Presentazione realizzata per CISE Emilia Romagna, luglio 2011.
C’è chi aggiorna il proprio status su Facebook come prima cosa appena sveglio…
Chi parte per una vacanza sulla neve anche se odia la montagna e il freddo perché non ha resistito a un’offerta impedibile su Groupon…
Chi diventa un frequentatore compulsivo di bar e locali per conquistare il badge di super mayor in Foursquare…
Chi imposta una terapia fai-da-te confrontandosi con gli altri utenti di Patientslikeme…
Siamo perennemente e inesorabilmente connessi: la distinzione fra reale e virtuale si è sgretolata definitivamente. Sempre più aziende si rendono conto che ragionare per compartimenti stagni non è più possibile, che le strategie di social media marketing vanno gestite in modo totalmente integrato con le altre forme di comunicazione e con le altre funzioni aziendali.
E così Old Navy vende capi attraverso un videoclip per cellulare. Flair trasforma gli amici su Facebook in modelli inconsapevoli. Zappos, anziché blindare i social network, invita i dipendenti a twittare liberamente.
Ma c’è anche chi si sente schiacciato da una nuova competitività sociale, confrontandosi instancabilmente con amici veri, virtuali e presunti.
Chi fatica a tenere il passo con la mole di informazioni – più o meno utili e importanti – che vengono postate ogni giorno.
Chi, almeno in vacanza, vorrebbe rinunciare a Internet e cellulare.
Più cresce l’onnipervasività dei new media e più aumenta il desiderio di staccare finalmente la spina. Ma poiché è difficile decidersi a premere il pulsante off, ci sono aziende che impostano un programma di digital detox al posto nostro.
4. Gli Europei trascorrono online mediamente un giorno al mese (24 ore e 20
minuti). Gli Italiani 16 ore.
LE DIMENSIONI DEL FENOMENO – IL TEMPO TRASCORSO ONLINE
5. Più della metà degli Internauti europei è over 35.
LE DIMENSIONI DEL FENOMENO – NON E’ UN PAESE PER VECCHI?
6. In Europa l’84,4% degli internauti utilizza siti di social networking, con una
crescita del 10,7%. In Italia è l’82,5% del popolo del Web.
LE DIMENSIONI DEL FENOMENO – SOCIAL NETWORK
7. In netta crescita i social network e i siti di photo sharing.
In calo Instant Messengers e aste (eBay).
LE DIMENSIONI DEL FENOMENO – SOCIAL NETWORK
8. Il 50,4% degli utenti di social networking europei ha 35 anni e più.
Per Facebook sono il 48,3%. Per Twitter il 49,4%. Per Linkedin il 64,4%.
LE DIMENSIONI DEL FENOMENO – SOCIAL NETWORK
9. 700,000 Utenti Facebook italiani
hanno più di 55 anni!
800,000 Utenti Facebook francesi
hanno più di 55 anni!
1.7m Utenti Facebook inglesi
hanno più di 55 anni!
500,000 Utenti Facebook tedeschi
hanno più di 55 anni!
300,000 Utenti Facebook svedesi
hanno più di 55 anni!
LE DIMENSIONI DEL FENOMENO –
SOCIAL NETWORK
10. Per promuovere l’apertura di un
negozio a Malmo, Svezia è
stato utilizzato Facebook in
modo innovativo.
Profilo dello store manager, con
12 immagini di showroom. I
follower erano invitati a
taggare i prodotti esposti. Il
primo a taggare, vinceva il
prodotto stesso.
Risultato: incredibile buzz
mediatico con costi
estremamente contenuti.
IKEA – Malmo store
11. Una campagna ideata dalla
McCann Erickson di Tel
Aviv per il brand Yellow, la
più importante catena di
negozi a basso prezzo in
Israele, in occasione del
lancio di una propria linea
di prodotti, Yellow Fun to
Go.
Un’app per iPhone integrata
con la pagina Facebook
identifica l’amico con lo
status più triste e gli invia
un coupon sul cellulare per
ricevere gratis uno dei
nuovi prodotti di Yellow
Fun to Go.
Risultati: nonostante il budget
ridotto, 50.000 download
solo nella prima settimana
di lancio della campagna.
Yellow – Your Saddest Friend
12. Venti look diversi, ispirati a
venti personaggi famosi e
icone di stile: è lo spot
Garnier per il suo nuovo
gel.
L’ultimo soggetto del video è
mostrato in penombra: non
è solo per richiamare
idealmente il consumatore,
ma anche per coinvolgere
gli utenti che, collegandosi
al canale Youtube
dedicato, possono
personalizzare il video con
le immagini dei propri
amici, tramite Facebook.
GARNIER: Evolution of Style
13. SETTARE IL TONE OF VOICE
DEL BRAND
B2B, B2C… ora dobbiamo parlare
di marketing P2P, people to
people
Chi sta parlando? Il titolare?
L’amministratore delegato? Un
dipendente? Il brand stesso?
SOCIAL MEDIA MARKETING
14. Il retailer online ha quasi 500
dipendenti che utilizzano
Twitter, non per promuovere i
prodotti o fornire assistenza ma
solo per divertimento.
Questo aiuta il brand a crearsi un
volto più umano e stimola
l’identificazione nel
consumatore.
ZAPPOS – Dipendenti social
15. Un report, uscito pochi mesi fa, a
cura di Michael A. Stelzner
fondatore di Social Media
Examiner.
Lo studio ha intervistato 3342
marketer, contattati attraverso i
social media (Facebook,
Twitter, LinkedIn) e la mail.
Essi sono per lo più consulenti
autonomi (33%) o dipendenti di
aziende con meno di 100
dipendenti (30%) con un’età
compresa tra i 30 e i 59 anni
(74%).
SOCIAL MEDIA MARKETING
16. Utilizzo i social media
Penso che i social media siano
importanti per il mio business
17. La mia esperienza con il social
media marketing
Quanto tempo passo nei social
media
26. Nel marzo 2010 un report di
Greenpeace condanna
l’azienda per utilizzare olio di
palma nei suoi prodotti,
contribuendo alla
deforestazione in Indonesia.
Critiche su Facebook.
Minacce di Nestlè di rimuovere i
commenti.
Aumento delle proteste.
Nestlè promette di utilizzare solo
olio di palma certificato a
partire dal 2015.
NESTLÉ – Give us a break
28. Lo staff Patrizia Pepe pubblica in
bacheca la foto della campagna
e due fan commentano dicendo
che sono foto e modelle come
queste ad alimentare modelli
sbagliati e apostrofando la
protagonista della campagna
come anoressica.
Qualcuno si unisce al coro, altri
difendono il brand.
L’azienda risponde in modo
aggressivo. Segue polverone
mediatico.
PATRIZIA PEPE – Modella
anoressica?
29. L’azienda pubblica su FB le foto
dei nuovi pantaloni.
Alla vista delle foto, le
consumatrici si sono ribellate.
Hanno scritto che era ovvio che
quei pantaloni stessero bene a
delle modelle ma che non
erano adatti a delle “donne
vere”.
Loft risponde pubblicando la foto
dei pantaloni indossati da Julie,
una “donna vera” nonché la
manager dei programmi digitali.
Le consumatrici hanno apprezzato
molto il gesto e da quel
momento Loft ha continuato a
pubblicare foto delle donne del
proprio staff con la sua nuova
collezione.
LOFT – Modelle “normali”
30. Ciò che funziona in pubblicità non va
necessariamente liscio sui social
media. Quando si cerca di
utilizzare la stessa “creatività” che
punta a “colpire”, per popolare
luoghi in cui sensibilità personali
prevalgono, bisogna essere
minimamente preparati al
dissenso. Ciò che una volta
pensavamo e basta, passando
davanti a certi cartelloni
pubblicitari, ora lo scriviamo. Le
persone hanno subito la
comunicazione passiva per 50
anni, e ora si prendono la loro
rivincita, senza troppe finezze
stilistiche. Quelli che pensavano
che la loro pagina Facebook
sarebbe stata una passeggiata
pubblicitaria, solo meno costosa,
sono avvisati.
G. Diegoli, minimarketing
Online reputation management
31. Qual è il link reale fra esperienza
del consumatore e
passaparola? Quanto buzz è
legato a una effettiva
esperienza del prodotto?
Secondo uno studio condotto da
Robert East, professore alla
Kingston University di Londra,
il 30% del passaparola
negativo è a proposito di brand
e prodotti che non sono mai
stati utilizzati dalla gente che li
scredita.
Non ho letto il libro ma…
33. Puntiamo a migliaia di follower su
Twitter, di iscritti al blog
aziendale, a contatti su
Linkedin o ad amici su
Facebook?
Non sarà questo a fare la
differenza nella nostra
strategia di social media.
La qualità delle connessioni è più
importante della qualità: creare
relazioni con i consumatori più
loyal porta più vantaggi, in
termini virali, che raggiungere
con il proprio messaggio molti
contatti che poi si dileguano.
MEGLIO POCHI MA GIUSTI…
34. I consumatori uploadano foto di se
stessi mentre indossano il
celebre trench. Il sito include
anche scatti di professionisti
fra cui The Sartorialist.
Si può cliccare I like sulle
immagini, ma bisogna essere
loggati.
Burberry ha un largo seguito su
Facebook e Twitter, ma questo
progetto è più esclusivo: qui
troviamo verri appassionati e
potenziali influenzatori che
desiderano esprimere il loro
amore per il brand.
BURBERRY – Art of the Trench
35. Persone comuni che fungono da
fonti di informazione e influenza in
determinate categorie di prodotti.
Possono essere connessi a poche
altre persone o anche ad alcune
decine.
REGULAR HUB
Giornalisti, celebrieties, analisi,
politici, atleti…
Generano link bidirezionali come i
regular hub ma in aggiunta
sviluppano centinaia di link
monodirezionali con coloro che
recepiscono i loro messaggi
tramite i mass media.
MEGA HUB
36. Fungono da punto di riferimento
perché dimostrano di avere
conoscenza superiori alla media in
aree specifiche.
EXPERT HUB
Fungono da punto di riferimento
perché sono carismatici, riescono
a conquistare la fiducia delle altre
persone o semplicemente perché
sono socialmente molto attivi.
SOCIAL HUB
37. REGULAR & EXPERT HUB
REGULAR & SOCIAL HUB
MEGA & EXPERT HUB
MEGA & SOCIAL HUB
39. L’introduzione di app per la
gestione della propria salute
sta cambiando il rapporto fra
medici e pazienti: pensiamo
alla possibilità per i medici di
utilizzare uno smartphone per
accedere alla storia clinica dei
propri assistiti.
La Bill & Melinda Gates
Foundation sta finanziando lo
sviluppo di mHealth.
La previsione è che, entro il 2015,
500 milioni di persone
utilizzeranno app per cellulare
per gestire il proprio stato di
salute: un mercato da 60
miliardi di dollari.
SANITÀ 2.0 – app per cellulare
40. La sanità 2.0 è un mercato
con un’espansione
potenziale altissima.
Pensiamo ad esempio a
Google, che riserva nel
suo Lab un’applicazione
che parte proprio dalla
condivisione dello stato di
salute degli utenti per
poter generare previsioni
sugli andamenti dei picchi
influenzali.
SANITÀ 2.0 – Google Flu
41. Lo statunitense
Patientslikeme.com ha
sperimentato nel 2010 un
aumento considerevole di
utenti: 70mila in più che
hanno deciso di uploadare
e condividere dati e
andamenti dei propri cicli
di cura al fine di metterli a
disposizione degli altri
pazienti.
SANITÀ 2.0 – Patientslikeme.com
42. L’omologo italiano di
Patientslikeme.com è
Pazienti.org.
Il rapporto sanità-paziente sta
mutando radicalmente: il
tradizionale approccio
paternalistico viene
sostituito da un nuovo
modello in cui i pazienti si
pongono come consumatori
nei confronti della salute.
Se hanno una malattia sono i
più interessati a trovare
una soluzione a qualsiasi
costo, a volte anche contro
il parere del medico.
SANITÀ 2.0 - Pazienti.org
44. Non possiamo più ragionare
tendendo online e offline
separati.
Sempre più aziende ormai si
rendono conto che
implementare un’attività di
social media fine a se stessa
conta poco. E’ fondamentale
raggiungere un’integrazione
con le altre forme di
comunicazione e con le altre
funzioni aziendali.
E’ LA FINE DEI COMPARTIMENTI
STAGNI.
TRANSMEDIA
45. Dopo 7 anni di separazione
(annuncio della Mattel nel
2004, con inaspettato crollo
nelle vendite di Ken), Ken
chiede a Barbie di ritornare
insieme.
La campagna, articolata intorno
alla domanda “Should Barbie
take Ken Back?”, si è
strutturata attraverso azioni
integrate online e offline.
Fulcro dell’operazione è stato il
sito BarbieandKen.com.
Sugli account Facebook, Twitter e
Foursquare dei due personaggi
è stato possibile seguire i
tentativi messi in atto da Ken
per riconquistare Barbie.
MATTEL – Ken e Barbie
46. In collegamento con le azioni
portate avanti sui social media,
la Mattel ha intrapreso una
serie di iniziative offline, dai
classici billboard agli adv su
carta stampata.
La campagna è stata un vero e
proprio successo. Durante il
“periodo del corteggiamento”
(da fine gennaio al 14
febbraio), il numero di fan della
pagina Facebook di Barbie è
aumentato del 34%,
l’engagement in commenti, like
e share di ben il 200%, mentre
il BarbieandKen.com ha
collezionato 5 milioni di
pageview e centinaia di
migliaia di utenti hanno votato.
MATTEL – Ken e Barbie
47. Un contest creato appositamente
su Facebook per la linea Nike
Free Run+ 2.
Vi è la possibilità di realizzare il
proprio paio di scarpe
personalizzato, selezionando
colori e tipo di calzata e
firmandola con il proprio ID.
In occasione del contest sono stati
installati in molte città, tra le
quali anche Copenaghen, dei
billboards sui quali dei writers
hanno personalizzato in tempo
reale le Nike Free Run+ 2 a
bordo di un elevatore.
NIKE – NikeiD
48. Fitness a diecimila metri d’altezza
per Air New Zealand
Con il famoso guru del fitness
americano Richard Simmons le
normali procedure di sicurezza
aeree diventano divertentissimi
esercizi . Il nuovo spot della
compagnia aerea neozelandesa
ha già registrato migliaia di
visualizzazioni in pochissimi
giorni e promette di salire
sempre più in alto nelle vette
delle classifiche virali.
AIR NEW ZEALAND – Fit to Flay
49. La social vending machine di
Pepsi consente alle persona di
inviare una bibita gratis ad
amici (ma anche a sconosciuti).
Basta selezionare la bevanda
prescelta, digitare il nome
dell’amico, il suo numero di
cellulare e un testo di
accompagnamento (anche
video).
L’ordine viene trasmesso a tutte le
altre macchine: è sufficiente
digitare il codice ricevuto per
ottenere gratuitamente la
bibita.
PEPSI – Social Vending Machine
50. La Magic Fitting Room di Macy
consente ai clienti di provare
visrtualmente i iversi capi
presenti in negozio, quindi di
condividere l’immagine via
Facebook con gli amici per
ricevere consigli sull’acquisto
migliore.
MACY – Magic Fitting Room
51. Una campagna adv firmata da Leo
Burnett per McDonald’s a
Piccadilly Circus, che passa
dall’out of home al virale.
I passanti possono interagire con
le immagini del maxi poster
LED e condividere la foto sui
social network o nel canale
flickr dedicato.
MCDONALD’S – Picadilly Circus
52. Una campagna integrata
musica/cellulare.
Degli spot strutturati come un
video musicale, dove il
brano può essere
identificato grazie a
Shazam.
Da qui si viene ridiretti a un
sito di e-commerce dove si
possono acquistare i capi
indossati dalla band nel
video. Un paio di jeans
gratis alle prime mille
persone che utilizzano la
app.
Tasso di conversione: 70%.
Old Navy: Shazam
54. Aiutare i consumatori ad
acquistare dove e quando essi
creano relazioni e a creare
relazioni dove e quando essi
acquistano.
Ovviamente il consumo è sempre
stato sociale: le persone sono
sempre state influenzate da ciò
che gli altri pensano e
comprano.
Secondo la KellerFay, agenzia di
consulenza americana
specializzata nel WOMM, ogni
anno nei soli Stati Uniti ci sono
un trilione di conversazioni a
proposito di marchi.
SOCIAL COMMERCE
55. Il passaparola e l’imitazione
hanno sempre influenzato
il comportamento
d’acquisto, ma il social
commerce determina una
crescita esponenziale del
fenomeno e trasforma
questa influenza sociale in
vendite vere e proprie,
lasciando una traccia
digitale misurabile.
IL SOCIAL COMMERCE
RENDE IL PASSAPAROLA
MISURABILE.
SOCIAL COMMERCE
56. Il 90% degli acquisti è
soggetto a una qualche
forma di influenza sociale.
Secondo uno studio condotto
da Chadwick Martin Bailey
e iModerate Research
Technologies, le persone
sono il 67% più propense
ad acquistare I prodotti di
un brand che seguono su
Twitter ( il 51% più
propense se il brand è
seguito su Facebook).
SOCIAL COMMERCE
57. Perchè i consumatori vogliono
interagire con iI brand tramite I
social media?
Per saperne di più su nuovi
prodotti e servizi?
Per postare commenti e opinioni?
Per un desiderio di scambio e
connessione?
Per essere parte di una
community?
Per postare nuove idee di prodotto
e comunicazione?
SOCIAL COMMERCE
59. Il social commerce è l'uso dei
social networks nel contesto
del commercio elettronico
Dall’E-COMMERCE
al SOCIAL COMMERCE
60. Siti di vendite a tempo: Vente
Privé e, Privalia, Saldi
Privati…
SOCIAL COMMERCE
61. Gruppi d’acquisto online
che promuovono sconti
per servizi e iniziative
a carattere locale:
Groupon, Keynoir,
Groupalia…
SOCIAL COMMERCE
62. Siti di social shopping che
promuovono
l’interazione fra I
partecipanti per
condividere prodotti
“scoperti” online:
Polyvore, Kaboodle…
SOCIAL COMMERCE
63. App di social shopping
dove vengono
scannerizzati i codici a
barre dei prodotti
presenti in negozi
fisici per poi
condividere
informazioni, opinioni
e commenti con la
propria rete sociale:
Stickybits, ShopKick.
SOCIAL COMMERCE
64. Siti di condivisione
d’acquisto: ogni volta
che si compra
qualcosa,
l’informazione viene
condivisa con i propri
contatti che possono
esprimere un’opinione
o chiedere info a
riguardo: Blippy,
Swipely.
SOCIAL COMMERCE
65. Siti di personal shopping
dove si possono
chiedere opinioni alla
propria rete sociale
prima di acquistare un
prodotto: GoTryitOn.
SOCIAL COMMERCE
66. SOCIAL COMMERCE
La crescita dei siti Web dedicati ai gruppi d’acquisto è stato uno dei
principali trend del 2010.
69. Gli acquisti online di gruppo sono
ormai mainstream. Ora il
mercato si apre a interessanti
variazioni, ad esempio per
rendere il vantaggio di
acquistare collettivamente
ancora più tangibile.
Un esempio è Lucky Counter di
Uniqlo: il prezzo dei capi non è
fisso, ma scende in tempo
reale a mano a mano che gli
utenti aderiscono all’offerta.
Questo incentiva le persone a
spargere la voce tra amici e
contatti.
UNIQLO – Lucky Counter
71. Oltre 500 milioni di utenti attivi
(aprile 2011)
Ogni mese oltre 250 milioni di
utenti si relazionano a
Facebook a partire da 2,5
milioni di siti web esterni.
L’utente medio clicca sul bottone
“mi piace” 9 volte al mese
Il 75% degli utenti Facebook
hanno cliccato sul bottone “mi
piace” a proposito di un brand.
Juicy Couture ha verificato un
incremento del 160% del tasso
di conversione relativo agli
acquisti dopo aver installato
nel sito caratteristiche di
condivisione social.
IL FENOMENO FACEBOOK
73. Facebook è in prima linea nel
social commerce con:
a) Plugin che aggiungono
funzionalità social ai siti di
vendita (così gli utenti
possono condividere i “mi
piace” e gli acquisti con gli
amici e ottenere
raccomandazioni
personalizzate)
b) Facebook Deals, che
aggiunge un elemento
sociale ai negozi fisici sul
modello di Foursquare
(consentendo agli utenti di
fare il check-in nei negozi
e di ottenere sconti).
SOCIAL COMMERCE
74. Il magazine tedesco Flair ha
lanciato, lo scorso mese di
marzo, la Facebook app
fashiontag.
Questa consente agli utenti di
taggare i vestiti presenti nelle
foto degli amici, domandando
dove li hanno comprati.
In una settimana il numero dei fan
del magazine è cresciuto del
35%, da 17mila a 23mila.
FLAIR – fashiontag
75. Nata da una partnership fra
Gifts.com e Hunch, GiftFinder
è una Facebook app che
suggerisce il regalo perfetto
per ogni amico basandosi sulle
informazioni presenti nelle loro
pagine di profilo.
Il tasso di conversione è stato del
60% più elevato rispetto a
quando venivano mostrate
delle raccomandazioni
generiche.
GIFT.com & HUNCH – GiftFinder
76. Per il momento sono pochi i brand
che vendono i propri prodotti
direttamente tramite Facebook,
ma l’F-COMMERCE è
sicuramente destinato a
decollare in tempi brevi.
Permettendo agli utenti Facebook
di fare acquisti senza lasciare
il sito, i marchi introducono un
elemento di influenza sociale
alla transazione e rendono il
ROI dei social media
tangibilmente verificabile.
F-COMMERCE
77. Create una connessione con i
propri consumatori attraverso i
social media = SHOPPING +
AFFARI (con qualche riserva)
La soluzione migliore?
FACEBOOK FAN STORE
Offerte speciali dedicate in
esclusiva ai fan di Facebook
prima che siano disponibili agli
altri (la logica del club privato)
quindi…
PRIMA DEGLI ALTRI
SOLO PER ME
A UN PREZZO SPECIALE
F-COMMERCE
78. Il pop-up retail è ormai un trend
consolidato. Ora la nuova
frontiera è quella del pop-up
online, con Facebook in prima
linea.
F-COMMERCE
79. All’inizio di aprile Chanel ha
lanciato in anteprima il rossetto
Rouge Coco Shine con un pop-
up store su Facebook.
I fans avevano l’opportunità di
acquistare per primi una delle
18 tonalità del rossetto a un
prezzo scontato, prima che
questo venisse immesso nel
mercato nazionale.
Una strategia premiante: mettere il
prodotto nelle mani giuste
(fans) al momento giusto (per
primi) per trasformare gli
appassionati in evangelisti
attivi.
CHANEL – Rouge Coco Shine
81. Foursquare: il servizio di
geolocalizzazione più utilizzato
e diffuso tra gli utenti.
Caratteristiche: dimensione ludico-
competitiva (le persone sono
invogliate a effettuare check-in
per sbloccare i badge e
diventare mayor dei luoghi che
visitano), integrazione della
vita online con quella offline.
Per le aziende: un’ottima
opportunità di interazione e
fidelizzazione.
L’applicazione più scontata è per i
brand con luoghi fisici (negozi,
ristoranti, musei etc.).
Ma ci sono interessanti
opportunità anche per gli altri.
FOURSQUARE
82. Si imposta la pagina dedicata al
brand e si cominciano a
lasciare consigli (tips) ai
follower. Quando uno di questi
fa il check-in nei dintorni, il
consiglio compare sullo
schermo.
Il New York Magazine utilizza
Foursquare in maniera locale,
dando vita ad una vera e
propria guida alla cultura
newyorkese. Oltre ai consigli
su cosa mangiare, troviamo
quelli sui negozi, sui bar e sui
posti da visitare.
NEW YORK MAGAZINE – Foursquare
83. GranataPet è un produttore
tedesco di cibo per animali
domestici. La sua ultima
campagna è stata realizzata
con Foursquare, avendo a
disposizione un budget limitato.
E’ stato posizionato un cartellone
pubblicitario in una zona molto
trafficata da “cani al
guinzaglio”. Il messaggio era:
“Check in! Snack out!”. Ad ogni
check-in del padrone veniva
automaticamente erogata un
porzione di cibo per il cane.
GRANATA PET – Foursquare
85. Attualmente il 90% del traffico
su cellulare è
rappresentato dalle
telefonate. Entro il 2015
sarà il 15%, il resto sarà
navigazione web.
Entro il 2014 il traffico web su
cellulare sorpasserà quello
su computer fisso.
aaa
86. Secondo uno studio condotto da
Retrevo negli USA, l’11% dei
giovani sotto i 25 anni
considera normale
interrompere un rapporto
sessuale per controllare un
messaggio appena arrivato sul
cellulare.
SOCIAL MEDIA DETOX?
88. FOMO = Fear Of Missing Out
Grazie ai social media e ai
cellulari con accesso a
Internet e
geolocalizzazione, oggi
siamo costantemente
esposti a quello che gli
altri fanno, guardano,
leggono, sanno,
comprano…
Di qui la paura di perdersi
qualcosa, di non fare le
scelte giuste, di essere
inferiori agli altri.
Un senso di potenziale
inferiorità che è sempre
esistito, ma che oggi viene
amplificato dalle nuove
tecnologie.
FOMO
89. Nel pubblicare online
informazioni su cosa
stanno facendo le persone
intraprendono -
consciamente o no - una
sorta di competizione
sociale (guarda come sono
connesso, cosmopolita,
richiesto da tutti etc…)
FOMO
90. I social media alimentano la
percezione di povertà
relativa, l’insoddisfazione
percepita dalle persone
quando comparano il loro
stato a quello degli altri e
ritengono di avere di meno.
FOMO
91. Questa sensazione è
alimentata non tanto dai
personaggi ricchi e famosi
(il dislivello che ci separa
da loro è eccessivo), ma
da persone che
conosciamo e fanno parte
della nostra quotidianità
fisica o virtuale.
FOMO
93. Le persone manifestano una
necessità sempre più
impellente di staccare la
spina quando sono in
vacanza, in tutti i sensi.
Questo significa
rinunciare, almeno per
pochi giorni, al cellulare e
alla connessione web.
Se da un lato l’Internet mobile
e la geolocalizzazione
possono arricchire
l’esperienza di viaggio,
dall’altro tendono a
rendere la vacanza troppo
simile alla routine
quotidiana che si
sperimenta in città.
VACANZE SCONNESSE
94. In Europa l’84,4% degli internauti utilizza siti di social networking, con una
crescita del 10,7%. In Italia è l’82,5% del popolo del Web.
SOCIAL NETWORK
96. Quando sono tornato a casa e
ho recuperato il mio
cellulare, avevo più di 50
messaggi non letti. Ma la
cosa interessante è stata
questa: la prima metà dei
messaggi sollevava
problemi che richiedevano
una soluzione immediata da
parte mia. La seconda metà
era stata inviata dalle
stesse persone che
dicevano di non
preoccuparmi perchè
avevano risolto da sole.
Disconnettermi per un po’
aveva dato al mio team la
possibilità di crescere
sviluppando la propria
capacità di discernimento e
giudizio.
Peter Bregman, strategic
VACANZE SCONNESSE
97. In crescita le location turistiche
che obbligano a disconnettersi
per tutta la durata della
permanenza.
VACANZE SCONNESSE
98. Una proposta dell’Arawak Beach
Inn, resort sito nell’isola
caraibica di Anguilla: niente
accesso a Internet, niente TV
in camera, niente possibilità di
ricezione per i cellulari.
Arawak Beach Inn (Anguilla):
Isolation Package
99. Un pacchetto offerto da Via Yoga
per una vacanza in Messico: se
i partecipanti lasciano cellulare
e computer alla reception
quando fanno il check-in e
acconsentono a fare un po’ di
volontariato con i bambini della
scuola locale, ricevono una
sconto del 15% sul prezzo della
vacanza.
Via Yoga: Digital Detox
100. Gli ospiti sono invitati a lasciare
cellulari e portatili nella
cassaforte in camera e a
riprenderli alla fine della
permanenza.
Viene consegnato loro un buono
sconto di Barnes & Noble, con
il consiglio di comprare un
libro, sedersi sotto un albero, e
rilassarsi almeno per un
pomeriggio.
The Quincy Hotel (Washington,
D.C): Be Unplugged package
101. Anche nella promozione turistica
si fa sempre più spesso leva
sul desiderio (spesso
inespresso) dei consumatori di
disconnettersi per un po’.
VACANZE SCONNESSE