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EDITORIALE




  TRENT’ANNI DI PURO TALENTO ITALIANO
di Tonino Lamborghini

      Trent’anni di viaggi per portare i prodotti e il   e dibattito, nella cultura, nell’arte e nella società.
nome del Gruppo Tonino Lamborghini – e con essi          Una scoperta senza limiti spaziali o temporali
l’italianità – in tutto il mondo mi hanno convinto       attraverso un patrimonio intellettuale che ha le
che in realtà i mondi sono tanti, almeno quanti          sue radici linguistiche e culturali proprio nella
possono essere i settori e i loro prodotti. E le         tradizione dei nostri padri latini. Con queste
lingue. Prendiamo il cinese, per esempio: com’è          radici possiamo viaggiare e imparare altre lingue,
risaputo, oltre a quella che viene considerata           incontrare i popoli più differenti e instaurare con
ufficialmente la lingua cinese, esiste una lingua        essi uno scambio proficuo e vantaggioso per
da parlare con ciascun interlocutore: quella degli       l’arricchimento reciproco, senza quel timore
affari e del commercio, quella della letteratura,        dell’apertura che spesso crea i presupposti per
del tempo libero o del turismo.                          il conflitto.
Pertanto, uno dei principali motivi per cui ho           Il mio brand rappresenta oggi un vero e proprio
pensato di riprendere la pubblicazione di “Tesori        universo coordinato di stile che esprime il
Latini” è proprio questo: aprire tante finestre sui      Puro Talento Italiano: un lifestyle completo con
tanti mondi che le mie linee di prodotti esplorano       orologi, telefoni cellulari e accessori di lusso,
e dare così la possibilità ai lettori di viaggiare       complementi d’arredo, progetti alberghieri e
con me alla ricerca di novità, spunti di riflessione     residenziali, profumi e linee di abbigliamento, ma
                                                         anche city car e golf cart. Un mondo che spazia
                                                         dal design all’ingegneria meccanica passando
                                                         per la moda e il tempo libero. E poiché l’Italia
                                                         è simbolo anche di un certo stile di vita, di un
                                                         gusto per la buona tavola e la convivialità, anche
                                                         con il mio caffè, i vini e i locali a marchio ho
                                                         cercato di contribuire all’eccellenza e all’alta
                                                         considerazione che il mondo intero riconosce al
                                                         nostro Bel Paese.
                                                         In modo semplice, quindi, “Tesori Latini” vuole
                                                         contribuire a far scoprire ai lettori i diversi
                                                         mondi che i prodotti con il mio marchio
                                                         incontrano nel loro percorso. Un percorso ricco
                                                         di persone con la propria storia, professionalità,
                                                         ingegnosità e spirito creativo. Quelle persone
                                                         che contribuiscono a fare grande l’Italia.



                                                         Cav. Tonino Lamborghini,
                                                         Presidente del Gruppo Tonino Lamborghini.
                                                         Mr Tonino Lamborghini,
                                                         President of the Tonino Lamborghini Group.

                                                                                                                  1
SOMMARIO



     1   EDITORIALE
         Trent’anni di puro talento italiano

     4   MONDO
         Quando il made in Italy incontra il Sol Levante

     8   ARTE
         Marco Lodola: ho catturato la luce con l’ironia
         Gelindo Baron: il colore e la luce
         Angela Glajcar: metamorfosi della carta
         Nadia Brunetti: nel segno del Toro
         Giovanni De Gara: Something Remains

    15   DESIGN
         Quando un progetto di tesi diventa un prodotto
         firmato Tonino Lamborghini

    18   ARCHITETTURA
         10 anni di Hospitality firmata Tonino Lamborghini

    23   ECCELLENZE
         1981-2011: trent’anni di Puro Talento Italiano
         Dico di me...

    29   LINEA
         Dettagli per l’eternità

    33   MOTORI
         Town Life: il progetto ecosostenibile firmato
         Tonino Lamborghini




2
SOMMARIO



                                            37        TECNOLOGIA
                                                      Quando la tecnologia è inclusiva, il vero lusso
                                                      rimane esclusivo?

                                            41        SCAFFALE
                                                      Jacques Attali e le storie del tempo

                                            44        SPORT
                                                      Tonino Lamborghini sfila sui green italiani
                                                      Vito, Michele e Sara: i campioni di Jujitsu
                                                      testimonial del Puro Talento Italiano nel mondo
                                                      Un anno tutto d’oro per la Tonino Lamborghini-
                                                      Mac Team
                                                      Team Cavalli Tonino Lamborghini

                                            48        EVENTI
                                                      Tartufo d’Oro: folla di Vip




                  TL                                  Editore, Direzione,                             Foto
            Tesori Latini                        Redazione e Amministrazione              Archivio Tonino Lamborghini,
    Periodico di attualità e cultura        Lamborghini Real Estate SpA                   Fabio Casari, Rita D’Andrea,
   da un’idea di Tonino Lamborghini         via San Giacomo, 25 – 41100 Modena          Studio Bortolotti, Studio Picchio.
                                                    Direttore Responsabile
       Semestrale – Anno XVI                           Rita D’Andrea                                   Editing
        N°1 Dicembre 2011                         Coordinamento Redazionale                       Associazione
                                                     Anna Spadafora                        La clinica della parola
           Una copia: euro 5                                                            via Galliera, 62 – 40121 Bologna
 Spedizione in abbonamento postale,                       Collaboratori                          tel. 051/250330
 art. 2 comma 20/B, Legge 662/96           Barbara Auer, Riccardo Botti, Tanya Byls,
      Pubblicità inferiore al 45%,              Andrea Casa, Giovanni De Gara,              Grafica, Impaginazione e Stampa
a cura del Gruppo Tonino Lamborghini           Caterina Giannelli, Marina Gavioli,       Chinchio Industria Grafica S.p.A.
Autorizzazione del Tribunale di Bologna   Otto Grizzi, Giorgio Gurioli, Joachin Kendoll,          via Pacinotti, 10/12
       n° 6542 del 15/03/1996                Fiorenzo Maccagnani, Mara Ringozzi,                  35030 Rubano (Pd)
                                                Ernesto Sabato, Angela Sforza.




                                                                                                                              3
MONDO




    Quando il made in Italy incontra il Sol Levante
      Un incontro per ricordare la figura del maestro Alessandro Valignano,
                   esempio di quanto la cultura giovi agli affari
    di Caterina Giannelli
                                                                       (Spirali). Dinanzi a un pubblico di attenti uditori e
                                                                       autorità, la dott.ssa Anna Spadafora, psicanali-
                                                                       sta e direttore dell’Associazione Progetto Emilia
                                                                       Romagna, ha sottolineato come il convegno sia
                                                                       nato dall’esigenza di rilanciare il caso culturale
                                                                       del missionario gesuita, che a soli trent’anni av-
                                                                       viò una delle maggiori imprese del Rinascimen-
                                                                       to. “Il libro di Vittorio Volpi – ha evidenziato Anna
                                                                       Spadafora – non è solo un affresco storico e
                                                                       politico dell’Asia, ma anche un contributo allo
                                                                       scambio internazionale, al commercio e alla fi-
                                                                       nanza planetari”. Alessandro Valignano lascia l’e-
                                                                       redità di uomo che ha scommesso sulla cultura
                                                                       e sull’intelligenza per la riuscita del suo progetto,
                                                                       per questo resta “esempio emblematico di quan-
                                                                       to la cultura giovi agli affari”. Occorreva valoriz-
                                                                       zare la figura di uno fra i più grandi missionari
                                                                       della Compagnia di Gesù a cui Chieti ha dato i na-
    Il comm. Tonino Lamborghini durante la sua relazione alla tavola   tali, ha ricordato il presidente della Fondazione
    rotonda su Valignano (Foto di Fabio Casari).                       Carichieti, Mario Di Nisio. La Fondazione, infatti,
                                                                       già dal 2006, anno del quarto centenario dalla
    Cosa accade quando lo stile, l’arte e l’eleganza                   morte del gesuita, si è impegnata a raccontarne
    italiani incontrano la cultura e la saggezza dell’O-               l’opera, organizzando e sostenendo varie inizia-
    riente, sulle rotte di uno dei viaggiatori che han-                tive di promozione. Un ringraziamento speciale
    no avuto un’influenza decisiva nella storia della                  è poi giunto dal vice direttore della Fondazione
    diplomazia internazionale e dell’impresa moder-                    Italia-Giappone, Marino Marin, ai dirigenti di Art
    na? Il risultato non può che essere un incontro                    Valley Association, Francesca Bruni e Alberto
    straordinario con il grande maestro Alessandro                     Cavicchiolo, che per primi hanno promosso l’in-
    Valignano, la cui opera è stata celebrata dopo ol-                 tensa ricerca di Volpi.
    tre quattrocento anni con una tavola rotonda dal                   Nello stile dell’autentico ambasciatore del made
    titolo L’Italia, la Cina, il Giappone: dal progetto                in Italy, da sempre intento a solcare rotte ine-
    di Valignano alle nuove opportunità di business                    splorate, il cav. Tonino Lamborghini ha racconta-
    con relatori d’eccezione l’imprenditore Tonino                     to come sia stato fra i primi a investire in Asia,
    Lamborghini e il banchiere Vittorio Volpi. Per un                  quando in Cina per attraversare la frontiera
    giorno il crocevia di questo viaggio è stato il pal-               s’impiegavano otto ore e i controlli si facevano
    coscenico del Museo Ferruccio Lamborghini di                       con i mitra puntati, mentre nelle fiere delle più
    Dosso (Ferrara). In una scenografia al confine                     importanti città del Giappone le aziende italiane
    fra mito e realtà, l’Associazione culturale Proget-                presenti erano dieci o venti al massimo e non
    to Emilia Romagna in collaborazione con la rivi-                   erano in tanti i giapponesi che parlavano ingle-
    sta “La città del secondo rinascimento”, la casa                   se, con conseguenti grandi difficoltà di comuni-
    editrice Spirali e Art Valley Association, con il                  cazione. Dopo un’esperienza di oltre trent’anni,
    supporto del Museo Ferruccio Lamborghini e la                      il cav. Lamborghini, il cui marchio annovera dieci
    Fondazione Italia-Giappone e con il patrocinio del-                flagship store tra Hong Kong e Macau e nume-
    la Camera di Commercio di Ferrara, hanno orga-                     rosi shop-in-shop nelle principali città cinesi, ha
    nizzato la prima presentazione nazionale del libro                 sottolineato come lavorare in Cina non sia diffici-
    di Vittorio Volpi dal titolo Il Visitatore. Alessandro             le se si propongono qualità e prodotti innovativi.
    Valignano, un grande maestro italiano in Asia                      “Se invece la nostra proposta è banale e sconta-

4
MONDO




Il tavolo dei relatori con, da sx., Marino Marin, vice-direttore della Federazione Italia-Giappone, il banchiere Vittorio Volpi, autore del libro
su Valignano, la dott.ssa Anna Spadafora, moderatrice dell’incontro, l’imprenditore Tonino Lamborghini, presidente dell’omonimo Gruppo,
e Mario Di Nisio, presidente della Fondazione Carichieti (Foto di Fabio Casari).

ta – ha proseguito Lamborghini – non si ottiene                            gelizzazione hanno saputo tener conto delle dif-
niente, perché per certi aspetti sono più bravi                            ferenti culture presenti e difficili da omologare.
di noi: hanno una cultura millenaria più antica                            Volpi ha poi raccontato come ancora oggi, man
della nostra, anche se soffocata da decenni di                             mano che ci spostiamo dall’Europa verso l’Orien-
regime”.                                                                   te, la figura dell’individuo diventa sfumata e pren-
Vera e propria lectio magistralis la testimonian-                          de risalto il gruppo, l’interesse collettivo supera
za di Vittorio Volpi, che ha vissuto per più di                            quello personale. In questo senso, le emozioni
trent’anni a Tokyo a capo di alcune delle princi-                          sono fatti interiori e non c’è bisogno di comuni-
pali banche italiane e svizzere e come docente                             carle agli altri, pertanto la formalità deve avere
all’Università dei Gesuiti, la Sophia University. Il                       il sopravvento in qualsiasi circostanza. Valigna-
professore, che ha lavorato dieci anni al libro                            no, ha sottolineato Volpi, ha inventato il metodo
dedicato alla figura di Alessandro Valignano,                              dell’inculturazione, che è molto diversa dall’ac-
leggendo le oltre quattromila pagine scritte dal                           culturazione per cui è sufficiente la conoscenza
gesuita, ha rilevato come quell’approccio cultu-                           dell’altro: per l’inculturazione, invece, ciascuno
rale sia ancora oggi strumento essenziale per                              vuole incontrare la cultura e i prodotti dell’altro,
gli imprenditori italiani che vogliono avviare o                           per cercare insieme un percorso nuovo. “È stato
accrescere le opportunità di business in Asia.                             un uomo straordinario che merita una grande
Alessandro Valignano e il suo allievo Matteo Ric-                          rivalutazione”, ha concluso, “un uomo di cui noi
ci nello svolgimento della loro missione di evan-                          italiani non possiamo che essere fieri”.




Al termine della tavola rotonda, il pubblico ha potuto visitare il museo   Il prof. Vittorio Volpi e il comm. Tonino Lamborghini al termine del
Ferruccio Lamborghini, sede del convegno (Foto di Fabio Casari).           loro intervento.

                                                                                                                                                    5
Palazzo del Vignola




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                      CMY



                       K
Immersa nel verde alle porte di Bologna, affascinante dimora Cinquecentesca ricca di storia,
          è location perfetta per eventi dal sapore esclusivo ed indimenticabile.

  Nobile residenza sapientemente restaurata, possiede un management attento ed efficiente
                     in grado di proporre un’ampia gamma di soluzioni
                     per meeting, cerimonie, cocktail ed eventi speciali.

        Gusto e creatività si fondono per realizzare una cornice unica e memorabile.

                   Via Funo 41 - 40050 Funo di Argelato (BO) - Tel. 345.5419360
                        eventi@lamborghini.it - www.palazzodelvignola.com
ARTE




    Marco Lodola: ho catturato la luce con l’ironia
            La giocosa spettacolarità di un artista di ispirazione futurista
                       che racchiude la luce nelle sue opere
    di Angela Sforza
                                                          Sgarbi, nel progetto Ca’ Lodola, “rivestendo” il
                                                          palazzo veneziano Ca’ d’Oro di luce.
                                                          Con il progetto veneziano Lodola ha aggiunto un
                                                          ulteriore tassello al suo vasto excursus creativo
                                                          cominciato negli anni Ottanta con la partecipa-
                                                          zione al movimento del Nuovo Futurismo, di cui
                                                          è uno dei fondatori. E in effetti è d’ispirazione fu-
                                                          turista la giocosa spettacolarità che da sempre
                                                          contraddistingue le sue opere d’arte.
                                                          La festa cromatica e la voglia di nuovi linguag-
                                                          gi ancora oggi fanno da filo conduttore ai lavori
                                                          dei Nuovi Futuristi, che riescono a trovare una
                                                          combinazione vincente con il mondo della pubbli-
                                                          cità, dei fumetti, del cinema, della televisione e
                                                          della realtà virtuale, staccandosi dai confini tra-
                                                          dizionali della pittura, elaborando immagini che
                                                          stanno tra le due e le tre dimensioni, si adattano
                                                          alle pareti o animano lo spazio con stele e mo-
                                                          numenti. Il tutto utilizzando nuovi materiali come
                                                          i poliesteri, i perspex, le resine sintetiche, che
                                                          hanno il dono di essere leggeri e di prestarsi a
                                                          un cromatismo acceso e brillante. In breve, il
                                                          Nuovo Futurismo combina il rigore della funzio-
                                                          ne con l’incantesimo della decorazione, proprio
                                                          come nell’insegnamento di Balla e Depero.
                                                          Nell’itinerario di Lodola sono molte le collabora-
                                                          zioni con i grandi marchi – Fiat, Coca Cola, Fab-
                                                          bri, Dash, Swatch, Moretti, Tonino Lamborghini,
                                                          Ducati, solo per fare alcuni nomi –, che hanno
                                                          celebrato anniversari e occasioni importanti
                                                          con le sue opere, le quali portano sempre una
                                                          ventata di ironia e giocosità nel mondo dell’im-
                                                          presa. Fino a qualche decennio fa era forte la
                                                          demonizzazione dell’impresa e, di conseguenza,
                                                          il connubio con l’arte era considerato una sorta
    Uno degli artisti più cari a Tonino Lamborghini è     di tentativo dell’azienda di giustificarsi agli occhi
    Marco Lodola, le cui splendide sculture luminose      di chi non vi vedeva altro scopo che il profitto.
    arricchiscono gli ambienti di molti locali e risto-   D.: Oggi, gli chiediamo, l’incontro con artisti
    ranti del Gruppo nel mondo.                           come Lei, che interpretano il messaggio insito
    Abbiamo intervistato il maestro Lodola, uno degli     nel marchio e nel prodotto, può aiutare a coglie-
    artisti più noti e più presenti del mercato ita-      re anche l’arte e la cultura che è costitutiva di
    liano, acclamato alla Biennale di Venezia 2009        ciascuna impresa, con le sue tradizioni e le sue
    come icona Pop. Invitato nella prima edizione dal     invenzioni?
    curatore del Padiglione Italiano Luca Beatrice        R.: Nei secoli passati l’arte era sponsorizzata
    a realizzare un’installazione luminosa di grande      dalla chiesa e dai principi, che pubblicizzavano
    effetto sul tema della danza, quest’anno l’arti-      loro stessi commissionando agli artisti immagini
    sta pavese si è cimentato, su invito di Vittorio      attinenti al loro mondo. Quindi c’è sempre stato

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ARTE




                                                       consente di filtrare le cose, di elaborarle e di
                                                       restituirle nell’arte. Io penso che non ci sia nes-
                                                       sun segreto da scoprire nella vita, nessuno sa
                                                       che cosa sia la vita. Anzi, potrei dire che ormai
                                                       non penso più, faccio il mio lavoro e, lavorando,
                                                       trovo soddisfazione. Come diceva il grande Felli-
                                                       ni, ho la fortuna di fare un lavoro che farei anche
                                                       gratis. Il mio cammino artistico non è finalizzato
                                                       alla ricerca della felicità. La felicità sta lungo il
                                                       cammino stesso, nell’invenzione e nel fare.
                                                       D.: Ci sono giovani che collaborano con lei?
                                                       R.: Ormai penso di avere realizzato una facto-
                                                       ry warholiana: non riuscirei a fare niente sen-
                                                       za i miei giovani assistenti, in grado di utilizzare
                                                       tutti i materiali moderni e le tecnologie con cui
                                                       sono realizzate le mie opere. Per le mie opere
                                                       la tecnologia della luce è tutto, anzi, certe volte
                                                       dico che non sono un artista ma un elettricista.
                                                       Dopo, a pensarci bene, da quando è nata la pit-
                                                       tura, dal Beato Angelico in poi, il sogno degli
                                                       artisti era quello di catturare la luce: è quello
                                                       che ho fatto io, l’ho messa dentro l’opera, così
                                                       non scappa più.




Collants, scultura al neon, 2010, cm 80x100x5.

un connubio fra l’arte e coloro che avevano le
risorse finanziarie per sostenere il lavoro degli
artisti. Il mio lavoro figurativo si presta bene a
interpretare il marchio e il prodotto, ma non tro-
vo nulla di strano nella committenza, anzi, devo
dire che mi diverto molto di più a lavorare per un
committente, perché per me rappresenta una
sfida riuscire ogni volta a raggiungere il risultato
atteso.
D.: Che cosa eredita e in che cosa si differenzia
il vostro movimento da quello di Boccioni, Balla
e Marinetti?
R.: Nonostante mi senta vicino a Balla per il
suo stile ironico e giocoso, in realtà riconosco
un’influenza straordinaria di Depero nella mia
arte come nella mia vita: soprattutto se pensia-
mo che lui fu il primo ad andare alla conquista
dell’America, a esplorare l’applicazione dell’arte
nel mondo dell’impresa e le varie contaminazioni
fra i generi, tutte cose che sono sempre state
essenziali nel mio itinerario.
D.: Le sue sculture luminose all’ironia della pop
art forse aggiungono un invito più accentuato
verso il gioco, quasi un’esortazione per il pubbli-
co a non prendersi troppo sul serio?
R.: Penso che il mio sia principalmente un ap-
proccio alla vita, oltre che all’arte. È certamen-
te un invito all’ironia per trovare il distacco che    Pin Up, scultura al neon, 2010, cm 80x100x5.

                                                                                                               9
ARTE




                  Gelindo Baron: il colore e la luce
            Nelle sue opere una costante ricerca della luce dentro il colore
                          per inseguire l’armonia universale
     di Angela Sforza
     Il calendario espositivo di Gelindo Baron, che        la felice collaborazione internazionale, da cui è
     prende il via nel lontano 1976, ha all’attivo oltre   scaturita anche la recente mostra Fashion to
     trecento mostre in tutto il mondo: New York,          Passion, che nella scorsa primavera (25 mar-
     Londra, Rovanjemi (Finlandia), Toronto, Pari-         zo-3 maggio 2011) ha portato per la prima volta
     gi, Sacramento (California), Lugano, Venezia,         nella galleria di Kings Road i bozzetti di Giorgio
     Padova, Bologna, Roma, Firenze, Milano sono           Armani accanto alle opere di Baron.
     solo alcune delle città più importanti che han-       Tra gli eventi che lo hanno visto protagonista
     no ospitato i suoi lavori. Ma la svolta principa-     negli ultimi anni in patria, invece, va ricordata
     le nel suo itinerario è intervenuta quando, nel       sicuramente l’antologica Dimensione spirituale
     1998, in occasione di una collettiva a Londra, a      (oli 1994-2004), allestita dal Comune di Pado-
     Westminster, la Gagliardi Gallery ha apprezzato       va nelle Ex Scuderie di Palazzo Moroni (18 apri-
     particolarmente le opere di Gelindo Baron tra         le-16 maggio 2004), nonché la mostra In Vene-
     i duecento pittori esposti. È iniziata così quel-     zia, che ha esposto le sue opere ai Giardini della




                                                                     Verso la Vittoria, olio su tela, 2011, cm 80x120.

10
ARTE




Biennale (In Paradiso Gallery, 26 luglio-6 agosto        la vittoria, che, proprio per questo, non tarda ad
2008), su invito del Concilio Europeo dell’Arte.         arrivare.
“Un quadro di Baron si riconosce subito”, ha             Ciò che cogliamo in questo quadro però è una
scritto Giuliano Pisani, Assessore alla Cultura          scena che non è affatto rappresentata: non c’è
del Comune di Padova sul catalogo della citata           nulla di realistico nel quadro, ma semplicemente
mostra, “perché ha                                                                      il colore e la luce,
conseguito la sua                                                                       grazie a cui possia-
forma, la sua cifra.                                                                    mo “ascoltare” ciò
Il segno è il colore,                                                                   che non si vede.
i soggetti preferiti                                                                    E, come affermò
la terra e cieli del                                                                    Sergio Dalla Val
Veneto. In questo                                                                       nell’introduzione alla
è erede di una tra-                                                                     prima mostra a Bo-
dizione antica”. Il                                                                     logna (2001): “Mai
Veneto, dunque, il                                                                      più che nelle opere
colore, la dolcezza.                                                                    di Gelindo Baron il
Ma ciò che distingue                                                                    colore è condizione
soprattutto le opere                                                                    della luce. Giusto
di Baron è l’evoca-                                                                     il colore, sempre
zione dell’assoluto,                                                                    giusto. Giustizia del
perché in esse s’in-                                                                    sembiante, oggetto
staura il colore, che                                                                   invisibile e impren-
dalla voce procede.                                                                     dibile della pittura. Il
Con questo assolu-                                                                      colore nelle sue ope-
to, l’opera ha voce,                                                                    re non serve a colo-
si ode proprio come                                                                     rare e la luce non
l’attacco della Pri-                                                                    serve a illuminare.
mavera di cui parla                                                                     Ecco perché i suoi
Pisani. O come il                                                                       paesaggi      astratti,
rombo del motore                                                                        anziché esporsi alla
nella tela Verso la                                                                     visione, provocano
vittoria, che l’artista                                                                 l’ascolto. Le sue
ha donato al Mu-                                                                        ‘Composizioni’ sono
seo Ferruccio Lam-                                                                      un invito all’ascolto
borghini di Dosso                                                                       di un testo inedito,
(Fe). In occasione                                                                      che pure procede
della celebrazione                                                                      dalla tradizione del-
dei trent’anni del                                                                      la pittura veneta, di
Gruppo Tonino Lam-                                                                      cui egli compie una
borghini, Baron ha                                                                      bellissima lettura”.
inaugurato la colle-                                                                    Le opere di Gelindo
zione privata del comm. Lamborghini con la qua-          Baron sono ospitate in mostre permanenti, col-
le l’imprenditore bolognese si propone di racco-         lezioni pubbliche e private in Italia e all’estero
gliere opere di artisti affermati ed emergenti che       (fra cui il Rovanjemi Statsmuseum, in Finlandia,
si cimentano con le radici tematiche del brand: i        l’Italian Community Collection di Toronto, il Mu-
motori, la velocità e il toro. L’olio su tela Verso la   seo Diocesano di Venezia, la Pinacoteca d’Arte
vittoria è un tripudio di azzurri, soprattutto nella     Moderna di Piacenza e il Museo della Scienza di
parte destra del quadro, che potrebbe essere             Milano) e in diverse chiese italiane.
identificata con il cielo in cui il pilota troverà la    Tuttavia, nonostante l’ecletticità della sua espe-
sua gloria, mentre i colori della terra nella parte      rienza, il suo approccio all’arte è rimasto invaria-
sinistra si mescolano a quelli della pista e dell’au-    to negli anni. Intervistato dalla nota critica d’arte
to che sfreccia lasciando dietro di sé neri segni        Maria Rosa Ugento, alla richiesta di sintetizzare
al suo passaggio, all’altezza degli pneumatici. Più      che cosa sia per lui la pittura oggi, la risposta
che un pilota, ci sembra di vedere un cavaliere          di Baron suona decisa: “Spero di restare fedele
alla conquista del Sacro Graal, tanto è il senso di      alla legge interiore che m’impone di cercare la
assoluto che trasmette quest’opera: come se in           luce entro il colore e d’inseguire nella bellezza il
quel momento niente sia così importante come             senso dell’armonia universale”.

                                                                                                                   11
ARTE




         Angela Glajcar: metamorfosi della carta

     di Barbara Auer
     “Mi interessano gli spazi che agiscano su di me
     e reagiscano direttamente alla carta; spazi che
     posso modificare”. Così Angela Glajcar defini-
     sce, sinteticamente, un aspetto fondamentale
     della sua ricerca artistica. Angela Glajcar è,
     allo stesso tempo, artista e pioniere. Ogni spa-
     zio espositivo viene sottoposto a un esame e a
     un’analisi approfonditi, prima che l’artista, con
     l’ausilio di modellini, cominci a sondare le diffe-
     renti possibilità d’intervento, determinate dallo
     spazio stesso. Il lavoro effettivo, la realizzazione
     del bozzetto, non avviene nell’atelier dell’artista,
     ma direttamente in loco. I mezzi artistici sono            Terforation,
     ridotti al minimo: le bastano carta e luce per           carta e metallo,
     realizzare una delle sue più imponenti installa-                  2007,
     zioni con la carta fino a oggi, alla Kunstverein       cm 140x100x300;
     Ludwigshafen. In generale, un principio essen-                 dettaglio.
     ziale sotteso al lavoro artistico di Angela Glajcar
     è ottenere un risultato efficace con grande
     precisione e un’estrema economia di mezzi. In
     questo senso l’artista si appropria delle diverse
     qualità dei suoi elementi. Combina il potenziale
     tangibile della carta con la proprietà immateria-
     le della luce, costruendo impressionanti installa-
     zioni tridimensionali a partire da fogli di carta a
     due dimensioni.
     Angela Glajcar mostra significativamente il po-
     tenziale della carta, di solito conosciuta per la                L’opera di
     sua leggerezza e fragilità. Ne rivela l’aspetto più         Angela Glajcar
     materiale, tangibile, nonché le sue qualità im-                   dedicata
     materiali, suscitando in questo modo sempre                         al toro
     nuovi, sorprendenti visioni. Come dice la scultri-         Lamborghini in
     ce, “la carta è una sostanza appassionante, in             fibra di vetro e
     grado di cambiare continuamente e assumere                       struttura
     qualsivoglia forma.”                                            di metallo.



                              GROSSETTI ARTE CONTEMPORANEA
      Angela Glajcar è rappresentata in Italia dalla Grossetti Arte Contemporanea. L’origine dell’attività
      nell’ambito dell’arte moderna e contemporanea della famiglia Grossetti inizia con il capostipite
      Bruno Grossetti senior, il quale, tra i primi a Milano, si occupò di quegli artisti che, allora ancora
      giovani, sarebbero diventati i rappresentanti delle Avanguardie storiche del nostro secolo. Suc-
      cessivamente il figlio Carlo Grossetti, dopo aver lavorato nella galleria paterna, inizia la propria
      esperienza di mercante d’arte con un’attività ancora più aperta alla sperimentazione della nuova
      generazione di artisti. Nel 1997, dopo la scomparsa di Carlo Grossetti, la Galleria prende la deno-
      minazione di Grossetti Arte Contemporanea ed è diretta definitamente dal figlio Bruno che segue
      la tradizione di famiglia, occupandosi di gestire il patrimonio raccolto nel tempo e di promuovere
      nuovi artisti in collaborazione con diversi musei ed istituzioni internazionali.


12
ARTE




           Nadia Brunetti: nel segno del Toro
     Girando, mirando, scrutando, parlando, sussurrando, fissando...
di Joachin Kendoll
                                                       presenza di grandi talenti alla cattedra di Pari-
                                                       gi la inducono a completare gli studi in Francia,
                                                       dove si instaura un’amicizia con numerosi artisti.
                                                       Le occasioni di presentare il suo lavoro non le
                                                       mancano, ma non le coglie mai, anche se critici
                                                       di affermata autorevolezza la spingono a farlo.
                                                       Ora finalmente espone.




GIRANDO, MIRANDO, SCRUTANDO, PARLAN-
DO, SUSSURRANDO, FISSANDO, in questa dan-
za del gerundio, inizia l’immersione nell’ignoto
dell’esperienza pittorica di Nadia Brunetti, arti-
sta assolutamente singolare. Racchiude in sé la
fonte del suo stesso essere. Il suo tratto è dina-
mico, verticale, diagonale, spezzato, colto, cur-
vo, misto, interrotto. Questi gesti mescolati tra
di loro danno origine ad una danza imbarazzante
ma perfettamente armonica. Anche lo spessore
e il fondo cambiano totalmente, possono esse-
re spessi, sottili, marcati, lavoratissimi, rivelano
l’energia di questa donna dell’aura dorata. L’e-                                            Opere dell’artista
mozione continua: possiede una levità piacevole,                                               Nadia Brunetti
sembra quasi troppo pura per le naturali impu-                                                  realizzate per
rità del mondo.                                                                                      il Gruppo
Dopo la prima formazione presso il liceo artisti-                                         Tonino Lamborghini.
co di Bologna, Nadia Brunetti segue i corsi di
pittura all’Università di Venezia e Firenze. Ma la                                  (nadiabrunetti@gmail.com)

                                                                                                                 13
ARTE




                          SOMETHING REMAINS
            La mia personale interpretazione del brand Tonino Lamborghini
     di Giovanni De Gara
     Primo livello di lettura:                                  bolica (something remains!).
     Il quadro è una bandiera del made in Italy, o me-          Il campo da calcio è stanco e il centro campo va
     glio ancora dell’Italian Style, cristallizzato nei suoi    a riposarsi sul colmo della cupola di un tempio
     stereotipi e applicato a una domenica qualun-              e anche questo parla di domeniche qualunque,
     que: calcio per molti, messa per altri, week-end           in bilico tra la sacralità dei riti collettivi e una
     fuori porta per altri ancora. Un sole pagano che           lettura più profonda del loro significato arche-
     scalda, rassicurante, da sempre e fa crescere              tipico, che gioca con la natura umana, anima-
     bene frutta e verdura; il toro come emblema del            le ma allo stesso tempo semi-divina. Il toro, in
     ben fatto nella cultura contadina del lavoro. Su           questa lettura, è animale sacro e misterioso,
     tutto, il pensiero creativo, l’associazione di ele-        abisso e insondabilità (sponda sacrale), ma an-
     menti semplici che portano a un risultato com-             che animale addomesticato, rassicurante come
     plesso, il gusto essenziale ed elegante del made           una domenica in chiesa o allo stadio. La strada
     in Italy che il comm. Lamborghini tanto bene ha            rappresenta le vie di comunicazione e anche un
     personificato e contribuito a costruire.                   invito a superare (linea di mezzeria tratteggiata)
     Secondo livello di lettura:                                la condizione attuale, a percorrere un cammino
     Sono nato sotto il segno del toro il 30 aprile, il gior-   che porti da A a B, o da alfa a omega. Restano
     no che (astrologicamente parlando) rappresenta             però (something remains) il sole, il tempio e l’eco
     la resurrezione del sole, morto il 28. Tre giorni          potente di un ruggito animale che come un de-ja-
     che sono come un triduo pasquale, un ciclo conti-          vu percorre la nostra memoria. Il toro sembra
     nuo che segna l’inizio e la fine (alfa e omega). Tra       addirittura guardarci con nostalgia e pensare a
     questo inizio e questa fine, un’infinità di vissuto.       quante cose abbiamo fatto insieme.
     Ogni ciclo si conclude, qualcosa necessariamente
     scompare, ma qualcosa resta e passa al ciclo
     successivo. Qualcosa rimane, come suggerisce
     il titolo del quadro (SOMETHING REMAINS). Una
     digressione ermetica, lo so, ma anche un’inter-
     pretazione di ciò che rimane nella tradizione di un
     grande marchio: si va avanti, i prodotti cambiano,
     ma something remains ed è in queste persistenze
     che c’è il cuore, la natura del “fare”.
     L’uomo nel quadro non si vede, ma restano alcu-
     ne sue tracce: resta la parte animale, istintiva,
     forte, lavoratrice, passionale, ben incarnata dal-
     la figura del toro. La componente intellettuale e
     quella culturale, invece, cambiano in continuazio-
     ne, seguendo i passaggi epocali, differenziandosi
     su base geografico-temporale (simbolo: la ban-
     diera nazionale e il suo codice binario che indica
     una data qualsiasi e si fa emblema della provvi-
     sorietà del costituito, messa in contrapposizione
     alla stabilità inamovibile del sole). Il toro, oltre
     a rappresentare l’elemento primordiale dell’ani-
     malità istintiva umana, ne rappresenta anche la
     storia evolutiva: dalle mani dell’uomo alla zappa,
     dalla zappa all’aratro a mano a quello trainato,
     per arrivare al trattore, che sostituisce la forza
     della natura, ma ne preserva tutta la carica sim-

                 Galleria SPAZIO TESTONI – Bologna – www.giannitestoni.it
14
DESIGN




        Quando un progetto di tesi diventa
      un prodotto firmato Tonino Lamborghini
            Il brand bolognese è stato analizzato come caso aziendale e
            ha rappresentato un’ottima esperienza formativa sul campo
                            per cinque giovani designer
di Giorgio Gurioli
Il patrimonio iconologico dell’automobilismo rap-
presenta la dimensione matura di un filone pro-
gettuale che ha portato allo sviluppo di fenomeni
evocativi come le linee di prodotti firmate Tonino
Lamborghini, che comprendono una serie vastis-
sima di oggetti d’uso. A partire dal successo di
questo caso aziendale, nel 2008 ho pensato di
dare vita al “Progetto Fucina Design”, una colla-
borazione tra il Gruppo Tonino Lamborghini e l’I-
SIA (Istituto Superiore per le Industrie Artistiche)
di Faenza per il quale collaboro da diversi anni in
qualità di designer e docente. Grazie all’interes-
se e alla disponibilità dimostrata dal cav. Tonino
Lamborghini, è nato questo sodalizio finalizzato
alla creazione di prodotti di design connotati da
un inconfondibile stile. Alla mia proposta di coin-
volgere il Centro Stile della Tonino Lamborghini,
l’azienda ha risposto con entusiasmo, dando fi-
ducia a un team di giovani designer iscritti all’ul-
timo anno del corso di specializzazione in Pro-                   La lampada Daytona della designer Maria Vedova, dal bozzetto
duct Design e proponendo loro svariati temi sui                   all’utilizzo finale nel catalogo Tonino Lamborghini Casa.




Daytona, nickel nero brillante, nelle tre versioni da 50, 100 e   Suzuka, lampada da terra disegnata da Giulia Conti e ispirata ai
150 centimetri di altezza.                                        pistoni, cm 15dx16h.

                                                                                                                                     15
DESIGN




                                                                 gia. Anche l’honeycomb, meravigliosa invenzione
                                                                 della natura, il disegno a “nido d’ape” di solito
                                                                 utilizzato a copertura del radiatore delle auto,
                                                                 diventa stilema diffusamente utilizzato dall’azien-
                                                                 da come fonte d’ispirazione. Tutti i riferimenti
                                                                 al mondo del motore richiamano un concetto
                                                                 di potenza e forza. Il fascino intrinseco dell’alta
                                                                 prestazione conferisce bellezza oggettiva a ele-
                                                                 menti di formazione meccanica e a materiali ad
                                                                 alta tecnologia, leggeri e costosi. A fine corso gli
                                                                 studenti hanno anche presentato il loro progetto
                                                                 di tesi dedicato proprio al caso Tonino Lambor-
                                                                 ghini. “Credo moltissimo in questo tipo di iniziati-
                                                                 ve – ha dichiarato Lamborghini congratulandosi
     Cuscinetto, lampada da tavolo disegnata da Claudia Gallo.   personalmente con gli studenti in sede di tesi –.
                                                                 “Per la prima volta dopo tanti anni di carriera,
     quali lavorare e cimentarsi nella progettazione e           oggi con orgoglio posso affermare che questi
     creazione di prodotti di design, reinterpretando            ragazzi hanno saputo interpretare il mio mondo
     gli stilemi mutuati dal mondo della meccanica e             e il mio lifestyle perfettamente, rappresentando
     dell’automobilismo sportivo tipici del marchio del          in maniera egregia il mio marchio con prodotti
     Toro.                                                       estremamente belli”. Lamborghini ha poi fatto i
     La collaborazione con l’azienda era finalizzata alla        complimenti ai professori dell’ISIA, per “aver alle-
     realizzazione della tesi di laurea specialistica. Gli       vato bravi studenti e per aver arricchito i saperi      C



     studenti – Davide Callisesi, Giulia Conti, Claudia          della scuola attraverso una bellissima esperien-        M


     Gallo, Luca Rosso, Maria Vedova – hanno inizial-            za formativa che costituirà per gli studenti un         Y

     mente studiato in classe tutte le problematiche             ottimo trampolino di lancio e comunque un bel
     legate al design industriale, dagli aspetti tecni-          punto di partenza”.
                                                                                                                        CM



     ci alla distribuzione, fino alla tutela dei brevetti.       Un progetto in particolare merita una speciale         MY


     Poi, si sono cimentati “sul campo” e, con la su-            menzione: la lampada “DAYTONA” di Maria Vedo-          CY


     pervisione del Centro Stile Tonino Lamborghini,             va, che è stata selezionata come miglior prodot-       CMY

     hanno disegnato nuovi prodotti, dedicandosi a               to realizzato e inserita nel catalogo commerciale
     quattro tipologie principali: orologi, lampade, cu-         della linea Tonino Lamborghini CASA, venduta in         K



     stodie (porta I-pod, cellulari, pc, video camere e          tutto il mondo.
     macchine digitali) e articoli per la tavola in cera-
     mica e porcellana.
     Gli stilemi meccanici che caratterizzano da sem-
     pre gli accessori di lusso firmati Tonino Lambor-
     ghini – cuscinetti, bielle, pistoni, tubi di scarico,
     griglie di areazione, fari, balestre e cerniere –
     sono diventati il punto di partenza per la creazio-
     ne di innovative lampade, eleganti servizi da the,
     moderni orologi e pratiche custodie per pc.
     Altri elementi d’ispirazione che caratterizzano
     le realizzazioni dell’azienda Tonino Lamborghini
     sono i materiali high tech come la fibra di carbo-
     nio, l’acciaio spazzolato e la treccia metallica che
     suggeriscono i concetti di lusso e alta tecnolo-            Spicy, portaspezie di Claudia Gallo.


                                         ISIA FAENZA - www.isiafaenza.it
      L’Istituto Superiore per le Industrie Artistiche (ISIA) di Faenza è un istituto dello Stato, fondato nel
      1980 con lo scopo originario di completare gli studi orientati al settore ceramico con una forma-
      zione di tipo avanzato. L’Istituto ha da tempo allargato la sua sfera d’azione a tutta la complessa
      area del Design e della Comunicazione. Una delle caratteristiche che rendono gli istituti superiori
      per le industrie artistiche un’esperienza importante nel panorama dell’alta formazione è costitu-
      ita dai rapporti diretti e assidui con il mondo dell’industria e della ricerca, tramite l’intervento di
      professionisti del design, esperti di settore e docenti universitari.


16
ARCHITETTURA




                                10 anni di Hospitality
                             firmata Tonino Lamborghini
                              A Mosca l’ultimo Boutique Caffè&Restaurant
                                   a pochi metri dalla Piazza Rossa
     di Tanya Byls
     Oltre al Trentennale dell’azienda, quest’anno il
     Gruppo Tonino Lamborghini festeggia i dieci anni
     del progetto denominato “Hospitality”. E non vi è
     celebrazione migliore dell’apertura di un nuovo
     locale. Il 16 settembre ha aperto l’ultimo Toni-
     no Lamborghini Boutique Caffè & Restaurant nel
     centro di Mosca, nel palazzo storico che alla fine
     del XIX secolo fu sede commerciale della ditta
     Mur&Meriliz, a pochi metri dallo storico teatro
     Bolshoj e dalla Piazza Rossa (Ulitsa Kuznetskiy
     Most n.19).
     Il nuovo ristorante si distingue per il design sofi-
     sticato, i tipici elementi caratterizzanti lo stile To-
     nino Lamborghini, la scelta dei materiali, la per-
     sonalizzazione dell’arredo rigorosamente made
     in Italy, per un ambiente che unisce eleganza,




      In alto, lo specchio
      dell’artista Mario Sturlese
      presente nel locale di Mosca.

      In basso, particolare
      della Vip Room “Corsa”
      al primo piano
      del nuovo ristorante russo.


18
ARCHITETTURA




raffinatezza, high-tech e tradizione. Queste le         Nella sala adiacente, la Vip Room “Classics”, con
premesse che sono state poste come base al              i suoi colori nero e grigio antracite, rappresen-
fine di rispettare i paradigmi stilistici tipici del    ta l’ambiente più ricercato di tutto il locale; un
marchio Tonino Lamborghini e gli alti standard          boudoir dove fumare il sigaro o cenare in un am-
qualitativi, oltre ad integrare l’interior design con   biente appartato e più raccolto. I 50 metri qua-
lo specifico contesto moscovita.                        drati della Vip Room si declinano all’insegna della
Al piano terra si sviluppa un Lounge bar di 90          massima rilassatezza e comfort, con due grandi
metri quadrati con i tipici colori nero, rosso e        divani in velluto, poltroncine, sedie vittoriane, ta-
bianco. Le pareti nere effetto titanio con la scrit-
ta Tonino Lamborghini retroilluminata, le sedute
e i divanetti in ecopelle traforata ispirati agli in-
terni delle auto sportive, il grande bancone nero
sagomato in fondo alla sala in perfetto equilibrio
con le pareti rosse che infondono energia e di-
namismo, le tende in taffetà nero con il logo ri-
camato, l’illuminazione viva e pronunciata: sono
tutti elementi che regalano un luogo ricercato,
di grande impatto visivo, moderno e accogliente,
dove trascorrere e condividere momenti speciali
e indimenticabili.
Il primo piano si apre sulla zona Ristorante “Ra-
cing” dove domina l’eleganza dei colori beige,
sabbia e argento. Il tocco è moderno ma sempre
“caldo” e diffonde una piacevole sensazione d’in-
timità. Le poltroncine e i divanetti in capitonné,
la luce più calda e soffusa, le tende in taffetà
beige ricamate rappresentano ulteriori elementi
di decoro nel massimo rispetto della qualità del                            Sopra, il bancone del Caffè Corsa presso il
marchio e offrono un ambiente speciale per una               McArthur Glen Designer Outlet di Roermond (Paesi Bassi).
cena raffinata.                                                               Sotto, il lounge bar del locale moscovita.




                                                                                                                           19
ARCHITETTURA




                                                           anni della sua unificazione ed è anche l’anno per
                                                           i rapporti culturali Italia–Russia. Oggi io non pos-
                                                           so darvi l’Italia intera, ma qui, nel nuovo locale
                                                           come in tutti quelli nel mondo, possiamo sicura-
                                                           mente offrirvene l’emozione!”.



                                                                 IL PROGETTO HOSPITALITY
                                                            Il progetto “Tonino Lamborghini Hospitality” è
                                                            dedicato a una clientela di classe, consape-
                                                            vole ed esigente, per la quale è stata creata
                                                            un’atmosfera al top dell’eleganza e della ricer-
                                                            catezza. La peculiarità è rappresentata da un
     La hall del Business Hotel di Collecchio (Parma).      concept che non è predefinito e uguale ovun-
                                                            que, ma è studiato per integrarsi al luogo,
     voli bassi, illuminazione soffusa, tende in velluto    alla città e al Paese di appartenenza, sempre
     nero. Tutto nei minimi dettagli è espressione di       rispettoso delle caratteristiche e delle prero-
     gusto, equilibrio e proporzione.                       gative della cultura locale, dell’estetica nativa,
     Sempre al primo piano la Vip Room “Corsa” ri-          del gusto autoctono. Quasi una sfida stilistica
     prende i colori e l’atmosfera del Caffè Lounge         ed evolutiva tra ambienti e luoghi diversi, mai
     del piano terra. Più giovanile e accesa, con pezzi     ripetitivi tra loro, che mantengono comunque
     di design e d’arte come la lampada Artemide            lo spirito evocativo del brand.                        C

     Mercury, la scultura luminosa di Marco Lodola,         Un connubio di linee, di forme, di volumi e
     il quadro di Nadia Brunetti per un after dinner        sensazioni visive, di storia e tradizione dove le
                                                                                                                   M




     informale e vivace.                                    specificità dell’Italian way of life si esprimono      Y



     Al momento del taglio del nastro, alla cerimonia       con forza e vengono identificate nella loro di-       CM


     di inaugurazione del nuovo locale, il cav. Lambor-     rompente vitalità, creatività e bellezza.             MY

     ghini ha salutato i numerosi ospiti intervenuti,       Caffè Boutique, Caffè Lounge, Hotel, Resi-
     una importante platea del mondo politico e dello       dence, Apart-hotel: ambienti accoglienti ed
                                                                                                                  CY




     spettacolo moscovita, con queste parole: “Sono         eleganti, dove il valore del brand promette e         CMY



     felice di festeggiare i 30 anni della mia azienda      mantiene una ricerca di eccellenza qualitativa         K


     con un nuovo prestigioso progetto nella più gran-      riconosciuta universalmente, all’insegna del
     de città d’Europa. Ma ci sono anche altri motivi       “Puro Talento Italiano”.
     per festeggiare: quest’anno l’Italia celebra i 150




     Il Caffè Corsa
     Tonino Lamborghini
     di Damasco (Siria).


20
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                                           ENERGY DRINK

            lamborghini-energydrink.com   STYLE NEVER SLEEPS
NEW PRESTIGIO




THE   PO W ER   O F   ST YLE
ECCELLENZE




1981-2011: trent’anni di Puro Talento Italiano
              Uno stile con radici profonde proiettato verso il futuro
di Rita D’Andrea e Andrea Casa
Il comm. Tonino Lamborghini è nato a Cento (FE)         to del mercato ita-
nel 1947 da una famiglia che pochi anni più tardi       liano va considerato
è diventata famosa in tutto il mondo nel campo          anche in relazione
meccanico e automobilistico.                            ad alcune variabili
Nel 1974 consegue la laurea in Scienze politiche        di natura storica e
economiche presso l’Università di Bologna; solo         culturale: gli anni
pochi anni più tardi viene insignito prima della        ottanta sono infat-
laurea honoris causa in Ingegneria meccanica            ti un periodo vul-
presso la Pro Deo University di New York, poi           canico e di grande
nel 1983 riceve anche quella in Business Mana-          espansione econo-
gement presso la Kensington University di Los           mica internaziona-
Angeles.                                                le. Anche per l’Italia
Agli inizi degli anni Ottanta, mentre era presi-        hanno rappresen-
dente di alcune aziende del Gruppo Lamborghi-           tato un periodo di
ni, il comm. Tonino Lamborghini decide di dare          rinascimento socio-
più spazio ad una sua passione personale: fonda         culturale il cui cuore
così nel 1981 la “Tonino Lamborghini Style and          era simbolizzato da
Accessories”. Reinterpretando i valori storici e        quello spirito creati-
la simbologia identificativa di famiglia e traendo      vo identificato e sin-
ispirazione dalle precedenti esperienze profes-         tetizzato in seguito
sionali nel campo dell’ingegneria e del design, dà      come made in Italy.
vita a un nuovo marchio dedicato agli accessori         I valori d’italianità
di lusso. Il momento di reale fondazione di un’a-       delle linee di acces-
zienda difficilmente coincide con la data arbitra-      sori disegnate dal
ria riportata nei documenti amministrativi: più         comm. Lamborghini hanno rappresentato non
spesso esso trova origine in idee e desideri por-       solo un caso di successo in un mercato competi-
tati avanti negli anni degli studi, della formazione    tivo e ricco di eccellenze quale quello italiano, ma
individuale e culturale di chi ha avuto lo spirito di   anche il riconoscimento di un gusto apprezzato a
mettersi alla prova. Il caso aziendale creato dal       livello internazionale.
comm. Lamborghini rappresenta la longevità di           A partire da queste considerazioni, l’imprendito-
una passione che, crescendo, diventa “oggetto           re Tonino Lamborghini decide, con grande lungi-
imprenditoriale” e quindi sociale con radici pro-       miranza, di aprire il primo negozio monomarca a
fonde. Radici che l’arch. prof. Mario Volpi [che        Hong Kong. L’ex protettorato britannico si rivela
ha coadiuvato Lamborghini in molti progetti pas-        subito un vero e proprio trampolino di lancio ver-
sati alla storia dell’azienda per innovazione, stile,   so l’allora inesplorato mercato asiatico e ne è
ricerca, n.d.r.] arriva a identificare come “l’al-      dimostrazione l’espansione e la crescita del mar-
to livello meccanico e l’intrigante fascino delle       chio fino ad oggi.
linee, delle forme e dei volumi che costituiscono       Tuttavia, come ha ricordato Lamborghini in una
la base della storia Lamborghini”. “Tonino Lam-         recente intervista, “affrontare un mercato come
borghini” prosegue Volpi “ha sentito la necessità       quello cinese negli anni ottanta era un proces-
di ripercorrere e sintetizzare tutto l’accumulo di      so completamente differente rispetto a oggi: le
informazioni che parlano di automobile e, nella         pratiche burocratiche e la diffidenza culturale
libera ma rigorosa combinazione delle famose            erano le due Colonne d’Ercole, spesso invalica-
linee, forme e volumi ha ritrovato con stupore le       bili, che segnavano ogni tentativo commerciale,
antiche origini della nostra civiltà”.                  ogni azione economica... Così, l’unico mezzo per
La consacrazione di questi core values avviene a        valicare questi confini culturali e burocratici era
partire dal 1983, anno in cui il mercato italiano       gestire i rapporti umani in prima persona”.
sancisce i primi successi delle collezioni di acces-    La creatività, la passione per il design, l’amore
sori griffate Tonino Lamborghini. Il riconoscimen-      per l’Italia e la sua cultura hanno rappresentato

                                                                                                               23
ECCELLENZE




                                       lo spirito di quel     del successo riscontrato dalla linea di delicatez-
                                       nuovo       Rinasci-   ze alimentari, nel 2000 viene realizzato un vero
                                       mento       portato    e proprio network di locali firmati Tonino Lambor-
                                       avanti dalla To-       ghini. In un secondo tempo ribattezzato “proget-
                                       nino Lamborghi-        to hospitality”, comprende format diversi – risto-
                                       ni, che si è fatta     ranti, caffetterie, boutique, residence, business
                                       ambasciatrice          hotel – accomunati da un’immagine che richiama
                                       del made in Italy      fortemente i valori del brand e da un servizio
                                       nel mondo. Agli        top level. L’affidabilità e riconoscibilità del mar-
                                       inizi degli anni no-   chio Tonino Lamborghini raggiungono così il loro
                                       vanta i brand va-      massimo livello.
                                       lues della Tonino      Il Gruppo oggi si definisce una “officina di proget-
                                       Lamborghini han-       tazione creativa” con un Centro Stile guidato dal-
                                       no superato non        lo stesso comm. Lamborghini. L’innovativa stra-
                                       solo i confini eu-     tegia di brand extension ha portato negli anni
                                       ropei, ma anche        allo sviluppo di una trentina di categorie merce-
                                       il confine rappre-     ologiche diverse e alla creazione di un “lifestyle”
                                       sentato dalla pro-     originale e distintivo.
     duzione di oggetti di design e moda. A partire da        Quest’anno Tonino Lamborghini celebra i 30 anni
     questo periodo, le potenzialità del                                       di attività. E i motivi per festeg-
     brand puntano a rappresentare la                                          giare ci sono tutti. Negli ultimi 5
     tradizione e lo spirito del made in                                       anni il brand ha continuato a pre-
     Italy in ogni sua sfaccettatura.                                          sidiare i core business consolidati
     Con queste premesse, nel 1993                                             e ha aperto fronti completamente
     porta il concetto di “brand di lus-                                       nuovi, adeguando la propria offer-
     so” nel settore delle delicatezze                                         ta di accessori e prodotti di de-
     alimentari: caffè, vino e pasta,                                          sign alle nuove esigenze di merca-
     prodotti espressione della pre-                                           to. La strategia di posizionamento
     stigiosa tradizione culinaria ita-                                        che il brand ha intrapreso ha vi-
     liana, arricchiscono, è il caso di                                        sto quindi lo sviluppo di progetti
     dirlo, il sapore italiano del brand.                                      dedicati a mercati più esclusivi e
     Nel 1995, decide di creare uno                                            di lusso sia nel campo del fashion
     spazio che possa funzionare da                                            che della ristorazione.
     tramite tra passato e presente,                                           Il lancio del nuovo Tonino Lambor-
     uno spazio dove poter finalmen-                                           ghini Energy Drink è un esempio
     te riflettere e far riflettere sulla                                      di storia recente che dimostra
     storia, umana e aziendale, di un                                          come l’azienda abbia saputo rin-
     mito: nasce il Centro Polifunziona-                                       novare la propria immagine pur
     le museo della tecnica “Ferruccio                                         mantenendo salde le proprie ra-
     Lamborghini”. Situato a Dosso, nella bassa pa-           dici valoriali. Grazie ad un design elegante e ac-
     dana dove visse Ferruccio Lamborghini, il Museo          cattivante e ad
     ospita le numerose creazioni del padre a partire         una campagna
     dal 1946. La struttura, progettata dall’architet-        di comunicazio-
     to Oreste Diversi utilizzando solo materiali poveri      ne     incentrata
     come il legno e il cemento in modo da non pre-           sui social net-
     valere minimamente sulle opere esposte, ospita           work,      Tonino
     ancora modelli unici e dal valore storico culturale      Lamborghini ha
     inestimabile, per renderle accessibili alle migliaia     firmato un nuo-
     di visitatori provenienti da ogni parte del mondo.       vo progetto dal
     A ben vedere, la riconsiderazione del proprio            respiro interna-
     passato e presente è stata una tappa impor-              zionale per un
     tante per l’imprenditore bolognese: nel 1997             target giovane
     Tonino Lamborghini fonda la Town Life, con cui           e cosmopolita,
     inizia la produzione di golf cart, utility e city car,   all’insegna del-
     anticipando di fatto di dieci anni gli sviluppi del      lo slogan “Style
     mercato automotive.                                      Never Sleeps”.
     In continuità con il recente passato e sull’onda

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ECCELLENZE




                                     Dico di me...
                          Da “Il design va preso       zione di arredamento di divani e poltrone (…) Il
                          per le corna”                primo mercato che ho conquistato è stato l’Italia,
                          di Arianna Rosa, in          ma il grande successo è avvenuto a Honk Kong
                          Monsieur, giugno 2007        e in Cina. Oggi in Cina Tonino Lamborghini è uno
                          «Tonino Lamborghini ha       dei marchi più conosciuti (…). Poi il mercato in-
                          in sé talento, grinta e      ternazionale si è espanso. Alla fine degli anni 80
                          creatività che ha dimo-      mio padre si ritirò in campagna a produrre vino
                          strato con le sue linee      e fece un campo da golf aperto a tutti. Da lì mi è
                          di accessori, di moda e      venuta l’idea di fare le automobiline da golf. Ho di-
                          di design, creando un        segnato il veicolo e ho cominciato la produzione.
                          mondo di lusso firmato.      (…) Così, negli anni 90 ho creato la Town Life,
                          Di lui colpiscono la gran-   con cui ho prodotto e continuo a produrre le city
                          de semplicità, la vivacità   car a motore elettrico e a diesel ecologico. Amo
dello sguardo e la schiettezza, propria del dna        le auto e in particolare il loro aspetto femmini-
dei veri signori, conferma del successo di un          le. Il design che creo è come una bella donna,
uomo. “La mia grande fortuna è aver da sem-            sensuale, facile e intuitivo, perché deve esserne
pre respirato l’aria dell’azienda, dei motori, della   percepita, in modo immediato, la bellezza e l’es-
meccanica che metto in qualsiasi cosa io faccia”,      senza. Allo stesso modo, la Miura è femmina.
ci racconta. “Non ero uno studente esemplare           Perché è sinuosa, cattiva ma buona al tempo
fino all’università. Non avevo nulla che facesse       stesso, aggressiva ma dolce, ha una linea dalla
pensare che avessi dei numeri. Finito le superio-      quale è impossibile non essere coinvolti. (…) e in
ri mio padre Ferruccio mi disse: queste sono le        ogni cosa io faccia, metto dentro una parte di
chiavi dell’azienda. Si trattava di una delle tante    Miura...”».
aziende, la più piccolina, che però aveva circa
45 dipendenti. Arrangiati tu, non mi chiedere                                      Da “Non solo motori
nulla. Ne riparliamo fra un anno, mi disse. Re-                                    - Tonino Lamborghini
golarmente un anno dopo si guardavano i bilanci                                    tra moda, arte e ga-
e i risultati. Tutto andava bene e veniva rimanda-                                 stronomia di lusso”
to all’anno successivo. Non nego che avevo un                                      di Paola Benedetta
paura folle. Facevo l’università, a volte prendevo                                 Manca, in Look, mag-
decisioni che comportavano anche dei rischi per                                    gio 2008
l’azienda. Fortunatamente c’era un vecchio diret-                                  “Sentivo il bisogno di
tore in pensione che mi dava qualche consiglio                                     fare qualcosa di esclu-
e che fu anche il mio maestro, il cav. Corrado                                     sivamente mio – rac-
Menini a cui devo tanto. (…) Poi un giorno ho co-                                  conta – da sempre ero
municato a mio papà il desiderio di fare qualcosa                                  appassionato di moda e
di mio, diverso dal mondo dei motori. Mi piaceva       accessori. Mi piaceva tantissimo lo stile di mar-
la moda. Così mi sono lanciato negli accessori.        chi come quello di Gucci e di Hermès e mi sono
Nel 1981 è nata la Tonino Lamborghini acces-           ispirato a loro nel creare un’attività parallela di
sori, moda e design, un mondo di lusso, sinoni-        prodotti firmati Tonino Lamborghini che da subito
mo di creatività, tecnica e stile. (…) Non volevo      hanno avuto un considerevole successo. Orologi,
permettermi il lusso di creare un’azienda con i        occhiali, profumi, pelletteria e tanti altri accessori
soldi di mio padre. Troppo facile. Avevo già un        che sembrano entusiasmare da subito il pubblico,
nome importante che mi avrebbe aiutato in que-         all’inizio soprattutto quello femminile, meno diffi-
sta avventura. Con poche risorse ho mosso i pri-       dente nei confronti di un marchio che gli uomini
mi passi in un mondo imprenditoriale creato da         legavano esclusivamente al mondo dei motori. An-
me. (…) La mia forza erano le idee, una grande         che i media – ricorda Lamborghini – in principio
volontà e un po’ di fiuto. (…) La prima cosa che       erano scettici e in qualche caso snob verso la mia
realizzai fu un orologio. Ho sempre amato tutto        decisione di creare linee di accessori”. Col pas-
ciò che richiede un lavoro meccanico perché è          sare degli anni poi si riaffaccia la passione, mai
correlato al mondo dell’ingegneria. Ho preso ispi-     sopita, per i motori e le macchine in generale che
razione dal cuscinetto, dalla biella, dal triangolo,   costituiranno anche l’elemento di continuità con
dalle sospensioni. Dalla struttura del telaio della    l’opera del padre.
Miura ho fatto tante cose, tra cui l’ultima colle-

                                                                                                                25
ECCELLENZE




                            Intervista di Giuseppe               Fu quasi uno scandalo, la bizzarria del figlio di Lam-
                            Vicentini del 13 maggio              borghini che voleva il trattore bianco e azzurro.
                            2008 presso il Palazzo del           Invece io pensavo che anche un trattore potesse
                            Vignola, per Tecnostoria.it          essere bello ed elegante e non per forza verde
                            «Un bel giorno, avevo                o arancione o grigio. Mio padre era abbastanza
                            trent’anni, portavo avanti le        contrario, ma io lo convinsi a fare un’indagine di
                            aziende piuttosto bene, con          mercato portando il trattore sulle piazze. Fu un
     successo, sviluppando nuove cose, sentii forte-             successo inaspettato. Vuoi per la linea tutta squa-
     mente la necessità di esprimermi in settori diver-          drata, vuoi perché per la prima volta si vedeva un
     si, quindi l’accessorio, più che la moda. Di soli-          vero cruscotto di tipo automobilistico, quando nor-
     to chi fa moda nasce dal mondo sartoriale, per              malmente sui trattori c’erano solo due orologi. Poi
     cui l’accessorio era più vicino a me. Ammirando             mi ricordo i fanali, il musetto, la carenatura… fu
     la produzione di Gucci che era tutta ispirata al            tutto il design a segnare un grande salto. Morale
     mondo equestre, con la staffa, il ferro da cavallo,         della favola, è stato in produzione per oltre 35 anni.
     tutti accessori equestri, pensai che quegli stes-           Poi ovviamente, quando mio padre cominciò a fare
     si accessori avrebbero potuto essere accessori              automobili, vuoi che in casa e in azienda ognuno
     meccanici. Provai a schizzare qualche cosa, mi              non dicesse la sua? Era normale, era automatico,
     accorsi così che il morso del cavallo sostanzial-           c’eri dentro. Non avevi un ruolo, ma eri lì. Men-
     mente era fatto di due bielle, l’anello che tiene il        tre non dicevo nulla dal punto di vista meccanico,
     morso è una rondella. In disegno non sono bra-              dal punto di vista estetico sì, le mie impressioni e
     vo. Le cose vengono con una spontaneità infinita,           le mie idee le esprimevo. Non a caso molti anni
     poi schizzo, magari male, ma è abbastanza facile            dopo ho deciso di avere un attività che si occupa
     trasferire il concetto, l’idea. Le idee vengono a va-       di design a tutto tondo, da un settore all’altro,
     langa, in ogni momento, anche al mattino quando             senza limiti, senza vincoli. Faccio moda ma non mi
     mi faccio la barba; tante idee che poi la maggior           reputo un sarto, piuttosto detto uno stile, che è
     parte non troverà mai applicazione. La fantasia e           diverso. Quindi evidentemente nel ragazzino c’era
     la creatività non mi mancano. Sono anche molto              già questa inclinazione. Quando io avevo delle
     curioso; poi sono attento e, quindi, dal particola-         bizzarrie, mio padre e mia madre mi concedevano
     re, una foglia, uno spigolo, passo a collegarlo al          di esprimerle ed è stato determinante. Ai figli
     mio mondo di appartenenza, di riferimento, quello           bisogna lasciare spazio, altrimenti io oggi non sarei
     meccanico».                                                 qui a dirigere un’azienda che fa fatturati molto
                                                                 elevati, con prodotti che girano tutto il mondo.
                               Da “Tori in famiglia – To-        Se mi avessero soffocato probabilmente avrei
                               nino Lamborghini, quan-           fatto un altro mestiere. Invece, prima ho seguito
                               do il Drake fece arrabbia-        le aziende di famiglia, poi ne ho fatte delle altre,
                               re papà”                          poi ne ho acquisite dalla concorrenza (nel settore
                               di Roberto Alvisi, in Auto-       del calore) rinforzando la Lamborghini Bruciatori
                               mobilismo d’Epoca, Feb-           e la Calor. Lì mi sono espresso. Mio padre mi
                               braio 2009.                       consegnò le chiavi delle aziende una alla volta. E
                               «Che ruolo ha avuto Lei           io una alla volta, ovviamente con l’aiuto dei miei
                               nell’avventura industriale di     collaboratori, ho portato avanti il mio progetto.
                               suo padre Ferruccio?              Con qualche errore e con qualche iniziativa andata
                               “Premesso che ci sono             a buon fine. E poi le conclusioni di una esperienza
     nato in mezzo e che d’estate, prima di andare al            di vita si tirano sempre alla fine. Qualche anno fa
     mare, andavo a lavorare in fabbrica, naturalmente           ho ceduto tutte le aziende industriali e mi occupo
     facevo quello che può fare un ragazzino, le cose più        solo del marchio Tonino Lamborghini”.
     umili, più banali, più normali. Il mio primo compito        Un insegnamento di suo padre che lei porta avanti
     in assoluto fu di riempire le latte di olio lubrificante.   o che ricorda in particolare?
     Mia madre lavorava e dirigeva la fabbrica di tratto-        “Me ne ha dati tanti, perché allora i padri parlava-
     ri, mio padre faceva tutte le arti negli stabilimenti,      no poco, giocavano poco, però sentenziavano. Ne
     a tavola non si faceva altro che parlare dell’attività,     riporto uno: bisogna lavorare duro, con estrema
     quindi io l’azienda l’ho respirata sempre.                  volontà, con estrema tenacia, per riuscire a farce-
     E poi man mano che crescevo qualche spazio mi               la, perché nessuno ti regala niente”.
     veniva dato. Per esempio la linea dei trattori azzur-       Qual è il suo contributo ai prodotti Tonino Lam-
     ri, esposta nel museo, fu interamente disegnata             borghini?
     da me sedicenne. L’imporre negli anni Sessanta              “Diciamo che nei miei prodotti c’è tutta la mia per-
     un trattore bianco e blu fece parlare mezza Italia.         sonalità”».

26
ECCELLENZE




                        Da “Tonino Lamborghi-             del Vignola, costruito in pieno Cinquecento su
                        ni: stile, gusto, qualità,        disegno di Jacopo Barozzi (il Vignola, appunto),
                        esclusività ma soprattut-         si trova a Funo di Argelato (a 20 km da Bologna)
                        to la fantasia”, di Luigi         ed è qui, in questa nobile dimora, seminascosta
                        Locatelli, in Specchio Eco-       nella campagna, inusuale e affascinante, che ci
                        nomico, gennaio 2010              aspetta uno dei più importanti nomi dello stile e
                        «D. Dal momento che gli           del design italiano, Tonino Lamborghini. Un nome
                        orologi non figuravano nelle      in tutti i sensi e in tutte le latitudini, anzi forse un
                        attività di famiglia; come si     nome addirittura ingombrante.
                        è allargato ad altri settori?     “Pensate – ci spiegherà qualche minuto dopo lo
                        R. La fantasia non mi è           stesso Tonino Lamborghini – che mi chiamano
mai mancata. Debbo dire però che, senza essere            spesso, da ogni parte del mondo, per chiedere
maniaco, amavo gli orologi perché sono oggetti            interviste o per invitarmi a convegni o a seminari,
comunque meccanici; piaceva molto anche a mio             e inesorabilmente, ogni volta si arriva alla doman-
padre che io creassi orologi anziché, ad esem-            da che tutti vogliono farmi: ‘Ma lei non si occu-
pio, cravatte. Fu meno soddisfatto dell’estensione        pa proprio più di automobili?’. Così mi rimetto a
della mia linea quando arrivai all’abbigliamento,         raccontare loro tutta la storia della Lamborghini
alle camicie e alla pelletteria, perché sosteneva         Automobili, da quando mio padre l’ha fondata fino
che eravamo dei meccanici e dovevamo rima-                agli ultimi cambi societari.
nere nell’ambito della meccanica e del metallo.           Con gli anni ho cominciato a farci l’abitudine, ma
Dall’orologio sono nati gli occhiali, poi i profumi.      soprattutto ho cominciato a capire che questa
Cosa hanno a che vedere occhiali e profumi tra            domanda non era dettata dall’interesse, dalla
loro? Mi attraeva, come mi attrae oggi, l’idea            voglia di sapere. Era come un moto di stupore,
del lusso, e naturalmente fa molto più immagine           a volte di smarrimento di fronte al pensiero che
un profumo o un occhiale che una camicia. (…)             Lamborghini non sia più italiana, che non sia più
D. Cos’è dunque il lusso per lei?                         legata alla famiglia del suo fondatore”. Entrare
Sia pure con molte diversificazioni, ritengo di aver      nel Palazzo del Vignola è una suggestione stra-
proseguito, nell’offerta di prodotti di stile e di lus-   ordinaria. Forse per il respiro della storia che
so, la linea di mio padre, ma nello stesso tempo          si sente ancora vibrare tra le sue stanze, for-
mi sono adeguato ai problemi attuali rendendomi           se l’imponenza del grande salone centrale con
conto che lusso non è necessariamente alto co-            una volta che raggiunge gli 11 metri d’altezza,
sto, ma vuol dire soprattutto stile e cultura. Oggi       certo è che quel “Puro talento italiano”, come
le mie produzioni sono sì ispirate al lusso, ma non       si definisce la Tonino Lamborghini, qui nel suo
sono particolarmente costose. E mi piace che sia          quartier generale e centro stile si percepisce
così. Vorrei che chi sceglie un mio prodotto lo           interamente. Perché non si tratta solo di uno
faccia usando testa e cultura e non solo il porta-        slogan pubblicitario, ma di un atteggiamento
foglio».                                                  mentale, una connotazione del carattere e dello
                                                          stile, gli stessi che da mezzo millennio raccon-
                         Da “Un nome, una passio-         ta l’opera del Vignola. Bisogna spiegare tutto
                         ne: Lamborghini - Incon-         questo, per far capire la suggestione che offre
                         tro-intervista con Tonino        l’incontro con il marchio Tonino Lamborghini. Il
                         Lamborghini”, di Simone          fascino di un passato diventato ormai mito, que-
                         Cavallin, in AutoOK, otto-       sto certamente, ma anche la grande presenza
                         bre 2010                         sul mercato mondiale odierno: è la vertigine che
                         «Ad    un    tratto   anche      si prova affacciandosi sul mercato del più alto
                         il navigatore si perde.          livello, il fascino di una sfida sempre, continua-
                         “Destinazione     raggiunta”     mente rilanciata, il piacere di creare il bello, di
                         sembra      sbuffare,    ma      dettarne le regole, di essere arbitro d’eleganza
                         intorno ci sono solo campi,      e dell’italianità. Da quasi trent’anni Tonino Lam-
                         qualche albero, un piccolo       borghini è una griffe di design e accessori tra
cimitero e lei: la Pianura Padana. A perdita              le più ricercate al mondo. La sua attività spazia
d’occhio. Per trovare il Palazzo del Vignola, sede        su una molteplicità di settori e di prodotti, cer-
del Centro Stile Tonino Lamborghini dobbiamo              cando sempre la bellezza e l’innovazione. (…)
chiamare e farci accompagnare, per scoprire che           Una sfida continua insomma quella della Tonino
c’eravamo quasi, ma senza accorgerci che tra              Lamborghini, un desiderio di correre ancora, di
gli alberi, proseguendo, si trova uno tra i più bei       vincere e di portare ancora in alto il nome Lam-
gioielli dell’architettura rinascimentale. Il Palazzo     borghini e la passione italiana».

                                                                                                                     27
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                                Dettagli per l’eternità
                 Richiami agli stilemi classici e riferimenti culturali alti
                  in una particolare analisi delle “creature del Toro”
                       esposte al Museo Ferruccio Lamborghini
di Otto Grizzi
Nel 1963 Henri Cartier Bresson, il leggendario
alfiere con Robert Capa dell’agenzia foto-giorna-
listica Magnum, scrive: “Ogni scatto fotografico
della mia Leica M3 è un momento decisivo che
ci avvicina all’eternità”. La frase ci torna alla
mente durante una visita al Museo Polifunzionale
Ferruccio Lamborghini di Dosso di Ferrara (in via
Statale 142), la modernissima struttura voluta
dal figlio Tonino nel 1995, ad appena due anni
dalla morte del padre. Come non trovare, infatti,
un riscontro immediato dell’assunto su esposto
in certi dettagli di modelli della marca del Toro,
veri e propri segni o “fotogrammi” anticipatori
di qualcosa di “altro”, di sostanziali elementi di
universalità che trascendono, consapevole o no
ne fosse il progettista, la mera immanenza del
particolare tecnico?
Per cominciare, si guardi il coprifanale della pri-
ma granturismo realizzata dalla Casa di Sant’A-
gata Bolognese, la 350 GTV del 1963, vettura
caratterizzata dagli stilemi iperrealistici di Fran-




 L’entrata del Museo Ferruccio Lamborghini (www.museolamborghini.com) e, in alto, particolare della Barchetta costruita da Ferruccio
 su meccanica FIAT modificata con cui partecipò alla Mille Miglia nel 1948 (foto di Fabio Casari).


                                                                                                                                       29
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                                                            progettazione automobilistica chiamato Mario
                                                            Marazzi, non a caso un ex geniale battilastra del-
                                                            la mitica Carrozzeria Touring Superleggera che
                                                            aveva appena chiuso i battenti per l’incapacità
                                                            ad affrontare gli spietati tempi moderni della filie-
                                                            ra produttiva. Egli ha tratteggiato da par suo la
                                                            livrea della sottostimata berlinetta Lamborghini
                                                            d’inizio primavera 1968, secondo noi una della
                                                            GT più belle di tutti i tempi. Nonostante la data
                                                            (così prossima al Maggio che cambiò le carte
                                                            in tavola su tutto il pianeta), qui niente “imma-
     co Scaglione: la sinuosità del disegno fa imme-        ginazione al potere” ma stilemi classici come
     diatamente pensare a quella del corpo femmini-         più classici non si può. Guardate quella presa
     le, non fosse altro che per tener fede all’assunto     d’aria dietro i passaruota anteriori, connotata
     che “l’auto è femmina”. Ma allora, al riguardo,        da una sobrietà elegante di tratto, associata a
     come non ricordare quando l’amico-nemico di            uno slancio vitale discreto quanto fondamenta-
     Ferruccio, Enzo Ferrari, parlando della coeva          le. Ma niente élan vital di scuola romantica o di
     Jaguar E Type, la definì la “più sensuale” delle       bergsoniana o nietzschiana memoria, ma puro
     autovetture proprio in virtù di alcuni aspetti della   e semplice richiamo alla sobria energia creativa
     carrozzeria?                                           che animò lungo tutto il Quattrocento il nostro
     Proseguendo con un’analisi semi-seria di questo        Umanesimo, insomma la stessa di cui parla (Si
     tipo, ecco il musetto della FIAT Topolino utiliz-      parva licet…) Leon Battista Alberti nei suoi Libri
     zata da Ferruccio Lamborghini per l’unica gara         della famiglia nonché nel magistrale Villa.
     automobilistica della sua vita, la Mille Miglia del    È uno slancio vitale che ritroviamo, mutatis mu-
     1948. Qui è indubbio che spira un’aria austera,        tandis, nel frontale della Lamborghini Countach
     come da vecchia signora, una severità di tratto        LP500S del 1981, un missile da 5000 cc su
     che rispecchia l’entusiasmante ma impegnativo          quattro ruote: quanta possanza di “cavalleria”
     momento storico di questa fase (la Ricostruzio-        frutto del lavoro progettuale di Paolo Stanzani è
     ne) del nostro secondo dopoguerra e che si ri-         disponibile al pilota in queste linee definitive trac-
     trova anche nell’essenziale posto di guida.            ciate da Marcello Gandini fin dal 1971!
     Ecco poi come ha lavorato sulla V12 Islero quel        Se vogliamo analizzare l’epopea del lavoro uma-
     vero e proprio esteta decadente (quasi un epi-         no, si guardi la griglia della calandra del famoso
     gono della scuola dannunziana) prestato alla           trattore Carioca che inaugurò la saga lamborghi-
                                                            niana nell’immediato secondo dopoguerra: ecco
                                                            adombrate, in un pezzo di lamiera, tutta l’ener-
                                                            gia e la fatica delle “opere e i giorni” di esiodiana
                                                            memoria.
                                                            Come non finire con la Miura? Guardando l’e-
                                                            semplare SV n. 5028 dei primi anni Settanta
                                                            che fu vettura personale di Ferruccio Lamborghi-
                                                            ni, vi ritroviamo le famose “ciglia” gandiniane ai
                                                            fari anteriori, un chiaro vezzo da “arte per l’arte”
                                                            su una vettura da 300 chilometri all’ora.
                                                            Tutti questi riferimenti ai “massimi sistemi” in un
                                                            Museo di auto? Certamente: con le creature del
                                                            Toro, noblesse oblige.

30
P U R O                                  T A L E N T O                                          I T A L I A N O
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MOTORI




      TOWN LIFE: il progetto ecosostenibile
         firmato Tonino Lamborghini
             Dalla prima citycar elettrica europea alla nuova Moto4
di Marina Gavioli
“Alla fine degli anni Ottanta, mio padre si ritirò in   Diablo, e al designer Giorgio Gnesda con poche
campagna a produrre vino e realizzò un campo            ma precise regole: le vetture dovevano essere
da golf aperto a tutti. Da lì, nei primi anni Novan-    molto sicure e stabili, proprio perché il target
ta, mi è venuta l’idea di produrre le automobiline      principale a cui erano indirizzate erano i ragaz-
da golf. Ho disegnato il veicolo e ho cominciato la     zi ancora senza patente. Le city car prodotte e
produzione. Dal successo di quell’esperienza mi         vendute dalla Town Life si distinsero da subito dai
è venuta la voglia di tornare al mondo della auto.      veicoli della concorrenza per la loro monoscoc-
Non volevo, però, entrare in concorrenza con            ca in fibra di vetro fissata a un robusto telaio in
mio padre. Avrebbe significato perdere comun-           acciaio inossidabile. L’utilizzo della monoscocca
que. Lui produceva le auto più belle, più costose,      permette di ottenere una notevole robustezza,
più grandi, più veloci, più tecnologiche. Io, allora,   unita a una rigidità torsionale che consente alla
ho deciso di produrre l’auto più piccola, la più        vettura di avere una tenuta di strada e una stabi-
lenta, la più urbana, ma anche la più ecososteni-       lità difficilmente riscontrabili in veicoli della stes-
bile. Così, nel 1998, ho creato la Town Life, con       sa categoria. Dopo un’attenta analisi del mer-
cui ho prodotto e continuo a produrre le city car       cato, i progettisti della Town Life presentarono
a motore elettrico e a diesel ecologico. Agli inizi     prima il modello “Ginevra”, motorizzato con un
della produzione eravamo l’unica fabbrica in Eu-        bicilindrico a ciclo diesel. Nel 2001, è stato poi
ropa a produrre Golf cart elettriche, tra cui uno       presentato il nuovo modello “Helektra” che, man-
speciale esemplare realizzato per Papa Woytila,         tenendo lo stesso aspetto della “Ginevra”, utiliz-
battezzato all’epoca ‘Papamobile’”.                     za una motorizzazione elettrica per una marcia
Queste le parole del cav. Tonino Lamborghini che
fondò la Town Life (ovvero, “vita di città”, con                                  Lo speciale esemplare di electric cart
una strizzata d’occhio alle iniziali del nome del               realizzato per Papa Woytila e ribattezzato “Papamobile”.
fondatore)       insieme
a una cordata d’im-
prenditori interessati
a entrare nel promet-
tente mercato dei
quadricicli,      piccole
vetture che possono
essere guidate sen-
za patente, prodotti
innovativi destinati a
un pubblico giovane e
dinamico. Le vetture
furono progettate e
prodotte a Foligno,
in un moderno stabi-
limento dove l’assem-
blaggio veniva realiz-
zato manualmente,
ricorrendo a perso-
nale specializzato.
Lamborghini         diede
l’incarico all’ing. Mar-
miroli, padre della

                                                                                                                           33
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Tonino Lamborghini: Tesori Latini

  • 1. EDITORIALE TRENT’ANNI DI PURO TALENTO ITALIANO di Tonino Lamborghini Trent’anni di viaggi per portare i prodotti e il e dibattito, nella cultura, nell’arte e nella società. nome del Gruppo Tonino Lamborghini – e con essi Una scoperta senza limiti spaziali o temporali l’italianità – in tutto il mondo mi hanno convinto attraverso un patrimonio intellettuale che ha le che in realtà i mondi sono tanti, almeno quanti sue radici linguistiche e culturali proprio nella possono essere i settori e i loro prodotti. E le tradizione dei nostri padri latini. Con queste lingue. Prendiamo il cinese, per esempio: com’è radici possiamo viaggiare e imparare altre lingue, risaputo, oltre a quella che viene considerata incontrare i popoli più differenti e instaurare con ufficialmente la lingua cinese, esiste una lingua essi uno scambio proficuo e vantaggioso per da parlare con ciascun interlocutore: quella degli l’arricchimento reciproco, senza quel timore affari e del commercio, quella della letteratura, dell’apertura che spesso crea i presupposti per del tempo libero o del turismo. il conflitto. Pertanto, uno dei principali motivi per cui ho Il mio brand rappresenta oggi un vero e proprio pensato di riprendere la pubblicazione di “Tesori universo coordinato di stile che esprime il Latini” è proprio questo: aprire tante finestre sui Puro Talento Italiano: un lifestyle completo con tanti mondi che le mie linee di prodotti esplorano orologi, telefoni cellulari e accessori di lusso, e dare così la possibilità ai lettori di viaggiare complementi d’arredo, progetti alberghieri e con me alla ricerca di novità, spunti di riflessione residenziali, profumi e linee di abbigliamento, ma anche city car e golf cart. Un mondo che spazia dal design all’ingegneria meccanica passando per la moda e il tempo libero. E poiché l’Italia è simbolo anche di un certo stile di vita, di un gusto per la buona tavola e la convivialità, anche con il mio caffè, i vini e i locali a marchio ho cercato di contribuire all’eccellenza e all’alta considerazione che il mondo intero riconosce al nostro Bel Paese. In modo semplice, quindi, “Tesori Latini” vuole contribuire a far scoprire ai lettori i diversi mondi che i prodotti con il mio marchio incontrano nel loro percorso. Un percorso ricco di persone con la propria storia, professionalità, ingegnosità e spirito creativo. Quelle persone che contribuiscono a fare grande l’Italia. Cav. Tonino Lamborghini, Presidente del Gruppo Tonino Lamborghini. Mr Tonino Lamborghini, President of the Tonino Lamborghini Group. 1
  • 2. SOMMARIO 1 EDITORIALE Trent’anni di puro talento italiano 4 MONDO Quando il made in Italy incontra il Sol Levante 8 ARTE Marco Lodola: ho catturato la luce con l’ironia Gelindo Baron: il colore e la luce Angela Glajcar: metamorfosi della carta Nadia Brunetti: nel segno del Toro Giovanni De Gara: Something Remains 15 DESIGN Quando un progetto di tesi diventa un prodotto firmato Tonino Lamborghini 18 ARCHITETTURA 10 anni di Hospitality firmata Tonino Lamborghini 23 ECCELLENZE 1981-2011: trent’anni di Puro Talento Italiano Dico di me... 29 LINEA Dettagli per l’eternità 33 MOTORI Town Life: il progetto ecosostenibile firmato Tonino Lamborghini 2
  • 3. SOMMARIO 37 TECNOLOGIA Quando la tecnologia è inclusiva, il vero lusso rimane esclusivo? 41 SCAFFALE Jacques Attali e le storie del tempo 44 SPORT Tonino Lamborghini sfila sui green italiani Vito, Michele e Sara: i campioni di Jujitsu testimonial del Puro Talento Italiano nel mondo Un anno tutto d’oro per la Tonino Lamborghini- Mac Team Team Cavalli Tonino Lamborghini 48 EVENTI Tartufo d’Oro: folla di Vip TL Editore, Direzione, Foto Tesori Latini Redazione e Amministrazione Archivio Tonino Lamborghini, Periodico di attualità e cultura Lamborghini Real Estate SpA Fabio Casari, Rita D’Andrea, da un’idea di Tonino Lamborghini via San Giacomo, 25 – 41100 Modena Studio Bortolotti, Studio Picchio. Direttore Responsabile Semestrale – Anno XVI Rita D’Andrea Editing N°1 Dicembre 2011 Coordinamento Redazionale Associazione Anna Spadafora La clinica della parola Una copia: euro 5 via Galliera, 62 – 40121 Bologna Spedizione in abbonamento postale, Collaboratori tel. 051/250330 art. 2 comma 20/B, Legge 662/96 Barbara Auer, Riccardo Botti, Tanya Byls, Pubblicità inferiore al 45%, Andrea Casa, Giovanni De Gara, Grafica, Impaginazione e Stampa a cura del Gruppo Tonino Lamborghini Caterina Giannelli, Marina Gavioli, Chinchio Industria Grafica S.p.A. Autorizzazione del Tribunale di Bologna Otto Grizzi, Giorgio Gurioli, Joachin Kendoll, via Pacinotti, 10/12 n° 6542 del 15/03/1996 Fiorenzo Maccagnani, Mara Ringozzi, 35030 Rubano (Pd) Ernesto Sabato, Angela Sforza. 3
  • 4. MONDO Quando il made in Italy incontra il Sol Levante Un incontro per ricordare la figura del maestro Alessandro Valignano, esempio di quanto la cultura giovi agli affari di Caterina Giannelli (Spirali). Dinanzi a un pubblico di attenti uditori e autorità, la dott.ssa Anna Spadafora, psicanali- sta e direttore dell’Associazione Progetto Emilia Romagna, ha sottolineato come il convegno sia nato dall’esigenza di rilanciare il caso culturale del missionario gesuita, che a soli trent’anni av- viò una delle maggiori imprese del Rinascimen- to. “Il libro di Vittorio Volpi – ha evidenziato Anna Spadafora – non è solo un affresco storico e politico dell’Asia, ma anche un contributo allo scambio internazionale, al commercio e alla fi- nanza planetari”. Alessandro Valignano lascia l’e- redità di uomo che ha scommesso sulla cultura e sull’intelligenza per la riuscita del suo progetto, per questo resta “esempio emblematico di quan- to la cultura giovi agli affari”. Occorreva valoriz- zare la figura di uno fra i più grandi missionari della Compagnia di Gesù a cui Chieti ha dato i na- Il comm. Tonino Lamborghini durante la sua relazione alla tavola tali, ha ricordato il presidente della Fondazione rotonda su Valignano (Foto di Fabio Casari). Carichieti, Mario Di Nisio. La Fondazione, infatti, già dal 2006, anno del quarto centenario dalla Cosa accade quando lo stile, l’arte e l’eleganza morte del gesuita, si è impegnata a raccontarne italiani incontrano la cultura e la saggezza dell’O- l’opera, organizzando e sostenendo varie inizia- riente, sulle rotte di uno dei viaggiatori che han- tive di promozione. Un ringraziamento speciale no avuto un’influenza decisiva nella storia della è poi giunto dal vice direttore della Fondazione diplomazia internazionale e dell’impresa moder- Italia-Giappone, Marino Marin, ai dirigenti di Art na? Il risultato non può che essere un incontro Valley Association, Francesca Bruni e Alberto straordinario con il grande maestro Alessandro Cavicchiolo, che per primi hanno promosso l’in- Valignano, la cui opera è stata celebrata dopo ol- tensa ricerca di Volpi. tre quattrocento anni con una tavola rotonda dal Nello stile dell’autentico ambasciatore del made titolo L’Italia, la Cina, il Giappone: dal progetto in Italy, da sempre intento a solcare rotte ine- di Valignano alle nuove opportunità di business splorate, il cav. Tonino Lamborghini ha racconta- con relatori d’eccezione l’imprenditore Tonino to come sia stato fra i primi a investire in Asia, Lamborghini e il banchiere Vittorio Volpi. Per un quando in Cina per attraversare la frontiera giorno il crocevia di questo viaggio è stato il pal- s’impiegavano otto ore e i controlli si facevano coscenico del Museo Ferruccio Lamborghini di con i mitra puntati, mentre nelle fiere delle più Dosso (Ferrara). In una scenografia al confine importanti città del Giappone le aziende italiane fra mito e realtà, l’Associazione culturale Proget- presenti erano dieci o venti al massimo e non to Emilia Romagna in collaborazione con la rivi- erano in tanti i giapponesi che parlavano ingle- sta “La città del secondo rinascimento”, la casa se, con conseguenti grandi difficoltà di comuni- editrice Spirali e Art Valley Association, con il cazione. Dopo un’esperienza di oltre trent’anni, supporto del Museo Ferruccio Lamborghini e la il cav. Lamborghini, il cui marchio annovera dieci Fondazione Italia-Giappone e con il patrocinio del- flagship store tra Hong Kong e Macau e nume- la Camera di Commercio di Ferrara, hanno orga- rosi shop-in-shop nelle principali città cinesi, ha nizzato la prima presentazione nazionale del libro sottolineato come lavorare in Cina non sia diffici- di Vittorio Volpi dal titolo Il Visitatore. Alessandro le se si propongono qualità e prodotti innovativi. Valignano, un grande maestro italiano in Asia “Se invece la nostra proposta è banale e sconta- 4
  • 5. MONDO Il tavolo dei relatori con, da sx., Marino Marin, vice-direttore della Federazione Italia-Giappone, il banchiere Vittorio Volpi, autore del libro su Valignano, la dott.ssa Anna Spadafora, moderatrice dell’incontro, l’imprenditore Tonino Lamborghini, presidente dell’omonimo Gruppo, e Mario Di Nisio, presidente della Fondazione Carichieti (Foto di Fabio Casari). ta – ha proseguito Lamborghini – non si ottiene gelizzazione hanno saputo tener conto delle dif- niente, perché per certi aspetti sono più bravi ferenti culture presenti e difficili da omologare. di noi: hanno una cultura millenaria più antica Volpi ha poi raccontato come ancora oggi, man della nostra, anche se soffocata da decenni di mano che ci spostiamo dall’Europa verso l’Orien- regime”. te, la figura dell’individuo diventa sfumata e pren- Vera e propria lectio magistralis la testimonian- de risalto il gruppo, l’interesse collettivo supera za di Vittorio Volpi, che ha vissuto per più di quello personale. In questo senso, le emozioni trent’anni a Tokyo a capo di alcune delle princi- sono fatti interiori e non c’è bisogno di comuni- pali banche italiane e svizzere e come docente carle agli altri, pertanto la formalità deve avere all’Università dei Gesuiti, la Sophia University. Il il sopravvento in qualsiasi circostanza. Valigna- professore, che ha lavorato dieci anni al libro no, ha sottolineato Volpi, ha inventato il metodo dedicato alla figura di Alessandro Valignano, dell’inculturazione, che è molto diversa dall’ac- leggendo le oltre quattromila pagine scritte dal culturazione per cui è sufficiente la conoscenza gesuita, ha rilevato come quell’approccio cultu- dell’altro: per l’inculturazione, invece, ciascuno rale sia ancora oggi strumento essenziale per vuole incontrare la cultura e i prodotti dell’altro, gli imprenditori italiani che vogliono avviare o per cercare insieme un percorso nuovo. “È stato accrescere le opportunità di business in Asia. un uomo straordinario che merita una grande Alessandro Valignano e il suo allievo Matteo Ric- rivalutazione”, ha concluso, “un uomo di cui noi ci nello svolgimento della loro missione di evan- italiani non possiamo che essere fieri”. Al termine della tavola rotonda, il pubblico ha potuto visitare il museo Il prof. Vittorio Volpi e il comm. Tonino Lamborghini al termine del Ferruccio Lamborghini, sede del convegno (Foto di Fabio Casari). loro intervento. 5
  • 6. Palazzo del Vignola C M Y CM MY CY CMY K
  • 7. Immersa nel verde alle porte di Bologna, affascinante dimora Cinquecentesca ricca di storia, è location perfetta per eventi dal sapore esclusivo ed indimenticabile. Nobile residenza sapientemente restaurata, possiede un management attento ed efficiente in grado di proporre un’ampia gamma di soluzioni per meeting, cerimonie, cocktail ed eventi speciali. Gusto e creatività si fondono per realizzare una cornice unica e memorabile. Via Funo 41 - 40050 Funo di Argelato (BO) - Tel. 345.5419360 eventi@lamborghini.it - www.palazzodelvignola.com
  • 8. ARTE Marco Lodola: ho catturato la luce con l’ironia La giocosa spettacolarità di un artista di ispirazione futurista che racchiude la luce nelle sue opere di Angela Sforza Sgarbi, nel progetto Ca’ Lodola, “rivestendo” il palazzo veneziano Ca’ d’Oro di luce. Con il progetto veneziano Lodola ha aggiunto un ulteriore tassello al suo vasto excursus creativo cominciato negli anni Ottanta con la partecipa- zione al movimento del Nuovo Futurismo, di cui è uno dei fondatori. E in effetti è d’ispirazione fu- turista la giocosa spettacolarità che da sempre contraddistingue le sue opere d’arte. La festa cromatica e la voglia di nuovi linguag- gi ancora oggi fanno da filo conduttore ai lavori dei Nuovi Futuristi, che riescono a trovare una combinazione vincente con il mondo della pubbli- cità, dei fumetti, del cinema, della televisione e della realtà virtuale, staccandosi dai confini tra- dizionali della pittura, elaborando immagini che stanno tra le due e le tre dimensioni, si adattano alle pareti o animano lo spazio con stele e mo- numenti. Il tutto utilizzando nuovi materiali come i poliesteri, i perspex, le resine sintetiche, che hanno il dono di essere leggeri e di prestarsi a un cromatismo acceso e brillante. In breve, il Nuovo Futurismo combina il rigore della funzio- ne con l’incantesimo della decorazione, proprio come nell’insegnamento di Balla e Depero. Nell’itinerario di Lodola sono molte le collabora- zioni con i grandi marchi – Fiat, Coca Cola, Fab- bri, Dash, Swatch, Moretti, Tonino Lamborghini, Ducati, solo per fare alcuni nomi –, che hanno celebrato anniversari e occasioni importanti con le sue opere, le quali portano sempre una ventata di ironia e giocosità nel mondo dell’im- presa. Fino a qualche decennio fa era forte la demonizzazione dell’impresa e, di conseguenza, il connubio con l’arte era considerato una sorta Uno degli artisti più cari a Tonino Lamborghini è di tentativo dell’azienda di giustificarsi agli occhi Marco Lodola, le cui splendide sculture luminose di chi non vi vedeva altro scopo che il profitto. arricchiscono gli ambienti di molti locali e risto- D.: Oggi, gli chiediamo, l’incontro con artisti ranti del Gruppo nel mondo. come Lei, che interpretano il messaggio insito Abbiamo intervistato il maestro Lodola, uno degli nel marchio e nel prodotto, può aiutare a coglie- artisti più noti e più presenti del mercato ita- re anche l’arte e la cultura che è costitutiva di liano, acclamato alla Biennale di Venezia 2009 ciascuna impresa, con le sue tradizioni e le sue come icona Pop. Invitato nella prima edizione dal invenzioni? curatore del Padiglione Italiano Luca Beatrice R.: Nei secoli passati l’arte era sponsorizzata a realizzare un’installazione luminosa di grande dalla chiesa e dai principi, che pubblicizzavano effetto sul tema della danza, quest’anno l’arti- loro stessi commissionando agli artisti immagini sta pavese si è cimentato, su invito di Vittorio attinenti al loro mondo. Quindi c’è sempre stato 8
  • 9. ARTE consente di filtrare le cose, di elaborarle e di restituirle nell’arte. Io penso che non ci sia nes- sun segreto da scoprire nella vita, nessuno sa che cosa sia la vita. Anzi, potrei dire che ormai non penso più, faccio il mio lavoro e, lavorando, trovo soddisfazione. Come diceva il grande Felli- ni, ho la fortuna di fare un lavoro che farei anche gratis. Il mio cammino artistico non è finalizzato alla ricerca della felicità. La felicità sta lungo il cammino stesso, nell’invenzione e nel fare. D.: Ci sono giovani che collaborano con lei? R.: Ormai penso di avere realizzato una facto- ry warholiana: non riuscirei a fare niente sen- za i miei giovani assistenti, in grado di utilizzare tutti i materiali moderni e le tecnologie con cui sono realizzate le mie opere. Per le mie opere la tecnologia della luce è tutto, anzi, certe volte dico che non sono un artista ma un elettricista. Dopo, a pensarci bene, da quando è nata la pit- tura, dal Beato Angelico in poi, il sogno degli artisti era quello di catturare la luce: è quello che ho fatto io, l’ho messa dentro l’opera, così non scappa più. Collants, scultura al neon, 2010, cm 80x100x5. un connubio fra l’arte e coloro che avevano le risorse finanziarie per sostenere il lavoro degli artisti. Il mio lavoro figurativo si presta bene a interpretare il marchio e il prodotto, ma non tro- vo nulla di strano nella committenza, anzi, devo dire che mi diverto molto di più a lavorare per un committente, perché per me rappresenta una sfida riuscire ogni volta a raggiungere il risultato atteso. D.: Che cosa eredita e in che cosa si differenzia il vostro movimento da quello di Boccioni, Balla e Marinetti? R.: Nonostante mi senta vicino a Balla per il suo stile ironico e giocoso, in realtà riconosco un’influenza straordinaria di Depero nella mia arte come nella mia vita: soprattutto se pensia- mo che lui fu il primo ad andare alla conquista dell’America, a esplorare l’applicazione dell’arte nel mondo dell’impresa e le varie contaminazioni fra i generi, tutte cose che sono sempre state essenziali nel mio itinerario. D.: Le sue sculture luminose all’ironia della pop art forse aggiungono un invito più accentuato verso il gioco, quasi un’esortazione per il pubbli- co a non prendersi troppo sul serio? R.: Penso che il mio sia principalmente un ap- proccio alla vita, oltre che all’arte. È certamen- te un invito all’ironia per trovare il distacco che Pin Up, scultura al neon, 2010, cm 80x100x5. 9
  • 10. ARTE Gelindo Baron: il colore e la luce Nelle sue opere una costante ricerca della luce dentro il colore per inseguire l’armonia universale di Angela Sforza Il calendario espositivo di Gelindo Baron, che la felice collaborazione internazionale, da cui è prende il via nel lontano 1976, ha all’attivo oltre scaturita anche la recente mostra Fashion to trecento mostre in tutto il mondo: New York, Passion, che nella scorsa primavera (25 mar- Londra, Rovanjemi (Finlandia), Toronto, Pari- zo-3 maggio 2011) ha portato per la prima volta gi, Sacramento (California), Lugano, Venezia, nella galleria di Kings Road i bozzetti di Giorgio Padova, Bologna, Roma, Firenze, Milano sono Armani accanto alle opere di Baron. solo alcune delle città più importanti che han- Tra gli eventi che lo hanno visto protagonista no ospitato i suoi lavori. Ma la svolta principa- negli ultimi anni in patria, invece, va ricordata le nel suo itinerario è intervenuta quando, nel sicuramente l’antologica Dimensione spirituale 1998, in occasione di una collettiva a Londra, a (oli 1994-2004), allestita dal Comune di Pado- Westminster, la Gagliardi Gallery ha apprezzato va nelle Ex Scuderie di Palazzo Moroni (18 apri- particolarmente le opere di Gelindo Baron tra le-16 maggio 2004), nonché la mostra In Vene- i duecento pittori esposti. È iniziata così quel- zia, che ha esposto le sue opere ai Giardini della Verso la Vittoria, olio su tela, 2011, cm 80x120. 10
  • 11. ARTE Biennale (In Paradiso Gallery, 26 luglio-6 agosto la vittoria, che, proprio per questo, non tarda ad 2008), su invito del Concilio Europeo dell’Arte. arrivare. “Un quadro di Baron si riconosce subito”, ha Ciò che cogliamo in questo quadro però è una scritto Giuliano Pisani, Assessore alla Cultura scena che non è affatto rappresentata: non c’è del Comune di Padova sul catalogo della citata nulla di realistico nel quadro, ma semplicemente mostra, “perché ha il colore e la luce, conseguito la sua grazie a cui possia- forma, la sua cifra. mo “ascoltare” ciò Il segno è il colore, che non si vede. i soggetti preferiti E, come affermò la terra e cieli del Sergio Dalla Val Veneto. In questo nell’introduzione alla è erede di una tra- prima mostra a Bo- dizione antica”. Il logna (2001): “Mai Veneto, dunque, il più che nelle opere colore, la dolcezza. di Gelindo Baron il Ma ciò che distingue colore è condizione soprattutto le opere della luce. Giusto di Baron è l’evoca- il colore, sempre zione dell’assoluto, giusto. Giustizia del perché in esse s’in- sembiante, oggetto staura il colore, che invisibile e impren- dalla voce procede. dibile della pittura. Il Con questo assolu- colore nelle sue ope- to, l’opera ha voce, re non serve a colo- si ode proprio come rare e la luce non l’attacco della Pri- serve a illuminare. mavera di cui parla Ecco perché i suoi Pisani. O come il paesaggi astratti, rombo del motore anziché esporsi alla nella tela Verso la visione, provocano vittoria, che l’artista l’ascolto. Le sue ha donato al Mu- ‘Composizioni’ sono seo Ferruccio Lam- un invito all’ascolto borghini di Dosso di un testo inedito, (Fe). In occasione che pure procede della celebrazione dalla tradizione del- dei trent’anni del la pittura veneta, di Gruppo Tonino Lam- cui egli compie una borghini, Baron ha bellissima lettura”. inaugurato la colle- Le opere di Gelindo zione privata del comm. Lamborghini con la qua- Baron sono ospitate in mostre permanenti, col- le l’imprenditore bolognese si propone di racco- lezioni pubbliche e private in Italia e all’estero gliere opere di artisti affermati ed emergenti che (fra cui il Rovanjemi Statsmuseum, in Finlandia, si cimentano con le radici tematiche del brand: i l’Italian Community Collection di Toronto, il Mu- motori, la velocità e il toro. L’olio su tela Verso la seo Diocesano di Venezia, la Pinacoteca d’Arte vittoria è un tripudio di azzurri, soprattutto nella Moderna di Piacenza e il Museo della Scienza di parte destra del quadro, che potrebbe essere Milano) e in diverse chiese italiane. identificata con il cielo in cui il pilota troverà la Tuttavia, nonostante l’ecletticità della sua espe- sua gloria, mentre i colori della terra nella parte rienza, il suo approccio all’arte è rimasto invaria- sinistra si mescolano a quelli della pista e dell’au- to negli anni. Intervistato dalla nota critica d’arte to che sfreccia lasciando dietro di sé neri segni Maria Rosa Ugento, alla richiesta di sintetizzare al suo passaggio, all’altezza degli pneumatici. Più che cosa sia per lui la pittura oggi, la risposta che un pilota, ci sembra di vedere un cavaliere di Baron suona decisa: “Spero di restare fedele alla conquista del Sacro Graal, tanto è il senso di alla legge interiore che m’impone di cercare la assoluto che trasmette quest’opera: come se in luce entro il colore e d’inseguire nella bellezza il quel momento niente sia così importante come senso dell’armonia universale”. 11
  • 12. ARTE Angela Glajcar: metamorfosi della carta di Barbara Auer “Mi interessano gli spazi che agiscano su di me e reagiscano direttamente alla carta; spazi che posso modificare”. Così Angela Glajcar defini- sce, sinteticamente, un aspetto fondamentale della sua ricerca artistica. Angela Glajcar è, allo stesso tempo, artista e pioniere. Ogni spa- zio espositivo viene sottoposto a un esame e a un’analisi approfonditi, prima che l’artista, con l’ausilio di modellini, cominci a sondare le diffe- renti possibilità d’intervento, determinate dallo spazio stesso. Il lavoro effettivo, la realizzazione del bozzetto, non avviene nell’atelier dell’artista, ma direttamente in loco. I mezzi artistici sono Terforation, ridotti al minimo: le bastano carta e luce per carta e metallo, realizzare una delle sue più imponenti installa- 2007, zioni con la carta fino a oggi, alla Kunstverein cm 140x100x300; Ludwigshafen. In generale, un principio essen- dettaglio. ziale sotteso al lavoro artistico di Angela Glajcar è ottenere un risultato efficace con grande precisione e un’estrema economia di mezzi. In questo senso l’artista si appropria delle diverse qualità dei suoi elementi. Combina il potenziale tangibile della carta con la proprietà immateria- le della luce, costruendo impressionanti installa- zioni tridimensionali a partire da fogli di carta a due dimensioni. Angela Glajcar mostra significativamente il po- tenziale della carta, di solito conosciuta per la L’opera di sua leggerezza e fragilità. Ne rivela l’aspetto più Angela Glajcar materiale, tangibile, nonché le sue qualità im- dedicata materiali, suscitando in questo modo sempre al toro nuovi, sorprendenti visioni. Come dice la scultri- Lamborghini in ce, “la carta è una sostanza appassionante, in fibra di vetro e grado di cambiare continuamente e assumere struttura qualsivoglia forma.” di metallo. GROSSETTI ARTE CONTEMPORANEA Angela Glajcar è rappresentata in Italia dalla Grossetti Arte Contemporanea. L’origine dell’attività nell’ambito dell’arte moderna e contemporanea della famiglia Grossetti inizia con il capostipite Bruno Grossetti senior, il quale, tra i primi a Milano, si occupò di quegli artisti che, allora ancora giovani, sarebbero diventati i rappresentanti delle Avanguardie storiche del nostro secolo. Suc- cessivamente il figlio Carlo Grossetti, dopo aver lavorato nella galleria paterna, inizia la propria esperienza di mercante d’arte con un’attività ancora più aperta alla sperimentazione della nuova generazione di artisti. Nel 1997, dopo la scomparsa di Carlo Grossetti, la Galleria prende la deno- minazione di Grossetti Arte Contemporanea ed è diretta definitamente dal figlio Bruno che segue la tradizione di famiglia, occupandosi di gestire il patrimonio raccolto nel tempo e di promuovere nuovi artisti in collaborazione con diversi musei ed istituzioni internazionali. 12
  • 13. ARTE Nadia Brunetti: nel segno del Toro Girando, mirando, scrutando, parlando, sussurrando, fissando... di Joachin Kendoll presenza di grandi talenti alla cattedra di Pari- gi la inducono a completare gli studi in Francia, dove si instaura un’amicizia con numerosi artisti. Le occasioni di presentare il suo lavoro non le mancano, ma non le coglie mai, anche se critici di affermata autorevolezza la spingono a farlo. Ora finalmente espone. GIRANDO, MIRANDO, SCRUTANDO, PARLAN- DO, SUSSURRANDO, FISSANDO, in questa dan- za del gerundio, inizia l’immersione nell’ignoto dell’esperienza pittorica di Nadia Brunetti, arti- sta assolutamente singolare. Racchiude in sé la fonte del suo stesso essere. Il suo tratto è dina- mico, verticale, diagonale, spezzato, colto, cur- vo, misto, interrotto. Questi gesti mescolati tra di loro danno origine ad una danza imbarazzante ma perfettamente armonica. Anche lo spessore e il fondo cambiano totalmente, possono esse- re spessi, sottili, marcati, lavoratissimi, rivelano l’energia di questa donna dell’aura dorata. L’e- Opere dell’artista mozione continua: possiede una levità piacevole, Nadia Brunetti sembra quasi troppo pura per le naturali impu- realizzate per rità del mondo. il Gruppo Dopo la prima formazione presso il liceo artisti- Tonino Lamborghini. co di Bologna, Nadia Brunetti segue i corsi di pittura all’Università di Venezia e Firenze. Ma la (nadiabrunetti@gmail.com) 13
  • 14. ARTE SOMETHING REMAINS La mia personale interpretazione del brand Tonino Lamborghini di Giovanni De Gara Primo livello di lettura: bolica (something remains!). Il quadro è una bandiera del made in Italy, o me- Il campo da calcio è stanco e il centro campo va glio ancora dell’Italian Style, cristallizzato nei suoi a riposarsi sul colmo della cupola di un tempio stereotipi e applicato a una domenica qualun- e anche questo parla di domeniche qualunque, que: calcio per molti, messa per altri, week-end in bilico tra la sacralità dei riti collettivi e una fuori porta per altri ancora. Un sole pagano che lettura più profonda del loro significato arche- scalda, rassicurante, da sempre e fa crescere tipico, che gioca con la natura umana, anima- bene frutta e verdura; il toro come emblema del le ma allo stesso tempo semi-divina. Il toro, in ben fatto nella cultura contadina del lavoro. Su questa lettura, è animale sacro e misterioso, tutto, il pensiero creativo, l’associazione di ele- abisso e insondabilità (sponda sacrale), ma an- menti semplici che portano a un risultato com- che animale addomesticato, rassicurante come plesso, il gusto essenziale ed elegante del made una domenica in chiesa o allo stadio. La strada in Italy che il comm. Lamborghini tanto bene ha rappresenta le vie di comunicazione e anche un personificato e contribuito a costruire. invito a superare (linea di mezzeria tratteggiata) Secondo livello di lettura: la condizione attuale, a percorrere un cammino Sono nato sotto il segno del toro il 30 aprile, il gior- che porti da A a B, o da alfa a omega. Restano no che (astrologicamente parlando) rappresenta però (something remains) il sole, il tempio e l’eco la resurrezione del sole, morto il 28. Tre giorni potente di un ruggito animale che come un de-ja- che sono come un triduo pasquale, un ciclo conti- vu percorre la nostra memoria. Il toro sembra nuo che segna l’inizio e la fine (alfa e omega). Tra addirittura guardarci con nostalgia e pensare a questo inizio e questa fine, un’infinità di vissuto. quante cose abbiamo fatto insieme. Ogni ciclo si conclude, qualcosa necessariamente scompare, ma qualcosa resta e passa al ciclo successivo. Qualcosa rimane, come suggerisce il titolo del quadro (SOMETHING REMAINS). Una digressione ermetica, lo so, ma anche un’inter- pretazione di ciò che rimane nella tradizione di un grande marchio: si va avanti, i prodotti cambiano, ma something remains ed è in queste persistenze che c’è il cuore, la natura del “fare”. L’uomo nel quadro non si vede, ma restano alcu- ne sue tracce: resta la parte animale, istintiva, forte, lavoratrice, passionale, ben incarnata dal- la figura del toro. La componente intellettuale e quella culturale, invece, cambiano in continuazio- ne, seguendo i passaggi epocali, differenziandosi su base geografico-temporale (simbolo: la ban- diera nazionale e il suo codice binario che indica una data qualsiasi e si fa emblema della provvi- sorietà del costituito, messa in contrapposizione alla stabilità inamovibile del sole). Il toro, oltre a rappresentare l’elemento primordiale dell’ani- malità istintiva umana, ne rappresenta anche la storia evolutiva: dalle mani dell’uomo alla zappa, dalla zappa all’aratro a mano a quello trainato, per arrivare al trattore, che sostituisce la forza della natura, ma ne preserva tutta la carica sim- Galleria SPAZIO TESTONI – Bologna – www.giannitestoni.it 14
  • 15. DESIGN Quando un progetto di tesi diventa un prodotto firmato Tonino Lamborghini Il brand bolognese è stato analizzato come caso aziendale e ha rappresentato un’ottima esperienza formativa sul campo per cinque giovani designer di Giorgio Gurioli Il patrimonio iconologico dell’automobilismo rap- presenta la dimensione matura di un filone pro- gettuale che ha portato allo sviluppo di fenomeni evocativi come le linee di prodotti firmate Tonino Lamborghini, che comprendono una serie vastis- sima di oggetti d’uso. A partire dal successo di questo caso aziendale, nel 2008 ho pensato di dare vita al “Progetto Fucina Design”, una colla- borazione tra il Gruppo Tonino Lamborghini e l’I- SIA (Istituto Superiore per le Industrie Artistiche) di Faenza per il quale collaboro da diversi anni in qualità di designer e docente. Grazie all’interes- se e alla disponibilità dimostrata dal cav. Tonino Lamborghini, è nato questo sodalizio finalizzato alla creazione di prodotti di design connotati da un inconfondibile stile. Alla mia proposta di coin- volgere il Centro Stile della Tonino Lamborghini, l’azienda ha risposto con entusiasmo, dando fi- ducia a un team di giovani designer iscritti all’ul- timo anno del corso di specializzazione in Pro- La lampada Daytona della designer Maria Vedova, dal bozzetto duct Design e proponendo loro svariati temi sui all’utilizzo finale nel catalogo Tonino Lamborghini Casa. Daytona, nickel nero brillante, nelle tre versioni da 50, 100 e Suzuka, lampada da terra disegnata da Giulia Conti e ispirata ai 150 centimetri di altezza. pistoni, cm 15dx16h. 15
  • 16. DESIGN gia. Anche l’honeycomb, meravigliosa invenzione della natura, il disegno a “nido d’ape” di solito utilizzato a copertura del radiatore delle auto, diventa stilema diffusamente utilizzato dall’azien- da come fonte d’ispirazione. Tutti i riferimenti al mondo del motore richiamano un concetto di potenza e forza. Il fascino intrinseco dell’alta prestazione conferisce bellezza oggettiva a ele- menti di formazione meccanica e a materiali ad alta tecnologia, leggeri e costosi. A fine corso gli studenti hanno anche presentato il loro progetto di tesi dedicato proprio al caso Tonino Lambor- ghini. “Credo moltissimo in questo tipo di iniziati- ve – ha dichiarato Lamborghini congratulandosi Cuscinetto, lampada da tavolo disegnata da Claudia Gallo. personalmente con gli studenti in sede di tesi –. “Per la prima volta dopo tanti anni di carriera, quali lavorare e cimentarsi nella progettazione e oggi con orgoglio posso affermare che questi creazione di prodotti di design, reinterpretando ragazzi hanno saputo interpretare il mio mondo gli stilemi mutuati dal mondo della meccanica e e il mio lifestyle perfettamente, rappresentando dell’automobilismo sportivo tipici del marchio del in maniera egregia il mio marchio con prodotti Toro. estremamente belli”. Lamborghini ha poi fatto i La collaborazione con l’azienda era finalizzata alla complimenti ai professori dell’ISIA, per “aver alle- realizzazione della tesi di laurea specialistica. Gli vato bravi studenti e per aver arricchito i saperi C studenti – Davide Callisesi, Giulia Conti, Claudia della scuola attraverso una bellissima esperien- M Gallo, Luca Rosso, Maria Vedova – hanno inizial- za formativa che costituirà per gli studenti un Y mente studiato in classe tutte le problematiche ottimo trampolino di lancio e comunque un bel legate al design industriale, dagli aspetti tecni- punto di partenza”. CM ci alla distribuzione, fino alla tutela dei brevetti. Un progetto in particolare merita una speciale MY Poi, si sono cimentati “sul campo” e, con la su- menzione: la lampada “DAYTONA” di Maria Vedo- CY pervisione del Centro Stile Tonino Lamborghini, va, che è stata selezionata come miglior prodot- CMY hanno disegnato nuovi prodotti, dedicandosi a to realizzato e inserita nel catalogo commerciale quattro tipologie principali: orologi, lampade, cu- della linea Tonino Lamborghini CASA, venduta in K stodie (porta I-pod, cellulari, pc, video camere e tutto il mondo. macchine digitali) e articoli per la tavola in cera- mica e porcellana. Gli stilemi meccanici che caratterizzano da sem- pre gli accessori di lusso firmati Tonino Lambor- ghini – cuscinetti, bielle, pistoni, tubi di scarico, griglie di areazione, fari, balestre e cerniere – sono diventati il punto di partenza per la creazio- ne di innovative lampade, eleganti servizi da the, moderni orologi e pratiche custodie per pc. Altri elementi d’ispirazione che caratterizzano le realizzazioni dell’azienda Tonino Lamborghini sono i materiali high tech come la fibra di carbo- nio, l’acciaio spazzolato e la treccia metallica che suggeriscono i concetti di lusso e alta tecnolo- Spicy, portaspezie di Claudia Gallo. ISIA FAENZA - www.isiafaenza.it L’Istituto Superiore per le Industrie Artistiche (ISIA) di Faenza è un istituto dello Stato, fondato nel 1980 con lo scopo originario di completare gli studi orientati al settore ceramico con una forma- zione di tipo avanzato. L’Istituto ha da tempo allargato la sua sfera d’azione a tutta la complessa area del Design e della Comunicazione. Una delle caratteristiche che rendono gli istituti superiori per le industrie artistiche un’esperienza importante nel panorama dell’alta formazione è costitu- ita dai rapporti diretti e assidui con il mondo dell’industria e della ricerca, tramite l’intervento di professionisti del design, esperti di settore e docenti universitari. 16
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  • 18. ARCHITETTURA 10 anni di Hospitality firmata Tonino Lamborghini A Mosca l’ultimo Boutique Caffè&Restaurant a pochi metri dalla Piazza Rossa di Tanya Byls Oltre al Trentennale dell’azienda, quest’anno il Gruppo Tonino Lamborghini festeggia i dieci anni del progetto denominato “Hospitality”. E non vi è celebrazione migliore dell’apertura di un nuovo locale. Il 16 settembre ha aperto l’ultimo Toni- no Lamborghini Boutique Caffè & Restaurant nel centro di Mosca, nel palazzo storico che alla fine del XIX secolo fu sede commerciale della ditta Mur&Meriliz, a pochi metri dallo storico teatro Bolshoj e dalla Piazza Rossa (Ulitsa Kuznetskiy Most n.19). Il nuovo ristorante si distingue per il design sofi- sticato, i tipici elementi caratterizzanti lo stile To- nino Lamborghini, la scelta dei materiali, la per- sonalizzazione dell’arredo rigorosamente made in Italy, per un ambiente che unisce eleganza, In alto, lo specchio dell’artista Mario Sturlese presente nel locale di Mosca. In basso, particolare della Vip Room “Corsa” al primo piano del nuovo ristorante russo. 18
  • 19. ARCHITETTURA raffinatezza, high-tech e tradizione. Queste le Nella sala adiacente, la Vip Room “Classics”, con premesse che sono state poste come base al i suoi colori nero e grigio antracite, rappresen- fine di rispettare i paradigmi stilistici tipici del ta l’ambiente più ricercato di tutto il locale; un marchio Tonino Lamborghini e gli alti standard boudoir dove fumare il sigaro o cenare in un am- qualitativi, oltre ad integrare l’interior design con biente appartato e più raccolto. I 50 metri qua- lo specifico contesto moscovita. drati della Vip Room si declinano all’insegna della Al piano terra si sviluppa un Lounge bar di 90 massima rilassatezza e comfort, con due grandi metri quadrati con i tipici colori nero, rosso e divani in velluto, poltroncine, sedie vittoriane, ta- bianco. Le pareti nere effetto titanio con la scrit- ta Tonino Lamborghini retroilluminata, le sedute e i divanetti in ecopelle traforata ispirati agli in- terni delle auto sportive, il grande bancone nero sagomato in fondo alla sala in perfetto equilibrio con le pareti rosse che infondono energia e di- namismo, le tende in taffetà nero con il logo ri- camato, l’illuminazione viva e pronunciata: sono tutti elementi che regalano un luogo ricercato, di grande impatto visivo, moderno e accogliente, dove trascorrere e condividere momenti speciali e indimenticabili. Il primo piano si apre sulla zona Ristorante “Ra- cing” dove domina l’eleganza dei colori beige, sabbia e argento. Il tocco è moderno ma sempre “caldo” e diffonde una piacevole sensazione d’in- timità. Le poltroncine e i divanetti in capitonné, la luce più calda e soffusa, le tende in taffetà beige ricamate rappresentano ulteriori elementi di decoro nel massimo rispetto della qualità del Sopra, il bancone del Caffè Corsa presso il marchio e offrono un ambiente speciale per una McArthur Glen Designer Outlet di Roermond (Paesi Bassi). cena raffinata. Sotto, il lounge bar del locale moscovita. 19
  • 20. ARCHITETTURA anni della sua unificazione ed è anche l’anno per i rapporti culturali Italia–Russia. Oggi io non pos- so darvi l’Italia intera, ma qui, nel nuovo locale come in tutti quelli nel mondo, possiamo sicura- mente offrirvene l’emozione!”. IL PROGETTO HOSPITALITY Il progetto “Tonino Lamborghini Hospitality” è dedicato a una clientela di classe, consape- vole ed esigente, per la quale è stata creata un’atmosfera al top dell’eleganza e della ricer- catezza. La peculiarità è rappresentata da un La hall del Business Hotel di Collecchio (Parma). concept che non è predefinito e uguale ovun- que, ma è studiato per integrarsi al luogo, voli bassi, illuminazione soffusa, tende in velluto alla città e al Paese di appartenenza, sempre nero. Tutto nei minimi dettagli è espressione di rispettoso delle caratteristiche e delle prero- gusto, equilibrio e proporzione. gative della cultura locale, dell’estetica nativa, Sempre al primo piano la Vip Room “Corsa” ri- del gusto autoctono. Quasi una sfida stilistica prende i colori e l’atmosfera del Caffè Lounge ed evolutiva tra ambienti e luoghi diversi, mai del piano terra. Più giovanile e accesa, con pezzi ripetitivi tra loro, che mantengono comunque di design e d’arte come la lampada Artemide lo spirito evocativo del brand. C Mercury, la scultura luminosa di Marco Lodola, Un connubio di linee, di forme, di volumi e il quadro di Nadia Brunetti per un after dinner sensazioni visive, di storia e tradizione dove le M informale e vivace. specificità dell’Italian way of life si esprimono Y Al momento del taglio del nastro, alla cerimonia con forza e vengono identificate nella loro di- CM di inaugurazione del nuovo locale, il cav. Lambor- rompente vitalità, creatività e bellezza. MY ghini ha salutato i numerosi ospiti intervenuti, Caffè Boutique, Caffè Lounge, Hotel, Resi- una importante platea del mondo politico e dello dence, Apart-hotel: ambienti accoglienti ed CY spettacolo moscovita, con queste parole: “Sono eleganti, dove il valore del brand promette e CMY felice di festeggiare i 30 anni della mia azienda mantiene una ricerca di eccellenza qualitativa K con un nuovo prestigioso progetto nella più gran- riconosciuta universalmente, all’insegna del de città d’Europa. Ma ci sono anche altri motivi “Puro Talento Italiano”. per festeggiare: quest’anno l’Italia celebra i 150 Il Caffè Corsa Tonino Lamborghini di Damasco (Siria). 20
  • 21. WATCH THE VIDEO ENERGY DRINK lamborghini-energydrink.com STYLE NEVER SLEEPS
  • 22. NEW PRESTIGIO THE PO W ER O F ST YLE
  • 23. ECCELLENZE 1981-2011: trent’anni di Puro Talento Italiano Uno stile con radici profonde proiettato verso il futuro di Rita D’Andrea e Andrea Casa Il comm. Tonino Lamborghini è nato a Cento (FE) to del mercato ita- nel 1947 da una famiglia che pochi anni più tardi liano va considerato è diventata famosa in tutto il mondo nel campo anche in relazione meccanico e automobilistico. ad alcune variabili Nel 1974 consegue la laurea in Scienze politiche di natura storica e economiche presso l’Università di Bologna; solo culturale: gli anni pochi anni più tardi viene insignito prima della ottanta sono infat- laurea honoris causa in Ingegneria meccanica ti un periodo vul- presso la Pro Deo University di New York, poi canico e di grande nel 1983 riceve anche quella in Business Mana- espansione econo- gement presso la Kensington University di Los mica internaziona- Angeles. le. Anche per l’Italia Agli inizi degli anni Ottanta, mentre era presi- hanno rappresen- dente di alcune aziende del Gruppo Lamborghi- tato un periodo di ni, il comm. Tonino Lamborghini decide di dare rinascimento socio- più spazio ad una sua passione personale: fonda culturale il cui cuore così nel 1981 la “Tonino Lamborghini Style and era simbolizzato da Accessories”. Reinterpretando i valori storici e quello spirito creati- la simbologia identificativa di famiglia e traendo vo identificato e sin- ispirazione dalle precedenti esperienze profes- tetizzato in seguito sionali nel campo dell’ingegneria e del design, dà come made in Italy. vita a un nuovo marchio dedicato agli accessori I valori d’italianità di lusso. Il momento di reale fondazione di un’a- delle linee di acces- zienda difficilmente coincide con la data arbitra- sori disegnate dal ria riportata nei documenti amministrativi: più comm. Lamborghini hanno rappresentato non spesso esso trova origine in idee e desideri por- solo un caso di successo in un mercato competi- tati avanti negli anni degli studi, della formazione tivo e ricco di eccellenze quale quello italiano, ma individuale e culturale di chi ha avuto lo spirito di anche il riconoscimento di un gusto apprezzato a mettersi alla prova. Il caso aziendale creato dal livello internazionale. comm. Lamborghini rappresenta la longevità di A partire da queste considerazioni, l’imprendito- una passione che, crescendo, diventa “oggetto re Tonino Lamborghini decide, con grande lungi- imprenditoriale” e quindi sociale con radici pro- miranza, di aprire il primo negozio monomarca a fonde. Radici che l’arch. prof. Mario Volpi [che Hong Kong. L’ex protettorato britannico si rivela ha coadiuvato Lamborghini in molti progetti pas- subito un vero e proprio trampolino di lancio ver- sati alla storia dell’azienda per innovazione, stile, so l’allora inesplorato mercato asiatico e ne è ricerca, n.d.r.] arriva a identificare come “l’al- dimostrazione l’espansione e la crescita del mar- to livello meccanico e l’intrigante fascino delle chio fino ad oggi. linee, delle forme e dei volumi che costituiscono Tuttavia, come ha ricordato Lamborghini in una la base della storia Lamborghini”. “Tonino Lam- recente intervista, “affrontare un mercato come borghini” prosegue Volpi “ha sentito la necessità quello cinese negli anni ottanta era un proces- di ripercorrere e sintetizzare tutto l’accumulo di so completamente differente rispetto a oggi: le informazioni che parlano di automobile e, nella pratiche burocratiche e la diffidenza culturale libera ma rigorosa combinazione delle famose erano le due Colonne d’Ercole, spesso invalica- linee, forme e volumi ha ritrovato con stupore le bili, che segnavano ogni tentativo commerciale, antiche origini della nostra civiltà”. ogni azione economica... Così, l’unico mezzo per La consacrazione di questi core values avviene a valicare questi confini culturali e burocratici era partire dal 1983, anno in cui il mercato italiano gestire i rapporti umani in prima persona”. sancisce i primi successi delle collezioni di acces- La creatività, la passione per il design, l’amore sori griffate Tonino Lamborghini. Il riconoscimen- per l’Italia e la sua cultura hanno rappresentato 23
  • 24. ECCELLENZE lo spirito di quel del successo riscontrato dalla linea di delicatez- nuovo Rinasci- ze alimentari, nel 2000 viene realizzato un vero mento portato e proprio network di locali firmati Tonino Lambor- avanti dalla To- ghini. In un secondo tempo ribattezzato “proget- nino Lamborghi- to hospitality”, comprende format diversi – risto- ni, che si è fatta ranti, caffetterie, boutique, residence, business ambasciatrice hotel – accomunati da un’immagine che richiama del made in Italy fortemente i valori del brand e da un servizio nel mondo. Agli top level. L’affidabilità e riconoscibilità del mar- inizi degli anni no- chio Tonino Lamborghini raggiungono così il loro vanta i brand va- massimo livello. lues della Tonino Il Gruppo oggi si definisce una “officina di proget- Lamborghini han- tazione creativa” con un Centro Stile guidato dal- no superato non lo stesso comm. Lamborghini. L’innovativa stra- solo i confini eu- tegia di brand extension ha portato negli anni ropei, ma anche allo sviluppo di una trentina di categorie merce- il confine rappre- ologiche diverse e alla creazione di un “lifestyle” sentato dalla pro- originale e distintivo. duzione di oggetti di design e moda. A partire da Quest’anno Tonino Lamborghini celebra i 30 anni questo periodo, le potenzialità del di attività. E i motivi per festeg- brand puntano a rappresentare la giare ci sono tutti. Negli ultimi 5 tradizione e lo spirito del made in anni il brand ha continuato a pre- Italy in ogni sua sfaccettatura. sidiare i core business consolidati Con queste premesse, nel 1993 e ha aperto fronti completamente porta il concetto di “brand di lus- nuovi, adeguando la propria offer- so” nel settore delle delicatezze ta di accessori e prodotti di de- alimentari: caffè, vino e pasta, sign alle nuove esigenze di merca- prodotti espressione della pre- to. La strategia di posizionamento stigiosa tradizione culinaria ita- che il brand ha intrapreso ha vi- liana, arricchiscono, è il caso di sto quindi lo sviluppo di progetti dirlo, il sapore italiano del brand. dedicati a mercati più esclusivi e Nel 1995, decide di creare uno di lusso sia nel campo del fashion spazio che possa funzionare da che della ristorazione. tramite tra passato e presente, Il lancio del nuovo Tonino Lambor- uno spazio dove poter finalmen- ghini Energy Drink è un esempio te riflettere e far riflettere sulla di storia recente che dimostra storia, umana e aziendale, di un come l’azienda abbia saputo rin- mito: nasce il Centro Polifunziona- novare la propria immagine pur le museo della tecnica “Ferruccio mantenendo salde le proprie ra- Lamborghini”. Situato a Dosso, nella bassa pa- dici valoriali. Grazie ad un design elegante e ac- dana dove visse Ferruccio Lamborghini, il Museo cattivante e ad ospita le numerose creazioni del padre a partire una campagna dal 1946. La struttura, progettata dall’architet- di comunicazio- to Oreste Diversi utilizzando solo materiali poveri ne incentrata come il legno e il cemento in modo da non pre- sui social net- valere minimamente sulle opere esposte, ospita work, Tonino ancora modelli unici e dal valore storico culturale Lamborghini ha inestimabile, per renderle accessibili alle migliaia firmato un nuo- di visitatori provenienti da ogni parte del mondo. vo progetto dal A ben vedere, la riconsiderazione del proprio respiro interna- passato e presente è stata una tappa impor- zionale per un tante per l’imprenditore bolognese: nel 1997 target giovane Tonino Lamborghini fonda la Town Life, con cui e cosmopolita, inizia la produzione di golf cart, utility e city car, all’insegna del- anticipando di fatto di dieci anni gli sviluppi del lo slogan “Style mercato automotive. Never Sleeps”. In continuità con il recente passato e sull’onda 24
  • 25. ECCELLENZE Dico di me... Da “Il design va preso zione di arredamento di divani e poltrone (…) Il per le corna” primo mercato che ho conquistato è stato l’Italia, di Arianna Rosa, in ma il grande successo è avvenuto a Honk Kong Monsieur, giugno 2007 e in Cina. Oggi in Cina Tonino Lamborghini è uno «Tonino Lamborghini ha dei marchi più conosciuti (…). Poi il mercato in- in sé talento, grinta e ternazionale si è espanso. Alla fine degli anni 80 creatività che ha dimo- mio padre si ritirò in campagna a produrre vino strato con le sue linee e fece un campo da golf aperto a tutti. Da lì mi è di accessori, di moda e venuta l’idea di fare le automobiline da golf. Ho di- di design, creando un segnato il veicolo e ho cominciato la produzione. mondo di lusso firmato. (…) Così, negli anni 90 ho creato la Town Life, Di lui colpiscono la gran- con cui ho prodotto e continuo a produrre le city de semplicità, la vivacità car a motore elettrico e a diesel ecologico. Amo dello sguardo e la schiettezza, propria del dna le auto e in particolare il loro aspetto femmini- dei veri signori, conferma del successo di un le. Il design che creo è come una bella donna, uomo. “La mia grande fortuna è aver da sem- sensuale, facile e intuitivo, perché deve esserne pre respirato l’aria dell’azienda, dei motori, della percepita, in modo immediato, la bellezza e l’es- meccanica che metto in qualsiasi cosa io faccia”, senza. Allo stesso modo, la Miura è femmina. ci racconta. “Non ero uno studente esemplare Perché è sinuosa, cattiva ma buona al tempo fino all’università. Non avevo nulla che facesse stesso, aggressiva ma dolce, ha una linea dalla pensare che avessi dei numeri. Finito le superio- quale è impossibile non essere coinvolti. (…) e in ri mio padre Ferruccio mi disse: queste sono le ogni cosa io faccia, metto dentro una parte di chiavi dell’azienda. Si trattava di una delle tante Miura...”». aziende, la più piccolina, che però aveva circa 45 dipendenti. Arrangiati tu, non mi chiedere Da “Non solo motori nulla. Ne riparliamo fra un anno, mi disse. Re- - Tonino Lamborghini golarmente un anno dopo si guardavano i bilanci tra moda, arte e ga- e i risultati. Tutto andava bene e veniva rimanda- stronomia di lusso” to all’anno successivo. Non nego che avevo un di Paola Benedetta paura folle. Facevo l’università, a volte prendevo Manca, in Look, mag- decisioni che comportavano anche dei rischi per gio 2008 l’azienda. Fortunatamente c’era un vecchio diret- “Sentivo il bisogno di tore in pensione che mi dava qualche consiglio fare qualcosa di esclu- e che fu anche il mio maestro, il cav. Corrado sivamente mio – rac- Menini a cui devo tanto. (…) Poi un giorno ho co- conta – da sempre ero municato a mio papà il desiderio di fare qualcosa appassionato di moda e di mio, diverso dal mondo dei motori. Mi piaceva accessori. Mi piaceva tantissimo lo stile di mar- la moda. Così mi sono lanciato negli accessori. chi come quello di Gucci e di Hermès e mi sono Nel 1981 è nata la Tonino Lamborghini acces- ispirato a loro nel creare un’attività parallela di sori, moda e design, un mondo di lusso, sinoni- prodotti firmati Tonino Lamborghini che da subito mo di creatività, tecnica e stile. (…) Non volevo hanno avuto un considerevole successo. Orologi, permettermi il lusso di creare un’azienda con i occhiali, profumi, pelletteria e tanti altri accessori soldi di mio padre. Troppo facile. Avevo già un che sembrano entusiasmare da subito il pubblico, nome importante che mi avrebbe aiutato in que- all’inizio soprattutto quello femminile, meno diffi- sta avventura. Con poche risorse ho mosso i pri- dente nei confronti di un marchio che gli uomini mi passi in un mondo imprenditoriale creato da legavano esclusivamente al mondo dei motori. An- me. (…) La mia forza erano le idee, una grande che i media – ricorda Lamborghini – in principio volontà e un po’ di fiuto. (…) La prima cosa che erano scettici e in qualche caso snob verso la mia realizzai fu un orologio. Ho sempre amato tutto decisione di creare linee di accessori”. Col pas- ciò che richiede un lavoro meccanico perché è sare degli anni poi si riaffaccia la passione, mai correlato al mondo dell’ingegneria. Ho preso ispi- sopita, per i motori e le macchine in generale che razione dal cuscinetto, dalla biella, dal triangolo, costituiranno anche l’elemento di continuità con dalle sospensioni. Dalla struttura del telaio della l’opera del padre. Miura ho fatto tante cose, tra cui l’ultima colle- 25
  • 26. ECCELLENZE Intervista di Giuseppe Fu quasi uno scandalo, la bizzarria del figlio di Lam- Vicentini del 13 maggio borghini che voleva il trattore bianco e azzurro. 2008 presso il Palazzo del Invece io pensavo che anche un trattore potesse Vignola, per Tecnostoria.it essere bello ed elegante e non per forza verde «Un bel giorno, avevo o arancione o grigio. Mio padre era abbastanza trent’anni, portavo avanti le contrario, ma io lo convinsi a fare un’indagine di aziende piuttosto bene, con mercato portando il trattore sulle piazze. Fu un successo, sviluppando nuove cose, sentii forte- successo inaspettato. Vuoi per la linea tutta squa- mente la necessità di esprimermi in settori diver- drata, vuoi perché per la prima volta si vedeva un si, quindi l’accessorio, più che la moda. Di soli- vero cruscotto di tipo automobilistico, quando nor- to chi fa moda nasce dal mondo sartoriale, per malmente sui trattori c’erano solo due orologi. Poi cui l’accessorio era più vicino a me. Ammirando mi ricordo i fanali, il musetto, la carenatura… fu la produzione di Gucci che era tutta ispirata al tutto il design a segnare un grande salto. Morale mondo equestre, con la staffa, il ferro da cavallo, della favola, è stato in produzione per oltre 35 anni. tutti accessori equestri, pensai che quegli stes- Poi ovviamente, quando mio padre cominciò a fare si accessori avrebbero potuto essere accessori automobili, vuoi che in casa e in azienda ognuno meccanici. Provai a schizzare qualche cosa, mi non dicesse la sua? Era normale, era automatico, accorsi così che il morso del cavallo sostanzial- c’eri dentro. Non avevi un ruolo, ma eri lì. Men- mente era fatto di due bielle, l’anello che tiene il tre non dicevo nulla dal punto di vista meccanico, morso è una rondella. In disegno non sono bra- dal punto di vista estetico sì, le mie impressioni e vo. Le cose vengono con una spontaneità infinita, le mie idee le esprimevo. Non a caso molti anni poi schizzo, magari male, ma è abbastanza facile dopo ho deciso di avere un attività che si occupa trasferire il concetto, l’idea. Le idee vengono a va- di design a tutto tondo, da un settore all’altro, langa, in ogni momento, anche al mattino quando senza limiti, senza vincoli. Faccio moda ma non mi mi faccio la barba; tante idee che poi la maggior reputo un sarto, piuttosto detto uno stile, che è parte non troverà mai applicazione. La fantasia e diverso. Quindi evidentemente nel ragazzino c’era la creatività non mi mancano. Sono anche molto già questa inclinazione. Quando io avevo delle curioso; poi sono attento e, quindi, dal particola- bizzarrie, mio padre e mia madre mi concedevano re, una foglia, uno spigolo, passo a collegarlo al di esprimerle ed è stato determinante. Ai figli mio mondo di appartenenza, di riferimento, quello bisogna lasciare spazio, altrimenti io oggi non sarei meccanico». qui a dirigere un’azienda che fa fatturati molto elevati, con prodotti che girano tutto il mondo. Da “Tori in famiglia – To- Se mi avessero soffocato probabilmente avrei nino Lamborghini, quan- fatto un altro mestiere. Invece, prima ho seguito do il Drake fece arrabbia- le aziende di famiglia, poi ne ho fatte delle altre, re papà” poi ne ho acquisite dalla concorrenza (nel settore di Roberto Alvisi, in Auto- del calore) rinforzando la Lamborghini Bruciatori mobilismo d’Epoca, Feb- e la Calor. Lì mi sono espresso. Mio padre mi braio 2009. consegnò le chiavi delle aziende una alla volta. E «Che ruolo ha avuto Lei io una alla volta, ovviamente con l’aiuto dei miei nell’avventura industriale di collaboratori, ho portato avanti il mio progetto. suo padre Ferruccio? Con qualche errore e con qualche iniziativa andata “Premesso che ci sono a buon fine. E poi le conclusioni di una esperienza nato in mezzo e che d’estate, prima di andare al di vita si tirano sempre alla fine. Qualche anno fa mare, andavo a lavorare in fabbrica, naturalmente ho ceduto tutte le aziende industriali e mi occupo facevo quello che può fare un ragazzino, le cose più solo del marchio Tonino Lamborghini”. umili, più banali, più normali. Il mio primo compito Un insegnamento di suo padre che lei porta avanti in assoluto fu di riempire le latte di olio lubrificante. o che ricorda in particolare? Mia madre lavorava e dirigeva la fabbrica di tratto- “Me ne ha dati tanti, perché allora i padri parlava- ri, mio padre faceva tutte le arti negli stabilimenti, no poco, giocavano poco, però sentenziavano. Ne a tavola non si faceva altro che parlare dell’attività, riporto uno: bisogna lavorare duro, con estrema quindi io l’azienda l’ho respirata sempre. volontà, con estrema tenacia, per riuscire a farce- E poi man mano che crescevo qualche spazio mi la, perché nessuno ti regala niente”. veniva dato. Per esempio la linea dei trattori azzur- Qual è il suo contributo ai prodotti Tonino Lam- ri, esposta nel museo, fu interamente disegnata borghini? da me sedicenne. L’imporre negli anni Sessanta “Diciamo che nei miei prodotti c’è tutta la mia per- un trattore bianco e blu fece parlare mezza Italia. sonalità”». 26
  • 27. ECCELLENZE Da “Tonino Lamborghi- del Vignola, costruito in pieno Cinquecento su ni: stile, gusto, qualità, disegno di Jacopo Barozzi (il Vignola, appunto), esclusività ma soprattut- si trova a Funo di Argelato (a 20 km da Bologna) to la fantasia”, di Luigi ed è qui, in questa nobile dimora, seminascosta Locatelli, in Specchio Eco- nella campagna, inusuale e affascinante, che ci nomico, gennaio 2010 aspetta uno dei più importanti nomi dello stile e «D. Dal momento che gli del design italiano, Tonino Lamborghini. Un nome orologi non figuravano nelle in tutti i sensi e in tutte le latitudini, anzi forse un attività di famiglia; come si nome addirittura ingombrante. è allargato ad altri settori? “Pensate – ci spiegherà qualche minuto dopo lo R. La fantasia non mi è stesso Tonino Lamborghini – che mi chiamano mai mancata. Debbo dire però che, senza essere spesso, da ogni parte del mondo, per chiedere maniaco, amavo gli orologi perché sono oggetti interviste o per invitarmi a convegni o a seminari, comunque meccanici; piaceva molto anche a mio e inesorabilmente, ogni volta si arriva alla doman- padre che io creassi orologi anziché, ad esem- da che tutti vogliono farmi: ‘Ma lei non si occu- pio, cravatte. Fu meno soddisfatto dell’estensione pa proprio più di automobili?’. Così mi rimetto a della mia linea quando arrivai all’abbigliamento, raccontare loro tutta la storia della Lamborghini alle camicie e alla pelletteria, perché sosteneva Automobili, da quando mio padre l’ha fondata fino che eravamo dei meccanici e dovevamo rima- agli ultimi cambi societari. nere nell’ambito della meccanica e del metallo. Con gli anni ho cominciato a farci l’abitudine, ma Dall’orologio sono nati gli occhiali, poi i profumi. soprattutto ho cominciato a capire che questa Cosa hanno a che vedere occhiali e profumi tra domanda non era dettata dall’interesse, dalla loro? Mi attraeva, come mi attrae oggi, l’idea voglia di sapere. Era come un moto di stupore, del lusso, e naturalmente fa molto più immagine a volte di smarrimento di fronte al pensiero che un profumo o un occhiale che una camicia. (…) Lamborghini non sia più italiana, che non sia più D. Cos’è dunque il lusso per lei? legata alla famiglia del suo fondatore”. Entrare Sia pure con molte diversificazioni, ritengo di aver nel Palazzo del Vignola è una suggestione stra- proseguito, nell’offerta di prodotti di stile e di lus- ordinaria. Forse per il respiro della storia che so, la linea di mio padre, ma nello stesso tempo si sente ancora vibrare tra le sue stanze, for- mi sono adeguato ai problemi attuali rendendomi se l’imponenza del grande salone centrale con conto che lusso non è necessariamente alto co- una volta che raggiunge gli 11 metri d’altezza, sto, ma vuol dire soprattutto stile e cultura. Oggi certo è che quel “Puro talento italiano”, come le mie produzioni sono sì ispirate al lusso, ma non si definisce la Tonino Lamborghini, qui nel suo sono particolarmente costose. E mi piace che sia quartier generale e centro stile si percepisce così. Vorrei che chi sceglie un mio prodotto lo interamente. Perché non si tratta solo di uno faccia usando testa e cultura e non solo il porta- slogan pubblicitario, ma di un atteggiamento foglio». mentale, una connotazione del carattere e dello stile, gli stessi che da mezzo millennio raccon- Da “Un nome, una passio- ta l’opera del Vignola. Bisogna spiegare tutto ne: Lamborghini - Incon- questo, per far capire la suggestione che offre tro-intervista con Tonino l’incontro con il marchio Tonino Lamborghini. Il Lamborghini”, di Simone fascino di un passato diventato ormai mito, que- Cavallin, in AutoOK, otto- sto certamente, ma anche la grande presenza bre 2010 sul mercato mondiale odierno: è la vertigine che «Ad un tratto anche si prova affacciandosi sul mercato del più alto il navigatore si perde. livello, il fascino di una sfida sempre, continua- “Destinazione raggiunta” mente rilanciata, il piacere di creare il bello, di sembra sbuffare, ma dettarne le regole, di essere arbitro d’eleganza intorno ci sono solo campi, e dell’italianità. Da quasi trent’anni Tonino Lam- qualche albero, un piccolo borghini è una griffe di design e accessori tra cimitero e lei: la Pianura Padana. A perdita le più ricercate al mondo. La sua attività spazia d’occhio. Per trovare il Palazzo del Vignola, sede su una molteplicità di settori e di prodotti, cer- del Centro Stile Tonino Lamborghini dobbiamo cando sempre la bellezza e l’innovazione. (…) chiamare e farci accompagnare, per scoprire che Una sfida continua insomma quella della Tonino c’eravamo quasi, ma senza accorgerci che tra Lamborghini, un desiderio di correre ancora, di gli alberi, proseguendo, si trova uno tra i più bei vincere e di portare ancora in alto il nome Lam- gioielli dell’architettura rinascimentale. Il Palazzo borghini e la passione italiana». 27
  • 28.
  • 29. LINEA Dettagli per l’eternità Richiami agli stilemi classici e riferimenti culturali alti in una particolare analisi delle “creature del Toro” esposte al Museo Ferruccio Lamborghini di Otto Grizzi Nel 1963 Henri Cartier Bresson, il leggendario alfiere con Robert Capa dell’agenzia foto-giorna- listica Magnum, scrive: “Ogni scatto fotografico della mia Leica M3 è un momento decisivo che ci avvicina all’eternità”. La frase ci torna alla mente durante una visita al Museo Polifunzionale Ferruccio Lamborghini di Dosso di Ferrara (in via Statale 142), la modernissima struttura voluta dal figlio Tonino nel 1995, ad appena due anni dalla morte del padre. Come non trovare, infatti, un riscontro immediato dell’assunto su esposto in certi dettagli di modelli della marca del Toro, veri e propri segni o “fotogrammi” anticipatori di qualcosa di “altro”, di sostanziali elementi di universalità che trascendono, consapevole o no ne fosse il progettista, la mera immanenza del particolare tecnico? Per cominciare, si guardi il coprifanale della pri- ma granturismo realizzata dalla Casa di Sant’A- gata Bolognese, la 350 GTV del 1963, vettura caratterizzata dagli stilemi iperrealistici di Fran- L’entrata del Museo Ferruccio Lamborghini (www.museolamborghini.com) e, in alto, particolare della Barchetta costruita da Ferruccio su meccanica FIAT modificata con cui partecipò alla Mille Miglia nel 1948 (foto di Fabio Casari). 29
  • 30. LINEA progettazione automobilistica chiamato Mario Marazzi, non a caso un ex geniale battilastra del- la mitica Carrozzeria Touring Superleggera che aveva appena chiuso i battenti per l’incapacità ad affrontare gli spietati tempi moderni della filie- ra produttiva. Egli ha tratteggiato da par suo la livrea della sottostimata berlinetta Lamborghini d’inizio primavera 1968, secondo noi una della GT più belle di tutti i tempi. Nonostante la data (così prossima al Maggio che cambiò le carte in tavola su tutto il pianeta), qui niente “imma- co Scaglione: la sinuosità del disegno fa imme- ginazione al potere” ma stilemi classici come diatamente pensare a quella del corpo femmini- più classici non si può. Guardate quella presa le, non fosse altro che per tener fede all’assunto d’aria dietro i passaruota anteriori, connotata che “l’auto è femmina”. Ma allora, al riguardo, da una sobrietà elegante di tratto, associata a come non ricordare quando l’amico-nemico di uno slancio vitale discreto quanto fondamenta- Ferruccio, Enzo Ferrari, parlando della coeva le. Ma niente élan vital di scuola romantica o di Jaguar E Type, la definì la “più sensuale” delle bergsoniana o nietzschiana memoria, ma puro autovetture proprio in virtù di alcuni aspetti della e semplice richiamo alla sobria energia creativa carrozzeria? che animò lungo tutto il Quattrocento il nostro Proseguendo con un’analisi semi-seria di questo Umanesimo, insomma la stessa di cui parla (Si tipo, ecco il musetto della FIAT Topolino utiliz- parva licet…) Leon Battista Alberti nei suoi Libri zata da Ferruccio Lamborghini per l’unica gara della famiglia nonché nel magistrale Villa. automobilistica della sua vita, la Mille Miglia del È uno slancio vitale che ritroviamo, mutatis mu- 1948. Qui è indubbio che spira un’aria austera, tandis, nel frontale della Lamborghini Countach come da vecchia signora, una severità di tratto LP500S del 1981, un missile da 5000 cc su che rispecchia l’entusiasmante ma impegnativo quattro ruote: quanta possanza di “cavalleria” momento storico di questa fase (la Ricostruzio- frutto del lavoro progettuale di Paolo Stanzani è ne) del nostro secondo dopoguerra e che si ri- disponibile al pilota in queste linee definitive trac- trova anche nell’essenziale posto di guida. ciate da Marcello Gandini fin dal 1971! Ecco poi come ha lavorato sulla V12 Islero quel Se vogliamo analizzare l’epopea del lavoro uma- vero e proprio esteta decadente (quasi un epi- no, si guardi la griglia della calandra del famoso gono della scuola dannunziana) prestato alla trattore Carioca che inaugurò la saga lamborghi- niana nell’immediato secondo dopoguerra: ecco adombrate, in un pezzo di lamiera, tutta l’ener- gia e la fatica delle “opere e i giorni” di esiodiana memoria. Come non finire con la Miura? Guardando l’e- semplare SV n. 5028 dei primi anni Settanta che fu vettura personale di Ferruccio Lamborghi- ni, vi ritroviamo le famose “ciglia” gandiniane ai fari anteriori, un chiaro vezzo da “arte per l’arte” su una vettura da 300 chilometri all’ora. Tutti questi riferimenti ai “massimi sistemi” in un Museo di auto? Certamente: con le creature del Toro, noblesse oblige. 30
  • 31. P U R O T A L E N T O I T A L I A N O La linea Tonino Lamborghini Beds&Linens è prodotta e distribuita da Alessanderx S.p.a Materasso Montecarlo: nero e potente come tutti i prodotti Tonino Lamborghini. Realizzato in memoform trapuntato, le sue lastre ondulate si modellano con il calore del corpo e offrono un sostegno differenziato a collo, spina dorsale, gambe. Rivestito in tessuto Carbonio. BEDS & LINENS www.lamborghini-bedslinens.com
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  • 33. MOTORI TOWN LIFE: il progetto ecosostenibile firmato Tonino Lamborghini Dalla prima citycar elettrica europea alla nuova Moto4 di Marina Gavioli “Alla fine degli anni Ottanta, mio padre si ritirò in Diablo, e al designer Giorgio Gnesda con poche campagna a produrre vino e realizzò un campo ma precise regole: le vetture dovevano essere da golf aperto a tutti. Da lì, nei primi anni Novan- molto sicure e stabili, proprio perché il target ta, mi è venuta l’idea di produrre le automobiline principale a cui erano indirizzate erano i ragaz- da golf. Ho disegnato il veicolo e ho cominciato la zi ancora senza patente. Le city car prodotte e produzione. Dal successo di quell’esperienza mi vendute dalla Town Life si distinsero da subito dai è venuta la voglia di tornare al mondo della auto. veicoli della concorrenza per la loro monoscoc- Non volevo, però, entrare in concorrenza con ca in fibra di vetro fissata a un robusto telaio in mio padre. Avrebbe significato perdere comun- acciaio inossidabile. L’utilizzo della monoscocca que. Lui produceva le auto più belle, più costose, permette di ottenere una notevole robustezza, più grandi, più veloci, più tecnologiche. Io, allora, unita a una rigidità torsionale che consente alla ho deciso di produrre l’auto più piccola, la più vettura di avere una tenuta di strada e una stabi- lenta, la più urbana, ma anche la più ecososteni- lità difficilmente riscontrabili in veicoli della stes- bile. Così, nel 1998, ho creato la Town Life, con sa categoria. Dopo un’attenta analisi del mer- cui ho prodotto e continuo a produrre le city car cato, i progettisti della Town Life presentarono a motore elettrico e a diesel ecologico. Agli inizi prima il modello “Ginevra”, motorizzato con un della produzione eravamo l’unica fabbrica in Eu- bicilindrico a ciclo diesel. Nel 2001, è stato poi ropa a produrre Golf cart elettriche, tra cui uno presentato il nuovo modello “Helektra” che, man- speciale esemplare realizzato per Papa Woytila, tenendo lo stesso aspetto della “Ginevra”, utiliz- battezzato all’epoca ‘Papamobile’”. za una motorizzazione elettrica per una marcia Queste le parole del cav. Tonino Lamborghini che fondò la Town Life (ovvero, “vita di città”, con Lo speciale esemplare di electric cart una strizzata d’occhio alle iniziali del nome del realizzato per Papa Woytila e ribattezzato “Papamobile”. fondatore) insieme a una cordata d’im- prenditori interessati a entrare nel promet- tente mercato dei quadricicli, piccole vetture che possono essere guidate sen- za patente, prodotti innovativi destinati a un pubblico giovane e dinamico. Le vetture furono progettate e prodotte a Foligno, in un moderno stabi- limento dove l’assem- blaggio veniva realiz- zato manualmente, ricorrendo a perso- nale specializzato. Lamborghini diede l’incarico all’ing. Mar- miroli, padre della 33