1. Fiducia ed emozioni al lavoro
nell’ambito del tema fiducia e cooperazione
Università di Urbino “Carlo Bo”
Facoltà di Sociologia
Lezioni a cura di Sergio Rossi
ottobre 2010
2. ottobre 2010 Università di Urbino - Sociologia - Fiducia e Emozioni - Ser2
Tratteremo di:
• Rischio
• Fiducia
• Emozioni
• Cooperazione
• Capitale Sociale
3. ottobre 2010 Università di Urbino - Sociologia - Fiducia e Emozioni - Ser3
Al termine della lezione dovreste:
• Conoscere la differenza
tra rischi naturali e rischi
prodotti
• Conoscere la definizione
sociologica di fiducia
• Distinguere tipi e qualità
della fiducia
• Conoscere l’importanza
della fiducia fondamen-
tale
• Conoscere tipologia e
ruolo delle emozioni nelle
relazioni interpersonali
• Conoscere il concetto di
diffusore di fiducia
• Esemplificare situazioni in
cui la cooperazione
interpersonale emerge
• Conoscere le differenze
tra Capitale sociale
“strutturale” e “culturale”
4. ottobre 2010 Università di Urbino - Sociologia - Fiducia e Emozioni - Ser4
Perché parlando di fiducia è
urgente parlare anche di
emozioni?
• Non ci interessiamo a come funzionano le nostre
emozioni se non quando stiamo male
• Il ruolo delle emozioni nell’instaurarsi della fiducia è
determinante
• La fiducia su base emozionale è una fiducia forte
5. ottobre 2010 Università di Urbino - Sociologia - Fiducia e Emozioni - Ser5
E i giovani?
• Vedi i primi 5 minuti della video clip di
Umberto Galimberti http://www.youtube.
com/watch?v=UQcvpevBVfI
• Vedi la clip autoprodotta dagli studenti del
Gioberti di Torino
http://www.youtube.com/watch
?v=RkPNOzb0G4I
6. ottobre 2010 Università di Urbino - Sociologia - Fiducia e Emozioni - Ser6
passo passo
• Ma andiamo per gradi e seguiamo la
nostra traccia…
– Rischio, Fiducia, Emozioni, Cooperazione,
Capitale Sociale
7. ottobre 2010 Università di Urbino - Sociologia - Fiducia e Emozioni - Ser7
Rischio
• Il rischio è dato dalla probabilità che si
produca un determinato danno per sé e
per gli altri ed è connesso con l’aspettativa
di continuità delle condizioni di benessere
e tranquillità.
8. ottobre 2010 Università di Urbino - Sociologia - Fiducia e Emozioni - Ser8
Rischio
• Nella quotidianità si confonde tra rischio e
pericolo, ma vi sono pericoli che oggi non
costituiscono più rischi per l’uomo.
9. ottobre 2010 Università di Urbino - Sociologia - Fiducia e Emozioni - Ser9
Rischio
• Molti pericoli sono messi sotto controllo
dall’uomo attraverso l’uso della
tecnologia e dell’organizzazione delle
persone
– Ad es. il rischio alluvioni esiste ancora,
mentre il rischio tubercolosi nelle società
occidentali è praticamente inesistente grazie
alla tecnologia dei vaccini.
10. ottobre 2010 Università di Urbino - Sociologia - Fiducia e Emozioni - Ser10
Rischio
• Oltre ai rischi naturali come gli tsunami, i
terremoti, le carestie, le pandemie, ecc.
l’uomo si espone a rischi prodotti cioè
generati da lui stesso più o meno
consapevolmente.
11. ottobre 2010 Università di Urbino - Sociologia - Fiducia e Emozioni - Ser11
Rischi Prodotti
• i rischi prodotti derivano da uno scarso
controllo sulle tecnologie impiegate e dalle
esternalità negative
• Paradossalmente derivano dall’ambizione
ad una maggiore sicurezza, progresso,
benessere e potere da parte di una
determinata comunità di persone.
12. ottobre 2010 Università di Urbino - Sociologia - Fiducia e Emozioni - Ser12
Rischi Prodotti
• I rischi prodotti sono ancor più difficili da
mettere sotto controllo (es. scorie
radioattive, inquinamento dell’ecosistema,
crisi economiche e finanziarie, guerre,
ecc.) di quelli naturali a causa del loro alto
grado di complessità.
13. ottobre 2010 Università di Urbino - Sociologia - Fiducia e Emozioni - Ser13
Rischi Prodotti
• I rischi prodotti sono tipicamente di
carattere globale, ossia finiscono per
interessare tutte le regioni della terra
14. ottobre 2010 Università di Urbino - Sociologia - Fiducia e Emozioni - Ser14
La valutazione dei rischi
è problematica…
6.000
morti
anno
1.000 morti l’anno nella guerra in Iraq
Vs.
Foto http://farm4.static.flickr.com/3081/2345723918_85f87da6c2.jpg?v=0
Cit. da: CoaloaLAB di Roberto Coaloa; dati propri
Adattata con dati propri da:http://www.zeusnews.it/immagini/006865-
limite_velocita_2.jpg Di Andrea Trapani
15. ottobre 2010 Università di Urbino - Sociologia - Fiducia e Emozioni - Ser15
Fiducia
• Centrale è il rapporto esistente tra rischio
e fiducia, ossia tra pericoli dell'ambiente
di vita e le strategie di sicurezza
psicologica che l'attenuano
– I rapporti fiduciari interpersonali nascono in
un'ottica di protezione dai pericoli
soggettivamente sentiti.
16. ottobre 2010 Università di Urbino - Sociologia - Fiducia e Emozioni - Ser16
Fiducia
• La fiducia è quindi una strategia di
sicurezza psicologica* che l’uomo attua
a causa di una sua inadeguatezza di
fronte a situazioni pericolose o incerte che
deve o vuole affrontare.
*S. Rossi, 2009
17. ottobre 2010 Università di Urbino - Sociologia - Fiducia e Emozioni - Ser17
Fiducia
• Una definizione sociologica di fiducia* (p. 42):
La Fiducia per la persona che la concede è un’aspettativa
positiva riposta nel beneficiario, maturata sotto
condizioni di incertezza ma in presenza di rassicuranti
credenze personali di natura cognitiva e/o emotiva
*Elaborazione di S.Rossi, 2008, sulla base di A. Mutti, 1998
18. ottobre 2010 Università di Urbino - Sociologia - Fiducia e Emozioni - Ser18
Meccanismo di condizionamento
fiduciario reciproco
• La fiducia ricevuta dal beneficiario “deve”
a sua volta essere onorata in quanto
contiene un pregiudizio quasi coercitivo, e
deluderla richiede già una cattiveria
positiva (Simmel, 1989, in Mutti,1998).
• Ma, come vedremo, la cooperazione non
è garantita in assenza di scopi…
19. ottobre 2010 Università di Urbino - Sociologia - Fiducia e Emozioni - Ser19
Visione d’insieme, l’edificio della fiducia (p.144)
Complessità!
Fonte: “Fiducia e cooperazione”, S.Rossi, 2008
20. ottobre 2010 Università di Urbino - Sociologia - Fiducia e Emozioni - Ser20
Tipi di fiducia in base all’oggetto
• Fiducia interpersonale (p.35)
• Fiducia sistemica (p.31)
• Fiducia istituzionale (p.32)
• Fiducia nei sistemi esperti (p.33)
• Fiducia autoriflessiva (p.36)
• Fiducia fondamentale (p.42)
21. ottobre 2010 Università di Urbino - Sociologia - Fiducia e Emozioni - Ser21
Fiducia fondamentale
• La fiducia fondamentale (p.42-44) o
ontologica è una sensazione di sicurezza
interiore che risiede nel “confidare sulla
continuità della propria identità e nella
costanza dell’ambiente sociale e materiale
in cui si agisce” (Giddens, 1997)
22. ottobre 2010 Università di Urbino - Sociologia - Fiducia e Emozioni - Ser22
• A praticare questa iniezione è dapprima la
figura primaria che si prende cura del
bambino durante l'infanzia, in genere la
madre.
• Di primaria importanza è la continuità
spazio-temporale e la sensazione di
non abbandono da parte dei genitori.
Fiducia fondamentale
23. ottobre 2010 Università di Urbino - Sociologia - Fiducia e Emozioni - Ser23
Fiducia fondamentale
• Il ritorno del proprio genitore: l'idea
dell'affidabilità degli altri è fondamentale
per il senso di continuità dell'identità e si
fonda sulla convinzione che l'assenza
della madre non rappresenta una
sottrazione d'amore.
24. ottobre 2010 Università di Urbino - Sociologia - Fiducia e Emozioni - Ser24
Fiducia fondamentale
• “La fiducia getta quindi un ponte sulla
distanza nel tempo [ritorno] e nello spazio
[distanza] e blocca così le ansie
esistenziali che se riuscissero a
concretizzarsi, potrebbero diventare fonte
di continui travagli emotivi e
comportamentali per tutta la vita”
(Giddens,1994)
25. ottobre 2010 Università di Urbino - Sociologia - Fiducia e Emozioni - Ser25
Sfiducia fondamentale
• La sfiducia, al livello di sicurezza interiore
dell’individuo, può produrre come risultato uno
stato persistente di ansia esistenziale.
• Nel suo significato più profondo, quindi, l'antitesi
della fiducia rispetto alla fiducia fondamentale
non è la sfiducia ma uno stato mentale che
potremmo definire come paura esistenziale.
(p.49)
26. ottobre 2010 Università di Urbino - Sociologia - Fiducia e Emozioni - Ser26
Diffusori di fiducia
• I diffusori di fiducia (Mutti, 1998) sono
particolari figure d’interfaccia, portatrici di
fiducia attiva (p.75) , frapposte tra individuo
ed istituzioni in corrispondenza dei punti di
interazione istituzionali (“nodi di accesso”).
• Il loro impiego è fondamentale per
permettere di focalizzare la fiducia delle
persone verso istituzioni, enti, sistemi
esperti, gruppi, altre persone. (p.77)
27. ottobre 2010 Università di Urbino - Sociologia - Fiducia e Emozioni - Ser27
Diffusori di fiducia
• La diffusione della fiducia può
avvenire per tramite di:
– Individui
– Organizzazioni
28. ottobre 2010 Università di Urbino - Sociologia - Fiducia e Emozioni - Ser28
Diffusori di fiducia, individui
– Gli individui diffusori di fiducia possono essere
(Giddens, 1994):
• Responsabili-esperti che operano nei nodi di
accesso dei sistemi esperti e rassicurano sul buon
funzionamento di tali sistemi proiettando la propria
immagine di persona affidabile sul sistema.
I possibili dissensi tra gli esperti rendono precaria
la rassicurazione fornita e tendono a riflettere una
fiducia di tipo debole sul sistema.
29. ottobre 2010 Università di Urbino - Sociologia - Fiducia e Emozioni - Ser29
Diffusori di fiducia, individui
• Mediatori sociali e politici che fungono
da “agenti di integrazione” di settori della
popolazione con le istituzioni locali e
centrali. Essi agiscono quali elementi di
mediazione tra potere pubblico e privato,
tra regole formali e informali. Forniscono
un carico cognitivo limitato e fiducia di tipo
debole.
30. ottobre 2010 Università di Urbino - Sociologia - Fiducia e Emozioni - Ser30
• Leader carismatici che forniscono un
carico emotivo rassicurante (fiducia di tipo
forte) in quanto portatori di simboli e valori
ad alto contenuto espressivo.
• Essi riverberano la fiducia di cui
beneficiano sulle istituzioni pubbliche e
private che rappresentano.
• A livello periferico, la presenza di queste
personalità può rendere ancora più vicine e
legittime le istituzioni locali.
Diffusori di fiducia, individui
31. ottobre 2010 Università di Urbino - Sociologia - Fiducia e Emozioni - Ser31
Diffusori di fiducia, le organizzazioni
– distribuiscono prevalentemente fiducia cognitiva, di
debole intensità:
• autorità indipendenti dallo Stato, come le “authorities” (es.
Autorità per la concorrenza, per le comunicazioni, per i
prezzi, ecc.), associazioni di consumatori, Banca Mondiale,
Fondo Monetario Internazionale, SEC, ecc. che emettono
continuamente pareri nei confronti di prezzi, organizzazioni,
monete;
• agenzie di valutazione nazionali ed internazionali, come
Moody’s e Standard and Poor’s, che emettono
costantemente pareri di affidabilità economico-finanziaria nei
confronti di prodotti industriali e finanziari, e nei confronti di
mercati e interi paesi. (vd. il caso di studio “La fiducia attraverso la crisi
finanziaria”, S.Rossi, 2008)
32. ottobre 2010 Università di Urbino - Sociologia - Fiducia e Emozioni - Ser32
Diffusori di fiducia, i media
• I media, che producono anch’essi interpretazioni e
valutazioni su individui ed enti pubblici e privati.
• Possono giocare su elementi emotivi legati
all’effetto di seduzione dei messaggi emessi
(fiducia forte).
33. ottobre 2010 Università di Urbino - Sociologia - Fiducia e Emozioni - Ser33
• Lo Stato ed alcuni dei suoi apparati, come
il sistema scolastico e la magistratura,
possono sostenere o rafforzare l’affidabilità
di altre istituzioni pubbliche e private.
Diffusori di fiducia, le istituzioni
34. ottobre 2010 Università di Urbino - Sociologia - Fiducia e Emozioni - Ser34
Fiducia cognitiva
• Il carico cognitivo, attiva la fiducia
cognitiva che è strettamente legata alle
conoscenze sull’oggetto e alla capacità di
discernimento della persona (p.38).
• Si basa sulla percezione “qui ed ora”, sui
ricordi evocati, sul ragionamento e sulle
euristiche di pensiero della persona nei
confronti dell’oggetto.
35. ottobre 2010 Università di Urbino - Sociologia - Fiducia e Emozioni - Ser35
Fiducia strumentale
• La fiducia strumentale è un particolare tipo
di fiducia cognitiva e muove da calcoli di
probabilità in base alle precedenti
esperienze personali o da dati acquisiti
attraverso l’inferenza statistica e il calcolo
delle probabilità, si trova più spesso in
ambito economico o finanziario (p.37)
36. ottobre 2010 Università di Urbino - Sociologia - Fiducia e Emozioni - Ser36
Fiducia valoriale/emozionale
• Il carico emotivo, mette in opera una
fiducia valoriale che è influenzata dai
simboli, valori, affetti posseduti da una
persona
• Come abbiamo visto si tratta di una fiducia
forte da parte del concedente
• Ecco la necessità di comprendere meglio
la dimensione emotiva
37. ottobre 2010 Università di Urbino - Sociologia - Fiducia e Emozioni - Ser37
Distinguere le emozioni
dalle altre reazioni emotive
• Alcune di queste possono essere correttamente
identificate come RIFLESSI, per esempio:
– Una reazione di soprassalto in risposta ad un forte
rumore
• Altre come EMOZIONI, per esempio:
– La gioia
– La paura
• Altre ancora come STATI AFFETTIVI, per
esempio:
– Uno stato di umore depresso
38. ottobre 2010 Università di Urbino - Sociologia - Fiducia e Emozioni - Ser38
Le distinzioni di Paul Ekman
• Paul Ekman, propone una distinzione tra questi
fenomeni in base alla loro durata:
– I Riflessi, sono una reazione di durata brevissima
(frazioni di secondi) che l’individuo mette in atto in
risposta a degli stimoli improvvisi
– Gli Stati affettivi, ad es. un tono dell’umore depresso,
invece possono durare per giornate intere
– Le Emozioni propriamente dette, sono quelle che
compaiono rapidamente e che perdurano per un
tempo piuttosto breve, comunque dell’ordine dei
secondi
39. ottobre 2010 Università di Urbino - Sociologia - Fiducia e Emozioni - Ser39
Tassonomia delle emozioni
• Secondo Ekman abbiamo risposte
emozionali di:
– Gioia
– Sorpresa
– Paura
– Rabbia
– Disgusto
– Tristezza
40. ottobre 2010 Università di Urbino - Sociologia - Fiducia e Emozioni - Ser40
Le risposte emotive sono
risposte complesse
• Da una parte compaiono delle
manifestazioni emotive di tipo autonomico(1)
come:
– La sudorazione
– Il pallore / rossore
– Ritmo cardiaco (rallentato / accelerato)
– Respirazione (rallentata / accelerata)
(1) Autonomico = del sistema nervoso autonomo (sistema simpatico +
parasimpatico)
41. ottobre 2010 Università di Urbino - Sociologia - Fiducia e Emozioni - Ser41
Le risposte emotive sono
risposte complesse
• Dall’altra compaiono:
– Espressioni facciali
– Espressioni vocali-intonazionali
– Altre espressioni (postura, prossemica, gestualità,
mimica facciale)
42. ottobre 2010 Università di Urbino - Sociologia - Fiducia e Emozioni - Ser42
Espressioni facciali
– Espressioni facciali (mimica) ben caratterizzate e
comprensibili socialmente. Ad es.la gioia si traduce in
una espressione facciale ben comprensibile dagli altri
46. ottobre 2010 Università di Urbino - Sociologia - Fiducia e Emozioni - Ser46
• L’idea di Darwin era giusta: noi
utilizziamo in modo universale le
espressioni facciali per comunicare ad
altri le nostre emozioni
• E’ il controllo sociale che ci abitua a
mascherare le espressioni inopportune
con altre stereotipate
Le espressioni facciali sono universali
a meno di quelle controllate
socialmente
47. ottobre 2010 Università di Urbino - Sociologia - Fiducia e Emozioni - Ser47
Le altre funzioni delle espressioni facciali
• Il volto non trasmette solo stati
emozionali, ma anche:
– Trasmette informazioni relative ai processi
mentali (es. concentrazione, incertezza)
– Partecipa a produrre segnali
conversazionali
• mentre due persone dialogano fra loro si
producono un’infinità di segnali mimico-facciali
che hanno una funzione specifica sulla
regolazione e i sincronismi della conversazione
stessa
48. ottobre 2010 Università di Urbino - Sociologia - Fiducia e Emozioni - Ser48
• La mimica facciale è tanto più sviluppata
nelle specie che vivono in comunità
permanenti
• Tale sviluppo ha una funzione adattiva per
l’interazione sociale
Le altre funzioni delle espressioni facciali
49. ottobre 2010 Università di Urbino - Sociologia - Fiducia e Emozioni - Ser49
Il ruolo delle aree corticali
nelle emozioni
• Gazzanica (2000)
Emozioni
positive
Emisfero SX
Emozioni
negative
Emisfero DX
Lesioni
Reazioni
catastrofiche
lesioni
Indifferenza
inadeguata
50. ottobre 2010 Università di Urbino - Sociologia - Fiducia e Emozioni - Ser50
Lettura delle modalità del
ricordo / costruzione
Il risultato dell’osservazione di individui provenienti da culture ed
etnie diverse, ha consentito di individuare dei modelli di movimento
oculare in rapporto al processo del ricordo (Dilts, 1976,1977;
Grinder, DeLozier e Bandler, 1977; Bandler e Grinder, 1979; Dilts,
Grinder, Bandler e DeLozier, 1980):
SXDX
51. ottobre 2010 Università di Urbino - Sociologia - Fiducia e Emozioni - Ser51
Lettura delle modalità del
ricordo / costruzione
Occhi in alto a sinistra: visualizzazione emisfero non
dominante - esempio: immagine ricordata
Occhi in alto a destra: Visualizzazione emisfero
dominante - esempio: immagine costruita e fantasia visiva
Occhi di lato a sinistra: Processo auditivo dell'emisfero
non dominante - esempio: suoni ricordati, parole, ripetizioni
e distinzioni di tonalità
Occhi di lato a destra: Processo auditivo emisfero
dominante - esempio: suoni e parole costruite, ripetizioni
(es. filastrocche) o anche distinzioni di tonalità
Occhi in basso a sinistra: Dialogo interno
Occhi in basso a destra: Sensazioni, sia tattili che
viscerali
52. ottobre 2010 Università di Urbino - Sociologia - Fiducia e Emozioni - Ser52
strategie di comunicazione
emozionale
Le circostanze culturali attivanti (anche dette
“regole di esibizione”), interagiscono col
nostro programma espressivo neuro-
motorio dando luogo a strategie di
comunicazione emozionale:
– Intensificazione dell’emozione,
– Attenuazione,
– Neutralizzazione,
– Simulazione,
– Dissimulazione
53. ottobre 2010 Università di Urbino - Sociologia - Fiducia e Emozioni - Ser53
Esiti della comunicazione
interpersonale-emozionale
• Dalla qualità della nostra comunicazione
interpersonale linguistica, paralinguistica,
posturale, gestuale, mimico-facciale,
prossemica, con Alter dipende l’instaurarsi
del rapporto fiduciario su base
emozionale.
• La fiducia basata sulle emozioni è, come
sappiamo, una fiducia forte
54. ottobre 2010 Università di Urbino - Sociologia - Fiducia e Emozioni - Ser54
Esercitazione
• Individuare i tipi di fiducia presenti in due
cortometraggi della campagna
promozionale “PerFiducia” di Banca
Intesa-San Paolo (2009):
– “Stella” di Gabriele Salvatores
– “Il Premio” di Ermanno Olmi
55. ottobre 2010 Università di Urbino - Sociologia - Fiducia e Emozioni - Ser55
http://www.youtube.com/watch?v=zReSsTGjO7w
http://www.youtube.com/watch?v=2efufJ2UpQQ
56. ottobre 2010 Università di Urbino - Sociologia - Fiducia e Emozioni - Ser56
Esercitazione: il concetto di fiducia al
lavoro
• “Stella” vive verso “la pasticcera” un’
aspettativa di esperienze positive,
maturata in condizioni di incertezza ma
in presenza di rassicuranti credenze
personali di natura emotiva.
57. ottobre 2010 Università di Urbino - Sociologia - Fiducia e Emozioni - Ser57
• “la pasticcera” vive nei confronti di “Stella”
un’ aspettativa di esperienze positive,
maturata in condizioni di incertezza ma
in presenza di rassicuranti credenze
personali di natura cognitiva.
Esercitazione: il concetto di fiducia al
lavoro
58. ottobre 2010 Università di Urbino - Sociologia - Fiducia e Emozioni - Ser58
• “Stella” col suo vissuto profonde fiducia
generalizzata ed autoriflessiva;
• Il “dottore” profonde fiducia nei sistemi
esperti ed istituzionale;
• L’”assistente sociale” profonde fiducia
fondamentale e generalizzata.
Esercitazione: il concetto di fiducia al
lavoro
59. ottobre 2010 Università di Urbino - Sociologia - Fiducia e Emozioni - Ser59
http://www.youtube.com/watch?v=T7udFR289ZA
http://www.youtube.com/watch?v=YQNdho_nR8E&NR=1
60. ottobre 2010 Università di Urbino - Sociologia - Fiducia e Emozioni - Ser60
• Stefania Berselli e Maral Kinran, vivono
verso “il personaggio politico” un’
aspettativa di esperienze positive,
maturata in condizioni di incertezza ma
in presenza di rassicuranti credenze
personali di prevalente natura emotiva.
Esercitazione: il concetto di fiducia al
lavoro
61. ottobre 2010 Università di Urbino - Sociologia - Fiducia e Emozioni - Ser61
• “l’amico” vive verso “il politico” un’
aspettativa di esperienze positive,
maturata in condizioni di incertezza ma
in presenza di rassicuranti credenze
personali di prevalente natura cognitiva.
Esercitazione: il concetto di fiducia al
lavoro
62. ottobre 2010 Università di Urbino - Sociologia - Fiducia e Emozioni - Ser62
• Stefania e Maral testimoniano fiducia nei
sistemi esperti;
• “l’amico” esprime fiducia sistemica ed
istituzionale e ne palesa l’aspettativa;
• “il politico” profonde (diffusore) fiducia
istituzionale anche se si mostra all’inizio
diffidente e distaccato.
Esercitazione: il concetto di fiducia al
lavoro
63. ottobre 2010 Università di Urbino - Sociologia - Fiducia e Emozioni - Ser63
Esercitazione: il concetto di
cooperazione al lavoro
• La credenza dell’amico di dipendere dal politico
per realizzare lo scopo finale (finanziare il
bracciale), attiva in lui lo scopo che il politico
faccia un'azione concreta per la causa delle sue
amiche inventrici.
• Il fatto che il politico faccia realmente un’azione
determinante per la causa delle inventrici non è
tuttavia automatico: comporta che l’amico agisca
per disporlo ad agire in suo favore ossia che il
politico adotti il suo scopo finale. (p.64)
64. ottobre 2010 Università di Urbino - Sociologia - Fiducia e Emozioni - Ser64
Dopo una “piccola crisi” di fiducia istituzionale
l’aspettativa del gruppo è stata soddisfatta, il gruppo
ringrazia per la fiducia in loro riposta
L’amico ringrazia privatamente il
politico per aver adottato il suo
scopo (sodalizio tra diffusori)
Il politico è soddisfatto per aver
profuso fiducia istituzionale (il suo
scopo) ai giovani e adottato lo
scopo del gruppetto di giovani
65. ottobre 2010 Università di Urbino - Sociologia - Fiducia e Emozioni - Ser65
Quando scatta la
cooperazione?
• Durante l’esercitazione abbiamo visto due
casi in cui si innescano processi di
collaborazione a partire da una fiducia
emotiva o cognitiva
• Vediamo di capire cosa li produce e la
rilevanza che assumono i processi
cooperativi di natura cognitiva
66. ottobre 2010 Università di Urbino - Sociologia - Fiducia e Emozioni - Ser66
Teorie sulla cooperazione
interpersonale
• Cooperazione accidentale à la Bateson in
biologia (p.62)
• Cooperazione accidentale à la Axelrod:
“vivi e lascia vivere” (p.62)
• Cooperazione conservativa al ribasso per
mancanza di comunicazione (Gambetta),
il Dilemma del Prigioniero (p.59)
• Cooperazione su base cognitiva (Conte e
Castelfranchi)
67. ottobre 2010 Università di Urbino - Sociologia - Fiducia e Emozioni - Ser67
Cooperazione su base cognitiva
• Nel Modello cognitivo della fiducia di
Conte e Castelfranchi (1996), soltanto un
agente cognitivo può fidarsi di un altro
agente,
dove per agente cognitivo, si intende un
agente dotato di scopi e proprie credenze,
dove le azioni sono governate da scopi che
sono attivati dalle sue proprie credenze. p.63
68. ottobre 2010 Università di Urbino - Sociologia - Fiducia e Emozioni - Ser68
• In questa teoria l’azione sociale (p.67) è
rappresentata completamente e non solo
nei suoi aspetti strategici contingenti come
nel Dilemma del Prigioniero:
l’agente persegue i suoi scopi finali e per
realizzarli può decidere di dipendere da un
altro agente con il quale deve
necessariamente comunicare.
Cooperazione su base cognitiva
69. ottobre 2010 Università di Urbino - Sociologia - Fiducia e Emozioni - Ser69
Cooperazione interpersonale
• La credenza dell’agente di dipendere da un altro
agente per realizzare il suo scopo, attiva in lui un
nuovo scopo strumentale, ossia che Alter faccia
l'azione dalla quale dipende l’ottenimento del
suo scopo.
• Il fatto che Alter compia realmente la data
azione non è tuttavia automatico: il
“meccanismo coercitivo” comporta che il
concedente fiducia agisca verso Alter per
disporlo ad agire in suo favore, come?
Adottando a sua volta lo scopo del fiduciario.
(p.64)
70. ottobre 2010 Università di Urbino - Sociologia - Fiducia e Emozioni - Ser70
Cooperazione interpersonale
• L’adozione di scopi è dunque la chiave di volta
per mettere a frutto la fiducia nella cooperazione
tra persone. (p.73)
• Le forme di cooperazione possono a loro volta
essere:
– Deliberata (p.69), gli attori collaborano su scopi ultimi
palesi integrandosi orizzontalmente tra pari;
– Orchestrata (p.71) gli attori collaborano su obiettivi che
con conoscono completamente integrandosi solo
verticalmente col leader.
71. ottobre 2010 Università di Urbino - Sociologia - Fiducia e Emozioni - Ser71
Capitale sociale
• Secondo Putnam (1993) e Fukuyama (1996) la
produzione della fiducia rimanda a dinamiche
storiche di lungo periodo. (p.90)
• Viceversa, secondo altri autori, la fiducia è un
bene che può essere creato intenzionalmente e
razionalmente, ma questa posizione va incontro
a tutta una serie di difficoltà logiche perché
“sconta i limiti di ogni prospettiva fondata
esclusivamente sulla decisione individuale”.
72. ottobre 2010 Università di Urbino - Sociologia - Fiducia e Emozioni - Ser72
Capitale sociale
• “Per capitale sociale si intende […] una
struttura di relazioni tra persone,
relativamente durevole nel tempo, atta a
favorire la cooperazione e perciò a
produrre, come altre forme di capitale,
valori materiali e simbolici. Questa
struttura di relazioni consta di reti
fiduciarie formali ed informali che
stimolano la reciprocità e la
cooperazione.” (Mutti 1998)
73. ottobre 2010 Università di Urbino - Sociologia - Fiducia e Emozioni - Ser73
Capitale sociale
• queste relazioni sociali di un individuo
sono soggette ad accumularsi ma anche
a deteriorarsi e possono essere
considerate alla stessa stregua di altre
risorse soggette ad accumulo, come
quelle finanziarie, in particolare sotto il
profilo della loro “spendibilità”per
ottenere altri risultati. (p.87)
74. ottobre 2010 Università di Urbino - Sociologia - Fiducia e Emozioni - Ser74
Capitale sociale di tipo culturale
• Max Weber fa per primo un uso implicito del
concetto di capitale sociale. Il focus è sulle
origini e sui primi sviluppi del capitalismo liberale
ottocentesco. Nel suo famoso saggio, Le sette
protestanti e lo spirito del capitalismo si
riconoscono gli elementi essenziali del concetto
– si tratta di un reticolo di relazioni personali di natura
extra economica che fa leva sull'identità culturale,
valori, norme e sanzioni palesi di una comunità;
75. ottobre 2010 Università di Urbino - Sociologia - Fiducia e Emozioni - Ser75
Capitale sociale di tipo culturale
– la funzione delle reti è quella di far circolare
informazioni di controllo sulle qualità morali
dei soggetti capaci di indurre fiducia
interpersonale e ridurre i rischi di
opportunismo nelle transazioni (economiche)
che ne risultano incentivate;
– la fiducia interpersonale può facilitare la
circolazione di conoscenze non codificate,
legate alla produzione di beni e servizi, e
l’intrapresa in progetti rischiosi;
76. ottobre 2010 Università di Urbino - Sociologia - Fiducia e Emozioni - Ser76
Capitale sociale di tipo strutturale
• Per Coleman (1990), il capitale sociale si può
considerare come l'"insieme delle relazioni
sociali" di cui un soggetto individuale o collettivo
dispone in un determinato momento.
• Il capitale di relazioni sociali consiste in una
rete di comunicazione tra soggetti, singoli e
collettivi, che consente di mantenere "connessi"
tra loro individui più o meno vicini e familiari tra
loro (attraverso meccanismi di "passa parola", di
"adozione" e di "somma degli universi" delle
conoscenza e tra comunicanti). (p.93)
77. ottobre 2010 Università di Urbino - Sociologia - Fiducia e Emozioni - Ser77
• "Attraverso il capitale di relazioni si
rendono disponibili risorse cognitive
(informazioni) o normative (fiducia), che
permettono agli attori di realizzare obiettivi
che non sarebbero altrimenti raggiungibili,
o lo sarebbero a costi molto più alti".
• Al livello aggregato quello che conta è il
grado di diffusione delle reti di relazioni in
un dato contesto spaziale. (p.93)
Capitale sociale di tipo strutturale
78. ottobre 2010 Università di Urbino - Sociologia - Fiducia e Emozioni - Ser78
• La metafora dei geopiani
• Tecnologie che sposano questo modello
Linkedin, Facebook, Twitter, ecc.
Capitale sociale di tipo strutturale
79. ottobre 2010 Università di Urbino - Sociologia - Fiducia e Emozioni - Ser79
Riassumendo abbiamo trattato
• La differenza tra
pericolo e rischio
• La definizione
sociologica di fiducia
• Tipi di destinatari di
fiducia
• Diffusori di fiducia
• Casi di fiducia forte e
debole
• Emozioni e fiducia
• Due esempi in cui la
fiducia porta alla
cooperazione
• Definizione
sociologica di
cooperazione
• Capitale sociale
“strutturale” e
“culturale”
80. ottobre 2010 Università di Urbino - Sociologia - Fiducia e Emozioni - Ser80
Approfondimenti
in “Fiducia e cooperazione”, S.Rossi, Trieste 2008
• Le trappole della fiducia
• Sfiducia
• Diffusori di sfiducia
• L’influenza dell’ambiente nella cooperazione
• Esempi di cooperazione tra imprese del Made in
Italy
• Situazioni di capitale sociale “appropriabile”
81. ottobre 2010 Università di Urbino - Sociologia - Fiducia e Emozioni - Ser81
Bibliografia
:
Coleman, J.S., “Foundations of Social Theory”, Harward University Press, Cambridge,
1990
Conte, R. e Castelfranchi, C., “La società delle menti, azione cognitiva e azione sociale”,
Utet, Torino, 1996
Giddens, A., “Oltre la destra e la sinistra”, Il Mulino, Bologna, 1997; “Le conseguenze
della modernità”, Il Mulino, bologna,1994
Mutti, A., “Capitale sociale e sviluppo”, Il Mulino, Bologna, 1998; “I diffusori della fiducia”,
in Rassegna Italiana di Sociologia, n.4 1998, Bologna
Rossi, S., “Fiducia e cooperazione”, Edizioni Goliardiche, Trieste, 2008 - (testo di
riferimento)
Simmel, G., “Sociologia”, Utet, Torino, 1989
82. ottobre 2010 Università di Urbino - Sociologia - Fiducia e Emozioni - Ser82
Domande ?
Discussioni e approfondimenti sul gruppo Facebook:
“Fiducia e cooperazione – Il libro di Sergio Rossi”
e-mail:sr.sergiorossi@gmail.com
Grazie per l’attenzione e… per la fiducia!