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Le letture della Reconquista
mercoledì 2 maggio 12
Definizione standard
                                          Periodo di 750 anni in
                                          cui i regni cristiani della
                                          penisola iberica
                                          promossero una
                                          conquista armata dei
                                          Regni musulmani di al-
                                          Andalus dall’VIII
                                          secolo al 2 gennaio
                                          1492, quando
                                          Ferdinando d’Aragona
                                          e Isabella di Castiglia,
                                          Los Reyes Católicos
                                          espulsero dalla Penisola
                                          l'ultimo dei governanti
                                          musulmani, Boabdil di
                                          Granada, unendo gran
                                          parte di quella che è la
                                          Spagna odierna sotto il
                                          loro potere.


mercoledì 2 maggio 12
La Reconquista
            lotta secolare per il recupero cristiano della Spagna musulmana concetto ALTERNATIVO
            alla visione della Penisola Iberica medievale come luogo principe di incontro tra le tre
            religioni monoteistiche
            Il termine NON non si trova nelle fonti medievali.
            Il termine Reconquista è attestato la prima volta in un dizionario spagnolo del 1843;
            contemporaneamente appare anche nella letteratura romantica
            Alla fine del XIX secolo, dopo il disastro coloniale del 1898 (perdita delle ultime colonie) il
            termine Reconquista si diffonde largamente
            Quando la «generazione del ‘98» si ritrova a ripensare allo scontro tra cristianità e Islam,
            tentando di ricucire lo strappo storico, geografico e sociale causato dalla dissoluzione
            dell’impero coloniale spagnolo, e ricostruendo l’immagine di un’autenticità nazionale a
            partire dalla radice castigliana, nucleo storico dell’identità spagnola.
            quindi * rifiuto del vecchiume, della corruzione e del ritardo strutturale del paese; *
            attenzione ed interesse verso il paesaggio, la vita di campagna, la sensibilità popolare della
            nazione; * la Castiglia medievale vista come il nucleo più genuino dello "spirito nazionale”;
            * la storia guardata con estremo interesse ; * impegno nella ricerca delle radici della patria o
            delle origini dei problemi presenti; * desiderio di europeizzazione.



mercoledì 2 maggio 12
Identità nazionale spagnola

                 L’invenzione ottocentesca della Reconquista è da collegarsi al processo di revisione del
                 passato a consolidamento della percezione dell’unità nazionale spagnola. A questo fine
                 sono esaltati:

                 l’unificazione della Spagna e la scoperta dell’America con le successive conquiste

                 l’elezione di Carlo I (V) come imperatore della cristianità

                 l’estensione dei domini spagnoli ai Paesi Bassi e all’Italia,

                 la controriforma e la vittoria di Lepanto contro i Turchi

                 l’unione di Spagna e Portogallo (1580)

                 -> rappresentazione della monarchia spagnola come la perfetta Monarchia Christiana




mercoledì 2 maggio 12
l’Hispanidad

                        Menéndez Pidal, nel 1929 usciva la España del Cid (Rodrigo Díaz), un grande successo
                        editoriale che influenzò profondamente l’interpretazione non solo del Cid
                        Campeador, ma del medioevo spagnolo in generale. Il Cid diventava il modello ideale
                        la cui storia poteva essere scientificamente ricostruita; punto di riferimento per tutti
                        gli Spagnoli.

                        Essenziale il problema della Hispanidad, ossia della ricerca dei caratteri costitutivi della
                        presunta specificità spagnola.

                        Claudio Sanchez Albornoz (1973): la reconquista si spiega con l’esistenza di un
                        “temperamento ispanico”, comune appannaggio di tutti i popoli della penisola:
                        volontà di indipendenza, forte sentimento religioso, propensione alle divisioni interne




mercoledì 2 maggio 12
Percorso identitario
                 Dietro la costruzione storiografica della Reconquista si trova:
                 l’idea di un’originaria divisione politica della Penisola iberica che nell'alto medioevo si
                 era concretizzata nella formazione di due unità territoriali omogenee e ben differenziate.
                 l’importanza di una guerra ininterrotta tra cristiani e musulmani che si pone in
                 reazione alla conquista araba (710-711)
                 al concetto di espansione militare si lega quello di repoblación, ossia la colonizzazione
                 del territorio rurale da parte di una popolazione che avanza via via che gli eserciti
                 procedono e i confini musulmani retrocedono
                 l’attuale idea spagnola di otto secoli di lotta tra Cristianità e Islam trae origine da un
                 secolare processo di definizione identitaria e da una rielaborazione
                 abbastanza recente della propria memoria (nazionalismo europeo)
                 lo scontro con l’Islam e il recupero del territorio fissa uno dei marchi distintivi
                 dell’identità spagnola
                 il medioevo diventa così il tempo in cui la cristianità si è progressivamente imposta
                 grazie al valore dei”conquistatori”




mercoledì 2 maggio 12
Invenzione della tradizione
                  numerose feste popolari che ricordano lo scontro tra cristiani e musulmani

                  Morismas aragonesi: l’antico scontro tra cristiani e saraceni prende forma drammatica,
                  esplicitando nella ripetizione la definizione di un passato condiviso.

      Aínsa (Pirenei), primo fine settimana di settembre,
      si celebra la leggendaria vittoria del 724 delle truppe
      cristiane contro i musulmani. Origine nel XVII
      secolo ma riscoperta e restaurata negli anni ’30 del
      XX. Rappresentazione teatrale in piazza con la
      battaglia, con dialoghi tra gli ambasciatori e lo
      scambio di opinioni tra il Peccato e il Diavolo.
      L’eterna lotta tra bene e male termina quando
      appare una croce di fuoco che indica la vittoria
      per le truppe cristiane.




mercoledì 2 maggio 12
Voci di dissenso

                        “No entiendo cómo se pudo llamar reconquista a una cosa que dura ocho siglos»
                        Ortega y Gasset (1922)

                        Américo Castro, España en su Historia (1948) contesta il valore “necessariamente”
                        positivo della Reconquista e del medioevo iberico. Si era certamente forgiata la
                        specificità spagnola, ma non nello sforzo di recupero territoriale: nel rapporto pacifico
                        o problematico tra le tre grandi culture della Penisola. Per questo autore lo Spagnolo
                        è il frutto dell’incontro tra cristianesimo, islamismo ed ebraismo

                        Anni ’70: si continuò ad utilizzare il concetto di Reconquista come categoria
                        storiografica, ma grazie anche all’influsso degli Annales furono pubblicati i primi lavori
                        che mettevano in discussione il concetto ma mai in maniera radicale

                        la Spagna ha vissuto la contemporaneità (guerra civile, Franchismo) come una
                        lacerazione della propria memoria, e la Reconquista è risultata efficace nel fondare o
                        rifondare un’unità identitaria.




mercoledì 2 maggio 12
Reconquistas



                 Le interpretazioni di tipo finalistico riducono arbitrariamente a un insieme unitario vari
                 fenomeni complessi e sarebbe più appropriato parlare di reconquistas piuttosto che si
                 reconquista: i primi movimenti di resistenza agli invasori musulmani sorsero in regioni
                 diverse, mentre in seguito degli stati già organizzati a intraprendere una marcia verso
                 sud i cui movimenti e le cui modalità si svilupparono secondo le circostanze

                 (J. Gautier Dalché)




mercoledì 2 maggio 12
Origini
                        Asturie VIII-IX secolo: compare una concezione politico-religiosa della penisola
                        iberica come naturale cornice geografica di una comunità storica, da qui l’illegittimità
                        della dominazione musulmana
                        Portata da alcuni chierici mozarabici eredi della tradizione isidoriana che avevano
                        conservato il ricordo della monarchia visigota
                        I sovrani asturiani, eredi dei Visigoti, erano chiamati a regnare sull’intera penisola
                        883 Cronaca profetica: interpretazione della profezia di Ezechiele su Gog (identificati
                        con i Goti) e Ismaele (gli Arabi). Secondo questa, i Goti, a causa dei loro peccati,
                        cadono sotto il dominio degli Arabi, ma riconquistano la loro libertà dopo 170 anni.
                        Dal momento che la cronaca è stata scritta nel 883, per dare credito alla profezia, si
                        retrodata l'ingresso degli arabi nella penisola al 714.
                        Uso sporadico e non ufficiale dei titolo di imperator;
                        Scoperta della tomba di san Giacomo sotto Alfonso II (814)
                        strumento ideologico di affermazione della monarchia asturiana; difficile valutarne
                        l’importanza fuori da quell’ambito




mercoledì 2 maggio 12
Origini
                        Primi focolai nelle asturie e in altre zone dei Pirenei: favoriti dal paesaggio
                        impervio e dal fatto che gli allora emiri ritennero più utile impiegare le proprie forze
                        in Gallia che rintuzzare le rivolte delle popolazioni montane
                        Quando lo ritennero possibile inviarono spedizioni militari che spesso si rivelarono
                        disastrose per il cristiani (X-XI)
                        Particolarmente importante Muhammad ibn Abī ‘Āmir, noto come al-Manṣūr,
                        ossia al-Manṣūr bi-llāh, "Colui che è reso vincitore da Dio"(938-1002): azioni
                        numerose ed energiche contro città cristiane (Santiango, León, Burgos, Pamplona,
                        Barcellona) senza portare ad occupazioni permanenti.
                        Probabile visione chiara delle forze a disposizione unita al successo comunque
                        ottenuto con la riscossioni di tributi e l’imposizione di legami di sudditanza (prestigio
                        e contenimento dei cristiani)
                        Nella seconda metà del X i re di León e di Navarra, i conti di Castiglia e di
                        Barcellona moltiplicarono gli atti di vassallaggio, mandando ambascerie a
                        Cordoba, recandovisi personalmente e accettando che le proprie figlie entrassero
                        nell’harem del califfo.



mercoledì 2 maggio 12
Origini
                        Spedizioni militari soprattutto per aiutare popolazioni ribelli
                        Forma pacifica di espansione tramite il ripopolamento: pare concentrato in zone o
                        completamente deserte o in gran parte abbandonate
                        Principio della presura: i populatores diventavano proprietari alla fine di un certo
                        periodo e a patto che avessero dissodato il terreno; rete di ville dipendenti da un
                        casale o da un villaggio; fronte di castelli/torri/fortificazioni a difesa (Castiglia); le
                        terre vacanti diventano demaniali e quindi risultano base fondiaria per benefici
                        vassallatici
                        Riserva demografica del nord ma anche immigrazione dal sud: attirati da libertà
                        personale e diritti sulla terra.
                        Militarizzazione della società: tutti gli uomini liberi sono costretti al servizio
                        armato, possono essere mobilitati in qualsiasi momento e partecipano a spedizioni
                        con scopi di razzia




mercoledì 2 maggio 12
Fasi alterne
             1031 fine del califfato Omayyade e periodo delle taifas:
             risveglio delle reconquistas;
             fine XI: Almoravidi al potere in una penisola
             profondamente segnata dall’avanzata cristiana
             (irrigidimento, jihad)
             anni ’40 XII: seconda generazione di taifas, arrivo degli
             Almohadi (irrigidimento, jihad)
             inizio XIII: terza generazione di taifas le contemporanee
             vicissitudini dei regni cristiani che ritardarono l’avanzata.
             Forte impegno dei re di Castiglia (e di León) dall’XI al
             XIII secolo: profitti, occasione di arricchimento e scalata
             sociale; minor impegno di Aragona (meno uomini) e
             Catalogna (commercio)
             Impresa sempre più politica e religiosa: influenza del
             papato (riforma gregoriana) e di alcuni movimenti
             monastici (Cluny)




mercoledì 2 maggio 12
Guerra anomala
                        Nella zona di frontiera la guerra fu sovente una sorta di industria, priva di motivazioni
                        religiose e tesa al bottino
                        importate contributo degli ordini militari: templari più altri specifici della penisola
                        iberica (Santiago, Calatrava, Alcantara, Avis)
                        debolezza del sistema difensivo musulmano + spostamento della capitale da Cordoba a
                        Siviglia
                        operazione ricorrente: assedio fino alla fame e alla capitolazione
                        dove erano numerosi i musulmani conservarono il possesso dei beni, la libertà di culto,
                        leggi proprie applicate da propri magistrati, pagarono le medesime imposte; però
                        dovettero abbandonare le principali città o accettar di essere relegati in una parte di esse
                        nelle campagne lo status delle popolazioni conquistate fu il medesimo dei dhimmi anche
                        se rivolte e contrasti talvolta portarono alla cacciata dei musulmani
                        ripopolamento comunque lento perché la crescita demografica non era sufficiente ad
                        occupare i vuoti lasciato dai coloni.




mercoledì 2 maggio 12
Non solo guerra

                        Rapporti molteplici: tributi, vassallaggi, riduzione in schiavitù, richieste di riscatto
                        Rapporti stretti tra alcuni stati cristiani e i membri dei gruppi dominanti di al-
                        Andalus
                        Cristiani al servizio a Cordoba; musulmani alleati a re e principi del nord
                        il Cid (1043-1099) combatté per l’emiro della taifa di Saragozza contro il conte di
                        Barcellona; l’emiro di Granada nel 1248 partecipò alla conquista di Siviglia da parte
                        di Ferdinando III
                        la coesistenza con i musulmani apparve possibile a patto che si sottomettessero
                        all’autorità dei sovrani cristiani
                        sistema dei tributi (dalla 2a metà XI): un principe cristiano accordava la sua
                        protezione o la imponeva all’emiro di una taifa in cambio del versamento di un tributo
                        annuale impegnandosi a difenderlo contro tutti, compresi i cristiani
                        gli alleati musulmani sono sovente qualificati come vassalli, con onori e oneri




mercoledì 2 maggio 12
La NON Scuola di Toledo

             “Scuola di Toledo”, etichetta con cui ci si riferisce al movimento traduttivo dall’arabo
             condotto in Spagna tra il XII e il XIII secolo. Etichetta che non rende giustizia alla
             profonda portata culturale di questo straordinario movimento di traduzione e ha dato
             origine alla leggenda secondo cui sarebbe esistita fisicamente un’istituzione didattica, a
             Toledo, in cui i traduttori volgevano i testi dall’arabo in latino e insegnavano regolarmente
             ad alcuni studenti; tale scuola sarebbe stata fondata da Raimondo, arcivescovo di Toledo
             L’attività di traduzione conobbe un periodo aureo in Spagna tra il XII e il XIII secolo ma
             un’istituzione didattica organizzata non è supportata da alcun documento. nel corso degli
             anni. Allo stato attuale delle conoscenze sembra ragionevole ritenere che una scuola in
             senso fisico non sia mai esistita e che l’arcivescovo di Toledo Raimondo, non abbia avuto
             alcun ruolo promotore nella fioritura delle traduzioni in Spagna.
             Ma il movimento traduttivo ci fu e fu potente. per studiarlo tuttavia si deve guardare ai
             singoli traduttori e alle opere da essi tradotte.




mercoledì 2 maggio 12
Coesistenza e scuole

              La conquista nel 1085 di Toledo e la tolleranza che i re castigliani cristiani verso
              musulmani e ebrei favorì probabilmente il rinascimento filosofico, teologico e scientifico
              dell'Europa carolingia.
              La città diventa evidentemente luogo di incontri tra le migliori menti del tempo di tutte e
              tre le religioni; vi arrivano da ogni parte pellegrini della scienza (Roberto di Chester,
              Gualcherio di Malvern, Platone Tiburtino, Gerardo da Cremona, Domenico Gundisalvi,
              Ugo di Santalla)
              Si realizza il passaggio della cultura araba (e attraverso questa della cultura greca)
              all'Occidente: traduzione dei greci attraverso i commentari arabi + conquiste scientifiche
              degli arabi
              2 traduttori: uno conosceva l’arabo e l’altro il latino: un ebreo che sapeva l’arabo
              traduceva in lingua romanza il testo che poi veniva trasferito in latino.




mercoledì 2 maggio 12
Coesistenza e scuole
             Domingo Gundisalvo interpretava e scriveva in latino i commentari di Aristotele, scritti in
             arabo
             Juan Hispano (ebreo convertito) traduceva commentari in castigliano
             Grerardo da Cremona imparò l’arabo e poi divenne tra i traduttori più famosi
             (Archimese, Aristotele, Ippocrate, Euclide)
                                                                          Chiesa di S. Maria la Blanca, Toledo,
             Verso il XIII arrivarono i primi originali greci             Originariamente una Sinagoga
             Nella prima metà del XIII secolo venne composto il «Libro
              de los Doce Sabios» (1237), un sunto di saggezza politica e
             morale classica passata per mani «orientali».
             Nella seconda metà del XIII secolo Alfonso X il Saggio
             fondò effettivamente una scuola a Toledo e a Siviglia;
             nel 1269 fondò la Scuola di Murcia guidata dal matematico
             Al-Ricotí. Elevò al rango di Università gli studia di
             Salamanca (1254) e di Palencia (1263)




mercoledì 2 maggio 12
La Chirurgia di Albucasis tradotta da Gherardo da Cremona

mercoledì 2 maggio 12
Le traduzioni e i trasferimenti
             nel corso del XIII secolo la scelta delle opere da tradurre non ricadde più solo sui singoli
             traduttori, ma le traduzioni venivano prodotte o commissionate per colmare lacune nei
             diversi campi del sapere e per sostituire traduzioni oscure o imprecise.
             grande desiderio di riscoprire in forma diretta o attraverso la mediazione di arabo ed ebraico
             i testi greci perduti, sovente accompagnate da commentari di scienziati e filosofi arabi che
             arricchivano i contenuti degli originali mediante ampliamenti e rettifiche.
             L’imponente attività traduttiva di testi scientifici continuò sotto Alfonso X il Saggio:
             straordinaria corte in cui le arti e le scienze conobbero uno periodo di grande splendore.
             Passaggio dal latino al castigliano come lingua scientifica. Redazione dell’immenso corpus
             alfonsino: cortigiani per lo più anonimi; profonda competenza linguistica di quattro ebrei,
             principali traduttori di corte: Yehudah ben Moshè ha-Cohen, astronomo, medico e primo
             traduttore della corte di Alfonso X, Isaac ben Sid, detto “Rabiçag”, Samuel ha-Lewi e
             Abraham ibn Waqar.
             Rugieri Pergola, Ex arabicum in latinum: traduzioni scinetifiche e traduttori nell’occidente medievale, in “Studi di
             Glottodidattica” 2009, 3, 74-105 http://ojs.cimedoc.uniba.it/index.php/glottodidattica/article/view/88




mercoledì 2 maggio 12
Gli ebrei sefarditi

                        Sefarad, "Spagna", nome geografico unitario per la penisola iberica ricavato dalla
                        Bibbia (macro distinzione con gli Ashkenaziti, gli Ebrei dell’Europa centrale e
                        orientale)
                        vera età dell'oro nel corso dei sette secoli della dominazione araba, in particolare
                        dall’arrivo degli arabi (fine del giogo visigoto) fino all’arrivo degli Almoravidi, poi
                        progressivo passaggio in area cristiana. Spesso di sontinua a usare la lingua araba
                        anche nei regni cristiani
                        In al-Andalus grande libertà di praticare la loro religione e di fare vista sociale
                        Nel 1492, in seguito all'editto d'espulsione che metteva il popolo ebraico di fronte
                        all'alternativa della conversione o dell'esilio, si sancì la fine di una presenza
                        plurisecolare avviando la dispersione dei sefarditi lungo tutto il bacino del
                        Mediterraneo.




mercoledì 2 maggio 12
Gli ebrei sefarditi
             grandi e leggendari esponenti del mondo filosofico e letterario al contempo membri
             dell’entourage califfale (o degli emiri); sviluppo della poesia profana e del mecenatismo
             Hasday ibn Shaprut (inizio X) consigliere politico di Abd al-Rahman III, capo della
             comunità ebraica e traduttore di un manuale medico dal greco all’arabo, sostenitore della
             poesia e della lingua ebraica; centro culturale a corte a Cordoba
             Samuel ibn Nagrela, visir e generale dell’esercito a Granada, conoscitore del Talmud,
             poesie tra le più importanti della lirica ebraica medievale; figlio ucciso in intrighi di corte
             Jehudah Halewi, filosofo del XII secolo, studia in al-Andalus; vince una gara poetica a
             Cordoba; incontra a Granada alcuni i poeti sefarditi poi dispersi dalle persecuzioni degli
             Almoravidi. Si reca presso il vizir ebreo di Siviglia e il maestro talmudico di Lucena;
             pratica la medicina a Toledo e infine torna verso la Palestina (muore al Cairo nel 1141)
             Mosè Maimonide (Cordoba 1138) filosofo, rabbino e medico spagnolo. Fuga a Fez con
             la famiglia per le persecuzioni almohadi, poi al Cairo. Scrive un trattato in ebraico sul
             calendario,un trattato in arabo di logica, un commento alla Mishna (legge orale); trattati in
             lingua araba di medicina; l'opera più famosa è La guida dei perplessi (1190), in cui interpreta
             la teologia biblica e rabbinica nei termini della fisica e metafisica aristoteliche.




mercoledì 2 maggio 12
Samuel ibn Nagrela (993-1056)
                                    Un re non ti favorirà a meno che non speri di essere
                                     a suo agio mentre lavori e ti impegni al suo servizio.
                          Sei in messo tra le sue tenaglie: con una mano ti mette dentro le fiamme
                        mentre (con l’altra) ti protegge dal fuoco, entrambe le mani usate contro di te
                                                             * * *
                                          Freddi giorni sono arrivati e il vino nuovo
                                             è rosso e la sua voce ancora nel tino
                                           così amico mio, vai trai tuoi compagni
                                      in modo che ognuno possa fare quello che vuole.
                                   Qualcuno dice: guarda alle nuvole che portano pioggia
                                               e ascolta il tuono dei cieli in alto
                                            e osserva il gelo e le fiamme del rogo
                                         si scende mentre altri salgono e si sollevano.
                                            Vieni, bevi dalla coppa e bevi ancora
                                                 dalla brocca, notte e giorno.

mercoledì 2 maggio 12

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Storia Medievale II - sedicesima lezione

  • 1. Le letture della Reconquista mercoledì 2 maggio 12
  • 2. Definizione standard Periodo di 750 anni in cui i regni cristiani della penisola iberica promossero una conquista armata dei Regni musulmani di al- Andalus dall’VIII secolo al 2 gennaio 1492, quando Ferdinando d’Aragona e Isabella di Castiglia, Los Reyes Católicos espulsero dalla Penisola l'ultimo dei governanti musulmani, Boabdil di Granada, unendo gran parte di quella che è la Spagna odierna sotto il loro potere. mercoledì 2 maggio 12
  • 3. La Reconquista lotta secolare per il recupero cristiano della Spagna musulmana concetto ALTERNATIVO alla visione della Penisola Iberica medievale come luogo principe di incontro tra le tre religioni monoteistiche Il termine NON non si trova nelle fonti medievali. Il termine Reconquista è attestato la prima volta in un dizionario spagnolo del 1843; contemporaneamente appare anche nella letteratura romantica Alla fine del XIX secolo, dopo il disastro coloniale del 1898 (perdita delle ultime colonie) il termine Reconquista si diffonde largamente Quando la «generazione del ‘98» si ritrova a ripensare allo scontro tra cristianità e Islam, tentando di ricucire lo strappo storico, geografico e sociale causato dalla dissoluzione dell’impero coloniale spagnolo, e ricostruendo l’immagine di un’autenticità nazionale a partire dalla radice castigliana, nucleo storico dell’identità spagnola. quindi * rifiuto del vecchiume, della corruzione e del ritardo strutturale del paese; * attenzione ed interesse verso il paesaggio, la vita di campagna, la sensibilità popolare della nazione; * la Castiglia medievale vista come il nucleo più genuino dello "spirito nazionale”; * la storia guardata con estremo interesse ; * impegno nella ricerca delle radici della patria o delle origini dei problemi presenti; * desiderio di europeizzazione. mercoledì 2 maggio 12
  • 4. Identità nazionale spagnola L’invenzione ottocentesca della Reconquista è da collegarsi al processo di revisione del passato a consolidamento della percezione dell’unità nazionale spagnola. A questo fine sono esaltati: l’unificazione della Spagna e la scoperta dell’America con le successive conquiste l’elezione di Carlo I (V) come imperatore della cristianità l’estensione dei domini spagnoli ai Paesi Bassi e all’Italia, la controriforma e la vittoria di Lepanto contro i Turchi l’unione di Spagna e Portogallo (1580) -> rappresentazione della monarchia spagnola come la perfetta Monarchia Christiana mercoledì 2 maggio 12
  • 5. l’Hispanidad Menéndez Pidal, nel 1929 usciva la España del Cid (Rodrigo Díaz), un grande successo editoriale che influenzò profondamente l’interpretazione non solo del Cid Campeador, ma del medioevo spagnolo in generale. Il Cid diventava il modello ideale la cui storia poteva essere scientificamente ricostruita; punto di riferimento per tutti gli Spagnoli. Essenziale il problema della Hispanidad, ossia della ricerca dei caratteri costitutivi della presunta specificità spagnola. Claudio Sanchez Albornoz (1973): la reconquista si spiega con l’esistenza di un “temperamento ispanico”, comune appannaggio di tutti i popoli della penisola: volontà di indipendenza, forte sentimento religioso, propensione alle divisioni interne mercoledì 2 maggio 12
  • 6. Percorso identitario Dietro la costruzione storiografica della Reconquista si trova: l’idea di un’originaria divisione politica della Penisola iberica che nell'alto medioevo si era concretizzata nella formazione di due unità territoriali omogenee e ben differenziate. l’importanza di una guerra ininterrotta tra cristiani e musulmani che si pone in reazione alla conquista araba (710-711) al concetto di espansione militare si lega quello di repoblación, ossia la colonizzazione del territorio rurale da parte di una popolazione che avanza via via che gli eserciti procedono e i confini musulmani retrocedono l’attuale idea spagnola di otto secoli di lotta tra Cristianità e Islam trae origine da un secolare processo di definizione identitaria e da una rielaborazione abbastanza recente della propria memoria (nazionalismo europeo) lo scontro con l’Islam e il recupero del territorio fissa uno dei marchi distintivi dell’identità spagnola il medioevo diventa così il tempo in cui la cristianità si è progressivamente imposta grazie al valore dei”conquistatori” mercoledì 2 maggio 12
  • 7. Invenzione della tradizione numerose feste popolari che ricordano lo scontro tra cristiani e musulmani Morismas aragonesi: l’antico scontro tra cristiani e saraceni prende forma drammatica, esplicitando nella ripetizione la definizione di un passato condiviso. Aínsa (Pirenei), primo fine settimana di settembre, si celebra la leggendaria vittoria del 724 delle truppe cristiane contro i musulmani. Origine nel XVII secolo ma riscoperta e restaurata negli anni ’30 del XX. Rappresentazione teatrale in piazza con la battaglia, con dialoghi tra gli ambasciatori e lo scambio di opinioni tra il Peccato e il Diavolo. L’eterna lotta tra bene e male termina quando appare una croce di fuoco che indica la vittoria per le truppe cristiane. mercoledì 2 maggio 12
  • 8. Voci di dissenso “No entiendo cómo se pudo llamar reconquista a una cosa que dura ocho siglos» Ortega y Gasset (1922) Américo Castro, España en su Historia (1948) contesta il valore “necessariamente” positivo della Reconquista e del medioevo iberico. Si era certamente forgiata la specificità spagnola, ma non nello sforzo di recupero territoriale: nel rapporto pacifico o problematico tra le tre grandi culture della Penisola. Per questo autore lo Spagnolo è il frutto dell’incontro tra cristianesimo, islamismo ed ebraismo Anni ’70: si continuò ad utilizzare il concetto di Reconquista come categoria storiografica, ma grazie anche all’influsso degli Annales furono pubblicati i primi lavori che mettevano in discussione il concetto ma mai in maniera radicale la Spagna ha vissuto la contemporaneità (guerra civile, Franchismo) come una lacerazione della propria memoria, e la Reconquista è risultata efficace nel fondare o rifondare un’unità identitaria. mercoledì 2 maggio 12
  • 9. Reconquistas Le interpretazioni di tipo finalistico riducono arbitrariamente a un insieme unitario vari fenomeni complessi e sarebbe più appropriato parlare di reconquistas piuttosto che si reconquista: i primi movimenti di resistenza agli invasori musulmani sorsero in regioni diverse, mentre in seguito degli stati già organizzati a intraprendere una marcia verso sud i cui movimenti e le cui modalità si svilupparono secondo le circostanze (J. Gautier Dalché) mercoledì 2 maggio 12
  • 10. Origini Asturie VIII-IX secolo: compare una concezione politico-religiosa della penisola iberica come naturale cornice geografica di una comunità storica, da qui l’illegittimità della dominazione musulmana Portata da alcuni chierici mozarabici eredi della tradizione isidoriana che avevano conservato il ricordo della monarchia visigota I sovrani asturiani, eredi dei Visigoti, erano chiamati a regnare sull’intera penisola 883 Cronaca profetica: interpretazione della profezia di Ezechiele su Gog (identificati con i Goti) e Ismaele (gli Arabi). Secondo questa, i Goti, a causa dei loro peccati, cadono sotto il dominio degli Arabi, ma riconquistano la loro libertà dopo 170 anni. Dal momento che la cronaca è stata scritta nel 883, per dare credito alla profezia, si retrodata l'ingresso degli arabi nella penisola al 714. Uso sporadico e non ufficiale dei titolo di imperator; Scoperta della tomba di san Giacomo sotto Alfonso II (814) strumento ideologico di affermazione della monarchia asturiana; difficile valutarne l’importanza fuori da quell’ambito mercoledì 2 maggio 12
  • 11. Origini Primi focolai nelle asturie e in altre zone dei Pirenei: favoriti dal paesaggio impervio e dal fatto che gli allora emiri ritennero più utile impiegare le proprie forze in Gallia che rintuzzare le rivolte delle popolazioni montane Quando lo ritennero possibile inviarono spedizioni militari che spesso si rivelarono disastrose per il cristiani (X-XI) Particolarmente importante Muhammad ibn Abī ‘Āmir, noto come al-Manṣūr, ossia al-Manṣūr bi-llāh, "Colui che è reso vincitore da Dio"(938-1002): azioni numerose ed energiche contro città cristiane (Santiango, León, Burgos, Pamplona, Barcellona) senza portare ad occupazioni permanenti. Probabile visione chiara delle forze a disposizione unita al successo comunque ottenuto con la riscossioni di tributi e l’imposizione di legami di sudditanza (prestigio e contenimento dei cristiani) Nella seconda metà del X i re di León e di Navarra, i conti di Castiglia e di Barcellona moltiplicarono gli atti di vassallaggio, mandando ambascerie a Cordoba, recandovisi personalmente e accettando che le proprie figlie entrassero nell’harem del califfo. mercoledì 2 maggio 12
  • 12. Origini Spedizioni militari soprattutto per aiutare popolazioni ribelli Forma pacifica di espansione tramite il ripopolamento: pare concentrato in zone o completamente deserte o in gran parte abbandonate Principio della presura: i populatores diventavano proprietari alla fine di un certo periodo e a patto che avessero dissodato il terreno; rete di ville dipendenti da un casale o da un villaggio; fronte di castelli/torri/fortificazioni a difesa (Castiglia); le terre vacanti diventano demaniali e quindi risultano base fondiaria per benefici vassallatici Riserva demografica del nord ma anche immigrazione dal sud: attirati da libertà personale e diritti sulla terra. Militarizzazione della società: tutti gli uomini liberi sono costretti al servizio armato, possono essere mobilitati in qualsiasi momento e partecipano a spedizioni con scopi di razzia mercoledì 2 maggio 12
  • 13. Fasi alterne 1031 fine del califfato Omayyade e periodo delle taifas: risveglio delle reconquistas; fine XI: Almoravidi al potere in una penisola profondamente segnata dall’avanzata cristiana (irrigidimento, jihad) anni ’40 XII: seconda generazione di taifas, arrivo degli Almohadi (irrigidimento, jihad) inizio XIII: terza generazione di taifas le contemporanee vicissitudini dei regni cristiani che ritardarono l’avanzata. Forte impegno dei re di Castiglia (e di León) dall’XI al XIII secolo: profitti, occasione di arricchimento e scalata sociale; minor impegno di Aragona (meno uomini) e Catalogna (commercio) Impresa sempre più politica e religiosa: influenza del papato (riforma gregoriana) e di alcuni movimenti monastici (Cluny) mercoledì 2 maggio 12
  • 14. Guerra anomala Nella zona di frontiera la guerra fu sovente una sorta di industria, priva di motivazioni religiose e tesa al bottino importate contributo degli ordini militari: templari più altri specifici della penisola iberica (Santiago, Calatrava, Alcantara, Avis) debolezza del sistema difensivo musulmano + spostamento della capitale da Cordoba a Siviglia operazione ricorrente: assedio fino alla fame e alla capitolazione dove erano numerosi i musulmani conservarono il possesso dei beni, la libertà di culto, leggi proprie applicate da propri magistrati, pagarono le medesime imposte; però dovettero abbandonare le principali città o accettar di essere relegati in una parte di esse nelle campagne lo status delle popolazioni conquistate fu il medesimo dei dhimmi anche se rivolte e contrasti talvolta portarono alla cacciata dei musulmani ripopolamento comunque lento perché la crescita demografica non era sufficiente ad occupare i vuoti lasciato dai coloni. mercoledì 2 maggio 12
  • 15. Non solo guerra Rapporti molteplici: tributi, vassallaggi, riduzione in schiavitù, richieste di riscatto Rapporti stretti tra alcuni stati cristiani e i membri dei gruppi dominanti di al- Andalus Cristiani al servizio a Cordoba; musulmani alleati a re e principi del nord il Cid (1043-1099) combatté per l’emiro della taifa di Saragozza contro il conte di Barcellona; l’emiro di Granada nel 1248 partecipò alla conquista di Siviglia da parte di Ferdinando III la coesistenza con i musulmani apparve possibile a patto che si sottomettessero all’autorità dei sovrani cristiani sistema dei tributi (dalla 2a metà XI): un principe cristiano accordava la sua protezione o la imponeva all’emiro di una taifa in cambio del versamento di un tributo annuale impegnandosi a difenderlo contro tutti, compresi i cristiani gli alleati musulmani sono sovente qualificati come vassalli, con onori e oneri mercoledì 2 maggio 12
  • 16. La NON Scuola di Toledo “Scuola di Toledo”, etichetta con cui ci si riferisce al movimento traduttivo dall’arabo condotto in Spagna tra il XII e il XIII secolo. Etichetta che non rende giustizia alla profonda portata culturale di questo straordinario movimento di traduzione e ha dato origine alla leggenda secondo cui sarebbe esistita fisicamente un’istituzione didattica, a Toledo, in cui i traduttori volgevano i testi dall’arabo in latino e insegnavano regolarmente ad alcuni studenti; tale scuola sarebbe stata fondata da Raimondo, arcivescovo di Toledo L’attività di traduzione conobbe un periodo aureo in Spagna tra il XII e il XIII secolo ma un’istituzione didattica organizzata non è supportata da alcun documento. nel corso degli anni. Allo stato attuale delle conoscenze sembra ragionevole ritenere che una scuola in senso fisico non sia mai esistita e che l’arcivescovo di Toledo Raimondo, non abbia avuto alcun ruolo promotore nella fioritura delle traduzioni in Spagna. Ma il movimento traduttivo ci fu e fu potente. per studiarlo tuttavia si deve guardare ai singoli traduttori e alle opere da essi tradotte. mercoledì 2 maggio 12
  • 17. Coesistenza e scuole La conquista nel 1085 di Toledo e la tolleranza che i re castigliani cristiani verso musulmani e ebrei favorì probabilmente il rinascimento filosofico, teologico e scientifico dell'Europa carolingia. La città diventa evidentemente luogo di incontri tra le migliori menti del tempo di tutte e tre le religioni; vi arrivano da ogni parte pellegrini della scienza (Roberto di Chester, Gualcherio di Malvern, Platone Tiburtino, Gerardo da Cremona, Domenico Gundisalvi, Ugo di Santalla) Si realizza il passaggio della cultura araba (e attraverso questa della cultura greca) all'Occidente: traduzione dei greci attraverso i commentari arabi + conquiste scientifiche degli arabi 2 traduttori: uno conosceva l’arabo e l’altro il latino: un ebreo che sapeva l’arabo traduceva in lingua romanza il testo che poi veniva trasferito in latino. mercoledì 2 maggio 12
  • 18. Coesistenza e scuole Domingo Gundisalvo interpretava e scriveva in latino i commentari di Aristotele, scritti in arabo Juan Hispano (ebreo convertito) traduceva commentari in castigliano Grerardo da Cremona imparò l’arabo e poi divenne tra i traduttori più famosi (Archimese, Aristotele, Ippocrate, Euclide) Chiesa di S. Maria la Blanca, Toledo, Verso il XIII arrivarono i primi originali greci Originariamente una Sinagoga Nella prima metà del XIII secolo venne composto il «Libro de los Doce Sabios» (1237), un sunto di saggezza politica e morale classica passata per mani «orientali». Nella seconda metà del XIII secolo Alfonso X il Saggio fondò effettivamente una scuola a Toledo e a Siviglia; nel 1269 fondò la Scuola di Murcia guidata dal matematico Al-Ricotí. Elevò al rango di Università gli studia di Salamanca (1254) e di Palencia (1263) mercoledì 2 maggio 12
  • 19. La Chirurgia di Albucasis tradotta da Gherardo da Cremona mercoledì 2 maggio 12
  • 20. Le traduzioni e i trasferimenti nel corso del XIII secolo la scelta delle opere da tradurre non ricadde più solo sui singoli traduttori, ma le traduzioni venivano prodotte o commissionate per colmare lacune nei diversi campi del sapere e per sostituire traduzioni oscure o imprecise. grande desiderio di riscoprire in forma diretta o attraverso la mediazione di arabo ed ebraico i testi greci perduti, sovente accompagnate da commentari di scienziati e filosofi arabi che arricchivano i contenuti degli originali mediante ampliamenti e rettifiche. L’imponente attività traduttiva di testi scientifici continuò sotto Alfonso X il Saggio: straordinaria corte in cui le arti e le scienze conobbero uno periodo di grande splendore. Passaggio dal latino al castigliano come lingua scientifica. Redazione dell’immenso corpus alfonsino: cortigiani per lo più anonimi; profonda competenza linguistica di quattro ebrei, principali traduttori di corte: Yehudah ben Moshè ha-Cohen, astronomo, medico e primo traduttore della corte di Alfonso X, Isaac ben Sid, detto “Rabiçag”, Samuel ha-Lewi e Abraham ibn Waqar. Rugieri Pergola, Ex arabicum in latinum: traduzioni scinetifiche e traduttori nell’occidente medievale, in “Studi di Glottodidattica” 2009, 3, 74-105 http://ojs.cimedoc.uniba.it/index.php/glottodidattica/article/view/88 mercoledì 2 maggio 12
  • 21. Gli ebrei sefarditi Sefarad, "Spagna", nome geografico unitario per la penisola iberica ricavato dalla Bibbia (macro distinzione con gli Ashkenaziti, gli Ebrei dell’Europa centrale e orientale) vera età dell'oro nel corso dei sette secoli della dominazione araba, in particolare dall’arrivo degli arabi (fine del giogo visigoto) fino all’arrivo degli Almoravidi, poi progressivo passaggio in area cristiana. Spesso di sontinua a usare la lingua araba anche nei regni cristiani In al-Andalus grande libertà di praticare la loro religione e di fare vista sociale Nel 1492, in seguito all'editto d'espulsione che metteva il popolo ebraico di fronte all'alternativa della conversione o dell'esilio, si sancì la fine di una presenza plurisecolare avviando la dispersione dei sefarditi lungo tutto il bacino del Mediterraneo. mercoledì 2 maggio 12
  • 22. Gli ebrei sefarditi grandi e leggendari esponenti del mondo filosofico e letterario al contempo membri dell’entourage califfale (o degli emiri); sviluppo della poesia profana e del mecenatismo Hasday ibn Shaprut (inizio X) consigliere politico di Abd al-Rahman III, capo della comunità ebraica e traduttore di un manuale medico dal greco all’arabo, sostenitore della poesia e della lingua ebraica; centro culturale a corte a Cordoba Samuel ibn Nagrela, visir e generale dell’esercito a Granada, conoscitore del Talmud, poesie tra le più importanti della lirica ebraica medievale; figlio ucciso in intrighi di corte Jehudah Halewi, filosofo del XII secolo, studia in al-Andalus; vince una gara poetica a Cordoba; incontra a Granada alcuni i poeti sefarditi poi dispersi dalle persecuzioni degli Almoravidi. Si reca presso il vizir ebreo di Siviglia e il maestro talmudico di Lucena; pratica la medicina a Toledo e infine torna verso la Palestina (muore al Cairo nel 1141) Mosè Maimonide (Cordoba 1138) filosofo, rabbino e medico spagnolo. Fuga a Fez con la famiglia per le persecuzioni almohadi, poi al Cairo. Scrive un trattato in ebraico sul calendario,un trattato in arabo di logica, un commento alla Mishna (legge orale); trattati in lingua araba di medicina; l'opera più famosa è La guida dei perplessi (1190), in cui interpreta la teologia biblica e rabbinica nei termini della fisica e metafisica aristoteliche. mercoledì 2 maggio 12
  • 23. Samuel ibn Nagrela (993-1056) Un re non ti favorirà a meno che non speri di essere a suo agio mentre lavori e ti impegni al suo servizio. Sei in messo tra le sue tenaglie: con una mano ti mette dentro le fiamme mentre (con l’altra) ti protegge dal fuoco, entrambe le mani usate contro di te * * * Freddi giorni sono arrivati e il vino nuovo è rosso e la sua voce ancora nel tino così amico mio, vai trai tuoi compagni in modo che ognuno possa fare quello che vuole. Qualcuno dice: guarda alle nuvole che portano pioggia e ascolta il tuono dei cieli in alto e osserva il gelo e le fiamme del rogo si scende mentre altri salgono e si sollevano. Vieni, bevi dalla coppa e bevi ancora dalla brocca, notte e giorno. mercoledì 2 maggio 12