1. I.M.S. “MAFFEO VEGIO”
26900 LODI
Via Carducci, 3 - 0371/420361 - 0371/421745
http://www.bdp.it./˜mipm0001/welcome.htm - mvegio@tin.it
2. •
Proseguimento dell’attività interdisciplinare di riflessione, ricerca e
sperimentazione sul territorio già sviluppata lo scorso anno, articolata
nei seguenti percorsi fondamentali.
• .Territorio e ambiente.
• .Territorio, cultura, arte, mestieri e tradizioni.
• .Territorio e paesaggi umani.
Vengono perseguite le finalità espresse nel piano di lavoro 98-99 con
l’obiettivo di rendere la classe protagonista della creazione o riscoperta di
itinerari cicloturistici ambientali.
L’attività “ciclo-osservatorio a due ruote” viene promossa dal CREA
(Centro di Riferimento Educazione Ambientale) del Lodigiano e
trasmessa dal Provveditorato agli Studi di Lodi (Circ. n. 216 – Prot. n.
5671)
3. La metodologia operativa verrà affrontata attraverso:
- lezioni effettuate dai docenti delle singole
discipline, in costante raccordo nei diversi ambiti
culturali e linguistici;
Per da ogni tema affrontare si seguirà il seguente
percorso:
- osservazione diretta del luogo (naturalistico,
artistico, storico) e percezione sensitiva;
- valenza storica ( cultura, arte, mestieri e
tradizioni);
- analisi e distinzione del territorio osservato.
4. - ricerca di documentazione relativa ai vari
percorsi didattici sopraindicati;
- compresenza tra docenti, e in particolare con il
docente dei linguaggi;
- ricerca di iconografia in ambito artistico, storico
e di informazione in ambito tecnico e scientifico;
- ricerche sul territorio;
- uscite didattiche sul territorio;
- metodiche di laboratorio;
- esperienza di laboratori creativi: scelta dei testi,
animazione musicale, - costruzione di oggetti,
drammatizzazione………
5. M a p p a d e lle p r in c ip a li a r e e v e r d i d i L o d i
P ia n t a d e lla c it t à
F a u s t in a
g ru p p o 2
V ia le 4 N o v e m b r e
g ru p p o 1
V illa B r a ila
g ru p p o 3
I s o la C a r o lin a
g ru p p o 4
P a rc h e tto
S . F ra n c e s c o
g ru p p o 6
P a rc h e tto
v ic in o p o s t e c e n t r a li
g ru p p o 5
9. L’Adda è forse il più lombardo dei
fiumi: passa per il centro della Regione,
si getta nel Po nel punto in cui la pianura
padana è più ricca e fertile.
Il corso del Fiume nell’alta Valtellina è
lungo e diritto, mentre – passato il lago di
Como – il corso del fiume torna ad essere
più naturale; poi sbuca nella pianura,
dove comincia a divagare come fanno i
fiumi una volta entrati in zone
pianeggianti.
Qui sorgono i due Parchi dell’Adda Nord
e dell’Adda Sud, due zone ben distinte,
sia
territorialmente
che
come
popolamenti vegetali e animali.
L’Adda Sud ha un ricchissimo
patrimonio di ville e “castelli” che
ricordano momenti della storia in cui
l’agricoltura era la vera dominatrice
dell’economia lombarda.
Il territorio protetto comprende, oltre a
boschi rivieraschi, anche zone palustri
costituite da “ lanche e morte “che il
fiume ha formato nel tempo cambiando
percorso.
12. Pulignano
Visita dell’area naturalistica e della Cascina Coscia Tovaiera
Il Parco del Pulignano è situato nel quadrante occidentale del
territorio comunale di Lodi, in posizione di margine rispetto ai
tessuti edificati della città.
13. P e r c o r s i c ic lo c u lt u r a li d e l
L o d ig ia n o
A re a d e l
P u lig n a n o
A r e a B e lg ia r d in o e
N u o v o P o n te A d d a
A re a
" L a M o r t a d i S o lt a r ic o "
14. Il Parco del Pulignano è residuo della attività di modificazione
delle aree golenali e fluviali, protetta
da VINCOLO
AMBIENTALE, costituente un pregiato morfotipo. E’ un’area
naturalistica e faunistica, con presenza di marcite e campi a
foraggere.
E’ situato nel quadrante occidentale del territorio comunale di
Lodi, in posizione di margine rispetto ai tessuti edificati della città.
15. Mulino Sandone
•Di fronte alla casa del mulino,
un bosco di pioppi, “POPULUS
ALBA” originari dell’Asia ,
dell’Africa settentrionale e
dell’Italia, riconoscibili per la
corteccia e le foglie a terra.
Il pioppeto sicuramente non è
spontaneo, la successione
degli alberi, infatti, è regolare,
hanno tutti la stessa età,
riconoscibile dal diametro del
tronco. Questo pioppeto è
stato piantato dall’uomo
almeno 10-12 anni fa.
Oggi, infatti, nella nostra
regione l’uomo pianta pioppi
non solo per ripristinare
l’ecosistema, ma anche per
ricavare dopo 15-20 anni,
legna, carta, legname e
utensili vari.
16. PULIGNANO
CASCINA
GISSARA
Filari di platani
Il territorio è a ferro
di cavallo. La zona
superiore ha un
terreno
sabbioso,
limoso di origine
glaciale. Ha una
discreta permeabilità.
La zona inferiore e’
argillosa. Vi sono
marcite
e
graminacee. Il prato
è umido.
17. A sinistra: la strada sterrata che porta alla cascina Gissara
A destra: Paolo fa un prelievo di acqua dalla roggia per le analisi di laboratorio
. Le acque sono discretamente pure. Il pH , determinato con la cartina al tornasole,
risulta debolmente acido.
Vi sono: salici, tipici di zone umide, canne palustri ippocastani, pioppi e della
vegetazione spontanea.
18.
19. Pulignano
•una tana di nutria
(sopra)
Lungo il pendio della
capezzagna, una nutria
decapitata, in una prima
fase di decomposizione,
“Myocastor coypus”, il
suo aspetto è quello di un
grosso topo, in realtà, è un
castorino, roditore che
vive lungo le sponde dei
fiumi e rogge o nelle
paludi.
20. Una lucertola e una
farfalla (Vanessa), sul
muro della cascina
Gissara, si riscaldano al
sole.
“Vanessa Io”
(lepidottero)
appartenente alla
famiglia delle ninfalidi,
superfamiglia dei
papilionoidei
Con ali rosso ruggine
bordate di grigio-bronzo
e 4 vistosissimi ocelli
simili a quelli del pavone;
23. In questa
immagine si
possono
notare le
diverse
fasce che
compongon
o la
campagna
lodigiana,
passando
per i
casolari fino
ad arrivare
al paesaggio
di confine :
le
montagne.
25. L’immagine
dell’albero che
con la sua
voglia di
crescere
sembra aver
distrutto con
grande forza le
ormai deboli
tegole della
cascina che
l’uomo ha
costruito sulla
sua vita e poi
ha
abbandonato.
26.
27. Mulino
della cascina Sandone
Struttura produttiva molto
importante nei tempi passati
la forza motrice delle
macchine era legata
all’acqua.
Questo impianto risulta
essere uno dei mulini più
antichi del territorio
lodigiano
29. Cascina Gissara
Questa struttura è stata utilizzata dagli abitanti della zona
come rifugio durante la seconda guerra mondiale.
Appare trascurata e maltenuta (il tetto è fortemente deteriorato
e invaso dalle erbacce
30. DEPRESSIONE NATURALISTICA DEL PULIGNANO
Questa era una piana alluvionale nel periodo in cui vi erano boschi, zone palustri,
lanche morte dell’Adda.
Vi sono: salici, tipici di zone umide, canne palustri ippocastani, pioppi e della
vegetazione spontanea.
31. DEPRESSIONE NATURALISTICA DEL PULIGNANO
Luogo silenzioso dal quale si può osservare l’estrema periferia della città Quest’area
andrebbe recuperata organizzando spazi per la sosta, per la riflessione e per il tempo
libero, attrezzandola adeguatamente.
32. DEPRESSIONE NATURALISTICA DEL PULIGNANO
Il Pulignano può essere definito come il paesaggio tipico del parco lodigiano, dove
prati incolti si alternano a zone coltivate e dove cascine isolate spuntano tra zone
verdeggianti.
Sembra quasi di respirare un’altra aria, pura, ma man mano che lo sguardo si sposta
all’orizzonte si vedono palazzi, edifici e case l’una diversa dall’altra nel colore, dal
giallo al rosso, dal rosa al marrone.
La nostra proposta è la piantumazione di alberi ad alto fusto, che armonizzino più
correttamente il paesaggio naturale con quello antropico. Questa nostra idea prende
spunto dalla tradizione urbanistica di usare il verde come quinta correttiva rispetto alle
imperfezioni strutturali che la città può offrire.
33.
34. La cascina lodigiana era il tipico insediamento agricolo della Pianura Padana definito a
più corti, sorgeva isolata tra i campi.Era costituita da un’aia, dalla casa padronale, dalle
abitazioni dei contadini, dalla stalla e dal fienile. Le case coloniche presentavano
inoltre un pollaio, un magazzino e una scuderia per i cavalli da tiro.
35. DEPRESSIONE NATURALISTICA DEL PULIGNANO
La rete idrografica è rappresentata da scoline e rogge, da rami secondari che servono
per l’acqua in superficie. L’uomo ha sfruttato la pendenza per i conchi (circondavano in
senso rettangolare la proprietà agricola.
36. DEPRESSIONE NATURALISTICA DEL PULIGNANO
La zona del lago Gerundo è un bacino nato in seguito all’opera di scavo dell’Adda.
37.
38. Cascina Tovaiera – Coscia: la sua struttura ha subito delle modifiche sostanziali, per
adeguarsi alle esigenze delle moderne gestioni aziendali. In particolare risulta evidente
l’aggiornamento delle nuove tettoie metalliche e delle nuove pavimentazioni con
canalizzazione di deflusso, adibite alla gestione del bestiame; soprattutto le nuove
attrezzature ubicate sulla grande aia della corte interna, che hanno radicalmente
modificato la vecchia funzione.
42. Nell’aspetto rustico di quest’immagine sembra di intravedere quella dura vita a cui
sono costretti i contadini.
43.
44. I proprietari “Coscia”
Invitano gli alunni e insegnanti all’assaggio
del latte “appena munto”
Una bottiglia da un litro viene utilizzata per
le analisi di LABORATORIO.
DEPRESSIONE DEL PULIGNANO
Le acque sono discretamente pure (c’è un fontanile). Il pH , determinato con la cartina al tornasole, risulta debolmente acido.
Vi sono: salici, tipici di zone umide, canne palustri ippocastani, pioppi e della vegetazione spontanea.