1. Cartoline e IGM
2018 - Enrica Salvatori
Lezione preparatoria al lavoro di digitalizzazione
di un corpus di cartoline del 1914-1918
per il corso di Storia Pubblica Digitale
2. Testi derivati da
George L. Mosse, Le guerre mondiali. Dalla tragedia al
mito dei caduti, 6 edizione (Roma: Laterza, 2002).
J. Smith, The Public Sphere in Germany, in World War I
and the Cultures of Modernity, ed. by D. Mackaman &
M. Mays, Univ. of Mississipi, 2000
Altra bibliografia:
Enrico Sturani, La donna del soldato: l’immagine della
donna nella cartolina italiana (Museo storico italiano
della guerra, 2005); Società editrice cartoline e
pubblicazioni illustrate (Torino),
Mario Mordente, Catalogo delle cartoline illustrate
italiane: precursori, tematiche, illustratori, regionali:
testo italiano e francese (Roma: A & B, 1979);
Amedeo L. De Biase, Le Cartoline Delle Brigate e Dei
Reggimenti Di Fanteria Nella Guerra Del 1915-1918
(Roma, 1993)
3. L’epoca contemporanea è l’epoca delle masse.
La morte in guerra è divenuta, nelle guerre della
contemporaneità, una morte di massa.
Nella IGM morirono circa 13 milioni di uomini
(la campagna napoleonica in Russia era costata
SOLO 400.000 vite).
PROBLEMA rendere accettabile la morte di
massa —> Mito dell’esperienza di guerra (m.e.g.)
4. Prima della Rivoluzione francese, le guerre erano state
combattute da mercenari L’Assemblea Legislativa, non
disponendo delle risorse per pagare un esercito mercenario,
introdusse l’arruolamento dei cittadini (successo delle
campagne napoleoniche)
Fine del ‘700 - idee e delle pratiche del nazionalismo: le
guerre diventano “nazionali”
la guerra si trasformò da affare di pochi a esperienza di massa.
status di soldato —> i mercenari erano un gruppo marginale,
temuto e disprezzato, la condizione di soldato–cittadino era
altamente ammirata e alla portata di tutti.
5. Per la prima volta i cittadini andarono volontari in
guerra, per:
1) desiderio di combattere in nome della propria
nazione;
2) ripulsa della società impersonale, complessa e
opprimente, ricerca di un nuovo senso del vivere;
3) ideale del cameratismo e della virilità;
4) impulso al saccheggio e aspettativa di ricchi
bottini di guerra.
Guerra = una esperienza straordinaria, sacra ed
avventurosa, opposta alla routine borghese.
6. m.e.g.
nacque dai resoconti, poesie e canzoni,
dei soldati che tornavano dal fronte.
in gran parte da parte del gruppo più
entusiasta: una ristretta minoranza di
giovani volontari colti formati alla cultura
del romanticismo e di estrazione
borghese
7. L’idea della morte
Ottocento: trasformazione dell'idea della morte
Atteggiamento cristiano: macabra mietitrice che esortava al pentimento e all’umiltà
Illuminismo: sonno eterno e opportunità per l'ammaestramento dei vivi alla virtù.
mutamento della architettura dei cimiteri la cui costruzione e cura divenne, dalla
Rivoluzione francese in poi, compito dello Stato:
aspetto solenne per sottolineare la sacralità della morte
acquietante per facilitare l'elaborazione del lutto.
Nei nuovi cimiteri le tombe erano immerse nella natura sotto forma di giardino
all'inglese (Père Lachaise) oppure di bosco incontaminato (movimento statunitense
dei cimiteri-parchi).
13. L’idea della morte
Ottocento: i caduti in battaglia sono lasciati sul campo o
seppelliti in tombe di massa.
IGM —> impossibile continuare l’indifferenza verso i caduti
svilupparsi al centro del m.e.g. di un mito dei caduti
come martiri della religione della nazione;
straordinario avanzamento di status del soldato;
pressione della popolazione civile perché i loro cari
avessero una sepoltura dignitosa.
14. Cimiteri di guerra
Novità e luoghi sacri del m.e.g.
separati dai cimiteri civili
affiancati da templi del m.e.g. e del
nazionalismo—> i monumenti ai caduti.
prima della IGM dedicati a principi e valori
dopo la IGM dedicati ai soldati comuni
15. I giovani e la IGM
La stragrande maggioranza della
popolazione non voleva la guerra del '14,
ma tale atteggiamento non fu reso pubblico
un'élite giovanile, `la generazione del
1914’ (volontari fanatici) monopolizzò la
rappresentazione mass-mediatica della
guerra trasferendovi la propria visione
entusiasta.
16. I giovani e la IGM
Rappresentazione irreale della guerra della cultura
romantica
Convinzione che la guerra sarebbe stata breve,
avventurosa ed eroica
Desiderio di dare un ordine al momento di
transizione in cui si trovavano i contemporanei. La
guerra capace di forgiare l’uomo nuovo, opposto e
migliore dell'immobilità decadente della società
borghese.
17. I giovani del ’14 e il
m.e.g.
Virilità: gioventù + bellezza + forza fisica e
spirituale. Mito largamente maschilista: donne
infermiere; guerra come banco di prova della
virilità
Cameratismo. Straordinaria esperienza
comunitaria in cui valeva il merito (mito -
squadra).
Modernità. Mito della guerra capace di rinnovare
gli uomini e le società.
18. Mito e realtà
Metà del novembre del ’14: fu chiaro che la
guerra non sarebbe stata né breve né bella, ma un
massacro quale l'Europa non aveva mai visto.
Guerra di trincea.
Per i vertici delle nazioni belligeranti sorse il
problema di rendere la guerra e la morte di massa
ai soldati e al fronte interno: propaganda gestita
dallo Stato, che assorbì il m.e.g., lo sviluppò e lo
diffuse ulteriormente.
19. Culto dei caduti
Il m.e.g. fece propri i temi del cristianesimo popolare e intimo
paragonò la sofferenza dei soldati a quelle di Cristo —> atto di sacrificio
e purificazione.
i caduti, sempre rappresentati in gruppi di camerati, furono usati dalla
propaganda come simbolo e sprone per i vivi—> importanza enorme per
i civili e, dopo la guerra, per i reduci. [
L’unicità dello spirito del natale ‘14: la vigilia del primo anno di guerra i
soldati degli opposti schieramenti uscirono dalle trincee per fraternizzare.
Norme rigorose furono immediatamente emanate da tutte le nazioni per
impedire il ripetersi dell’episodio + propaganda per rappresentare il
nemico come un pericoloso animale da abbattere.
Il primo Natale di guerra non si ripeté più .
20. Culto dei caduti
Il m.e.g. fece propri i temi del cristianesimo popolare e intimo
paragonò la sofferenza dei soldati a quelle di Cristo —> atto di sacrificio
e purificazione.
i caduti, sempre rappresentati in gruppi di camerati, furono usati dalla
propaganda come simbolo e sprone per i vivi—> importanza enorme per
i civili e, dopo la guerra, per i reduci. [
L’unicità dello spirito del natale ‘14: la vigilia del primo anno di guerra i
soldati degli opposti schieramenti uscirono dalle trincee per fraternizzare.
Norme rigorose furono immediatamente emanate da tutte le nazioni per
impedire il ripetersi dell’episodio + propaganda per rappresentare il
nemico come un pericoloso animale da abbattere.
Il primo Natale di guerra non si ripeté più .
21. Culto dei caduti e
cimiteri
Vera e propria religione laica. Costruzione di
cimiteri di guerra, di monumenti ai caduti e
di Tombe del Milite Ignoto
polemiche contro la produzione di massa di
tombe e monumenti (profana e irrispettosa);
polemiche contro ogni forma di innovazione
e funzionalismo (cimiteri/monumenti +
biblioteche e centri sportivi)
22. Culto dei caduti e
cimiteri
In tutti gli eserciti furono create unità
incaricate di prendersi cura dei caduti e
fondate organizzazioni statali incaricate della
progettazione e della manutenzione dei
cimiteri militari
In Italia si diffusero in particolare i “parchi
della rimembranza”
Simbologie: cristiana, medievale, greca
25. Il processo di
banalizzazione
La banalizzazione, facendo leva sulle reazioni
immediate della gente e by-passando la mediazione
intellettuale, favorì il m.e.g. `dal basso' e fu la sua
trasposizione nella cultura popolare.
introduceva la guerra nel quotidiano mostrandone la
`normalità’ e la rappresentava in modo del tutto
irrealistico cancellandone gli orrori.
Banalizzazione e sacralità del mito convissero perché
di identica finalità e con il medesimo universo
simbolico. I
26. Il processo di
banalizzazione
Paccottiglia: oggetti d'uso quotidiano prodotti industrialmente che
riproducevano elementi della guerra.
Giocattoli di guerra. Rappresentare la guerra come combattuta da
ragazzi, tende a ridurla ad un gioco e a simboleggiare la continuità
tra le generazioni.
Il teatro ed il cinema. La maggior parte delle produzioni postbelliche
aveva intenti di intrattenimento e presentava la guerra come
melodramma o come vicenda romantica ed avventurosa. Totale
mancanza di realismo
Il turismo. Dopo la guerra i campi di battaglia e i cimiteri militari
furono meta di pellegrinaggi organizzati dagli stessi stati per favorire
il colto del m.e.g.
27. Le cartoline
Cartoline gratuite furono distribuite in centinaia di
migliaia al fronte già affrancate —> il più importante
mezzo di comunicazione di massa della Grande
Guerra e l'unico che mettesse a contatto le trincee con
il fronte interno.
Le illustrazioni spesso rappresentavo una immagine
disinfettata della guerra: la morte è raramente presente
ed è comunque serena (assomiglia più al sonno), le
ferite sono sempre leggere, la natura infonde un senso
di serenità, le trincee appaiono come luoghi ameni.
Molte cartoline sono umoristiche
29. Le cartoline
In Francia la produzione di cartoline triplicò
nel periodo della guerra
in Germania erano prodotti 9 milioni di
cartoline al mese
i governi nazionali produssero le proprie
cartoline o ne promossero la produzione per
veicolare la propria propaganda di guerra
30. La censura
la cartolina consentiva la lettura ma era
anche difficile da monitorare nel
complesso per l’elevato numero
forma di comunicazione a buon mercato,
intima che contemporaneamente
veicolava messaggi e favoriva la
banalizzazione della guerra
31. Domande
quali immagini (in Italia)?
quali messaggi nell’immagine?
quali messaggi nel testo?
quale il peso nella censura?
quale messaggio oggi?