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MeRIS – Corso di Perfezionamento in Metodologie di Ricerca Online ed Internet Studies
Università di Urbino “Carlo Bo”
Urbino 13-15 setembre 2011


Democrazia virtuale, deliberazione reale?
Spinella Dell’Avanzato1

Area Partecipazione & Civic Engagement
KW: democrazia digitale, partecipazione online, rete, internet, social network, democrazia deliberativa

    Il progetto di ricerca intende approfondire le caratteristiche della democrazia in rete e le sue
potenzialità in termini “deliberativi”: quanto la democrazia virtuale, supportata dall’uso delle nuove
tecnologie della comunicazione e dell’informazione, riproduce una politica deliberativa a doppio
binario, un potere comunicativo capace di deliberare su questioni di interesse comune fino ad
influenzare la stessa agenda politica? La democrazia in rete produce deliberazione reale?
    L’utilizzo dell’ICT ha sviluppato strumenti utili agli stessi processi di democratizzazione: e-
government, e-democracy, e-participation, sono solo alcuni esempi di come la tecnologia, a
supporto della democrazia, migliori il rapporto tra i cittadini e le istituzioni pubbliche (Lévy 1999;
Castells 2002, 2008; Anheier, Glasius e Kaldor 2004; Rodotà 2004; Cavallo 2005; Di Maria e
Micelli 2005; De Kerckhove e Tursi 2006; OCSE 2001, Reddick, 2009). La democrazia digitale
può essere un luogo capace di aumentare la qualità complessiva della discussione e far circolare e
incontrare significati e punti di vista differenti. Nella società individualizzata e digitalizzata il
cittadino è sempre più in grado di pervenire da sé alla costruzione di un’informazione bilanciata,
sintesi di fonti plurime, così come è sempre più in grado, con lo sviluppo della tecnologia web 2.0,
di rilanciare immediatamente le sue opinioni nell’arena del dibattito collettivo, senza passare per i
filtri e le mediazioni degli attori collettivi tradizionali. Molte persone fanno uso della rete dato che
non richiede “alcuna” abilità o competenza specifica ed è proprio il modo specifico in cui gli utenti
la utilizzano che la rende più democratica e compatibile con i modelli deliberativi.
    Per riuscire a comprendere questi interrogativi il progetto si basa su due aspetti che vanno
ulteriormente approfonditi teoricamente, in modo da sviluppare anche una ricerca empirica
successiva.
            1) La prima indagine riguarda la valutazione dei processi partecipativi-deliberativi che si
        sviluppano attraverso la rete e i suoi strumenti come i social network. Utilizzando i criteri
        definiti da Bobbio (2001), si tratta di comprendere la natura, la qualità e il successo di una
        pratica deliberativa in rete: inclusione, qualità, efficacia e influenza della deliberazione
        (possono essere studiati a questo proposito i casi del popolo viola, di se non ora quando e di
        battiquorum). La letteratura esistente permetterà di impostare un quadro teorico-empirico di
        partenza per analizzare i casi particolari di nostro interesse. Il criterio dell’inclusività può
        essere soddisfatto dalla nozione molto generale di sfera pubblica, ossia di un ambito in cui le
        questioni sottoposte alla discussione sono di dominio pubblico e chiunque può contribuirvi.
        La qualità della deliberazione dipende da numerosi fattori: completezza delle informazioni
        presentate in modo chiaro e bilanciato in riferimento a una data questione, tipo di preferenze,
        opinioni e competenze che entrano nel processo, consapevolezza e correttezza delle persone
        coinvolte nel dibattito, “temperatura” della deliberazione (Hendriks 2005), completezza
        dell’argomentazione e precisione delle motivazioni in relazione al tema trattato (Fishkin
        2004), modo in cui è strutturato il processo, pluralismo delle posizioni presentate. Per
        efficacia della deliberazione si intende il raggiungimento di una posizione condivisa
        attraverso l’argomentazione e lo scambio d opinioni che modifica le iniziali preferenze e
        orientamenti cognitivi verso un accordo. L’ultimo criterio su cui si basa la valutazione dei

   1
       Presentazione del progetto di ricerca nell’area Partecipazione & Civic Eng.

                                                                                                          1
processi deliberativi è l’influenza che questi esercitano sulle decisioni di policy cui si
       riferiscono. Esistono diversi gradi di coinvolgimento dei cittadini nel processo deliberativo
       che determinano a loro volta un’influenza diversa sulle decisioni pubbliche: ai cittadini
       possono essere semplicemente trasmesse informazioni in merito a problemi e soluzioni che si
       intendono adottare (livello di informazione); l’obiettivo può essere quello di ottenere feedback
       in merito a problemi e progetti (livello di consultazione); richieste e critiche del pubblico
       vengono prese in considerazione nella decisione (livello di coinvolgimento); i cittadini
       concorrono sia all’individuazione delle opzioni che alle scelte (livello di cooperazione); ai
       cittadini viene affidato il potere di decidere (livello di empowerment). Questo ultimo livello di
       coinvolgimento dei cittadini determina una maggiore influenza ed ovviamente risponde al
       principio teorico di autolegislazione.
         Si tratta quindi di valutare le specificità della mobilità in rete rispetto alle esperienze
       deliberative reali, che nel loro complesso, sono definite come “spazi circolari chiusi”
       (Habermas 1996). La rete invece si caratterizza per l’ampiezza dello spazio pubblico virtuale
       che si crea, per l’assenza di un setting definito e strutturato (tipico invece delle arene
       deliberative), per l’assenza di un capitale sociale fatto di relazionalità e contatto diretto con
       l’altro.
         Un aspetto su cui si è già riflettuto (cfr. Dell’Avanzato 2010), e che si aggiunge a questi
       criteri, riguarda la produzione di comune cultura politica. Questo concetto procedurale, dal
       forte valore euristico, è stato definito in seguito ad un approfondimento del modello
       habermasiano di democrazia deliberativa (Habermas 1992a, 1992b, 1996, 1997, 1998) e
       dell’approccio delle capabilities di Sen (1979, 1985, 1993, 2004). In breve, la comune cultura
       politica è l’insieme di procedure, condizioni di libera discussione e competenze deliberative,
       che permettono interazioni fondate sul riconoscimento reciproco, l’inclusione dell’altro e la
       condivisione consapevole di norme, valori e contenuti anche culturali (proprio perché prodotti
       intersoggettivamente). Tramite la pratica deliberativa i cittadini apprendono e sviluppano
       competenze e procedure condivise espressione di una cittadinanza attiva.
         I processi di mobilitazione in rete producono e sviluppano in chi partecipa una cultura
       politica comune, un insieme di procedure comunicative e deliberative condivise? Mancando
       la dimensione relazionale fisica, quale tipo di capitale sociale si genera? Quale set di risorse
       simboliche e cultuale si produce?
           2) La seconda indagine è proprio collegata a queste domande finali: la rete può essere
       considerata un luogo di produzione e sviluppo di competenze e procedere di cittadinanza
       attiva? L’idea alla base è che, secondo il modello habermasiano, la società civile e le sue sfere
       pubbliche si qualificano, attraverso la deliberazione, come luoghi in cui si garantisce uno
       scambio di ragioni e di argomenti all’interno della comunità dei cittadini, generando anche
       nuove procedure e competenze comunicative e deliberative, determinando processi di
       formazione istituzionalizzata della volontà e dell’opinione pubblica (Dell’avanzato 2010, p.
       10). La rete può essere intesa come una “scuola di democrazia” che sviluppa le capacità e le
       competenze di cittadinanza attiva di coloro che vi prendono parte (Fung e Wright 2003)?
    Impostato il quadro teorico e le questioni teoriche, il passo successivo riguarderà lo studio dei
casi specifici già citati (popolo viola, se non ora quando, battiquorum), cercando di valutarne
l’inclusività, la qualità, l’efficacia, l’infleunza e la produzione di comune cultura politica. Si
lavorerà su un questionario semistrutturato in modo da individuare dimensioni e variabili per ogni
criterio (secondo la letteratura già esistente e provando a crearne di nuove). Sarà possibile
distribuire il questionario online alle persone che hanno aderito ai tre movimenti.
    Il progetto di ricerca tenterà di valutare sia quanto la rete permetta di stimolare nuove forme di
partecipazione e di interazione politica, dando agli individui un nuovo strumento di espressione
delle loro opinioni, sia quanto permetta una consultazione più frequente, quasi permanente, dei
cittadini, rinforzando, rispetto alle attuali forme rappresentative, le espressioni di democrazia diretta
per agire concretamente nella gestione della vita pubblica (Coleman e Gotze 2002). La rete può

                                                                                                       2
fornire alla società civile un canale flessibile, a immediato e semplice accesso, capace di offrire in
ogni momento la possibilità di creare continuamente “contro potere comunicativo” anche rispetto a
quanto i media di massa diffondono nel sociale (Castells 2008). La questione è se la rete sia
davvero in grado si innescare un reale processo di cambiamento istituzionale tale da fare avanzare
ipotesi, come quella di Graham (2004), secondo la quale internet ci condurrà in una nuova forma di
democrazia senza precedenti.
   In ogni caso, il presupposto di base è che la democrazia ha bisogno di luoghi (fisici o virtuali)
per deliberare, i quali creano le condizioni strutturali favorevoli a processi di apprendimento
collettivi, stimolando l’interesse ai problemi pubblici, tramite la stessa esperienza pratica della
partecipazione (Privitera 2001).
   La ricerca che si intende presentare è una idea progettuale. E’ stata solo impostata la riflessione
iniziale a livello teorico sulle questioni da approfondire e gli eventuali sviluppi empirici.

Bibliografia
Anheier, H. K., Glasius, M. e Kaldor, M. (2004), Global Civil Society, Sage, London.
Bobbio, L. (2001), “Non rifiutarti di scegliere”: un’esperienza di democrazia deliberativa, Paper presentato al
    Convegno annuale della Società Italiana di Scienza Politica, Siena, 13-15 settembre.
Castells, M. (2002), Galassia Internet, Feltrinelli, Milano (ed. orig. 2001).
Castells, M. (2008), La nascita della società in rete, Università Bocconi, Milano (ed. orig. 1996).
Cavallo, M. (2005), La comunicazione pubblica tra globalizzazione e nuovi media, FrancoAngeli, Milano.
Coleman, S. e Gotze, J. (2002), Bowling alone: online public engagment in Policy Deliberation, Hansard Society,
    Londra.
De Kerckhove, D. e Tursi, A. (a cura di) (2006), Dopo la democrazia?: il potere e la sfera pubblica nell'epoca delle
    reti, Apogeo, Milano.
Dell’Avanzato, S. (2010), Verso una comune cultura politica. Competenze e processi per la cittadinanza attiva,
    FrancoAngeli, Milano.
Di Maria, E. e Micelli, S. (a cura di) (2005), On line citizenship: emerging technologies for European cities, Springer,
    New York.
Fishkin J. S. (2004), “Il sondaggio deliberativo, perché e come funziona,” in Bosetti G e Maffettone S. (a cura di),
    Democrazia deliberativa: cos’è, Luiss University Press, Roma.
Fung, A. e Wright, E. O. (a cura di) (2003), Deepening Democracy: Institutional Innovations in Empowered
    Participatory Governance, Verso Press, London.
Graham, M. (2004), Disobbedienza civile elettronica - Mediattivismo e Internet: costruire insieme una nuova sfera
    pubblica, Apogeo, Milano.
Habermas, J. (1992a), “Sovranità popolare come procedura. Un concetto normativo di sfera pubblica”, in Id., Morale
    diritto politica, Einaudi, Torino, pp. 81-103 (ed. orig. 1989).
Habermas, J. (1992b), “Cittadinanza politica e identità nazionale”, in Id., Morale diritto politica, Einaudi, Torino, pp.
    105-138 (ed. orig. 1991).
Habermas, J. (1996), Fatti e norme. Contributi ad una teoria discorsiva del diritto e della democrazia, Guerini &
    Associati, Milano (ed. orig. 1992).
Habermas, J. (1997), Solidarietà tra estranei. Interventi su “Fatti e norme”, Guerini & Associati, Milano (ed. orig.
    1992).
Habermas, J. (1998), L’inclusione dell’altro. Studi di teoria politica, Feltrinelli, Milano (ed. orig. 1996).
Hendriks, C. (2005), “Consensus Conferences and Planning Cells: Lay Citizen Deliberations”, in Gastil J. e Levine, P.
    (2005), The Deliberative Democracy Handbook: Strategies for Effective Civic Engagement in the Twenty-First
    Century, Jossey-Bass, CA, pp. 80-110.
Lévy, P. (1999), Gli usi sociali delle nuove tecnologie, Feltrinelli, Milano.
OCSE (2001), Citizens as Partners. Information, Consultation and Public Participation in Policy Making.
Privitera, W. (2001b), “Società civile, cultura politica e democratizzazione: un approccio di filosofia sociale”, in
    Calloni, M., Ferrara, A. e Petrucciani, S. (a cura di), Pensare la società, Carocci, Roma, pp. 181-198.
Reddick, C. (a cura di) (2009), Handbook of Research on Strategies for Local E-Government Adoption and
    Implementation: Comparative Studies, IGI Global, Hershey PA – London.
Rodotà, S. (2004), Tecnopolitica: la democrazia e le nuove tecnologie della comunicazione, Laterza, Roma-Bari.
Sen, A. (1979), ‘Equality of What?’, Tanner Lectures on Human Values, Stanford University.
Sen, A. (1985), Commodities and Capabilities, North Holland, Amsterdam.
Sen, A. (1993), “Capability and Well-being”, in Nussbaum, M. e Sen, A. (a cura di), The Quality of Life, Clarendon
    Press, Oxford, pp. 30-54.
Sen, A. (2004), “Capabilities, Lists, and Public Reason: continuing The conversation”, in Feminist Econimics, 10, 3:
    77-80.

                                                                                                                       3
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Democrazia virtuale, deliberazione reale? (Virtual democracy, real deliberation?)

  • 1. MeRIS – Corso di Perfezionamento in Metodologie di Ricerca Online ed Internet Studies Università di Urbino “Carlo Bo” Urbino 13-15 setembre 2011 Democrazia virtuale, deliberazione reale? Spinella Dell’Avanzato1 Area Partecipazione & Civic Engagement KW: democrazia digitale, partecipazione online, rete, internet, social network, democrazia deliberativa Il progetto di ricerca intende approfondire le caratteristiche della democrazia in rete e le sue potenzialità in termini “deliberativi”: quanto la democrazia virtuale, supportata dall’uso delle nuove tecnologie della comunicazione e dell’informazione, riproduce una politica deliberativa a doppio binario, un potere comunicativo capace di deliberare su questioni di interesse comune fino ad influenzare la stessa agenda politica? La democrazia in rete produce deliberazione reale? L’utilizzo dell’ICT ha sviluppato strumenti utili agli stessi processi di democratizzazione: e- government, e-democracy, e-participation, sono solo alcuni esempi di come la tecnologia, a supporto della democrazia, migliori il rapporto tra i cittadini e le istituzioni pubbliche (Lévy 1999; Castells 2002, 2008; Anheier, Glasius e Kaldor 2004; Rodotà 2004; Cavallo 2005; Di Maria e Micelli 2005; De Kerckhove e Tursi 2006; OCSE 2001, Reddick, 2009). La democrazia digitale può essere un luogo capace di aumentare la qualità complessiva della discussione e far circolare e incontrare significati e punti di vista differenti. Nella società individualizzata e digitalizzata il cittadino è sempre più in grado di pervenire da sé alla costruzione di un’informazione bilanciata, sintesi di fonti plurime, così come è sempre più in grado, con lo sviluppo della tecnologia web 2.0, di rilanciare immediatamente le sue opinioni nell’arena del dibattito collettivo, senza passare per i filtri e le mediazioni degli attori collettivi tradizionali. Molte persone fanno uso della rete dato che non richiede “alcuna” abilità o competenza specifica ed è proprio il modo specifico in cui gli utenti la utilizzano che la rende più democratica e compatibile con i modelli deliberativi. Per riuscire a comprendere questi interrogativi il progetto si basa su due aspetti che vanno ulteriormente approfonditi teoricamente, in modo da sviluppare anche una ricerca empirica successiva. 1) La prima indagine riguarda la valutazione dei processi partecipativi-deliberativi che si sviluppano attraverso la rete e i suoi strumenti come i social network. Utilizzando i criteri definiti da Bobbio (2001), si tratta di comprendere la natura, la qualità e il successo di una pratica deliberativa in rete: inclusione, qualità, efficacia e influenza della deliberazione (possono essere studiati a questo proposito i casi del popolo viola, di se non ora quando e di battiquorum). La letteratura esistente permetterà di impostare un quadro teorico-empirico di partenza per analizzare i casi particolari di nostro interesse. Il criterio dell’inclusività può essere soddisfatto dalla nozione molto generale di sfera pubblica, ossia di un ambito in cui le questioni sottoposte alla discussione sono di dominio pubblico e chiunque può contribuirvi. La qualità della deliberazione dipende da numerosi fattori: completezza delle informazioni presentate in modo chiaro e bilanciato in riferimento a una data questione, tipo di preferenze, opinioni e competenze che entrano nel processo, consapevolezza e correttezza delle persone coinvolte nel dibattito, “temperatura” della deliberazione (Hendriks 2005), completezza dell’argomentazione e precisione delle motivazioni in relazione al tema trattato (Fishkin 2004), modo in cui è strutturato il processo, pluralismo delle posizioni presentate. Per efficacia della deliberazione si intende il raggiungimento di una posizione condivisa attraverso l’argomentazione e lo scambio d opinioni che modifica le iniziali preferenze e orientamenti cognitivi verso un accordo. L’ultimo criterio su cui si basa la valutazione dei 1 Presentazione del progetto di ricerca nell’area Partecipazione & Civic Eng. 1
  • 2. processi deliberativi è l’influenza che questi esercitano sulle decisioni di policy cui si riferiscono. Esistono diversi gradi di coinvolgimento dei cittadini nel processo deliberativo che determinano a loro volta un’influenza diversa sulle decisioni pubbliche: ai cittadini possono essere semplicemente trasmesse informazioni in merito a problemi e soluzioni che si intendono adottare (livello di informazione); l’obiettivo può essere quello di ottenere feedback in merito a problemi e progetti (livello di consultazione); richieste e critiche del pubblico vengono prese in considerazione nella decisione (livello di coinvolgimento); i cittadini concorrono sia all’individuazione delle opzioni che alle scelte (livello di cooperazione); ai cittadini viene affidato il potere di decidere (livello di empowerment). Questo ultimo livello di coinvolgimento dei cittadini determina una maggiore influenza ed ovviamente risponde al principio teorico di autolegislazione. Si tratta quindi di valutare le specificità della mobilità in rete rispetto alle esperienze deliberative reali, che nel loro complesso, sono definite come “spazi circolari chiusi” (Habermas 1996). La rete invece si caratterizza per l’ampiezza dello spazio pubblico virtuale che si crea, per l’assenza di un setting definito e strutturato (tipico invece delle arene deliberative), per l’assenza di un capitale sociale fatto di relazionalità e contatto diretto con l’altro. Un aspetto su cui si è già riflettuto (cfr. Dell’Avanzato 2010), e che si aggiunge a questi criteri, riguarda la produzione di comune cultura politica. Questo concetto procedurale, dal forte valore euristico, è stato definito in seguito ad un approfondimento del modello habermasiano di democrazia deliberativa (Habermas 1992a, 1992b, 1996, 1997, 1998) e dell’approccio delle capabilities di Sen (1979, 1985, 1993, 2004). In breve, la comune cultura politica è l’insieme di procedure, condizioni di libera discussione e competenze deliberative, che permettono interazioni fondate sul riconoscimento reciproco, l’inclusione dell’altro e la condivisione consapevole di norme, valori e contenuti anche culturali (proprio perché prodotti intersoggettivamente). Tramite la pratica deliberativa i cittadini apprendono e sviluppano competenze e procedure condivise espressione di una cittadinanza attiva. I processi di mobilitazione in rete producono e sviluppano in chi partecipa una cultura politica comune, un insieme di procedure comunicative e deliberative condivise? Mancando la dimensione relazionale fisica, quale tipo di capitale sociale si genera? Quale set di risorse simboliche e cultuale si produce? 2) La seconda indagine è proprio collegata a queste domande finali: la rete può essere considerata un luogo di produzione e sviluppo di competenze e procedere di cittadinanza attiva? L’idea alla base è che, secondo il modello habermasiano, la società civile e le sue sfere pubbliche si qualificano, attraverso la deliberazione, come luoghi in cui si garantisce uno scambio di ragioni e di argomenti all’interno della comunità dei cittadini, generando anche nuove procedure e competenze comunicative e deliberative, determinando processi di formazione istituzionalizzata della volontà e dell’opinione pubblica (Dell’avanzato 2010, p. 10). La rete può essere intesa come una “scuola di democrazia” che sviluppa le capacità e le competenze di cittadinanza attiva di coloro che vi prendono parte (Fung e Wright 2003)? Impostato il quadro teorico e le questioni teoriche, il passo successivo riguarderà lo studio dei casi specifici già citati (popolo viola, se non ora quando, battiquorum), cercando di valutarne l’inclusività, la qualità, l’efficacia, l’infleunza e la produzione di comune cultura politica. Si lavorerà su un questionario semistrutturato in modo da individuare dimensioni e variabili per ogni criterio (secondo la letteratura già esistente e provando a crearne di nuove). Sarà possibile distribuire il questionario online alle persone che hanno aderito ai tre movimenti. Il progetto di ricerca tenterà di valutare sia quanto la rete permetta di stimolare nuove forme di partecipazione e di interazione politica, dando agli individui un nuovo strumento di espressione delle loro opinioni, sia quanto permetta una consultazione più frequente, quasi permanente, dei cittadini, rinforzando, rispetto alle attuali forme rappresentative, le espressioni di democrazia diretta per agire concretamente nella gestione della vita pubblica (Coleman e Gotze 2002). La rete può 2
  • 3. fornire alla società civile un canale flessibile, a immediato e semplice accesso, capace di offrire in ogni momento la possibilità di creare continuamente “contro potere comunicativo” anche rispetto a quanto i media di massa diffondono nel sociale (Castells 2008). La questione è se la rete sia davvero in grado si innescare un reale processo di cambiamento istituzionale tale da fare avanzare ipotesi, come quella di Graham (2004), secondo la quale internet ci condurrà in una nuova forma di democrazia senza precedenti. In ogni caso, il presupposto di base è che la democrazia ha bisogno di luoghi (fisici o virtuali) per deliberare, i quali creano le condizioni strutturali favorevoli a processi di apprendimento collettivi, stimolando l’interesse ai problemi pubblici, tramite la stessa esperienza pratica della partecipazione (Privitera 2001). La ricerca che si intende presentare è una idea progettuale. E’ stata solo impostata la riflessione iniziale a livello teorico sulle questioni da approfondire e gli eventuali sviluppi empirici. Bibliografia Anheier, H. K., Glasius, M. e Kaldor, M. (2004), Global Civil Society, Sage, London. Bobbio, L. (2001), “Non rifiutarti di scegliere”: un’esperienza di democrazia deliberativa, Paper presentato al Convegno annuale della Società Italiana di Scienza Politica, Siena, 13-15 settembre. Castells, M. (2002), Galassia Internet, Feltrinelli, Milano (ed. orig. 2001). Castells, M. (2008), La nascita della società in rete, Università Bocconi, Milano (ed. orig. 1996). Cavallo, M. (2005), La comunicazione pubblica tra globalizzazione e nuovi media, FrancoAngeli, Milano. Coleman, S. e Gotze, J. (2002), Bowling alone: online public engagment in Policy Deliberation, Hansard Society, Londra. De Kerckhove, D. e Tursi, A. (a cura di) (2006), Dopo la democrazia?: il potere e la sfera pubblica nell'epoca delle reti, Apogeo, Milano. Dell’Avanzato, S. (2010), Verso una comune cultura politica. Competenze e processi per la cittadinanza attiva, FrancoAngeli, Milano. Di Maria, E. e Micelli, S. (a cura di) (2005), On line citizenship: emerging technologies for European cities, Springer, New York. Fishkin J. S. (2004), “Il sondaggio deliberativo, perché e come funziona,” in Bosetti G e Maffettone S. (a cura di), Democrazia deliberativa: cos’è, Luiss University Press, Roma. Fung, A. e Wright, E. O. (a cura di) (2003), Deepening Democracy: Institutional Innovations in Empowered Participatory Governance, Verso Press, London. Graham, M. (2004), Disobbedienza civile elettronica - Mediattivismo e Internet: costruire insieme una nuova sfera pubblica, Apogeo, Milano. Habermas, J. (1992a), “Sovranità popolare come procedura. Un concetto normativo di sfera pubblica”, in Id., Morale diritto politica, Einaudi, Torino, pp. 81-103 (ed. orig. 1989). Habermas, J. (1992b), “Cittadinanza politica e identità nazionale”, in Id., Morale diritto politica, Einaudi, Torino, pp. 105-138 (ed. orig. 1991). Habermas, J. (1996), Fatti e norme. Contributi ad una teoria discorsiva del diritto e della democrazia, Guerini & Associati, Milano (ed. orig. 1992). Habermas, J. (1997), Solidarietà tra estranei. Interventi su “Fatti e norme”, Guerini & Associati, Milano (ed. orig. 1992). Habermas, J. (1998), L’inclusione dell’altro. Studi di teoria politica, Feltrinelli, Milano (ed. orig. 1996). Hendriks, C. (2005), “Consensus Conferences and Planning Cells: Lay Citizen Deliberations”, in Gastil J. e Levine, P. (2005), The Deliberative Democracy Handbook: Strategies for Effective Civic Engagement in the Twenty-First Century, Jossey-Bass, CA, pp. 80-110. Lévy, P. (1999), Gli usi sociali delle nuove tecnologie, Feltrinelli, Milano. OCSE (2001), Citizens as Partners. Information, Consultation and Public Participation in Policy Making. Privitera, W. (2001b), “Società civile, cultura politica e democratizzazione: un approccio di filosofia sociale”, in Calloni, M., Ferrara, A. e Petrucciani, S. (a cura di), Pensare la società, Carocci, Roma, pp. 181-198. Reddick, C. (a cura di) (2009), Handbook of Research on Strategies for Local E-Government Adoption and Implementation: Comparative Studies, IGI Global, Hershey PA – London. Rodotà, S. (2004), Tecnopolitica: la democrazia e le nuove tecnologie della comunicazione, Laterza, Roma-Bari. Sen, A. (1979), ‘Equality of What?’, Tanner Lectures on Human Values, Stanford University. Sen, A. (1985), Commodities and Capabilities, North Holland, Amsterdam. Sen, A. (1993), “Capability and Well-being”, in Nussbaum, M. e Sen, A. (a cura di), The Quality of Life, Clarendon Press, Oxford, pp. 30-54. Sen, A. (2004), “Capabilities, Lists, and Public Reason: continuing The conversation”, in Feminist Econimics, 10, 3: 77-80. 3
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