Psicologia della gravidanza: consigli per una gravidanza serena e felice.
Ada Moscarella - Associazione LeGaMi
ada.moscarella@libero.it - assolegami@gmail.com
http://mifacciobene.wordpress.com
http://associazionelegami.wordpress.com
2. CHI SONO
Mi occupo di psicologia ormai da 10 anni, ossia da quando ho affrontato la
mia prima esperienza presso la Clinica degli Ulivi di San Leucio (CE).
Sia durante il mio percorso universitario sia successivamente, il mio obiettivo
è stato confrontarmi con la concretezza del disagio e del malessere
psicologico sfruttando al meglio quando appreso nella teoria.
E' con questo spirito che ho intrapreso le esperienze presso il Centro di
Salute Mentale di Villa di Briano (Ex ASL CE/2), presso l'Ospedale Civile
di Caserta Sant'Anna e San Sebastiano e successivamente presso il
Primo Policlinico di Napoli.
Esperienze variegate che mi hanno messo a contatto con diversi livelli di
disagio, psichiatrico e psicologico, e di disagio esistenziale e relazionale.
Alla varietà di situazioni affrontate ho sempre accompagnato la
specializzazione nell'utilizzo dei più avanzati strumenti e delle più
aggiornate metodologie per la diagnosi e il sostegno.
Queste esperienze hanno fatto nascere in me la ferma convinzione che in
ciascuno di noi esista tutto il potenziale necessario al superamento delle
difficoltà e del disagio, anche quello che sembra più ostico, ostinato e
cronico, e nel mio lavoro guido i miei clienti nell'esplorazione di tutte
quelle potenzialità inespresse che potranno consentire loro di vivere
appieno uno stato di benessere psicologico, fondamentale per vivere una
vita appagante e soddisfacente.
3. Insieme ai miei pazienti
costruisco un'alleanza
che ha lo scopo di
scoprire insieme le
potenzialità inespresse,
nuove speranze,
inaspettati orizzonti. E' un
viaggio durante il quale si
ha la continua tentazione
di tornare indietro...
...ma quando giungiamo
alla meta, assaporiamo
un'intensa soddisfazione:
quella di aver trovato la
forza laddove vedevamo
solo vulnerabilità.
Contatti:
Ada Moscarella
Tel: 334 90 57 714
Email: ada.moscarella@libero.it
Studio: Via Caduti sul Lavoro
n.102 – Caserta
Web: www.ampsico.it
http://mifacciobene.wordpress.com
4. IL MIO CORPO CHE CAMBIA
La gravidanza è il mio corpo che
cambia, che si trasforma, che si
modella e riorganizza per dare spazio
a una nuova vita: un impegno che
riguarda tanto il corpo quanto la
mente.
In questa breve presentazione
esamineremo i principali aspetti di
questi magici 9 mesi: come cambiano
le relazioni, come comportarsi con gli
altri fratelli, cosa succede nella pancia
del papà, come affrontare la
sessualità!
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5. GRAVIDANZA: STEP BY STEP
I TRIMESTRE: E’ un momento di
choc, caratterizzato dalla necessità
improvvisa di un nuovo
adattamento. I radicali cambiamenti
ormonali e fisiologici, oltre alla
stanchezza e alla nausea, possono
portare sbalzi di umore e ansia, cui
possono accompagnarsi
preoccupazioni circa la salute del
bambino.
Sin da subito è necessario che i
futuri genitori si facciano
accompagnare nella gravidanza
non solo da professionisti
competenti, ma anche capaci di
accogliere e ridefinire questi
naturali stati d’animo.
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6. II TRIMESTRE: Iniziano a
distinguersi nettamente i
movimenti del feto. Questo
segna un radicale mutamento
nella psicologia della futura
madre: il bambino fino a quel
momento solo fantasticato,
diventa sempre più concreto
e reale. Scemano le ansie
rispetto alla possibilità di
aborti spontanei, si
stabilisce una costante
comunicazione
intrauterina tra madre e feto
che è alla base del profondo
e viscerale legame madre-
bambino e anche tra feto e
padre, quando i sussulti del
piccolo iniziano a essere
percepiti anche all’esterno.
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7. ULTIMO TRIMESTRE: E’ il
momento in cui la fatica fisica
si fa più pesante e iniziano ad
affacciarsi le ansie sul
travaglio e sul parto, circa il
dolore, la perdita di controllo
del proprio corpo, eventuali
problemi per il piccolo.
Anche in questo caso, i corsi di
preparazione al parto possono
rivelarsi fondamentali, sia per
apprendere nozioni pratiche
per affrontare al meglio il lieto
evento sia per avvicinarsi
psicologicamente pronti
all’incontro col “bambino
reale”.
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8. NELLA PANCIA DI PAPÀ
I padri ora hanno un crescente desiderio
di essere partecipi della vita del
figlio sin dai primi momenti della
gravidanza e spesso affrontano questo
periodo critico con la peculiare difficoltà
di non ritrovarsi un modello paterno
partecipativo cui riferirsi.
Il padre può allora trovarsi ad affrontare il
suo personale “travaglio”, fatto di dubbi e
incognite: preoccupazioni circa la salute
fisica del nascituro e della moglie,
preoccupazioni sul futuro della coppia e
preoccupazione sulle proprie capacità di
essere buoni genitori.
E’ a partire da questi presupposti che
nei corsi di preparazione al
parto organizzati dall’Associazione
LeGaMi prevediamo incontri coi futuri papà
e con la coppia, per dare all’intera famiglia
uno spazio di accoglienza e confronto che
alleggerisca di dubbi ed ansie e soprattutto
permetta a ciascuno di sfruttare al meglio
tutte le proprie risorse personali.
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9. DA FIGLIA…A MOGLIE…
A MADRE!
Da figlia, nella propria famiglia
d’origine…a compagna o moglie nella famiglia
che si sta costruendo con il proprio
partner…a madre! Un’evoluzione che ha
comportato nei diversi passaggi varie
ristrutturazioni del proprio ruolo, della propria
storia, delle proprie relazioni. Una vera e propria
crisi evolutiva, che mette in gioco l’identità della
donna come individuo, moglie e madre.
«Che madre voglio essere?» Si chiede la
neomamma.
Per fare ciò è naturale che rivisiti, più o meno
consapevolmente, le relazioni che ha avuto con le
proprie figure di riferimento e non è inconsueto
che in questa fase possano riattivarsi alcuni
ricordi e conflitti di quell’epoca. Poter comunicare
su questi temi può essere non solo di grande
sollievo, ma può consentire la scoperta e
l’attivazione di risorse personali inaspettate: la
gravidanza può rivelarsi l’esperienza umana che
più di tutte fornisce importanti occasioni di
progresso evolutivo!
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10. BABY BLUES -
DEPRESSIONE POST PARTUM
Dopo il parto l’immaginazione e le fantasie saranno inevitabilmente messe a confronto con la realtà: sono
momenti di grande intensità emotiva; madre e bambino devono ora imparare a conoscersi..
Possono allora insorgere preoccupazioni circa la propria competenza genitoriale e circa la capacità di
far fronte ai cambiamenti della routine quotidiana. Le modificazioni ormonali in atto, possono
contribuire ad amplificare fortemente queste emozioni: talvolta ciò può far vivere alla donna, per alcuni
giorni dopo il parto, un’alternanza di stati emotivi intensi, fatti di pianto immotivato e momenti di
euforia, accompagnati a problemi del sonno, dell’alimentazione, senso di stanchezza e vulnerabilità
alle critiche. Si tratta di stati transitori, che rientrano grazie alla vicinanza del partner e degli altri
familiari.
La depressione post partum ha caratteristiche simili a queste, ma l’intensità in questo caso si fa più
marcata e persistente nel tempo. L’esordio della depressione post partum può avvenire come
prosecuzione e aggravamento dell’iniziale stato di preoccupazione o può apparire
bruscamente, 2-4 mesi dopo la nascita del bambino.
I campanelli d’allarme da non trascurare sono:
La mamma ha una paura irragionevole di fare del male al bambino
La mamma ha il terrore di essere lasciata sola col bambino
La mamma inizia a manifestare attacchi di panico.
In questi casi, è innanzitutto essenziale empatia e sostegno da parte dei familiari: la neomamma può
negare i suoi sentimenti di tristezza e questo può farla ulteriormente chiudere o farla sentire giudicata,
peggiorando ulteriormente la situazione. E’ poi assolutamente consigliabile rivolgersi a uno specialista
che aiuti a comprendere e superare questo momento difficile.
11. SESSO IN GRAVIDANZA: SI PUÒ?
Assolutamente si può!
L’equilibrio tra i due ruoli “partner-genitore” richiede pazienti e
costanti negoziazioni e talvolta rassicurazioni: la coppia è
spesso intimorita dalla fantasia che il sesso faccia male al
feto. A meno di specifiche condizioni mediche (minacce
d’aborto, rischio di infezioni, rottura del sacco amniotico ad
esempio), l’attività sessuale NON è controindicata in
nessuna fase della gravidanza.
Ci vuole naturalmente BUONSENSO!!
Per la donna, i cambiamenti fisici che caratterizzano la
gravidanza possono essere motivo di disagio, in alcuni
momenti il rapporto sessuale può essere troppo faticoso e a
volte anche doloroso: in questi casi è importante che i partner
abbiano un confronto aperto e si rassicurino circa la
transitorietà del momento.
E dopo il parto? Quanto aspettare?
Non c’è una risposta standard, ma di certo non molto: spesso è
sufficiente una settimana; comunque il tempo di permettere
a eventuali suture o infiammazioni di guarire.
Può capitare, tuttavia, che la donna viva una fase di calo del
desiderio sessuale, spesso legata ai cambiamenti ormonali
del post-partum. Anche in questo caso la via maestra è un
confronto aperto tra i partner, ma anche un confronto con le
altre coppie, nei corsi di preparazione al parto può essere
importante per normalizzare sensazioni, timori, insicurezze.
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12. È IN ARRIVO UN FRATELLINO: COSA DIRE?
Bisogna considerare l’età: come tutte le
comunicazioni che facciamo ai piccoli, queste
dovranno essere innanzitutto calibrate sulle sue
competenze cognitive ed emotive.
Se i bambini hanno meno di 3 anni è consigliabile
attendere che la gravidanza sia abbastanza
evidente. I bimbi piccoli, infatti, tendono a vivere
nel presente e attraverso cose concrete. Un
annuncio troppo prematuro può non essere colto e
lasciarlo nella confusione e magari anche
preoccupato. L’annuncio è bene che sia fatto
insieme al papà, in modo che da subito si
trasmetta un senso di coinvolgimento
dell’intero nucleo familiare e che venga fatto
attraverso messaggi positivi e gioiosi. Una buona
idea è coinvolgere subito il bambino
nell’organizzazione dello spazio destinato al
fratellino o sorellina che arriverà.
Quando i bambini sono più grandi, si può
anticipare l’annuncio già al quarto-quinto mese,
scegliendo magari un momento speciale di
condivisione di tutta la famiglia per fare
l’annuncio. E’ importante con i bambini un po’
più grandi sottolineare l’importanza che il
fratello maggiore avrà per il piccolo: insieme a
lui avrà l’opportunità di fare nuove esperienze.
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13. GELOSIA TRA FRATELLI:
COME COMPORTARSI?
La gelosia, allora, non deve essere considerata
indice di un cattivo carattere del bambino o di
un suo rifiuto del nuovo, ma una richiesta di
rassicurazione rispetto alla fantasia di
essere rifiutato: se il bambino diventa
improvvisamente dispettoso o fastidioso, è
perché sta soffrendo e in questo modo
manifesta il suo disagio. Il bambino geloso
può diventare anche aggressivo, si arrabbia
col fratellino, con i genitori, può persino
distruggere i suoi giocattoli, o può isolarsi e
manifestare il suo disagio in modo passivo,
con paura del buio, dei mostri o dei ladri per
esempio.
E’ importante, in questi casi, che i genitori si
adoperino per comprendere il timore del
bambino e lo rassicurino e soprattutto che
tengano ben presente l’unicità di ciascun
membro della famiglia: è fondamentale che,
in particolar modo davanti ai bambini, non ci
si lasci andare a paragoni di nessun genere.
14. PER ACQUISIRE FIDUCIA NELLE
PROPRIE CAPACITÀ ED
ARRIVARE PRONTA AL GRANDE
GIORNO!
Corsi di preparazione al parto
organizzati dall'associazione
LeGaMi.
Per info e prenotazioni:
assolegami@gmail.com
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