1. Crisi e trasformazioni
tra Tardo impero e Alto medioevo
• La crisi del III secolo d.C.
• La riorganizzazione amministrativa e fiscale
• La fine dell’unità dell’impero
• Le trasformazioni economiche e sociali
2. L’impero alla sua massima estensione:
dalla solidità della pax romana alla debolezza delle strutture
politiche ed economiche
I fattori economici di
debolezza:
– mancanza di uno
sviluppo tecnologico e
produttivo in
agricoltura;
– carenza di schiavi in
seguito all’esaurirsi
delle guerre di
conquista;
– migrazione dal centro
alla periferia delle
attività produttive
manifatturiere;
– impoverimento delle
plebi urbane; Le spese militari sono l’onere principale del bilancio dello stato e incidono con
– impegno di legioni per una percentuale compresa tra il 40 e il 70% sul budget dell’impero.
Il costo annuale di una sola legione è approssimativamente di 2,25 milioni di
difendere i confini. denari.
3. La crisi: una visione d’insieme
Una “spia” della crisi generale: Una “spia” della ripresa
medievale:
il crollo demografico la crescita demografica
Milioni di
abitanti
in Proclamazione del
fine dell’ guerra
Europa massima Sacro
impero romano gotica
espansione Romano
in Occidente in Italia
Impero
a
fic
ra
m a
de urv
og
C
tempo Tardo impero Alto Medioevo Basso
4. La crisi e i tentativi di riforma
• Tetrarchia
Sistema politico e
amministrativo: • Riforma fiscale e
− problema della amministrativa
successione imperiale; • Vincoli sui mestieri e
Diocleziano
− spese militari;
− spese amministrative; 284-305 professioni e sulla
− peso del sistema fiscale; terra
− oppressione della • Carattere sacrale
burocrazia. crisi dell’imperatore
economica
Sistema produttivo
agricolo: e politica
− bassa produttività; • Trasferimento della
− scarsa disponibilità di capitale a Bisanzio
schiavi; Costantino (330)
− esodo dalle città e 306-337 • Ruolo della religione
riorganizzazione sociale e
cristiana
produttiva nella “villa”
− tendenza della “villa”
all’autosufficienza.
5. La riorganizzazione fiscale
dell’impero lega gli uomini alla terra
Per arginare l’esodo dalle città:
Riorganizzazione – ereditarietà dei mestieri e delle
fiscale: professioni,
– divisione dell’impero in – ossia l’obbligo per i figli di continuare il
mestiere dei padri.
12 diocesi;
– suddivisione a fini fiscali
della diocesi in province; Immobilizzazione sociale e produttiva,
– a ogni provincia declino delle attività imprenditoriali e
corrisponde un’unità commerciali.
fiscale;
– responsabilità collettiva
La diocesi costringe il lavoratore a coltivare
della diocesi nei le terre incolte e a restare legato al territorio
confronti del fisco. e quindi alla terra da coltivare:
è il principio della “servitù della gleba”.
6. IV-V secolo: due
secoli
di radicali
trasformazioni
Dall’impero diviso … ai regni romano
(395) … germanici (VI sec.)
I movimenti dei popoli del nord modificano
profondamente la struttura etnica e
geopolitica dell’Europa.
• 375: invasione dell’Europa orientale da parte
degli unni
• 376: migrazione dei visigoti verso i Balcani
• 406-407: vandali, burgundi e alani oltre il Reno
• 409: svevi in Spagna
• 429-439: migrazione dei vandali in Africa
• V secolo: ostrogoti in Italia; franchi e visigoti in
Gallia, visigoti in Spagna; angli, juti e sassoni in
Britannia.
7. L’accelerazione della crisi
Degrado
dell’ambiente: Spostamento
estensione di della popolazione,
Tramonto
• selva del potere politico
dell’impero Crollo • palude ed economico
d’occidente demografico: • incolto dalle città
tra il VI e il VII alle grandi
proprietà terriere
secolo, si
(le villae)
riduce del 30-
50% il numero
• Disordini
di uomini e • Rovina della
sociali Diminuzione
• Pestilenze donne. piccola proprietà; del numero
• Guerre • asservimento degli abitanti
della popolazione e dell’estensione
delle città
8. La decadenza
delle città
Il fenomeno della
contrazione della
popolazione e della
superficie urbana si
verifica in
Occidente, non in
Oriente.
Il grafico mette a confronto la superficie di tre città dell’Europa continentale
Il grafico mette a confronto la superficie di tre città dell’Europa continentale
rispetto alla capitale dell’impero romano d’Oriente, Costantinopoli.
rispetto alla capitale dell’impero romano d’Oriente, Costantinopoli.
Queste erano le proporzioni nel X secolo. L’enorme divario dà un’idea di quale
Queste erano le proporzioni nel X secolo. L’enorme divario dà un’idea di quale
fosse lo stato di decadenza delle città europee nell’Alto medioevo.
fosse lo stato di decadenza delle città europee nell’Alto medioevo.
9. Un’economia stagnante
Contrazione
dei mercati Economia delle villae
del VII-IX secolo
e
dell’economia (economia della curtis)
monetaria
• Tecnologia poco sviluppata e
Autosufficienza incapace di rinnovarsi
• Livelli produttivi minimi e finalizzati
economica alla sussistenza
10. La curtis
• Divisione della terra
in:
− pars dominica
− pars massaricia
• Evoluzione della
condizione del
lavoratore della
terra:
– da schiavo
– a servo
• Prestazioni al
signore:
– in natura
– corvées
– in denaro
11. La struttura della curtis
• La curtis o villa è:
– unità territoriale;
– unità giuridica;
– unità produttiva.
• Gode di:
– immunità fiscale,
– immunità
giurisdizionale.
• Costituisce quindi la
base della signoria
territoriale.
12. La signoria
territoriale signore
e la formazione
della servitù
nell’Alto protezione
obblighi
Medioevo e corvé
coloni accomandare
(atto con cui un uomo si
liberi
affida alla protezione di un
altro uomo)
manomissione
servi
schiavi (emancipazione dalla
schiavitù)
Notes de l'éditeur
Sotto il regno di Traiano, l’impero raggiunse la sua massima espansione con la conquista della Dacia (l’attuale Romania) e quella che allora si chiamava Arabia Petrea, ossia un’area che comprende l’attuale Sinai e parte della Giordania. Sulle frontiere, il “ limes ”, furono stanziate legioni e furono costruite fortificazioni allo scopo di prevenire incursioni e migrazioni. L’impero si presentava ora come un enorme stato multinazionale e multietnico: abitato da gente di ogni tipo, lingua e cultura: dai raffinati greci, ai nomadi africani, ai semi-barbari britanni. Una sola lingua parlata da tutta la popolazione, il latino e una lingua dotta, il greco, erano comprese in ogni parte dell’impero.
Nella villa si definiscono le figure del signore e del servo Nel nuovo sistema economico e sociale della villa , che in alcune aree assume il nuovo nome di curtis , il grande e ricco proprietario del latifondo si è di fatto trasformato in un “signore delle terre”. La signoria territoriale, che nel Medioevo si integrerà con quella feudale, è infatti un istituto giuridico di fatto che trasferisce al “signore” poteri e prerogative dello Stato: l’uso della forza per la difesa, l’amministrazione di alcuni gradi di giustizia. Gli altri uomini che vivono nella curtis sono, per la maggior parte, “servi”. Sappiamo che questo termine, che si conserva dall’età romana, muta profondamente il suo contenuto: non indica più la condizione dello schiavo, ma quella di tutti gli uomini che sono soggetti alla signoria terriera, ossia gli ex-schiavi affrancati e gli uomini liberi che, in cambio della protezione e della sicurezza da parte del signore, hanno rinunciato al diritto di cittadinanza che li rendeva liberi.