Galassie, sfera celeste, costellazioni, luce, spettroscopia e leggi del corpo...Roberto Gregoratti
Powerpoint su sfera celeste sistema solare, galassie, costellazioni, luce, spettri, coordinate astronomiche, spettroscopia, spettri e leggi del corpo nero
Galassie, sfera celeste, costellazioni, luce, spettroscopia e leggi del corpo...Roberto Gregoratti
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La cronaca e il quotidiano - Proposta didattica per la scuola primaria (www.m...ziobio
Un percorso completo sulla cronaca e le caratteristiche del quotidiano. Include anche proposte e attività per lo sviluppo delle competenze. Scaricalo gratis https://www.facebook.com/groups/schededidattiche/
Dalla lettera ai social network. Tanti modi per comunicare scuola primaria s...ziobio
Un percorso di 19 pagine sulla comunicazione con giochi ed esercizi.
La lettera formale e la lettera confidenziale: stili a confronto.
L'email
Gli S.M.S. e Whatsapp (Il cyberbullismo)
Facebook e i Social Network
I pericoli di Facebook e il cyberbullismo.
Scaricabile gratuitamente sul gruppo Facebook di giochiecolori
https://www.facebook.com/groups/schededidattiche/?fref=ts
Dal 15 marzo in poi sul sito: www.giochiecolori.it
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I celenterati, o cnidari, rappresentano un phylum marino poco evoluto dal punto di vista della complessità morfologica. Le specie presenti risultano essere prive di scheletro con una locomozione perlopiù passiva dettata dalle correnti marine. Una caratteristica peculiare dei celenterati è data dalla differente morfologia che varia in base alla fase della loro vita; la forma, difatti, varia in base al ciclo vitale e riproduttivo che è di tipo metagenico.
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2. 1800000 specie classificate, ma ne esistono molte di più
Presentano le seguenti “novità” rispetto alle piante:
• MUSCOLI: sono in grado di contrarsi
• NERVI: inviano e elaborano segnali
• Cavità interna DIGERENTE (spesso), con una o due aperture
• Cellule circondate da una matrice extracellulare di
COLLÀGENE e GLICOPROTEINE, elastica o mineralizzata
(ossa, conchiglie, spicole…)
• Compare la SIMMETRIA BILATERALE (≠ raggiata)
• In base alla presenza o meno di ossa vengono
tradizionalmente suddivisi in due gruppi:
INVERTEBRATI VERTEBRATI
3. INVERTEBRA TI
Il termine “invertebrati” fu coniato da Lamarck.
Indica tutti gli animali senza colonna vertebrale.
Questo gruppo comprende forse il 90% delle specie viventi
suddivise in oltre 34 PHYLA tra cui:
1. PORIFERI
2. CNIDÀRI
3. VERMI
4. ANELLIDI
5. MOLLUSCHI
6. ARTROPODI
7. ECHINODERMI
4. PORIFERI o SPUGNE
Sono organismi acquatici molto antichi (570 milioni di anni fa!)
Vivono in ambienti acquatici fissati sul fondale (SESSILI)
Hanno un corpo a forma di sacco (spongocele) costituito da due
strati di cellule: uno esterno di rivestimento e uno interno con
cellule flagellate (coanociti) separati da una gelatina in cui
possono trovarsi spicole (calcaree o silicee) o fibre proteiche per
sostenere e dare forma (ENDOSCHELETRO).
Il movimento dei flagelli richiama acqua
dall’esterno che passa attraverso gli osti o pori (da
cui il nome “poriferi”) e viene espulsa attraverso
l’osculo (si nutrono per FILTRAZIONE).
La riproduzione è asessuata (GEMMAZIONE) o
sessuata (ERMAFRODITISMO).
5. CNIDARI
Sono dotati di cellule urticanti (cnidociti o
cnidoblasti) e alternano due fasi di vita: i
POLIPI (sessili che si riproducono
asessualmente per strobilazione) e le
MEDUSE (planctoniche e sessuate).
7. I coralli sono scheletri di polipi in cui è assente la fase
“medusa” (anto-zoi = fiori-animali).
Comprendono forme solitarie (ANEMONI DI MARE o
ATTINIE) e coloniali (CORALLI, GORGONIE, MADREPORE).
Sono costituiti da materiale corneo (talvolta calcareo
BARRIERE CORALLINE) di diverse forme e colori.
CORALLI ( = A N T O Z O I )
8. CORALLO ROSSO (Corallium rubrum)
Può essere anche bianco o rosa.
I polipi sono numerosi, bianchi,
con 8 tentacoli pennati.
Fino a 30-40 cm di altezza.
Tra i 20 e i 200 m di profondità.
Da tempi immemorabili viene
pescato e commercializzato
principalmente per la
creazione di gioielli ed opere
d'arte.
10. MADREPORA A CUSCINO o CESPUGLIO DI MARE
(Cladocora
caespitosa)
Madrepora coloniale con scheletro calcareo e polipi che, in buone condizioni di
illuminazione, possono essere verde vivo grazie allo sviluppo di ZOOXANTELLE.
Può raggiungere i 50 cm di diametro e formare talvolta vere e proprie scogliere.
11. POMODORO DI MARE (Actinia equina)
Quando rimane in secca si chiude su se stessa espellendo l’acqua e ritraendo i
tentacoli, così da assomigliare ad un pomodoro!
Frequentement
e attaccata ai
moli dei porti.
12. CERIANTO (Cerianthus membranaceus)
Solitario con corpo che sporge da un tubo membranoso infossato nel fondale (1-
35metri di profondità).
La corona degli oltre 100 tentacoli può raggiungere un diametro di 40 cm.
13. Sono costituite per oltre il 95% da acqua e raggiungono spesso
grandi dimensioni (>40cm). Presentano un elevatissimo numero
di cnidociti che possono avere effetti tossici anche per l’uomo.
Non hanno un habitat ben definito; vivono ovunque le porti la
corrente, per cui si trovano spesso anche sottocosta, in gruppo.
MEDUSE ( = S C I F O Z O I )
CASSIOPEA AURELIA o
M. QUADRIFOGLIO
POLMONE DI MARE
o BOTTE DI MARE
MEDUSA
LUMINOSA
Ecco 4 specie di meduse
molto frequenti nei nostri mari:
14. Viene spesso confusa con una medusa (15 cm circa), nonostante sia una
colonia di 4 diversi tipi di polipi interdipendenti per la sopravvivenza. La parte emersa serve
come “vela” e i suoi sottili tentacoli urticanti contengono più di dieci tipi di veleni di cui ancora
non si conoscono gli antidoti (mediamente lunghi 20 m possono raggiungere anche la lunghezza
di 50 m!); provocano dolori atroci, con paralisi e talvolta arresto cardiaco. Diffusa nei mari
tropicali si può trovare occasionalmente anche nel Mediterraneo dove sempre più spesso entra
passando per lo stretto di Gibilterra a causa forse dell’aumento di temperatura dell’acqua
(“tropicalizzazione” del Mediterraneo) facendosi trovare a Malta e in Sicilia. Una donna è
morta in Sardegna nel 2010.
Da non confondere con la “Barchetta di S. Pietro” (Velella velella), ultimamente frequente nei nostri mari e poco urticante.
CARAVELLA PORTOGHESE (Physalia physalis)
15. Da non confondere con la “Caravella portoghese”,
anche questo animale è ultimamente frequente
nei nostri mari ma per fortuna poco urticante.
BARCHETTA DI SAN PIETRO (Velella velella)
16. “VERMI”
Con questo termine andrebbero indicati gli animali appartenenti ai gruppi dei
PLATELMINTI (vermi piatti) e dei NEMATODI (vermi a filo). Comunemente però
le persone chiamano vermi tutti gli animali di forma allungata, corpo molle e senza
arti; ad esempio i lombrichi (che sono anellidi!) e le larve di alcuni insetti (che sono
artropodi!). N.B. non tutti i vermi “strisciano”…
Esempio di platelminta: la PLANARIA
17. VERMI PARASSITI DELL’UOMO
Tra i PLATELMINTI ricordiamo:
TENIA (VERME SOLITARIO)
SCHISTOSOMA (SCHISTOSOMÌASI);
Tra i NEMATODI ricordiamo:
FILARIA (FILARIÒSI)
VERME DI FUOCO o V. di MEDINA o V. di GUINEA
(DRACUNCULÌASI).
18. VERMI PARASSITI DELL’UOMO
BASTONE
DI ASCLEPIO CADUCEO
Il simbolo dei medici di tutti i tempi,
dai Greci in poi,
è il bastone di Esculapio
(dio greco della medicina).
Recentemente, viene spesso confuso
con il caduceo
che è invece un simbolo alchemico
(rappresenta la bacchetta magica
del dio Mercurio)
che è stato associato ai medici
dopo la sua adozione come simbolo
del corpo di sanità militare degli USA
all’inizio del XX sec.
in quanto compariva nel frontespizio
di molti testi di medicina
(sui quali evidentemente i medici avevano studiato)
stampati dall’editore John Churchill di Londra
che lo aveva adottato semplicemente
come logo per la sua casa editrice!
Ma perché
un serpente
che si arrotola
su un bastone
?
19. VERMI PARASSITI DELL’UOMO
Dracunculus medinensis
È uno dei parassiti noti da più tempo nell’umanità. Si contrae ingerendo
accidentalmente con l’acqua un piccolo crostaceo detto “PULCE D’ACQUA”
infestato da questo parassita, il quale completa il suo sviluppo nel corpo umano
secernendo morfina in modo tale da sopprimere il sistema anticorpale e ridurre il
dolore nell’ospite. La femmina, vivipara, lunga circa un metro e spessa 1mm
contiene milioni di larve! Nonostante i grandi progressi della medicina non esiste
una cura al di fuori di quella praticata già nell’antichità, vale a dire aspettare che
la femmina buchi la pelle e arrotolare l’estremità del verme intorno a un
bastoncino (bastone di Esculapio!) pochi cm al giorno, evitando di spezzarlo.
Tutt’oggi questa malattia nei paesi dell’Africa centrale è la principale causa di
assenza prolungata da scuola dei bambini. L’OMS riporta che per fortuna dal 1986
al 2011 si è avuto un decremento del 99,97% passando dai 3,5 milioni di casi ai soli
1008 casi!!! La malattia rimane ancora endemica nel Chad, Etiopia, Mali e Sudan.
21. ANELLIDI
Presentano una evidente segmentazione di tutto il corpo, che appare suddiviso in
molti anelli pressoché identici (esclusi il sistema circolatorio e riproduttore) con
due paia di appendici (chete) utili alla loro classificazione in:
• POLICHETI (bentonici marini/8000 specie nel Mediterraneo) – Es. Spirografo
• OLIGOCHETI (marini, acque dolci e suolo) – Es. Lombrico
• IRUDINEI (ectoparassiti ematofagi di mammiferi; paludi calde) - Es. Sanguisuga
Hirudo medicinalisLumbricus terrestrisSabella spallanzanii
22. MOLLUSCHI
Il termine si riferisce al corpo muscoloso (“piede”) privo di endoscheletro.
Possono essere dotati di conchiglia (CONCHIFERI) singola (GASTEROPODI) o
doppia (BIVALVI). La conchiglia è fatta da carbonato di calcio (calcite + aragonite).
Oltre 110000 specie
CHIOCCIOLA
MURICE
23. Possono essere privi di conchiglia =
“capo attaccato ai piedi”
POLPO
MOSCARDINO
SEPPIA
“OSSO” DI SEPPIA
CALAMARO
TOTANO
OTTOPODI
DECAPODI
MOLLUSCHI
CEFALOPODI
24. NAUTILO (Nautilus pompilius)
Sono gli unici cefalopodi dotati di conchiglia, vivono nell’Indo-
Pacifico e vengono considerati fossili viventi! In passato,
infatti, esistevano migliaia di specie così (es. AMMONITI)
I setti che delimitano
le camere sono ripieni
di gas, per il
galleggiamento.
L’animale occupa solo
la camera più esterna.
25. CALAMARO GIGANTE (Architeutis sp.)
Un tempo ritenuti animali mitici, comprendono 8 specie
grandissime (fino a 10 m e oltre) che vivono nelle profondità
oceaniche.
26. ARTROPODI
Anatomicamente affini agli anellidi, gli artropodi presentano un numero di specie
sorprendentemente alto, grazie alla varietà e adattabilità della loro struttura.
Caratteristiche peculiari sono:
• ESOSCHELETRO rigido (chitina) che protegge e sostiene il corpo. Privo di cellule
non può crescere col corpo e deve essere periodicamente sostituito dall’animale
in crescita (MUTA). In alcuni punti non è sclerificato per consentire il movimento
degli arti (es. articolazioni delle zampe, da cui il nome “artro”-”podi”);
• corpo suddiviso in segmenti (METAMERI)
• CEFALIZZAZIONE (già presente in alcuni gruppi precedenti) avanzata:
concentrazione nel capo di gangli nervosi e di organi sensoriali.
• TAGMOSI: specializzazione regionale del corpo (segmenti e appendici)
2 milioni di specie conosciute, molte altre in parte sconosciute!
Dimensioni:
da 1mm a 4m!
27. ARTROPODI
Possono essere “didatticamente” suddivisi in:
CROSTACEI
INSETTI
ARACNIDI
Prevalentemente marini con alcune specie di acqua dolce e poche
terrestri. Molti presentano il capo fuso col torace
(CEFALOTORACE) coperto da un CARAPACE rigido (chitina +
carbonato di calcio!)
Sono il più grande raggruppamento animale del mondo! Il nome
deriva dalla loro segmentazione in-setti: CAPO con organi di senso
(antenne, occhi composti, ocelli) e apparato boccale + TORACE con
3 paia di zampe e due paia di ali non sempre sviluppate allo stesso
modo + ADDOME con organi riproduttivi, pungiglione e cerci.
Sono stati i primi colonizzatori delle terre emerse seguiti dagli
insetti. Il corpo è diviso in solo 2 segmenti: CEFALOTORACE con
appendici (cheliceri + pedipalpi + 4 paia di zampe) + ADDOME.
Comprendono i RAGNI e gli SCORPIONI.
29. ARAGOSTA MEDITERRANEA (Palinurus elephas)
Possiede due lunghissime antenne e due corna frontali. La coda
si apre a ventaglio per permettere il nuoto in acque libere, che
avviene a ritroso, come per i gamberi. Raggiunge anche i 50 cm
di lunghezza e i 6 Kg di peso.
30. ASTICE (Homarus gammarus)
È il più grosso crostaceo del Mediterraneo (fino a 60 cm e 5-6
Kg). Ha due grandi chele tozze e asimmetriche; la più piccola
ha il bordo dentellato per tranciare e strappare, l’altra ha
denti robusti per schiacciare. Di colore bluastro scuro
(diventano rosse solo dopo la cottura!)
31. SCAMPO (Nephrops norvegicus)
Molto pescato e apprezzato in cucina per via delle sue carni
pregiate, raggiunge una lunghezza massima di 24 cm.
32. GAMBERETTO MAGGIORE
o GAMBERO ESCA (Palaemon serratus)
Il nome comune “gambero” identifica in realtà varie specie di
crostacei di acqua sia marina che dolce. Il comune gamberetto
è molto abbondante sui fondali ricchi di alghe fino ai 15 metri
di profondità. Raggiunge i 10-12 cm.
Diventa rosso-arancio dopo la cottura!
34. CICALA DI MARE o MAGNOSELLA
o BATTI BATTI (Scyllarus arctus)
Ha una superficie ruvida per la presenza di tubercoli e
numerosi “peli”, le antenne sono a forma di paletta. Fino a 16cm
35. CANOCCHIA o PANNOCCHIA (Squilla mantis)
È essenzialmente un animale notturno e solitario che trascorre
il giorno in gallerie scavate sul fondale.
Viene pescata con le reti a strascico.
In Liguria, Lazio e Sicilia è chiamata anche
“cicala di mare” (da non confondere
con la “vera” cicala di mare!).
36. BERNARDO L’EREMITA (Dardanus arrosor)
Come tutti i PAGURI ha l’addome nudo che viene protetto da
una conchiglia di gasteropode (sulla quale si trovano spesso una
o più anemoni). Man mano che cresce, il paguro cambia la
conchiglia portandosi dietro il suo anemone!
Fino a 8cm
37. GRANCHIO CORRIDORE (Pachygrapsus marmoratus)
Granchio di 4-5 cm facilmente osservabile anche fuori
dall’acqua dove può resistere per alcune ore purché l’ambiente
sia umido. Solitario e timido, si rifugia rapidamente tra le
rocce se disturbato.
38. DENTE DI CANE (Balanus perforatus)
È una sorta di gamberetto con appendici filamentose che vive
in un guscio a forma di tronco di cono chiuso sulla sommità da
un opercolo. Vive saldamente attaccato alle scogliere appena
raggiunte dagli spruzzi delle onde o su rocce sommerse, sui
moli, sulle carene delle navi o su gusci di altri animali.
39. LEPADE (Lepas sp.)
Si insedia spesso sui residui di alghe strappate dal fondale,
sulla chiglia delle navi e sui relitti di legno alla deriva. Il corpo
è protetto da un guscio calcareo fissato ai supporti tramite un
lungo peduncolo. Si nutre filtrando plancton dall’acqua.
40. PULCE D’ACQUA (Cyclops sp.)
Piccolo crostaceo planctonico (da mezzo millimetro a un
centimetro), talvolta ospite intermedio di alcuni CESTODI e
NEMATODI.
Dracunculus medinensis
41. GRANCHIO GIGANTE DEL GIAPPONE
(Macrocheira kaempferi)
È il più grande artropode vivente del mondo (fino a 4 metri di
apertura delle zampe per 20 Kg di peso!). Puo’ vivere 100 anni.
Ha un carattere mite e può essere allevato in acquario :-)
42. GRANCHIO DEL COCCO
(Birgus latro)
È il più grande artropode terrestre del mondo: 4 Kg; 40 cm di
lunghezza (1m a zampe aperte!) Si tratta di un paguro famoso
per la sua abilità di rompere le noci di cocco con le sue forti
chele per mangiarne il contenuto. Viene talvolta chiamato
"granchio ladro” o "ladro delle palme”, perché alcuni individui
rubano oggetti luccicanti come padelle ed argenteria da case e
tende! Vive dai 30 ai 60 anni.
LEGO®
43. Significa diviso “in-setti” (3):
1. CAPO
(occhi, bocca, antenne)
2. TORACE
(3 paia di zampe, 2-4 ali)
3. ADDOME
(riproduttore, pungiglione, cerci)
L’intero corpo è ricoperto da un
esoscheletro di chitina.
Questa classe comprende 25
ordini tra cui:
• LEPIDOTTERI
• DITTERI
• COLEOTTERI
• IMENOTTERI
INSETTI
(oltre un milione di specie!)
44. LEPIDOTTERI
Comprendono le FARFALLE (antenne clavate) e le FALENE (antenne non clavate).
Hanno le ali ricoperte da squame, da cui il nome: lepis (squama) + pteron (ala).
Si nutrono di nettare che aspirano attraverso la “SPIRITROMBA” che può essere
lunga come l’intero corpo.
Caratteristico è il CICLO VITALE in 4 STADI:
1. UOVO
2. BRUCO (=larva) MUTE
3. CRISALIDE (=pupa) METAMORFOSI
4. ADULTO (=immagine)
46. Il nome fa riferimento al numero delle ali (due) in quanto normalmente sono presenti
solo le ali anteriori membranose, vibranti rapidamente nel volo. Le posteriori sono
ridotte a clava e trasformate in bilancieri.
Comprendono:
MOSCHE, MOSCONI, MOSCERINI, TAFANI, ZANZARE, TIPULE, SIRFIDI
DITTERI
47. Costituiscono il più grande raggruppamento sistematico del mondo. Diffusi in tutto il
mondo ad esclusione dell’Antartide. Il primo paio di ali per volare sono ricoperte da
un secondo paio di ali molto rigide dette ELÌTRE. Per questo motivo fu Aristotele il
primo ad attribuire il nome a questi insetti: da ‘coleos’ (fodero) + ‘pteron’ (ala).
L’insetto più grande del mondo (17cm!) appartiene a questo ordine, si chiama
Titanus giganteus e vive in Amazzonia. In Europa invece è il CERVO VOLANTE.
Comprendono:
COCCINELLE, MAGGIOLINI, LUCCIOLE, TARLI, SCARABEI, PUNTERUOLI
COLEOTTERI
(circa 350000 specie)
48. Il nome si riferisce alle ali membranose, da ‘humen’ (membrana) e ‘pteron’ (ala).
Comprendono famosi INSETTI SOCIALI in cui è evidente il POLIMORFISMO di
casta (REGINA, OPERAIA, SOLDATO…) tra cui:
API VESPE CALABRONI
BOMBI FORMICHE TÈRMITI
IMENOTTERI
49. Il corpo è suddiviso in due: CEFALOTORACE + ADDOME. Il 1°paio di appendici
(CHELICERI) servono per alimentarsi e difendersi; il 2°paio (PEDIPALPI) hanno
funzioni sensoriali, locomotorie, fossorie e riproduttive (a seconda degli ordini);
le altre paia costituiscono le zampe (APPENDICI MOTORIE).
ARACNIDI
Comprendono:
RAGNI (circa 43000 specie)
SCORPIONI (circa 2000 specie)
L'intestino è così stretto che non possono
mangiare materiale solido e sono costretti a
rendere liquido il loro cibo con vari enzimi
(iniettati col morso) e succhiarlo
successivamente. Nella parte terminale
dell’addome sono presenti le FILIERE che
producono la SETA (usata per produrre
RAGNATELE, cacciare e avvolgere le prede).
Sono caratterizzati da una coda segmentata
col pungiglione da cui viene iniettato il veleno.
Vivono in molti habitat diversi (non solo
deserti) e se esposti ai raggi UVA diventano
luminosi! Anche se il più “famoso” è il Pandinus
imperator africano di 20 cm, di solito sono più
piccoli… Si conoscono specie fossili che
raggiungevano il metro.
50. ARGIOPE (FASCIATA) o RAGNO VESPA o R. ZEBRA
(Argiope bruennichi)
È uno tra i più grossi ragni italiani (le femmine raggiungono i 5
cm), diffuso in tutta la penisola. Si riconosce facilmente per la
vistosa colorazione dell’addome. Tipica la sua grossa ragnatela,
attraversata da una banda a zig-zag, con la femmina ferma al
centro a testa in giù. Nonostante le apparenze è innocuo e la
sua puntura genera solo un locale e breve arrossamento.
51. RAGNO LUPO (o FALSA TARANTOLA) (Hogna radiata)
È uno tra i più comuni ragni italiani (diffuso anche in ambienti
urbani). è un buon corridore con zampe robuste che gli
consentono di catturare la preda “al volo” (senza uso di
ragnatela). Molto forte, il morso è doloroso ma non pericoloso.
52. RAGNO BALLERINO (Pholcus phalangioides)
È uno tra i più noti ragni italiani in quanto diffuso all’interno
degli ambienti domestici. Deve il suo nome al movimento ritmico
che esibisce se viene disturbato; viene anche chiamato “ragno
di casa”, “ragno gambalunga”, “ragno di cantina”, “ragno
benedetto”. Inconfondibile per la sua costituzione fragile e le
sue lunghissime zampe sottili. Tipico degli angoli dei soffitti.
53. TEGENARIA
(Tegenaria domestica)
La sua presenza si rivela in cantine, ruderi e luoghi bui per la
presenza della caratteristica ragnatela “a lenzuolo”, molto
resistente e spesso piena di polvere e detriti. Il ragno spesso
spaventa per la sua grande taglia (le zampe molto lunghe
possono raggiungere i 10 cm di apertura!) e per la sua
somiglianza col più pericoloso ragno violino.
rifugio
tubolare
54. MALMIGNATTA o VEDOVA NERA MEDITERRANEA o
RAGNO VOLTERRANO (Latrodectes tredecimguttatus)
È la specie italiana (soprattutto centro-sud) il cui morso può
risultare pericoloso per l’uomo. L’addome è contraddistinto da
13 macchie rosse (mimetismo di avvertimento!)
55. RAGNO VIOLINO (Loxosceles rufescens)
Meno conosciuto della malmignatta (“vedova nera italiana”)
questo piccolo ragno (1cm), che prende il nome dalla sagoma
simile ad un violino disegnata sull’addome, è uno dei più
pericolosi tra tutti i ragni europei producendo ferite di lenta
guarigione
56. ECHINODERMI
Animali marini ricoperti da piastre calcaree con processi spinosi: “echino=spina” +
”derma=pelle” STELLE MARINE RICCI DI MARE CETRIOLI DI MARE
Hanno spesso una simmetria “pentagonale” dove non si riconosce una “testa”.
Nonostante la protezione esterna rigida, sono in grado di muoversi lentamente. Si
difendono con gli aculei e con i pedicelli. Internamente hanno un sistema di CANALI
ACQUIFERI che serve oltre che per la locomozione anche per catturare le prede
(piccoli organismi presenti sui fondali) e per la respirazione.
6000 specie
58. Le stelle marine si muovono (strisciando e infossandosi) usando
esclusivamente i pedicelli ambulacrali, con una velocità che si
aggira sui 20cm/min. Le braccia vengono usate solo per
sollevarsi. Sono veri e propri “spazzini” del mare nutrendosi di
tutto ciò che di commestibile trovino sul fondale (spugne,
molluschi, piante, animali morti, echinodermi… stelle marine
comprese!) in un modo molto particolare: estroflettono lo
stomaco avvolgendolo attorno alla preda!
STELLA ROSSA (Echinaster sepositus)
59. GIGLIO DI MARE
(Antedon mediterranea)
Le 10 eleganti braccia articolate molto lunghe e
sottili dotate di piccole appendici (PINNULE)
hanno un aspetto di piuma. Fino a 20-25 cm di
diametro da 10 a 80 metri di profondità. Colore
molto variabile. Se staccato delicatamente dal
substrato è in grado di nuotare elegantemente!
60. STELLA SERPENTINA “SPINOSA” (Ophiothrix fragilis)
Si muovo abbastanza velocemente usando le 5 fragilissime
braccia, che si possono rigenerare. Raggiunge i 12 cm
61. STELLA GORGONE (Astrospartus mediterraneus)
Le braccia si ramificano numerose
volte creando un intreccio
aggrovigliato, soprattutto alle
estremità. Fino a 40 cm.
62. Presenta numerosi aculei lunghi circa 3 cm. Non può ricoprirsi
di oggetti estranei per mimetizzarsi (come fanno altri ricci).
Attivo durante la notte (si sposta abbastanza rapidamente) per
brucare le alghe incrostanti. Immobile durante il giorno. La
denominazione “maschio” non ha nulla a che vedere col sesso,
ma si riferisce alla scarsa qualità delle sue uova. Fino a 6 cm.
RICCIO “MASCHIO” (Arbacia lixula)
63. Aculei poco numerosi ma robusti. Colore variabile dal brunastro
al verde con una zona violacea attorno alla bocca. Le gonadi
delle femmine sono di colore aranciato e sono commestibili.
Scava e allarga spaccature nella roccia. Fino a 7 cm.
RICCIO COMUNE o “FEMMINA” (Paracentrotus lividus)
64. È un riccio “irregolare” a forma di disco, di forma appiattita.
Aculei corti e sottili rivestono il guscio come un manto di pelo.
Color sabbia chiaro, si cibano di detriti, vivendo infossati nella
sabbia.
DOLLARO DELLA SABBIA (Dendraster excentricus)
65. Le OLOTURIE, dette volgarmente (!) “cazzi di mare” o “stronzi
di mare”, hanno un corpo di forma allungata (fino a 30 cm) con
bocca circondata da tentacoli retrattili.
CETRIOLO DI MARE (Holothuria tubulosa)
Si nutrono estraendo dal fango
del fondale una grande varietà di
microrganismi.