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futuro in movimento
GIUGNO-LUGLIO-AGOSTO NUMERO QUINDICI
freepress di attualità e mondo del lavoro
www.walkonjob.it
«Il genio impara solo da se stesso,
il talento soprattutto dagli altri»
Arnold Schönberg
Nuove
frontiere
Self publishing
Tutti i siti per pubblicare
il proprio libro
Professioni
Voglio fare il fotografo
Dalle scuole all’importanza
di specializzarsi
L'ospite
speciale
Una mamma in carriera
La promozione arrivata dopo
il primo figlio
COWORKING
PAROLA D'ORDINE:
CONDIVISIONE
ADV_150x30mmAbb5mm.indd 2 11/06/2013 11.46.57
(La sede di Talent Garden
a Milano)
COWORKING
PAROLA D'ORDINE:
CONDIVISIONE
Tutti insieme appassionatamente
DALLA LOMBARDIA ALLA SICILIA
QUANDO L’UFFICIO
DIVENTA UNO SPAZIO COMUNE
In USA è stato l’avvento della Genarazione Starbucks, il crescere
e divenire di una folta cerchia di giovani professionisti freelance
senza un luogo fisso dove non solo potere lavorare ma con il bisogno
concreto della Rete, da Internet a quella sociale.
«Cos’altro è la vita se non un
movimento di attesa?».
Non me ne vorrà il mio
amico Filippo se rubo dal
racconto che lui ha scritto una
frase cui sto pensando da qualche
giorno. Una frase che ha a che fare con il
protagonista, una persona che comincia a
gustare la vita quando si sta avvicinando
alla morte. A partire da un caffè che beve
lentamente fino alle giornate che passa con
la famiglia.
Cosa c'entri con un giornale che parla di
lavoro, è presto detto. Mi capita sempre più
spesso di incontrare persone che non
trovano mai il tempo per leggere, di andare
al parco, vedere gli amici se non infilandoli
tra le righe dell'agenda o il promemoria
dell'iPhone. Cosa che capita a volte pure a
me: rimando incontri, posticipo
appuntamenti perché metto sempre al
primo posto altro, perché devo prima finire
una cosa e se non l’ho fatta, non riesco a
non pensarci. Corro a perdifiato per poi
magari sentirmi dire «No, non era così
urgente» oppure «Lasciala pure lì, per ora la
cosa è sospesa». Stessa sensazione quando
corro per prendere la metropolitana che
partirà, poi, 5 minuti dopo: con il passo
lento sarei arrivata lo stesso, meno sudata,
appicicaticcia o soprattutto senza il fiatone
e la colazione che balla dentro lo stomaco.
È in questi momenti che penso che a forza
di correre mi sono dimenticata che a volte è
meglio restare ferma.
Allora, visto che l’estate con i suoi ritmi
blandi aiuta, quello che mi e vi auguro è
di fermarvi e godere di quello che fate. Sia
che stiate leggendo questo numero in cui
tra coworking, self publishing e una donna
in carriera con un ottimo work life balance
(giuro: niente più inglese dopo queste parole)
di novità ce ne sono tante, che se state
andando in montagna a gustarvi il fresco
o siete al mare e tra un tuffo e un altro vi
soffermate a guardare quel confine con il
cielo appena disegnato.
Fermatevi quando tutto vi stringe. Come
mi ha detto una persona che stimo molto:
«Ricordati di respirare, è il tuo canale tra te
e il mondo».
Niente apnee, allora, quest’estate e…
buona lettura.
Cristina Maccarrone/direttore@walkonjob.it
twitter @cristinamacca
Walk on job.it
bimestrale freepress - www.walkonjob.it
Via Scarlatti, 26 - 20124 Milano I tel. 02 36643483
testata giornalistica registrata presso il Tribunale di Milano numero 257 del 3 maggio 2010
Direttore Responsabile
Cristina Maccarrone
direttore@walkonjob.it
In redazione
Elisa Di Battista
redazione@walkonjob.it
Progetto Grafico
e impaginazione
Jasmine Webster
Hanno collaborato
a questo numero:
Susanna Bagnoli
Giulia Cimpanelli
Pubblicità
Rosanna Paiano
advertising@walkonjob.it
Editore Jeia s.c.a.r.l.
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Camilla Golzi Saporiti
Floriana Riso
Ilaria Romano
LA BELLEZZA DELLA LENTEZZA
Segui Walk on Job su:
e su www. walkonjob.it
2
WoJ
Inchiesta
Anche in Italia il coworking nasce da esigenze con-
crete: aumento di freelance e startupper ma soprat-
tutto bisogno di luoghi in cui lavorare a prezzi con-
tenuti. Quello del coworking, poi, è il classico caso in
cui iniziative messe in pratica per soddisfare esigenze
producono effetti inaspettati: «Ci si è presto accorti
che questa modalità di spazi condivisi incrementava
la qualità del lavoro e le collaborazioni tra freelance»,
commenta il presidente e fondatore di The Hub Milano
(milan.the-hub.net) Alberto Masetti Zannini «Non solo:
il coworking ha contribuito al propagarsi della nuova
generazione di makers, ragazzi che, dopo gli studi de-
cidono di non cercare un posto fisso ma di lanciarsi in
un progetto loro». Sì perché quel che conta maggior-
mente è la condivisione e la contaminazione delle idee.
Il primo, nato a fine 2008 a Milano, è stato Cowo (co-
workingproject.com). Nel 2010, poco più di un anno
dopo,ha aperto la sede italiana di The Hub,con la volontà
di non fare del coworking un fine ma un mezzo per dif-
fondere il concetto di social innovation (se ne parla anche
nell’intervista a pag. 4). Nel corso del 2010 e del 2011
facevano la loro comparsa i centri Toolbox (www.tool-
boxoffice.it) a Torino, grandi negli spazi e nelle giuste
ambizioni; Lab121 (www.lab121.org) ad Alessandria,
dalla visione fortemente lanciata nelle relazioni profes-
sionali oltre che nello spazio fisico; Multiverso (www.
multiverso.biz) a Firenze, attivo nel proporre forme di
partnership professionali innovative e modelli di busi-
ness condiviso. L’ecosistema si stava popolando di pre-
senze varie e diverse tra loro. Ma è stato il 2012 l’anno
del boom: da qui il mondo del coworking è a poco a
poco esploso anche nel Belpaese, fino a divenire oggi
una tendenza consolidata nelle grandi città e una realtà
che inizia a insidiarsi anche in provincia.
LE MILLE FACCE DEL COWORKING
Dalla coesistenza di differenti professionalità nello
stesso spazio a quella di competenze diverse legate a
un solo settore: i coworking in Italia fanno riferimento
a uno di questi due modelli. Del primo fa parte il po-
liedrico Multiverso, del secondo è esempio concreto
Talent Garden (www.talentgarden.it), che in un anno e
mezzo è divenuto la maggiore realtà in Italia con 400
scrivanie e dieci nuove sedi in programma. Il fiorentino
Multiverso, per esempio, ha al suo interno comunica-
tori,architetti,designer,giornalisti,film maker: «Amiamo
definirci un coworking 2.0», spiega Niccolò Pecorini, uno
dei fondatori «perché il nostro non è solo uno spazio
di lavoro da condividere ma anche un marchio che fa
capo a un’agenzia di comunicazione creata e costituita
da gente che lavora proprio qui». Il concetto è semplice:
Multiverso è un coworking ma anche un’agenzia di ser-
vizi alle imprese in cui lavorano gli stessi professionisti
che vivono lo spazio condiviso. E’ a Firenze ma ha
aperto anche a Lucca e lo farà presto a Siena, Arezzo e
Pisa: «Vogliamo che il Marchio accomuni tutte le città
toscane, che crei collaborazione per esportare all’estero
le tradizioni e le eccellenze della nostra regione».
Diversa la politica di Talent Garden, nato un anno fa a
Brescia con l’intento di creare una comunità nel mondo
digitale: «Pensiamo che se le persone all’interno di un
coworking sono troppo diverse si rischia di renderlo un
ufficio in affitto e non uno spazio di condivisione», com-
menta uno dei fondatori Davide Dattoli.«Per questo Tag
si focalizza sul mondo digital ospitando professionisti
con competenze diverse ma background simili».
Sono le regioni del Nord Italia e le grandi città (prima
fra tutte Milano) a detenere il primato per numero di
spazi di coworking. Ma il format si sta diffondendo an-
che al Sud: ad esempio in Sicilia.A Palermo infatti sono
diversi gli spazi già attivi mentre ha appena preso il
via Colorwork (www.colorwork.it), il primo coworking
a Catania: «Qui l’idea della condivisione non è ancora
diffusa per non dire del tutto sconosciuta», racconta il
titolare Carlo Sisalli, «stiamo cercando di comunicarla e
farne comprendere le potenzialità ma questa fase sarà
lunga». Per questo Coloworking offre i suoi spazi a prez-
zi decisamente vantaggiosi150 euro una postazione per
un mese, 600 per sei. E c’è la possibilità di utilizzare una
sala di montaggio.
PICCOLO È MEGLIO?
Che il primo coworking di natura «pubblica» (Veglio
Co-working Project, www.vegliocoworking.it) dovesse
nascere in un paesino del biellese di 600 abitanti scarsi,
forse in pochi l’avrebbe creduto. Eppure Veglio, guidato
da un sindaco di 37 anni al suo secondo mandato, ha
fatto e fa scuola. Come ci spiega Marco Pichetto che
nella vita oltre a guidare un comune, è un consulente
freelance: «Tutto è nato dalla combinazione di 3 fat-
tori: un bando internazionale indetto dalla Convenzione
delle Alpi che premiava progetti legati ai giovani, poi
l’esigenza di un paese di montagna da cui i giovani ten-
dono a scappare e, cosa non da meno, che avevamo dei
di Giulia Cimpanelli e Cristina Maccarrone
*
carta riciclata 100%
lasciare il figlio al campo estivo per vederlo solo la sera.
All’Idroscalo si ha la scrivania, la sala riunioni, ma so-
prattutto ci si alza dalle sedie per andare a vedere cosa
fanno i propri bambini impegnati nelle attività estive
dell’Idrocamp.
QUI TI CERCHI IL COWORKING
Ed è anche per radunare tutte le informazioni su questi
eventi che è nato Coworkingfor.it,primo motore di ricer-
ca di coworking in Italia che, oltre ad aiutare i freelance
a trovare il coworking che fa al caso loro ha l’obiettivo
di diventare il punto di riferimento italiano per questo
settore: «Oltre alla piattaforma», spiega la titolare
Claudia Merlini, «abbiamo un blog dove raccogliamo in-
formazioni e calendari degli eventi legati al coworking».
E la possibilità di prenotare online la propria scrivania.
CHI ENTRA? LO DECIDE CHI È GIÀ DENTRO
Ma tutti possono entrare in qualsiasi spazio di coworking?
Solitamente gli host procedono a un colloquio preventivo
per accettare un nuovo coworker. Questo accade per
esempio all’Hub, che valuta la sostenibilità dei progetti e
del modo di lavorare del richiedente. Ci sono però anche
realtà che hanno iter per l’accesso più innovativi: «Sono
gli abitanti già interni a Talent Garden », spiega Dattoli, «a
decidere chi può accedere e chi no: la persona si presenta
a uno dei nostri aperitivi e i coworker votano anonima-
mente se vorrebbero lavorare col richiedente o meno».
Dunque, pare che il coworking sia la soluzione ideale
per qualsiasi giovane lavoratore. E forse lo è, non tanto
perché non abbia limiti, bensì perché è uno dei pochi
luoghi di lavoro dove questi limiti vengono presi in
considerazione: «Da un sondaggio realizzato da The
Hub», conclude Masetti Zannini «emerge grande sod-
disfazione per quanto riguarda la creazione di con-
tatti e opportunità ma per esempio solo il 30% degli
intervistati sostiene che lavorare in un coworking non
diminuisca la concentrazione: per questo nei nuovi Hub
abbiamo deciso di creare anche dei piccoli uffici privati
e abbiamo intenzione che ogni hub si focalizzi su una
tematica specifica sulla quale lavorino professionalità
differenti, perché vogliamo sempre evolvere sulla base
dei bisogni della community».
È l'ora delle
Pubbliche Amministrazioni
3
WoJ
vecchi alloggi del tutto sfitti». Un bando che Veglio ha
vinto e ha trasformato in qualcosa di tangibile grazie
ai primi 10mila euro, cui si sono aggiunti i 5 mila con-
cessi dalla Cassa di Risparmio del Biellese e gli altri
messi dal Comune. «Soldi che sono serviti per i lavori
di sistemazione e adeguamento locali, per gli
arredi interni e tutto il resto». Ma il bello
è che Veglio Co-working Project dà delle
postazioni gratuite a tempo indetermi-
nato. “Basta andare sul sito, inviare la
proposta di adesione e si può restare
fino a quando lo si ritiene necessario.Al
momento ci sono 4 postazioni e un’altra
in fase di allestimento. Siamo contenti
perché, tra le altre cose, siamo riusciti a fare aprire
una piccola società a due ragazzi che si occupano di
Web e che volevano proprio un posto dove lavorare. In
un comune così piccolo non è roba da poco». Non tutto
però è free: «Ai coworkers spettano le spese vive, come
elettricità, riscaldamento, ecc..., tutto volutamente a
consumo per responsabilizzare chi è all’interno». Il pri-
mo coworking comunale non è detto si fermi qui: «Ab-
biamo ancora 3 postazioni, ma se ci dovessero essere
tante richieste, siamo disposti a dare un altro stabile,
poco lontano».
Nella seconda metà di maggio è invece stato aperto
il primo coworking di Ivrea, città di provincia del to-
rinese, su cui hanno scommesso Sarah Tappero Merlo
e Paolo Reato. Scommettere non è una parola scelta
a caso perché la differenza con la città si vede e si
sente: «Quello del coworking qui è un concetto total-
mente nuovo»,spiega Paola,«e fare capire che cos’è non
è stato facile, per questo fino al 31 maggio abbiamo
dato la possibilità di provarlo gratuitamente e anche
adesso il primo giorno è gratis». Se vi fate un giro su
www.metooivrea.it, capirete come l’ambiente piccolo in-
fluenza anche il modo in cui i due ragazzi promuovano
il coworking. Puntano in particolare sull’aspetto immo-
biliare facendo il confronto con l’affitto di spazi interi e
molto più grandi: «Certo,ovviamente sappiamo che nel
coworking possono nascere delle sinergie, ma in una
città come Ivrea, fare capire che condividere l'ufficio è
meglio di affittarne uno intero, non è roba da poco. Per-
ché nel secondo caso, il dovere dare un anticipo, firmare
un contratto di locazione di un paio di anni, sostenere i
costi di arredamento ecc..., può scoraggiare fin da subi-
to l’apertura di un’attività.
UN OCCHIO AL PORTAFOGLIO
Ma come funziona un coworking e quali sono i prezzi
medi? Difficile dirlo perché ogni spazio ha la sua po-
litica. Degli esempi: nei Talent Garden di tutt’Italia un
posto fisso viene 250 euro al mese, a Multiverso 250
più Iva. Il prezzo non comprende soltanto l’affitto della
scrivania ma anche le utenze, la portineria e l’utilizzo
degli spazi comuni. Ma ciò che caratterizza il concetto
di coworking è certamente la flessibilità della mem-
bership. Per questo molte realtà offrono la semplice
iscrizione senza affitto che permette di partecipare agli
eventi della community o usare gli spazi comuni (quella
di the Hub parte da 20 euro al mese, 70 per Multiverso
potendo usufruire degli spazi della caffetteria), op-
pure dei pacchetti a giornate o a ore (390 euro per 20
giorni in Talent Garden, Cowo ha un pacchetto
4 giorni a 50 euro più Iva fino a quello di
32 giorni a 250 più Iva). A Ivrea i prezzi
variano anche in base alle «taglie». «Si
va dai 200 ai 300 euro al mese e ci sono
scrivanie taglia s ossia piccole (per chi
lavora solo con Internet), medium, e la
più grande che è la large», spiega Sarah
Tappero Merlo.
Fondamentale è non confondere il coworking con
un ufficio in affitto: «La differenza fondamentale la
fa l’host, chi lo gestisce», commentano gli statupper
Marco Paccagnella e Stefano Francavilla, attualmente
ospitati al Wcap (www.workingcapital.telecomitalia.it)
«deve avere un ruolo attivo che funge da facilitatore di
networking e collaborazioni».
E anche se gli startupper sono certamente tra i prin-
cipali fruitori dei coworking in Italia c’è un mondo di
professionisti per cui questa modalità si può trarre
beneficio: «Noi per esempio» dice Pecorini «abbiamo
anche architetti, giornalisti e un avvocato e collabo-
riamo con commercialisti che ci offrono prestazioni a
prezzi calmierati».
DONNE, LA PRECEDENZA È VOSTRA
Piano C a Milano è uno spazio coworking molto parti-
colare. Ogni donna qui – sposata, single, mamma ecc..
– può affittare uno spazio. Gli uomini invece possono
entrare, ma solo se accompagnati dai figli. Perché?
Piano C, nato da un’idea di Riccarda Zezza insieme ad
altre 4 donne in carriera che hanno abbandonato la
vita in azienda, ha un obiettivo: quello di fare capire
che non solo la condivisione è il futuro ma che il pre-
sente si gioca tutto su questo: non dovere scegliere tra
lavoro (piano A) e vita privata (piano B), ma affidarsi al
piano C che prevede l’esistenza di entrambi. «Ci sono
varie modalità di stare qui e noi le appoggiamo tutte»,
spiega Raffaela Giaquinto community manager. Si può
decidere di concentrare il proprio lavoro in Piano C in
certi giorni della settimana, lasciando in quelli restanti
la possibilità che la scrivania venga occupata da altre
persone oppure venire la mattina o il pomeriggio». E
il bello è che nelle stanze di via D’Orsenigo non si im-
pazzisce a organizzarsi con la babysitter: la struttura
offre il prezioso servizio di cobaby a prezzi a più bassi
della tata. Un aspetto così importante che anche la
Regione Lombardia ci ha messo del suo: con il Progetto
Dote Conciliazione, sovvenziona il cobaby con importi
fino a 200 euro al mese per un massimo di 1600. Una
delle ultime novità di Piano C è il coworking estivo: dal
10 giugno è nato Summer C, 20 postazioni all’Idroscalo
di Milano per lavorare e allo stesso tempo respirare aria
buona. Ma soprattutto, con la fine delle scuole, non
“Non solo
ufficio condiviso,
siamo anche un’agenzia
che dà lavoro a tutti
i coworkers.”
- Niccolò Pecorini,
Multiverso -
Il settore pubblico si è
accorto delle potenzialità
del coworking:
Comune e Camera di Commercio
di Milano hanno dedicato un fondo
di 300mila euro per finanziare il 50%
delle spese a 400 coworker milanesi
(massimo 1500 euro in 12 mesi) in 30
spazi “qualificati” (www.mi.camcom.it/
coworking);
Si sta muovendo in questa direzione
Giovanisì (giovanisi.it) di Regione
Toscana ed è in discussione un nuovo
bando con voucher dell’iniziativa
della Provincia di Roma
(www.romaprovinciacreativa.it/bandi/
avviso-pubblico-per-laccesso-a-spazi-
di-co-working);
Stanno nascendo spazi pubblici di
coworking: esempi recenti sono quelli
del Comune di Veglio (vedi inchiesta),
di Pordenone (www.comune.pordenone.it )
e di Rovereto. (G.C.)
The HUB Milano
Raccontaci qualcosa di te…
«Sono siciliano, sono venuto a Pisa per fare l’università e per lavoro affianco le
aziende che vogliono andare online. Mi manca poco alla laurea in Ingegneria in-
formatica».
Come sei arrivato a interessarti di coworking?
«Sono socio, insieme al mio amico Paolo – che vive in Sicilia, a Ribera - di Contadini
per Passione (contadiniperpassione.it), un portale per la vendita online di arance di
Sicilia. Io gestisco tutto da Pisa, lui da là. Ogni tanto ci incontriamo per decidere
come procedere e si va nei bar o nei pub per fare le riunioni.Mi serviva una postazione
e a Pisa uno spazio “ufficio condiviso” mancava».
Hai aperto da poche settimane uno spazio coworking, hai investito soldi tuoi?
«Sì, circa 6mila euro. Nel progetto ci sono altri tre partner: il gruppo immobiliare
Forti Holding e M31, fondo di venture capital, che sono soci di maggioranza, e Su-
perA3, società di comunicazione. Io, insieme alla SuperA3, ho il controllo operativo
dell’intero progetto».
Quindi il progetto è tuo? E come sei arrivato in Talent Garden?
«Sì, è mio. All’inizio avevo un’idea diversa, poi sono entrato in contatto con uno dei
fondatori di Talent Garden e ho deciso di unirmi a loro invece che lanciare un nuovo
marchio.Ho coinvolto la SuperA3, con cui già collaboravo da freelance,che ha subito
sposato l’idea imprenditoriale. Avevo saputo che Forti Holding stava pensando a un
coworking a Pisa, a quel punto ho presentato il mio progetto che è piaciuto. Forti ha
coinvolto M31, con cui stava già collaborando».
Cosa vuol dire per te il coworking?
«È condividere uno spazio di lavoro tra freelance che prima lavoravano da casa in
spazi non adeguati e in solitudine. Prendono in affitto un tavolo, a costi ragionevoli,
in un ufficio condiviso. Ciascuno ha i suoi progetti di lavoro, ma nel coworking ci si
può confrontare con gli altri professionisti e nasce una sinergia naturale che fa bene
a tutti. Anche io ho una scrivania in affitto e ho avuto da poco una commessa piut-
tosto grossa, la sto dividendo con i vicini di scrivania».
Si parla anche di coworking come incubatore d’idee, c’è differenza con gli incubatori
d’impresa?
«Nell’incubatore vai per farti finanziare la tua idea, ha già un’idea d’impresa e ti ven-
gono dati gli strumenti per crescere. Il coworking è una sorta di pre-incubatore, tu
entri e hai un progetto però ci dici anche“non chiedetemi come starò in piedi e come
farò a realizzarlo”. Il coworking è un ufficio condiviso che ti permette di abbattere le
spese, ma non finanzia la tua idea».
Che tipo di professionisti ci sono a Talent Garden Pisa?
«Lavorano persone che hanno a che fare che fare con comunicazione, digitale, mar-
keting. Su 48 postazioni metà sono già affittate.Vengono selezionate non sulla base
del cv, non ci interessa che titoli hai. È una selezione di tipo “filosofico”, per capire se
sei adatto a stare in un open space, dove si interagisce e si condivide. Se sei geloso
dei tuoi progetti, se temi di esporli agli altri perché te li “rubino” non sei adatto al
coworking».
I guadagni, secondo te quando inizieranno?
«Nel gestire un coworking il guadagno maggiore è quello professionale, cioè visi-
bilità per me e per i miei soci, opportunità di contatti professionali di rilievo che
da solo non potresti raggiungere, probabilmente un aumento delle commesse dato
proprio dalla visibilità. I guadagni intesi come divisione dei ricavi si vedranno solo
fra due anni».
Lorenzo, cosa fai con esattezza?
«Lavoro per GreenGraffiti Italia (greengraffiti.it), un network internazionale di agen-
zie di comunicazione finalizzato a sviluppare nuove forme di comunicazione, pub-
blicitarie o informative, a basso impatto ambientale e con una logica sostenibile.
È un incrocio tra un’agenzia di marketing e una di eventi: cerchiamo idee, slogan,
campagne e soluzioni ad alta creatività che sviluppiamo con tecniche e allestimenti
eco-compatibili».
Da quanto lavori in un coworking?
«Da settembre 2012, quando sono diventato membro del coworking milanese The
Hub (milan.the-hub.net). Ma già a Rimini, mia città d’origine, lavoravo in una sorta
di “coworking faidate”».
Cioè?
«Condividevo la sede con altri liberi professionisti. Di fatto l’approccio al lavoro e lo
stile di vita erano uguali a quelli di un coworking “ufficiale”».
Perché hai scelto The Hub?
«Perché sposa alla perfezione la filosofia di GreenGraffiti. È una rete internazionale
di spazi fisici dove professionisti di tutti i campi possono accedere a risorse (postazione,
connessione Internet, stampante, newsletter con agenda aggiornata di corsi, eventi,
seminari, incontri e informazioni interessanti) e allacciare rapporti umani e profes-
sionali utili anche per realizzare progetti, propri o comuni. Anche The Hub punta su
sostenibilità e scambio di idee, come GreenGraffiti».
Per entrarci hai dovuto superare una selezione?
«The Hub seleziona i propri membri in modo che siano professionisti che condivi-
dano gli stessi principi, obiettivi e stili lavorativi, anche se in ambiti e con compe-
tenze diverse. Nel mio caso questo iter è stata una formalità, avendo, come dicevo,
praticamente tutto in comune».
Quanto costa al mese?
«Dipende dalla membership: da 20 a 300 euro, a seconda che l’occupazione della
postazione sia occasionale o quotidiana. Io ho scelto la membership da 300 euro,
che mi permette di lavorare qui ogni giorno e in qualsiasi ora».
Sei lì da parecchi mesi ormai. Come ti trovi?
«Bene. Il luogo, con 3 openspace, è accogliente, moderno e funzionale; le persone
cortesi, socievoli e discrete. Nascono continui confronti, da cui spesso partono pro-
getti. Mi è già capitato, come ad altri coworkers, di dar vita a lavori comuni, nati
spesso da una chiacchierata».
Quante e che tipo di persone ci sono all’Hub?
«Le persone “fisse”, tipo me, sono una ventina; un giorno possiamo essere in 4 e un
altro in 35. Comunque, a grandi linee, ricorda una classe scolastica. All’appello ci
sono entrambi i sessi, età tra i 25 e i 50 anni circa, con le competenze più disparate.
Ci sono creativi, designer, commercialisti, giornalisti. Di tutto».
Ci descrivi una tua giornata?
«Mi sposto spesso per seguire sul campo progetti e allestimenti. Diciamo che la mia
routine milanese mi vede all’Hub dalle 10 alle 20; pranzo con gli altri coworkers e
spesso, a fine giornata, usciamo insieme. Perché dalle postazioni nascono relazioni
anche umane, amicizie, non solo professionali. È proprio la condivisione uno dei
grandi pro del coworking».
E i contro?
«Avolte si ha bisogno di particolare silenzio e concentrazione.Per cui avere uno spazio
proprio farebbe comodo.Per ora manca,ma l’intenzione di creare delle sale ad hoc c’è».
Il coworking funziona solo nel breve o anche nel lungo periodo?
«Non ci sono regole, dipende dalle singole esigenze».
Pensi che nel futuro lavorerai in un coworking?
«Me lo auguro. Ho bisogno di un luogo così, ricco di stimoli e sempre in fermento.
La sola idea di lasciarlo per una postazione lavorativa “classica” mi mette l’ansia».
“HO PORTATO L'UFFICIO CONDIVISO
NELLA MIA CITTÀ”
“IL MIO FUTURO?
SICURAMENTE IN UN COWORKING
Francesco Corsentino, 27 anni
freelance nel settore sviluppo web e web marketing
per aziende Co-fondatore di Talent Garden Pisa
Lorenzo Fabbri, 31 anni
titolare dell’agenzia di comunicazione
GreenGraffiti, lavora in un coworking milanese
di Susanna Bagnoli
*
di Camila Golzi Saporiti
*
4
WoJ
Intervista
doppia
”
5
WoJ
Premi master e concorsi
QUASI QUASI
CI PROVO ANCH'IO
Ultime
notizie
Tesi di laurea che hanno per
tema il prodotto moda made in
Italy e la conservazione dei beni
culturali, tra le opportunità che
vi segnaliamo in questo numero.
Ma anche premi per giornalisti,
appassionati d’arte e fotografia
e un contest creativo per ideare
tavoli. Che dire? Provateci!
Per pubblicità:
advertising@walkonjob.it
PROMUOVERE I PRODOTTI ITALIANI: 3MILA
EURO ALLE MIGLIORI TESI
20MILA EURO IN PALIO PER
GIOVANI ARTISTI
ARTISTI E FOTOGRAFI EMERGENTI? QUESTO
PREMIO È PER VOI
Un premio a sostegno dei linguaggi moderni nel campo
dell’arte è quello intitolato a Francesco Fabbri e pro-
mosso, per il secondo anno, dalla Fondazione Francesco
Fabbri. Il premio è articolato in due sezioni. La prima è
per autori emergenti, fino a 35 anni, che si cimentano
con la pittura,scultura,installazione alla fotografia,video
arte e performance, disegno e grafica. L’altra sezione è
per gli appassionati di fotografia contemporanea e vi
possono partecipare autori da tutti i Paesi del mondo
e senza limiti d’età. Per i vincitori delle due sezioni, la
Fondazione mette a disposizione 5mila euro ciascuno
per l’acquisto delle opere che entreranno nella collezione
della Fondazione stessa e saranno custodite a Casa Fabbri.
Info e bando su www.fondazionefrancescofabbri.it, c’è
tempo fino al 2 settembre.
Celeste.network, un network online dove artisti e pro-
fessionisti dell'arte contemporanea nazionale ed inter-
nazionale condividono i loro interessi, promuovono il
loro lavoro e aderiscono a progetti culturali, organizza
il concorso Celeste Prize 2013. Giunto alla sua quinta
edizione, è un'occasione rivolta a tutti gli artisti profes-
sionisti, emergenti, autodidatti e agli studenti italiani e
stranieri ed ha l'obiettivo di promuovere nuovi talenti.
Il tema è libero e tutte le opere partecipanti verranno
giudicate da una commissione di esperti. I premi messi
in palio, complessivamente, ammontano a 20mila euro.
Gli interessati possono inviare la loro candidatura entro
la mezzanotte del 31 luglio, collegandosi al sito www.
premioceleste.it dove è possibile visionare anche il
bando completo.
NUOVA VITA AI TAVOLI, CONCORSO PER
PROGETTISTI ITALIANI E STRANIERI
Un concorso internazionale di idee per individuare
concept innovativi sulle diverse tipologie di tavolo (da
pranzo, basso, da salotto, da gioco), è l’opportunità of-
ferta a progettisti e creativi, italiani e stranieri, dalla
ditta Porada Arredi srl con Poli.design, Consorzio del
Politecnico di Milano.Il concept creativo sul tavolo deve
prevedere l’uso del legno, che potrà essere abbinato a
metallo, vetro e altri materiali e deve essere ispirato ai
valori e all’identità del marchio Porada. Possono par-
tecipare anche liberi professionisti, non professionisti,
studenti e dipendenti di aziende; singolarmente o in
gruppo. Al primo classificato andranno 4mila euro, al
secondo 2mila, al terzo mille euro. Interessati? Segnatevi
come deadline il 30 novembre e per tutte le altre speci-
fiche, potete consultare il sito www.porada.it.
In un periodo di crisi mondiale e con un'economia sem-
pre più instabile, la valorizzazione e la promozione in-
ternazionale del patrimonio made in Italy, è una risorsa
da difendere. La Fondazione Masi, che si propone come
Osservatorio nazionale per l'internazionalizzazione e gli
scambi, indice un premio di laurea del valore di 3mila
euro, da assegnare a giovani laureati e studiosi che ab-
biano discusso tesi pregevoli su «Internazionalizzazione
e competitività del Made in Italy nel nuovo contesto
economico mondiale». La domanda di partecipazione
deve essere inoltrata entro il 31 ottobre 2013.
Il bando completo e tutte le informazioni relative al
concorso posso essere visionati consultando il sito web
www.fondazionemasi.it o scrivendo all'indirizzo mail
segreteria.fondazionemasi@ice.it.
5MILA EURO PER GIOVANI SCRITTORI:
TESTI A TEMA LIBERO
L'Associazione Marco Di Martino, onlus fondata dai geni-
tori di un ragazzo scomparso prematuramente e molto
attiva in Africa con iniziative umanitarie, bandisce la
seconda edizione dell'omonimo premio letterario. Sono
ammessi tutti i giovani che non abbiano compiuto il
30esimo anno di età alla data di scadenza della pre-
sentazione degli elaborati. I testi, rigorosamente inediti
e a tema libero, devono essere scritti in lingua italiana e
non superare le 26mila battute. Il concorso è patrocina-
to dalla Provincia di Pescara e prevede l'assegnazione di
un premio di 5mila euro.I partecipanti dovranno inviare
il proprio elaborato e la scheda di partecipazione entro
e non oltre il 31 ottobre.Per maggiori informazioni scri-
vere a segreteria@onlusmarcodimartino.org.
IL FUTURO DELLA MODA ITALIANA NELLE
TESI DI LAUREA
Come cambia il settore moda, come funziona il con-
testo economico e quali sono gli scenari futuri della
promozione del prodotto moda made in Italy, sono
i temi del premio di laurea Alfredo Canessa promosso
da Centro di Firenze per la Moda Italiana e Comitato
Leonardo. Si intendono premiare le ricerche condotte
da giovani studiosi o addetti di settore che abbiano
conseguito la laurea specialistica con tesi discussa
dall’1 gennaio 2009 in poi. Sono ammessi anche gli
elaborati finali di scuole e accademie di moda di du-
rata triennale. La tesi, partendo dall’analisi del contesto
economico attuale, deve affrontare le prospettive del
settore moda e le strategie di valorizzazione del made
in Italy. Al primo arrivato andranno 3mila euro. Info e
bando su www.comitatoleonardo.it, entro il 31 ottobre.
La prima edizione del Premio Giovanni Testori ha due
sezioni: arti figurative e letteratura. Possono partecipa-
re autori che non abbiamo superato i 35 anni. Per le
arti figurative si deve inviare un testo di critica d’arte o
una tesi di laurea o dottorato in storia dell’arte; per la
letteratura si può inviare un testo letterario inedito in
italiano o in dialetto, oppure una tesi di laurea o dot-
torato in letteratura italiana. Il tema che unifica e che
deve caratterizzare i testi è il contributo dato allo svi-
luppo della scrittura contemporanea, letteraria e figu-
rativa, da Giovanni Testori, scrittore, storico dell’arte e
drammaturgo del ‘900. Premi da 5mila euro per il testo
di critica d’arte e letterario, da 2500 euro per le due tesi.
Scadenza: 30 settembre.
Info su www.premiogiovannitestori.org.
IL PREMIO TESTORI PER VALORIZZAre
AUTORI UNDER 35
PER UNA GESTIONE INNOVATIVA DEI BENI
CULTURALI
L’Italia e il suo patrimonio culturale, il rapporto che
lega le imprese italiane ai beni culturali e alla loro con-
servazione e valorizzazione, sono il tema del premio
di laurea intitolato a Linda Cena, istituito da Comitato
Leonardo e Fondazione Bracco per tesi di laurea ma-
gistrali. L’argomento è lo studio dei modelli emergenti
nell’approccio alla conservazione dei beni culturali,
come si evolva la normativa di settore, come collabori-
no profit e no profit in questo campo. Ma anche quali
siano i modelli di fundraising, di filantropia d’impresa
e di gestione innovativa dei beni culturali. La laurea
deve essere stata conseguita nell’anno accademico
2011- 2012 non oltre la scadenza del bando. Alla tesi
scelta andranno 3mila euro. Scadenza: 31 ottobre. Info
e bando su www.fondazionebracco.com.
LA RICERCA ONCOLOGICA RACCONTATA
DAI MASS MEDIA
Personalizzazione, sopravvivenza e qualità della vita:
un futuro per i pazienti oncologici. Questo il tema della
seconda edizione del premio giornalistico Merck Sero-
no, dedicato ai nuovi traguardi della ricerca scientifica
ed organizzato dall'omonima divisione biofarmaceutica
del gruppo Merck. Il premio prevede tre categorie: testate
online, periodici, radio e tv e al vincitore di ciascuna
sezione varrà assegnato un premio di 2500 euro. Pos-
sono partecipare al concorso tutti i giornalisti iscritti
all'Ordine nazionale e gli autori che pubblicano su
testate regolarmente registrate, con articoli o servizi
in lingua italiana pubblicati o trasmessi dal 1° gennaio
2013 al 15 ottobre 2013. Il termine ultimo per la parte-
cipazione è il 22 ottobre.
Tutte le info sul sito www.gascommunication.com.
che ora di lavoro in più sarà, l’agenzia con cui effetti-
vamente avete firmato il contatto. Contratto che, come
quasi in tutti i casi, esige sempre una forma scritta. Se
per qualsiasi motivo un’agenzia vi manda a lavorare
presso un’azienda senza ancora avervi fatto firmare
niente, sappiate che il contratto di somministrazione è
nullo e che sarete considerati a tutti egli effetti di legge
alle dipendenze di chi usa la vostra prestazione, ossia
l’azienda.
Il contratto di lavoro somministrato è temporaneo, ha
quindi una sua durata la cui fine e inizio devono essere
espressamente indicate nel contratto. Se però il vostro
sta per scadere non disperate: sono ammesse anche le
proroghe, purché il contratto rispetti sempre quanto
previsto dai contratti collettivi nazionali.
Tra i vantaggi del contratto di somministrazione, simile
a uno a tempo determinato, c’è il fatto che lo stipendio
non può essere diverso da quello percepito dai vostri
colleghi dipendenti dell’azienda, che svolgono la stessa
mansione e con lo stesso livello. Non è detto poi che
non possiate essere assunti anche voi come dipendenti
dall’azienda, questo può avvenire a conclusione del
contratto.
I CAMBIAMENTI DELLA RIFORMA FORNERO
Ovviamente, come per altre forme contrattuali, anche
in questo caso la Riforma Fornero, approvata lo scorso
anno, ha apportato qualche modifica. Le novità riguar-
dano, così come per i contratti a tempo determinato, la
Prepararsi
al lavoro
6
WoJ
Ci metterei la firma
IL CONTRATTO DI
SOMMINISTRAZIONE LAVORO
di Cristina Maccarrone
*
casualità da indicare sul contratto (ossia il motivo per
cui si assume a tempo). Non ci sono problemi se la per-
sona è al suo primo incarico di lavoro in assoluto: se il
contratto non dura più di un anno, non c’è bisogno che
sia espressamente riportato per quale motivo la si sta
assumendo.
Per chi ha già lavorato,la questione non è molto facile e
la causale diventa determinante. Se manca, il contratto
di somministrazione a termine si trasforma in automati-
co in un tempo indeterminato con l’azienda utilizzatrice.
Di recente, anche due sentenze della Cassazione hanno
chiarito l’importanza delle motivazioni da inserire nel
contratto. Tali causali possono essere legate a ragioni
tecniche (necessità di avere personale specializzato
per fare dei lavori che gli interni non possono fare); di
produzione (come è intuibile, ci sono delle commesse
o picchi di lavoro cui l’azienda deve far fronte); ragioni
organizzative (c’è l’esigenza da parte dell’azienda di
riorganizzare il lavoro per introdurre delle sperimen-
tazioni); sostitutive (se ci sono persone assenti per de-
terminati periodi o perché temporaneamente inidonee
al lavoro).
Contratti: questi sconosciuti. O meglio conosciuti sì, ma non così a
fondo come si vorrebbe. Per aiutarvi a fare un po’ di chiarezza (o
almeno provarci) eccoci nuovamente con la nostra rubrica dedicata
ai rapporti di lavoro.
Nuove norme per i tirocini: si decide il 24 luglio
Prestate però attenzione perché qualcosa per
quanto riguarda i tirocini, detti anche stage,
potrebbe cambiare a breve. È infatti fissato per
il 24 luglio un appuntamento molto importante
che potrebbe migliorare la situazione.
Si terrà in quella giornata la conferenza Stato-
Regioni che avrà appunto come obiettivo
quello di vedere a che punto sono le Regioni
per quanto riguarda gli stage. Questa
conferenza infatti viene dopo un’altra avvenuta
il 24 gennaio in cui Governo e Regioni hanno
firmato un accordo per definire le linee guida in
materia di tirocini, ossia tutta una serie di misure
che devono evitare comportamenti scorretti da
parte delle aziende. L’incontro di luglio servirà a
vedere in che modo le Regioni hanno recepito
le linee guida (da loro stesse decise insieme al
Governo) e che normative stanno mettendo in
atto o hanno pensato di mettere in atto e come
le renderanno operative per far sì che tirocinio e
sfruttamento non vadano più di pari passo.
Prima di andare a vedere cosa dicono le linee
guida, c’è da dire che sugli stage è stata messa
in atto una telenovela senza fine. L’ultima
puntata ha mischiato molto le carte in tavole: il
Decreto Legislativo 138/2011 convertito in legge
148/2011, non è più legittimo. Se ricordate,
quella legge dava dei limiti restrittivi ai tirocini
formativi e di orientamento ossia quelli non
curriculari i quali non potevano durare più di
sei mesi, comprese le proroghe, e che erano
possibili solo per neodiplomati e neolaureati da
non più di 12 mesi. La Corte Costituzionale ha
dichiarato illeggitimo questo provvedimento
perché a suo dire lo Stato ha invaso la materia
delle regioni (al momento gli stage sono
dunque regolati dalle normative regionali e
in via residuale dall’art.18 della legge 196/97
e dal regolamento attuativo 142/98) quindi
saranno quest’ultime, di comune accordo con
il Governo e considerando che su determinate
materia la competenza è loro, a definire come
dovranno essere gli stage.
Quanto alle linee guida, una novità è che
ogni stageur dovrà ricevere un’«indennità di
partecipazione».
La somma verrà decisa dalle Regioni, ma le
linee guida hanno stabilito che non sia
inferiore ai 300 euro lordi mensili. Altri due punti
importanti, sempre riguardo all’indennità,
specificano che questa verrà considerata al
pari di reddito da lavoro assimilato e che non
andrà a intaccare l’indennità di disoccupazione
eventualmente percepita da chi fa lo stage
e questo perché –aspetto tutt’altro che
trascurabile – il tirocinio non è paragonabile a
un rapporto di lavoro.
Come saranno dunque regolati gli stage, si
saprà a partire dal 24 luglio in poi, però qualche
regione che si è portata avanti c’è. Come la
Toscana, guidata in questa riforma dello stage
dall’assessore regionale al Lavoro Gianfranco
Simoncini che mesi fa ha messo in atto alcune
norme a favore degli stagisti: il rimborso spese
di 500 euro lordi e l’inserimento obbligatorio
del progetto formativo, puntando sul fatto
che l’acquisizione di competenze è uno degli
obiettivi principali del tirocinio. (C.M.)
Se vi siete appena laureati o siete in procinto di farlo, sicuramente vi sarete già guardati
intorno per vedere di fare un tirocinio (magari con un rimborso spese) per cominciare
a testare il mondo del lavoro e capire se la direzione presa con gli studi universitari è
quella giusta o se vale la pena investire su altro per trovare un impiego.
SE C’È BISOGNO DELL’INTERMEDIARIO
Questa volta riflettori puntati su un contratto molto
usato dalle agenzie di lavoro ossia il contratto di lavoro
somministrato, detto anche ex interinale.
Il nome fa già capire che stiamo parlando di un lavoro
che prevede un intermediario.
Volendo essere ancora più precisi, questo tipo di con-
tratto si caratterizza per il fatto che è concluso da un
soggetto che utilizza la prestazione lavorativa (utiliz-
zatore) e da un altro che fornisce la prestazione (il som-
ministratore). Terzo, ma non meno importante tra i pro-
tagonisti: il lavoratore. A differenza, quindi, degli altri
contratti, in questo caso i soggetti sono tre e ognuno
con un ruolo ben preciso e identificato, il che fa sì che ci
sia un doppio rapporto contrattuale.
In primis tra il somministratore–un’agenzia per il lavoro au-
torizzata dal Ministero (diffidate se l’autorizzazione manca:
siamo nell’illegalità)-e il lavoratore,con cui viene stipulato
un contratto a tempo. In secondo luogo tra l’utilizzatore,
azienda pubblica o privata, che utilizza il lavoratore
che, però, firma il contratto di somministrazione con
l’agenzia stessa. Se però avete un contratto di questo
tipo, o state per firmarlo, non preoccupatevi: sebbene in
tutto questo, il vostro datore di lavoro sarà comunque
l’azienda, è l’agenzia a corrispondervi mensilmente lo
stipendio e a preoccuparsi degli oneri previdenziali e
dell’assicurazione sul posto di lavoro. Insomma, lavore-
rete presso un’azienda pubblicata o privata,ma la vostra
interfaccia in caso di problemi o se dovete fare qual-
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7
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tazione di modelli operativi per i processi di approv-
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interested in this position please send your resume in-
cluding an extended cover letter in English.
Sede di lavoro: Olanda.
Phisycs
Professione
Supply chain
manager
Mamma, moglie e promossa supply chain manager
(vedi box) appena rientrata dalla maternità. Sei tu
diversa dagli altri, è il tuo settore a essere comunque in
crescita o è frutto di particolari scelte? Insomma: come
ci sei arrivata?
«Penso di avere avuto abbastanza fortuna: mi sono tro-
vata nel posto giusto al momento giusto. Certo, credo
anche di averci messo del mio dimostrando passione,
professionalità, intraprendenza. Non mi sono mai tirata
indietro di fronte a cambi di ruolo, responsabilità e ho
avuto persone che hanno creduto in me e mi hanno
dato delle possibilità. Quanto al settore, bisogna fare
delle differenze tra il chimico in generale e l’azienda
in cui lavoro, una multinazionale americana di origine
tedesca».
Cominciamo dalla visione generale.
«Il chimico-farmaceutico in Italia ruota intorno a due
grossi poli: quello di Roma-Latina e di Milano. Quando
ho scelto l’università,quindi,avevo già l’idea di inserirmi
nel territorio e nel settore (Angela vive e lavora ad Aprilia,
prov. di Latina, ndr) che fino a 5-10 anni fa non aveva
conosciuto crisi, specie nella mia zona dove ci sono
molte aziende di proprietà americana che hanno vis-
suto dei periodi d’oro di cui hanno beneficiato anche
i dipendenti. Ultimamente, c’è stata una contrazione e
l’andamento delle cose non fa ben sperare per il fu-
turo. O meglio: sono convinta che il settore terrà, ma
a differenza di altri Paesi, le grandi aziende che produ-
cono farmaci generici non hanno investito molto nella
ricerca e su nuovi prodotti. E questo pur non essendo
particolarmente insidiate dai farmaci equivalenti che in
Italia non hanno conosciuto la grande diffusione che ci
si aspettava».
E quella per cui lavori in cosa si differenzia?
«La Catalent lavora per conto terzi, si occupa oltre che
di farmaci generici anche del settore alimentare (inte-
gratori dietetici) e del settore cosmetico. Il fatto che
gestisca diverse linee di business e sappia diversificare
in base al mercato,le ha consentito di essere dove è ora.
L’anno è stato difficile sì, ma è un’azienda che va avanti
e crescerà perché abituata a cambiare e a muoversi con
rapidità».
Tornando a te, hai ottenuto la promozione da neomam-
ma. Com’è successo?
«L’azienda aveva previsto una riorganizzazione già
prima che andassi in maternità e mi é stato proposto
questo ruolo che prevede la gestione della relazione
Cosa fa un supply chain
manager? Se non avete la
più pallida idea, non date
la colpa al vostro inglese.
Anche se lo masticate abbastanza,
non è detto vi venga in aiuto: le
definizioni della supply chain sono infatti
varie, come ci conferma Angela: «Può
riguardare diversi reparti, dipende da
come viene organizzata dall’azienda».
Dovessimo limitarci a una descrizione
sintetica, per supply chain si intende la
catena di fornitura, il passaggio di un
prodotto da un’azienda a un’altra.
Andando quindi a guardare nello
specifico, il lavoro di Angela prevede
innanzitutto la gestione della relazione
con il cliente – per tutti i settori di business
- ma non solo: «Coordino un team di
14 collaboratori (customer service,
acquisti, pianificazione, supervisione
del magazzino, coordinamento della
logistica, import-export) e un team di 8
operatori di magazzino».
Le principali responsabilità? «Organizzare
la pianificazione (cuore della supply
chain) e la schedulazione delle attività
per soddisfare le richieste del cliente e
assicurare il raggiungimento dei target
mensili. Mi occupo anche di ottimizzare
il processo di consegna, di rivedere e
migliorare le perfomance attuali. Questo
per migliorare il servizio, l’efficienza della
produzione e minimizzare gli investimenti
nell’inventario». (C.M.)
Ci sono donne la cui forza e
determinazione traspare da
ogni parola. Lo senti da come
soppesano quello che dicono.
Perché mentre parlano non
pensano tanto all’effetto né
se ne compiacciono. Pensano
solo a comunicare bene e con
chiarezza ciò che sanno. Quella
chiarezza che, per Angela
Ferrara, è data da una passione
che l’ha portata fin qui: a
essere supply chain manager di
un’azienda farmaceutica e allo
stesso tempo mamma a 34 anni.
Se pensate che gli under 35
siano indecisi e insicuri (pure
se non lo pensate), soffermatevi
tra queste righe.
L'ospite
speciale
Angela Ferrara, mamma e donna in carriera
CHI L'HA DETTO CHE
BISOGNA SCEGLIERE?
di Cristina Maccarrone
*con il cliente e di tutta la pianificazione e logistica,
mentre prima mi occupavo della linea di business del
settore farmaceutico (dalla relazione con il cliente fino
alla spedizione del prodotto finito).Ho molta flessibilità
negli orari e mi è stata data anche la possibilità del
telelavoro, ma visto il nuovo lavoro e l’esigenza di rior-
ganizzare il gruppo e avendo l’aiuto dei nonni, sono
rientrata al lavoro. Il mio non è il primo caso: anche
un’altra collega è stata promossa mentre era incinta».
Come nel film Sliding Doors: c’è un treno che non sei
riuscita a prendere o uno che ti sei pentita di aver preso?
«Ho fatto un’esperienza di lavoro nella Svizzera tedesca,
ma per motivi personali ho deciso di tornare.Ogni tanto
mi chiedo cosa sarebbe successo se fossi rimasta. Però,
no, non sono pentita, guardo avanti».
Quanto conta per te la determinazione nel lavoro?
«Tanto. Sono entrata in un settore in cui non conoscevo
nessuno e quello che ho l’ho conquistato sul campo,
anche reinventandomi (ho studiato Chimica organica:
avrei dovuto lavorare nella ricerca o nel settore qualità).
Conta molto sapersi muovere e il trovarsi nei posti giusti
(la fortuna di cui dicevo prima). E sì, anche lo spirito di
abnegazione».
E la famiglia: un ostacolo, come spesso si crede o invece
aiuta la carriera?
«Be’, certo rende meno libero di prendere alcune de-
cisioni rischiose e forse preclude qualche opportunità.
Ma allo stesso tempo avere una famiglia stabile con un
bambino adorabile e un marito comprensivo può essere
una forza. Al lavoro do tanto, mi stanco molto e spesso
vivo le vicende professionali come personali. Prima non
riuscivo a togliermi quel senso di nervosismo, ora quan-
do sono a casa mi basta fare il solletico a mio figlio o
vederlo camminare per essere contenta».
La nostra generazione però sembra sempre più precaria,
nel lavoro e nei sentimenti.Secondo te a cosa è dovuto?
«C’è precarietà e precarietà. Nel lavoro conosco gente –
e forse sono un po’ intransigente in questo – che non
si è impegnata così tanto, di contro c’è chi invece non
è stato fortunato: crede tanto in un lavoro, ottiene sì
risultati ma è vittima del contesto. Quanto ai senti-
menti, a un certo punto, ho deciso di ripartire dalla mia
vita privata, ma vedo che i miei coetanei si stancano
facilmente, voltano pagina con più celerità. In genere,
si è meno disposti a fare quei piccoli grandi sacrifici
per creare un rapporto stabile. Forse come per il lavoro,
il segreto sta tutto qui: nel mettersi davvero in gioco».
8
WoJ
Tra smartphone, compatte digitali e Instagram, ci sentiamo tutti un
po’ fotografi. Ma trasformare un passatempo in un vero e proprio
lavoro non è così facile. Occorrono passione, talento e determinazione,
oltre naturalmente a una tecnica impeccabile. Come muoversi per
diventare buoni fotografi tra scuole, gavetta e portfolio?
Milano e dello IED di Roma, Milano e Venezia.
Saper fare belle foto non basta. La concorrenza è
elevata e i settori che un tempo «tiravano», ora
sono sepolti. Quello che è importante è individuare
le aree migliori in cui muoversi, dove ci siano clienti
disposti a pagare.«Oltre alle competenze fotografiche»,
commenta Roberto Tomesani, «occorrono competenze
aggiuntive. Vuoi fare il fotografo di moda? Fallo se hai
una reale passione per la moda. Vuoi diventare foto-
grafo sportivo? Coltiva un vero interesse per questo
ambito e frequenta eventi del settore».E così via.«Ogni
ambito specifico corrisponde a un mestiere altrettanto
specifico», prosegue. «L’essere fotografo in generale
oggi difficilmente dà soddisfazione economica».
Moda, sport, food, matrimoni, architettura. Chi più ne
ha più ne metta. I settori della fotografia sono nu-
merosissimi. Ma a quali mirare? «A mio avviso», spiega
Andreas Ikonomu, fotografo e segretario di Afip, As-
sociazione Fotografi Italiani Professionisti – CNA
Professioni, «oggi il giornalismo non offre più sboc-
chi in quanto le testate comprano molte foto online.
Bisogna individuare settori in cui non è facile essere
sostituiti.Ad esempio lo still life e il food.Però ci vuole
pratica per stupire». E passione perché «solo così si
Per diventare fotografo non occorrono diplomi o lau-
ree specifiche, non c’è un Albo che attesti la professio-
ne (da febbraio 2013 però esiste la norma UNI 11476
che certifica l’attività fotografica, non obbligatoria
per esercitare. Si può richiedere da luglio, costa circa
250 euro, se si hanno requisiti minimi di esperienza
e sostenendo un esame. Info: www.uni.com; www.ac-
credia.it). Spesso si approda alla fotografia dopo per-
corsi formativi legati all’arte, al design, all’architettura.
Ma non mancano scelte meno scontate. In che modo,
però, apprendere le tecniche fotografiche e una buona
cultura dell’immagine? Le strade sono essenzialmente
due: o da autodidatta, o frequentando scuole. «Se sì
è giovani», consiglia Roberto Tomesani, fondatore e
coordinatore dell’Associazione Tau Visual, «indicativa-
mente sotto i 25 anni, suggerirei una scuola triennale,
che offre tecniche ma anche formazione umana e cul-
turale. Se invece una persona sceglie il mestiere dopo
l’università o quando è comunque già più maturo, con-
siglierei workshop mirati, più brevi ma concreti e in
linea con il settore di specializzazione».
Tra le scuole di fotografia più note ci sono l’istituto
Italiano di Fotografia a Milano e la Scuola Romana di
Fotografia a Roma; i corsi del Centro Riccardo Bauer a
Una vita da “cane sciolto”
FOTOGRAFIA
TRASFORMARLA
IN UN LAVORO
di Elisa Di Battista
*
Andrea Di Mauro, 35 anni
Fotografo e co-fondatore di un’agenzia
fotografica a Milano
Dopo anni da dipendente, fonda con due soci un’agenzia che oggi ha 20
fotografi freelance, 2 agenti di vendita e 14 agenzie partner all’estero.
www.italyphotopress.it
Come ti sei avvicinato alla professione?
«Ho iniziato con uno stage alla fine del mio percorso di studi (diploma in
Comunicazioni visive e post diploma in Tecniche e linguaggi web, ndr.). In seguito
ho collaborato con diverse agenzie fotografiche come assistente per fotografi e
archivisti».
Perchè aprire un’agenzia fotografica?
«Dopo una decina di anni da dipendente presso agenzie fotografiche, ho
deciso con altri colleghi di mettermi in proprio e provare con le nostre forze a fare
il lavoro che volevamo».
Come si svolge una giornata tipo?
«Comincia individuando le notizie di rilievo su quotidiani e agenzie di stampa
web, poi insieme ai nostri collaboratori programmiamo gli eventi da seguire
durante la settimana e gestiamo accrediti e disponibilità lavorative. Durante il
giorno riceviamo dai nostri reporter il materiale fotografico e lo distribuiamo ai
clienti, eseguiamo i servizi commissionati e inviamo dal nostro archivio le immagini
alle redazioni fino al loro orario di chiusura».
Ei clienti come si cercano?
«Si tratta di case editrici nazionali ed internazionali, uffici stampa e agenzie
di marketing e pubblicità. Li cerchiamo attraverso una rete di contatti coi
responsabili delle redazioni giornalistiche o con le amministrazioni fornitrici delle
case editrici per la presentazione e l'offerta dei nostri servizi». (E.D.)
Alberto Alpozzi, 30 anni
Fotoreporter freelance in zone di crisi
Coraggio e preparazione. Questi i requisiti per partire per le aree di guerra.
Il professionista torinese si racconta anche su www.albertoalpozzi.it
In quali aree di guerra hai lavorato?
«Sono stato via 4 volte, da dicembre 2011, tra Afghanistan, Kosovo e Libano
per periodi di circa 10 giorni l’uno. Sono stato nei teatri operativi sempre come
embedded, cioè col supporto dell’Esercito Italiano e vivendo nelle basi militari
italiane, anche perché quel che mi interessa è documentare non tanto le missioni
quanto il lavoro svolto dai militari italiani (L’alternativa all’embedded è lavorare
come inviato per testate giornalistiche che coprono anche le spese, ndr.)».
Come si diventa fotoreporter embedded?
«Si domanda l’accredito allo Stato Maggiore della Difesa presentando il
progetto da realizzare indicando le tipologie di pubblicazione: carta stampate,
televisione, ecc. Gli accrediti vengono concessi a seconda della disponibilità e
della situazione nelle aree di crisi».
In che modo ti sei preparato per questo tipo di reportage?
«Ho iniziato seguendo eventi, manifestazioni, sommosse e G8. Avevo tenuto corsi
di aggiornamento professionale per i fotografi dell’Esercito collaborando con la
Regione Militare Nord. Per alcuni lavori la professionalità la si crea con il tempo e
l'esperienza».
Aquale scatto sei più affezionato?
«Di scatti che mi piacciono anche dopo anni ce ne sono 2 del carcere di
Herat e dell’Afghanistan dall’alto. Più che altro sono legato all’emozione vissuta
in certi contesti. Ed è l’Afghanistan ad essermi rimasto dentro, sia per i militari che
ho conosciuto che per la popolazione locale, dignitosissima nonostante l’estrema
povertà». (E.D.) 9
WoJ
Professioni
sopportano le difficoltà e si trova una strada. Soprav-
vive solo chi offre qualcosa in più rispetto agli altri»,
chiosa Ikonomu.
Ma,dopo,come buttarsi nel concreto sul mercato? Una
strada può essere quella dell’assistentato presso un
fotografo. Almeno 2-3 anni per circa 1000-1500 euro
al mese (o 150 euro al giorno per lavori saltuari) con
partita Iva o a progetto. I pro: apprendere i trucchi del
mestiere al fianco di un professionista. I contro: ri-
cominciare da zero costruendo un portfolio personale
e cercando clienti. Insomma, una scelta da valutare in
base a tempi, età, contatti.
Ad ogni modo,il portfolio è indispensabile per chiunque
inizi. Poi, bisogna proporsi alle agenzie, alle aziende. E
curare la reputazione online: dal sito ai profili sui so-
cial media. «Occorre fare esperienze all’estero, ma poi
fare pratica nel luogo in cui si vuole lavorare», consi-
glia Ikonomu. «E fare anche da grafico, creativo e co-
municatore». E non solo, perché – nonostante quello
del fotografo sia un mestiere per «“cani sciolti”, e si
lavori soprattutto da soli», come sottolinea Tomesani
– per combattere la crisi meglio creare una squadra.
Come hanno fatto i 4 ragazzi di Zep Studio (www.
zepstudio.com), che coniugano fotografia, arti visive,
grafica fondendo le competenze. «Lavoriamo più da
artigiani che da agenzia», spiega Carlo Di Pasquale.
«I processi standard sono pochi, comprendiamo le ne-
cessità di ogni cliente e insieme produciamo qualcosa
che lo rappresenti. Le nostre giornate? Un continuo
brain storming».
INTERVISTE COMPLETE SU WWW.WALKONJOB.IT
Nuove
frontiere
10
WoJ
Avete il classico romanzo nel cassetto e sentite che è arrivato il
momento di fargli vedere la luce? Fra le «alternative possibili» c'è
anche il self publishing, ovvero pubblicarsi da sé, saltando la trafila
del manoscritto inviato alle case editrici. Come si fa? E conviene?
L’abbiamo chiesto a chi l’ha provato.
Imetodi tradizionali per fare di un manoscritto un li-
bro «vero» sono abbastanza noti: mandarlo ad alcuni
editori e incrociare le dita oppure optare per l'editoria
a pagamento, in cui gli autori devono coprire le spese
di stampa con un contributo economico o garantendo
l'acquisto di un certo numero di copie. Esiste però an-
che una terza via: il self publishing, cioè pubblicare
il proprio scritto da soli e a costo zero (o quasi), av-
valendosi di una delle tante piattaforme che operano
online e sfruttano le potenzialità degli ebook. Si va da
Amazon (www.amazon.it, su cui è possibile pubblicare
direttamente ebook per Kindle), a Lulu.com, dal noto
Ilmiolibro.it del Gruppo Espresso a Narcissus.me, fino
a Kobo Writing Life (it.kobo.com/writinglife), legata a
Mondadori.E non mancano formule come Libro/Mania
(www.libromania.net), società nata dalla partnership
di De Agostini Libri con Newton Compton Editori, che
opera in modo più simile a un editore tradizionale,
selezionando gli scritti da pubblicare e offrendo ser-
vizi come editing e correzione di bozze.
Per orientarsi è utile vagliare le diverse piattaforme
in base ai parametri che più interessano: la diffusione
che ciascun sito garantisce, le royalties corrisposte agli
autori, le opzioni sui diritti o la possibilità di stampare
copie cartacee su richiesta. In tutti i casi (Libro/Mania
a parte) è l'autore ad occuparsi del suo testo in ogni
passaggio, dall'impaginazione alla conversione in for-
mato digitale alla scelta del prezzo. Ogni sito mette a
disposizione guide dettagliate su come fare.
Costi? Praticamente zero: l'autore deve metterci so-
prattutto tempo e voglia di confrontarsi con gli aspetti
informatici della questione. Le piattaforme infatti con-
sentono il caricamento gratuito dei contenuti e gua-
dagnano una percentuale sulla loro vendita, offrendo
a cifre modiche eventuali servizi extra.
La Rete dei Giornalisti e Blogger per l'Ambiente, grup-
po di Google+, ha fatto completamente in casa l'ebook
collettivo Elezioni 2013. Sconfitto l’ambientalismo po-
litico, quale ecologia in Parlamento. Le analisi della rete:
«L'ho realizzato con Sigil e Calibre, due risorse open
source», spiega il giornalista Sergio Ferraris, che ne
ha curato l'impaginazione. Il testo è gratis su Narcis-
sus.me: «Volevamo metterlo a disposizione di tutti.
L'editore ha sposato il progetto consentendone la dif-
fusione gratuita», spiega la collega Marina Perotta. Di
solito infatti Narcissus trattiene il 40% del prezzo di
copertina sulle vendite effettuate (10% per le spese di
distribuzione e 25-30% per pagare le librerie online)
mentre l'autore non sostiene costi diretti (ma si pa-
gano 4 euro una tantum – cioè una volta sola per tutte
le copie – per dotare il proprio testo di codice Isbn,
necessario per vendere nelle librerie online, e 60 cen-
tesimi a cartella se si chiede assistenza per convertire
il testo in formato ePub, il più versatile).
«Ho scelto Amazon perché permette di decidere quale
percentuale guadagnare dalla vendita delle opere, in
base all’uso che se ne vuole fare. Io prendo il 70%»,
racconta Camilla Ronzullo, blogger autrice di Farfalle
in un lazzaretto, (disponibile in ebook a 5,15 euro) che
potete leggere nell’intervista a fianco.
Leonardo Oddi ha autopubblicato - su carta - la rac-
colta di poesie Quasi dimenticavo con Ilmiolibro.it, nel
2011: «È stato stampato on demand,in base alle richieste
di chi poteva leggere la preview online. Il prezzo è
8,50 euro, ho guadagnato circa 30 centesimi a copia.
Ne ho comprate alcune per distribuirle alle presen-
tazioni: l'autore ha uno sconto, ma non guadagna
royalties sulle copie che acquista per sé? Esperienza
comunque positiva. Ho diffuso la mia poesia e trovato
nuovi lettori. Però per un prossimo libro preferirei i
canali tradizionali: avere un editore che ti sceglie è di-
verso e hai la promozione». Infatti chi si autopubblica
deve farsi da sé anche la pubblicità, coltivando il pro-
prio pubblico di riferimento e impegnandosi per far
conoscere il proprio scritto sui social network e fuori.
D'altro canto il self publishing ha diversi pro: è low
cost, pratico e veloce. Una volta confezionato l'ebook
lo si carica sul sito e in 24 ore si è in vetrina, online.
Le royalties corrisposte sono molto interessanti: «per
esempio su Amazon», spiega Sergio Ferraris, «arrivano
fino al 70% del prezzo di copertina, mente l'editoria
tradizionale riserva agli autori al massimo l'8% del
ricavato».
Camilla Ronzullo, giornalista, scrive
su www.zeldawasawriter.com. Ha
pubblicato su Amazon il primo romanzo,
Farfalle in un lazzaretto.
Come sei approdata al self publishing?
«Terminato il libro ho chiesto pareri nel
settore dell'editoria “vera”: ho avuto riscontri
positivi, però la situazione era in stallo. A quel
punto ho fatto delle considerazioni: per me
scrivere è essere felice, e non potevo dirmi
scrittrice senza aver mai pubblicato un libro.
Anche alcuni editor che leggevano il blog
mi avevano incoraggiata a finire eventuali
scritti iniziati. Quindi mi sono informata e ho
deciso».
Come ti sei organizzata?
«Ho coinvolto la mia associazione
culturale, Bastian Contrari. Ho riletto il libro
3 volte, anche con la collaborazione di
un'amica editor e della mia socia Clelia, per
stanare errori e refusi e dare al testo la sua
forma definitiva. Infine il mio webmaster ha
trasformato tutto in ebook».
È stato difficile?
«No, ci è voluto più a decidere che a
farlo. Per l'aspetto tecnico, uno smanettone
può fare da solo il suo ebook: Amazon
ha una guida molto dettagliata su tutti gli
aspetti, compresi estensione del file e font
consigliati. Poi il sito passa al vaglio l'opera
finita e ti dice quando sarà online. In 24 ore il
mio libro era in vendita!»
Come sono andate le vendite?
«Un lento ma crescente wow! (sul
numero glissa per ora mantiene il riserbo, ndr)».
Come ti vengono corrisposte le royalties?
«Con bonifico: l'ho scelto io, più pratico
dell'assegno».
Ripeteresti l'esperienza del self publishing?
«Sì, e la consiglio. È una possibilità adatta
a tutti, da sfruttare e supportare: più gente
propone contenuti attraverso gli ebook e
più ognuno avrà la possibilità di diffondere la
propria opera».
Dopo l'ebook hai stampato delle copie
cartacee...
«Sì: 100, in una vecchia stamperia milanese.
Le ho vendute nel giro di poco: la carta ha
sempre la sua “aura”. Penso di stamparne
altre, finanziate in parte con il ricavato delle
vendite del testo digitale».
Che consigli daresti a chi vuole
autopubblicarsi?
«Informatevi bene su tutte le alternative.
Anche nell'editoria c'è chi lucra sui sogni
altrui: diffidate di proposte super che vi
costerebbero un mucchio di soldi. Cercate di
proporre la vostra scrittura attraverso il Web
già prima di pubblicare e fate rete con chi
ha la vostra stessa passione, per condividere
gioie e far sapere che esistete e producete.
Il self publishing dà royalties molto alte, ma
ha un contro: sei un punto in un mare infinito.
Amazon non organizza presentazioni né
fa da ufficio stampa, è fondamentale farsi
conoscere autonomamente». (I.R.)
Bozze nel cassetto
Il mio libro?
Lo pubblico da me
grazie al Web
di Ilaria Romano
*
Camilla Ronzullo
L'ebook pronto
in 24 ore
ipsoa.it), Business School del Gruppo Wolters Kluwer
Italia. Il corso base di paghe e contributi (part o full time,
livelli da base a specialistico) e quello base di con-
tabilità sono fra i best seller della scuola di formazione.
Si tengono a Milano e Roma (in alcuni casi anche in
altre città), da ottobre a novembre-dicembre, e i costi
vanno dai 500 euro in su + Iva, a seconda di quello che
sceglierete.Per info e programmi dettagliati di ciascuno
consultare il sito.
Dieffe (www.dieffe.com), cooperativa sociale ed ente
di formazione accreditato presso la Regione Veneto,
organizza il corso di Contabilità, amministrazione e pa-
ghe con software gestionali, dedicato ad aspiranti ad-
detti alla contabilità con conoscenza della contabilità
analitica e delle procedure di budgeting aziendale.
Il corso, serale, dura 600 ore (350 di teoria ed eser-
citazioni e 250 di stage) ed è pensato anche per chi
non ha una specifica preparazione tecnica nel settore. Il
superamento dell'esame finale permette di conseguire
la qualifica professionale di addetto alla contabilità ri-
conosciuta dalla Regione Veneto. Il costo è di 2050 euro
e sono aperte le preiscrizioni per la prossima edizione,
che sarà presentata a Verona a inizio settembre.
CINESE E GIAPPONESE: PERCHÉ NO?
Per chi guarda all'estero, due proposte che portano
in… Oriente. L'Istituto Confucio di Roma (www.istitu-
toconfucio.it) organizza corsi di cinese della durata di
50 ore al prezzo di 350 euro. Ce n'è per tutti i livelli e
le esigenze. Le iscrizioni ai moduli estivi sono chiuse,
ma si riparte a settembre, con inizio delle lezioni ai
primi di ottobre. Sempre a Roma, l'Istituto Giapponese
di Cultura (www.jfroma.it) propone una vasta gamma
di corsi: da quelli di cultura a quelli di lingua in vari
livelli, per chi desidera comunicare verbalmente e per
iscritto nell'idioma del sol Levante (costi: da 150 euro).
C'è anche il corso di prova: 4 lezioni a 50 euro totali,
per imparare le prime nozioni di giapponese (dai sa-
luti ai numeri, ai rudimenti della scrittura) e capire se
si vuole proseguire iscrivendosi al livello elementare.
Il metodo dell'Istituto si basa sulla convinzione che «la
conoscenza di una lingua non si misura con la buona
padronanza di vocaboli o di regole grammaticali: ciò
che conta veramente è cosa si “riesce a fare” (“can-do”)
nella comunicazione reale».
Lo spagnolo è la lingua ufficiale di oltre 20 Paesi, parlata
da più di 450 milioni di persone. Per chi vuole iniziare a
studiarla, quest'estate l'Instituto Cervantes (creato dallo
Stato spagnolo nel 1991 per diffondere l’insegnamento
dello spagnolo, la cultura della Spagna e dei paesi
ispanici) porta nelle Biblioteche di Roma i suoi corsi in-
tensivi per adulti: 30 ore didattiche al costo di 120 euro,
con attestato finale. Info: roma.cervantes.es.
Formazione
12
WoJ
Sui banchi anche d'estate
E IO PUNTO SU
LINGUE, NUMERI
E INTERNET
Estate, si sa, è sinonimo di riposo e vacanze. Ma tra
una nuotata e l’altra a qualcuno piace usare i mesi
estivi per portarsi avanti con i programmi per l'autunno.
È in quest'ottica che vi proponiamo una selezione di
percorsi formativi utili per aggiornare il cv e inserire
quelle competenze passpartout che possono servire in
ogni caso e per trovare un lavoro. Eccone quindi alcuni
in linea con le richieste del mercato e, come al solito,
con un occhio, ove possibile, al portafogli.
CONTABILITÀ, PAGHE E CONTRIBUTI, WEB
I contabili continuano a essere una figura particolar-
mente ricercata dalle aziende. Per chi vuole puntare su
questo settore potrebbe essere utile aggiornare il cv
con un corso specifico.
IFOA (www.ifoa.it), centro formazione e servizi delle Ca-
mere di Commercio, ne organizza diversi, in varie città
d'Italia, rivolti sia a non occupati che a chi lavora già.
Per chi non ha nozioni di ragioneria c'è il corso Basi di
contabilità generale: dura 40 ore, prevede lezioni teo-
riche e pratiche e lo studio di vari software del settore e
costa mille euro. Il corso post diploma General & Finan-
cial Accounting: dalle scritture contabili alla redazione
del bilancio forma un profilo professionale di area con-
tabile con competenze trasversali informatiche e orga-
nizzative, in grado di gestire i rapporti amministrativi
con clienti e fornitori e anche di redigere e controllare
il bilancio. È più impegnativo sia come durata che come
costi: 950 ore divise fra teoria e tirocinio formativo,
prezzo 3250 euro.Fra i corsi offerti da IFOA,che partono
in vari periodi dell'anno sia a Nord che a sud, vi segna-
liamo anche quello di Web programming (creazione di
siti dinamici con Php e MySql): 33 ore per 700 euro.
La Scuola Pratica di Commercio di Bergamo, nata nel
1912 per iniziativa della Camera di Commercio con
l'obiettivo di «elevare la cultura di coloro che esplica-
no o intendono esplicare la loro attività nelle aziende
commerciali ed industriali in genere», propone corsi in
vari settori, contabilità compresa: il corso base di 70 ore
costa 399 euro (stessa durata e costo per il corso avan-
zato). L'edizione primaverile si è conclusa, ma si può
consultare il sito per conoscere le prossime date. In au-
tunno partirà invece il corso annuale di paghe e contribu-
ti: 180 ore da settembre a maggio, per imparare tutto su
assunzioni, previdenza, TFR. Il costo è di 749 euro. Fra
le interessanti proposte della scuola bergamasca anche
le lingue straniere (cinese, arabo, inglese, tedesco, russo,
francese...) e una ricca scelta di corsi di aggiornamento
e workshop in vari settori: dall'organizzazione azien-
dale alla segreteria, dalla fiscalità alla comunicazione
d'impresa. Tutti con attestato. Per saperne di più: www.
bergamosviluppo.it.
Molto noti anche i percorsi formativi di IPSOA (www.
«Mentre vi riposate caricate quelle pietre», diceva ai suoi manovali
il capomastro che costruì la casa dei miei nonni. Tranquilli, non è
questo lo spirito con cui vi presentiamo una pagina dedicata ai corsi
sul numero estivo di Walk on Job.
di Ilaria Romano
*
IRFI (Istituto romano di formazione
imprenditoriale), in collaborazione con
Associazione Stampa Romana e con il
contributo della Camera di Commercio
di Roma, organizza la prima edizione
di un corso gratuito di comunicazione
aziendale, destinato a imprenditori e
dipendenti di aziende. A Roma dal 3 al
23 luglio. Info: www.irfi.it.
Informatica per il sociale, Gestire e
utilizzare le ICT nel terzo settore è il titolo
del corso gratuito, tenuto da Scuola
del Sociale della Provincia di Roma
dal 24 giugno al 15 luglio (5 lezioni). Per
laureati (con preferenza per chi risiede
a Roma e provincia), che operano o
sono interessati a lavorare nel terzo
settore. Il corso ha l'obiettivo di fornire ai
partecipanti le competenze necessarie
per valutare, scegliere, acquisire e
gestire strumenti informatici innovativi,
operando scelte socialmente,
economicamente e ambientalmente
responsabili nel campo delle
tecnologie. Durante tutto l'anno, inoltre
la Scuola del Sociale organizza corsi e
seminari formativi su tematiche legate
al terzo settore. Informazioni su
www.provincia.roma.it.
Per perfezionare l'inglese durante
una vacanza nel Regno Unito, senza
spendere troppo, le possibilità sono
diverse, offerte sia da università
pubbliche che private. Per esempio,
il Westminster Adult Education Centre
di Londra offre corsi per stranieri (ESOL,
English for speakers of other languages)
a costo zero, fino a luglio. Per saperne di
più cliccate su www.waes.ac.uk. (I.R.)
Gratis e...
Last Minute
Bologna
Fino al 25 agosto
Segnali di moda. Stile vintage e nuovi glamour
Al Museo Davia Bargellini un evento dedicato allo stile
vintage e alla moda che trae ispirazione dagli abiti del
passato. Saranno messi in mostra gli abiti della sezione
tessile che si è formata al Museo Davia Bargellini negli
ultimi tre anni e sette capi realizzati dalla scuola di
modellistica Secoli Next Fashion School di Bologna
abbinati alla collezione per reinventarne il fascino
seduttivo. Ingresso gratuito.
www.comune.bologna.it
Milano
Fino al 10 agosto
A Glimpse at Photo Vogue
Alla Galleria Carla Sozzani vengono esposti i lavori
più suggestivi pubblicati sull'omonima piattaforma
digitale, dedicata alla promozione di fotografi
professionisti e amatoriali. Venticinque autori
propongono quattro immagini ciascuno con soggetti
che vanno dai paesaggi onirici ai reportage di confine,
passando per i ritratti.
www.galleriacarlasozzani.org
Chieti
Fino al 31 agosto
Illuminare l'Abruzzo
L’esposizione, che si svolge a Palazzo De Mayo, presenta
in esclusiva il patrimonio librario medievale abruzzese
in tutte le sue sfaccettature e va a indagare le sottili
collaborazioni e i differenti scambi artistici che fanno di
questa realtà un patrimonio tutto da scoprire.
www.beniculturali.it
Napoli
Fino al 30 settembre
Why? Because Life…
Alla Galleria Umberto di Marino, una mostra che
crea un dialogo tra coppie di artisti complementari,
partendo da una concezione dell'universo inteso
come natura benevola e incorrotta, per poi focalizzarsi
sull'agire dell'uomo. Jota Castrol, Alberto Di Fabio,
Satoshi Hirose, Francesco Jodice, Eugenio Tibaldi e
Sergio Vega gli artisti in mostra.
www.galleriaumbertodimarino.com
Sicilia
Dal 27 luglio al 31 agosto
Summer Circuit 2013
Il compositore agrigentino Joe Castellano, con il suo
Blues & Wine Soul Festival, organizza il Summer
Circuit 2013: tour di concerti, in programma a luglio
e agosto. Nei siti culturali e turistici più suggestivi
dell’isola si esibiranno grandi interpreti del blues e
della soul music. Tra le tappe la Valle dei Templi di
Agrigento, Porto Empedocle, Capo d'Orlando e Salina.
Tutti i concerti sono gratuiti tranne l'evento di gala
organizzato a Cefalù il 14 agosto.
www.bluesandwine.com
Un percorso multisensoriale, da fare bendati e guidati.
Funziona così la visita del Museo Tattile Statale Omero
di Ancona (www.museoomero.it), tra i primi e i pochi
centri culturali per non vedenti al mondo, l’unico in Italia.
Uno spazio raro e innovativo, che all’interno si divide
in più aree, proponendo l’arte plastica e scultorea di
tutti i tempi. Dalle copie al vero della Grecia classica,
di Michelangelo e Canova alle sculture originali d’arte
contemporanea con De Chirico e Marini, per citarne
due. In più il museo è centro di ricerca, laboratorio e
promotore di mostre tattili di rilevanza internazionale. In
ogni area tutto è pensato per essere toccato con mano,
visto senza gli occhi, conosciuto, fruito e apprezzato da
chiunque. Un museo senza barriere. Gratuito, aperto a
Milano
Fino all'8 settembre
Palazzo Reale
Mostra Milan Inter '63
www.mostramilaninter63.it
Ticket: 8 €; ridotto: 6,50 €
Firenze
Fino al 3 novembre
Museo Stibbert
Samurai: armature giapponesi
www.museostibbert.it
Ticket: 8 €; ridotto: 6 €
Fino al 22 settembre
Museo Nazionale del Bargello
Estate al Bargello 2013
www.uffizi.firenze.it
Ticket: 15 €; ridotto: 12 €
Venezia
Fino al 18 agosto
Palazzo Ducale
Manet. Ritorno a Venezia
www.mostramanet.it
Ticket: 13 €; ridotto: 11 €
Verona
Fino al 10 settembre
Palazzo Forti - Galleria d'Arte Moderna
Amo Pavarotti
www.palazzoforti.it
Ticket: 16 €; ridotto: 12 €
Roma
Fino al 15 settembre
Anfiteatro Flavio
Costantino 313 D.C.
www.mostracostantino.com
Ticket: 12 €; ridotto: 7,50 €
Genova
Fino al 25 agosto
Palazzo Ducale
Stanley Kubrick
www.palazzoducale.genova.it
Ticket: 10 €; ridotto: 8 €
Modena
Fino al 30 ottobre
Museo Casa Natale Enzo Ferrari
Grand Prix - Le Monoposto del
campionato di Formula 1
www.museocasaenzoferrari.it
Ticket: 13 €; ridotto: 11 €
Pescara
Fino al 29 settembre
Museo Casa Natale di Gabriele
D'Annunzio
Quando l'Alba S'Innamora
www.casadannunzio.beniculturali.it
Ticket: 2 €; ridotto: 1 €
tutti, e per tutti da scoprire. Perché se per i non vedenti
la visita diventa la possibilità “toccante”, nel senso
letterale ed emozionale, di aprirsi all’arte, per i vedenti
è l’opportunità di vivere un’esperienza fuori dai canoni.
Come? Basta indossare le mascherine sugli occhi e
affidarsi al braccio di un accompagnatore.
Passo dopo passo, si gira per le sale, toccando ogni
pezzo, mentre se ne ascolta la descrizione letta dalla
guida. All’inizio disorienta, sia camminare nel buio, sia
fidarsi “ciecamente” di chi fa strada, sia, abituati al
classico «vietato toccare», poter riconoscere materiali,
misure e particolari di questa e di quell’altra opera con
il tatto. Sala dopo sala, si segue un percorso artistico, si
entra in un mondo che resta impresso nella mente.
Piccola, naturale e ancora poco battuta dal gran
turismo. Antiparos è l’isoletta greca al largo
della più nota Paros. Si arriva in traghetto
e si è subito conquistati dall’aria di mare e
dall’atmosfera di vacanza. Dove andare? In
spiaggia, innanzitutto, meglio se con surf e kite.
Perché qui il vento soffia forte e le onde sono il
paradiso per gli appassionati. A Chora, il
villaggio principale ai piedi del castello
veneziano, per un aperitivo o un dopocena;
e alla grotta di Spileo, spettacolo naturale
imperdibile. Info (in greco e inglese)
www.antiparos-isl.gr (C.G.S.)
Cagliari
Fino all'8 settembre
Castello San Michele
Spazi - Da Durer a Picasso
www.camuweb.it
Ticket: 5 €; ridotto: 3 €
Catanzaro
Fino al 5 ottobre
Museo Marca
Bookhouse. La Forma del Libro
www.museomarca.info
Ticket: 3 €
Facciocosevedogente
IN GIRO PER L'ITALIA
E NEL MONDO a cura di Paola Floriana Riso
*
Focus
Italia
No tengo dinero L’ANGOLO DEGLI... SQUATTRINATI
PROVATO PER VOI. IL MUSEO TATTILE DI ANCONA di Camilla Golzi Saporiti
*
foto di Alessandro Accorroni PhotoArt14
WoJ
eventigratis
In bici alla scoperta della Loira, la celebre
regione francese costellata di castelli e coperta
di verde. 800 km da percorrere sulle due ruote
collegano fortezze, borghi, cittadine, come
Orleans, Tours, Angers, prati, boschi e scorci a
tutta natura. È un luogo da favola, oltre che un
viaggio sportivo. Che si adatta ai più allenati,
ma non solo: chi vuole accorciare le distanze,
può salire in treno (il trasporto bici è gratuito)
e raggiungere le tappe che preferisce per poi
riprendere a pedalare.
Info: www.loireavelo.fr (C.G.S.)
Bucarest è la più economica tra le grandi
città europee. Lo dice la classifica stilata
dall’emittente britannica BBC: dal calcolo dei
prezzi del cosiddetto «indice del viaggiatore
con lo zaino», risulta che con meno di 20 euro
al giorno si può girare, visitare, mangiare e
dormire nella «Parigi dell’Est». Antica e
moderna, conquista con il suo centro storico:
mix di palazzi d’epoca, monumenti, pub e locali.
Tra le mete imperdibili: la sede del Parlamento,
secondo complesso più grande al mondo dopo
il Pentagono, e il Parco Herastrau, oasi verde
cittadina. (C.G.S.)
Ero fresco di laurea e ho vissuto, fino a dicembre 2009, una bella esperienza
di stage nel dipartimento marketing di Fiat a Bielsko Biala, in Polonia. Già, la
Polonia,una terra ostica e affascinante: il freddo e una lingua incomprensibile
mi misero a dura prova per tutto il periodo della mia permanenza lì.Un giorno
di ottobre mi recai al lavoro con abiti estivi: nevicò di colpo e arrivai in ufficio
dopo ore, dato che il freddo mi fece perdere l’orientamento, e semi assiderato.
Ad accogliermi, i colleghi, tra sguardi compassionevoli e risate. Mi diedero
un the caldo per riprendermi e mi misi al lavoro scalzo a causa delle scarpe
zuppe! In ufficio la mia mansione era di «creative thinker». Proprio in quel
periodo l’azienda cercava un’idea creativa per la promozione del post vendita
del marchio. Mi proposi con un mio dipinto (mani che si prendono cura di una
Panda) che avrebbe dovuto rappresentare il brand in una campagna dal nome
«Sei in buone mani». L’dea piacque e la campagna fu pubblicata e distribuita
fino a fine 2011. Per me fu un grande traguardo: mi consentì di concretizzare
la tesi della mia laurea specialistica su La pittura come mezzo di comunicazione.
Oggi mi occupo di «animali strani» che popolano il mio blog Ornitorinko
(ornitorinko.com). La veterinaria c’entra poco… E voi, siete animali strani?
Focus
Estero
Domenico
QUI BIELSKO BIALA
15
WoJ
vi dà appuntamento a
SETTEMBRE
Gabriele
QUI BIRMINGHAM
Sono ormai più di cinque anni che vivo nella capitale danese.Mi sono trasferi-
to a Copenhagen nel 2007, dopo aver ricevuto un'offerta di lavoro, e oggi
lavoro come sviluppatore software in una compagnia nazionale.La Danimarca
è una nazione molto diversa dall'Italia, uno stato all'avanguardia per quan-
to riguarda i servizi offerti. Il trasporto pubblico, ad esempio, è eccellente:
metro, treni e autobus coprono tutto il territorio, sono puntuali al minuto e
funzionano anche a notte fonda. L'università, poi, è gratuita per i provenienti
dall'Unione Europea e tutti gli studenti danesi hanno diritto ad una sostan-
ziosa borsa di studio. E ancora, pagando un contributo per la disoccupazione,
è possibile ricevere l'equivalente della cassa integrazione fino a 4 anni. Il
prezzo per questi servizi, però, è una forte pressione fiscale Le tasse partono
dal 40%, e possono arrivare a toccare l'80%. Il costo della vita è molto alto.
Sono rimasto sconvolto quando mi sono reso conto che un caffè costa in me-
dia 3 euro e una pizza con una birra 20 euro, anche se i salari ti permettono di
vivere con tranquillità. Integrarsi non è facilissimo. I danesi sono molto riser-
vati e hanno una cultura piuttosto diversa da quella mediterranea. Una delle
barriere principali è la lingua dato che il danese è molto difficile da parlare
e capire. Per fortuna, tutti parlano inglese senza problemi, dai ragazzini agli
anziani. Copenhagen è una città moderna, internazionale e multiculturale e
c'è sempre qualcosa di interessante da fare o da vedere. Tutti vanno in giro in
bici, anche d'inverno quando piove e nevica e ogni strada ha una pista cicla-
bile. Dei difetti? Il tempo, freddo e piovoso per la maggior parte dell'anno e il
cibo: da buon italiano ancora non riesco ad accettare l'idea di pasta scotta e
insalata… sulla pizza.
Un anno e quattro mesi fa, subito dopo la laurea, partivo per l’Inghilterra con
in mano un biglietto di sola andata. Non ho mai concretamente provato a
lavorare in Italia, però posso dire che qui, dopo non pochi sforzi e sacrifici,
lavoro per un’importante azienda di marketing con contratto a tempo inde-
terminato. Amo l’Inghilterra e il fortissimo multiculturalismo, amo vedere per
strada gente vestita nella maniera più disparata e con i capelli dai colori più
bizzarri. Molti sono i servizi offerti: dai mezzi di trasporto di qualsiasi tipo
e genere agli uffici pubblici e per noi giovani ci sono tantissimi spazi verdi
dove potersi riunire nel tempo libero e una vita notturna super attiva per i
più viveur. La cosa che più mi ha colpito di questa città, però, sono le grandi
possibilità che dà a ciascuno di noi, in maniera totalmente meritocratica, di
fare carriera nei vari settori. Tornare in Italia non è nei miei piani, anche se
mangerei volentieri un buon piatto di maccheroni.
Durante gli anni dell'università non avrei mai immaginato di andare a vivere
in una città diversa dalla mia ma varie circostanze, in primis la difficoltà di
trovare un lavoro, mi hanno portato addirittura a lasciare l'Italia e a delle
esperienze all’estero. Ho vissuto due anni in Spagna, e ricordo con estremo
piacere quel periodo perché, anche se straniero, le persone mi hanno accolto
e fatto sentire a casa, e in questo momento mi trovo in Irlanda, a Dublino,
dove sto studiando inglese. La mia prima settimana qui è stata a dir poco
orribile! Ho trascorso dei giorni infernali soprattutto a causa del cibo, che
non può essere paragonato nemmeno lontanamente a quello italiano, e del
tempo che è veramente pessimo. Da buon siciliano, abituato al sole e al cli-
ma mite, mi sono ritrovato spiazzato in una città dove, praticamente ogni
giorno, aprendo la finestra di casa vedo pioggia e nebbia, e mi chiedo ancora
come per la gente del luogo questo possa essere considerato normale. Piano
piano, però, ho cercato di scoprire tutto quello che Dublino ha da offrire a un
giovane e posso dire con sicurezza che, anche vivendo qui da un paio di mesi,
ho conosciuto tanti lati positivi di questa città che penso sia favolosa, soprat-
tutto per studenti e persone che vogliono imparare l’inglese. La città non è
molto grande e tutto è concentrato nella parte centrale, il che per una per-
sona senza un mezzo di trasporto proprio è l’ideale. Le persone sono molto
amichevoli e gentili anche perché Dublino, essendo una città studentesca, è
piena di giovani e puoi incontrare gente proveniente da tutto il mondo. Sarò
sincero: in principio pensavo che trasferirmi in Irlanda non fosse un'idea poi
così eccezionale, ma ora penso che è stata una delle migliori decisioni che
io abbia mai preso, fino a questo momento, in vita mia e se potessi tornare
indietro rifarei la stessa scelta.
Carlo
QUI DUBLINO
Andrea
QUI COPENHAGEN
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15 walkonjob

  • 1. futuro in movimento GIUGNO-LUGLIO-AGOSTO NUMERO QUINDICI freepress di attualità e mondo del lavoro www.walkonjob.it «Il genio impara solo da se stesso, il talento soprattutto dagli altri» Arnold Schönberg Nuove frontiere Self publishing Tutti i siti per pubblicare il proprio libro Professioni Voglio fare il fotografo Dalle scuole all’importanza di specializzarsi L'ospite speciale Una mamma in carriera La promozione arrivata dopo il primo figlio COWORKING PAROLA D'ORDINE: CONDIVISIONE ADV_150x30mmAbb5mm.indd 2 11/06/2013 11.46.57 (La sede di Talent Garden a Milano) COWORKING PAROLA D'ORDINE: CONDIVISIONE
  • 2. Tutti insieme appassionatamente DALLA LOMBARDIA ALLA SICILIA QUANDO L’UFFICIO DIVENTA UNO SPAZIO COMUNE In USA è stato l’avvento della Genarazione Starbucks, il crescere e divenire di una folta cerchia di giovani professionisti freelance senza un luogo fisso dove non solo potere lavorare ma con il bisogno concreto della Rete, da Internet a quella sociale. «Cos’altro è la vita se non un movimento di attesa?». Non me ne vorrà il mio amico Filippo se rubo dal racconto che lui ha scritto una frase cui sto pensando da qualche giorno. Una frase che ha a che fare con il protagonista, una persona che comincia a gustare la vita quando si sta avvicinando alla morte. A partire da un caffè che beve lentamente fino alle giornate che passa con la famiglia. Cosa c'entri con un giornale che parla di lavoro, è presto detto. Mi capita sempre più spesso di incontrare persone che non trovano mai il tempo per leggere, di andare al parco, vedere gli amici se non infilandoli tra le righe dell'agenda o il promemoria dell'iPhone. Cosa che capita a volte pure a me: rimando incontri, posticipo appuntamenti perché metto sempre al primo posto altro, perché devo prima finire una cosa e se non l’ho fatta, non riesco a non pensarci. Corro a perdifiato per poi magari sentirmi dire «No, non era così urgente» oppure «Lasciala pure lì, per ora la cosa è sospesa». Stessa sensazione quando corro per prendere la metropolitana che partirà, poi, 5 minuti dopo: con il passo lento sarei arrivata lo stesso, meno sudata, appicicaticcia o soprattutto senza il fiatone e la colazione che balla dentro lo stomaco. È in questi momenti che penso che a forza di correre mi sono dimenticata che a volte è meglio restare ferma. Allora, visto che l’estate con i suoi ritmi blandi aiuta, quello che mi e vi auguro è di fermarvi e godere di quello che fate. Sia che stiate leggendo questo numero in cui tra coworking, self publishing e una donna in carriera con un ottimo work life balance (giuro: niente più inglese dopo queste parole) di novità ce ne sono tante, che se state andando in montagna a gustarvi il fresco o siete al mare e tra un tuffo e un altro vi soffermate a guardare quel confine con il cielo appena disegnato. Fermatevi quando tutto vi stringe. Come mi ha detto una persona che stimo molto: «Ricordati di respirare, è il tuo canale tra te e il mondo». Niente apnee, allora, quest’estate e… buona lettura. Cristina Maccarrone/direttore@walkonjob.it twitter @cristinamacca Walk on job.it bimestrale freepress - www.walkonjob.it Via Scarlatti, 26 - 20124 Milano I tel. 02 36643483 testata giornalistica registrata presso il Tribunale di Milano numero 257 del 3 maggio 2010 Direttore Responsabile Cristina Maccarrone direttore@walkonjob.it In redazione Elisa Di Battista redazione@walkonjob.it Progetto Grafico e impaginazione Jasmine Webster Hanno collaborato a questo numero: Susanna Bagnoli Giulia Cimpanelli Pubblicità Rosanna Paiano advertising@walkonjob.it Editore Jeia s.c.a.r.l. via Scarlatti, 26 - 20124 Milano P.IVA 09788390152 Stampa LITOSUD Via Aldo Moro 2 20160 Pessano Con Bornago (MI) Camilla Golzi Saporiti Floriana Riso Ilaria Romano LA BELLEZZA DELLA LENTEZZA Segui Walk on Job su: e su www. walkonjob.it 2 WoJ Inchiesta Anche in Italia il coworking nasce da esigenze con- crete: aumento di freelance e startupper ma soprat- tutto bisogno di luoghi in cui lavorare a prezzi con- tenuti. Quello del coworking, poi, è il classico caso in cui iniziative messe in pratica per soddisfare esigenze producono effetti inaspettati: «Ci si è presto accorti che questa modalità di spazi condivisi incrementava la qualità del lavoro e le collaborazioni tra freelance», commenta il presidente e fondatore di The Hub Milano (milan.the-hub.net) Alberto Masetti Zannini «Non solo: il coworking ha contribuito al propagarsi della nuova generazione di makers, ragazzi che, dopo gli studi de- cidono di non cercare un posto fisso ma di lanciarsi in un progetto loro». Sì perché quel che conta maggior- mente è la condivisione e la contaminazione delle idee. Il primo, nato a fine 2008 a Milano, è stato Cowo (co- workingproject.com). Nel 2010, poco più di un anno dopo,ha aperto la sede italiana di The Hub,con la volontà di non fare del coworking un fine ma un mezzo per dif- fondere il concetto di social innovation (se ne parla anche nell’intervista a pag. 4). Nel corso del 2010 e del 2011 facevano la loro comparsa i centri Toolbox (www.tool- boxoffice.it) a Torino, grandi negli spazi e nelle giuste ambizioni; Lab121 (www.lab121.org) ad Alessandria, dalla visione fortemente lanciata nelle relazioni profes- sionali oltre che nello spazio fisico; Multiverso (www. multiverso.biz) a Firenze, attivo nel proporre forme di partnership professionali innovative e modelli di busi- ness condiviso. L’ecosistema si stava popolando di pre- senze varie e diverse tra loro. Ma è stato il 2012 l’anno del boom: da qui il mondo del coworking è a poco a poco esploso anche nel Belpaese, fino a divenire oggi una tendenza consolidata nelle grandi città e una realtà che inizia a insidiarsi anche in provincia. LE MILLE FACCE DEL COWORKING Dalla coesistenza di differenti professionalità nello stesso spazio a quella di competenze diverse legate a un solo settore: i coworking in Italia fanno riferimento a uno di questi due modelli. Del primo fa parte il po- liedrico Multiverso, del secondo è esempio concreto Talent Garden (www.talentgarden.it), che in un anno e mezzo è divenuto la maggiore realtà in Italia con 400 scrivanie e dieci nuove sedi in programma. Il fiorentino Multiverso, per esempio, ha al suo interno comunica- tori,architetti,designer,giornalisti,film maker: «Amiamo definirci un coworking 2.0», spiega Niccolò Pecorini, uno dei fondatori «perché il nostro non è solo uno spazio di lavoro da condividere ma anche un marchio che fa capo a un’agenzia di comunicazione creata e costituita da gente che lavora proprio qui». Il concetto è semplice: Multiverso è un coworking ma anche un’agenzia di ser- vizi alle imprese in cui lavorano gli stessi professionisti che vivono lo spazio condiviso. E’ a Firenze ma ha aperto anche a Lucca e lo farà presto a Siena, Arezzo e Pisa: «Vogliamo che il Marchio accomuni tutte le città toscane, che crei collaborazione per esportare all’estero le tradizioni e le eccellenze della nostra regione». Diversa la politica di Talent Garden, nato un anno fa a Brescia con l’intento di creare una comunità nel mondo digitale: «Pensiamo che se le persone all’interno di un coworking sono troppo diverse si rischia di renderlo un ufficio in affitto e non uno spazio di condivisione», com- menta uno dei fondatori Davide Dattoli.«Per questo Tag si focalizza sul mondo digital ospitando professionisti con competenze diverse ma background simili». Sono le regioni del Nord Italia e le grandi città (prima fra tutte Milano) a detenere il primato per numero di spazi di coworking. Ma il format si sta diffondendo an- che al Sud: ad esempio in Sicilia.A Palermo infatti sono diversi gli spazi già attivi mentre ha appena preso il via Colorwork (www.colorwork.it), il primo coworking a Catania: «Qui l’idea della condivisione non è ancora diffusa per non dire del tutto sconosciuta», racconta il titolare Carlo Sisalli, «stiamo cercando di comunicarla e farne comprendere le potenzialità ma questa fase sarà lunga». Per questo Coloworking offre i suoi spazi a prez- zi decisamente vantaggiosi150 euro una postazione per un mese, 600 per sei. E c’è la possibilità di utilizzare una sala di montaggio. PICCOLO È MEGLIO? Che il primo coworking di natura «pubblica» (Veglio Co-working Project, www.vegliocoworking.it) dovesse nascere in un paesino del biellese di 600 abitanti scarsi, forse in pochi l’avrebbe creduto. Eppure Veglio, guidato da un sindaco di 37 anni al suo secondo mandato, ha fatto e fa scuola. Come ci spiega Marco Pichetto che nella vita oltre a guidare un comune, è un consulente freelance: «Tutto è nato dalla combinazione di 3 fat- tori: un bando internazionale indetto dalla Convenzione delle Alpi che premiava progetti legati ai giovani, poi l’esigenza di un paese di montagna da cui i giovani ten- dono a scappare e, cosa non da meno, che avevamo dei di Giulia Cimpanelli e Cristina Maccarrone * carta riciclata 100%
  • 3. lasciare il figlio al campo estivo per vederlo solo la sera. All’Idroscalo si ha la scrivania, la sala riunioni, ma so- prattutto ci si alza dalle sedie per andare a vedere cosa fanno i propri bambini impegnati nelle attività estive dell’Idrocamp. QUI TI CERCHI IL COWORKING Ed è anche per radunare tutte le informazioni su questi eventi che è nato Coworkingfor.it,primo motore di ricer- ca di coworking in Italia che, oltre ad aiutare i freelance a trovare il coworking che fa al caso loro ha l’obiettivo di diventare il punto di riferimento italiano per questo settore: «Oltre alla piattaforma», spiega la titolare Claudia Merlini, «abbiamo un blog dove raccogliamo in- formazioni e calendari degli eventi legati al coworking». E la possibilità di prenotare online la propria scrivania. CHI ENTRA? LO DECIDE CHI È GIÀ DENTRO Ma tutti possono entrare in qualsiasi spazio di coworking? Solitamente gli host procedono a un colloquio preventivo per accettare un nuovo coworker. Questo accade per esempio all’Hub, che valuta la sostenibilità dei progetti e del modo di lavorare del richiedente. Ci sono però anche realtà che hanno iter per l’accesso più innovativi: «Sono gli abitanti già interni a Talent Garden », spiega Dattoli, «a decidere chi può accedere e chi no: la persona si presenta a uno dei nostri aperitivi e i coworker votano anonima- mente se vorrebbero lavorare col richiedente o meno». Dunque, pare che il coworking sia la soluzione ideale per qualsiasi giovane lavoratore. E forse lo è, non tanto perché non abbia limiti, bensì perché è uno dei pochi luoghi di lavoro dove questi limiti vengono presi in considerazione: «Da un sondaggio realizzato da The Hub», conclude Masetti Zannini «emerge grande sod- disfazione per quanto riguarda la creazione di con- tatti e opportunità ma per esempio solo il 30% degli intervistati sostiene che lavorare in un coworking non diminuisca la concentrazione: per questo nei nuovi Hub abbiamo deciso di creare anche dei piccoli uffici privati e abbiamo intenzione che ogni hub si focalizzi su una tematica specifica sulla quale lavorino professionalità differenti, perché vogliamo sempre evolvere sulla base dei bisogni della community». È l'ora delle Pubbliche Amministrazioni 3 WoJ vecchi alloggi del tutto sfitti». Un bando che Veglio ha vinto e ha trasformato in qualcosa di tangibile grazie ai primi 10mila euro, cui si sono aggiunti i 5 mila con- cessi dalla Cassa di Risparmio del Biellese e gli altri messi dal Comune. «Soldi che sono serviti per i lavori di sistemazione e adeguamento locali, per gli arredi interni e tutto il resto». Ma il bello è che Veglio Co-working Project dà delle postazioni gratuite a tempo indetermi- nato. “Basta andare sul sito, inviare la proposta di adesione e si può restare fino a quando lo si ritiene necessario.Al momento ci sono 4 postazioni e un’altra in fase di allestimento. Siamo contenti perché, tra le altre cose, siamo riusciti a fare aprire una piccola società a due ragazzi che si occupano di Web e che volevano proprio un posto dove lavorare. In un comune così piccolo non è roba da poco». Non tutto però è free: «Ai coworkers spettano le spese vive, come elettricità, riscaldamento, ecc..., tutto volutamente a consumo per responsabilizzare chi è all’interno». Il pri- mo coworking comunale non è detto si fermi qui: «Ab- biamo ancora 3 postazioni, ma se ci dovessero essere tante richieste, siamo disposti a dare un altro stabile, poco lontano». Nella seconda metà di maggio è invece stato aperto il primo coworking di Ivrea, città di provincia del to- rinese, su cui hanno scommesso Sarah Tappero Merlo e Paolo Reato. Scommettere non è una parola scelta a caso perché la differenza con la città si vede e si sente: «Quello del coworking qui è un concetto total- mente nuovo»,spiega Paola,«e fare capire che cos’è non è stato facile, per questo fino al 31 maggio abbiamo dato la possibilità di provarlo gratuitamente e anche adesso il primo giorno è gratis». Se vi fate un giro su www.metooivrea.it, capirete come l’ambiente piccolo in- fluenza anche il modo in cui i due ragazzi promuovano il coworking. Puntano in particolare sull’aspetto immo- biliare facendo il confronto con l’affitto di spazi interi e molto più grandi: «Certo,ovviamente sappiamo che nel coworking possono nascere delle sinergie, ma in una città come Ivrea, fare capire che condividere l'ufficio è meglio di affittarne uno intero, non è roba da poco. Per- ché nel secondo caso, il dovere dare un anticipo, firmare un contratto di locazione di un paio di anni, sostenere i costi di arredamento ecc..., può scoraggiare fin da subi- to l’apertura di un’attività. UN OCCHIO AL PORTAFOGLIO Ma come funziona un coworking e quali sono i prezzi medi? Difficile dirlo perché ogni spazio ha la sua po- litica. Degli esempi: nei Talent Garden di tutt’Italia un posto fisso viene 250 euro al mese, a Multiverso 250 più Iva. Il prezzo non comprende soltanto l’affitto della scrivania ma anche le utenze, la portineria e l’utilizzo degli spazi comuni. Ma ciò che caratterizza il concetto di coworking è certamente la flessibilità della mem- bership. Per questo molte realtà offrono la semplice iscrizione senza affitto che permette di partecipare agli eventi della community o usare gli spazi comuni (quella di the Hub parte da 20 euro al mese, 70 per Multiverso potendo usufruire degli spazi della caffetteria), op- pure dei pacchetti a giornate o a ore (390 euro per 20 giorni in Talent Garden, Cowo ha un pacchetto 4 giorni a 50 euro più Iva fino a quello di 32 giorni a 250 più Iva). A Ivrea i prezzi variano anche in base alle «taglie». «Si va dai 200 ai 300 euro al mese e ci sono scrivanie taglia s ossia piccole (per chi lavora solo con Internet), medium, e la più grande che è la large», spiega Sarah Tappero Merlo. Fondamentale è non confondere il coworking con un ufficio in affitto: «La differenza fondamentale la fa l’host, chi lo gestisce», commentano gli statupper Marco Paccagnella e Stefano Francavilla, attualmente ospitati al Wcap (www.workingcapital.telecomitalia.it) «deve avere un ruolo attivo che funge da facilitatore di networking e collaborazioni». E anche se gli startupper sono certamente tra i prin- cipali fruitori dei coworking in Italia c’è un mondo di professionisti per cui questa modalità si può trarre beneficio: «Noi per esempio» dice Pecorini «abbiamo anche architetti, giornalisti e un avvocato e collabo- riamo con commercialisti che ci offrono prestazioni a prezzi calmierati». DONNE, LA PRECEDENZA È VOSTRA Piano C a Milano è uno spazio coworking molto parti- colare. Ogni donna qui – sposata, single, mamma ecc.. – può affittare uno spazio. Gli uomini invece possono entrare, ma solo se accompagnati dai figli. Perché? Piano C, nato da un’idea di Riccarda Zezza insieme ad altre 4 donne in carriera che hanno abbandonato la vita in azienda, ha un obiettivo: quello di fare capire che non solo la condivisione è il futuro ma che il pre- sente si gioca tutto su questo: non dovere scegliere tra lavoro (piano A) e vita privata (piano B), ma affidarsi al piano C che prevede l’esistenza di entrambi. «Ci sono varie modalità di stare qui e noi le appoggiamo tutte», spiega Raffaela Giaquinto community manager. Si può decidere di concentrare il proprio lavoro in Piano C in certi giorni della settimana, lasciando in quelli restanti la possibilità che la scrivania venga occupata da altre persone oppure venire la mattina o il pomeriggio». E il bello è che nelle stanze di via D’Orsenigo non si im- pazzisce a organizzarsi con la babysitter: la struttura offre il prezioso servizio di cobaby a prezzi a più bassi della tata. Un aspetto così importante che anche la Regione Lombardia ci ha messo del suo: con il Progetto Dote Conciliazione, sovvenziona il cobaby con importi fino a 200 euro al mese per un massimo di 1600. Una delle ultime novità di Piano C è il coworking estivo: dal 10 giugno è nato Summer C, 20 postazioni all’Idroscalo di Milano per lavorare e allo stesso tempo respirare aria buona. Ma soprattutto, con la fine delle scuole, non “Non solo ufficio condiviso, siamo anche un’agenzia che dà lavoro a tutti i coworkers.” - Niccolò Pecorini, Multiverso - Il settore pubblico si è accorto delle potenzialità del coworking: Comune e Camera di Commercio di Milano hanno dedicato un fondo di 300mila euro per finanziare il 50% delle spese a 400 coworker milanesi (massimo 1500 euro in 12 mesi) in 30 spazi “qualificati” (www.mi.camcom.it/ coworking); Si sta muovendo in questa direzione Giovanisì (giovanisi.it) di Regione Toscana ed è in discussione un nuovo bando con voucher dell’iniziativa della Provincia di Roma (www.romaprovinciacreativa.it/bandi/ avviso-pubblico-per-laccesso-a-spazi- di-co-working); Stanno nascendo spazi pubblici di coworking: esempi recenti sono quelli del Comune di Veglio (vedi inchiesta), di Pordenone (www.comune.pordenone.it ) e di Rovereto. (G.C.) The HUB Milano
  • 4. Raccontaci qualcosa di te… «Sono siciliano, sono venuto a Pisa per fare l’università e per lavoro affianco le aziende che vogliono andare online. Mi manca poco alla laurea in Ingegneria in- formatica». Come sei arrivato a interessarti di coworking? «Sono socio, insieme al mio amico Paolo – che vive in Sicilia, a Ribera - di Contadini per Passione (contadiniperpassione.it), un portale per la vendita online di arance di Sicilia. Io gestisco tutto da Pisa, lui da là. Ogni tanto ci incontriamo per decidere come procedere e si va nei bar o nei pub per fare le riunioni.Mi serviva una postazione e a Pisa uno spazio “ufficio condiviso” mancava». Hai aperto da poche settimane uno spazio coworking, hai investito soldi tuoi? «Sì, circa 6mila euro. Nel progetto ci sono altri tre partner: il gruppo immobiliare Forti Holding e M31, fondo di venture capital, che sono soci di maggioranza, e Su- perA3, società di comunicazione. Io, insieme alla SuperA3, ho il controllo operativo dell’intero progetto». Quindi il progetto è tuo? E come sei arrivato in Talent Garden? «Sì, è mio. All’inizio avevo un’idea diversa, poi sono entrato in contatto con uno dei fondatori di Talent Garden e ho deciso di unirmi a loro invece che lanciare un nuovo marchio.Ho coinvolto la SuperA3, con cui già collaboravo da freelance,che ha subito sposato l’idea imprenditoriale. Avevo saputo che Forti Holding stava pensando a un coworking a Pisa, a quel punto ho presentato il mio progetto che è piaciuto. Forti ha coinvolto M31, con cui stava già collaborando». Cosa vuol dire per te il coworking? «È condividere uno spazio di lavoro tra freelance che prima lavoravano da casa in spazi non adeguati e in solitudine. Prendono in affitto un tavolo, a costi ragionevoli, in un ufficio condiviso. Ciascuno ha i suoi progetti di lavoro, ma nel coworking ci si può confrontare con gli altri professionisti e nasce una sinergia naturale che fa bene a tutti. Anche io ho una scrivania in affitto e ho avuto da poco una commessa piut- tosto grossa, la sto dividendo con i vicini di scrivania». Si parla anche di coworking come incubatore d’idee, c’è differenza con gli incubatori d’impresa? «Nell’incubatore vai per farti finanziare la tua idea, ha già un’idea d’impresa e ti ven- gono dati gli strumenti per crescere. Il coworking è una sorta di pre-incubatore, tu entri e hai un progetto però ci dici anche“non chiedetemi come starò in piedi e come farò a realizzarlo”. Il coworking è un ufficio condiviso che ti permette di abbattere le spese, ma non finanzia la tua idea». Che tipo di professionisti ci sono a Talent Garden Pisa? «Lavorano persone che hanno a che fare che fare con comunicazione, digitale, mar- keting. Su 48 postazioni metà sono già affittate.Vengono selezionate non sulla base del cv, non ci interessa che titoli hai. È una selezione di tipo “filosofico”, per capire se sei adatto a stare in un open space, dove si interagisce e si condivide. Se sei geloso dei tuoi progetti, se temi di esporli agli altri perché te li “rubino” non sei adatto al coworking». I guadagni, secondo te quando inizieranno? «Nel gestire un coworking il guadagno maggiore è quello professionale, cioè visi- bilità per me e per i miei soci, opportunità di contatti professionali di rilievo che da solo non potresti raggiungere, probabilmente un aumento delle commesse dato proprio dalla visibilità. I guadagni intesi come divisione dei ricavi si vedranno solo fra due anni». Lorenzo, cosa fai con esattezza? «Lavoro per GreenGraffiti Italia (greengraffiti.it), un network internazionale di agen- zie di comunicazione finalizzato a sviluppare nuove forme di comunicazione, pub- blicitarie o informative, a basso impatto ambientale e con una logica sostenibile. È un incrocio tra un’agenzia di marketing e una di eventi: cerchiamo idee, slogan, campagne e soluzioni ad alta creatività che sviluppiamo con tecniche e allestimenti eco-compatibili». Da quanto lavori in un coworking? «Da settembre 2012, quando sono diventato membro del coworking milanese The Hub (milan.the-hub.net). Ma già a Rimini, mia città d’origine, lavoravo in una sorta di “coworking faidate”». Cioè? «Condividevo la sede con altri liberi professionisti. Di fatto l’approccio al lavoro e lo stile di vita erano uguali a quelli di un coworking “ufficiale”». Perché hai scelto The Hub? «Perché sposa alla perfezione la filosofia di GreenGraffiti. È una rete internazionale di spazi fisici dove professionisti di tutti i campi possono accedere a risorse (postazione, connessione Internet, stampante, newsletter con agenda aggiornata di corsi, eventi, seminari, incontri e informazioni interessanti) e allacciare rapporti umani e profes- sionali utili anche per realizzare progetti, propri o comuni. Anche The Hub punta su sostenibilità e scambio di idee, come GreenGraffiti». Per entrarci hai dovuto superare una selezione? «The Hub seleziona i propri membri in modo che siano professionisti che condivi- dano gli stessi principi, obiettivi e stili lavorativi, anche se in ambiti e con compe- tenze diverse. Nel mio caso questo iter è stata una formalità, avendo, come dicevo, praticamente tutto in comune». Quanto costa al mese? «Dipende dalla membership: da 20 a 300 euro, a seconda che l’occupazione della postazione sia occasionale o quotidiana. Io ho scelto la membership da 300 euro, che mi permette di lavorare qui ogni giorno e in qualsiasi ora». Sei lì da parecchi mesi ormai. Come ti trovi? «Bene. Il luogo, con 3 openspace, è accogliente, moderno e funzionale; le persone cortesi, socievoli e discrete. Nascono continui confronti, da cui spesso partono pro- getti. Mi è già capitato, come ad altri coworkers, di dar vita a lavori comuni, nati spesso da una chiacchierata». Quante e che tipo di persone ci sono all’Hub? «Le persone “fisse”, tipo me, sono una ventina; un giorno possiamo essere in 4 e un altro in 35. Comunque, a grandi linee, ricorda una classe scolastica. All’appello ci sono entrambi i sessi, età tra i 25 e i 50 anni circa, con le competenze più disparate. Ci sono creativi, designer, commercialisti, giornalisti. Di tutto». Ci descrivi una tua giornata? «Mi sposto spesso per seguire sul campo progetti e allestimenti. Diciamo che la mia routine milanese mi vede all’Hub dalle 10 alle 20; pranzo con gli altri coworkers e spesso, a fine giornata, usciamo insieme. Perché dalle postazioni nascono relazioni anche umane, amicizie, non solo professionali. È proprio la condivisione uno dei grandi pro del coworking». E i contro? «Avolte si ha bisogno di particolare silenzio e concentrazione.Per cui avere uno spazio proprio farebbe comodo.Per ora manca,ma l’intenzione di creare delle sale ad hoc c’è». Il coworking funziona solo nel breve o anche nel lungo periodo? «Non ci sono regole, dipende dalle singole esigenze». Pensi che nel futuro lavorerai in un coworking? «Me lo auguro. Ho bisogno di un luogo così, ricco di stimoli e sempre in fermento. La sola idea di lasciarlo per una postazione lavorativa “classica” mi mette l’ansia». “HO PORTATO L'UFFICIO CONDIVISO NELLA MIA CITTÀ” “IL MIO FUTURO? SICURAMENTE IN UN COWORKING Francesco Corsentino, 27 anni freelance nel settore sviluppo web e web marketing per aziende Co-fondatore di Talent Garden Pisa Lorenzo Fabbri, 31 anni titolare dell’agenzia di comunicazione GreenGraffiti, lavora in un coworking milanese di Susanna Bagnoli * di Camila Golzi Saporiti * 4 WoJ Intervista doppia ”
  • 5. 5 WoJ Premi master e concorsi QUASI QUASI CI PROVO ANCH'IO Ultime notizie Tesi di laurea che hanno per tema il prodotto moda made in Italy e la conservazione dei beni culturali, tra le opportunità che vi segnaliamo in questo numero. Ma anche premi per giornalisti, appassionati d’arte e fotografia e un contest creativo per ideare tavoli. Che dire? Provateci! Per pubblicità: advertising@walkonjob.it PROMUOVERE I PRODOTTI ITALIANI: 3MILA EURO ALLE MIGLIORI TESI 20MILA EURO IN PALIO PER GIOVANI ARTISTI ARTISTI E FOTOGRAFI EMERGENTI? QUESTO PREMIO È PER VOI Un premio a sostegno dei linguaggi moderni nel campo dell’arte è quello intitolato a Francesco Fabbri e pro- mosso, per il secondo anno, dalla Fondazione Francesco Fabbri. Il premio è articolato in due sezioni. La prima è per autori emergenti, fino a 35 anni, che si cimentano con la pittura,scultura,installazione alla fotografia,video arte e performance, disegno e grafica. L’altra sezione è per gli appassionati di fotografia contemporanea e vi possono partecipare autori da tutti i Paesi del mondo e senza limiti d’età. Per i vincitori delle due sezioni, la Fondazione mette a disposizione 5mila euro ciascuno per l’acquisto delle opere che entreranno nella collezione della Fondazione stessa e saranno custodite a Casa Fabbri. Info e bando su www.fondazionefrancescofabbri.it, c’è tempo fino al 2 settembre. Celeste.network, un network online dove artisti e pro- fessionisti dell'arte contemporanea nazionale ed inter- nazionale condividono i loro interessi, promuovono il loro lavoro e aderiscono a progetti culturali, organizza il concorso Celeste Prize 2013. Giunto alla sua quinta edizione, è un'occasione rivolta a tutti gli artisti profes- sionisti, emergenti, autodidatti e agli studenti italiani e stranieri ed ha l'obiettivo di promuovere nuovi talenti. Il tema è libero e tutte le opere partecipanti verranno giudicate da una commissione di esperti. I premi messi in palio, complessivamente, ammontano a 20mila euro. Gli interessati possono inviare la loro candidatura entro la mezzanotte del 31 luglio, collegandosi al sito www. premioceleste.it dove è possibile visionare anche il bando completo. NUOVA VITA AI TAVOLI, CONCORSO PER PROGETTISTI ITALIANI E STRANIERI Un concorso internazionale di idee per individuare concept innovativi sulle diverse tipologie di tavolo (da pranzo, basso, da salotto, da gioco), è l’opportunità of- ferta a progettisti e creativi, italiani e stranieri, dalla ditta Porada Arredi srl con Poli.design, Consorzio del Politecnico di Milano.Il concept creativo sul tavolo deve prevedere l’uso del legno, che potrà essere abbinato a metallo, vetro e altri materiali e deve essere ispirato ai valori e all’identità del marchio Porada. Possono par- tecipare anche liberi professionisti, non professionisti, studenti e dipendenti di aziende; singolarmente o in gruppo. Al primo classificato andranno 4mila euro, al secondo 2mila, al terzo mille euro. Interessati? Segnatevi come deadline il 30 novembre e per tutte le altre speci- fiche, potete consultare il sito www.porada.it. In un periodo di crisi mondiale e con un'economia sem- pre più instabile, la valorizzazione e la promozione in- ternazionale del patrimonio made in Italy, è una risorsa da difendere. La Fondazione Masi, che si propone come Osservatorio nazionale per l'internazionalizzazione e gli scambi, indice un premio di laurea del valore di 3mila euro, da assegnare a giovani laureati e studiosi che ab- biano discusso tesi pregevoli su «Internazionalizzazione e competitività del Made in Italy nel nuovo contesto economico mondiale». La domanda di partecipazione deve essere inoltrata entro il 31 ottobre 2013. Il bando completo e tutte le informazioni relative al concorso posso essere visionati consultando il sito web www.fondazionemasi.it o scrivendo all'indirizzo mail segreteria.fondazionemasi@ice.it. 5MILA EURO PER GIOVANI SCRITTORI: TESTI A TEMA LIBERO L'Associazione Marco Di Martino, onlus fondata dai geni- tori di un ragazzo scomparso prematuramente e molto attiva in Africa con iniziative umanitarie, bandisce la seconda edizione dell'omonimo premio letterario. Sono ammessi tutti i giovani che non abbiano compiuto il 30esimo anno di età alla data di scadenza della pre- sentazione degli elaborati. I testi, rigorosamente inediti e a tema libero, devono essere scritti in lingua italiana e non superare le 26mila battute. Il concorso è patrocina- to dalla Provincia di Pescara e prevede l'assegnazione di un premio di 5mila euro.I partecipanti dovranno inviare il proprio elaborato e la scheda di partecipazione entro e non oltre il 31 ottobre.Per maggiori informazioni scri- vere a segreteria@onlusmarcodimartino.org. IL FUTURO DELLA MODA ITALIANA NELLE TESI DI LAUREA Come cambia il settore moda, come funziona il con- testo economico e quali sono gli scenari futuri della promozione del prodotto moda made in Italy, sono i temi del premio di laurea Alfredo Canessa promosso da Centro di Firenze per la Moda Italiana e Comitato Leonardo. Si intendono premiare le ricerche condotte da giovani studiosi o addetti di settore che abbiano conseguito la laurea specialistica con tesi discussa dall’1 gennaio 2009 in poi. Sono ammessi anche gli elaborati finali di scuole e accademie di moda di du- rata triennale. La tesi, partendo dall’analisi del contesto economico attuale, deve affrontare le prospettive del settore moda e le strategie di valorizzazione del made in Italy. Al primo arrivato andranno 3mila euro. Info e bando su www.comitatoleonardo.it, entro il 31 ottobre. La prima edizione del Premio Giovanni Testori ha due sezioni: arti figurative e letteratura. Possono partecipa- re autori che non abbiamo superato i 35 anni. Per le arti figurative si deve inviare un testo di critica d’arte o una tesi di laurea o dottorato in storia dell’arte; per la letteratura si può inviare un testo letterario inedito in italiano o in dialetto, oppure una tesi di laurea o dot- torato in letteratura italiana. Il tema che unifica e che deve caratterizzare i testi è il contributo dato allo svi- luppo della scrittura contemporanea, letteraria e figu- rativa, da Giovanni Testori, scrittore, storico dell’arte e drammaturgo del ‘900. Premi da 5mila euro per il testo di critica d’arte e letterario, da 2500 euro per le due tesi. Scadenza: 30 settembre. Info su www.premiogiovannitestori.org. IL PREMIO TESTORI PER VALORIZZAre AUTORI UNDER 35 PER UNA GESTIONE INNOVATIVA DEI BENI CULTURALI L’Italia e il suo patrimonio culturale, il rapporto che lega le imprese italiane ai beni culturali e alla loro con- servazione e valorizzazione, sono il tema del premio di laurea intitolato a Linda Cena, istituito da Comitato Leonardo e Fondazione Bracco per tesi di laurea ma- gistrali. L’argomento è lo studio dei modelli emergenti nell’approccio alla conservazione dei beni culturali, come si evolva la normativa di settore, come collabori- no profit e no profit in questo campo. Ma anche quali siano i modelli di fundraising, di filantropia d’impresa e di gestione innovativa dei beni culturali. La laurea deve essere stata conseguita nell’anno accademico 2011- 2012 non oltre la scadenza del bando. Alla tesi scelta andranno 3mila euro. Scadenza: 31 ottobre. Info e bando su www.fondazionebracco.com. LA RICERCA ONCOLOGICA RACCONTATA DAI MASS MEDIA Personalizzazione, sopravvivenza e qualità della vita: un futuro per i pazienti oncologici. Questo il tema della seconda edizione del premio giornalistico Merck Sero- no, dedicato ai nuovi traguardi della ricerca scientifica ed organizzato dall'omonima divisione biofarmaceutica del gruppo Merck. Il premio prevede tre categorie: testate online, periodici, radio e tv e al vincitore di ciascuna sezione varrà assegnato un premio di 2500 euro. Pos- sono partecipare al concorso tutti i giornalisti iscritti all'Ordine nazionale e gli autori che pubblicano su testate regolarmente registrate, con articoli o servizi in lingua italiana pubblicati o trasmessi dal 1° gennaio 2013 al 15 ottobre 2013. Il termine ultimo per la parte- cipazione è il 22 ottobre. Tutte le info sul sito www.gascommunication.com.
  • 6. che ora di lavoro in più sarà, l’agenzia con cui effetti- vamente avete firmato il contatto. Contratto che, come quasi in tutti i casi, esige sempre una forma scritta. Se per qualsiasi motivo un’agenzia vi manda a lavorare presso un’azienda senza ancora avervi fatto firmare niente, sappiate che il contratto di somministrazione è nullo e che sarete considerati a tutti egli effetti di legge alle dipendenze di chi usa la vostra prestazione, ossia l’azienda. Il contratto di lavoro somministrato è temporaneo, ha quindi una sua durata la cui fine e inizio devono essere espressamente indicate nel contratto. Se però il vostro sta per scadere non disperate: sono ammesse anche le proroghe, purché il contratto rispetti sempre quanto previsto dai contratti collettivi nazionali. Tra i vantaggi del contratto di somministrazione, simile a uno a tempo determinato, c’è il fatto che lo stipendio non può essere diverso da quello percepito dai vostri colleghi dipendenti dell’azienda, che svolgono la stessa mansione e con lo stesso livello. Non è detto poi che non possiate essere assunti anche voi come dipendenti dall’azienda, questo può avvenire a conclusione del contratto. I CAMBIAMENTI DELLA RIFORMA FORNERO Ovviamente, come per altre forme contrattuali, anche in questo caso la Riforma Fornero, approvata lo scorso anno, ha apportato qualche modifica. Le novità riguar- dano, così come per i contratti a tempo determinato, la Prepararsi al lavoro 6 WoJ Ci metterei la firma IL CONTRATTO DI SOMMINISTRAZIONE LAVORO di Cristina Maccarrone * casualità da indicare sul contratto (ossia il motivo per cui si assume a tempo). Non ci sono problemi se la per- sona è al suo primo incarico di lavoro in assoluto: se il contratto non dura più di un anno, non c’è bisogno che sia espressamente riportato per quale motivo la si sta assumendo. Per chi ha già lavorato,la questione non è molto facile e la causale diventa determinante. Se manca, il contratto di somministrazione a termine si trasforma in automati- co in un tempo indeterminato con l’azienda utilizzatrice. Di recente, anche due sentenze della Cassazione hanno chiarito l’importanza delle motivazioni da inserire nel contratto. Tali causali possono essere legate a ragioni tecniche (necessità di avere personale specializzato per fare dei lavori che gli interni non possono fare); di produzione (come è intuibile, ci sono delle commesse o picchi di lavoro cui l’azienda deve far fronte); ragioni organizzative (c’è l’esigenza da parte dell’azienda di riorganizzare il lavoro per introdurre delle sperimen- tazioni); sostitutive (se ci sono persone assenti per de- terminati periodi o perché temporaneamente inidonee al lavoro). Contratti: questi sconosciuti. O meglio conosciuti sì, ma non così a fondo come si vorrebbe. Per aiutarvi a fare un po’ di chiarezza (o almeno provarci) eccoci nuovamente con la nostra rubrica dedicata ai rapporti di lavoro. Nuove norme per i tirocini: si decide il 24 luglio Prestate però attenzione perché qualcosa per quanto riguarda i tirocini, detti anche stage, potrebbe cambiare a breve. È infatti fissato per il 24 luglio un appuntamento molto importante che potrebbe migliorare la situazione. Si terrà in quella giornata la conferenza Stato- Regioni che avrà appunto come obiettivo quello di vedere a che punto sono le Regioni per quanto riguarda gli stage. Questa conferenza infatti viene dopo un’altra avvenuta il 24 gennaio in cui Governo e Regioni hanno firmato un accordo per definire le linee guida in materia di tirocini, ossia tutta una serie di misure che devono evitare comportamenti scorretti da parte delle aziende. L’incontro di luglio servirà a vedere in che modo le Regioni hanno recepito le linee guida (da loro stesse decise insieme al Governo) e che normative stanno mettendo in atto o hanno pensato di mettere in atto e come le renderanno operative per far sì che tirocinio e sfruttamento non vadano più di pari passo. Prima di andare a vedere cosa dicono le linee guida, c’è da dire che sugli stage è stata messa in atto una telenovela senza fine. L’ultima puntata ha mischiato molto le carte in tavole: il Decreto Legislativo 138/2011 convertito in legge 148/2011, non è più legittimo. Se ricordate, quella legge dava dei limiti restrittivi ai tirocini formativi e di orientamento ossia quelli non curriculari i quali non potevano durare più di sei mesi, comprese le proroghe, e che erano possibili solo per neodiplomati e neolaureati da non più di 12 mesi. La Corte Costituzionale ha dichiarato illeggitimo questo provvedimento perché a suo dire lo Stato ha invaso la materia delle regioni (al momento gli stage sono dunque regolati dalle normative regionali e in via residuale dall’art.18 della legge 196/97 e dal regolamento attuativo 142/98) quindi saranno quest’ultime, di comune accordo con il Governo e considerando che su determinate materia la competenza è loro, a definire come dovranno essere gli stage. Quanto alle linee guida, una novità è che ogni stageur dovrà ricevere un’«indennità di partecipazione». La somma verrà decisa dalle Regioni, ma le linee guida hanno stabilito che non sia inferiore ai 300 euro lordi mensili. Altri due punti importanti, sempre riguardo all’indennità, specificano che questa verrà considerata al pari di reddito da lavoro assimilato e che non andrà a intaccare l’indennità di disoccupazione eventualmente percepita da chi fa lo stage e questo perché –aspetto tutt’altro che trascurabile – il tirocinio non è paragonabile a un rapporto di lavoro. Come saranno dunque regolati gli stage, si saprà a partire dal 24 luglio in poi, però qualche regione che si è portata avanti c’è. Come la Toscana, guidata in questa riforma dello stage dall’assessore regionale al Lavoro Gianfranco Simoncini che mesi fa ha messo in atto alcune norme a favore degli stagisti: il rimborso spese di 500 euro lordi e l’inserimento obbligatorio del progetto formativo, puntando sul fatto che l’acquisizione di competenze è uno degli obiettivi principali del tirocinio. (C.M.) Se vi siete appena laureati o siete in procinto di farlo, sicuramente vi sarete già guardati intorno per vedere di fare un tirocinio (magari con un rimborso spese) per cominciare a testare il mondo del lavoro e capire se la direzione presa con gli studi universitari è quella giusta o se vale la pena investire su altro per trovare un impiego. SE C’È BISOGNO DELL’INTERMEDIARIO Questa volta riflettori puntati su un contratto molto usato dalle agenzie di lavoro ossia il contratto di lavoro somministrato, detto anche ex interinale. Il nome fa già capire che stiamo parlando di un lavoro che prevede un intermediario. Volendo essere ancora più precisi, questo tipo di con- tratto si caratterizza per il fatto che è concluso da un soggetto che utilizza la prestazione lavorativa (utiliz- zatore) e da un altro che fornisce la prestazione (il som- ministratore). Terzo, ma non meno importante tra i pro- tagonisti: il lavoratore. A differenza, quindi, degli altri contratti, in questo caso i soggetti sono tre e ognuno con un ruolo ben preciso e identificato, il che fa sì che ci sia un doppio rapporto contrattuale. In primis tra il somministratore–un’agenzia per il lavoro au- torizzata dal Ministero (diffidate se l’autorizzazione manca: siamo nell’illegalità)-e il lavoratore,con cui viene stipulato un contratto a tempo. In secondo luogo tra l’utilizzatore, azienda pubblica o privata, che utilizza il lavoratore che, però, firma il contratto di somministrazione con l’agenzia stessa. Se però avete un contratto di questo tipo, o state per firmarlo, non preoccupatevi: sebbene in tutto questo, il vostro datore di lavoro sarà comunque l’azienda, è l’agenzia a corrispondervi mensilmente lo stipendio e a preoccuparsi degli oneri previdenziali e dell’assicurazione sul posto di lavoro. Insomma, lavore- rete presso un’azienda pubblicata o privata,ma la vostra interfaccia in caso di problemi o se dovete fare qual-
  • 7. In collaborazione con Per candidarti agli annunci www.walkonjob.it nella sezione annunci di lavoro Anunci di lavoro 7 WoJ Opportunità in Accenture per neolaureati e laureandi specialistici in Economia, Ingegneria (preferibilmente Gestionale e Matematica), Fisica e Matematica. Richieste spiccate capacità analitiche e attitudine al problem solving e buona conoscenza della lingua inglese. In- serimento in team su importanti progetti di consulenza per i nostri clienti in diverse aree: coinvolgimento in definizione delle strategie di business; disegno e im- plementazione di strategie di sviluppo e gestione delle risorse umane; re-engineering dei processi contabili e finanziari,revisione dei modelli di controllo,introduzione di nuove procedure di Budgeting, Performance Re- porting, tesoreria e contabilità; disegno e realizzazione di modelli distributivi e strategie commerciali; proget- tazione di modelli operativi per i processi di approv- vigionamento e acquisti. Sede di lavoro: Milano e Roma. Management Consulting Ernst & Young Ernst & Young è leader mondiale nei servizi professionali di revisione e organizzazione con- tabile, fiscalità, transaction e advisory. L'inserimento in Ernst & Young ti offre la formazione, l'esperienza e il coaching necessari per avere successo, lavorando in un ambiente giovane, dinamico e sfidante che riconosce e premia le migliori professionalità. Avrai l'opportunità di sviluppare le tue capacità di analisi di contesti e problematiche complesse, utilizzando gli strumenti informatici e condividendo con i responsabili le criticità riscontrate. Crescerai professionalmente lavorando in un ambiente coeso e motivato. Ricerchiamo laureati magistrali in Economia, Ingegneria Gestionale, Ingegneria Ambientale, Ingegneria Elettronica, Ingegneria Informatica e Informatica con votazione non inferiore a 100/100, età non superiore a 26 anni, buona conoscenza della lingua inglese, padronanza dei principali strumenti informatici, spiccate capacità di analisi e disponibilità a viaggiare in Italia e all'estero. Sede di lavoro: Milano, Roma e Torino. Junior Business Consultant Stage nel team di progetto e supporto ai project manager nello sviluppo dei task operativi in uno dei seguenti ambiti: asset & liability management, mar- ket & liquidity risk, risk portfolio management, retail risk management. I candidati ideali hanno conseguito la laurea spe- cialistica con ottimi voti (105/110) in Economia, Fi- nanza, Statistica, Ingegneria gestionale e hanno buone conoscenze economiche e statistico-matematiche. Completano il profilo flessibilità e disponibilità a fre- quenti trasferte sul territorio italiano e una buona cono- scenza della lingua inglese. Ai candidati prescelti sarà offerto un percorso forma- tivo e di inserimento personalizzato e l’opportunità di lavorare in un ambiente giovane e dinamico,fortemente orientato alla valorizzazione della performance. Sede di lavoro: Italia. Stage Project Manager Sei un giovane motivato e preparato, hai terminato il tuo percorso di studi e ti senti pronto a mettere alla prova le tue capacità? Alleanza è alla ricerca del tuo talento. L’ispettorato Direzionale Alleanza di Milano seleziona giovani laureati e/o diplomati,da inserire nel- la propria struttura commerciale per i territori di Milano e comuni limitrofi. Offre un percorso formativo gratuito (apprendimento in aula, affiancamento sul campo); l'inserimento immediato in un team di lavoro con la gestione di un portafoglio clienti; sviluppi di carriera con la concreta possibilità di diventare dipendente. Non è richiesta esperienza pregressa. Sede di lavoro: Milano. Junior Sales Professional Il gruppo Bravofly Rumbo Group seleziona per la pro- pria sede di Chiasso un Programmatore.Net. Il/la candidato/a supporterà il team promozioni nello sviluppo di siti ad hoc per miniconcorsi e progetti spe- ciali. Requisiti fondamentali: 2 anni di esperienza in programmazione .NET; dimestichezza con SQL Server; conoscenza di NHibernate o entity framework; cono- scenza dei controlli Telerik. Requisiti preferenziali: dimestichezza con wordpress, joomla. Ottime doti di comunicazione e mediazione e la capacità di lavoro in team saranno considerati requisiti fondamentali. L'inserimento avverrà in un ambiente giovane e dinamico. Si offre un contratto a tempo determinato per 6 mesi. Sede di lavoro: Chiasso. Programmatore.Net La persona, inserita all’interno della struttura commer- ciale Arval dedicata ai liberi professionisti, supporterà il team di riferimento nella gestione di un portafoglio clienti già in essere, fornendo consulenza sul business di riferi- mento. Neolaureato/a in materie economiche, motivato ad acquisire professionalità in ambito commerciale all’interno di un contesto organizzativo strutturato. Dotato di buone capacità di ascolto, è proattivo nella relazione con il Cliente. In gruppo si mostra coinvolto e collabora con entusiasmo nelle diverse attività, mani- festando spirito di iniziativa e determinazione. Ne completano il profilo la dimestichezza con i princi- pali applicativi informatici. Lo stage, full-time di 6 mesi, prevede un rimborso spese ed i ticket. Sede di lavoro: Milano. Stage commerciale client account Atmen is a Recruiting, Consultancy & Training firm that practices and promotes the “Good Work”philosophy: the real match between job excellence and professional ethics. Atmen offers its services to Companies, Founda- tions, Training Public Bodies, Private Persons, and is fo- cused on: Organization & HR Management; Marketing & Comunication; Sales. For one of our International Client, we are looking for: Physicists willing to move to The Netherlands. Do you hold a Bsc, Msc or a Phd in Physics? Have you 1 to 5 working experience? Are you interested in a Inter- national Experience? Are you fluent in English? If your answer is YES send us your resume! Salary range is negotiable and will depend on educa- tion and working exeprience. Package will include pension found, dutch course, housing help. If you are interested in this position please send your resume in- cluding an extended cover letter in English. Sede di lavoro: Olanda. Phisycs
  • 8. Professione Supply chain manager Mamma, moglie e promossa supply chain manager (vedi box) appena rientrata dalla maternità. Sei tu diversa dagli altri, è il tuo settore a essere comunque in crescita o è frutto di particolari scelte? Insomma: come ci sei arrivata? «Penso di avere avuto abbastanza fortuna: mi sono tro- vata nel posto giusto al momento giusto. Certo, credo anche di averci messo del mio dimostrando passione, professionalità, intraprendenza. Non mi sono mai tirata indietro di fronte a cambi di ruolo, responsabilità e ho avuto persone che hanno creduto in me e mi hanno dato delle possibilità. Quanto al settore, bisogna fare delle differenze tra il chimico in generale e l’azienda in cui lavoro, una multinazionale americana di origine tedesca». Cominciamo dalla visione generale. «Il chimico-farmaceutico in Italia ruota intorno a due grossi poli: quello di Roma-Latina e di Milano. Quando ho scelto l’università,quindi,avevo già l’idea di inserirmi nel territorio e nel settore (Angela vive e lavora ad Aprilia, prov. di Latina, ndr) che fino a 5-10 anni fa non aveva conosciuto crisi, specie nella mia zona dove ci sono molte aziende di proprietà americana che hanno vis- suto dei periodi d’oro di cui hanno beneficiato anche i dipendenti. Ultimamente, c’è stata una contrazione e l’andamento delle cose non fa ben sperare per il fu- turo. O meglio: sono convinta che il settore terrà, ma a differenza di altri Paesi, le grandi aziende che produ- cono farmaci generici non hanno investito molto nella ricerca e su nuovi prodotti. E questo pur non essendo particolarmente insidiate dai farmaci equivalenti che in Italia non hanno conosciuto la grande diffusione che ci si aspettava». E quella per cui lavori in cosa si differenzia? «La Catalent lavora per conto terzi, si occupa oltre che di farmaci generici anche del settore alimentare (inte- gratori dietetici) e del settore cosmetico. Il fatto che gestisca diverse linee di business e sappia diversificare in base al mercato,le ha consentito di essere dove è ora. L’anno è stato difficile sì, ma è un’azienda che va avanti e crescerà perché abituata a cambiare e a muoversi con rapidità». Tornando a te, hai ottenuto la promozione da neomam- ma. Com’è successo? «L’azienda aveva previsto una riorganizzazione già prima che andassi in maternità e mi é stato proposto questo ruolo che prevede la gestione della relazione Cosa fa un supply chain manager? Se non avete la più pallida idea, non date la colpa al vostro inglese. Anche se lo masticate abbastanza, non è detto vi venga in aiuto: le definizioni della supply chain sono infatti varie, come ci conferma Angela: «Può riguardare diversi reparti, dipende da come viene organizzata dall’azienda». Dovessimo limitarci a una descrizione sintetica, per supply chain si intende la catena di fornitura, il passaggio di un prodotto da un’azienda a un’altra. Andando quindi a guardare nello specifico, il lavoro di Angela prevede innanzitutto la gestione della relazione con il cliente – per tutti i settori di business - ma non solo: «Coordino un team di 14 collaboratori (customer service, acquisti, pianificazione, supervisione del magazzino, coordinamento della logistica, import-export) e un team di 8 operatori di magazzino». Le principali responsabilità? «Organizzare la pianificazione (cuore della supply chain) e la schedulazione delle attività per soddisfare le richieste del cliente e assicurare il raggiungimento dei target mensili. Mi occupo anche di ottimizzare il processo di consegna, di rivedere e migliorare le perfomance attuali. Questo per migliorare il servizio, l’efficienza della produzione e minimizzare gli investimenti nell’inventario». (C.M.) Ci sono donne la cui forza e determinazione traspare da ogni parola. Lo senti da come soppesano quello che dicono. Perché mentre parlano non pensano tanto all’effetto né se ne compiacciono. Pensano solo a comunicare bene e con chiarezza ciò che sanno. Quella chiarezza che, per Angela Ferrara, è data da una passione che l’ha portata fin qui: a essere supply chain manager di un’azienda farmaceutica e allo stesso tempo mamma a 34 anni. Se pensate che gli under 35 siano indecisi e insicuri (pure se non lo pensate), soffermatevi tra queste righe. L'ospite speciale Angela Ferrara, mamma e donna in carriera CHI L'HA DETTO CHE BISOGNA SCEGLIERE? di Cristina Maccarrone *con il cliente e di tutta la pianificazione e logistica, mentre prima mi occupavo della linea di business del settore farmaceutico (dalla relazione con il cliente fino alla spedizione del prodotto finito).Ho molta flessibilità negli orari e mi è stata data anche la possibilità del telelavoro, ma visto il nuovo lavoro e l’esigenza di rior- ganizzare il gruppo e avendo l’aiuto dei nonni, sono rientrata al lavoro. Il mio non è il primo caso: anche un’altra collega è stata promossa mentre era incinta». Come nel film Sliding Doors: c’è un treno che non sei riuscita a prendere o uno che ti sei pentita di aver preso? «Ho fatto un’esperienza di lavoro nella Svizzera tedesca, ma per motivi personali ho deciso di tornare.Ogni tanto mi chiedo cosa sarebbe successo se fossi rimasta. Però, no, non sono pentita, guardo avanti». Quanto conta per te la determinazione nel lavoro? «Tanto. Sono entrata in un settore in cui non conoscevo nessuno e quello che ho l’ho conquistato sul campo, anche reinventandomi (ho studiato Chimica organica: avrei dovuto lavorare nella ricerca o nel settore qualità). Conta molto sapersi muovere e il trovarsi nei posti giusti (la fortuna di cui dicevo prima). E sì, anche lo spirito di abnegazione». E la famiglia: un ostacolo, come spesso si crede o invece aiuta la carriera? «Be’, certo rende meno libero di prendere alcune de- cisioni rischiose e forse preclude qualche opportunità. Ma allo stesso tempo avere una famiglia stabile con un bambino adorabile e un marito comprensivo può essere una forza. Al lavoro do tanto, mi stanco molto e spesso vivo le vicende professionali come personali. Prima non riuscivo a togliermi quel senso di nervosismo, ora quan- do sono a casa mi basta fare il solletico a mio figlio o vederlo camminare per essere contenta». La nostra generazione però sembra sempre più precaria, nel lavoro e nei sentimenti.Secondo te a cosa è dovuto? «C’è precarietà e precarietà. Nel lavoro conosco gente – e forse sono un po’ intransigente in questo – che non si è impegnata così tanto, di contro c’è chi invece non è stato fortunato: crede tanto in un lavoro, ottiene sì risultati ma è vittima del contesto. Quanto ai senti- menti, a un certo punto, ho deciso di ripartire dalla mia vita privata, ma vedo che i miei coetanei si stancano facilmente, voltano pagina con più celerità. In genere, si è meno disposti a fare quei piccoli grandi sacrifici per creare un rapporto stabile. Forse come per il lavoro, il segreto sta tutto qui: nel mettersi davvero in gioco». 8 WoJ
  • 9. Tra smartphone, compatte digitali e Instagram, ci sentiamo tutti un po’ fotografi. Ma trasformare un passatempo in un vero e proprio lavoro non è così facile. Occorrono passione, talento e determinazione, oltre naturalmente a una tecnica impeccabile. Come muoversi per diventare buoni fotografi tra scuole, gavetta e portfolio? Milano e dello IED di Roma, Milano e Venezia. Saper fare belle foto non basta. La concorrenza è elevata e i settori che un tempo «tiravano», ora sono sepolti. Quello che è importante è individuare le aree migliori in cui muoversi, dove ci siano clienti disposti a pagare.«Oltre alle competenze fotografiche», commenta Roberto Tomesani, «occorrono competenze aggiuntive. Vuoi fare il fotografo di moda? Fallo se hai una reale passione per la moda. Vuoi diventare foto- grafo sportivo? Coltiva un vero interesse per questo ambito e frequenta eventi del settore».E così via.«Ogni ambito specifico corrisponde a un mestiere altrettanto specifico», prosegue. «L’essere fotografo in generale oggi difficilmente dà soddisfazione economica». Moda, sport, food, matrimoni, architettura. Chi più ne ha più ne metta. I settori della fotografia sono nu- merosissimi. Ma a quali mirare? «A mio avviso», spiega Andreas Ikonomu, fotografo e segretario di Afip, As- sociazione Fotografi Italiani Professionisti – CNA Professioni, «oggi il giornalismo non offre più sboc- chi in quanto le testate comprano molte foto online. Bisogna individuare settori in cui non è facile essere sostituiti.Ad esempio lo still life e il food.Però ci vuole pratica per stupire». E passione perché «solo così si Per diventare fotografo non occorrono diplomi o lau- ree specifiche, non c’è un Albo che attesti la professio- ne (da febbraio 2013 però esiste la norma UNI 11476 che certifica l’attività fotografica, non obbligatoria per esercitare. Si può richiedere da luglio, costa circa 250 euro, se si hanno requisiti minimi di esperienza e sostenendo un esame. Info: www.uni.com; www.ac- credia.it). Spesso si approda alla fotografia dopo per- corsi formativi legati all’arte, al design, all’architettura. Ma non mancano scelte meno scontate. In che modo, però, apprendere le tecniche fotografiche e una buona cultura dell’immagine? Le strade sono essenzialmente due: o da autodidatta, o frequentando scuole. «Se sì è giovani», consiglia Roberto Tomesani, fondatore e coordinatore dell’Associazione Tau Visual, «indicativa- mente sotto i 25 anni, suggerirei una scuola triennale, che offre tecniche ma anche formazione umana e cul- turale. Se invece una persona sceglie il mestiere dopo l’università o quando è comunque già più maturo, con- siglierei workshop mirati, più brevi ma concreti e in linea con il settore di specializzazione». Tra le scuole di fotografia più note ci sono l’istituto Italiano di Fotografia a Milano e la Scuola Romana di Fotografia a Roma; i corsi del Centro Riccardo Bauer a Una vita da “cane sciolto” FOTOGRAFIA TRASFORMARLA IN UN LAVORO di Elisa Di Battista * Andrea Di Mauro, 35 anni Fotografo e co-fondatore di un’agenzia fotografica a Milano Dopo anni da dipendente, fonda con due soci un’agenzia che oggi ha 20 fotografi freelance, 2 agenti di vendita e 14 agenzie partner all’estero. www.italyphotopress.it Come ti sei avvicinato alla professione? «Ho iniziato con uno stage alla fine del mio percorso di studi (diploma in Comunicazioni visive e post diploma in Tecniche e linguaggi web, ndr.). In seguito ho collaborato con diverse agenzie fotografiche come assistente per fotografi e archivisti». Perchè aprire un’agenzia fotografica? «Dopo una decina di anni da dipendente presso agenzie fotografiche, ho deciso con altri colleghi di mettermi in proprio e provare con le nostre forze a fare il lavoro che volevamo». Come si svolge una giornata tipo? «Comincia individuando le notizie di rilievo su quotidiani e agenzie di stampa web, poi insieme ai nostri collaboratori programmiamo gli eventi da seguire durante la settimana e gestiamo accrediti e disponibilità lavorative. Durante il giorno riceviamo dai nostri reporter il materiale fotografico e lo distribuiamo ai clienti, eseguiamo i servizi commissionati e inviamo dal nostro archivio le immagini alle redazioni fino al loro orario di chiusura». Ei clienti come si cercano? «Si tratta di case editrici nazionali ed internazionali, uffici stampa e agenzie di marketing e pubblicità. Li cerchiamo attraverso una rete di contatti coi responsabili delle redazioni giornalistiche o con le amministrazioni fornitrici delle case editrici per la presentazione e l'offerta dei nostri servizi». (E.D.) Alberto Alpozzi, 30 anni Fotoreporter freelance in zone di crisi Coraggio e preparazione. Questi i requisiti per partire per le aree di guerra. Il professionista torinese si racconta anche su www.albertoalpozzi.it In quali aree di guerra hai lavorato? «Sono stato via 4 volte, da dicembre 2011, tra Afghanistan, Kosovo e Libano per periodi di circa 10 giorni l’uno. Sono stato nei teatri operativi sempre come embedded, cioè col supporto dell’Esercito Italiano e vivendo nelle basi militari italiane, anche perché quel che mi interessa è documentare non tanto le missioni quanto il lavoro svolto dai militari italiani (L’alternativa all’embedded è lavorare come inviato per testate giornalistiche che coprono anche le spese, ndr.)». Come si diventa fotoreporter embedded? «Si domanda l’accredito allo Stato Maggiore della Difesa presentando il progetto da realizzare indicando le tipologie di pubblicazione: carta stampate, televisione, ecc. Gli accrediti vengono concessi a seconda della disponibilità e della situazione nelle aree di crisi». In che modo ti sei preparato per questo tipo di reportage? «Ho iniziato seguendo eventi, manifestazioni, sommosse e G8. Avevo tenuto corsi di aggiornamento professionale per i fotografi dell’Esercito collaborando con la Regione Militare Nord. Per alcuni lavori la professionalità la si crea con il tempo e l'esperienza». Aquale scatto sei più affezionato? «Di scatti che mi piacciono anche dopo anni ce ne sono 2 del carcere di Herat e dell’Afghanistan dall’alto. Più che altro sono legato all’emozione vissuta in certi contesti. Ed è l’Afghanistan ad essermi rimasto dentro, sia per i militari che ho conosciuto che per la popolazione locale, dignitosissima nonostante l’estrema povertà». (E.D.) 9 WoJ Professioni sopportano le difficoltà e si trova una strada. Soprav- vive solo chi offre qualcosa in più rispetto agli altri», chiosa Ikonomu. Ma,dopo,come buttarsi nel concreto sul mercato? Una strada può essere quella dell’assistentato presso un fotografo. Almeno 2-3 anni per circa 1000-1500 euro al mese (o 150 euro al giorno per lavori saltuari) con partita Iva o a progetto. I pro: apprendere i trucchi del mestiere al fianco di un professionista. I contro: ri- cominciare da zero costruendo un portfolio personale e cercando clienti. Insomma, una scelta da valutare in base a tempi, età, contatti. Ad ogni modo,il portfolio è indispensabile per chiunque inizi. Poi, bisogna proporsi alle agenzie, alle aziende. E curare la reputazione online: dal sito ai profili sui so- cial media. «Occorre fare esperienze all’estero, ma poi fare pratica nel luogo in cui si vuole lavorare», consi- glia Ikonomu. «E fare anche da grafico, creativo e co- municatore». E non solo, perché – nonostante quello del fotografo sia un mestiere per «“cani sciolti”, e si lavori soprattutto da soli», come sottolinea Tomesani – per combattere la crisi meglio creare una squadra. Come hanno fatto i 4 ragazzi di Zep Studio (www. zepstudio.com), che coniugano fotografia, arti visive, grafica fondendo le competenze. «Lavoriamo più da artigiani che da agenzia», spiega Carlo Di Pasquale. «I processi standard sono pochi, comprendiamo le ne- cessità di ogni cliente e insieme produciamo qualcosa che lo rappresenti. Le nostre giornate? Un continuo brain storming». INTERVISTE COMPLETE SU WWW.WALKONJOB.IT
  • 10. Nuove frontiere 10 WoJ Avete il classico romanzo nel cassetto e sentite che è arrivato il momento di fargli vedere la luce? Fra le «alternative possibili» c'è anche il self publishing, ovvero pubblicarsi da sé, saltando la trafila del manoscritto inviato alle case editrici. Come si fa? E conviene? L’abbiamo chiesto a chi l’ha provato. Imetodi tradizionali per fare di un manoscritto un li- bro «vero» sono abbastanza noti: mandarlo ad alcuni editori e incrociare le dita oppure optare per l'editoria a pagamento, in cui gli autori devono coprire le spese di stampa con un contributo economico o garantendo l'acquisto di un certo numero di copie. Esiste però an- che una terza via: il self publishing, cioè pubblicare il proprio scritto da soli e a costo zero (o quasi), av- valendosi di una delle tante piattaforme che operano online e sfruttano le potenzialità degli ebook. Si va da Amazon (www.amazon.it, su cui è possibile pubblicare direttamente ebook per Kindle), a Lulu.com, dal noto Ilmiolibro.it del Gruppo Espresso a Narcissus.me, fino a Kobo Writing Life (it.kobo.com/writinglife), legata a Mondadori.E non mancano formule come Libro/Mania (www.libromania.net), società nata dalla partnership di De Agostini Libri con Newton Compton Editori, che opera in modo più simile a un editore tradizionale, selezionando gli scritti da pubblicare e offrendo ser- vizi come editing e correzione di bozze. Per orientarsi è utile vagliare le diverse piattaforme in base ai parametri che più interessano: la diffusione che ciascun sito garantisce, le royalties corrisposte agli autori, le opzioni sui diritti o la possibilità di stampare copie cartacee su richiesta. In tutti i casi (Libro/Mania a parte) è l'autore ad occuparsi del suo testo in ogni passaggio, dall'impaginazione alla conversione in for- mato digitale alla scelta del prezzo. Ogni sito mette a disposizione guide dettagliate su come fare. Costi? Praticamente zero: l'autore deve metterci so- prattutto tempo e voglia di confrontarsi con gli aspetti informatici della questione. Le piattaforme infatti con- sentono il caricamento gratuito dei contenuti e gua- dagnano una percentuale sulla loro vendita, offrendo a cifre modiche eventuali servizi extra. La Rete dei Giornalisti e Blogger per l'Ambiente, grup- po di Google+, ha fatto completamente in casa l'ebook collettivo Elezioni 2013. Sconfitto l’ambientalismo po- litico, quale ecologia in Parlamento. Le analisi della rete: «L'ho realizzato con Sigil e Calibre, due risorse open source», spiega il giornalista Sergio Ferraris, che ne ha curato l'impaginazione. Il testo è gratis su Narcis- sus.me: «Volevamo metterlo a disposizione di tutti. L'editore ha sposato il progetto consentendone la dif- fusione gratuita», spiega la collega Marina Perotta. Di solito infatti Narcissus trattiene il 40% del prezzo di copertina sulle vendite effettuate (10% per le spese di distribuzione e 25-30% per pagare le librerie online) mentre l'autore non sostiene costi diretti (ma si pa- gano 4 euro una tantum – cioè una volta sola per tutte le copie – per dotare il proprio testo di codice Isbn, necessario per vendere nelle librerie online, e 60 cen- tesimi a cartella se si chiede assistenza per convertire il testo in formato ePub, il più versatile). «Ho scelto Amazon perché permette di decidere quale percentuale guadagnare dalla vendita delle opere, in base all’uso che se ne vuole fare. Io prendo il 70%», racconta Camilla Ronzullo, blogger autrice di Farfalle in un lazzaretto, (disponibile in ebook a 5,15 euro) che potete leggere nell’intervista a fianco. Leonardo Oddi ha autopubblicato - su carta - la rac- colta di poesie Quasi dimenticavo con Ilmiolibro.it, nel 2011: «È stato stampato on demand,in base alle richieste di chi poteva leggere la preview online. Il prezzo è 8,50 euro, ho guadagnato circa 30 centesimi a copia. Ne ho comprate alcune per distribuirle alle presen- tazioni: l'autore ha uno sconto, ma non guadagna royalties sulle copie che acquista per sé? Esperienza comunque positiva. Ho diffuso la mia poesia e trovato nuovi lettori. Però per un prossimo libro preferirei i canali tradizionali: avere un editore che ti sceglie è di- verso e hai la promozione». Infatti chi si autopubblica deve farsi da sé anche la pubblicità, coltivando il pro- prio pubblico di riferimento e impegnandosi per far conoscere il proprio scritto sui social network e fuori. D'altro canto il self publishing ha diversi pro: è low cost, pratico e veloce. Una volta confezionato l'ebook lo si carica sul sito e in 24 ore si è in vetrina, online. Le royalties corrisposte sono molto interessanti: «per esempio su Amazon», spiega Sergio Ferraris, «arrivano fino al 70% del prezzo di copertina, mente l'editoria tradizionale riserva agli autori al massimo l'8% del ricavato». Camilla Ronzullo, giornalista, scrive su www.zeldawasawriter.com. Ha pubblicato su Amazon il primo romanzo, Farfalle in un lazzaretto. Come sei approdata al self publishing? «Terminato il libro ho chiesto pareri nel settore dell'editoria “vera”: ho avuto riscontri positivi, però la situazione era in stallo. A quel punto ho fatto delle considerazioni: per me scrivere è essere felice, e non potevo dirmi scrittrice senza aver mai pubblicato un libro. Anche alcuni editor che leggevano il blog mi avevano incoraggiata a finire eventuali scritti iniziati. Quindi mi sono informata e ho deciso». Come ti sei organizzata? «Ho coinvolto la mia associazione culturale, Bastian Contrari. Ho riletto il libro 3 volte, anche con la collaborazione di un'amica editor e della mia socia Clelia, per stanare errori e refusi e dare al testo la sua forma definitiva. Infine il mio webmaster ha trasformato tutto in ebook». È stato difficile? «No, ci è voluto più a decidere che a farlo. Per l'aspetto tecnico, uno smanettone può fare da solo il suo ebook: Amazon ha una guida molto dettagliata su tutti gli aspetti, compresi estensione del file e font consigliati. Poi il sito passa al vaglio l'opera finita e ti dice quando sarà online. In 24 ore il mio libro era in vendita!» Come sono andate le vendite? «Un lento ma crescente wow! (sul numero glissa per ora mantiene il riserbo, ndr)». Come ti vengono corrisposte le royalties? «Con bonifico: l'ho scelto io, più pratico dell'assegno». Ripeteresti l'esperienza del self publishing? «Sì, e la consiglio. È una possibilità adatta a tutti, da sfruttare e supportare: più gente propone contenuti attraverso gli ebook e più ognuno avrà la possibilità di diffondere la propria opera». Dopo l'ebook hai stampato delle copie cartacee... «Sì: 100, in una vecchia stamperia milanese. Le ho vendute nel giro di poco: la carta ha sempre la sua “aura”. Penso di stamparne altre, finanziate in parte con il ricavato delle vendite del testo digitale». Che consigli daresti a chi vuole autopubblicarsi? «Informatevi bene su tutte le alternative. Anche nell'editoria c'è chi lucra sui sogni altrui: diffidate di proposte super che vi costerebbero un mucchio di soldi. Cercate di proporre la vostra scrittura attraverso il Web già prima di pubblicare e fate rete con chi ha la vostra stessa passione, per condividere gioie e far sapere che esistete e producete. Il self publishing dà royalties molto alte, ma ha un contro: sei un punto in un mare infinito. Amazon non organizza presentazioni né fa da ufficio stampa, è fondamentale farsi conoscere autonomamente». (I.R.) Bozze nel cassetto Il mio libro? Lo pubblico da me grazie al Web di Ilaria Romano * Camilla Ronzullo L'ebook pronto in 24 ore
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  • 12. ipsoa.it), Business School del Gruppo Wolters Kluwer Italia. Il corso base di paghe e contributi (part o full time, livelli da base a specialistico) e quello base di con- tabilità sono fra i best seller della scuola di formazione. Si tengono a Milano e Roma (in alcuni casi anche in altre città), da ottobre a novembre-dicembre, e i costi vanno dai 500 euro in su + Iva, a seconda di quello che sceglierete.Per info e programmi dettagliati di ciascuno consultare il sito. Dieffe (www.dieffe.com), cooperativa sociale ed ente di formazione accreditato presso la Regione Veneto, organizza il corso di Contabilità, amministrazione e pa- ghe con software gestionali, dedicato ad aspiranti ad- detti alla contabilità con conoscenza della contabilità analitica e delle procedure di budgeting aziendale. Il corso, serale, dura 600 ore (350 di teoria ed eser- citazioni e 250 di stage) ed è pensato anche per chi non ha una specifica preparazione tecnica nel settore. Il superamento dell'esame finale permette di conseguire la qualifica professionale di addetto alla contabilità ri- conosciuta dalla Regione Veneto. Il costo è di 2050 euro e sono aperte le preiscrizioni per la prossima edizione, che sarà presentata a Verona a inizio settembre. CINESE E GIAPPONESE: PERCHÉ NO? Per chi guarda all'estero, due proposte che portano in… Oriente. L'Istituto Confucio di Roma (www.istitu- toconfucio.it) organizza corsi di cinese della durata di 50 ore al prezzo di 350 euro. Ce n'è per tutti i livelli e le esigenze. Le iscrizioni ai moduli estivi sono chiuse, ma si riparte a settembre, con inizio delle lezioni ai primi di ottobre. Sempre a Roma, l'Istituto Giapponese di Cultura (www.jfroma.it) propone una vasta gamma di corsi: da quelli di cultura a quelli di lingua in vari livelli, per chi desidera comunicare verbalmente e per iscritto nell'idioma del sol Levante (costi: da 150 euro). C'è anche il corso di prova: 4 lezioni a 50 euro totali, per imparare le prime nozioni di giapponese (dai sa- luti ai numeri, ai rudimenti della scrittura) e capire se si vuole proseguire iscrivendosi al livello elementare. Il metodo dell'Istituto si basa sulla convinzione che «la conoscenza di una lingua non si misura con la buona padronanza di vocaboli o di regole grammaticali: ciò che conta veramente è cosa si “riesce a fare” (“can-do”) nella comunicazione reale». Lo spagnolo è la lingua ufficiale di oltre 20 Paesi, parlata da più di 450 milioni di persone. Per chi vuole iniziare a studiarla, quest'estate l'Instituto Cervantes (creato dallo Stato spagnolo nel 1991 per diffondere l’insegnamento dello spagnolo, la cultura della Spagna e dei paesi ispanici) porta nelle Biblioteche di Roma i suoi corsi in- tensivi per adulti: 30 ore didattiche al costo di 120 euro, con attestato finale. Info: roma.cervantes.es. Formazione 12 WoJ Sui banchi anche d'estate E IO PUNTO SU LINGUE, NUMERI E INTERNET Estate, si sa, è sinonimo di riposo e vacanze. Ma tra una nuotata e l’altra a qualcuno piace usare i mesi estivi per portarsi avanti con i programmi per l'autunno. È in quest'ottica che vi proponiamo una selezione di percorsi formativi utili per aggiornare il cv e inserire quelle competenze passpartout che possono servire in ogni caso e per trovare un lavoro. Eccone quindi alcuni in linea con le richieste del mercato e, come al solito, con un occhio, ove possibile, al portafogli. CONTABILITÀ, PAGHE E CONTRIBUTI, WEB I contabili continuano a essere una figura particolar- mente ricercata dalle aziende. Per chi vuole puntare su questo settore potrebbe essere utile aggiornare il cv con un corso specifico. IFOA (www.ifoa.it), centro formazione e servizi delle Ca- mere di Commercio, ne organizza diversi, in varie città d'Italia, rivolti sia a non occupati che a chi lavora già. Per chi non ha nozioni di ragioneria c'è il corso Basi di contabilità generale: dura 40 ore, prevede lezioni teo- riche e pratiche e lo studio di vari software del settore e costa mille euro. Il corso post diploma General & Finan- cial Accounting: dalle scritture contabili alla redazione del bilancio forma un profilo professionale di area con- tabile con competenze trasversali informatiche e orga- nizzative, in grado di gestire i rapporti amministrativi con clienti e fornitori e anche di redigere e controllare il bilancio. È più impegnativo sia come durata che come costi: 950 ore divise fra teoria e tirocinio formativo, prezzo 3250 euro.Fra i corsi offerti da IFOA,che partono in vari periodi dell'anno sia a Nord che a sud, vi segna- liamo anche quello di Web programming (creazione di siti dinamici con Php e MySql): 33 ore per 700 euro. La Scuola Pratica di Commercio di Bergamo, nata nel 1912 per iniziativa della Camera di Commercio con l'obiettivo di «elevare la cultura di coloro che esplica- no o intendono esplicare la loro attività nelle aziende commerciali ed industriali in genere», propone corsi in vari settori, contabilità compresa: il corso base di 70 ore costa 399 euro (stessa durata e costo per il corso avan- zato). L'edizione primaverile si è conclusa, ma si può consultare il sito per conoscere le prossime date. In au- tunno partirà invece il corso annuale di paghe e contribu- ti: 180 ore da settembre a maggio, per imparare tutto su assunzioni, previdenza, TFR. Il costo è di 749 euro. Fra le interessanti proposte della scuola bergamasca anche le lingue straniere (cinese, arabo, inglese, tedesco, russo, francese...) e una ricca scelta di corsi di aggiornamento e workshop in vari settori: dall'organizzazione azien- dale alla segreteria, dalla fiscalità alla comunicazione d'impresa. Tutti con attestato. Per saperne di più: www. bergamosviluppo.it. Molto noti anche i percorsi formativi di IPSOA (www. «Mentre vi riposate caricate quelle pietre», diceva ai suoi manovali il capomastro che costruì la casa dei miei nonni. Tranquilli, non è questo lo spirito con cui vi presentiamo una pagina dedicata ai corsi sul numero estivo di Walk on Job. di Ilaria Romano * IRFI (Istituto romano di formazione imprenditoriale), in collaborazione con Associazione Stampa Romana e con il contributo della Camera di Commercio di Roma, organizza la prima edizione di un corso gratuito di comunicazione aziendale, destinato a imprenditori e dipendenti di aziende. A Roma dal 3 al 23 luglio. Info: www.irfi.it. Informatica per il sociale, Gestire e utilizzare le ICT nel terzo settore è il titolo del corso gratuito, tenuto da Scuola del Sociale della Provincia di Roma dal 24 giugno al 15 luglio (5 lezioni). Per laureati (con preferenza per chi risiede a Roma e provincia), che operano o sono interessati a lavorare nel terzo settore. Il corso ha l'obiettivo di fornire ai partecipanti le competenze necessarie per valutare, scegliere, acquisire e gestire strumenti informatici innovativi, operando scelte socialmente, economicamente e ambientalmente responsabili nel campo delle tecnologie. Durante tutto l'anno, inoltre la Scuola del Sociale organizza corsi e seminari formativi su tematiche legate al terzo settore. Informazioni su www.provincia.roma.it. Per perfezionare l'inglese durante una vacanza nel Regno Unito, senza spendere troppo, le possibilità sono diverse, offerte sia da università pubbliche che private. Per esempio, il Westminster Adult Education Centre di Londra offre corsi per stranieri (ESOL, English for speakers of other languages) a costo zero, fino a luglio. Per saperne di più cliccate su www.waes.ac.uk. (I.R.) Gratis e... Last Minute
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  • 14. Bologna Fino al 25 agosto Segnali di moda. Stile vintage e nuovi glamour Al Museo Davia Bargellini un evento dedicato allo stile vintage e alla moda che trae ispirazione dagli abiti del passato. Saranno messi in mostra gli abiti della sezione tessile che si è formata al Museo Davia Bargellini negli ultimi tre anni e sette capi realizzati dalla scuola di modellistica Secoli Next Fashion School di Bologna abbinati alla collezione per reinventarne il fascino seduttivo. Ingresso gratuito. www.comune.bologna.it Milano Fino al 10 agosto A Glimpse at Photo Vogue Alla Galleria Carla Sozzani vengono esposti i lavori più suggestivi pubblicati sull'omonima piattaforma digitale, dedicata alla promozione di fotografi professionisti e amatoriali. Venticinque autori propongono quattro immagini ciascuno con soggetti che vanno dai paesaggi onirici ai reportage di confine, passando per i ritratti. www.galleriacarlasozzani.org Chieti Fino al 31 agosto Illuminare l'Abruzzo L’esposizione, che si svolge a Palazzo De Mayo, presenta in esclusiva il patrimonio librario medievale abruzzese in tutte le sue sfaccettature e va a indagare le sottili collaborazioni e i differenti scambi artistici che fanno di questa realtà un patrimonio tutto da scoprire. www.beniculturali.it Napoli Fino al 30 settembre Why? Because Life… Alla Galleria Umberto di Marino, una mostra che crea un dialogo tra coppie di artisti complementari, partendo da una concezione dell'universo inteso come natura benevola e incorrotta, per poi focalizzarsi sull'agire dell'uomo. Jota Castrol, Alberto Di Fabio, Satoshi Hirose, Francesco Jodice, Eugenio Tibaldi e Sergio Vega gli artisti in mostra. www.galleriaumbertodimarino.com Sicilia Dal 27 luglio al 31 agosto Summer Circuit 2013 Il compositore agrigentino Joe Castellano, con il suo Blues & Wine Soul Festival, organizza il Summer Circuit 2013: tour di concerti, in programma a luglio e agosto. Nei siti culturali e turistici più suggestivi dell’isola si esibiranno grandi interpreti del blues e della soul music. Tra le tappe la Valle dei Templi di Agrigento, Porto Empedocle, Capo d'Orlando e Salina. Tutti i concerti sono gratuiti tranne l'evento di gala organizzato a Cefalù il 14 agosto. www.bluesandwine.com Un percorso multisensoriale, da fare bendati e guidati. Funziona così la visita del Museo Tattile Statale Omero di Ancona (www.museoomero.it), tra i primi e i pochi centri culturali per non vedenti al mondo, l’unico in Italia. Uno spazio raro e innovativo, che all’interno si divide in più aree, proponendo l’arte plastica e scultorea di tutti i tempi. Dalle copie al vero della Grecia classica, di Michelangelo e Canova alle sculture originali d’arte contemporanea con De Chirico e Marini, per citarne due. In più il museo è centro di ricerca, laboratorio e promotore di mostre tattili di rilevanza internazionale. In ogni area tutto è pensato per essere toccato con mano, visto senza gli occhi, conosciuto, fruito e apprezzato da chiunque. Un museo senza barriere. Gratuito, aperto a Milano Fino all'8 settembre Palazzo Reale Mostra Milan Inter '63 www.mostramilaninter63.it Ticket: 8 €; ridotto: 6,50 € Firenze Fino al 3 novembre Museo Stibbert Samurai: armature giapponesi www.museostibbert.it Ticket: 8 €; ridotto: 6 € Fino al 22 settembre Museo Nazionale del Bargello Estate al Bargello 2013 www.uffizi.firenze.it Ticket: 15 €; ridotto: 12 € Venezia Fino al 18 agosto Palazzo Ducale Manet. Ritorno a Venezia www.mostramanet.it Ticket: 13 €; ridotto: 11 € Verona Fino al 10 settembre Palazzo Forti - Galleria d'Arte Moderna Amo Pavarotti www.palazzoforti.it Ticket: 16 €; ridotto: 12 € Roma Fino al 15 settembre Anfiteatro Flavio Costantino 313 D.C. www.mostracostantino.com Ticket: 12 €; ridotto: 7,50 € Genova Fino al 25 agosto Palazzo Ducale Stanley Kubrick www.palazzoducale.genova.it Ticket: 10 €; ridotto: 8 € Modena Fino al 30 ottobre Museo Casa Natale Enzo Ferrari Grand Prix - Le Monoposto del campionato di Formula 1 www.museocasaenzoferrari.it Ticket: 13 €; ridotto: 11 € Pescara Fino al 29 settembre Museo Casa Natale di Gabriele D'Annunzio Quando l'Alba S'Innamora www.casadannunzio.beniculturali.it Ticket: 2 €; ridotto: 1 € tutti, e per tutti da scoprire. Perché se per i non vedenti la visita diventa la possibilità “toccante”, nel senso letterale ed emozionale, di aprirsi all’arte, per i vedenti è l’opportunità di vivere un’esperienza fuori dai canoni. Come? Basta indossare le mascherine sugli occhi e affidarsi al braccio di un accompagnatore. Passo dopo passo, si gira per le sale, toccando ogni pezzo, mentre se ne ascolta la descrizione letta dalla guida. All’inizio disorienta, sia camminare nel buio, sia fidarsi “ciecamente” di chi fa strada, sia, abituati al classico «vietato toccare», poter riconoscere materiali, misure e particolari di questa e di quell’altra opera con il tatto. Sala dopo sala, si segue un percorso artistico, si entra in un mondo che resta impresso nella mente. Piccola, naturale e ancora poco battuta dal gran turismo. Antiparos è l’isoletta greca al largo della più nota Paros. Si arriva in traghetto e si è subito conquistati dall’aria di mare e dall’atmosfera di vacanza. Dove andare? In spiaggia, innanzitutto, meglio se con surf e kite. Perché qui il vento soffia forte e le onde sono il paradiso per gli appassionati. A Chora, il villaggio principale ai piedi del castello veneziano, per un aperitivo o un dopocena; e alla grotta di Spileo, spettacolo naturale imperdibile. Info (in greco e inglese) www.antiparos-isl.gr (C.G.S.) Cagliari Fino all'8 settembre Castello San Michele Spazi - Da Durer a Picasso www.camuweb.it Ticket: 5 €; ridotto: 3 € Catanzaro Fino al 5 ottobre Museo Marca Bookhouse. La Forma del Libro www.museomarca.info Ticket: 3 € Facciocosevedogente IN GIRO PER L'ITALIA E NEL MONDO a cura di Paola Floriana Riso * Focus Italia No tengo dinero L’ANGOLO DEGLI... SQUATTRINATI PROVATO PER VOI. IL MUSEO TATTILE DI ANCONA di Camilla Golzi Saporiti * foto di Alessandro Accorroni PhotoArt14 WoJ eventigratis In bici alla scoperta della Loira, la celebre regione francese costellata di castelli e coperta di verde. 800 km da percorrere sulle due ruote collegano fortezze, borghi, cittadine, come Orleans, Tours, Angers, prati, boschi e scorci a tutta natura. È un luogo da favola, oltre che un viaggio sportivo. Che si adatta ai più allenati, ma non solo: chi vuole accorciare le distanze, può salire in treno (il trasporto bici è gratuito) e raggiungere le tappe che preferisce per poi riprendere a pedalare. Info: www.loireavelo.fr (C.G.S.) Bucarest è la più economica tra le grandi città europee. Lo dice la classifica stilata dall’emittente britannica BBC: dal calcolo dei prezzi del cosiddetto «indice del viaggiatore con lo zaino», risulta che con meno di 20 euro al giorno si può girare, visitare, mangiare e dormire nella «Parigi dell’Est». Antica e moderna, conquista con il suo centro storico: mix di palazzi d’epoca, monumenti, pub e locali. Tra le mete imperdibili: la sede del Parlamento, secondo complesso più grande al mondo dopo il Pentagono, e il Parco Herastrau, oasi verde cittadina. (C.G.S.)
  • 15. Ero fresco di laurea e ho vissuto, fino a dicembre 2009, una bella esperienza di stage nel dipartimento marketing di Fiat a Bielsko Biala, in Polonia. Già, la Polonia,una terra ostica e affascinante: il freddo e una lingua incomprensibile mi misero a dura prova per tutto il periodo della mia permanenza lì.Un giorno di ottobre mi recai al lavoro con abiti estivi: nevicò di colpo e arrivai in ufficio dopo ore, dato che il freddo mi fece perdere l’orientamento, e semi assiderato. Ad accogliermi, i colleghi, tra sguardi compassionevoli e risate. Mi diedero un the caldo per riprendermi e mi misi al lavoro scalzo a causa delle scarpe zuppe! In ufficio la mia mansione era di «creative thinker». Proprio in quel periodo l’azienda cercava un’idea creativa per la promozione del post vendita del marchio. Mi proposi con un mio dipinto (mani che si prendono cura di una Panda) che avrebbe dovuto rappresentare il brand in una campagna dal nome «Sei in buone mani». L’dea piacque e la campagna fu pubblicata e distribuita fino a fine 2011. Per me fu un grande traguardo: mi consentì di concretizzare la tesi della mia laurea specialistica su La pittura come mezzo di comunicazione. Oggi mi occupo di «animali strani» che popolano il mio blog Ornitorinko (ornitorinko.com). La veterinaria c’entra poco… E voi, siete animali strani? Focus Estero Domenico QUI BIELSKO BIALA 15 WoJ vi dà appuntamento a SETTEMBRE Gabriele QUI BIRMINGHAM Sono ormai più di cinque anni che vivo nella capitale danese.Mi sono trasferi- to a Copenhagen nel 2007, dopo aver ricevuto un'offerta di lavoro, e oggi lavoro come sviluppatore software in una compagnia nazionale.La Danimarca è una nazione molto diversa dall'Italia, uno stato all'avanguardia per quan- to riguarda i servizi offerti. Il trasporto pubblico, ad esempio, è eccellente: metro, treni e autobus coprono tutto il territorio, sono puntuali al minuto e funzionano anche a notte fonda. L'università, poi, è gratuita per i provenienti dall'Unione Europea e tutti gli studenti danesi hanno diritto ad una sostan- ziosa borsa di studio. E ancora, pagando un contributo per la disoccupazione, è possibile ricevere l'equivalente della cassa integrazione fino a 4 anni. Il prezzo per questi servizi, però, è una forte pressione fiscale Le tasse partono dal 40%, e possono arrivare a toccare l'80%. Il costo della vita è molto alto. Sono rimasto sconvolto quando mi sono reso conto che un caffè costa in me- dia 3 euro e una pizza con una birra 20 euro, anche se i salari ti permettono di vivere con tranquillità. Integrarsi non è facilissimo. I danesi sono molto riser- vati e hanno una cultura piuttosto diversa da quella mediterranea. Una delle barriere principali è la lingua dato che il danese è molto difficile da parlare e capire. Per fortuna, tutti parlano inglese senza problemi, dai ragazzini agli anziani. Copenhagen è una città moderna, internazionale e multiculturale e c'è sempre qualcosa di interessante da fare o da vedere. Tutti vanno in giro in bici, anche d'inverno quando piove e nevica e ogni strada ha una pista cicla- bile. Dei difetti? Il tempo, freddo e piovoso per la maggior parte dell'anno e il cibo: da buon italiano ancora non riesco ad accettare l'idea di pasta scotta e insalata… sulla pizza. Un anno e quattro mesi fa, subito dopo la laurea, partivo per l’Inghilterra con in mano un biglietto di sola andata. Non ho mai concretamente provato a lavorare in Italia, però posso dire che qui, dopo non pochi sforzi e sacrifici, lavoro per un’importante azienda di marketing con contratto a tempo inde- terminato. Amo l’Inghilterra e il fortissimo multiculturalismo, amo vedere per strada gente vestita nella maniera più disparata e con i capelli dai colori più bizzarri. Molti sono i servizi offerti: dai mezzi di trasporto di qualsiasi tipo e genere agli uffici pubblici e per noi giovani ci sono tantissimi spazi verdi dove potersi riunire nel tempo libero e una vita notturna super attiva per i più viveur. La cosa che più mi ha colpito di questa città, però, sono le grandi possibilità che dà a ciascuno di noi, in maniera totalmente meritocratica, di fare carriera nei vari settori. Tornare in Italia non è nei miei piani, anche se mangerei volentieri un buon piatto di maccheroni. Durante gli anni dell'università non avrei mai immaginato di andare a vivere in una città diversa dalla mia ma varie circostanze, in primis la difficoltà di trovare un lavoro, mi hanno portato addirittura a lasciare l'Italia e a delle esperienze all’estero. Ho vissuto due anni in Spagna, e ricordo con estremo piacere quel periodo perché, anche se straniero, le persone mi hanno accolto e fatto sentire a casa, e in questo momento mi trovo in Irlanda, a Dublino, dove sto studiando inglese. La mia prima settimana qui è stata a dir poco orribile! Ho trascorso dei giorni infernali soprattutto a causa del cibo, che non può essere paragonato nemmeno lontanamente a quello italiano, e del tempo che è veramente pessimo. Da buon siciliano, abituato al sole e al cli- ma mite, mi sono ritrovato spiazzato in una città dove, praticamente ogni giorno, aprendo la finestra di casa vedo pioggia e nebbia, e mi chiedo ancora come per la gente del luogo questo possa essere considerato normale. Piano piano, però, ho cercato di scoprire tutto quello che Dublino ha da offrire a un giovane e posso dire con sicurezza che, anche vivendo qui da un paio di mesi, ho conosciuto tanti lati positivi di questa città che penso sia favolosa, soprat- tutto per studenti e persone che vogliono imparare l’inglese. La città non è molto grande e tutto è concentrato nella parte centrale, il che per una per- sona senza un mezzo di trasporto proprio è l’ideale. Le persone sono molto amichevoli e gentili anche perché Dublino, essendo una città studentesca, è piena di giovani e puoi incontrare gente proveniente da tutto il mondo. Sarò sincero: in principio pensavo che trasferirmi in Irlanda non fosse un'idea poi così eccezionale, ma ora penso che è stata una delle migliori decisioni che io abbia mai preso, fino a questo momento, in vita mia e se potessi tornare indietro rifarei la stessa scelta. Carlo QUI DUBLINO Andrea QUI COPENHAGEN