These slides were presented at the University of Chile by Umberta Telfener invited by Prof. Felipe Felipe Galvez Sanchez (on behalfe of the Episteme institute) and in Merida at the Institute Kanankil invited by Rocio Chaveste and Papusa Molina
The Milan model in psychotherapy: evolution of a practice
1. Processi interpersonali e sociali
nei contesti d’aiuto: il modello di
Milano
Umberta Telfener
University of Roma
utelfener@gmail.com
www.systemics.eu
3. Esercizio n. 1
Ditemi brevemente
alcuni quesiti con i quali
vi siete svegliati stamattina
prima di venire qui.
4. Epistemologia cibernetica
All’interno di un’epistemologia cibernetica niente è
giusto o sbagliato in se stesso. Può venir definito in
un modo o nell’altro all’interno di una relazione e di
un contesto
Successi e fallimenti non dipendono
unilateralmente sul clinico o sul cliente ma
emergono nella storia del loro rapporto e del loro
incontro.
Successi e fallimenti emergono dalla coordinazione
della coordinazione di azioni e significati
13. Per ricorsività – operazione nata all’interno della
logica matematica - si intende la capacità di
computo attraverso la modalità di riflessione
sulle proprie operazioni. Quest’ottica propone
di introdurre l’osservatore nel dominio di
osservazione, quando Russel e Whitehead
(1910) avevano bandito tale possibilità,
generatrice di paradossi. Sarà Goedel (1967)
che la sdogana falsificando la teoria dei tipi
logici
14. Autoreferenza/ricorsività
E’ considerata la capacità di un osservatore di
rivolgersi a sé e di diventare oggetto della propria
osservazione.
La conoscenza come operazione sulla conoscenza
Un continuo fare e dis-fare a partire dalla storia,
condito dalle premesse collettive, condivise e
culturali, dai pre-giudizi …
“Questa è una frase in italiano”
“Questa frase è composta da …… lettere”
15. Nuove idee, nuovi processi
1. Narrative e danze dialogiche: reauthoring
experiences, languaging the ideal
2. Grande attenzione al positioning
3. Analisi della domanda
4. Esiti indesiderati
5. Tecniche: attive come le cartoline e le
maschere, voice dialogue, sculture, uso dello
spazio, relational riflexivity (Burnham)
16.
17. 2. Positioning
• Il positioning (Campbell) che assumiamo nei
confronti dell’altro non è dato una volta per
tutte. Dipende da chi siamo, dal mandato e
dalla scelta di scegliere un atteggiamento
rispettoso anche se non paritetico (non basato
sul potere e sulla superiorità). Una posizione
che favorisca la curiosità, la condivisione e la
resilienza.
18. Almeno due livelli di posizionamento:
diversi livelli di sapere
diversi livelli di osservazione (interna, esterna)
differenti livelli di descrizione
diversi livelli di intervento (strategici, relazionali)
(Fruggeri)
diversi livelli di competenza professionale
(tecnica, relazionale)(Fruggeri)
diversi livelli di responsabilità
19. Differenti livelli di com-prensione
• Sapere (fare ipotesi)
• Non sapere (ignoranza, indeterminati e
indecidibili)
• Sapere di sapere (riflessività e
consapevolezza)
• Sapere di non sapere (curiosità)
• Non sapere di sapere (intuizione)
• Non sapere di non sapere (collusione,
risonanza, rischio del rischio iatrogeno)
20. Le responsabilità nel lavoro
• Sociale: determinata dal mandato da parte
della società/datori di lavoro
• Relazionale: il significato che l’espressione
della propria competenza assume all’interno
della relazione con gli altri significativi
• Tecnica: considerarsi competente rispetto a
delle prassi
• Personale: verso se stessi e la propria vita
21. 3. Co-costruzione della domanda
• Non possiamo mai lavorare senza una domanda
esplicita che permette al clinico di fare ipotesi sugli
aspetti interattivi e relazionali (il pattern familiare
attorno al problema, l’inviante, le aspettative, le
risorse in campo, le differenze nel sistema
• Anche quando le persone sembrano avere un bisogno
chiaro e definito o quando il contesto di intervento
implica bisogni già stabiliti a priori dobbiamo
comunque diventare consapevoli della domanda che
emergerà dal processo di negoziazione che conduce
alla costruzione di una cornice condivisa
23. 4. Conseguenze inattese
Shotter (1987): le conseguenze inattese
emergono dalle azioni condivise e non sono
riferibili né ai singoli individui né ad eventi o
fattori esterni. I partecipanti alle interazioni
hanno un ruolo attivo nel determinare il
percorso comune ma questo percorso è
contemporaneamente processuale e storico,
quindi il suo dispiegarsi non è sotto il loro
controllo
24. Tenere sempre a mente la possibilità di
esiti non desiderati
• All’interno della cornice cibernetica gli ERRORI sono
segnali che possono aiutare il clinico a correggere la sua
strategia (gli errori sono usualmente a livello
comportamentale)
• La RISONANZA è spesso inevitabile e viene risolta
attraverso il lavoro di gruppo, la pari-visione o la
supervisione
• La COLLUSIONE e la CRONICITA’ sono esiti indesiderati e
non voluti che emrgono dai processi interattivi anche se
il modello è utilizzato correttamente
25. 5. Consideriamo tecniche attive:
• L’uso delle cartoline che descrivono la danza comune
• Il dialogo con i diversi Sé come tecnica per dare
profondità alla persona
• L’uso delle maschere
• Il disegno
• L’uso dello spazio per rappresentare e rappresentarsi
• La mappa dello stato presente e la mappa dei desideri
(da A.Bodin)
• La ricerca dell’oggetto metaforico (L.Hoffman)
• La costruzione di rituali per fortificarsi e proteggersi
• ……………………………………………………
26. Le tecniche attive permettono di:
• Creare un cervello cibernetico: più teste e più cuori
• Accedere alle emozioni attraverso0 il fare
• Introdurre se stessi come osservatori partecipanti
• Riflettere sulle premesse implicite
• Fare distinzioni e dare parole ad azioni istintive
• Accettare/toccare con mano la complessità
• Accentuare/insegnare la doppia posizione: stare dentro e stare
fuori
• Trasformare la struttura in processo e far emergere possibili
riletture
• Cambiare lessico
• Ricercare la configurazione relazionale, identificare la danza
• Cercare la coerenza locale
• Rintracciare le risorse
• ………………………………………..
• …………………………………………..
40. Narrative insature
Le narrative co-costruite in terapia e nei
contesti sociali non dovrebbero saturare
la curiosità dei partecipanti e dovrebbero
lasciare invece uno spazio per nuove
ipotesi e nuove azioni.
Dovrebbero essere provvisorie
41. RISONANZA: Quello che avviene in una seduta è un
frattale di quello che avviene in altri ambiti (in famiglia
dei clienti, nei contesti allargati, nel rapporto tra tutti
gli operatori interessati alla situazione , nella struttura
in cui operiamo …)
42.
43. La fiducia condivisa
La fiducia non è qualcosa che abbiamo, è un
processo, deve venir costruita e mantenuta
E’ qualcosa che scegliamo di dare attivamente a
qualcun altro (fino a prova contraria)
Ci dobbiamo sentire abbastanza sicuri per
permetterci di diventare insicuri, sentirci
protetti per assumerci un rischio. Questa è la
natura paradossale della creatività e del
cambiamento