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Presentazione dell’e-book
Le dimensioni della salute in Italia
Una visione d’insieme a livello nazionale
su determinanti sociali e differenze
territoriali attraverso l’analisi integrata
delle fonti della statistica ufficiale
Francesca Vannoni
Torino, 27 ottobre 2015
Francesca Vannoni - Torino, 27 ottobre 2015
E-book scaricabile gratuitamente
 Concetto multidimensionale di salute, a partire dalla definizione
dell’Organizzazione mondiale della sanità come «benessere fisico,
mentale e sociale».
 Negli ultimi decenni in Europa miglioramenti apprezzabili nello stato
di salute della popolazione hanno determinato l’aumento del
benessere.
 Progressi disomogenei per modalità di raggiungimento e
distribuzione: persistono ampie disuguaglianze nello stato di salute,
geografiche e sociali, sia tra i diversi Stati membri dell’Unione
Europea che al loro interno.
 Le disuguaglianze sociali di salute sono in continuo aumento
anche nei paesi più ricchi e la crisi economica le ha ulteriormente
inasprite a partire dal 2008.
Considerazioni preliminari (1/2)
Francesca Vannoni - Torino, 27 ottobre 2015
 Maggiore equità nella salute = un obiettivo strategico di Health 2020
condiviso dai 53 Stati membri della regione europea dell’Oms,
quadro di riferimento delle politiche europee per la salute e il
benessere.
 Dati aggiornati sono indispensabili per la programmazione di
politiche mirate al miglioramento dello stato di salute della
popolazione.
Considerazioni preliminari (2/2)
Francesca Vannoni - Torino, 27 ottobre 2015
Struttura del volume
PARTE PRIMA
• Capitolo1 La geografia dei determinanti sociali della salute in Italia:
caratteristiche demografiche e condizioni socio-economiche della
popolazione.
• Capitolo 2 Stili di vita
• Capitolo 3 Le condizioni di salute della popolazione
• Capitolo 4 Risorse e attività del sistema sanitario
• PARTE SECONDA
• Otto capitoli con approfondimenti regionali
Francesca Vannoni - Torino, 27 ottobre 2015
I determinanti di salute
Francesca Vannoni - Torino, 27 ottobre 2015
I determinanti distali di salute
esaminati nel 1° capitolo:
• istruzione e formazione
• accesso al mercato del lavoro
• situazione economica delle
famiglie
I determinanti prossimali di salute
esaminati nel 2° capitolo sono
quei determinanti non sanitari che
costituiscono i principali fattori di
rischio prevenibili
Persone di 25 anni e più che hanno dichiarato di
stare “Male/Molto male”, con almeno una malattia
cronica grave, con tre o più croniche, con
limitazioni funzionali, per livello di istruzione - Anni
2005 e 2013 (tassi standardizzati per 100 persone)
Francesca Vannoni - Torino, 27 ottobre 2015
0
10
20
30
40
50
2005 2013 2005 2013 2005 2013 2005 2013
Male/Molto
male
Cronici gravi Multicronici Con limitazioni
Laurea/diploma
Licenza media
Licenza elementare
Indice di stato fisico, di stato psicologico e di salute
mentale delle persone di 25 anni e più, per livello di
istruzione - Anni 2005 e 2013 (tassi standardizzati per
100 persone e punteggi medi)
0
20
40
60
80
2005 2013 2005 2013 2005 2013
Stato fisico Stato psicologico Salute mentale
Laurea/diploma Licenza media
Licenza elementare Totale
Le disuguaglianze sociali di salute
Le condizioni di salute della popolazione
Francesca Vannoni - Torino, 27 ottobre 2015
Persone di 14 anni e più che hanno dichiarato di stare “Male o molto male”
per regione - Anni 2005 e 2013 (tassi standardizzati per 100 persone)
0 2 4 6 8 10 12
Sardegna
Sicilia
Calabria
Basilicata
Puglia
Campania
Molise
Abruzzo
Lazio
Marche
Umbria
Toscana
Emilia-Romagna
Friuli-Venezia Giulia
Veneto
Trento
Bolzano/Bozen
Trentino-Alto Adige/Südtirol
Lombardia
Liguria
Valle d'Aosta/Vallée d'Aoste
Piemonte
ITALIA
2005
2013
Francesca Vannoni - Torino, 27 ottobre 2015
Almeno una malattia cronica grave Tre o più malattie croniche
Persone di 65 anni e più con almeno una malattia cronica grave e con tre o più
malattie croniche per ripartizione geografica - Anni 2005 e 2013 (tassi standardizzati
per 100 persone)
0 10 20 30 40 50 60
Isole
Sud
Centro
Nord-est
Nord-ovest
ITALIA
2005 2013
0 5 10 15 20 25 30 35 40 45 50
Isole
Sud
Centro
Nord-est
Nord-ovest
ITALIA
2005 2013
Speranza di vita alla nascita distinta in anni
vissuti in buona e non buona salute per
sesso e ripartizione geografica - Anno 2012
(numero di anni)
Francesca Vannoni - Torino, 27 ottobre 2015
60,9 60,5 57,5 59,8
19,0 19,2 21,5 19,8
0
10
20
30
40
50
60
70
80
90
Buona salute Non buona salute
58,4 58,6 54,9 57,3
26,4 25,8 28,8 27,1
0
10
20
30
40
50
60
70
80
90
Buona salute Non buona salute
Speranza di vita alla nascita in anni vissuti in
buona salute per sesso e ripartizione
geografica – Anni 2009-2012 (numero di
anni)
Maschi
Femmine
55
56
57
58
59
60
61
2009 2010 2011 2012
Nord Centro Mezzogiorno Italia
53
54
55
56
57
58
59
2009 2010 2011 2012
Speranza di vita alla nascita per sesso (in anni) nei Paesi Ue 27. Anno 2012
1°
2°3°
1°2°
3°
L’Italia presenta condizioni di salute in miglioramento e livelli
di speranza di vita tra i più elevati a livello internazionale
(79,6 anni per gli uomini e 84,4 per le donne).
Francesca Vannoni – Torino, 27 ottobre 2015
Figura ripresa dal Rapporto Bes 2014
 Principale causa prevenibile di morte e di malattia
 In Italia dalle 70 mila alle 83 mila morti l’anno attribuibili al fumo
 L’aspettativa di vita dei fumatori si accorcia di circa 10 anni
 Danni alla salute durante l’intero corso della vita aumentando i
rischi
 di mortalità alla nascita, di malformazioni congenite e di
sindrome di morte improvvisa nei bambini delle mamme
fumatrici
 di malattie respiratorie nell’infanzia e nell’adolescenza
 nella popolazione adulta insorgenza di patologie cronico-
degenerative, soprattutto a carico dell’apparato respiratorio e
cardio-vascolare.
 Rischi anche per i non fumatori esposti al fumo passivo (a causa
del quale si valuta che muoiano ogni anno oltre 600 mila persone nel
mondo).
Fattori di rischio per la salute: l’esposizione al fumo di tabacco
Francesca Vannoni - Torino, 27 ottobre 2015
31,9
29,0
26,5 26,2
24,6
23,9 23,8 23,3 23,2
22,1 21,9
20,8 20,5 20,0 19,6 19,5
18,9 18,6
17,8
17,0
13,1
0
10
20
30
40
Fumatori giornalieri di 15 anni e più nei paesi Ue – Anno 2011 (a) (per
100 persone con le stesse caratteristiche)
Fonte: Oecd, Health Data
Francesca Vannoni - Torino, 27 ottobre 2015
22,2 22,9 22,4 22,5
23,4 23,3 22,7 22,3
21,3
2005 2006 2007 2008 2009 2010 2011 2012 2013
Proporzione standardizzata di persone di 14 anni o più che
dichiarano di fumare attualmente – Anni 2005-2013 (valori
percentuali)
Francesca Vannoni - Torino, 27 ottobre 2015
Fonte: Istat, Indagine Aspetti della vita quotidiana
Trend temporale dell’abitudine al fumo in Italia
Graduale diminuzione del consumo di tabacco già da alcuni decenni (31% di fumatori nel 1983).
Durante gli anni della crisi economica, sostanziale stabilità dell’abitudine al fumo, effetto, da un
lato, della diminuzione dei consumi correlata con l’aumento del costo e, dall’altro lato, della
maggiore tendenza a fumare come comportamento adattativo ai fattori stressanti.
24
35
30,2
27
16,9
8,4
26,8
13,6
20,1
21,3
18,1
10,5
3,5
15,7
0
10
20
30
40
14-24 25-44 45-54 55-64 65-74 75 e più Totale
MASCHI 2005 MASCHI 2013 FEMMINE 2005 FEMMINE 2013
Francesca Vannoni - Torino, 27 ottobre 2015
Fumatori di 14 anni e più in Italia per sesso e classe di età – Anni 2005 e
2013 (per 100 persone con le stesse caratteristiche)
Fonte Istat, Indagine sulle condizioni di salute e ricorso ai servizi sanitari 2013
Francesca Vannoni - Torino, 27 ottobre 2015
Proporzione standardizzata di persone di 14 anni o più che dichiarano di fumare
attualmente per sesso, regione e ripartizione geografica – Anno 2013 (valori
percentuali)
Fonte Istat, Indagine sulle condizioni di salute e ricorso ai servizi sanitari 2013
30,8
29,7
28,8
28,6
28,5
28,4
27,7
27,2
27,1
26,8
26,7
26,6
26,5
26,0
25,9
25,2
25,1
24,8
24,4
24,1
23,2
23,0
22,5
21,8
21,7
19,5
0 5 10 15 20 25 30 35
Campania
Sicilia
Toscana
Mezzogiorno
Umbria
Basilicata
Puglia
Lazio
Centro
Sardegna
Emilia-Romagna
Italia
Piemonte
Abruzzo
Calabria
Lombardia
Molise
Nord
Liguria
Bolzano/Bozen
Valle…
Marche
Veneto
Trentino-Alto…
Friuli-Venezia Giulia
Trento
20,9
20,0
19,6
18,8
18,0
17,8
17,1
17,0
16,6
16,6
16,5
16,4
16,4
16,3
16,1
16,0
15,9
15,4
14,6
14,4
14,3
13,8
13,3
11,5
11,0
10,9
0 5 10 15 20 25
Lazio
Umbria
Centro
Toscana
Abruzzo
Liguria
Emilia-Romagna
Friuli-Venezia Giulia
Lombardia
Marche
Nord
Piemonte
Italia
Sardegna
Veneto
Sicilia
Bolzano/Bozen
Campania
Trentino-Alto Adige/Südtirol
Molise
Mezzogiorno
Valle d'Aosta/Vallée d'Aoste
Trento
Calabria
Basilicata
Puglia
UOMINI DONNE
Francesca Vannoni - Torino, 27 ottobre 2015
Persone di 25 anni e più che dichiarano di fumare attualmente per sesso, classi di
età e livello di istruzione - Anno 2013 (per 100 persone di 25 anni e più con le
stesse caratteristiche)
Figura ripresa dal Rapporto Bes 2014
Francesca Vannoni - Torino, 27 ottobre 2015
Persone di 25 anni e più per abitudine al fumo, titolo di studio e classe di età. Anni
2005 e 2013 (per 100 persone)
19,1 17,1
25,3 26,5
33,7 36,2
24,3
18,0
25,5
22,4 24,2
27,0
13,9 13,1 13,3 14,4
8,3 8,3
20,3
16,9
24,3 23,5 21,2 21,1
15,3
15,7
18,1
18,6
17,3
18,1
30,0
26,4
31,4
29,0 25,7
26,9
39,1 39,1 38,1
42,5
28,7 29,5
22,4
21,9
24,0 25,4
24,4 26,1
65,6 67,2
56,6 54,9
49,0
45,6 45,7
55,6
43,1
48,6 50,0
46,1 47,0 47,8 48,6
43,1
63,1 62,2
57,3
61,2
51,7 51,1
54,5 52,8
0%
20%
40%
60%
80%
100%
2005
2013
2005
2013
2005
2013
2005
2013
2005
2013
2005
2013
2005
2013
2005
2013
2005
2013
2005
2013
2005
2013
2005
2013
Alto Medio Basso Alto Medio Basso Alto Medio Basso Alto Medio Basso
25-44 45-64 65 e più TOTALE
Fumatore Ex-fumatore Non fumatore
L’epidemia del fumo di sigarette
Francesca Vannoni - Torino, 27 ottobre 2015
Il consumo di tabacco e gli effetti sulla mortalità si diffondono come
un’epidemia che si sviluppa in quattro stadi, caratterizzati da velocità di
transizione differenziate tra gli uomini e le donne e le persone di diversa
posizione sociale.
1994. Tobacco Control. 3: 242-247
 Fattore di rischio per malattie cardiovascolari, ictus, diabete, alcune forme di
tumore, malattie muscolo-scheletriche, malattie del fegato o colicisti,
ipertensione, colesterolo alto, problemi respiratori, complicanze chirurgiche e in
gravidanza.
 Costi per l’assistenza sanitaria, ma anche impatto negativo sulla qualità della vita e
sul benessere delle persone
 Influisce negativamente sulla posizione socio-economica delle persone,
amplificando le disuguaglianze sociali di salute.
 Particolarmente critico risulta l’eccesso di peso tra i minori:
 fattore di rischio per problemi all’apparato respiratorio, osteoarticolare,
digerente e cardiocircolatorio, mobilità ridotta e disturbi di carattere
psicologico
 obesità infantile è spesso predittrice di problemi di peso in età adulta
L’obesità rappresenta uno dei maggiori problemi di sanità
pubblica
Francesca Vannoni - Torino, 27 ottobre 2015
Francesca Vannoni - Torino, 27 ottobre 2015
Persone di 15 anni e più obese. Anni 2000, 2005 e
2013 (tassi standardizzati per 100 persone)
2000
2005
2013
Fonte Istat, Indagine sulle condizioni di salute e ricorso ai servizi sanitari 2000-2013
L’Oms ha
sollecitato
politiche e
interventi che
agiscano su più
livelli e che
contrastino le
disuguaglianze
sociali di salute.
Francesca Vannoni - Torino, 27 ottobre 2015
Fonte: Istat, Indagine sulle condizioni di salute e ricorso ai servizi sanitari 2005 e 2013
Persone di 18 anni o più in sovrappeso o obese per sesso e classe di età–
Anni 2005 e 2013 (valori percentuali)
21,0
37,8
52,7
60,4
69,0 69,7
66,9 66,9
57,7
54,5
12,4
19,5
27
36,5
49,1
55,4 56,7
59,3
48,2
37,5
18-24 25-34 35-44 45-54 55-64 65-69 70-74 75-79 80 e più Totale
MASCHI 2005 MASCHI 2013 FEMMINE 2005 FEMMINE 2013
Uomini di 18 anni e più in sovrappeso o obesi per regione, ripartizione
geografica e sesso. Anno 2013 (tassi standardizzati per 100 persone)
Francesca Vannoni - Torino, 27 ottobre 2015
Fonte: Istat, Indagine sulle condizioni di salute e ricorso ai servizi sanitari 2013
64,8
61,6
60,6 59,6 59,1 58,8 58,5 57,8 57,4
55,5 55,1 55,1 54,6 54,6 54,4 54,1
53,1 52,9 52,3 51,7 51,4
50,2 50,1 49,8 49,4 48,5 47,9
46
0
10
20
30
40
50
60
70
10,9
6,8
4,1
7,5
16,6
11,3
8,4
13,6
17,1
11,2
8,9
15,7 15,6
9,1
6
12
0
10
20
30
40
50
60
70
80
bassa media alta totale bassa media alta totale bassa media alta totale bassa media alta totale
25-44 45-64 65 e più totale
sottopeso normopeso sovrappeso obeso
Persone di 25 anni e più secondo Indice di Massa Corporea per livello di
istruzione(a) e classe di età – Anno 2013 (per 100 persone)
Francesca Vannoni - Torino, 27 ottobre 2015
Alta: laurea e diploma; Media: licenza scuola media inferiore; Bassa: licenza elementare, nessun titolo.
Fonte Istat, Indagine sulle condizioni di salute e ricorso ai servizi sanitari 2013.
10,9
6,8
4,1
7,5
16,6
11,3
8,4
13,6
17,1
11,2
8,9
15,7 15,6
9,1
6
12
0
10
20
30
40
50
60
70
80
bassa media alta totale bassa media alta totale bassa media alta totale bassa media alta totale
25-44 45-64 65 e più totale
sottopeso normopeso sovrappeso obeso
Si stima che in Europa:
 il 26% dell’obesità negli uomini e il 50% dell’obesità nelle donne
sia attribuibile alle disuguaglianze nel livello di istruzione
che la maggior parte delle mortalità prematura e della perdita
di anni di vita in salute, osservata nei gruppi socio-
economicamente svantaggiati, possa essere imputata alle
malattie associate all’obesità
ed è stato osservato che i paesi con maggiori disuguaglianze
di reddito hanno anche livelli di obesità maggiori, soprattutto
tra i bambini.
Persone di 25 anni e più secondo Indice di Massa Corporea per livello di
istruzione(a) e classe di età – Anno 2013 (per 100 persone)
Francesca Vannoni - Torino, 27 ottobre 2015
Alta: laurea e diploma; Media: licenza scuola media inferiore; Bassa: licenza elementare, nessun titolo.
Fonte Istat, Indagine sulle condizioni di salute e ricorso ai servizi sanitari 2013.
Fattori di rischio per la salute: scorrette abitudini alimentari
Francesca Vannoni - Torino, 27 ottobre 2015
Secondo l’Oms, circa un terzo delle malattie cardiovascolari e dei tumori sono
evitabili grazie a una equilibrata e sana alimentazione.
Una dieta senza un eccessivo consumo di grassi, zuccheri e sale ma ricca di fibre,
vitamine e minerali contribuisce, infatti, alla prevenzione di numerose malattie
croniche, incluse quelle cardiovascolari, l’ipertensione, il diabete di tipo due,
l’ictus, alcuni tumori, disturbi muscolo-scheletrici e alcune condizioni di cattiva
salute mentale.
Frutta e verdura contengono fibre, vitamine, minerali e antiossidanti:
contribuiscono a regolare l’assorbimento del colesterolo, il corretto
funzionamento dei meccanismi fisiologici e a contrastare i processi tumorali.
Il consumo quotidiano di almeno cinque porzioni di frutta e verdura aiuta a
prevenire sovrappeso e obesità e riduce il rischio di malattie cardiovascolari, del
diabete e di altre malattie del metabolismo.
Un inadeguato consumo di frutta e verdura fresca è un fattore che gioca un ruolo
nell’aumento di morbosità.
Il consumo giornaliero di frutta e verdura nei Paesi Europei
Persone di 3 anni e più per consumo quotidiano di frutta e verdura – Anno
2013 (per 100 persone con le stesse caratteristiche)
Francesca Vannoni - Torino, 27 ottobre 2015
Fonte: Istat, Indagine Aspetti della vita quotidiana
21,7
16,7 19,1
74,3
77,8
76,1
4 5,5 4,8
maschi femmine totale
5 e più porzioni
2-4 porzioni
1 porzione
Persone di 3 anni e più che consumano almeno 4 porzioni di frutta e/o
verdura per sesso e classe di età – Anni 2005 e 2013 (valori percentuali)
Francesca Vannoni - Torino, 27 ottobre 2015
Fonte: Istat, Indagine Aspetti della vita quotidiana
8,4
12,1
13,4
12,7
14,7
18,6
20,5
22,9
22,3
18,2
15,8
10,2
12,3
11,5
12,9
13,7
16,0
18,3
21,6
23,2 23,0
15,9
9,1
16,4
17,9
20,3
21,9
25,3
27,2
30,3
23,4
18,7
21,0
12,3
14,9
16,0
18,4
20,2
23,9
24,8
26,7
25,7
20,7 20,6
3-13 14-19 20-24 25-34 35-44 45-54 55-59 60-64 65-74 75 e più Totale
maschi 2005 maschi 2013 femmine 2005 femmine 2013
Proporzione standardizzata di persone di 3 anni e più che consumano
quotidianamente almeno 4 porzioni di frutta e/o verdura per sesso e
regione - Anno 2013 (valori percentuali)
Francesca Vannoni - Torino, 27 ottobre 2015
Fonte: Istat, Indagine Aspetti della vita quotidiana
24,7
22,1
20,6
18,4
17,8
16,9 16,5
16,0 15,9 15,9 15,7 15,5
14,9
14,3 14,3
13,8
13,2 13,0
12,4 12,3 12,0
10,9 10,6 10,2 9,9
6,9
0
5
10
15
20
25
30
27,5
25,4
24,1 24,1
23,0 22,6 22,2 22,2 22,0 21,7 21,4 20,9 20,9 20,4 20,2 20,0
18,6 18,5
17,6
16,9
15,6
14,4
13,1 13,1 12,7
10,0
0
5
10
15
20
25
30
Francesca Vannoni - Torino, 27 ottobre 2015
Proporzione di bambini di 3-13 anni che consumano quotidianamente almeno 4 porzioni di frutta e/o
verdura per titolo di studio della madre. Anno 2013. Per 100 bambini di 3-13 anni con le stesse
caratteristiche
Francesca Vannoni - Torino, 27 ottobre 2015
Figura ripresa dal Rapporto Bes 2014
Per l’Oms l’inattività fisica è il quarto fattore di rischio principale per la mortalità globale (dopo
pressione alta, consumo di tabacco ed elevato livello di glucosio nel sangue).
Ogni anno muoiono nel mondo circa 3,2 milioni di persone perché non abbastanza attive
fisicamente.
Uno stile di vita sedentario, oltre a incidere negativamente sul benessere psico-emotivo e
aumentare il rischio di depressione, accresce la probabilità di avere problemi di ipertensione,
diabete di tipo 2, malattie cardiovascolari, cerebrovascolari, osteoarticolari e traumi da
caduta, soprattutto negli anziani, e alcuni tipo di cancro, fra cui tumore del colon retto e della
mammella.
Lo svolgimento di attività fisica nell’infanzia e nell’adolescenza, oltre a esercitare un ruolo
positivo per lo sviluppo psico-fisico e per l’apprendimento, è benefico per la prevenzione e il
trattamento di una varietà di problemi di salute giovanile, inclusa l’asma, la salute mentale e la
salute delle ossa.
Inoltre da questi primi anni deriva anche il livello di attitudine a svolgere attività fisica in età
adulta, con conseguenti ripercussioni sugli esiti di salute nelle fasi successive del ciclo di vita.
L’Oms raccomanda che i bambini svolgano almeno 60 minuti al giorno di attività fisica moderata
o intensa, indicazione spesso non rispettata.
Francesca Vannoni - Torino, 27 ottobre 2015
Fattori di rischio per la salute: l’inattività fisica
Francesca Vannoni - Torino, 27 ottobre 2015
18,0
23,1
30,0
34,8
39,3
41,2
38,8
42,5
62,8
37,3
29,4
32,6
39,7
41,6 41,3
43,6 44,6
55,7
78,6
47,3
0
10
20
30
40
50
60
70
80
90
14-19 20-24 25-34 35-44 45-54 55-59 60-64 65-74 75 e più Totale
MASCHI 2005 MASCHI 2013 FEMMINE 2005 FEMMINE 2013
Persone di 14 anni e più che non praticano alcuna attività fisica per sesso e
classe di età – Anni 2005 e 2013 (valori percentuali)
Francesca Vannoni - Torino, 27 ottobre 2015
0
10
20
30
40
50
60
Proporzione standardizzata di persone di 14 anni e più che non praticano alcuna
attività fisica per sesso, regione e ripartizione geografica – Anno 2013 (valori
percentuali)
0
10
20
30
40
50
60
70
80
Uomini
Donne
Francesca Vannoni - Torino, 27 ottobre 2015
Fonte: Istat, Indagine sulle condizioni di salute e ricorso ai servizi sanitari 2013
Persone di 25 anni e più che praticano attività fisica raccomandata dall’OMS
per classi di età e titolo di studio– Anno 2013. Per 100 persone
L’Oms ha stimato che, nel 2012, l’uso dannoso di alcol abbia provocato, a livello mondiale, la morte di 3,3
milioni di persone e che i decessi siano alcol-correlati nel 5,9% dei casi (7,6% per gli uomini e 4,0% per
le donne).
Il maggior numero di queste morti è dovuto a malattie cardiovascolari, seguite dagli incidenti, dalle malattie
gastrointestinali (principalmente la cirrosi del fegato) e dai tumori.
Il consumo di alcolici accresce il rischio di sviluppare oltre 200 patologie e rende le persone maggiormente
suscettibili alle malattie infettive, come, per esempio, la tubercolosi e la polmonite.
Il consumo eccessivo di alcol è pericoloso anche per le altre persone (accrescimento del rischio di
malformazioni alla nascita e di danni intellettivi come conseguenza dell’esposizione del feto all’alcol, le
vittime di incidenti stradali provocati da conducenti in stato di ebbrezza, le aggressioni e la violenza contro
terzi).
L’alcol costituisce il principale fattore di rischio della mortalità prematura in Europa ed è considerato
responsabile di 1 morte su 7, tra gli uomini, e di 1 morte su 13, tra le donne, nella fascia di età 15-64 anni,
producendo un totale di circa 120 mila morti premature in Europa.
Più sono giovani i gruppi di età, più è elevata la mortalità attribuibile all’alcol. Infatti l’alcol è stato
considerato come la più importante causa di morte nei giovani adulti.
Secondo l’Oms, l’Unione europea è la regione con la più elevata proporzione di consumatori di bevande
alcoliche e con una quantità di alcol pro capite (12,45 litri di puro alcol all’anno) doppia rispetto alla media
mondiale.
Fattori di rischio per la salute: sovraconsumo di alcol
Francesca Vannoni - Torino, 27 ottobre 2015
Francesca Vannoni - Torino, 27 ottobre 2015
* oltre i 16 litri all’anno
di consumo pro capite medio di alcol
** 8 litri all’anno di consumo pro capite
medio di alcol, comunque al di sopra
rispetto alla media mondiale
*
**
+7,3%
WHO Regional Office for Europe, 2013 Status report on alcohol and health in 35 European Countries 2013.
Francesca Vannoni - Torino, 27 ottobre 2015
0
5
10
15
20
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35
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45
14-19 20-24 25-34 35-44 45-54 55-59 60-64 65-74 75 e più Totale
MASCHI 2013 FEMMINE 2013
Persone di 14 anni e più che presentano almeno in comportamento a rischio nel
consumo di alcol per sesso e classe di età – Anno 2013 (valori percentuali)
Fonte: Istat Indagine Aspetti della vita quotidiana
Tra i bevitori non moderati il tipo prevalente di comportamento a rischio riguarda:
 tra gli anziani, un consumo giornaliero non moderato, soprattutto di vino durante il pasto
 tra i più giovani, gli episodi di ubriacatura concentrati in singole occasioni.
Francesca Vannoni - Torino, 27 ottobre 2015
In generale, a livello nazionale, la quota di consumatori di alcol a rischio è passata
dal 17,4% del 2007 al 13,8% del 2013, sebbene la diminuzione non sia stata
costante, ma sia stata interrotta nei primi anni della crisi economica, tra il 2008 e
il 2010, per poi riprendere nel 2011 in quasi tutte le regioni.
Istat, 2014. L’uso e l’abuso di alcol in Italia. Anni 2012 e 2013. Roma: Statistiche report, 9 aprile 2014.
Grazie dell’attenzione e…per rimanere in tema
niente pausa sigaretta
ma, alla fine, tutti a farsi una corsetta!
Francesca Vannoni - Torino, 27 ottobre 2015

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Una visione d’insieme a livello nazionale su determinanti sociali e differenze territoriali attraverso l’analisi integrata delle fonti della statistica ufficiale - Francesca Vannoni

  • 1. Presentazione dell’e-book Le dimensioni della salute in Italia Una visione d’insieme a livello nazionale su determinanti sociali e differenze territoriali attraverso l’analisi integrata delle fonti della statistica ufficiale Francesca Vannoni Torino, 27 ottobre 2015
  • 2. Francesca Vannoni - Torino, 27 ottobre 2015 E-book scaricabile gratuitamente
  • 3.  Concetto multidimensionale di salute, a partire dalla definizione dell’Organizzazione mondiale della sanità come «benessere fisico, mentale e sociale».  Negli ultimi decenni in Europa miglioramenti apprezzabili nello stato di salute della popolazione hanno determinato l’aumento del benessere.  Progressi disomogenei per modalità di raggiungimento e distribuzione: persistono ampie disuguaglianze nello stato di salute, geografiche e sociali, sia tra i diversi Stati membri dell’Unione Europea che al loro interno.  Le disuguaglianze sociali di salute sono in continuo aumento anche nei paesi più ricchi e la crisi economica le ha ulteriormente inasprite a partire dal 2008. Considerazioni preliminari (1/2) Francesca Vannoni - Torino, 27 ottobre 2015
  • 4.  Maggiore equità nella salute = un obiettivo strategico di Health 2020 condiviso dai 53 Stati membri della regione europea dell’Oms, quadro di riferimento delle politiche europee per la salute e il benessere.  Dati aggiornati sono indispensabili per la programmazione di politiche mirate al miglioramento dello stato di salute della popolazione. Considerazioni preliminari (2/2) Francesca Vannoni - Torino, 27 ottobre 2015
  • 5. Struttura del volume PARTE PRIMA • Capitolo1 La geografia dei determinanti sociali della salute in Italia: caratteristiche demografiche e condizioni socio-economiche della popolazione. • Capitolo 2 Stili di vita • Capitolo 3 Le condizioni di salute della popolazione • Capitolo 4 Risorse e attività del sistema sanitario • PARTE SECONDA • Otto capitoli con approfondimenti regionali Francesca Vannoni - Torino, 27 ottobre 2015
  • 6. I determinanti di salute Francesca Vannoni - Torino, 27 ottobre 2015 I determinanti distali di salute esaminati nel 1° capitolo: • istruzione e formazione • accesso al mercato del lavoro • situazione economica delle famiglie I determinanti prossimali di salute esaminati nel 2° capitolo sono quei determinanti non sanitari che costituiscono i principali fattori di rischio prevenibili
  • 7. Persone di 25 anni e più che hanno dichiarato di stare “Male/Molto male”, con almeno una malattia cronica grave, con tre o più croniche, con limitazioni funzionali, per livello di istruzione - Anni 2005 e 2013 (tassi standardizzati per 100 persone) Francesca Vannoni - Torino, 27 ottobre 2015 0 10 20 30 40 50 2005 2013 2005 2013 2005 2013 2005 2013 Male/Molto male Cronici gravi Multicronici Con limitazioni Laurea/diploma Licenza media Licenza elementare Indice di stato fisico, di stato psicologico e di salute mentale delle persone di 25 anni e più, per livello di istruzione - Anni 2005 e 2013 (tassi standardizzati per 100 persone e punteggi medi) 0 20 40 60 80 2005 2013 2005 2013 2005 2013 Stato fisico Stato psicologico Salute mentale Laurea/diploma Licenza media Licenza elementare Totale Le disuguaglianze sociali di salute
  • 8. Le condizioni di salute della popolazione Francesca Vannoni - Torino, 27 ottobre 2015 Persone di 14 anni e più che hanno dichiarato di stare “Male o molto male” per regione - Anni 2005 e 2013 (tassi standardizzati per 100 persone) 0 2 4 6 8 10 12 Sardegna Sicilia Calabria Basilicata Puglia Campania Molise Abruzzo Lazio Marche Umbria Toscana Emilia-Romagna Friuli-Venezia Giulia Veneto Trento Bolzano/Bozen Trentino-Alto Adige/Südtirol Lombardia Liguria Valle d'Aosta/Vallée d'Aoste Piemonte ITALIA 2005 2013
  • 9. Francesca Vannoni - Torino, 27 ottobre 2015 Almeno una malattia cronica grave Tre o più malattie croniche Persone di 65 anni e più con almeno una malattia cronica grave e con tre o più malattie croniche per ripartizione geografica - Anni 2005 e 2013 (tassi standardizzati per 100 persone) 0 10 20 30 40 50 60 Isole Sud Centro Nord-est Nord-ovest ITALIA 2005 2013 0 5 10 15 20 25 30 35 40 45 50 Isole Sud Centro Nord-est Nord-ovest ITALIA 2005 2013
  • 10. Speranza di vita alla nascita distinta in anni vissuti in buona e non buona salute per sesso e ripartizione geografica - Anno 2012 (numero di anni) Francesca Vannoni - Torino, 27 ottobre 2015 60,9 60,5 57,5 59,8 19,0 19,2 21,5 19,8 0 10 20 30 40 50 60 70 80 90 Buona salute Non buona salute 58,4 58,6 54,9 57,3 26,4 25,8 28,8 27,1 0 10 20 30 40 50 60 70 80 90 Buona salute Non buona salute Speranza di vita alla nascita in anni vissuti in buona salute per sesso e ripartizione geografica – Anni 2009-2012 (numero di anni) Maschi Femmine 55 56 57 58 59 60 61 2009 2010 2011 2012 Nord Centro Mezzogiorno Italia 53 54 55 56 57 58 59 2009 2010 2011 2012
  • 11. Speranza di vita alla nascita per sesso (in anni) nei Paesi Ue 27. Anno 2012 1° 2°3° 1°2° 3° L’Italia presenta condizioni di salute in miglioramento e livelli di speranza di vita tra i più elevati a livello internazionale (79,6 anni per gli uomini e 84,4 per le donne). Francesca Vannoni – Torino, 27 ottobre 2015 Figura ripresa dal Rapporto Bes 2014
  • 12.  Principale causa prevenibile di morte e di malattia  In Italia dalle 70 mila alle 83 mila morti l’anno attribuibili al fumo  L’aspettativa di vita dei fumatori si accorcia di circa 10 anni  Danni alla salute durante l’intero corso della vita aumentando i rischi  di mortalità alla nascita, di malformazioni congenite e di sindrome di morte improvvisa nei bambini delle mamme fumatrici  di malattie respiratorie nell’infanzia e nell’adolescenza  nella popolazione adulta insorgenza di patologie cronico- degenerative, soprattutto a carico dell’apparato respiratorio e cardio-vascolare.  Rischi anche per i non fumatori esposti al fumo passivo (a causa del quale si valuta che muoiano ogni anno oltre 600 mila persone nel mondo). Fattori di rischio per la salute: l’esposizione al fumo di tabacco Francesca Vannoni - Torino, 27 ottobre 2015
  • 13. 31,9 29,0 26,5 26,2 24,6 23,9 23,8 23,3 23,2 22,1 21,9 20,8 20,5 20,0 19,6 19,5 18,9 18,6 17,8 17,0 13,1 0 10 20 30 40 Fumatori giornalieri di 15 anni e più nei paesi Ue – Anno 2011 (a) (per 100 persone con le stesse caratteristiche) Fonte: Oecd, Health Data Francesca Vannoni - Torino, 27 ottobre 2015
  • 14. 22,2 22,9 22,4 22,5 23,4 23,3 22,7 22,3 21,3 2005 2006 2007 2008 2009 2010 2011 2012 2013 Proporzione standardizzata di persone di 14 anni o più che dichiarano di fumare attualmente – Anni 2005-2013 (valori percentuali) Francesca Vannoni - Torino, 27 ottobre 2015 Fonte: Istat, Indagine Aspetti della vita quotidiana Trend temporale dell’abitudine al fumo in Italia Graduale diminuzione del consumo di tabacco già da alcuni decenni (31% di fumatori nel 1983). Durante gli anni della crisi economica, sostanziale stabilità dell’abitudine al fumo, effetto, da un lato, della diminuzione dei consumi correlata con l’aumento del costo e, dall’altro lato, della maggiore tendenza a fumare come comportamento adattativo ai fattori stressanti.
  • 15. 24 35 30,2 27 16,9 8,4 26,8 13,6 20,1 21,3 18,1 10,5 3,5 15,7 0 10 20 30 40 14-24 25-44 45-54 55-64 65-74 75 e più Totale MASCHI 2005 MASCHI 2013 FEMMINE 2005 FEMMINE 2013 Francesca Vannoni - Torino, 27 ottobre 2015 Fumatori di 14 anni e più in Italia per sesso e classe di età – Anni 2005 e 2013 (per 100 persone con le stesse caratteristiche) Fonte Istat, Indagine sulle condizioni di salute e ricorso ai servizi sanitari 2013
  • 16. Francesca Vannoni - Torino, 27 ottobre 2015 Proporzione standardizzata di persone di 14 anni o più che dichiarano di fumare attualmente per sesso, regione e ripartizione geografica – Anno 2013 (valori percentuali) Fonte Istat, Indagine sulle condizioni di salute e ricorso ai servizi sanitari 2013 30,8 29,7 28,8 28,6 28,5 28,4 27,7 27,2 27,1 26,8 26,7 26,6 26,5 26,0 25,9 25,2 25,1 24,8 24,4 24,1 23,2 23,0 22,5 21,8 21,7 19,5 0 5 10 15 20 25 30 35 Campania Sicilia Toscana Mezzogiorno Umbria Basilicata Puglia Lazio Centro Sardegna Emilia-Romagna Italia Piemonte Abruzzo Calabria Lombardia Molise Nord Liguria Bolzano/Bozen Valle… Marche Veneto Trentino-Alto… Friuli-Venezia Giulia Trento 20,9 20,0 19,6 18,8 18,0 17,8 17,1 17,0 16,6 16,6 16,5 16,4 16,4 16,3 16,1 16,0 15,9 15,4 14,6 14,4 14,3 13,8 13,3 11,5 11,0 10,9 0 5 10 15 20 25 Lazio Umbria Centro Toscana Abruzzo Liguria Emilia-Romagna Friuli-Venezia Giulia Lombardia Marche Nord Piemonte Italia Sardegna Veneto Sicilia Bolzano/Bozen Campania Trentino-Alto Adige/Südtirol Molise Mezzogiorno Valle d'Aosta/Vallée d'Aoste Trento Calabria Basilicata Puglia UOMINI DONNE
  • 17. Francesca Vannoni - Torino, 27 ottobre 2015 Persone di 25 anni e più che dichiarano di fumare attualmente per sesso, classi di età e livello di istruzione - Anno 2013 (per 100 persone di 25 anni e più con le stesse caratteristiche) Figura ripresa dal Rapporto Bes 2014
  • 18. Francesca Vannoni - Torino, 27 ottobre 2015 Persone di 25 anni e più per abitudine al fumo, titolo di studio e classe di età. Anni 2005 e 2013 (per 100 persone) 19,1 17,1 25,3 26,5 33,7 36,2 24,3 18,0 25,5 22,4 24,2 27,0 13,9 13,1 13,3 14,4 8,3 8,3 20,3 16,9 24,3 23,5 21,2 21,1 15,3 15,7 18,1 18,6 17,3 18,1 30,0 26,4 31,4 29,0 25,7 26,9 39,1 39,1 38,1 42,5 28,7 29,5 22,4 21,9 24,0 25,4 24,4 26,1 65,6 67,2 56,6 54,9 49,0 45,6 45,7 55,6 43,1 48,6 50,0 46,1 47,0 47,8 48,6 43,1 63,1 62,2 57,3 61,2 51,7 51,1 54,5 52,8 0% 20% 40% 60% 80% 100% 2005 2013 2005 2013 2005 2013 2005 2013 2005 2013 2005 2013 2005 2013 2005 2013 2005 2013 2005 2013 2005 2013 2005 2013 Alto Medio Basso Alto Medio Basso Alto Medio Basso Alto Medio Basso 25-44 45-64 65 e più TOTALE Fumatore Ex-fumatore Non fumatore
  • 19. L’epidemia del fumo di sigarette Francesca Vannoni - Torino, 27 ottobre 2015 Il consumo di tabacco e gli effetti sulla mortalità si diffondono come un’epidemia che si sviluppa in quattro stadi, caratterizzati da velocità di transizione differenziate tra gli uomini e le donne e le persone di diversa posizione sociale. 1994. Tobacco Control. 3: 242-247
  • 20.  Fattore di rischio per malattie cardiovascolari, ictus, diabete, alcune forme di tumore, malattie muscolo-scheletriche, malattie del fegato o colicisti, ipertensione, colesterolo alto, problemi respiratori, complicanze chirurgiche e in gravidanza.  Costi per l’assistenza sanitaria, ma anche impatto negativo sulla qualità della vita e sul benessere delle persone  Influisce negativamente sulla posizione socio-economica delle persone, amplificando le disuguaglianze sociali di salute.  Particolarmente critico risulta l’eccesso di peso tra i minori:  fattore di rischio per problemi all’apparato respiratorio, osteoarticolare, digerente e cardiocircolatorio, mobilità ridotta e disturbi di carattere psicologico  obesità infantile è spesso predittrice di problemi di peso in età adulta L’obesità rappresenta uno dei maggiori problemi di sanità pubblica Francesca Vannoni - Torino, 27 ottobre 2015
  • 21. Francesca Vannoni - Torino, 27 ottobre 2015 Persone di 15 anni e più obese. Anni 2000, 2005 e 2013 (tassi standardizzati per 100 persone) 2000 2005 2013 Fonte Istat, Indagine sulle condizioni di salute e ricorso ai servizi sanitari 2000-2013 L’Oms ha sollecitato politiche e interventi che agiscano su più livelli e che contrastino le disuguaglianze sociali di salute.
  • 22. Francesca Vannoni - Torino, 27 ottobre 2015 Fonte: Istat, Indagine sulle condizioni di salute e ricorso ai servizi sanitari 2005 e 2013 Persone di 18 anni o più in sovrappeso o obese per sesso e classe di età– Anni 2005 e 2013 (valori percentuali) 21,0 37,8 52,7 60,4 69,0 69,7 66,9 66,9 57,7 54,5 12,4 19,5 27 36,5 49,1 55,4 56,7 59,3 48,2 37,5 18-24 25-34 35-44 45-54 55-64 65-69 70-74 75-79 80 e più Totale MASCHI 2005 MASCHI 2013 FEMMINE 2005 FEMMINE 2013
  • 23. Uomini di 18 anni e più in sovrappeso o obesi per regione, ripartizione geografica e sesso. Anno 2013 (tassi standardizzati per 100 persone) Francesca Vannoni - Torino, 27 ottobre 2015 Fonte: Istat, Indagine sulle condizioni di salute e ricorso ai servizi sanitari 2013 64,8 61,6 60,6 59,6 59,1 58,8 58,5 57,8 57,4 55,5 55,1 55,1 54,6 54,6 54,4 54,1 53,1 52,9 52,3 51,7 51,4 50,2 50,1 49,8 49,4 48,5 47,9 46 0 10 20 30 40 50 60 70
  • 24. 10,9 6,8 4,1 7,5 16,6 11,3 8,4 13,6 17,1 11,2 8,9 15,7 15,6 9,1 6 12 0 10 20 30 40 50 60 70 80 bassa media alta totale bassa media alta totale bassa media alta totale bassa media alta totale 25-44 45-64 65 e più totale sottopeso normopeso sovrappeso obeso Persone di 25 anni e più secondo Indice di Massa Corporea per livello di istruzione(a) e classe di età – Anno 2013 (per 100 persone) Francesca Vannoni - Torino, 27 ottobre 2015 Alta: laurea e diploma; Media: licenza scuola media inferiore; Bassa: licenza elementare, nessun titolo. Fonte Istat, Indagine sulle condizioni di salute e ricorso ai servizi sanitari 2013.
  • 25. 10,9 6,8 4,1 7,5 16,6 11,3 8,4 13,6 17,1 11,2 8,9 15,7 15,6 9,1 6 12 0 10 20 30 40 50 60 70 80 bassa media alta totale bassa media alta totale bassa media alta totale bassa media alta totale 25-44 45-64 65 e più totale sottopeso normopeso sovrappeso obeso Si stima che in Europa:  il 26% dell’obesità negli uomini e il 50% dell’obesità nelle donne sia attribuibile alle disuguaglianze nel livello di istruzione che la maggior parte delle mortalità prematura e della perdita di anni di vita in salute, osservata nei gruppi socio- economicamente svantaggiati, possa essere imputata alle malattie associate all’obesità ed è stato osservato che i paesi con maggiori disuguaglianze di reddito hanno anche livelli di obesità maggiori, soprattutto tra i bambini. Persone di 25 anni e più secondo Indice di Massa Corporea per livello di istruzione(a) e classe di età – Anno 2013 (per 100 persone) Francesca Vannoni - Torino, 27 ottobre 2015 Alta: laurea e diploma; Media: licenza scuola media inferiore; Bassa: licenza elementare, nessun titolo. Fonte Istat, Indagine sulle condizioni di salute e ricorso ai servizi sanitari 2013.
  • 26. Fattori di rischio per la salute: scorrette abitudini alimentari Francesca Vannoni - Torino, 27 ottobre 2015 Secondo l’Oms, circa un terzo delle malattie cardiovascolari e dei tumori sono evitabili grazie a una equilibrata e sana alimentazione. Una dieta senza un eccessivo consumo di grassi, zuccheri e sale ma ricca di fibre, vitamine e minerali contribuisce, infatti, alla prevenzione di numerose malattie croniche, incluse quelle cardiovascolari, l’ipertensione, il diabete di tipo due, l’ictus, alcuni tumori, disturbi muscolo-scheletrici e alcune condizioni di cattiva salute mentale. Frutta e verdura contengono fibre, vitamine, minerali e antiossidanti: contribuiscono a regolare l’assorbimento del colesterolo, il corretto funzionamento dei meccanismi fisiologici e a contrastare i processi tumorali. Il consumo quotidiano di almeno cinque porzioni di frutta e verdura aiuta a prevenire sovrappeso e obesità e riduce il rischio di malattie cardiovascolari, del diabete e di altre malattie del metabolismo. Un inadeguato consumo di frutta e verdura fresca è un fattore che gioca un ruolo nell’aumento di morbosità.
  • 27. Il consumo giornaliero di frutta e verdura nei Paesi Europei
  • 28. Persone di 3 anni e più per consumo quotidiano di frutta e verdura – Anno 2013 (per 100 persone con le stesse caratteristiche) Francesca Vannoni - Torino, 27 ottobre 2015 Fonte: Istat, Indagine Aspetti della vita quotidiana 21,7 16,7 19,1 74,3 77,8 76,1 4 5,5 4,8 maschi femmine totale 5 e più porzioni 2-4 porzioni 1 porzione
  • 29. Persone di 3 anni e più che consumano almeno 4 porzioni di frutta e/o verdura per sesso e classe di età – Anni 2005 e 2013 (valori percentuali) Francesca Vannoni - Torino, 27 ottobre 2015 Fonte: Istat, Indagine Aspetti della vita quotidiana 8,4 12,1 13,4 12,7 14,7 18,6 20,5 22,9 22,3 18,2 15,8 10,2 12,3 11,5 12,9 13,7 16,0 18,3 21,6 23,2 23,0 15,9 9,1 16,4 17,9 20,3 21,9 25,3 27,2 30,3 23,4 18,7 21,0 12,3 14,9 16,0 18,4 20,2 23,9 24,8 26,7 25,7 20,7 20,6 3-13 14-19 20-24 25-34 35-44 45-54 55-59 60-64 65-74 75 e più Totale maschi 2005 maschi 2013 femmine 2005 femmine 2013
  • 30. Proporzione standardizzata di persone di 3 anni e più che consumano quotidianamente almeno 4 porzioni di frutta e/o verdura per sesso e regione - Anno 2013 (valori percentuali) Francesca Vannoni - Torino, 27 ottobre 2015 Fonte: Istat, Indagine Aspetti della vita quotidiana 24,7 22,1 20,6 18,4 17,8 16,9 16,5 16,0 15,9 15,9 15,7 15,5 14,9 14,3 14,3 13,8 13,2 13,0 12,4 12,3 12,0 10,9 10,6 10,2 9,9 6,9 0 5 10 15 20 25 30 27,5 25,4 24,1 24,1 23,0 22,6 22,2 22,2 22,0 21,7 21,4 20,9 20,9 20,4 20,2 20,0 18,6 18,5 17,6 16,9 15,6 14,4 13,1 13,1 12,7 10,0 0 5 10 15 20 25 30
  • 31. Francesca Vannoni - Torino, 27 ottobre 2015
  • 32. Proporzione di bambini di 3-13 anni che consumano quotidianamente almeno 4 porzioni di frutta e/o verdura per titolo di studio della madre. Anno 2013. Per 100 bambini di 3-13 anni con le stesse caratteristiche Francesca Vannoni - Torino, 27 ottobre 2015 Figura ripresa dal Rapporto Bes 2014
  • 33. Per l’Oms l’inattività fisica è il quarto fattore di rischio principale per la mortalità globale (dopo pressione alta, consumo di tabacco ed elevato livello di glucosio nel sangue). Ogni anno muoiono nel mondo circa 3,2 milioni di persone perché non abbastanza attive fisicamente. Uno stile di vita sedentario, oltre a incidere negativamente sul benessere psico-emotivo e aumentare il rischio di depressione, accresce la probabilità di avere problemi di ipertensione, diabete di tipo 2, malattie cardiovascolari, cerebrovascolari, osteoarticolari e traumi da caduta, soprattutto negli anziani, e alcuni tipo di cancro, fra cui tumore del colon retto e della mammella. Lo svolgimento di attività fisica nell’infanzia e nell’adolescenza, oltre a esercitare un ruolo positivo per lo sviluppo psico-fisico e per l’apprendimento, è benefico per la prevenzione e il trattamento di una varietà di problemi di salute giovanile, inclusa l’asma, la salute mentale e la salute delle ossa. Inoltre da questi primi anni deriva anche il livello di attitudine a svolgere attività fisica in età adulta, con conseguenti ripercussioni sugli esiti di salute nelle fasi successive del ciclo di vita. L’Oms raccomanda che i bambini svolgano almeno 60 minuti al giorno di attività fisica moderata o intensa, indicazione spesso non rispettata. Francesca Vannoni - Torino, 27 ottobre 2015 Fattori di rischio per la salute: l’inattività fisica
  • 34. Francesca Vannoni - Torino, 27 ottobre 2015 18,0 23,1 30,0 34,8 39,3 41,2 38,8 42,5 62,8 37,3 29,4 32,6 39,7 41,6 41,3 43,6 44,6 55,7 78,6 47,3 0 10 20 30 40 50 60 70 80 90 14-19 20-24 25-34 35-44 45-54 55-59 60-64 65-74 75 e più Totale MASCHI 2005 MASCHI 2013 FEMMINE 2005 FEMMINE 2013 Persone di 14 anni e più che non praticano alcuna attività fisica per sesso e classe di età – Anni 2005 e 2013 (valori percentuali)
  • 35. Francesca Vannoni - Torino, 27 ottobre 2015 0 10 20 30 40 50 60 Proporzione standardizzata di persone di 14 anni e più che non praticano alcuna attività fisica per sesso, regione e ripartizione geografica – Anno 2013 (valori percentuali) 0 10 20 30 40 50 60 70 80 Uomini Donne
  • 36. Francesca Vannoni - Torino, 27 ottobre 2015 Fonte: Istat, Indagine sulle condizioni di salute e ricorso ai servizi sanitari 2013 Persone di 25 anni e più che praticano attività fisica raccomandata dall’OMS per classi di età e titolo di studio– Anno 2013. Per 100 persone
  • 37. L’Oms ha stimato che, nel 2012, l’uso dannoso di alcol abbia provocato, a livello mondiale, la morte di 3,3 milioni di persone e che i decessi siano alcol-correlati nel 5,9% dei casi (7,6% per gli uomini e 4,0% per le donne). Il maggior numero di queste morti è dovuto a malattie cardiovascolari, seguite dagli incidenti, dalle malattie gastrointestinali (principalmente la cirrosi del fegato) e dai tumori. Il consumo di alcolici accresce il rischio di sviluppare oltre 200 patologie e rende le persone maggiormente suscettibili alle malattie infettive, come, per esempio, la tubercolosi e la polmonite. Il consumo eccessivo di alcol è pericoloso anche per le altre persone (accrescimento del rischio di malformazioni alla nascita e di danni intellettivi come conseguenza dell’esposizione del feto all’alcol, le vittime di incidenti stradali provocati da conducenti in stato di ebbrezza, le aggressioni e la violenza contro terzi). L’alcol costituisce il principale fattore di rischio della mortalità prematura in Europa ed è considerato responsabile di 1 morte su 7, tra gli uomini, e di 1 morte su 13, tra le donne, nella fascia di età 15-64 anni, producendo un totale di circa 120 mila morti premature in Europa. Più sono giovani i gruppi di età, più è elevata la mortalità attribuibile all’alcol. Infatti l’alcol è stato considerato come la più importante causa di morte nei giovani adulti. Secondo l’Oms, l’Unione europea è la regione con la più elevata proporzione di consumatori di bevande alcoliche e con una quantità di alcol pro capite (12,45 litri di puro alcol all’anno) doppia rispetto alla media mondiale. Fattori di rischio per la salute: sovraconsumo di alcol Francesca Vannoni - Torino, 27 ottobre 2015
  • 38. Francesca Vannoni - Torino, 27 ottobre 2015 * oltre i 16 litri all’anno di consumo pro capite medio di alcol ** 8 litri all’anno di consumo pro capite medio di alcol, comunque al di sopra rispetto alla media mondiale * ** +7,3% WHO Regional Office for Europe, 2013 Status report on alcohol and health in 35 European Countries 2013.
  • 39. Francesca Vannoni - Torino, 27 ottobre 2015 0 5 10 15 20 25 30 35 40 45 14-19 20-24 25-34 35-44 45-54 55-59 60-64 65-74 75 e più Totale MASCHI 2013 FEMMINE 2013 Persone di 14 anni e più che presentano almeno in comportamento a rischio nel consumo di alcol per sesso e classe di età – Anno 2013 (valori percentuali) Fonte: Istat Indagine Aspetti della vita quotidiana Tra i bevitori non moderati il tipo prevalente di comportamento a rischio riguarda:  tra gli anziani, un consumo giornaliero non moderato, soprattutto di vino durante il pasto  tra i più giovani, gli episodi di ubriacatura concentrati in singole occasioni.
  • 40. Francesca Vannoni - Torino, 27 ottobre 2015 In generale, a livello nazionale, la quota di consumatori di alcol a rischio è passata dal 17,4% del 2007 al 13,8% del 2013, sebbene la diminuzione non sia stata costante, ma sia stata interrotta nei primi anni della crisi economica, tra il 2008 e il 2010, per poi riprendere nel 2011 in quasi tutte le regioni. Istat, 2014. L’uso e l’abuso di alcol in Italia. Anni 2012 e 2013. Roma: Statistiche report, 9 aprile 2014.
  • 41. Grazie dell’attenzione e…per rimanere in tema niente pausa sigaretta ma, alla fine, tutti a farsi una corsetta! Francesca Vannoni - Torino, 27 ottobre 2015