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Il Laboratorio interculturale dell’Istituto Romero, in collaborazione con classi e gruppi di alunni,
            l’Associazione Mamme del Mondo, il gruppo musicale La Mandolinistica
                              con il patrocinio del Comune di Albino,
                                              presentano



                  VOCI DAL MONDO




                                                                             5 giugno 2012
Vivere una sola vita   Conoscere una sola lingua,
in una sola città      un solo lavoro,
in un solo Paese       un solo costume,
in un solo universo    una sola civiltà
vivere in un solo      conoscere una sola logica
mondo                  è prigione.
è prigione.

Amare un solo amico,   Avere un solo corpo,
un solo padre,         un solo pensiero,
una sola madre,        una sola conoscenza,
una sola famiglia      una sola essenza
amare una sola         avere un solo essere
persona                è prigione.
è prigione.
                                         Ndjock Ngana
Bumro bumro
  Ballo indiano
Mamme del mondo
Le Mamme del mondo indossano il
tipico abito del Punjab, formato dal suit,
la camicia lunga, dal salwar, il
pantalone a cui si abbina il dupattà, un
lungo foulard.
Ricordi e sogni
Laboratorio interculturale
Ci siamo chiesti come siamo e come gli altri ci vedono. Per capirlo, abbiamo intervistato i
 nostri amici, i nostri familiari, e noi stessi. Abbiamo scoperto un mondo di emozioni, magari
 nascoste dietro poche timide parole: per esempio, che cosa c’è nei nostri ricordi, che
 costruisce il nostro passato, e con che sogni costruiamo il nostro futuro. E per meglio
 capire, abbiamo confrontato le nostre risposte con quelle di persone che nel mondo hanno
 lasciato il segno. Quello che vi presentiamo è il risultato.

Il mio primo ricordo è il balcone di casa mia da cui si vedeva un panorama stupendo ricco di
verde, colline e prati. Guardandolo percepivo una sensazione di calore e di curiosità.
Lara, 44 anni.

Il mio primo ricordo è il giorno in cui dovevamo partire, io, mia mamma e i miei fratelli, tra cui
uno nella pancia della mamma, per raggiungere mio papà in Italia. Quel giorno non sapevo se
fare salti di gioia perchè finalmente potevo vivere con mio papà e vederlo tutti i giorni o se
essere triste perchè avrei abbandonato tantissime altre persone con cui ho vissuto nove anni della
mia vita. Questo è un ricordo che non scomparirà per tutto il resto della mia vita.
Latifa, 16 anni.

Il ricordo più vivo della mia infanzia è quello di una Pasqua in paese con il sole che splendeva, le
campane che suonavano a festa e io che andavo a casa dei nonni dove tutta la grande famiglia
avrebbe pranzato.
Liliana, 85 anni.
Ricordo quando mia zia mi insegnò a cucire a macchina, all'età di quattro anni. Tuttora porto avanti
questa passione.
Maria, 50 anni.

Il mio primo ricordo è quando ho inciampato nella fioriera e ho battuto un dente e se ne è rotto un
pezzo. Ancora oggi me ne ricordo tutte le volte che mi guardo allo specchio.
Fabio, 16 anni.

Il mio primo ricordo è quando ho chiuso mia mamma in bagno e hanno dovuto chiamare i pompieri.
Avevo un anno e mezzo.
Anastasiya, 15 anni.

Non mi ricordo quasi nulla della mia infanzia, ma un ricordo ce l'ho ancora: mi ricordo quando vidi
per la prima volta mio padre, a quattro anni, perchè quando sono nata lui era in Italia, quindi lo vidi
quando ero già abbastanza grande e non l'ho riconosciuto; lui mi rincorreva per gioco e io scappavo
terrorizzata perchè pensavo che fosse un maniaco!
Rafiq,

Da bambina tante volte sognavo di tornarmene in Marocco, dal quale ero stata strappata in piena
infanzia causando la mia separazione dalla più grande delle mie amiche, la mia cuginetta Nora.
Qualche anno dopo anche Nora venne in Italia ma la mia nostalgia era sempre lì, sempre viva.
Decisi di voler diventare maestra per insegnare ai bambini a leggere e scrivere, ma poi, quando ho
dovuto aiutare la mia sorellina alle elementari, quel sogno è diventato un incubo!
Khadija,
Da bambina desideravo diventare una veterinaria. Avevo una cagnolina, e quando era malata e il
veterinario la curava io ero tremendamente felice e mi ero ripromessa di far provare ad altri bambini la
stessa bella sensazione, aiutando i loro animali.
Giulia, 17 anni.
Il mio sogno di bambina era diventare una parrucchiera, perchè da piccola vedevo mia mamma andare
dalla parrucchiera e tornare bellissima! Allora pure io da grande volevo farla sorridere e diventare più bella
di quanto era!
Ajkena, 18 annni.

Ero una bambina felice, senza sogni.
Adesso, a questa età, sogni non ce ne sono, semmai desideri, speranze. Il pensiero di un mondo migliore,
che verrà mai, che dovrebbe permettere a quelli che sono venuti dopo di noi di vivere in pace, coniugando
le parole amore e amicizia in una lingua comune, con la pelle di un solo color caffé-latte per tutti!
Liliana, 85 anni.

Il sogno è una stella.
Come i viaggiatori tengono gli occhi fissi sulla stella che indica la direzione del loro cammino, il nostro
sogno ci indica la direzione del nostro percorso di vita; come la stella, il sogno è irraggiungibile, e dentro
di noi esiste la consapevolezza che il sogno è irrealizzabile, ma non è questo che importa. Importa che
questo sogno indirizzi il nostro cammino, condizioni il nostro agire, le nostre scelte e le nostre relazioni, e
ci conduca a realizzare il nostro progetto di vita, che a sua volta condiziona il percorso di quanti
interagiscono con noi, e tende alla fine a realizzare il sogno. Per esempio, se il mio sogno è un mondo più
giusto e pacifico, le mie azioni saranno indirizzate alla giustizia e alla pace, e anche se nella mia vita non
vedrò realizzato il mio sogno nel mondo, il mio contributo può spingere il mondo in questa direzione.
Io vivrò col pensiero fisso alla mia stella.
Rose-Mary, 18 anni.
Nicla
Bouchra Rafiq
Mourad Koubaa
La donna
lombarda

Antica ballata
italiana

Classe 2N
Prof.ssa Nives
Gritti
Accompagnamento musicale
     Flauto traverso
   Roberta Varalta
Sfilata di abiti
 tradizionali
Senegal
e
Burkina
Faso
Marocco
India
La mia terra

 Laboratorio
interculturale
Khadija El Ouardy
Fra le emozioni più profonde che
albergano nel cuore dell'uomo vi è senza
dubbio il sentimento per la propria terra.
Abbiamo cercato nelle parole dei poeti le
espressioni di questo sentimento, e vi
abbiamo trovato
ricordo, nostalgia, amore, calore, ma
anche rabbia e rivolta quando si vede la
propria terra oppressa, negata, privata
della libertà. Di tutto questo, abbiamo
scelto qualche passo
Al mio paese, sai,
            il tempo scorre lento,
                il sole ti riscalda
            ma non ti brucia mai.
               Al mio paese, sai,
il vento t'accarezza lievemente i capelli
             e ti porta e ti prende
              voci, sospiri, canti.
               Al mio paese, sai,
     in primavera tornano le rondini
 e di sera volando intorno al campanile
     improvvisano danze e canzoni.
               Al mio paese, sai,
             la pioggia cade lenta
              e se sollevi il volto
      ti bagna di perle d'acqua pura.
               Al mio paese, sai,
            il cielo è così azzurro
          che l'alba ed il tramonto
            sono quadri d'autore.
               Al mio paese, sai,
             quando cade la neve
           puoi liberare i pensieri
                puoi farli vagare
     lasciando che parli il tuo cuore.
               Al mio paese, sai,
           il tempo scorre lento...
Al mio paese sai, non posso più tornare!

     (Nazim Hikmet, poeta turco)
Latifa
Khadroub
Donna, posa sulla mia fronte le tue mani balsamiche tue mani più morbide della pelliccia.
In alto le palme oscillano stormiscono appena nell'alta brezza
notturna. Non s'ode neppure il canto della nutrice. Ci culli il silenzio ritmato.
Ascoltiamo il suo canto, ascoltiamo battere il nostro sangue oscuro, ascoltiamo
battere il polso profondo dell'Africa nella bruma dei villaggi perduti.

Ecco, declina la luna stanca verso il suo letto di mare disteso
Ecco che si assopiscono gli scoppi di riso, che gli stessi narratori
ciondolano il capo come il bimbo sul dorso della madre
Ecco che i piedi dei danzatori si appesantiscono, si fa pesante la lingua dei cori alternati.

E' l'ora delle stelle e della Notte che sogna
Si appoggia a questa collina di nubi, drappeggiata nel suo lungo perizoma di latte.
I tetti delle case luccicano teneramente. Che dicono, così confidenziali, alle stelle?
Dentro, nel focolare si spegne l'intimità di odori acri e dolci.
Donna, accendi la lampada dall'olio chiaro perché parlino intorno gli antenati come i
genitori, i bambini nel letto.

(Léopold Sédar Senghor, poeta senegalese – Notte di Sine)
Correte subito là, è un paese da consumare subito
è alla portata del vostro piacere
Ah! che bel paese il Marocco!
Ouarzazate! Ah, le sue cicogne tutelari che si lisciano il
becco sotto l'ala
Lasciate l'ufficio, la moglie e i bambini
Venite di corsa a circondarvi di fili spinati
Puntate il dito contro il cielo
strappate un po' di sole al nostro sottosviluppo
Salite sui dromedari
il capogiro sarà l'immagine del vostro appetito
periodico
al mattino bevete un po' di sangue arabo:
quanto serve per decaffeinare il vostro razzismo.
Regalate agli amici la vostra memoria tatuata
cartolina della beatitudine metallizzata

(Tahar Ben Jalloun, scrittore franco-marocchino – Il pianeta delle
scimmie)
Compagno,
sei vaccinato contro tutte le malattie proprio tutte?
Ce l'hai il timbro per l'imballaggio e l'amore
per dare
il sangue la voce i muscoli il corpo
alla prosperità della loro industria?
al benessere dell'umanità nostra tutta?
Per portare a casa valuta straniera e per venire a
 raccontare
agli altri che laggiù...ah! Laggiù!
Baracche piombate per tredici per sette accatastati
nella vostra fratellanza nella vostra solitudine nel vostro
silenzio
Assassina l'arabo ch' è in te
portatore di germi di barbarie
Risuscita in altro corpo con altra pelle
ti vogliono
come le nostre cassette di arance
come le nostre scatole di conserve
ti vogliono
senza faccia senza sguardo senza nome senza famiglia
senza bambini
senza desiderio
ti vogliono
forza bruta
assoluto come un numero
in unità di bulldozer
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mani callose
di acciaio di ferro mercanzia di serie
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compagno
(Tahar Ben Jalloun – Stelle velate)
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Mandolinistica
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Giochi ogni giorno con la luce dell'universo.                     Ora, anche ora, piccola mi rechi caprifogli,
Sottile visitstrice, giungi nel fiore e nell'acqua.               ed hai persino i seni profumati.
Sei più di questa bianca testina che stringo                      Mentre il vento triste galoppa uccidendo farfalle
come un grapolo tra le mie mani ogni giorno.                      io ti amo, e la mia gioia morde la tua bocca di
                                                                  susina.
A nessuno rassomigli da che ti amo.
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chi scrive il tuo nome a lettere di fumo tra le stelle del sud?   alla mia anima sola e selvaggia, al mio nome che
Ah lascia che ricordi come eri allora, quando ancora non          tutti allontanano.
esistevi.                                                         Abbiamo visto ardere tante volte l'astro baciandoci
                                                                  gli occhi
                                                                  e sulle nostre teste ergersi i crepuscoli in ventagli
Improvvisamente il vento ulula e sbatte la mia finestra chiusa.   giranti.
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Qui vengono a finire i venti, tutti.                              Le mie parole piovvero su di te accarezzandoti.
La pioggia si denuda.                                             Ho amato da tempo il tuo corpo di madreperla
                                                                  soleggiata.
Passano fuggendo gli uccelli.                                     Ti credo persino padrona dell'universo.
Il vento. Il vento.                                               Ti porterò dalle montagne fiori allegri,copihues,
Io posso lottare solamente contro la forza degli uomini.          nocciole oscure, e ceste silvestri di baci.
Il temporale solleva in turbine foglie oscure                     Voglio fare con te
e scioglie tutte le barche che iersera s'ancorarono al cielo.     ciò che la primavera fa con i ciliegi.

Tu sei qui. Ah tu non fuggi.
Tu mi risponderai fino all'ulitmo grido.
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Juegas todos los días con la luz del universo.
Sutil visitadora, llegas en la flor y en el agua.
Eres más que esta blanca cabecita que aprieto
como un racimo entre mis manos cada día.
A nadie te pareces desde que yo te amo.
Déjame tenderte entre guirnaldas amarillas.
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Ah déjame recordarte cómo eras entonces, cuando aún no existías.
Mis palabras llovieron sobre ti acariciándote.
Amé desde hace tiempo tu cuerpo de nácar soleado.
Hasta te creo dueña del universo.
Te traeré de las montañas flores alegres, copihues,
avellanas oscuras, y cestas silvestres de besos.
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lo que la primavera hace con los cerezos.
Knockin’ on
   Heaven’s Door

       Bob Dylan


    Lorenzo Pasini
Cristiano Marchesi
Via !


           PCC

   Lorenzo Pasini
Cristiano Marchesi
Hanno         • Ass. Mamme del Mondo
partecipato   • La Mandolinistica
              • Nives Gritti con alunni di
                    2N e 2S
              • Lorenzo e Cristiano
              • Ragazzi del Laboratorio
              •     interculturale
              •Modelli e modelle della
              •     sfilata
Hanno         •   ISIS Romero
collaborato   •   Comune di Albino
              •   Alunni di 3B
              •   Lorenza Benatti
              •   Anna Maria Gigliotti
              •   Silvana Nodari
              •   Francesca Palla
              •   Marco Zanga
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  • 3. Bumro bumro Ballo indiano Mamme del mondo
  • 4.
  • 5. Le Mamme del mondo indossano il tipico abito del Punjab, formato dal suit, la camicia lunga, dal salwar, il pantalone a cui si abbina il dupattà, un lungo foulard.
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  • 9. Ci siamo chiesti come siamo e come gli altri ci vedono. Per capirlo, abbiamo intervistato i nostri amici, i nostri familiari, e noi stessi. Abbiamo scoperto un mondo di emozioni, magari nascoste dietro poche timide parole: per esempio, che cosa c’è nei nostri ricordi, che costruisce il nostro passato, e con che sogni costruiamo il nostro futuro. E per meglio capire, abbiamo confrontato le nostre risposte con quelle di persone che nel mondo hanno lasciato il segno. Quello che vi presentiamo è il risultato. Il mio primo ricordo è il balcone di casa mia da cui si vedeva un panorama stupendo ricco di verde, colline e prati. Guardandolo percepivo una sensazione di calore e di curiosità. Lara, 44 anni. Il mio primo ricordo è il giorno in cui dovevamo partire, io, mia mamma e i miei fratelli, tra cui uno nella pancia della mamma, per raggiungere mio papà in Italia. Quel giorno non sapevo se fare salti di gioia perchè finalmente potevo vivere con mio papà e vederlo tutti i giorni o se essere triste perchè avrei abbandonato tantissime altre persone con cui ho vissuto nove anni della mia vita. Questo è un ricordo che non scomparirà per tutto il resto della mia vita. Latifa, 16 anni. Il ricordo più vivo della mia infanzia è quello di una Pasqua in paese con il sole che splendeva, le campane che suonavano a festa e io che andavo a casa dei nonni dove tutta la grande famiglia avrebbe pranzato. Liliana, 85 anni.
  • 10. Ricordo quando mia zia mi insegnò a cucire a macchina, all'età di quattro anni. Tuttora porto avanti questa passione. Maria, 50 anni. Il mio primo ricordo è quando ho inciampato nella fioriera e ho battuto un dente e se ne è rotto un pezzo. Ancora oggi me ne ricordo tutte le volte che mi guardo allo specchio. Fabio, 16 anni. Il mio primo ricordo è quando ho chiuso mia mamma in bagno e hanno dovuto chiamare i pompieri. Avevo un anno e mezzo. Anastasiya, 15 anni. Non mi ricordo quasi nulla della mia infanzia, ma un ricordo ce l'ho ancora: mi ricordo quando vidi per la prima volta mio padre, a quattro anni, perchè quando sono nata lui era in Italia, quindi lo vidi quando ero già abbastanza grande e non l'ho riconosciuto; lui mi rincorreva per gioco e io scappavo terrorizzata perchè pensavo che fosse un maniaco! Rafiq, Da bambina tante volte sognavo di tornarmene in Marocco, dal quale ero stata strappata in piena infanzia causando la mia separazione dalla più grande delle mie amiche, la mia cuginetta Nora. Qualche anno dopo anche Nora venne in Italia ma la mia nostalgia era sempre lì, sempre viva. Decisi di voler diventare maestra per insegnare ai bambini a leggere e scrivere, ma poi, quando ho dovuto aiutare la mia sorellina alle elementari, quel sogno è diventato un incubo! Khadija,
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  • 13. Da bambina desideravo diventare una veterinaria. Avevo una cagnolina, e quando era malata e il veterinario la curava io ero tremendamente felice e mi ero ripromessa di far provare ad altri bambini la stessa bella sensazione, aiutando i loro animali. Giulia, 17 anni. Il mio sogno di bambina era diventare una parrucchiera, perchè da piccola vedevo mia mamma andare dalla parrucchiera e tornare bellissima! Allora pure io da grande volevo farla sorridere e diventare più bella di quanto era! Ajkena, 18 annni. Ero una bambina felice, senza sogni. Adesso, a questa età, sogni non ce ne sono, semmai desideri, speranze. Il pensiero di un mondo migliore, che verrà mai, che dovrebbe permettere a quelli che sono venuti dopo di noi di vivere in pace, coniugando le parole amore e amicizia in una lingua comune, con la pelle di un solo color caffé-latte per tutti! Liliana, 85 anni. Il sogno è una stella. Come i viaggiatori tengono gli occhi fissi sulla stella che indica la direzione del loro cammino, il nostro sogno ci indica la direzione del nostro percorso di vita; come la stella, il sogno è irraggiungibile, e dentro di noi esiste la consapevolezza che il sogno è irrealizzabile, ma non è questo che importa. Importa che questo sogno indirizzi il nostro cammino, condizioni il nostro agire, le nostre scelte e le nostre relazioni, e ci conduca a realizzare il nostro progetto di vita, che a sua volta condiziona il percorso di quanti interagiscono con noi, e tende alla fine a realizzare il sogno. Per esempio, se il mio sogno è un mondo più giusto e pacifico, le mie azioni saranno indirizzate alla giustizia e alla pace, e anche se nella mia vita non vedrò realizzato il mio sogno nel mondo, il mio contributo può spingere il mondo in questa direzione. Io vivrò col pensiero fisso alla mia stella. Rose-Mary, 18 anni.
  • 14. Nicla
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  • 19. Accompagnamento musicale Flauto traverso Roberta Varalta
  • 20. Sfilata di abiti tradizionali
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  • 27. India
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  • 30. La mia terra Laboratorio interculturale
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  • 33. Fra le emozioni più profonde che albergano nel cuore dell'uomo vi è senza dubbio il sentimento per la propria terra. Abbiamo cercato nelle parole dei poeti le espressioni di questo sentimento, e vi abbiamo trovato ricordo, nostalgia, amore, calore, ma anche rabbia e rivolta quando si vede la propria terra oppressa, negata, privata della libertà. Di tutto questo, abbiamo scelto qualche passo
  • 34. Al mio paese, sai, il tempo scorre lento, il sole ti riscalda ma non ti brucia mai. Al mio paese, sai, il vento t'accarezza lievemente i capelli e ti porta e ti prende voci, sospiri, canti. Al mio paese, sai, in primavera tornano le rondini e di sera volando intorno al campanile improvvisano danze e canzoni. Al mio paese, sai, la pioggia cade lenta e se sollevi il volto ti bagna di perle d'acqua pura. Al mio paese, sai, il cielo è così azzurro che l'alba ed il tramonto sono quadri d'autore. Al mio paese, sai, quando cade la neve puoi liberare i pensieri puoi farli vagare lasciando che parli il tuo cuore. Al mio paese, sai, il tempo scorre lento... Al mio paese sai, non posso più tornare! (Nazim Hikmet, poeta turco)
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  • 37. Donna, posa sulla mia fronte le tue mani balsamiche tue mani più morbide della pelliccia. In alto le palme oscillano stormiscono appena nell'alta brezza notturna. Non s'ode neppure il canto della nutrice. Ci culli il silenzio ritmato. Ascoltiamo il suo canto, ascoltiamo battere il nostro sangue oscuro, ascoltiamo battere il polso profondo dell'Africa nella bruma dei villaggi perduti. Ecco, declina la luna stanca verso il suo letto di mare disteso Ecco che si assopiscono gli scoppi di riso, che gli stessi narratori ciondolano il capo come il bimbo sul dorso della madre Ecco che i piedi dei danzatori si appesantiscono, si fa pesante la lingua dei cori alternati. E' l'ora delle stelle e della Notte che sogna Si appoggia a questa collina di nubi, drappeggiata nel suo lungo perizoma di latte. I tetti delle case luccicano teneramente. Che dicono, così confidenziali, alle stelle? Dentro, nel focolare si spegne l'intimità di odori acri e dolci. Donna, accendi la lampada dall'olio chiaro perché parlino intorno gli antenati come i genitori, i bambini nel letto. (Léopold Sédar Senghor, poeta senegalese – Notte di Sine)
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  • 39. Correte subito là, è un paese da consumare subito è alla portata del vostro piacere Ah! che bel paese il Marocco! Ouarzazate! Ah, le sue cicogne tutelari che si lisciano il becco sotto l'ala Lasciate l'ufficio, la moglie e i bambini Venite di corsa a circondarvi di fili spinati Puntate il dito contro il cielo strappate un po' di sole al nostro sottosviluppo Salite sui dromedari il capogiro sarà l'immagine del vostro appetito periodico al mattino bevete un po' di sangue arabo: quanto serve per decaffeinare il vostro razzismo. Regalate agli amici la vostra memoria tatuata cartolina della beatitudine metallizzata (Tahar Ben Jalloun, scrittore franco-marocchino – Il pianeta delle scimmie)
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  • 41. Compagno, sei vaccinato contro tutte le malattie proprio tutte? Ce l'hai il timbro per l'imballaggio e l'amore per dare il sangue la voce i muscoli il corpo alla prosperità della loro industria? al benessere dell'umanità nostra tutta? Per portare a casa valuta straniera e per venire a raccontare agli altri che laggiù...ah! Laggiù! Baracche piombate per tredici per sette accatastati nella vostra fratellanza nella vostra solitudine nel vostro silenzio Assassina l'arabo ch' è in te portatore di germi di barbarie Risuscita in altro corpo con altra pelle ti vogliono come le nostre cassette di arance come le nostre scatole di conserve ti vogliono senza faccia senza sguardo senza nome senza famiglia senza bambini senza desiderio ti vogliono forza bruta assoluto come un numero in unità di bulldozer in braccia metalliche mani callose di acciaio di ferro mercanzia di serie e soprattutto negato al ricordo compagno (Tahar Ben Jalloun – Stelle velate)
  • 42. Vuela tu vuelo Paloma mia Canto cileno Classe 2S Prof.ssa Nives Gritti
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  • 48. The Pink Panther H.Mancini Mandolinistica
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  • 52.
  • 53. Neruda Vorrei fare con te ciò che la primavera fa con i ciliegi Laboratorio interculturale
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  • 56. Giochi ogni giorno con la luce dell'universo. Ora, anche ora, piccola mi rechi caprifogli, Sottile visitstrice, giungi nel fiore e nell'acqua. ed hai persino i seni profumati. Sei più di questa bianca testina che stringo Mentre il vento triste galoppa uccidendo farfalle come un grapolo tra le mie mani ogni giorno. io ti amo, e la mia gioia morde la tua bocca di susina. A nessuno rassomigli da che ti amo. Lasciami stenderti tra le ghirlande gialle. Quanto ti sarà costato abituarti a me, chi scrive il tuo nome a lettere di fumo tra le stelle del sud? alla mia anima sola e selvaggia, al mio nome che Ah lascia che ricordi come eri allora, quando ancora non tutti allontanano. esistevi. Abbiamo visto ardere tante volte l'astro baciandoci gli occhi e sulle nostre teste ergersi i crepuscoli in ventagli Improvvisamente il vento ulula e sbatte la mia finestra chiusa. giranti. Il cielo è una rete colma di pesci cupi. Qui vengono a finire i venti, tutti. Le mie parole piovvero su di te accarezzandoti. La pioggia si denuda. Ho amato da tempo il tuo corpo di madreperla soleggiata. Passano fuggendo gli uccelli. Ti credo persino padrona dell'universo. Il vento. Il vento. Ti porterò dalle montagne fiori allegri,copihues, Io posso lottare solamente contro la forza degli uomini. nocciole oscure, e ceste silvestri di baci. Il temporale solleva in turbine foglie oscure Voglio fare con te e scioglie tutte le barche che iersera s'ancorarono al cielo. ciò che la primavera fa con i ciliegi. Tu sei qui. Ah tu non fuggi. Tu mi risponderai fino all'ulitmo grido. Raggomitolati al mio fianco come se avessi paura. Tuttavia qualche volta corse un'ombra strana nei tuoi occhi.
  • 57. Juegas todos los días con la luz del universo. Sutil visitadora, llegas en la flor y en el agua. Eres más que esta blanca cabecita que aprieto como un racimo entre mis manos cada día. A nadie te pareces desde que yo te amo. Déjame tenderte entre guirnaldas amarillas. Quién escribe tu nombre con letras de humo entre las estrellas del sur? Ah déjame recordarte cómo eras entonces, cuando aún no existías. Mis palabras llovieron sobre ti acariciándote. Amé desde hace tiempo tu cuerpo de nácar soleado. Hasta te creo dueña del universo. Te traeré de las montañas flores alegres, copihues, avellanas oscuras, y cestas silvestres de besos. Quiero hacer contigo lo que la primavera hace con los cerezos.
  • 58. Knockin’ on Heaven’s Door Bob Dylan Lorenzo Pasini Cristiano Marchesi
  • 59.
  • 60. Via ! PCC Lorenzo Pasini Cristiano Marchesi
  • 61. Hanno • Ass. Mamme del Mondo partecipato • La Mandolinistica • Nives Gritti con alunni di 2N e 2S • Lorenzo e Cristiano • Ragazzi del Laboratorio • interculturale •Modelli e modelle della • sfilata
  • 62. Hanno • ISIS Romero collaborato • Comune di Albino • Alunni di 3B • Lorenza Benatti • Anna Maria Gigliotti • Silvana Nodari • Francesca Palla • Marco Zanga