpi dell’informazione statistica a livello UE (e ONU):
        “Scuola superiore di statistica e di analisi sociali ed economiche”;
        poteri incisivi per modulistica e sistemi informativi delle PA;

     Snellimento degli organi di governo: Consiglio e Comstat.
    Il tutto per incremento di efficienza e qualità [ma meno spesa!].
                                                                                8
   Selezionate indicazioni per il seguito della riforma:

     Una “governance” che, nella definizione della domanda e dei
      fabbisogni statistici, assicuri forme incisive di partecipazione
      agli utilizzatori, fra i quali spiccano le amministrazioni statali, i
      soggetti territoriali e gli analisti.
       serve un autorevole Consiglio nazionale degli utenti.

     Una definizione dell’assetto del Sistan che assicuri:
          una trama organizzativa razionale (superando logiche di
           autosufficienza “campanilistica” e tentazioni “patrimoniali”
           rispetto ai dati);
          un’efficace funzione di coordinamento degli US da parte
           dell’Istat (formazione, reclutamento, carriera, dipendenza
           funzionale degli statistici pubblici).

                                                                          9
 Criteri e modi di rilascio dei/accesso ai microdati improntati
  a uno spirito liberale.
  Occorre superare la normativa e la prassi di tutela della
  privacy, che ostacola seriamente - e in maniera immotivata -
  l’uso dei microdati, per la ricerca e per il disegno di politiche.
   La Direttiva Europea è una: perché l’Italia ne dà una
    interpretazione così restrittiva? [Vedi, per contrasto, UK e Svezia.]
   Perché in Italia vi sono due Codici di deontologia? E perché il
    Codice per il Sistan è più restrittivo di quello per i ricercatori, pur
    convenendo tutti che la statistica ufficiale è un “bene pubblico”?

 L’uso efficiente delle risorse è un obiettivo essenziale anche per
  la statistica ufficiale italiana. Ma non coincide, né si concilia
  necessariamente con “La riduzione del complesso della spesa
  di funzionamento dell’Istat”.
  Autonomia, imparzialità ed efficacia della funzione statistica
  si giocano anche su questo terreno.
                                                                         10

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U. Trivellato: RIFORMA DEL SISTEMA STATISTICO NAZIONALE

  • 1. Sessione RIFORMA DEL SISTEMA STATISTICO NAZIONALE Traccia dell’intervento di Ugo Trivellato Università di Padova e IRVAPP Roma, 15 dicembre 2010
  • 2. RIFLESSIONI INTORNO A TRE PUNTI: 1. IL SISTAN DOPO 20 ANNI: IMPARARE DALL’ESPERIENZA 2. DOMANDA, PRODUZIONE E DIFFUSIONE 3. SELEZIONATE INDICAZIONI SULLA RIFORMA, GIÀ COMINCIATA 1
  • 3. 1. IL SISTAN DOPO 20 ANNI: IMPARARE DALL’ESPERIENZA  Il criterio ispiratore e tre tratti qualificanti della riforma del 1989:  Il criterio ispiratore: infrastruttura statistica e suoi prodotti come un sistema.  I tratti qualificanti:  Istat e coordinamento ‘orizzontale’: con le amministrazioni centrali e gli enti nazionali;  Istat e coordinamento ‘verticale’: con regioni, province e comuni;  Un organismo terzo di garanzia della ‘qualità’, intesa in senso largo, del Sistan: la CoGIS. 2
  • 4. Debolezze e crepe [alla radice (i) attenzione prevalente agli aspetti istituzionali e scarsa per quelli di funzionalità; (ii) riforma “a costo zero”]:  disegno del Sistan ridondante, farraginoso: un improbabile sistema di 8.500 nodi di peso specifico vistosamente diverso eppure posti su un piano di (quasi) parità, salvo l’Istat [nella realtà 3.400; media di 0,5 addetti ad hoc; funzionalità?];  poteri di coordinamento dell’Istat deboli;  conseguente scarsa rispondenza dell’attività degli US dei vari soggetti del Sistan alla “logica di sistema”; e, invece, rischi di (i) dipendenza da esigenze, anche puntuali, dei singoli soggetti, (ii) mediocre professionalità e scarsa autonomia di US frammentati. NB. Vedi Seminario CoGIS del marzo 2009. 3
  • 5. 2. DOMANDA, PRODUZIONE E DIFFUSIONE  C’è un aspetto che va messo bene a fuoco: occorre distinguere/ articolare i tre momenti nei quali si svolge il processo che genera l’informazione statistica pubblica: (a) cogliere le domande e tradurle in fabbisogni di informazione statistica; (b) produrre l’informazione; (c) diffondere dell’informazione.  Per (a) e (c): cruciale il rapporto con gli utilizzatori, tra i quali le amministrazioni centrali, gli enti territoriali, gli analisti;  Per (b): preminenti le esigenze funzionali, tecnico-scientifiche, attinenti alla qualità del processo produttivo. 4
  • 6. È dalle esigenze di domanda, produzione e diffusione che occorre prendere le mosse, non da questioni di ingegneria istituzionale (che pure si porranno, e andranno affrontate con attenzione). Mi limito a richiamare parole-chiave.  A fronte dei processi di “globalizzazione”, per la domanda:  attenzione a mobilità e interdipendenze spaziali: gli ambiti territoriali sono sempre meno “chiusi” e meno stabili;  comparabilità dell’informazione statistica, per confronti internazionali così come sub-nazionali, e inoltre nel tempo;  integrazione di informazioni settoriali (su produzione, lavoro, consumi, condizioni di vita, ecc.), per una lettura complessiva di stato e dinamica di comunità e gruppi sociali;  domanda crescente di microdati, a fini sia di analisi che di disegno di politiche, per la forte variabilità dei comportamenti “individuali” – di persone, famiglie, imprese. 5
  • 7. -  A fronte dell’affermarsi dell’ICT, per la produzione:  utilizzazione di archivi amministrativi informatizzati, (i) buoni rispetto alle finalità proprie e (ii) adeguatamente ‘filtrati’ e integrati per finalità statistiche;  svolgimento di grandi surveys (sovente longitudinali), raccordate con archivi amministrativi e spesso coordinate a livello sovranazionale, in particolare dell’UE;  realizzazione di un sistema statistico inteso come infrastruttura integrata di insiemi di basi di dati e metadati, che (i) poggi su rigorosi standard metodologici, e (ii) consenta grande flessibilità nell’elaborazione. 6
  • 8.  A fronte dei molti e differenti utenti, per la diffusione:  molteplicità di forme, flessibili e friendly: da storytelling a accesso degli analisti ai microdati;  per ogni forma di diffusione, standard adeguati di (i) rigore scientifico e (ii) metadati [divulgazione ≠ pressappochismo];  perdurante, anzi accresciuta richiesta di tempestività;  deciso avanzamento nella messa di disposizione di basi di microdati, con modalità di accesso liberali e insieme rispettose della privacy. 7
  • 9. 3. SELEZIONATE INDICAZIONI SULLA RIFORMA, GIÀ COMINCIATA  Alcuni tasselli già ci sono (l. 303/2009 e DPR 166/2010):  Nuovo modo di nomina del Presidente: Governo + parere favorevole di 2/3 dei componenti le Commissioni parlamentari  logica no-partisan e valorizzazione dell’autonomia;  Rafforzamento della autonomia scientifica, organizzativa, finanziaria e contabile dell’Istat, e per la sua attività richiamo ai princìpi dell’informazione statistica a livello UE (e ONU):  “Scuola superiore di statistica e di analisi sociali ed economiche”;  poteri incisivi per modulistica e sistemi informativi delle PA;  Snellimento degli organi di governo: Consiglio e Comstat. Il tutto per incremento di efficienza e qualità [ma meno spesa!]. 8
  • 10. Selezionate indicazioni per il seguito della riforma:  Una “governance” che, nella definizione della domanda e dei fabbisogni statistici, assicuri forme incisive di partecipazione agli utilizzatori, fra i quali spiccano le amministrazioni statali, i soggetti territoriali e gli analisti.  serve un autorevole Consiglio nazionale degli utenti.  Una definizione dell’assetto del Sistan che assicuri:  una trama organizzativa razionale (superando logiche di autosufficienza “campanilistica” e tentazioni “patrimoniali” rispetto ai dati);  un’efficace funzione di coordinamento degli US da parte dell’Istat (formazione, reclutamento, carriera, dipendenza funzionale degli statistici pubblici). 9
  • 11.  Criteri e modi di rilascio dei/accesso ai microdati improntati a uno spirito liberale. Occorre superare la normativa e la prassi di tutela della privacy, che ostacola seriamente - e in maniera immotivata - l’uso dei microdati, per la ricerca e per il disegno di politiche.  La Direttiva Europea è una: perché l’Italia ne dà una interpretazione così restrittiva? [Vedi, per contrasto, UK e Svezia.]  Perché in Italia vi sono due Codici di deontologia? E perché il Codice per il Sistan è più restrittivo di quello per i ricercatori, pur convenendo tutti che la statistica ufficiale è un “bene pubblico”?  L’uso efficiente delle risorse è un obiettivo essenziale anche per la statistica ufficiale italiana. Ma non coincide, né si concilia necessariamente con “La riduzione del complesso della spesa di funzionamento dell’Istat”. Autonomia, imparzialità ed efficacia della funzione statistica si giocano anche su questo terreno. 10