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PERSONALE SCOLASTICO
FORMAZIONE SUI TEMI DELLA SICUREZZA
RISCHI PSICOSOCIALI E
STRESS LAVORO-CORRELATO
Ai sensi del D.Lgs. 81/08 – art. 37 – comma 1, lettera b)
A CURA DEL SERVIZIO DI
PREVENZIONE E PROTEZIONE
INTRODUZIONE ALL’ARGOMENTO
L’insieme delle variabili organizzative,
gestionali, ambientali e relazionali
che possono causare un danno
psicologico, sociale o fisico alle persone
(Cox & Rial-Gonzales, 2002)
…nonché determinare effetti negativi
in termini di efficienza e di immagine
a livello organizzativo, economico, sociale
e ambientale
(De Carlo, Falco & Siragusa, 2008)
I RISCHI PSICOSOCIALI
a) Contesto del lavoro
Funzione e cultura organizzativa
Ruolo nell’organizzazione
Sviluppo di carriera
Modalità di presa di decisione, stili di gestione e di controllo
Relazioni interpersonali
Mobilità e trasferimenti
Equilibrio tra lavoro e vita privata.
b) Contenuto del lavoro
Tipo di compito
Carico, ritmi e orari di lavoro
Caratteristiche
del lavoro
Rumorosità
Vibrazioni
Variazioni di temperatura, ventilazione, umidità
Carenze nell’igiene ambientale
Aspetti
ambientali
FATTORI DI RISCHIO PSICOSOCIALE
MOBBING
BURNOUT
STRESS
EFFETTI DEI RISCHI PSICOSOCIALI
LO STRESS
Lo stress dovuto al lavoro può essere definito come
un insieme di reazioni fisiche ed emotive dannose che si manifesta
quando le richieste poste dal lavoro non sono commisurate alle capacità,
risorse o esigenze del lavoratore. Lo stress connesso al lavoro può influire
negativamente sulle condizioni di salute e provocare persino infortuni
(NIOSH, Stress at work, 1999)
La reazione emotiva, cognitiva, comportamentale e fisiologica ad aspetti
avversi e nocivi del contenuto, dell'ambiente e della organizzazione del lavoro.
È uno stato caratterizzato da livelli elevati di eccitazione e ansia, spesso
accompagnati da senso di inadeguatezza.
(Commissione Europea, Guida allo stress legato all’attività lavorativa, 1999)
Lo stress, potenzialmente, può colpire in qualunque luogo di lavoro
e qualunque lavoratore, a prescindere dalla dimensione dell’azienda,
dal campo di attività, dal tipo di contratto o di rapporto di lavoro.
(Accordo Europeo sullo stress sul lavoro 8 ottobre 2004)
STRESS - Definizione
fase di
ALLARME
fase di
RESISTENZA
fase di
ESAURIMENTO
stato
normaleSHOCKSHOCKSHOCKSHOCK
CONTROSHOCK
L’individuo è normalmente in grado di sostenere una esposizione di breve
durata alla tensione, che può essere considerata positiva, ma ha maggiori
difficoltà a sostenere una esposizione prolungata ad una pressione intensa
STRESS - FASI
Dati forniti dall’Agenzia Europea per la Sicurezza e la Salute sul Lavoro (Bilbao)
sono 40 milioni i lavoratori che ogni anno accusano
disturbi correlabili allo stress
il conseguente costo sociale ammonta a 20 miliardi di euro
il 50% di questi lavoratori ritiene che la causa principale
sia la pressione temporale (troppo da fare in poco tempo)
oltre il 30% ritiene che la causa principale
sia il mancato controllo sul compito
il 23% attribuisce allo stress frequenti sintomi di stanchezza
generalizzata (senza causa apparente e ancor prima di iniziare
la giornata lavorativa)
Nell’Unione Europea, lo stress legato all’attività lavorativa è
il secondo problema di salute più comune nel mondo del lavoro,
dopo i dolori alla schiena, che colpisce quasi un lavoratore su tre.
STRESS - DIFFUSIONE
Regione del Veneto - C.R.R.E.O. (Centro Regionale di Riferimento per Ergonomia Occupazionale
Indagine sulle condizioni di salute
e di lavoro di lavoratori italiani
(Fondazione Europea di Dublino, 2006)
Stress 27%
Mal di schiena 24%
Fatica complessiva 24%
Dolori muscolari 23%
Mal di testa 17%
STRESS - DIFFUSIONE
0
5
10
15
20
25
30
stressm
aldischiena
affaticam
ento
generale
doloriartisuperiorim
alditestaproblem
idivista
ansia
doloriartiinferiori
irritabilitàproblem
idiudito
altri
Percezione dei rischi professionali
in 5.000 lavoratori del Veneto (%)
STRESS - DIFFUSIONE
STRESS - EFFETTI
Il senso di frustrazione indotto dal vissuto di incapacità e l’impossibilità della fuga
da una condizione frustrante generano una condizione di stress che si manifesta
inizialmente con sintomi d’ansia, successivamente con lo sviluppo di una condizione
depressiva (secondo le tre fasi indicate modello psicopatologico dello stress).
COMPONENTI SOGGETTIVE DELL’ESPERIENZA DI STRESS
MOTIVAZIONI
PERSONALI
OBIETTIVI
PERSONALI
QUALIFICA/
MANSIONI
OBIETTIVI
DI LAVORO
ALIENAZIONE
E PERDITA
DI AUTONOMIA
CONTRATTUALITÀ
SOCIALE E
CONDIVISIONE ETICA
VISSUTO
DI
INADEGUATEZZA
(Pappone, Natullo, Del Castello, 2003)
INDIVIDUO
Sintomi individuali
Aumento della pressione
sanguigna
Stato di depressione
Bere in modo eccessivo
Irritabilità
Sintomi organizzativi
Elevata percentuale
di assenteismo
Elevato turn over
Difficoltà relazioni
aziendali
Controlli qualità scadenti
Disfunzioni
fisiologiche
Disturbi
psicologici e
comportamentali
Scioperi
Malattie
professionali
Infortuni
Apatia
Malattie somatiche
Malattie
“organizzative”
Modello di Cooper (1976)
STRESS – MODELLO DI DINAMICA
Tipologia
di lavoro
Ruolo
dell’organizzazione
Rapporti sul
lavoro
Evoluzione
della carriera
Clima e struttura
organizzativa
Interfaccia
casa-lavoro
STRESS – FATTORI DI RISCHIO
Organizzazione e processi di lavoro
(pianificazione dell’orario di lavoro,
grado di autonomia, grado di coincidenza
tra esigenze imposte dal lavoro e
capacità/conoscenze dei lavoratori,
carico di lavoro, ecc.)
Condizioni e ambiente di lavoro
(esposizione ad un comportamento
illecito, al rumore, al calore, a sostanze
pericolose, ecc.)
La comunicazione
(incertezza circa le aspettative riguardo
al lavoro, prospettive di occupazione,
un futuro cambiamento, ecc.)
Fattori soggettivi
(pressioni emotive e sociali, sensazione
di non poter far fronte alla situazione,
percezione di una mancanza di aiuto, ...)
FATTORI OGGETTIVI FATTORI SOGGETTIVI
Percezione soggettiva di stress
(distress psichico)
Manifestazioni emotive
(ansia, tensione, irritabilità,
Insicurezza ...)
Manifestazioni cognitive
(difficoltà di concentrazione,
scarsa memoria …)
Comportamenti disfunzionali
(abuso di alcol, tabagismo,
farmaci …)
Comportamenti sintomatici
di stress
(aggressività, fuga, Isolamento …)
IL BURNOUT
BURNOUT MOBBING
FORME “ESTREME” DI DISAGIO NEGLI AMBIENTI DI LAVORO
Colpisce le “professioni d'aiuto”: infermieri,
medici, insegnanti, assistenti sociali, poliziotti,
operatori di ospedali psichiatrici
Forma particolare
di stress
lavorativo,
che fa sentire
chi ne è colpito
senza via d'uscita,
“bruciato”,
“consumato
dal proprio lavoro”
BURNOUT
STRESS
LAVORATIVO
Richieste
Risorse
disponibili
ESAURIMENTO
Fatica
Tensione
Irritazione
CONCLUSIONE
DIFENSIVA
Distacco
emotivo
Ritiro
Cinismo
Rigidità
BURNOUT – PROCESSO DI SVILUPPO
Caratteristiche della personalità
(idealismo, ansia nevrotica, competizione,
rigidità, introversione)
Aspettative professionali
Stress non professionale
Discrepanza tra ruolo e capacità
e/o sovraccarico lavorativo
Inadeguatezza retribuzione, difficoltà carriera,
mancanza di autonomia decisionale
Clima relazionale dell’organizzazione
(mancanza confronto, conflittualità, rapporti
di sfiducia, discrepanza tra obiettivi
dei superiori e degli operatori)
Aspetti soggettivi
Organizzazione del lavoro
BURNOUT – DETERMINANTI
Sintomi somatici: senso di stanchezza
ed esaurimento, tachicardia, cefalee,
nausea, insonnia, ecc.
Sintomi psicologici: depressione,
bassa stima di sé, senso di colpa,
sensazione di fallimento, rabbia
e risentimento, alta resistenza
ad andare al lavoro ogni giorno,
indifferenza, negativismo, isolamento,
sospetto e paranoia, rigidità di pensiero
e resistenza al cambiamento, cinismo,
atteggiamento colpevolizzante
nei confronti degli utenti
Frequente abuso di alcool o di farmaci.
Esaurimento emotivo
sensazione di essere svuotato
e annullato dal proprio lavoro
Ridotta realizzazione personale
percezione della propria
inadeguatezza al lavoro,
e sentimento di insuccesso
nel proprio lavoro
BURNOUT – SINTOMI
Spersonalizzazione
atteggiamento di allontanamento
e di rifiuto nei confronti degli utenti
IL CASO PARTICOLARE DEL
BURNOUT TRA GLI INSEGNANTI
NOTE DAL VOLUME SCUOLA DI FOLLIA
DI V. LODOLO D’ORIA
IL LIBRO E IL SUO CURATORE
Vittorio Lodolo D’Oria
(a cura di)
Scuola di follia
Armando Editore – 2005
24 €
Il dr. Lodolo D’Oria è un ematologo ed esperto in
comunicazione e marketing in sanità, si occupa dal 1998
del disagio mentale degli insegnanti, soprattutto nel
campo della prevenzione, dell’orientamento alla cura e
della gestione sociale del paziente.
IL LIBRO E IL SUO CURATORE
Dal 1992 è membro del Collegio Medico dell’ASL Città di
Milano, per il riconoscimento dell’inabilità al lavoro per
causa di salute. Sulla malattia psichiatrica di origine
professionale ha pubblicato in precedenza due importanti
studi: Getsemani (2002) e Golgota (2004).
Nell’ambito del progetto OCSE 2002-2004, è stato
consulente del MIUR per la stesura del rapporto sulla
salute degli insegnanti italiani.
DALL’INTRODUZIONE AL VOLUME
La famiglia educa sempre meno e delega sempre più la scuola:
cioè gli insegnanti. I genitori riconoscono la difficoltà e la
fatica del proprio essere educatori, ma la negano ai precettori
dei propri figli. Tuttavia il vero paradosso consiste nel fatto
che gli stessi insegnanti, prime vittime degli stereotipi
circolanti, non sanno che il loro mestiere comporta il
logoramento psicofisico.
Di fatto chi educa e insegna spende, nel bene o nel male, un
mare di energie e di conseguenza, a seconda delle risorse
personali e delle capacità di gestirle, ciascuno può andare
dapprima incontro a situazioni di stress, ed in seguito,
passando attraverso il burnout, scivolare nella psicopatologia.
L’IMMAGINE DELLA PIRAMIDE
BURNOUT
SANI E (FORSE) SODDISFATTI
(ANCHE SE AFFATICATI)
PSICOPATOLOGIA
FRANCA
DALL’INTRODUZIONE AL VOLUME
Tra i dipendenti pubblici che chiedono l’inabilità al lavoro
per motivi di salute, gli insegnanti risultano essere i più affetti
da patologia psichiatrica: addirittura uno su due.
Ci sono voluti quasi sei anni, dal 1992, e alcune centinaia di
casi per trasformare l’ironia del Collegio Medico dell’ASL
milanese in dubbio. Ma se lavorano mezza giornata e fanno
tre-quattro mesi di vacanza all’anno, perché così tanti casi
psichiatrici tra loro?
E se la situazione è tanto grave – ci si chiede – perché le
istituzioni, il Governo, i sindacati e soprattutto la comunità
scientifica non se ne occupano?
DALL’INTRODUZIONE AL VOLUME
Origine di tutto è sempre un insegnante in difficoltà al quale,
invece di aiuti e cure, vengono comminate sanzioni e
provvedimenti disciplinari, trascinando in questo modo le
lunghe e penose storie a detrimento di tutti. Sicché il
malcapitato docente vede aggravarsi nel tempo la propria
patologia mentre l’utenza combatte impotente i disservizi.
I dirigenti scolastici si barcamenano tra improvvidi
trasferimenti per incompatibilità ambientale […] e la
formulazione di ipotesi diagnostiche alla stregua di veri e
propri psichiatri, per giustificare la richiesta di visita medica
per inabilità al lavoro.
DALL’INTRODUZIONE AL VOLUME
Non è dato di sapere quanto incidano le strutture e
l’organizzazione scolastica sulla nascita del disagio, ma è
indubbio che si ritrovino a ricoprire un ruolo importante.
Scrivere l’epilogo della storia spetta poi al Collegio Medico
dell’ASL competente, che, schiacciato tra l’ignoranza in
materia di disagio mentale degli insegnanti e il compito
istituzionale (non terapeutico, ma volto esclusivamente ad
accertare l’idoneità al lavoro dell’individuo), assume assai
spesso un provvedimento pilatesco, per tutelare il posto di
lavoro del docente.
STUDIO GOLGOTA - DATI E RISULTATI
Il campione studiato è di 3.447 persone, di
cui
- 774 insegnanti
- 651 impiegati
- 1.556 operai
- 466 sanitari
Il campione delle 3.447
persone è composto da
- 2.407 femmine
- 1.040 maschi Con età media di 46 anni
STUDIO GOLGOTA - DATI E RISULTATI
Prevalenza di patologie psichiatriche
nei diversi gruppi professionali
49,8
37,6
16,9
28,3
0,0
10,0
20,0
30,0
40,0
50,0
60,0
Insegnanti Impiegati Operai Sanitari
[%]
STUDIO GOLGOTA - DATI E RISULTATI
Distribuzione delle principali patologie
diagnosticate agli insegnanti
5,8
12,7
14,2
49,8
0,0
10,0
20,0
30,0
40,0
50,0
60,0
Laringopatie Osteopatie Neoplasie Psicopatie
[%]
Tra le 20 categorie previste, sono state evidenziate solo quelle con valori >
5%. Per quanto riguarda le psicopatie, non c’è differenza tra maschi (50,3%)
e femmine (49,7%)
STUDIO GOLGOTA - DATI E RISULTATI
Distribuzione delle diagnosi di psicopatologie
tra i diversi ordini e gradi scolastici
46,6
52,0 51,8
48,4
43,0
44,0
45,0
46,0
47,0
48,0
49,0
50,0
51,0
52,0
53,0
Materne Elementari Medie inf. Superiori
[%]
STUDIO GOLGOTA - DATI E RISULTATI
Provvedimenti del Collegio Medico a carico degli
insegnanti per patologie psichiatriche
8,8
27,6
53,1
0,5
9,9
0,0 10,0 20,0 30,0 40,0 50,0 60,0
Idoneo alla mansione
Temp. non idoneo alla
mansione
Non idoneo alla
mansione
Temp. inabile al lavoro
Inabile al lavoro
[%]
STUDIO GOLGOTA - DATI E RISULTATI
• La situazione rilevata vede la categoria dei docenti
particolarmente esposta al rischio di sviluppare patologie
psichiatriche, oltre alle ormai riconosciute laringopatie
• L’Analisi effettuata sembrerebbe escludere, come elementi
di confondimento, sia l’età che il sesso, facendo ricadere per
intero l’esito dei risultati dello studio sull’attività
professionale esercitata
IN SINTESI
ALCUNI TRATTI CARATTERISTICI
(dell’insegnante a rischio)
• ANZIANITA’ DI SERVIZIO (superiore ai 20 anni, “quasi
a testimoniare lo stretto legame tra usura psicofisica e
insegnamento”)
• AGGRESSIVITA’ (verso colleghi, studenti, genitori e
dirigente)
• MANIA DI PERSECUZIONE (effetto di mobbing riflesso)
• TRASFERIMENTI FREQUENTI
• ASSENZE (con frequenza crescente, per numero e
quantità, con l’aggravarsi del quadro psicopatologico)
• ACCANIMENTO VERSO EVENTUALI STUDENTI
DISABILI
IDENTIKIT DELL’INSEGNANTE A RISCHIO
Ha bassa autostima, è costantemente preoccupato e si
sente incompreso. Tende ad isolarsi, possiede una vita
privata povera di stimoli, manifesta comportamenti
ossessivo-compulsivi, a loro volta dettati da un
perfezionismo esasperato. E’ tipicamente ansioso,
nevrotico, impulsivo, litigioso, ambizioso, incapace a
mediare, aggressivo, ostile, idealista e con una forte
componente onirica, che lo sgancia dalla realtà.
AZIONI DI PREVENZIONE
(interventi individuali)
La strada maestra è quella dell’AUTOANALISI (sorretta
dalla condivisione dei problemi con amici o persone fidate).
L’autoanalisi passa attraverso l’attenzione a segni e a
sintomi:
SOMATIZZAZIONI (stanchezza cronica, insonnia, cefalea,
gastrite e colite le più frequenti)
PERCEZIONI (senso di rabbia, fallimento, colpa o
vergogna, incapacità a gestire il quotidiano, crisi di panico o
di ansia, diffidenza, fobie, facilità al pianto, scoppi ed accessi
d’ira, senso di mobbing)
L’analisi del collega-amico passa attraverso l’attenzione ai
seguenti atteggiamenti:
• trasandatezza nella cura personale
• trascuratezza nello svolgere il proprio ruolo
• repentini cambi d’umore (disforia)
• sentirsi spiato/osservato
• apatia, assenteismo, evitamento degli impegni
• ossessioni e pessimismo cronico
• frequenti stravaganze
• rivendicazioni e lamentele
• frequente ricorso all’autorità istituzionale
AZIONI DI PREVENZIONE
(interventi individuali)
INTERVENTI ISTITUZIONALI
• Valutazione e gestione dei rischi da stress lavoro-
correlato
• Formazione degli insegnanti (contenuti minimi:
conoscenza del rischio di burnout e dei suoi segnali
premonitori, gestione delle proprie energie,
autovalutazione delle proprie condizioni psicofisiche e
gestione dei conflitti)
• Formazione dei dirigenti (contenuti minimi: come
riconoscere e gestire i casi complessi)
Nel caso di buona salute dell’organizzazione
scolastica servono solo interventi di prevenzione
Creazione di strutture psicologiche di ascolto,
informazione, condivisione e councelling, con l’obiettivo di
evitare all’insegnante in difficoltà quei sentimenti di
vergogna e di isolamento, tipici dell’individuo che si trova
ad attraversare questa fase transitoria.
INTERVENTI ISTITUZIONALI
Nel caso di burnout
Individuare, intercettare e curare, con l’obiettivo della
guarigione per il reinserimento lavorativo e sociale
INTERVENTI ISTITUZIONALI
Nel caso di patologia franca
IL BENESSERE ORGANIZZATIVO
E RISCHI DA STRESS LAVORO-CORRELATO
IL BENESSERE ORGANIZZATIVO
il Benessere Organizzativo è…
La capacità di un’organizzazione di promuovere
e mantenere il benessere fisico, psicologico
e sociale dei lavoratori
Un costrutto multidimensionale,
determinato e influenzato da diversi fattori,
sia a livello individuale e di gruppo,
sia organizzativo
Caratteristiche
dei compiti
Utilità sociale
Chiarezza
obiettivi
Informazioni
Sicurezza
Relazioni
interpersonali
Operatività
Comfort
ambientale
Equità
Ascolto
Valorizzazione
Apertura
all’innovazione
Conflittualità
Fattori di stress
FATTORI
DELL’ORGANIZZAZIONE
14.
1. 2. 3.
4.
13.
12.
11.
10.
9.
8.
5.
6.
7.
i fattori dell’organizzazione*
* Secondo il questionario “CantieriPA” del Ministero della Funzione Pubblica, 2002
IL BENESSERE ORGANIZZATIVO
Le amministrazioni sono invitate a valutare
e migliorare il benessere all’interno della
propria organizzazione per […] prevenire i
rischi psico-sociali di cui al D.Lgs 626/94
L’amministrazione tiene sotto controllo i
livelli percepiti di fatica fisica e mentale,
nonché di stress.
Misure finalizzate al miglioramento
del benessere organizzativo
nelle P.A.
DIRETTIVA 24/3/2004
Disturbi psichici da costrittività
organizzativa sul lavoro. Rischio tutelato
e diagnosi di malattia professionale.
Circolare n. 71 del 17/12/2003
I disturbi psichici possono essere
considerati di origine professionale solo se
sono causati, o concausati in modo
prevalente, da specifiche e particolari
condizioni dell’attività e della
organizzazione del lavoro.
Tali condizioni ricorrono esclusivamente
in presenza di situazioni di incongruenza
delle scelte in ambito organizzativo,
situazioni definibili con l’espressione
“costrittività organizzativa”.
COSTRITTIVITÀ ORGANIZZATIVA
Marginalizzazione dalla attività lavorativa
Svuotamento delle mansioni
Mancata assegnazione dei compiti lavorativi,
con inattività forzata
Mancata assegnazione degli strumenti di lavoro
Ripetuti trasferimenti ingiustificati
Prolungata attribuzione di compiti dequalificanti
rispetto al profilo professionale
Prolungata attribuzione di compiti esorbitanti o eccessivi anche
in relazione a eventuali condizioni di handicap psico-fisici
Impedimento sistematico e strutturale all’accesso a notizie
Inadeguatezza strutturale e sistematica delle informazioni
inerenti l’ordinaria attività di lavoro
Esclusione reiterata del lavoratore rispetto ad iniziative
formative, di riqualificazione e aggiornamento professionale
Esercizio esasperato ed eccessivo di forme di controllo
1
2
3
4
5
6
7
8
9
10
11
Art. 28 (Comma 1)
La valutazione di cui all’articolo 17, comma 1, lettera a),
anche nella scelta delle attrezzature di lavoro e delle sostanze
o dei preparati chimici impiegati, nonché nella sistemazione
dei luoghi di lavoro, deve riguardare tutti i rischi per la sicurezza
e la salute dei lavoratori, ivi compresi quelli riguardanti gruppi
di lavoratori esposti a rischi particolari, tra cui anche quelli collegati
allo stress lavoro-correlato, secondo i contenuti dell’Accordo
Europeo dell’8 ottobre 2004, […]
RISCHI DA STRESS LAVORO-CORRELATO
VALUTAZIONE
Decreto Legislativo n. 81/08
AGGIORNAMENTO VALUTAZIONE
Art. 29 (Comma 3)
La valutazione e il documento di cui al comma 1 debbono essere
rielaborati, nel rispetto delle modalità di cui ai commi 1 e 2:
in occasione di modifiche del processo produttivo o
dell'organizzazione del lavoro, significative ai fini della salute e della
sicurezza dei lavoratori,
in relazione al grado di evoluzione della tecnica, della
prevenzione e della protezione o a seguito di infortuni significativi
quando i risultati della sorveglianza sanitaria ne evidenzino la
necessità. A seguito di tale rielaborazione, le misure di
prevenzione debbono essere aggiornate.
Decreto Legislativo n. 81/08
RISCHI DA STRESS LAVORO-CORRELATO
Un alto assenteismo
o un’elevata rotazione
del personale
Conflitti interpersonali
Lamentele frequenti
da parte dei lavoratori
Problemi disciplinari
Violenze sul luogo
di lavoro
INDAGINE SU 5 AREE
DATI OGGETTIVI
CONDIZIONI AMBIENTALI
CONTESTO DEL LAVORO
CONTENUTO DEL LAVORO
FATTORI SOGGETTIVI
OGGETTO DELLA VALUTAZIONE
RISCHI DA STRESS LAVORO-CORRELATO
“Affrontare la questione dello stress
lavoro-correlato può condurre ad una
maggiore efficienza e ad un
miglioramento della salute e sicurezza dei
lavoratori, con conseguenti benefici
economici e sociali per imprese,
lavoratori e società nel suo complesso”
PREVENZIONE
RISCHI DA STRESS LAVORO-CORRELATO
[Accordo interconfederale per il recepimento dell’accordo quadro europeo
sullo stress lavoro-correlato]
AZIONI DI MIGLIORAMENTO
( Accordo Europeo 08/10/04 )
MISURE DI GESTIONE E COMUNICAZIONE
chiarire gli obiettivi aziendali e il ruolo di ciascun lavoratore,
assicurare un sostegno adeguato da parte della direzione ai
singoli individui e ai team di lavoro,
portare a coerenza responsabilità e controllo sul lavoro,
migliorare l’organizzazione, i processi, le condizioni e
l’ambiente di lavoro
FORMAZIONE DEI DIRIGENTI E DEI LAVORATORI
INFORMAZIONE E CONSULTAZIONE DEI LAVORATORI
RISCHI DA STRESS LAVORO-CORRELATO
RISCHI DA STRESS LAVORO-CORRELATO NELLA SCUOLA
Un contesto lavorativo caratterizzato da
un’organizzazione carente o addirittura
inadeguata, incapace di tutelare e di
valorizzare il capitale umano a
disposizione, non può favorire la crescita
dell’istituzione scolastica in termini di:
- qualità dell’offerta formativa
- coerenza dei messaggi educativi
- sviluppo e ricerca didattica
- iniziative ed attività di ampliamento dell’offerta formativa
- iniziative di apertura al territorio e alle scuole viciniore
ANALISI INDICATORI OGGETTIVI
INDAGINE SOGGETTIVA
Rischio basso
Questionario
VALUTAZIONE-GESTIONE
RISCHI DA STRESS LAVORO-CORRELATO NELLA SCUOLA
Rischio medio Rischio alto
AZIONI DI
MIGLIORAMENTO
Aspetti legati al contenuto del lavoro
Lavoro sommersoElevato impegno mentale
Difficoltà di gestione
della classe
Ambiente e strumenti
di lavoro
Fattori
di rischio
emersi
dai focus
group
Valutazione:
Indagine
soggettiva
docenti
4 focus group
organizzati dalla Rete di
scuole per la sicurezza
di TV (35 persone,
docenti, RSPP, DS, dei
diversi gradi di scuola)
RISCHI DA STRESS LAVORO-CORRELATO NELLA SCUOLA
Aspetti legati al contesto del lavoro
Comunicazione e relazioni
interpersonali
Scarso riconoscimento da parte del
dirigente
Difficoltà relazionali tra docenti
Pressioni delle famiglie e scarsa
collaborazione alle attività educative
Aumento degli studenti stranieri
o con handicap e conseguente
difficoltà di gestione della classe
Evoluzione della carriera
Scarso riconoscimento sociale
attribuito al ruolo dell’insegnante
Scarse o nulle possibilità
di avanzamento di carriera
Scarsa retribuzione
Insoddisfacente riconoscimento
dell’impegno e valore professionale
del docente da parte di altri
Precarietà del posto di lavoro
Ruolo del docente nella scuola
Sovraccarico di ruoli nei confronti
dell’allievo e dell’organizzazione
scolastica
Eccessive responsabilità
Necessità di ridefinire un ruolo
modificato da continue riforme
scolastiche
Funzione e cultura organizzativa
Difficoltà di confronto
tra i diversi attori della scuola
Assenza di chiarezza e condivisione
degli obiettivi dell’Istituto
Assenza di strumenti e metodologie
per fronteggiare i problemi
Difficoltà nell’organizzazione
di tempi e metodi di lavoro
Scarso controllo sul proprio lavoro
Fattori
di rischio
emersi
dai focus
group
Valutazione:
Indagine
soggettiva
docenti
RISCHI DA STRESS LAVORO-CORRELATO NELLA SCUOLA

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  • 1. PERSONALE SCOLASTICO FORMAZIONE SUI TEMI DELLA SICUREZZA RISCHI PSICOSOCIALI E STRESS LAVORO-CORRELATO Ai sensi del D.Lgs. 81/08 – art. 37 – comma 1, lettera b) A CURA DEL SERVIZIO DI PREVENZIONE E PROTEZIONE
  • 3. L’insieme delle variabili organizzative, gestionali, ambientali e relazionali che possono causare un danno psicologico, sociale o fisico alle persone (Cox & Rial-Gonzales, 2002) …nonché determinare effetti negativi in termini di efficienza e di immagine a livello organizzativo, economico, sociale e ambientale (De Carlo, Falco & Siragusa, 2008) I RISCHI PSICOSOCIALI
  • 4. a) Contesto del lavoro Funzione e cultura organizzativa Ruolo nell’organizzazione Sviluppo di carriera Modalità di presa di decisione, stili di gestione e di controllo Relazioni interpersonali Mobilità e trasferimenti Equilibrio tra lavoro e vita privata. b) Contenuto del lavoro Tipo di compito Carico, ritmi e orari di lavoro Caratteristiche del lavoro Rumorosità Vibrazioni Variazioni di temperatura, ventilazione, umidità Carenze nell’igiene ambientale Aspetti ambientali FATTORI DI RISCHIO PSICOSOCIALE
  • 7. Lo stress dovuto al lavoro può essere definito come un insieme di reazioni fisiche ed emotive dannose che si manifesta quando le richieste poste dal lavoro non sono commisurate alle capacità, risorse o esigenze del lavoratore. Lo stress connesso al lavoro può influire negativamente sulle condizioni di salute e provocare persino infortuni (NIOSH, Stress at work, 1999) La reazione emotiva, cognitiva, comportamentale e fisiologica ad aspetti avversi e nocivi del contenuto, dell'ambiente e della organizzazione del lavoro. È uno stato caratterizzato da livelli elevati di eccitazione e ansia, spesso accompagnati da senso di inadeguatezza. (Commissione Europea, Guida allo stress legato all’attività lavorativa, 1999) Lo stress, potenzialmente, può colpire in qualunque luogo di lavoro e qualunque lavoratore, a prescindere dalla dimensione dell’azienda, dal campo di attività, dal tipo di contratto o di rapporto di lavoro. (Accordo Europeo sullo stress sul lavoro 8 ottobre 2004) STRESS - Definizione
  • 8. fase di ALLARME fase di RESISTENZA fase di ESAURIMENTO stato normaleSHOCKSHOCKSHOCKSHOCK CONTROSHOCK L’individuo è normalmente in grado di sostenere una esposizione di breve durata alla tensione, che può essere considerata positiva, ma ha maggiori difficoltà a sostenere una esposizione prolungata ad una pressione intensa STRESS - FASI
  • 9. Dati forniti dall’Agenzia Europea per la Sicurezza e la Salute sul Lavoro (Bilbao) sono 40 milioni i lavoratori che ogni anno accusano disturbi correlabili allo stress il conseguente costo sociale ammonta a 20 miliardi di euro il 50% di questi lavoratori ritiene che la causa principale sia la pressione temporale (troppo da fare in poco tempo) oltre il 30% ritiene che la causa principale sia il mancato controllo sul compito il 23% attribuisce allo stress frequenti sintomi di stanchezza generalizzata (senza causa apparente e ancor prima di iniziare la giornata lavorativa) Nell’Unione Europea, lo stress legato all’attività lavorativa è il secondo problema di salute più comune nel mondo del lavoro, dopo i dolori alla schiena, che colpisce quasi un lavoratore su tre. STRESS - DIFFUSIONE Regione del Veneto - C.R.R.E.O. (Centro Regionale di Riferimento per Ergonomia Occupazionale
  • 10. Indagine sulle condizioni di salute e di lavoro di lavoratori italiani (Fondazione Europea di Dublino, 2006) Stress 27% Mal di schiena 24% Fatica complessiva 24% Dolori muscolari 23% Mal di testa 17% STRESS - DIFFUSIONE
  • 12. STRESS - EFFETTI Il senso di frustrazione indotto dal vissuto di incapacità e l’impossibilità della fuga da una condizione frustrante generano una condizione di stress che si manifesta inizialmente con sintomi d’ansia, successivamente con lo sviluppo di una condizione depressiva (secondo le tre fasi indicate modello psicopatologico dello stress). COMPONENTI SOGGETTIVE DELL’ESPERIENZA DI STRESS MOTIVAZIONI PERSONALI OBIETTIVI PERSONALI QUALIFICA/ MANSIONI OBIETTIVI DI LAVORO ALIENAZIONE E PERDITA DI AUTONOMIA CONTRATTUALITÀ SOCIALE E CONDIVISIONE ETICA VISSUTO DI INADEGUATEZZA (Pappone, Natullo, Del Castello, 2003)
  • 13. INDIVIDUO Sintomi individuali Aumento della pressione sanguigna Stato di depressione Bere in modo eccessivo Irritabilità Sintomi organizzativi Elevata percentuale di assenteismo Elevato turn over Difficoltà relazioni aziendali Controlli qualità scadenti Disfunzioni fisiologiche Disturbi psicologici e comportamentali Scioperi Malattie professionali Infortuni Apatia Malattie somatiche Malattie “organizzative” Modello di Cooper (1976) STRESS – MODELLO DI DINAMICA Tipologia di lavoro Ruolo dell’organizzazione Rapporti sul lavoro Evoluzione della carriera Clima e struttura organizzativa Interfaccia casa-lavoro
  • 14. STRESS – FATTORI DI RISCHIO Organizzazione e processi di lavoro (pianificazione dell’orario di lavoro, grado di autonomia, grado di coincidenza tra esigenze imposte dal lavoro e capacità/conoscenze dei lavoratori, carico di lavoro, ecc.) Condizioni e ambiente di lavoro (esposizione ad un comportamento illecito, al rumore, al calore, a sostanze pericolose, ecc.) La comunicazione (incertezza circa le aspettative riguardo al lavoro, prospettive di occupazione, un futuro cambiamento, ecc.) Fattori soggettivi (pressioni emotive e sociali, sensazione di non poter far fronte alla situazione, percezione di una mancanza di aiuto, ...) FATTORI OGGETTIVI FATTORI SOGGETTIVI Percezione soggettiva di stress (distress psichico) Manifestazioni emotive (ansia, tensione, irritabilità, Insicurezza ...) Manifestazioni cognitive (difficoltà di concentrazione, scarsa memoria …) Comportamenti disfunzionali (abuso di alcol, tabagismo, farmaci …) Comportamenti sintomatici di stress (aggressività, fuga, Isolamento …)
  • 16. BURNOUT MOBBING FORME “ESTREME” DI DISAGIO NEGLI AMBIENTI DI LAVORO
  • 17. Colpisce le “professioni d'aiuto”: infermieri, medici, insegnanti, assistenti sociali, poliziotti, operatori di ospedali psichiatrici Forma particolare di stress lavorativo, che fa sentire chi ne è colpito senza via d'uscita, “bruciato”, “consumato dal proprio lavoro” BURNOUT
  • 19. Caratteristiche della personalità (idealismo, ansia nevrotica, competizione, rigidità, introversione) Aspettative professionali Stress non professionale Discrepanza tra ruolo e capacità e/o sovraccarico lavorativo Inadeguatezza retribuzione, difficoltà carriera, mancanza di autonomia decisionale Clima relazionale dell’organizzazione (mancanza confronto, conflittualità, rapporti di sfiducia, discrepanza tra obiettivi dei superiori e degli operatori) Aspetti soggettivi Organizzazione del lavoro BURNOUT – DETERMINANTI
  • 20. Sintomi somatici: senso di stanchezza ed esaurimento, tachicardia, cefalee, nausea, insonnia, ecc. Sintomi psicologici: depressione, bassa stima di sé, senso di colpa, sensazione di fallimento, rabbia e risentimento, alta resistenza ad andare al lavoro ogni giorno, indifferenza, negativismo, isolamento, sospetto e paranoia, rigidità di pensiero e resistenza al cambiamento, cinismo, atteggiamento colpevolizzante nei confronti degli utenti Frequente abuso di alcool o di farmaci. Esaurimento emotivo sensazione di essere svuotato e annullato dal proprio lavoro Ridotta realizzazione personale percezione della propria inadeguatezza al lavoro, e sentimento di insuccesso nel proprio lavoro BURNOUT – SINTOMI Spersonalizzazione atteggiamento di allontanamento e di rifiuto nei confronti degli utenti
  • 21. IL CASO PARTICOLARE DEL BURNOUT TRA GLI INSEGNANTI NOTE DAL VOLUME SCUOLA DI FOLLIA DI V. LODOLO D’ORIA
  • 22. IL LIBRO E IL SUO CURATORE Vittorio Lodolo D’Oria (a cura di) Scuola di follia Armando Editore – 2005 24 € Il dr. Lodolo D’Oria è un ematologo ed esperto in comunicazione e marketing in sanità, si occupa dal 1998 del disagio mentale degli insegnanti, soprattutto nel campo della prevenzione, dell’orientamento alla cura e della gestione sociale del paziente.
  • 23. IL LIBRO E IL SUO CURATORE Dal 1992 è membro del Collegio Medico dell’ASL Città di Milano, per il riconoscimento dell’inabilità al lavoro per causa di salute. Sulla malattia psichiatrica di origine professionale ha pubblicato in precedenza due importanti studi: Getsemani (2002) e Golgota (2004). Nell’ambito del progetto OCSE 2002-2004, è stato consulente del MIUR per la stesura del rapporto sulla salute degli insegnanti italiani.
  • 24. DALL’INTRODUZIONE AL VOLUME La famiglia educa sempre meno e delega sempre più la scuola: cioè gli insegnanti. I genitori riconoscono la difficoltà e la fatica del proprio essere educatori, ma la negano ai precettori dei propri figli. Tuttavia il vero paradosso consiste nel fatto che gli stessi insegnanti, prime vittime degli stereotipi circolanti, non sanno che il loro mestiere comporta il logoramento psicofisico. Di fatto chi educa e insegna spende, nel bene o nel male, un mare di energie e di conseguenza, a seconda delle risorse personali e delle capacità di gestirle, ciascuno può andare dapprima incontro a situazioni di stress, ed in seguito, passando attraverso il burnout, scivolare nella psicopatologia.
  • 25. L’IMMAGINE DELLA PIRAMIDE BURNOUT SANI E (FORSE) SODDISFATTI (ANCHE SE AFFATICATI) PSICOPATOLOGIA FRANCA
  • 26. DALL’INTRODUZIONE AL VOLUME Tra i dipendenti pubblici che chiedono l’inabilità al lavoro per motivi di salute, gli insegnanti risultano essere i più affetti da patologia psichiatrica: addirittura uno su due. Ci sono voluti quasi sei anni, dal 1992, e alcune centinaia di casi per trasformare l’ironia del Collegio Medico dell’ASL milanese in dubbio. Ma se lavorano mezza giornata e fanno tre-quattro mesi di vacanza all’anno, perché così tanti casi psichiatrici tra loro? E se la situazione è tanto grave – ci si chiede – perché le istituzioni, il Governo, i sindacati e soprattutto la comunità scientifica non se ne occupano?
  • 27. DALL’INTRODUZIONE AL VOLUME Origine di tutto è sempre un insegnante in difficoltà al quale, invece di aiuti e cure, vengono comminate sanzioni e provvedimenti disciplinari, trascinando in questo modo le lunghe e penose storie a detrimento di tutti. Sicché il malcapitato docente vede aggravarsi nel tempo la propria patologia mentre l’utenza combatte impotente i disservizi. I dirigenti scolastici si barcamenano tra improvvidi trasferimenti per incompatibilità ambientale […] e la formulazione di ipotesi diagnostiche alla stregua di veri e propri psichiatri, per giustificare la richiesta di visita medica per inabilità al lavoro.
  • 28. DALL’INTRODUZIONE AL VOLUME Non è dato di sapere quanto incidano le strutture e l’organizzazione scolastica sulla nascita del disagio, ma è indubbio che si ritrovino a ricoprire un ruolo importante. Scrivere l’epilogo della storia spetta poi al Collegio Medico dell’ASL competente, che, schiacciato tra l’ignoranza in materia di disagio mentale degli insegnanti e il compito istituzionale (non terapeutico, ma volto esclusivamente ad accertare l’idoneità al lavoro dell’individuo), assume assai spesso un provvedimento pilatesco, per tutelare il posto di lavoro del docente.
  • 29. STUDIO GOLGOTA - DATI E RISULTATI Il campione studiato è di 3.447 persone, di cui - 774 insegnanti - 651 impiegati - 1.556 operai - 466 sanitari Il campione delle 3.447 persone è composto da - 2.407 femmine - 1.040 maschi Con età media di 46 anni
  • 30. STUDIO GOLGOTA - DATI E RISULTATI Prevalenza di patologie psichiatriche nei diversi gruppi professionali 49,8 37,6 16,9 28,3 0,0 10,0 20,0 30,0 40,0 50,0 60,0 Insegnanti Impiegati Operai Sanitari [%]
  • 31. STUDIO GOLGOTA - DATI E RISULTATI Distribuzione delle principali patologie diagnosticate agli insegnanti 5,8 12,7 14,2 49,8 0,0 10,0 20,0 30,0 40,0 50,0 60,0 Laringopatie Osteopatie Neoplasie Psicopatie [%] Tra le 20 categorie previste, sono state evidenziate solo quelle con valori > 5%. Per quanto riguarda le psicopatie, non c’è differenza tra maschi (50,3%) e femmine (49,7%)
  • 32. STUDIO GOLGOTA - DATI E RISULTATI Distribuzione delle diagnosi di psicopatologie tra i diversi ordini e gradi scolastici 46,6 52,0 51,8 48,4 43,0 44,0 45,0 46,0 47,0 48,0 49,0 50,0 51,0 52,0 53,0 Materne Elementari Medie inf. Superiori [%]
  • 33. STUDIO GOLGOTA - DATI E RISULTATI Provvedimenti del Collegio Medico a carico degli insegnanti per patologie psichiatriche 8,8 27,6 53,1 0,5 9,9 0,0 10,0 20,0 30,0 40,0 50,0 60,0 Idoneo alla mansione Temp. non idoneo alla mansione Non idoneo alla mansione Temp. inabile al lavoro Inabile al lavoro [%]
  • 34. STUDIO GOLGOTA - DATI E RISULTATI • La situazione rilevata vede la categoria dei docenti particolarmente esposta al rischio di sviluppare patologie psichiatriche, oltre alle ormai riconosciute laringopatie • L’Analisi effettuata sembrerebbe escludere, come elementi di confondimento, sia l’età che il sesso, facendo ricadere per intero l’esito dei risultati dello studio sull’attività professionale esercitata IN SINTESI
  • 35. ALCUNI TRATTI CARATTERISTICI (dell’insegnante a rischio) • ANZIANITA’ DI SERVIZIO (superiore ai 20 anni, “quasi a testimoniare lo stretto legame tra usura psicofisica e insegnamento”) • AGGRESSIVITA’ (verso colleghi, studenti, genitori e dirigente) • MANIA DI PERSECUZIONE (effetto di mobbing riflesso) • TRASFERIMENTI FREQUENTI • ASSENZE (con frequenza crescente, per numero e quantità, con l’aggravarsi del quadro psicopatologico) • ACCANIMENTO VERSO EVENTUALI STUDENTI DISABILI
  • 36. IDENTIKIT DELL’INSEGNANTE A RISCHIO Ha bassa autostima, è costantemente preoccupato e si sente incompreso. Tende ad isolarsi, possiede una vita privata povera di stimoli, manifesta comportamenti ossessivo-compulsivi, a loro volta dettati da un perfezionismo esasperato. E’ tipicamente ansioso, nevrotico, impulsivo, litigioso, ambizioso, incapace a mediare, aggressivo, ostile, idealista e con una forte componente onirica, che lo sgancia dalla realtà.
  • 37. AZIONI DI PREVENZIONE (interventi individuali) La strada maestra è quella dell’AUTOANALISI (sorretta dalla condivisione dei problemi con amici o persone fidate). L’autoanalisi passa attraverso l’attenzione a segni e a sintomi: SOMATIZZAZIONI (stanchezza cronica, insonnia, cefalea, gastrite e colite le più frequenti) PERCEZIONI (senso di rabbia, fallimento, colpa o vergogna, incapacità a gestire il quotidiano, crisi di panico o di ansia, diffidenza, fobie, facilità al pianto, scoppi ed accessi d’ira, senso di mobbing)
  • 38. L’analisi del collega-amico passa attraverso l’attenzione ai seguenti atteggiamenti: • trasandatezza nella cura personale • trascuratezza nello svolgere il proprio ruolo • repentini cambi d’umore (disforia) • sentirsi spiato/osservato • apatia, assenteismo, evitamento degli impegni • ossessioni e pessimismo cronico • frequenti stravaganze • rivendicazioni e lamentele • frequente ricorso all’autorità istituzionale AZIONI DI PREVENZIONE (interventi individuali)
  • 39. INTERVENTI ISTITUZIONALI • Valutazione e gestione dei rischi da stress lavoro- correlato • Formazione degli insegnanti (contenuti minimi: conoscenza del rischio di burnout e dei suoi segnali premonitori, gestione delle proprie energie, autovalutazione delle proprie condizioni psicofisiche e gestione dei conflitti) • Formazione dei dirigenti (contenuti minimi: come riconoscere e gestire i casi complessi) Nel caso di buona salute dell’organizzazione scolastica servono solo interventi di prevenzione
  • 40. Creazione di strutture psicologiche di ascolto, informazione, condivisione e councelling, con l’obiettivo di evitare all’insegnante in difficoltà quei sentimenti di vergogna e di isolamento, tipici dell’individuo che si trova ad attraversare questa fase transitoria. INTERVENTI ISTITUZIONALI Nel caso di burnout
  • 41. Individuare, intercettare e curare, con l’obiettivo della guarigione per il reinserimento lavorativo e sociale INTERVENTI ISTITUZIONALI Nel caso di patologia franca
  • 42. IL BENESSERE ORGANIZZATIVO E RISCHI DA STRESS LAVORO-CORRELATO
  • 43. IL BENESSERE ORGANIZZATIVO il Benessere Organizzativo è… La capacità di un’organizzazione di promuovere e mantenere il benessere fisico, psicologico e sociale dei lavoratori Un costrutto multidimensionale, determinato e influenzato da diversi fattori, sia a livello individuale e di gruppo, sia organizzativo
  • 44. Caratteristiche dei compiti Utilità sociale Chiarezza obiettivi Informazioni Sicurezza Relazioni interpersonali Operatività Comfort ambientale Equità Ascolto Valorizzazione Apertura all’innovazione Conflittualità Fattori di stress FATTORI DELL’ORGANIZZAZIONE 14. 1. 2. 3. 4. 13. 12. 11. 10. 9. 8. 5. 6. 7. i fattori dell’organizzazione* * Secondo il questionario “CantieriPA” del Ministero della Funzione Pubblica, 2002 IL BENESSERE ORGANIZZATIVO
  • 45. Le amministrazioni sono invitate a valutare e migliorare il benessere all’interno della propria organizzazione per […] prevenire i rischi psico-sociali di cui al D.Lgs 626/94 L’amministrazione tiene sotto controllo i livelli percepiti di fatica fisica e mentale, nonché di stress. Misure finalizzate al miglioramento del benessere organizzativo nelle P.A. DIRETTIVA 24/3/2004 Disturbi psichici da costrittività organizzativa sul lavoro. Rischio tutelato e diagnosi di malattia professionale. Circolare n. 71 del 17/12/2003 I disturbi psichici possono essere considerati di origine professionale solo se sono causati, o concausati in modo prevalente, da specifiche e particolari condizioni dell’attività e della organizzazione del lavoro. Tali condizioni ricorrono esclusivamente in presenza di situazioni di incongruenza delle scelte in ambito organizzativo, situazioni definibili con l’espressione “costrittività organizzativa”.
  • 46. COSTRITTIVITÀ ORGANIZZATIVA Marginalizzazione dalla attività lavorativa Svuotamento delle mansioni Mancata assegnazione dei compiti lavorativi, con inattività forzata Mancata assegnazione degli strumenti di lavoro Ripetuti trasferimenti ingiustificati Prolungata attribuzione di compiti dequalificanti rispetto al profilo professionale Prolungata attribuzione di compiti esorbitanti o eccessivi anche in relazione a eventuali condizioni di handicap psico-fisici Impedimento sistematico e strutturale all’accesso a notizie Inadeguatezza strutturale e sistematica delle informazioni inerenti l’ordinaria attività di lavoro Esclusione reiterata del lavoratore rispetto ad iniziative formative, di riqualificazione e aggiornamento professionale Esercizio esasperato ed eccessivo di forme di controllo 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11
  • 47. Art. 28 (Comma 1) La valutazione di cui all’articolo 17, comma 1, lettera a), anche nella scelta delle attrezzature di lavoro e delle sostanze o dei preparati chimici impiegati, nonché nella sistemazione dei luoghi di lavoro, deve riguardare tutti i rischi per la sicurezza e la salute dei lavoratori, ivi compresi quelli riguardanti gruppi di lavoratori esposti a rischi particolari, tra cui anche quelli collegati allo stress lavoro-correlato, secondo i contenuti dell’Accordo Europeo dell’8 ottobre 2004, […] RISCHI DA STRESS LAVORO-CORRELATO VALUTAZIONE Decreto Legislativo n. 81/08
  • 48. AGGIORNAMENTO VALUTAZIONE Art. 29 (Comma 3) La valutazione e il documento di cui al comma 1 debbono essere rielaborati, nel rispetto delle modalità di cui ai commi 1 e 2: in occasione di modifiche del processo produttivo o dell'organizzazione del lavoro, significative ai fini della salute e della sicurezza dei lavoratori, in relazione al grado di evoluzione della tecnica, della prevenzione e della protezione o a seguito di infortuni significativi quando i risultati della sorveglianza sanitaria ne evidenzino la necessità. A seguito di tale rielaborazione, le misure di prevenzione debbono essere aggiornate. Decreto Legislativo n. 81/08 RISCHI DA STRESS LAVORO-CORRELATO
  • 49. Un alto assenteismo o un’elevata rotazione del personale Conflitti interpersonali Lamentele frequenti da parte dei lavoratori Problemi disciplinari Violenze sul luogo di lavoro INDAGINE SU 5 AREE DATI OGGETTIVI CONDIZIONI AMBIENTALI CONTESTO DEL LAVORO CONTENUTO DEL LAVORO FATTORI SOGGETTIVI OGGETTO DELLA VALUTAZIONE RISCHI DA STRESS LAVORO-CORRELATO
  • 50. “Affrontare la questione dello stress lavoro-correlato può condurre ad una maggiore efficienza e ad un miglioramento della salute e sicurezza dei lavoratori, con conseguenti benefici economici e sociali per imprese, lavoratori e società nel suo complesso” PREVENZIONE RISCHI DA STRESS LAVORO-CORRELATO [Accordo interconfederale per il recepimento dell’accordo quadro europeo sullo stress lavoro-correlato]
  • 51. AZIONI DI MIGLIORAMENTO ( Accordo Europeo 08/10/04 ) MISURE DI GESTIONE E COMUNICAZIONE chiarire gli obiettivi aziendali e il ruolo di ciascun lavoratore, assicurare un sostegno adeguato da parte della direzione ai singoli individui e ai team di lavoro, portare a coerenza responsabilità e controllo sul lavoro, migliorare l’organizzazione, i processi, le condizioni e l’ambiente di lavoro FORMAZIONE DEI DIRIGENTI E DEI LAVORATORI INFORMAZIONE E CONSULTAZIONE DEI LAVORATORI RISCHI DA STRESS LAVORO-CORRELATO
  • 52. RISCHI DA STRESS LAVORO-CORRELATO NELLA SCUOLA Un contesto lavorativo caratterizzato da un’organizzazione carente o addirittura inadeguata, incapace di tutelare e di valorizzare il capitale umano a disposizione, non può favorire la crescita dell’istituzione scolastica in termini di: - qualità dell’offerta formativa - coerenza dei messaggi educativi - sviluppo e ricerca didattica - iniziative ed attività di ampliamento dell’offerta formativa - iniziative di apertura al territorio e alle scuole viciniore
  • 53. ANALISI INDICATORI OGGETTIVI INDAGINE SOGGETTIVA Rischio basso Questionario VALUTAZIONE-GESTIONE RISCHI DA STRESS LAVORO-CORRELATO NELLA SCUOLA Rischio medio Rischio alto AZIONI DI MIGLIORAMENTO
  • 54. Aspetti legati al contenuto del lavoro Lavoro sommersoElevato impegno mentale Difficoltà di gestione della classe Ambiente e strumenti di lavoro Fattori di rischio emersi dai focus group Valutazione: Indagine soggettiva docenti 4 focus group organizzati dalla Rete di scuole per la sicurezza di TV (35 persone, docenti, RSPP, DS, dei diversi gradi di scuola) RISCHI DA STRESS LAVORO-CORRELATO NELLA SCUOLA
  • 55. Aspetti legati al contesto del lavoro Comunicazione e relazioni interpersonali Scarso riconoscimento da parte del dirigente Difficoltà relazionali tra docenti Pressioni delle famiglie e scarsa collaborazione alle attività educative Aumento degli studenti stranieri o con handicap e conseguente difficoltà di gestione della classe Evoluzione della carriera Scarso riconoscimento sociale attribuito al ruolo dell’insegnante Scarse o nulle possibilità di avanzamento di carriera Scarsa retribuzione Insoddisfacente riconoscimento dell’impegno e valore professionale del docente da parte di altri Precarietà del posto di lavoro Ruolo del docente nella scuola Sovraccarico di ruoli nei confronti dell’allievo e dell’organizzazione scolastica Eccessive responsabilità Necessità di ridefinire un ruolo modificato da continue riforme scolastiche Funzione e cultura organizzativa Difficoltà di confronto tra i diversi attori della scuola Assenza di chiarezza e condivisione degli obiettivi dell’Istituto Assenza di strumenti e metodologie per fronteggiare i problemi Difficoltà nell’organizzazione di tempi e metodi di lavoro Scarso controllo sul proprio lavoro Fattori di rischio emersi dai focus group Valutazione: Indagine soggettiva docenti RISCHI DA STRESS LAVORO-CORRELATO NELLA SCUOLA