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TUTTE LE FACCE DEL CV
Dal modello classico al video:
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Professioni
FINANZA E CONSULENZA
I profili più ricercati
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COSA FARE DOPO LA LAUREA
LE POSSIBILITÀ DI LAVORO CONCRETE
FACOLTÀ PER FACOLTÀ
Avere le idee chiare finita l'Università non è facile. Scoprire cosa
offre davvero il mercato del lavoro e dove orientarsi richiede
sforzo, e districarsi tra annunci, scelte da compiere e porte che
non si aprono è spesso un’impresa. Che fare? Occorrono tanta
determinazione e uno sguardo lucido su ciò che offre il mondo del
lavoro, a caccia di sbocchi lavorativi reali, settore per settore, senza
dimenticare le proprie inclinazioni.
Walk on job.it
bimestrale freepress - www.walkonjob.it
n° 16 - ottobre/novembre 2013
Via Scarlatti, 26 - 20124 Milano I tel. 02 36643483
testata giornalistica registrata presso il Tribunale di Milano numero 257 del 3 maggio 2010
Direttore Responsabile
Elisa Di Battista
elisa.dibattista@walkonjob.it
In redazione
Giulia Cimpanelli
g.cimpanelli@mail-people.com
Progetto Grafico e
impaginazione
Jasmine Webster
Hanno collaborato a questo numero:
Susanna Bagnoli
Raffaele Riccioli
Pubblicità
Rosanna Paiano
advertising@walkonjob.it
Editore Jeia s.c.a.r.l.
via Scarlatti, 26 - 20124 Milano
P.IVA 09788390152
Stampa
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20160 Pessano Con Bornago (MI)
Paola Floriana Riso
Ilaria Romano
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2
WoJ
Inchiesta
sono i più ricercati dalle aziende: con oltre 17mila as-
sunzioni previste per il 2013, pari al 29% di tutte quelle
destinate ai laureati, i dottori in Economia superereb-
bero persino i colleghi di Ingegneria elettronica e
dell'informazione, ricercati nel 13% dei casi.
In Adecco Italia le posizioni per gli economisti,per esem-
pio, rappresentano circa il 15% del totale. Queste figure
sono ricercate per vari ruoli: «dal controllo di gestione
a quello del bilancio, arrivando alle mansioni in area
finanziaria, bancaria e di aiuto contabile», riferisce Lo-
renzo Biffi. E la tendenza non riguarda solo le grandi
aziende: «Anche le piccole e medie imprese spesso
puntano sui laureati in Economia in quanto il corso di
studi dà una formazione ampia e “flessibile” apprezzata
a più livelli», conferma Filomena Palumbo, consulente
in risorse umane, recruiter, formatrice e coach per
aziende ed enti di formazione pubblici e privati.
IL FUTURO DELLA COMUNICAZIONE È NEL DIGITALE
Chi l’ha detto che un laureato in Scienze della Comu-
nicazione debba necessariamente diventare giornalista
o lavorare nella pubblicità? In realtà, oggi, le prospet-
tive sono altre: «I laureati in Comunicazione, rispetto ai
colleghi ingegneri e ai laureati in Economia, hanno un
po' meno opportunità», dice Biffi. C'è però una tendenza
che fa presagire, per i prossimi anni, una crescita di op-
portunità che fanno al caso loro: si tratta delle posizio-
ni «legate al mondo digitale e alla comunicazione sui
social media. Per esempio si ricercano profili di digital
specialist o per attività connesse alla gestione dei so-
cial network a livello di comunicazione e media mar-
keting». Le aziende stanno investendo molto su queste
aree e anche all'interno degli uffici marketing sta pren-
dendo piede la specializzazione sul canale digitale.
«Decisamente le società stanno puntando l’attenzione
sul panorama digitale di tipo relazionale, che ha fatto
un passo avanti nell'integrazione tra i siti corporate
e le altre piattaforme. Un mondo social e soprattutto
mobile», dice anche Simonetta Pattuglia, professore ag-
gregato di Marketing e Comunicazione all'Università
Tor Vergata di Roma, delegato nazionale Ferpi Univer-
sità e curatrice della prima ricerca Ferpi (Federazione
Relazioni Pubbliche Italiana, www.ferpi.it) su Comunica-
zione, Università, Giovani e Mercato del lavoro, presentata
a inizio 2013.Dall’indagine,realizzata intervistando 130
manager di grandi aziende italiane e multinazionali, è
risultato che le imprese destinano i candidati soprattut-
to a comunicazione istituzionale (17%), comunicazione
di prodotto (14%), relazioni pubbliche e organizzazione
eventi (12% per ciascun campo),comunicazione digitale
e social media/networks (11% per ambito). Da notare
che nel 34% dei casi le imprese intervistate scelgono
il comunicatore fra i laureati in Marketing/Economia,
nel 19% fra i laureati in Comunicazione, nel 27% fra
i “masterizzati” in Comunicazione e Marketing, e solo
il 5% dei comunicatori è reclutato tra chi ha studiato
Tecnologia e New Media.
NON SOLO LABORATORIO PER I BIOLOGI
E i laureati in Biologia? Tra laboratori e aziende, «circa il
10% delle posizioni aperte riguarda loro: la richiesta di
dottori in Biologia e in materie scientifiche è discreta»,
Abbiamo chiesto ad alcuni esperti quali sono le con-
crete possibilità di impiego e i ruoli più richiesti in cui
possono inserirsi i laureati in Comunicazione, Ingegne-
ria, Economia, Biologia e Beni Culturali, i corsi in qual-
che modo più versatili che al termine degli studi non
prevedono un unico sbocco lavorativo, ma aprono po-
tenzialmente a una rosa di opportunità.
LAUREATI È MEGLIO
Prima di tutto, una buona notizia: studiare conviene.
Lo dice il rapporto dell'OCSE (Organizzazione per la
cooperazione e lo sviluppo economico, www.oecd.
it) Education at a glance 2013: in tutti i Paesi membri
dell'Organizzazione, Italia compresa, i laureati gua-
dagnano più dei diplomati e chi ha un titolo di studio
postlaurea vanta uno stipendio più alto. Lo confermano
i dati Almalaurea: l'app AlmaOrièntati, che serve a
orientarsi nella scelta della facoltà universitaria, ha
una sezione di informazioni generali sull'università e il
mondo del lavoro italiani in cui si scopre, tra l'altro, che
un giovane laureato guadagna leggermente di più di un
coetaneo diplomato.
È vero però che ai timidi segnali di ripresa in al-
cuni settori non fa seguito un aumento effettivo
dei posti di lavoro: secondo le previsioni Manpower
sull'occupazione in Italia nel quarto trimestre del 2013,
infatti, solo il 5% dei datori di lavoro prevede di incre-
mentare il proprio organico, mentre il 22% ipotizza un
calo delle assunzioni e il 72% non ha in mente di ap-
portare variazioni. Ad ogni modo sono i profili più spe-
cializzati e qualificati ad avere più chance: secondo i
dati del Sistema informativo Excelsior di Unionca-
mere e Ministero del Lavoro, infatti, la crisi fa crescere
la domanda di personale molto qualificato e le imprese
del settore privato hanno previsto di inserire nel corso
del 2013, a scopo assunzione, più di 58mila laureati,
con un aumento dell’1,4% rispetto ai medesimi dati
relativi al 2012.
INGEGNERIA ED ECONOMIA: TANTE PORTE APERTE
Tra i titoli più spendibili in questo momento, quello
in Ingegneria. «Gli ingegneri sono molto richiesti sul
mercato: la domanda di risorse da parte delle aziende,
infatti, è maggiore rispetto all’offerta di professionisti»,
spiega Lorenzo Biffi, Project Manager del Dipartimento
Candidate Management di Adecco Italia. Ma quali sono
le posizioni per le quali gli ingegneri sono più ricercati
oggi? «Sono molto richiesti progettisti sia in ambito
meccanico che elettronico, e forte è anche il settore
legato all'automotive. Inoltre stiamo riscontrando una
tendenza: questa figura professionale è sempre più ri-
cercata sia per posizioni di vendita tecnica che negli
acquisti, ad esempio come buyer nel settore chimico-
farmaceutico». Per riassumere, precisa Biffi, «in questo
momento il 50% delle posizioni aperte in Adecco è ri-
volto a profili tecnici», e i corsi di laurea più gettonati
sono quelli che preparano «ingegneri meccanici ed
elettronici, chimici e biomedici».
Fortunati anche i laureati in Economia. Secondo Excel-
sior-Unioncamere, i laureati degli indirizzi economici
di Ilaria Romano
*
carta riciclata 100%
spiega Biffi commentando le ricerche attive in agenzia.
Sono inseriti all'interno dei laboratori di analisi, come
tecnici di laboratorio e per il controllo qualità. Ma gli
sbocchi professionali non finiscono qui: «I settori di
competenza della biologia sono in continua evoluzione»,
spiega Luciano Atzori,consigliere segretario dell'Ordine
Nazionale dei Biologi (www.onb.it), «stanno diminuendo
le opportunità nei laboratori di analisi e per
gli informatori scientifici del farmaco,
però crescono quelle legate alla tutela
dell’ambiente e del territorio. Anche i
tribunali cercano consulenti tecnici
di ufficio (CTU), per le questioni am-
bientali». Il settore della nutrizione
«è in pieno boom e dà lavoro a circa
un terzo dei biologi», prosegue Atzori.
«Un altro terzo trova impiego nel campo
dei sistemi di qualità e delle certificazioni
nell'agroalimentare, e da non sottovalutare è la cosme-
tologia, che insieme alla procreazione assistita è un
settore emergente». Di nicchia, ma apprezzate, le com-
petenze dei biologi specializzati in conservazione dei
beni culturali che lavorano in tandem coi restauratori,
mentre non sono pochi i professionisti che si occupano
di sicurezza sul lavoro. Ma non finisce qui: «È in crescita
esponenziale il settore della biologia forense, tanto
che a novembre in collaborazione con l'Università di
Tor Vergata faremo partire la prima Scuola permanente
di alta formazione in questa materia», conclude Atzori.
BENI CULTURALI: PROMUOVERSI E FARE RETE
La laurea in Beni Culturali – inutile nasconderlo – non
offre oggi enormi garanzie di inserimento nel mercato
del lavoro. Inoltre, «il settore in Italia è molto legato
a incarichi pubblici», spiega Haidi Garulli dell'Ufficio
Placement dell'Università di Trento, «e le opportunità
spesso provengono dai concorsi». C'è anche la possi-
bilità di curare eventi espositivi o di intrattenimento
culturale per committenti pubblici e privati. Tuttavia
si tratta di opportunità da libero professionisti o con
contratti precari: è raro trovare veri e propri annunci di
lavoro a cui rispondere,e anzi contano molto l'iniziativa
personale e la capacità di proporre la propria profes-
sionalità e i propri servizi a possibili clienti. Chi sceglie
questa strada, insomma, deve sapere che «è molto im-
portante il networking», spiega Garulli, cioè riuscire a
stabilire e mantenere contatti con i potenziali ambienti
lavorativi. In poche parole il messaggio per i laureati
in Beni Culturali è: non aspettate l'offerta tagliata su
misura per voi e la vostra laurea, ma buttatevi.
FLESSIBILITÀ: CROCE O FURBIZIA?
Oltre 46.400 contratti di lavoro e più di 5 milioni e 800
mila giornate di contratto per 12.351 persone, nei tre
anni successivi alla laurea: sono questi i numeri della
ricerca UNI.CO. realizzata dal sistema di placement
universitario SOUL dell'Università La Sa-
pienza di Roma. L'indagine, sperimentale,
ha incrociato i dati delle comunicazioni
obbligatorie relative ai rapporti di
lavoro con quelli dell'archivio In-
fostud, monitorando il percorso di
coloro che hanno conseguito un ti-
tolo universitario di primo o secondo
livello in ateneo fra il 2008 e il 2009
(in totale 21.782 laureati) e hanno avuto
almeno un contratto di lavoro dipendente o
parasubordinato nei tre anni successivi alla laurea. Ne
è emerso che i neolaureati non sono per niente choosy
e accettano impieghi anche molto distanti dal loro am-
bito di studi; hanno tanti contratti ma di breve durata
(il 50% di quelli stipulati dai laureati di primo livello
non superava i 7 giorni), e per il 92% sono precari: in
sostanza la quasi totalità. «Non è sufficiente analiz-
zare il mercato del lavoro distinguendo fra occupati e
disoccupati», ammonisce il gruppo di lavoro di UNI.CO.
nella sua relazione: «La "nuova" realtà, per i laureati, è
quella di un sistema estremamente frammentato, dif-
ferenziato e caratterizzato da una fortissima flessibilità
confinante con la precarietà», che «genera un forte disa-
gio occupazionale fra i giovani laureati e compromette
un’efficace formazione “on the job”». In ogni caso, il can-
didato “giusto” è quello che sa adattarsi ai mutamenti e
adeguarsi al contesto economico e sociale rispondendo
in modo flessibile e attivo alle incertezze e alla crisi.
NUOVI ORIZZONTI
Gli esperti intervistati concordano: è difficile dire con
certezza come evolverà il mercato e quali saranno le
lauree e le professionalità più richieste di qui a qualche
anno. È possibile comunque ipotizzare delle tendenze:
utile tenere d'occhio green economy, luxury, inter-
nazionalizzazione delle imprese, mentre il settore cul-
turale potrebbe apprezzare soluzioni per una gestione
sempre più efficiente dei servizi, e i prodotti di qualità
continueranno probabilmente a essere una cifra distinti-
va della produzione italiana.
Per fare solo qualche esempio, Altagamma-Consensus
Chi
guadagna
di più?
3
WoJ
Niente stipendi da capogiro.
Ecco in media quanto prendono i
laureati magistrali:
A 1 anno dalla laurea
Economia: 936 euro
Ingegneria: 1.101 euro
Beni Culturali: 622 euro
Comunicazione: 1.259 euro
Gruppo geo-biologico: 756 euro
A 3 anni dalla laurea
Economia: 1.298 euro
Ingegneria: 1.475 euro
Beni Culturali: 660 euro
Comunicazione: 1.036 euro
Gruppo geo-biologico: 1.061 euro
A 5 anni dalla laurea
Economia: 1.544 euro
Ingegneria: 1.720 euro
Beni Culturali: 1.042 euro
Comunicazione: 1.292 euro
Gruppo geo-biologico: 1.261 euro (I.R.)
(Fonte: Dati Almalaurea 2012)
ha previsto per il 2013 una crescita del mercato mon-
diale dei beni di lusso pari al 4-5%.Quanto all'economia
verde, Coldiretti pone l'accento sulle «opportunità per
migliaia di giovani nelle campagne, anche per effetto
delle nuove professioni» all'insegna di ricerca e qualità,
spesso innovative e ispirate alla filosofia “chilometro
zero”. Secondo il rapporto Greenitaly 2012 della Fon-
dazione Symbola, l'economia verde sta rappresentando
«una chiave straordinaria per rigenerare il made in
Italy». «Oggi un quarto delle imprese italiane è green
e le aziende che più reagiscono alla crisi sono quelle
che hanno processi di innovazione verde, sia in termini
di efficienza energetica che di individuazione di nuovi
materiali. Ciò porta alla richiesta di nuove figure profes-
sionali, o di figure tradizionali aggiornate con compe-
tenze green», spiega Marco Gisotti, giornalista, divulga-
tore e autore, con Tessa Gelisio, di Guida ai green jobs
(Edizioni Ambiente). I lavori la cui attività è finalizzata a
produzioni a basso impatto o al rispetto dell'ambiente
reggono anche in tempi di crisi «e a trovare appli-
cazione nel settore green sarà soprattutto la chimica»,
dice Gisotti.
UN PASSPARTOUT: LE COMPETENZE TRASVERSALI
Da non sottovalutare, comunque e sempre, le soft
skills, o competenze trasversali, che spesso rappresen-
tano un elemento decisivo. Carlo Magni, coordinatore
scientifico di SOUL, le definisce «aspetti caratteriali
che appartengono a ciascun individuo indipendente-
mente dal corso di studi frequentato e che riguardano,
ad esempio, la capacità di lavorare in team, quella di
relazionarsi in modo efficace con fornitori e clienti,
la rapidità nell’apprendimento di nuove nozioni e di
creare buone relazioni con i colleghi di lavoro, la pun-
tualità e il rispetto delle regole aziendali». La carta
vincente è infatti spesso la personalità del candidato,
che dev’essere spiccata e positiva: «Recentemente ho
presentato a un cliente tre candidate per una posizione
di segretaria commerciale. A parità di titolo di studio è
stata scelta quella con meno esperienza ma più solare
e proattiva e per questo sembrava più adatta al ruolo»,
racconta Filomena Palumbo.In ogni caso,riprende Carlo
Magni, le soft skills «si acquisiscono prevalentemente
sul campo e soprattutto nel corso di tirocini, e più in
generale grazie a esperienze on the job».
Il candidato
“giusto” è quello che
sa adattarsi ai mutamenti
e adeguarsi al contesto
economico e sociale
rispondendo
in modo flessibile e attivo
alle incertezze e
alla crisi.
4
WoJ
Il curriculum perfetto
QUALCHE DRITTA
PER NON SBAGLIARE
VIDEO CV
CV INFOGRAFICO
CV TRADIZIONALEGuida
pratica
Semplice, sintetico ma che sia in grado di farsi notare. Ecco
come dev’essere il curriculum vitae perchè sia davvero
efficace. Ma oltre al modello tradizionale a cui siamo abituati,
è utile considerare anche delle “varianti” per un profilo più
originale e congeniale alle proprie ambizioni.
di Redazione
*
SÌ:
Seguire,senza leggerlo,un canovaccio con i punti principali (capacità,esperienze,obiettivi).
Farsi filmare da qualcuno che ponga quattro o cinque domande, come in un colloquio.
Essere precisi sulla professione che si vuole svolgere e sui propri obiettivi professionali.
Accompagnare il video da lettera di presentazione e CV.
Scegliere una location neutra e silenziosa e un abbigliamento da colloquio.
NO:
Non improvvisare.
Non dilungarsi oltre il minuto e mezzo (massimo 2’, se una parte del video CV è in lingua straniera).
Non usare un formato superiore a 10 MB.
Non mandarlo al selezionatore via e-mail ma caricarlo su una piattaforma preposta (ad esempio:
ilvideocv.it, catchawork.com, visualcv.com per carriere internazionali e inviare il link).
Non caricarlo su YouTube: perde di professionalità e nei filmati correlati possono apparire video CV migliori.
SÌ:
Indicare le esperienze lavorative e i corsi di studio
partendo dai più recenti.
Inserire la conoscenza delle lingue straniere
precisando il livello raggiunto,eventuali attestati
ottenuti ed esperienze all’estero.
Specificare le conoscenze informatiche: sistemi
operativi,programmi,linguaggi conosciuti.
Motivare le capacità relazionali indicando le realtà
in cui sono state sviluppate (ad esempio,non
scrivere “Forte propensione al lavoro di squadra”,ma
spiegare dove si è appreso a lavorare in team).
Personalizzare la lettera di accompagnamento a
seconda del destinatario a cui si invia il CV.
NO:
Non superare le 2 pagine (al massimo 3 in caso
di carriera davvero articolata).
Evitare di inserire lavoretti secondari/estivi svolti
ma non coerenti con la posizione ambita.
Occhio a refusi ed errori ortografici: sono segnale
di distrazione e sciatteria.
Non scordare la foto. Che sia attuale, in
abbigliamento e contesto formali (niente cocktail
in mano né foto del mare).
Non dimenticare i riferimenti per essere
ricontattati: cellulare, e-mail ed eventuali profili
social, blog e sito.
«Molti si chiedono: "Modello CV Europeo
sì o no?”. L'importante è la chiarezza delle
informazioni e la sintesi», spiega Rosanna
Paiano, Employer Branding Specialist di
People. «La struttura del modello europeo
è valida, ma va alleggerita per mettere in
risalto le proprie competenze».
COS’È?
È un curriculum vitae che traduce esperienze, dati e skills in grafici, cioè in immagini e schemi di forte
impatto visivo.
PERCHÈ USARLO?
Per non passare inosservati e distinguersi dalla massa, così è più facile attirare l’attenzione e rimanere
impressi nella memoria del selezionatore.
QUANDO USARLO?
Quando, alle spalle, si ha un buon bagaglio di esperienze, collaborazioni e progetti.
A CHI È CONSIGLIATO?
A web designer, grafici, creativi, giornalisti. Ma si può adattare a qualsiasi profilo di lavoro.
COME COSTRUIRLO?
Ci sono molti siti internet che consentono di creare un efficace CV infografico personalizzato in poche
mosse:
- visualize.me
- magic.piktochart.com
- visual.ly
- cvgram.me
- re.vu
- kinzaa.com
«Esprimetevi sempre in modo positivo, senza nascondere i vostri limiti. Un esempio? Invece
di dire “Sono introverso”, preferire “Vorrei essere più estroverso”», consiglia Terenzio Traisci,
psicologo del lavoro e ideatore del sito ilvideocv.it.
Il parere dell’esperto Francesca Parviero di
LinkBeat, Official LinkedIn EMEA Talent Partner
«Esaustivo, veloce e pratico. È facile da leggere, in fase di selezione è semplice abbinare
la faccia al CV perchè unico. E poi, non lo consiglierei solo per un ruolo professionale
particolare dato che tutti i lavori hanno bisogno di creatività». Piergiuseppe Laera, coach e
formatore di Trainco - persone in sviluppo.
LinkedIn
SÌ:
La foto: seria e preferibilmente sorridente,
con sfondo luminoso e non troppo
informale, coerente con il messaggio che si
vuole trasmettere.
Il profilo: LinkedIn è il contenitore dove
mettere in pratica la nostra strategia. Per
questo occorre curarlo non solo quando si
stanno cercando nuove opportunità.
Aggiornare puntualmente la sezione
esperienze professionali e formative.
Il numero di collegamenti: sfruttare al
meglio le proprie conoscenze e il proprio
network (compagni di università, colleghi,
amici, docenti).
NO:
Inviare richieste di connessione senza
personalizzare il messaggio.
Spammare la rete con messaggi
inadeguati o autopromozionali.
Senso della misura: non abusare di
raccomandazioni ed endorsement
quando non si hanno reali competenze
ed esperienze. Chi legge si accorge
dell’incongruenza.
Trascurare l’aggiornamento delle vostre
info di contatto: il tasto "contact info" riporta
ai vostri contatti di primo livello la vostra
e-mail, il numero di cellulare, l'indirizzo Web,
l’account Twitter. Teneteli aggiornati!
Il settore del management consulting, in Italia, è un
mercato composto da circa 17mila società di consulen-
za, con 33mila addetti. I dati sono nel rapporto annuale,
relativo al 2012,condotto da Assoconsult,l’associazione
federativa delle imprese di consulenza, in collabora-
zione con l’Università degli studi di Roma Tor Vergata.
Il settore consulenza, nonostante la fase economica
critica, è in ripresa e ha raggiunto la quota di 3,2
miliardi di euro di fatturato. «La consulenza in Italia
resiste alla crisi e torna a crescere dopo due anni di con-
trazione», dice Ezio Lattanzio, presidente di Assoconsult
Confindustria. Ma di cosa si occupa un consulente che
lavori per un’impresa specializzata e quale formazione
deve avere? Lo abbiamo domandato ai responsabili re-
cruiting di tre importanti aziende del settore consulting.
«Il consulente è una persona
che utilizza le sue conoscenze,
competenze, l’esperienza e
l’intuizione per semplificare situazioni complesse,
analizzare un problema e scomporlo in parti più sem-
plici in modo da poterlo risolvere», spiega Ilaria Lerro,
responsabile recruiting e selezione di KPMG Advisory.
«È un professionista che, di fronte a una richiesta del
cliente, sa come apportare miglioramenti attraverso
idee nuove, ma sa anche come utilizzare e valorizzare
ciò che c’è già». KPMG è un’azienda network di imprese
che offrono servizi professionali ad altre imprese ed
è presente in Italia dalla fine degli anni ’50. Oggi ha
circa 3mila professionisti e 28 sedi sul territorio nazio-
nale. Le imprese si rivolgono alle società di consulenza
perché al loro interno hanno situazioni complesse da
gestire dal punto di vista legale, amministrativo, con-
tabile e può capitare che non abbiano risorse umane
adeguate a far fronte alla situazione. Ma possono es-
serci anche altre esigenze, come spiega Lerro: «In tempi
di crisi e di recessione come quelli che stiamo vivendo,
ci sono aziende che hanno la necessità di contenere
i costi, di esternalizzare servizi o di trovare strade al-
ternative ai mercati locali. In tempi non di crisi invece
la necessità è di accrescere il fatturato, le dimensioni,
il business. Insomma, le richieste sono molteplici e il
mercato delle consulenze difficilmente conosce battute
d’arresto». Per entrare in KPMG sono privilegiate lau-
ree di tipo economico o scientifico, e a farla da padrone
sono Economia e Ingegneria. «Ci interessano percorsi
di specializzazione in Finanza d’impresa, per i mercati
e le assicurazioni, e quelli in Information Technology o
Compliance. È ben vista un’esperienza all’estero in con-
testi multiculturali e la conoscenza di una o più lingue»,
specifica la recruiter. Una volta entrati in azienda la
formazione continua tramite un percorso “learning by
doing” di formazione sul campo e un percorso in aula di
formazione tecnica a cui viene affiancata la preparazione
sulle soft skills. «Per i neolaureati con l’assunzione in
apprendistato prevediamo un pacchetto di 200 ore in
aula nei primi 2 anni», continua Lerro.
5
WoJ
Dalla contabilità all'informatica
Lavorare nella consulenza
Le proprie competenze
a servizio del cliente
è un’azienda di prodotti informatici, sistemi aziendali
hardware e software e si rivolge alle imprese con i
suoi prodotti ma anche all’implementazione dei pro-
getti aziendali che si basano sulle soluzioni targate
Oracle. Ed è qui che entra in gioco l’apporto del con-
sulente. «Nella maggior parte dei casi, i neolaureati
assunti hanno in precedenza svolto uno stage da noi»,
spiega Gabriela Bizzozero,direttore delle risorse umane
dell’azienda. «Le lauree che cerchiamo sono quelle scien-
tifiche, Ingegneria, Matematica, Fisica, Statistica. Ma
anche laureati in Economia con competenze in ambito
informatico. Chiediamo l’ottima conoscenza dell’inglese
e la disponibilità a viaggiare in Italia e all’estero, anche
per lunghi periodi».
Anche in Accenture l’inserimento dei
neolaureati è con contratto di ap-
prendistato professionalizzante, an-
che se «i candidati esperti vengono assunti a tempo in-
determinato», spiega Monica Palma, recruiting director
di Accenture. Le lauree più richieste sono in Ingegneria,
Informatica ed Economia, e c’è posto anche per giovani
professionisti con competenze funzionali e tecniche,ca-
pacità di project management e abilità nell’interazione
con i clienti. Nata in Italia nel 1957, Accenture Italia
conta 9500 professionisti che, spiega Palma, «hanno
il compito di fornire e attuare soluzioni tangibili a fa-
vore del cliente, partendo dalla comprensione delle sue
esigenze. Una delle caratteristiche della professione di
consulente è la capacità di elaborare idee non conven-
zionali e trasformarle in risultati concreti, tenuto conto
del settore di business del cliente e delle tecnologie più
all’avanguardia». Un mestiere che può portare lontano
da casa, «perché la sede di lavoro è quella del cliente,
quindi si viaggia e spesso si vive in trasferta», racconta
la recruiting director di Accenture, «si impara a lavorare
all’interno di team internazionali a fianco di colleghi
con competenze diversificate». Ambito SAP, embed-
ded software, networking, architetture e infrastrutture
tecnologiche, risk management e ambito digital sono
i settori che trainano: «In base alla nostra esperienza
il settore consulenza è costantemente in crescita»,
conferma Palma. Anche in Accenture la formazione
continua costantemente anche dopo l’assunzione; per
i nuovi assunti sono previsti corsi di orientamento e
formazione in aula. Con il progredire della carriera i
professionisti continuano ad ampliare le loro cono-
scenze con programmi focalizzati su specifici settori di
mercato, una piattaforma di e-learning e un programma
di tutoring personalizzato. Umberto Falco ha 30 anni e
da tre e mezzo lavora in Accenture, dove è stato assunto
dopo la laurea in Economia, un master in Bocconi e uno
stage retribuito di sei mesi. Oggi si occupa di marketing
di prodotto per le aziende del settore energia. «Sup-
porto le aziende clienti di Accenture nell’identificare la
strategia ottimale e gli elementi innovativi che possono
generare nuove fonti di ricavo»,racconta.«Il compito del
consulente è creare valore aggiunto sia verso Accenture
sia verso il cliente. Si tratta di portare un punto di vista
differente verso il cliente,dare un contributo innovativo
nel risolvere i suoi problemi così da migliorarne la per-
formance. Per essere in grado di farlo servono elasticità
mentale e sapersi adattare a contesti diversi fra loro. È
importante sapersi relazionare con persone all’esterno
e con modi di vedere diversi dai propri».
I percorsi professionali all’interno
di Oracle, che fa consulenza specialistica su soluzioni e
tecnologie gestionali in ambito IT, sono sostanzialmente
due: enterprise architect e program-project manager.
Entrambi i ruoli possono avere uno sbocco più “mana-
geriale” oppure rivolto alla vendita dei servizi. Oracle
di Susanna Bagnoli
*
Sono le principali società di consulenza al
mondo e vengono chiamate Big Four.
Si tratta di Deloitte, Ernst & Young, Kpmg,
PricewaterhouseCoopers, aziende che
si spartiscono il mercato mondiale di
riferimento. La loro struttura è quella della
rete di imprese gestite autonomamente,
attraverso accordi sul territorio con altre
imprese. Deloitte nasce in Italia nel 1923 e fa
consulenza nel settore audit, tax, consulting,
financial advisory, legal. Ernst & Young è
specializzata in tax, assurance, transactions
e advisory. PricewaterhouseCoopers ha
uffici in tutta Italia, da Milano a Catania, ed
è specializzata in revisione contabile, servizi
per le transazioni e la finanza straordinaria, e
poi ci sono i servizi fiscali e legali e i business
recovery services. Il network Kpmg è leader
nel campo della revisione e organizzazione
contabile, consulenza manageriale, servizi
fiscali, legali e amministrativi. (S.B.)
Professione consulente, colui che mette la sua competenza
al servizio di enti e imprese. Può trattarsi di contabilità,
amministrazione, assistenza per le infrastrutture informatiche. Se
le risorse interne in azienda non bastano, entra in gioco il consulente.
Professioni
Dove lavorare
Focus
sulle
Big Four
6
WoJ
di finanza pura», prosegue il referente Andaf, «conoscere
le forme di finanziamento ulteriori rispetto al credito
bancario e saper interloquire con le aziende». Una figura,
tra l’altro, che può conoscere una rapida carriera: «Dal
ruolo di chief financial officer», prosegue Guelmani, «si
può ambire a quello di chief operating officer, ovvero di
supervisore, salendo poi a quello di general manager e,
nei casi più brillanti, di amministratore delegato». Una
scalata che non richiede un tempo infinito: «Le previ-
sioni oggi sono buone. E la carriera si può fare già in-
torno ai 40 anni».
Ma con quale inquadramento si entra in azienda? «I
credit analyst», aggiunge Di Barletta, «vengono preva-
lentemente cercati come entry level, dunque neolau-
reati o con al massimo due anni di esperienza». Le
società di revisione e consulenza, invece, inseriscono i
neolaureati prevalentemente come junior consultant e
revisori, trampolino di lancio per una carriera in cresci-
ta. La maggior parte dei selezionatori, infatti, conviene
che iniziare con un paio di anni di lavoro in una grande
società di consulenza sia il modo migliore per “farsi le
ossa” e migliorare il proprio profilo, diventando decisa-
mente appetibili per il settore bancario. Il tirocinio è
solitamente il primo passo per l’ingresso in azienda: «Il
percorso di carriera per profili junior», spiegano da Bor-
sa Italiana, «inizia sempre con un’esperienza di stage,
con formula orientata all’apprendimento, anche attra-
verso le sinergie con il centro di formazione Academy.
Il Graduate Programme costituisce poi il canale privile-
giato per l’inserimento dei neolaureati, preferendo chi
ha fatto già esperienza di tirocinio in Borsa Italiana».
E tutto sommato, quella finanziaria resta una delle
poche sfere professionali “dorate”: «Banche e assicura-
zioni garantiscono, a parità di età, anni di lavoro e titolo
di studio, opportunità economiche nettamente maggio-
ri rispetto a qualsiasi altro settore, nonché una prospet-
tiva di occupazione stabile», conclude Di Barletta.
Per lavorare nel settore è indispensabile, naturalmente,
oltre alla conoscenza dell’inglese (ormai data per scon-
tata) e alla laurea, una formazione ulteriore: «Un master
in Finanza Aziendale e Controllo di Gestione è un per-
corso professionalizzante e che consente al laureato
di specializzarsi concretamente», spiega Nicola Dario,
Business Unit Director di Ifaf – Scuola di Finanza. Dalla
valutazione degli investimenti alla gestione del cash
flow, dal business plan alla visione sui mercato inter-
nazionali: una formazione post laurea può offrire una
visione più ampia, utile per individuare numerose op-
portunità di carriera. E l’estero? «Di sicuro è una carta
in più da giocarsi», prosegue Nicola Dario, «che offre
l’occasione per vivere dall’interno un contesto profes-
sionale diverso e maturare una visione del mondo fi-
nanziario più ampia e molto apprezzata dalle aziende».
Come ambito è in grado di offrire occasioni di carriera
remunerative e tra banche e assicurazioni rappresenta,
nonostante la crisi, l’eldorado dei laureati.
Tra le aree in cui conviene specializzarsi ci sono quelle
della gestione dei rischi: «Il tema principale del mondo
finanziario attuale è il controllo», spiega Diego Di Bar-
letta,direttore di Finance Hunters,agenzia specializzata
nella ricerca e selezione di professionisti in ambito Fi-
nancial services, Legal, Administration, Finance e Con-
trol, «quindi i profili più ricercati soprattutto in banche
e assicurazioni sono quelli legati al risk management,
prevalentemente tra i laureati in Finanza o Statistica;
poi servono molti compliance specialist, che devono
avere sì competenze finanziarie, ma anche legali, per-
ché si occupano di controllare che chi vende strumenti
finanziari segua tutte le norme di controllo». In banche,
assicurazioni e in generale nel capital market vanno an-
cora forte gli intermediari finanziari che si occupano di
studiare i bilanci delle aziende clienti, e non mancano
ricerche aperte nel settore recupero crediti (o credit
collection) che però non puntano necessariamente sui
laureati in materie finanziarie, ma valutano volentieri
profili legali. E se gli istituti di credito non sono l’unica
opportunità per chi cerca lavoro, l’alternativa è rappre-
sentata dalla consulenza per le aziende, accanto alle
società di gestione dei fondi e alle assicurazioni.
E se il settore è tradizionale, non è detto che le compe-
tenze richieste da chi ambisce a lavorare in questo con-
testo debbano rimanere “ingessate”. Oggi chi assume
preferisce profili con conoscenze eterogenee, come nel
caso di Borsa Italiana, che oltre ai laureati in Economia
è alla ricerca anche di dottori in Ingegneria gestionale
e Ingegneria matematica con indirizzo Finance e In-
formatica: «Si sono delineate nuove professioni che
richiedono un mix di capacità», spiegano dall’azienda.
«Si ricercano, infatti, figure con competenze trasver-
sali in ambito economico e IT per ricoprire ruoli, come
il business & functional analyst, a servizio delle aree
capital markets e post-trade. È inoltre richiesto un
background matematico-finanziario per cariche legate
all’ambito del risk management e dell’internal auditing».
Non solo. A essere centrale nell’attuale contesto so-
cio-economico che mostra forti difficoltà di accesso
al credito e ai finanziamenti, inoltre, è anche un altro
profilo professionale: quello del chief financial officer.
«Una volta detto direttore amministrazione finanza e
controllo», spiega Romano Guelmani, past president
di Andaf (Associazione nazionale dei direttori am-
ministrativi e finanziari), «oggi questa figura è stra-
tegica in quanto rappresenta il crocevia dell’azienda.
Tutto passa da lui: dai fondi ai finanziamenti, dai paga-
menti ai fornitori fino ai piani per il futuro. È un ruolo
indispensabile e con forti responsabilità, il numero
due dopo l’amministratore delegato o l’imprenditore».
L’importante è una formazione mirata: «Bisogna sapere
Obiettivo carriera
RISCHI, CONTROLLO E SOLUZIONI:
LE NUOVE FRONTIERE
DELLA FINANZA
di Giulia Cimpanelli ed Elisa Di Battista
*
Professioni
Un settore tradizionale che ha sempre offerto opportunità e
continua a farlo. Ma svecchiandosi. Oggi la finanza è fatta di
professioni legate al rischio e al controllo e richiede competenze
trasversali: dall'economia all'IT, fino all'area legale.
Pianeta HR
7
WoJ
Flessibile e pronto a partire
IL CANDIDATO IDEALE
SECONDO I RECRUITER
Dai corsi di laurea che offrono maggiori sbocchi lavorativi, alle
competenze su cui puntare per fare buona impressione sul
recruiter. I consigli di tre esperti selezionatori per non farsi cogliere
impreparati prima e durante il colloquio.
*di Giulia Cimpanelli ed Elisa Di Battista
Manuela Adamoli
Arianna Cattarin
Giovanna Rappini
Responsabile Human Resources Market Operations
& Organization Development Whirlpool EMEA
Direttore Ufficio Orientamento, Stage e Placement Università Cà Foscari - Venezia
Amministratore
unico di Aquerò SRL,
Selezione, formazione e
consulenza
per il personale
Non solo inglese, francese e spagnolo. Occorre puntare su russo, arabo e lingue orientali per riuscire a trovare sbocchi nel settore commerciale
estero. Parola di un ateneo che guarda oltre confine.
Il mercato del lavoro? Oggi assorbe
laureati in Economia, Marketing, Ingegneria
gestionale. Ma al colloquio bisogna andarci
con le idee molto chiare.
Con che inquadramento inserite i neolaureati?
«Contratto temporaneo o permanente nella sesta categoria metalmeccanico. Le possibilità di crescita
poi sono praticamente "infinite": se un dipendente è valido viene da subito considerato all'interno del
processo di talent pool».
Whirpool punta sull'internazionalizzazione: quali i progetti in essere?
«Per i neolaureati c’è il Fast Track Management, volto a trovare i futuri manager aziendali: un percorso di
30 mesi di cui i primi sei in Italia nella rete commerciale e in produzione, e gli altri 24 in due Paesi esteri con due
differenti assignment. Tra gli altri candidati i migliori talenti vengono assegnati a progetti nelle sedi europee».
Qual è lo stipendio medio di un giovane neoassunto?
«La nostra filosofia di compensation è di pagare un salario base e un bonus in linea con il mercato, e
soprattutto con le prestazioni e i risultati ottenuti».
Quali sono i profili più ricercati in Whirpool?
«Laureati in Economia, Informatica, Ingegneria, Comunicazione digitale, HR per aree Finance,
Marketing, Servizi informatici, Engineering, Electronics, Hr & Communication. Ma soprattutto cerchiamo
candidati con predisposizione al teamwork, potenziale di leadership, orientati al risultato, aperti al
cambiamento. E che siano capaci di illustrare il proprio contributo portato in attività precedenti».
Cv e lettere di presentazione: con che criterio scegliete quali considerare?
«I profili sono selezionati in base alle skills richieste dal ruolo aperto. Prestiamo
attenzione alle esperienze precedenti svolte dal candidato: uno stage fatto durante
il percorso di studi è un valore aggiunto, così come un periodo all’estero».
Come si svolge l’attività dell’Ufficio Stage e Placement?
«Ci occupiamo di preselezione, perché la “vera” selezione è demandata all’azienda. Preselezioniamo in base ai requisiti che la società ci richiede, lavorando
prima sul database, estrapolando i nominativi dei possibili candidati e poi esaminando il curriculum vitae per arrivare al colloquio in azienda. A volte siamo noi a
proporre alle imprese gli studenti più meritevoli, oppure i profili interessati a lavori di ricerca e di tesi».
Quali vantaggi offre un Ufficio Placement rispetto a un’agenzia per il lavoro?
«Rispetto alle agenzie puntiamo maggiormente sull’aspetto dell’orientamento della persona. Non facciamo solo matching tra aziende e laureati, ma seguiamo
percorsi di accompagnamento al lavoro, tra attività e seminari per imparare a stendere il curriculum vitae e sostenere colloqui».
Quali sono i profili più ricercati?
«Abbiamo spesso buone offerte di lavoro nelle aree amministrazione, finanza e controllo, oltre che nel settore del commerciale estero, in cui sono naturalmente
fondamentali le competenze linguistiche. Molto richiesti sono non solo l'inglese e le lingue europee: anche russo, cinese e arabo, su cui la nostra formazione punta con
corsi dedicati».
Che contatti avete con le aziende oltre confine?
«Abbiamo molti rapporti con le imprese all’estero proprio perché l’offerta formativa in area linguistica è, nel nostro ateneo, molto sviluppata. Oltre all’Erasmus
Placement e al programma Leonardo, abbiamo sviluppato da un anno il progetto Desk In The World, dislocando un nostro desk nelle Camere di Commercio nel
mondo per fare da “ponte” tra l’ateneo e le aziende all’estero».
Quali sono attualmente i profili più
ricercati dalle aziende?
«In primis quelli che escono dai corsi di laurea in
Economia e Commercio, che vengono inseriti
in diversi settori aziendali, dall’amministrazione
alle vendite, fino al controllo di gestione. E poi i
laureati in Marketing, a pari merito con gli Ingegneri
gestionali».
Quali sono i requisiti più quotati?
«Dal lato “tecnico”, contano il punteggio
di laurea e il tempo impiegato per laurearsi. Un
neolaureato in Economia 26enne è valutato
diversamente da un 30enne. Idem se ha un
punteggio di 80/110, oppure superiore al 100, cosa
che è molto più gradita. Poche, invece, le aziende
che assumono solo laureati con 110. Dall’altro lato,
contano molto la motivazione a mettersi in gioco e
a investire su di sé».
Altri aspetti che fanno la differenza?
«Meglio distinguersi con un’esperienza Erasmus,
un master, magari un corso a Londra, oppure una
personalità molto smart. E poi occorre avere le
idee chiare su ciò che si vuol fare, cosa che spesso
manca a chi esce dall’università».
Che peso hanno le soft skills?
«Non sono tanto soft, anzi, pesano al 50%.
Contano molto le competenze relazionali, che
per esempio raramente si incontrano in laureati in
Ingegneria meccanica o elettronica. Poi dipende
dalla posizione ambita: se si punta a un ruolo di
coordinamento e interfaccia, le soft skills sono
davvero fondamentali».
Qualche dritta per un buon colloquio?
«Indispensabile rendersi gradevoli, dimostrare
di essersi informati sull’azienda, cosa che spesso
i neolaureati dimenticano di fare. Di sicuro le
università non spendono molto tempo per formare i
ragazzi su questo aspetto».
Scopri di più
sulle soft skills
Esperienze internazionali, predisposizione al lavoro di gruppo, capacità di leadership e
adattabilità: ecco cosa cerca una multinazionale nei candidati.
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WoJ
In collaborazione con
Per candidarti agli annunci www.walkonjob.it nella sezione annunci di lavoro
eni è un’impresa italiana multinazionale e multicul-
turale, presente in 90 paesi con circa 79.000 persone.
E' un’impresa integrata nell’energia, impegnata a crescere
nell’attività di ricerca, produzione, trasformazione, trading
e commercializzazione di petrolio e gas naturale, nella
chimica e ingegneria e costruzioni. Nei settori in cui
opera vanta competenze di eccellenza e forti posizioni
di mercato a livello internazionale.
Si ricercano neolaureati 2° livello in Economia o Sta-
tistica che verranno inseriti in ambito retail e si occu-
peranno di fornire supporto ai responsabili commer-
ciali dei punti vendita su tematiche inerenti la gestione
commerciale e amministrativa dei contratti e l’analisi
dei costi di manutenzione dei punti vendita di rete ordi-
naria ed autostradale.
Sede di lavoro: sedi eni in Italia.
Stage in area commerciale
Pirelli fondata nel 1872 è il quinto operatore mondiale
del settore pneumatici, presente con 24 siti produttivi
in quattro continenti e attivo in oltre 160 paesi in tutto
il mondo. Pirelli si distingue per una lunga tradizione
industriale coniugata con capacità di innovazione tecno-
logica, qualità del prodotto e forza del brand.
Il/la candidato/a supporterà il team di controlling nelle
attività di reporting istituzionale per l'invio alla Corpo-
rate delle informazioni economico finanziarie dell’unità
operativa e supporterà il controller dell’area logistica
nelle attività operative di caricamento dei dati nel tool
gestionale di riferimento e nella preparazione del re-
porting mensile dell’area in oggetto. Richiesta laurea
specialistica in Economia, buona conoscenza della lin-
gua inglese e ottima conoscenza MSOffice (in partico-
lare Excel e Power Point). Capacità analitiche ed orga-
nizzative e predisposizione all'analisi quantitativa sono
requisiti indispensabili; la passione per il mondo auto-
motive sarà invece considerato requisito preferenziale.
Stage Controller assistant
Mazars, organizzazione internazionale, indipendente
ed integrata, è uno dei principali attori internazionali
nel settore dell’audit e della consulenza aziendale. Of-
fre soluzioni su misura ai propri clienti, siano essi mul-
tinazionali, società quotate in Borsa, organizzazioni del
settore pubblico o PMI nazionali. In Italia, Mazars si col-
loca al 5° posto tra le società di revisione e conta 10
sedi sul territorio. Ricerca un Junior Assistant che dopo
tre settimane di formazione in aula, svolgerà, in team
con colleghi più esperti, attività di revisione contabile
presso i nostri clienti. È richiesta laurea specialistica in
scienze economiche, buona conoscenza della lingua
inglese e /o francese sia scritta sia parlata, capacità or-
ganizzative, forte motivazione al lavoro di gruppo,buona
predisposizione alle relazioni interpersonali.
Sono previste trasferte nell’ambito regionale dell’ufficio
di riferimento pertanto è preferibile essere domiciliati
nella città sede dell’ufficio o nelle vicinanze.
Sedi di lavoro: Milano, Genova, Torino, Bologna, Brescia,
Padova, Firenze, Roma, Napoli.
Junior Assistant
Prometeia è il principale gruppo italiano di consulenza
e ricerca economica e finanziaria attivo sull’intero ter-
ritorio nazionale e in diverse piazze internazionali. La
nostra attività è rivolta a primarie istituzioni finanziarie,
investitori istituzionali, imprese industriali e istituzioni
pubbliche. I candidati saranno inseriti in team di pro-
getto e supporteranno i project manager nello sviluppo
dei task operativi in uno dei seguenti ambiti: asset &
liability management, market & liquidity risk, risk port-
folio management,retail risk management.Ricerchiamo
giovani con la laurea specialistica (105/110) in Econo-
mia, Finanza, Statistica, Ingegneria gestionale e buone
conoscenze economiche e statistico-matematiche.
Flessibilità e disponibilità a frequenti trasferte sul ter-
ritorio italiano e una buona conoscenza della lingua
inglese.
Sede di lavoro: Bologna o Milano.
JUNIOR CONSULTANT FINANCIAL RISK
MANAGEMENT
Vodafone is one of the most recognizable companies in
the world. With over 407 million clients, and presence
in 29 countries Vodafone offers a wide range of career
opportunities in a massive industry, that’s still growing.
The world of mobile communications is always changing.
That’s why we need to keep fresh, sharp and ahead of
the competition. And why we'll always encourage you
to come up with new ideas, new ways of doing things.
An entrepreneurial spirit. A passion for innovation. The
determination to succeed.That’s what it takes to work at
Vodafone. We're looking for ambitious candidates, pas-
sionate about joining Vodafone and changing lives of
people all around the world. You need to hold a Bachelor
or Master's degree with an outstanding academic record,
be fluent in English and have no more than one year's
work experience to apply.At Vodafone you’ll experience
rotations across the business. Learning from the finest
minds in their field, using cutting-edge technology and
experiencing ongoing opportunities to progress your
careers.
Stage for new graduates
Lidl è una realtà multinazionale operante nell’ambito
della grande distribuzione appartenente al Gruppo
Schwarz, fondato nel 1973. Dopo l’apertura negli anni
Settanta dei primi negozi sul territorio tedesco Lidl ha
avviato la sua espansione all’estero ed è presente oggi
in oltre 25 Paesi europei. Presente da 21 anni in Ita-
lia, può contare su oltre 560 punti vendita con più di
9.400 collaboratori e rappresenta una delle realtà della
distribuzione più moderne e strutturate del Paese. Lidl
ricerca giovani talenti in grado di intraprendere una
brillante carriera nella Grande Distribuzione. Lidl offre
la possibilità di partecipare ad un progetto formativo
sviluppato in 24 mesi, che si svolgerà in parte in Ita-
lia e in parte in Germania in 3 dei 5 ambiti aziendali
scelti fra: Vendite, IT, Amministrazione / Risorse Umane,
Logistica/ Acquisti Strumentali / Immobiliare, Acquisti.
Contratto a tempo determinato della durata di 24 mesi.
Richiesta laurea specialistica in Economia, Ingegneria
o Architettura.
Opportunità per neo laureati
Annunci
di lavoro
Una carriera fulminante, un sogno realizzato, un cambiamento di rotta, una sfida alla burocrazia per
raggiungere un obiettivo: sono ragazzi che hanno dedicato anima e corpo alla propria professione
dimostrando che con impegno, rinunce e coraggio si può.
La parola a chi ce l'ha fatta
PASSIONE E IDEE
PER UN FUTURO VINCENTE
Valentina Grispo, 32 anni
Editore (Catania)
L’editoria era il suo sogno e la moda il suo pallino. Un’imprenditrice del
Sud ha creato un network di blog e una freepress in rosa, con eventi
legati ai brand del fashion.
L’agricoltura è foriera di opportunità: a soli 20 anni ha avviato un’azienda di
colture macrobiotiche. Grazie a idee originali è possibile rinnovare la tradizione.
Avere una casa editrice a 32 anni? È possibile. Valentina Grispo, giornalista
catanese, ha fondato insieme alla sorella Sonia la web agency e società editrice
MissMedia. Un progetto ambizioso di cui fanno parte Spray Magazine, una free
press al femminile distribuita a Catania in 15mila copie, quattro blog di successo
e un nuovo modo di fare comunicazione. «L'idea è nata nell’autunno del 2007,
col fine di creare una rivista ed essere editori di noi stesse. Per questo ci serviva
una società tutta nostra». Trasformare un desiderio in un progetto concreto, però,
non è stato facile perché, ci racconta Valentina, «per far nascere MissMedia,
considerate tutte le spese, da quelle notarili al versamento del capitale, dall’affitto
della sede al personale tecnico e informatico, ho fatto un investimento di 30mila
euro. Ma la difficoltà maggiore è stata fare i conti con le lungaggini burocratiche:
il sistema non offre alcun supporto a chi decide di lanciarsi in un nuovo progetto,
per fortuna siamo aiutate da un bravo commercialista». Lavorare nel mondo
della moda, della bellezza e del lifestyle in Sicilia non è facile ma Valentina è
riuscita a portare le imprese sul territorio, con il progetto blogger party. «Io e Sonia
pensavamo da tempo di creare un ponte tra aziende e blogger siciliane, e ci
stiamo riuscendo. Siamo stati i primi, con Desigual, ad organizzare un evento loro
dedicato» e poi ne sono seguiti altri, apprezzati per la professionalità e l'estrema
cura nei dettagli. Progetti futuri? «Un abbonamento annuale per Spray Magazine»,
rivela Valentina, «così da poterlo sfogliare in tutte le città d’Italia e, dati i riscontri,
continuare con i blogger party». (P.F.R.)
Un mutuo e un’azienda in proprio a 20 anni: è la storia di Maria Letizia Gardoni,
24 anni di Osimo, provincia di Ancona, che ha iniziato giovanissima ma che
imprenditrice si immaginava fin dall’infanzia: «Già da bambina mi vedevo titolare
di un’azienda agricola, per questo appena ho potuto ho deciso di tentare».
Quello che stranisce in un’Italia che troppe volte pecca di immobilismo nello
slancio all’imprenditoria è che Maria Letizia è imprenditrice di prima generazione:
nessuno, nella sua famiglia, lavorava in questo campo. Non solo: dai 21 anni è
delegata regionale dei giovani della Coldiretti e nel 2011 è stata la più giovane
ad accedere all’esecutivo nazionale dell’associazione. Laureata in Scienze e
Tecnologie Agrarie e appassionata di colture macrobiotiche, ha acceso un mutuo
per comprare i terreni e ha dato il via a un’azienda che oggi serve tutti i punti
macrobiotici delle province di Ancona e Macerata e presto si espanderà per
soddisfare le richieste e aprire un punto vendita diretto. Nessuna difficoltà? «Certo.
Oltre a quelle economiche, ho fatto l’errore di non trascorrere un periodo di stage
in un’azienda già avviata prima di aprire la mia: il successo sarebbe stato più
rapido e indolore». Oggi il suo fatturato cresce costantemente e, oltre a reinvestire
parte degli introiti, riesce a guadagnare abbastanza per vivere. Dunque la crisi
non tarpa le ali a tutti: «Ho scelto un settore di nicchia in cui la concorrenza è
limitata», conclude, «ma la campagna offre molte possibilità: dall’agricoltura per
il sociale, agli agri asili, al campo della cosmesi e così via. Tantissime attività che
garantiscono un’ottima redditività». (G.C.)
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Storie di
successo
Silvia Zanella, 35 anni
Global Social Media&Online Marketing
Director, Gruppo Adecco, (Milano)
Ha sempre avuto grinta da vendere e passione per il mondo del lavoro e
il digitale. Ecco come a 35 anni è possibile ricoprire un ruolo di spicco in
una grande agenzia di risorse umane.
Idee chiare, voglia di aggiornarsi continuamente, capacità di cogliere le
opportunità che si presentano e un po’ di faccia tosta che non guasta. Sono
queste le carte vincenti che hanno permesso a Silvia Zanella, 35 anni, di
percorrere una carriera di successo e impegno nelle risorse umane e nel digitale,
ricoprendo da giugno 2013 il ruolo di Global Social Media and Online Marketing
Director per il Gruppo Adecco. Laureata in Scienze della Comunicazione a
Bologna e con un master in Comunicazione del Lavoro alla Cattolica di Milano,
dopo 4 anni come Marketing and Communication Manager in Adecco Italia,
sarà ora riferimento per le strategie di marketing legate al Web e ai social media.
Non solo: guiderà un team di esperti e agirà in un contesto internazionale. «Il
progetto è ambizioso e il lavoro è da imparare strada facendo, ma per questo
stimolante», spiega la Zanella. Arrivare a ricoprire questo ruolo, però, non è stata
una passeggiata: dopo la prima esperienza, nel 2003, a JobPilot, è approdata
a Monster come responsabile comunicazione e marketing fino al 2008. «Poi ho
avvertito il richiamo dei social media, così ho lasciato un contratto a tempo
indeterminato per buttarmi in Xing, business social network nato in Germania.
Dopo pochi mesi, però, è naufragato e mi sono trovata a piedi, in
un contesto di grande crisi generale come l'autunno 2009». Senza
perdere le speranze, Silvia ha attivato la sua rete di contatti e
lavorato sulla reputazione, approdando così in Adecco. «Oggi»,
spiega, «è un’opportunità enorme lavorare con colleghi stranieri,
in inglese, calibrando le scelte strategiche in relazione ai contesti
socio-economici di Paesi diversi e al fine di innovare la cultura
aziendale. Un’occasione che a 35 anni non speravo di avere». E
invece… (E.D.B.)
Maria Letizia Gardoni, 24 anni
Imprenditrice agricola, (Osimo,
prov. di Ancona)
Andrea Duse e Cristina Pozzi,
38 e 32 anni
Fondatori di Wish Days (Verona)
Hanno creato da zero una società di 120 dipendenti, tutti giovani. Perché
la preparazione e l’entusiasmo dei 20-30enni sono ingredienti saporiti per
cucinare il successo aziendale.
Andrea Duse e Cristina Pozzi avevano 31 e 25 anni quando hanno lasciato il
loro lavoro in una grande società di consulenza, per avviare Wish Days (www.
wishdays.it) in un mercato agli albori, quello della vendita di esperienze, Lui,
classe 1975, doppia laurea European Business Program ed esperienze professionali
all’estero e in Italia; lei, classe 1981 e una laurea in Economia alla Bocconi. I due,
colleghi fin da giovanissimi, hanno avuto un’idea brillante, ma non praticabile
senza una base economica solida. Niente soldi in tasca ma molte conoscenze
hanno comunque permesso loro di trovare finanziatori pronti a investire 50mila
euro nella creazione di Wish Days: «All’inizio è stata dura: continuavamo a
lavorare nella società di consulenza, e di notte e nei weekend ci dedicavamo
alla nuova avventura». Nel settembre 2006, la svolta: Andrea e Cristina hanno
lasciano il lavoro per dedicarsi a tempo pieno alla nuova “creatura”. «Per i primi
otto mesi non abbiamo guadagnato e per tornare a uno stipendio come quello
di prima ho dovuto aspettare fino all’anno scorso», quando Wish Days, grazie al
lancio dei cofanetti Emozione3 dal 2009, ha raggiunto un giro d’affari di 43 milioni
di euro e gli attuali 120 dipendenti. Un impero costruito in poco più di sei anni,
anche per merito di un ambiente decisamente giovane: «L’età media
del nostro team è di 29 anni e su 120 persone 108 sono laureati e 88 sono
donne». Molto, Wish Days lo deve anche al talento dei suoi dipendenti
e al loro entusiasmo: «Siamo sempre in cerca di nuove risorse e tra le
persone con contratti a termine o stagionali, circa la metà le rinnoviamo
a tempo indeterminato». (G.C.)
Leggi le storie di Walk on Job
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WoJ
A spasso
nella Rete
Tutto sul lavoro
Online
STORIE, notizie
e opportunità
Occasioni di stage, tirocini oltre confine, contest che
stimolano la creatività. E poi approfondimenti e novità sul
mondo del lavoro e annunci per laureandi e laureati. Ecco
alcune pillole di ciò che trovate su www.walkonjob.it.
di Redazione
*
Domanda e offerta di lavoro
si incontrano... sui portali	
Diventare prof
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Come si fa?	
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coprire le spese e pagare qualche sfizio senza togliere troppo
tempo all’università. Ma trovarlo spesso non è facile. Ecco una
serie di portali che mettono in contatto domanda e offerta.
Volete fare la baby sitter? Amate gli animali e vi piacerebbe
portare a spasso i cani degli altri? Cercate su Tatabase.com.
Siete bravi a imbiancare o montare mobili e volete racimolare un
gruzzoletto aiutando chi non ha tempo di farlo? Su Gliaffidabili.
it potete creare il vostro profilo per offrire servizi. Su Tabbid.com
chi ha bisogno di un servizio pubblica l’offerta, indica il budget
che è disposto a investire e viene messo in contatto con chi
è interessato a fare una controfferta. Ma attenzione, le stesse
piattaforme permettono anche ai professionisti di
proporsi. Se siete neo avvocati, designer, architetti,
programmatori, perché non usare anche questa via
per autopromuovervi? Scopri di più direttamente sul sito.
Insegnare è un’arte, una missione. E chi
desidera diventare professore dovrebbe
avere anche l’opportunità di riuscirci. Ma in Italia, si sa, il
turnover è bloccato e il settore in crisi. Chi è realmente
motivato, oltre che preparato, però, ce la fa. Perché
per insegnare non serve necessariamente vincere il
concorsone ma, con competenze, dedizione e un po’ di
faccia tosta, si può riempire il curriculum lavorando per
scuole private o parificate o accettando supplenze più
o meno lunghe. Come? Ce lo raccontano due giovani
prof. su www.walkonjob.it.
Trovare un lavoro a colazione, davanti a cappuccino
e brioche? O perché non sorseggiando uno spritz
in orario aperitivo? WorkCoffee è la prima catena
nazionale di bar che consente a chi cerca lavoro
di farlo seduto al bancone. Non solo un’agenzia,
insomma, ma un vero punto di incontro
in cui entrare in contatto con esperti
e recruiter che, gratuitamente e
in modo informale, offrono aiuto,
consigli e spunti. In più i bar mettono a
disposizione pc e internet per spulciare
in rete annunci e offerte attive.
Negli spazi dedicati vengono anche
organizzati corsi di lingua, workshop,
incontri per imparare a stendere il curriculum vitae.
Finora WorkCoffee esiste a Bergamo e a Tolmezzo
(Udine). Leggi il QR code per scoprire i prossimi punti
di apertura.
Travel blog:
come trasformarlo
in fonte di guadagno	
Guadagnare viaggiando? È il sogno di tutti ma pochi ce
la fanno. Sono i blogger di viaggio, che spesso vengono
addirittura pagati da chi li invita a partecipare ai
“blog tour”, ovvero viaggi organizzati per promuovere
determinate destinazioni… attraverso le loro voci,
pardon, le loro tastiere. Certo, i blog di viaggio sono
tantissimi e a riuscire concretamente a guadagnarci
sono in pochi: solitamente hanno iniziato per passione
e ora vivono di pubblicità e di collaborazioni legate
al blog. Ma essere travel blogger non significa
soltanto viaggiare: l’impegno è costante e servono
diverse competenze, dalla fotografia a un minimo
di programmazione fino al social media marketing. Vuoi
saperne di più su chi ce l’ha fatta? Apri il QR code.
Focus
Estero
Scegli
tutti i giorni
su www.walkonjob.it
Dublino è molto tranquilla ma allo stesso tempo viva e piena di ragazzi
in centro. Qui vivono principalmente giovani, studenti e stranieri, mentre la
periferia brulica di piccole villette in stile anglosassone in cui risiedono gli
autoctoni, famiglie per lo più. Al di fuori di Dublino l’Irlanda è verde. Seria-
mente: é verde, solo verde. Niente case, se non qua e lá. Quando si inizia a
lavorare,però,una cosa che si nota subito é la burocrazia snella: niente scartof-
fie, niente «Vada all’ufficio accanto». C’è tanta gente? Nessun problema: premi
un bottone per prenotare il tuo turno,lasci il tuo numero di telefono e quando
tocca a te un sms ti informa che è tempo di ritornare. Tu, nel frattempo, vai
a farti un giro. In generale invece la vita costa molto ma gli stipendi sono
proporzionati e, anche se non hai un lavoro, un sopraffino sussidio di disoc-
cupazione da 150 euro a settimana ti permette di vivere, non solo soprav-
vivere. E chi diceva che l’Irlanda stava fallendo e l’Italia non doveva fare la
stessa fine, beh, va smentito: l’Irlanda non stava fallendo, ma le banche sí. Le
persone, e le aziende non hanno sentito la crisi, anzi si stanno trasferendo qui
le principali multinazionali che operano in Europa. Qualche esempio? Google,
Amazon, Ebay, IBM, Oracle, Groupon, Facebook e
Twitter. Tutte attratte dal basso costo del lavoro
e dalla burocrazia semplice. E l’Irlanda ringrazia.
Venezia, Berlino, Parigi, poi di nuovo Venezia, per approdare finalmente a Mo-
naco di Baviera. Dopo quasi 5 anni di pellegrinaggio, come un cane randagio
(parole di mio papà) o una zingara (parole di mia mamma), ho deciso di an-
corarmi nella capitale bavarese grazie a una borsa post laurea con stage di
3 mesi. Dopo un mese e mezzo è arrivata la proposta di lavoro: valutando
tra le scarse possibilità che avrei avuto in Italia, ho deciso di fermarmi qui
qualche anno.
Monaco è stupenda, sicura, piena di negozi, musei, mostre, concerti e soprat-
tutto spazi verdi: il Giardino Inglese è addirittura più vasto del Central Park di
New York.La qualità di vita è alta e i tedeschi più gentili,simpatici e disponibili
di quello che si pensi (sarà per i tantissimi litri di birra che sgorgano in questa
città). Gli unici aspetti negativi sono clima e cibo. Benché sia considerata dai
tedeschi una della città più calde della Germania, per chi arriva dal Belpaese
Monaco è fredda, con un inverno aspro e piogge infinite. Ma ci si adatta: le
ferie si possono sempre passare in Italia. La cucina tedesca, invece, è grassa
e piena di salse. Ma per fortuna di ristoranti italiani ce n’è in ogni quartiere,
così come negozi in cui comprare prodotti made in Italy… da cucinare a casa.
Marco
QUI DUBLINO
Irina
QUI MONACO
11
WoJLa striscia di Raffaele Riccioli, http://minaantiuomo.blogspot.it/
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  • 1. futuro in movimento freepress di attualità e mondo del lavoro www.walkonjob.it «Se l'opportunità non bussa, costruisciti una porta» Milton Berle Guida pratica TUTTE LE FACCE DEL CV Dal modello classico al video: come farsi notare dalle aziende Professioni FINANZA E CONSULENZA I profili più ricercati e le possibilità di carriera Storie di successo FARCELA? SI PUÒ Da dipendente o in proprio con passione e talento NUMEROXVI CHE LAVORO FACCIO DOPO LA LAUREA? LE REALI OPPORTUNITÀ NEI VARI SETTORI CHE LAVORO FACCIO DOPO LA LAUREA? LE REALI OPPORTUNITÀ NEI VARI SETTORI www.formazione.ilsole24ore.com/bs FAI VALERE IL TUO TALENTO.Oltre 4.350 DIPLOMATI e 200 BORSE DI STUDIO per i Master full time 2013 della Business School a disposizione dei migliori candidati. FINANZIAMENTI AGEVOLATI con pagamento della prima rata dopo 6 mesi dalla fine del Master. Farai parte della business community del Gruppo 24 ORE. Brochure, domanda di ammissione e date di selezione www.formazione.ilsole24ore.com/bs
  • 2. Sguardo sul futuro COSA FARE DOPO LA LAUREA LE POSSIBILITÀ DI LAVORO CONCRETE FACOLTÀ PER FACOLTÀ Avere le idee chiare finita l'Università non è facile. Scoprire cosa offre davvero il mercato del lavoro e dove orientarsi richiede sforzo, e districarsi tra annunci, scelte da compiere e porte che non si aprono è spesso un’impresa. Che fare? Occorrono tanta determinazione e uno sguardo lucido su ciò che offre il mondo del lavoro, a caccia di sbocchi lavorativi reali, settore per settore, senza dimenticare le proprie inclinazioni. Walk on job.it bimestrale freepress - www.walkonjob.it n° 16 - ottobre/novembre 2013 Via Scarlatti, 26 - 20124 Milano I tel. 02 36643483 testata giornalistica registrata presso il Tribunale di Milano numero 257 del 3 maggio 2010 Direttore Responsabile Elisa Di Battista elisa.dibattista@walkonjob.it In redazione Giulia Cimpanelli g.cimpanelli@mail-people.com Progetto Grafico e impaginazione Jasmine Webster Hanno collaborato a questo numero: Susanna Bagnoli Raffaele Riccioli Pubblicità Rosanna Paiano advertising@walkonjob.it Editore Jeia s.c.a.r.l. via Scarlatti, 26 - 20124 Milano P.IVA 09788390152 Stampa LITOSUD Via Aldo Moro 2 20160 Pessano Con Bornago (MI) Paola Floriana Riso Ilaria Romano Segui Walk on Job su: e su www.walkonjob.it 2 WoJ Inchiesta sono i più ricercati dalle aziende: con oltre 17mila as- sunzioni previste per il 2013, pari al 29% di tutte quelle destinate ai laureati, i dottori in Economia superereb- bero persino i colleghi di Ingegneria elettronica e dell'informazione, ricercati nel 13% dei casi. In Adecco Italia le posizioni per gli economisti,per esem- pio, rappresentano circa il 15% del totale. Queste figure sono ricercate per vari ruoli: «dal controllo di gestione a quello del bilancio, arrivando alle mansioni in area finanziaria, bancaria e di aiuto contabile», riferisce Lo- renzo Biffi. E la tendenza non riguarda solo le grandi aziende: «Anche le piccole e medie imprese spesso puntano sui laureati in Economia in quanto il corso di studi dà una formazione ampia e “flessibile” apprezzata a più livelli», conferma Filomena Palumbo, consulente in risorse umane, recruiter, formatrice e coach per aziende ed enti di formazione pubblici e privati. IL FUTURO DELLA COMUNICAZIONE È NEL DIGITALE Chi l’ha detto che un laureato in Scienze della Comu- nicazione debba necessariamente diventare giornalista o lavorare nella pubblicità? In realtà, oggi, le prospet- tive sono altre: «I laureati in Comunicazione, rispetto ai colleghi ingegneri e ai laureati in Economia, hanno un po' meno opportunità», dice Biffi. C'è però una tendenza che fa presagire, per i prossimi anni, una crescita di op- portunità che fanno al caso loro: si tratta delle posizio- ni «legate al mondo digitale e alla comunicazione sui social media. Per esempio si ricercano profili di digital specialist o per attività connesse alla gestione dei so- cial network a livello di comunicazione e media mar- keting». Le aziende stanno investendo molto su queste aree e anche all'interno degli uffici marketing sta pren- dendo piede la specializzazione sul canale digitale. «Decisamente le società stanno puntando l’attenzione sul panorama digitale di tipo relazionale, che ha fatto un passo avanti nell'integrazione tra i siti corporate e le altre piattaforme. Un mondo social e soprattutto mobile», dice anche Simonetta Pattuglia, professore ag- gregato di Marketing e Comunicazione all'Università Tor Vergata di Roma, delegato nazionale Ferpi Univer- sità e curatrice della prima ricerca Ferpi (Federazione Relazioni Pubbliche Italiana, www.ferpi.it) su Comunica- zione, Università, Giovani e Mercato del lavoro, presentata a inizio 2013.Dall’indagine,realizzata intervistando 130 manager di grandi aziende italiane e multinazionali, è risultato che le imprese destinano i candidati soprattut- to a comunicazione istituzionale (17%), comunicazione di prodotto (14%), relazioni pubbliche e organizzazione eventi (12% per ciascun campo),comunicazione digitale e social media/networks (11% per ambito). Da notare che nel 34% dei casi le imprese intervistate scelgono il comunicatore fra i laureati in Marketing/Economia, nel 19% fra i laureati in Comunicazione, nel 27% fra i “masterizzati” in Comunicazione e Marketing, e solo il 5% dei comunicatori è reclutato tra chi ha studiato Tecnologia e New Media. NON SOLO LABORATORIO PER I BIOLOGI E i laureati in Biologia? Tra laboratori e aziende, «circa il 10% delle posizioni aperte riguarda loro: la richiesta di dottori in Biologia e in materie scientifiche è discreta», Abbiamo chiesto ad alcuni esperti quali sono le con- crete possibilità di impiego e i ruoli più richiesti in cui possono inserirsi i laureati in Comunicazione, Ingegne- ria, Economia, Biologia e Beni Culturali, i corsi in qual- che modo più versatili che al termine degli studi non prevedono un unico sbocco lavorativo, ma aprono po- tenzialmente a una rosa di opportunità. LAUREATI È MEGLIO Prima di tutto, una buona notizia: studiare conviene. Lo dice il rapporto dell'OCSE (Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico, www.oecd. it) Education at a glance 2013: in tutti i Paesi membri dell'Organizzazione, Italia compresa, i laureati gua- dagnano più dei diplomati e chi ha un titolo di studio postlaurea vanta uno stipendio più alto. Lo confermano i dati Almalaurea: l'app AlmaOrièntati, che serve a orientarsi nella scelta della facoltà universitaria, ha una sezione di informazioni generali sull'università e il mondo del lavoro italiani in cui si scopre, tra l'altro, che un giovane laureato guadagna leggermente di più di un coetaneo diplomato. È vero però che ai timidi segnali di ripresa in al- cuni settori non fa seguito un aumento effettivo dei posti di lavoro: secondo le previsioni Manpower sull'occupazione in Italia nel quarto trimestre del 2013, infatti, solo il 5% dei datori di lavoro prevede di incre- mentare il proprio organico, mentre il 22% ipotizza un calo delle assunzioni e il 72% non ha in mente di ap- portare variazioni. Ad ogni modo sono i profili più spe- cializzati e qualificati ad avere più chance: secondo i dati del Sistema informativo Excelsior di Unionca- mere e Ministero del Lavoro, infatti, la crisi fa crescere la domanda di personale molto qualificato e le imprese del settore privato hanno previsto di inserire nel corso del 2013, a scopo assunzione, più di 58mila laureati, con un aumento dell’1,4% rispetto ai medesimi dati relativi al 2012. INGEGNERIA ED ECONOMIA: TANTE PORTE APERTE Tra i titoli più spendibili in questo momento, quello in Ingegneria. «Gli ingegneri sono molto richiesti sul mercato: la domanda di risorse da parte delle aziende, infatti, è maggiore rispetto all’offerta di professionisti», spiega Lorenzo Biffi, Project Manager del Dipartimento Candidate Management di Adecco Italia. Ma quali sono le posizioni per le quali gli ingegneri sono più ricercati oggi? «Sono molto richiesti progettisti sia in ambito meccanico che elettronico, e forte è anche il settore legato all'automotive. Inoltre stiamo riscontrando una tendenza: questa figura professionale è sempre più ri- cercata sia per posizioni di vendita tecnica che negli acquisti, ad esempio come buyer nel settore chimico- farmaceutico». Per riassumere, precisa Biffi, «in questo momento il 50% delle posizioni aperte in Adecco è ri- volto a profili tecnici», e i corsi di laurea più gettonati sono quelli che preparano «ingegneri meccanici ed elettronici, chimici e biomedici». Fortunati anche i laureati in Economia. Secondo Excel- sior-Unioncamere, i laureati degli indirizzi economici di Ilaria Romano * carta riciclata 100%
  • 3. spiega Biffi commentando le ricerche attive in agenzia. Sono inseriti all'interno dei laboratori di analisi, come tecnici di laboratorio e per il controllo qualità. Ma gli sbocchi professionali non finiscono qui: «I settori di competenza della biologia sono in continua evoluzione», spiega Luciano Atzori,consigliere segretario dell'Ordine Nazionale dei Biologi (www.onb.it), «stanno diminuendo le opportunità nei laboratori di analisi e per gli informatori scientifici del farmaco, però crescono quelle legate alla tutela dell’ambiente e del territorio. Anche i tribunali cercano consulenti tecnici di ufficio (CTU), per le questioni am- bientali». Il settore della nutrizione «è in pieno boom e dà lavoro a circa un terzo dei biologi», prosegue Atzori. «Un altro terzo trova impiego nel campo dei sistemi di qualità e delle certificazioni nell'agroalimentare, e da non sottovalutare è la cosme- tologia, che insieme alla procreazione assistita è un settore emergente». Di nicchia, ma apprezzate, le com- petenze dei biologi specializzati in conservazione dei beni culturali che lavorano in tandem coi restauratori, mentre non sono pochi i professionisti che si occupano di sicurezza sul lavoro. Ma non finisce qui: «È in crescita esponenziale il settore della biologia forense, tanto che a novembre in collaborazione con l'Università di Tor Vergata faremo partire la prima Scuola permanente di alta formazione in questa materia», conclude Atzori. BENI CULTURALI: PROMUOVERSI E FARE RETE La laurea in Beni Culturali – inutile nasconderlo – non offre oggi enormi garanzie di inserimento nel mercato del lavoro. Inoltre, «il settore in Italia è molto legato a incarichi pubblici», spiega Haidi Garulli dell'Ufficio Placement dell'Università di Trento, «e le opportunità spesso provengono dai concorsi». C'è anche la possi- bilità di curare eventi espositivi o di intrattenimento culturale per committenti pubblici e privati. Tuttavia si tratta di opportunità da libero professionisti o con contratti precari: è raro trovare veri e propri annunci di lavoro a cui rispondere,e anzi contano molto l'iniziativa personale e la capacità di proporre la propria profes- sionalità e i propri servizi a possibili clienti. Chi sceglie questa strada, insomma, deve sapere che «è molto im- portante il networking», spiega Garulli, cioè riuscire a stabilire e mantenere contatti con i potenziali ambienti lavorativi. In poche parole il messaggio per i laureati in Beni Culturali è: non aspettate l'offerta tagliata su misura per voi e la vostra laurea, ma buttatevi. FLESSIBILITÀ: CROCE O FURBIZIA? Oltre 46.400 contratti di lavoro e più di 5 milioni e 800 mila giornate di contratto per 12.351 persone, nei tre anni successivi alla laurea: sono questi i numeri della ricerca UNI.CO. realizzata dal sistema di placement universitario SOUL dell'Università La Sa- pienza di Roma. L'indagine, sperimentale, ha incrociato i dati delle comunicazioni obbligatorie relative ai rapporti di lavoro con quelli dell'archivio In- fostud, monitorando il percorso di coloro che hanno conseguito un ti- tolo universitario di primo o secondo livello in ateneo fra il 2008 e il 2009 (in totale 21.782 laureati) e hanno avuto almeno un contratto di lavoro dipendente o parasubordinato nei tre anni successivi alla laurea. Ne è emerso che i neolaureati non sono per niente choosy e accettano impieghi anche molto distanti dal loro am- bito di studi; hanno tanti contratti ma di breve durata (il 50% di quelli stipulati dai laureati di primo livello non superava i 7 giorni), e per il 92% sono precari: in sostanza la quasi totalità. «Non è sufficiente analiz- zare il mercato del lavoro distinguendo fra occupati e disoccupati», ammonisce il gruppo di lavoro di UNI.CO. nella sua relazione: «La "nuova" realtà, per i laureati, è quella di un sistema estremamente frammentato, dif- ferenziato e caratterizzato da una fortissima flessibilità confinante con la precarietà», che «genera un forte disa- gio occupazionale fra i giovani laureati e compromette un’efficace formazione “on the job”». In ogni caso, il can- didato “giusto” è quello che sa adattarsi ai mutamenti e adeguarsi al contesto economico e sociale rispondendo in modo flessibile e attivo alle incertezze e alla crisi. NUOVI ORIZZONTI Gli esperti intervistati concordano: è difficile dire con certezza come evolverà il mercato e quali saranno le lauree e le professionalità più richieste di qui a qualche anno. È possibile comunque ipotizzare delle tendenze: utile tenere d'occhio green economy, luxury, inter- nazionalizzazione delle imprese, mentre il settore cul- turale potrebbe apprezzare soluzioni per una gestione sempre più efficiente dei servizi, e i prodotti di qualità continueranno probabilmente a essere una cifra distinti- va della produzione italiana. Per fare solo qualche esempio, Altagamma-Consensus Chi guadagna di più? 3 WoJ Niente stipendi da capogiro. Ecco in media quanto prendono i laureati magistrali: A 1 anno dalla laurea Economia: 936 euro Ingegneria: 1.101 euro Beni Culturali: 622 euro Comunicazione: 1.259 euro Gruppo geo-biologico: 756 euro A 3 anni dalla laurea Economia: 1.298 euro Ingegneria: 1.475 euro Beni Culturali: 660 euro Comunicazione: 1.036 euro Gruppo geo-biologico: 1.061 euro A 5 anni dalla laurea Economia: 1.544 euro Ingegneria: 1.720 euro Beni Culturali: 1.042 euro Comunicazione: 1.292 euro Gruppo geo-biologico: 1.261 euro (I.R.) (Fonte: Dati Almalaurea 2012) ha previsto per il 2013 una crescita del mercato mon- diale dei beni di lusso pari al 4-5%.Quanto all'economia verde, Coldiretti pone l'accento sulle «opportunità per migliaia di giovani nelle campagne, anche per effetto delle nuove professioni» all'insegna di ricerca e qualità, spesso innovative e ispirate alla filosofia “chilometro zero”. Secondo il rapporto Greenitaly 2012 della Fon- dazione Symbola, l'economia verde sta rappresentando «una chiave straordinaria per rigenerare il made in Italy». «Oggi un quarto delle imprese italiane è green e le aziende che più reagiscono alla crisi sono quelle che hanno processi di innovazione verde, sia in termini di efficienza energetica che di individuazione di nuovi materiali. Ciò porta alla richiesta di nuove figure profes- sionali, o di figure tradizionali aggiornate con compe- tenze green», spiega Marco Gisotti, giornalista, divulga- tore e autore, con Tessa Gelisio, di Guida ai green jobs (Edizioni Ambiente). I lavori la cui attività è finalizzata a produzioni a basso impatto o al rispetto dell'ambiente reggono anche in tempi di crisi «e a trovare appli- cazione nel settore green sarà soprattutto la chimica», dice Gisotti. UN PASSPARTOUT: LE COMPETENZE TRASVERSALI Da non sottovalutare, comunque e sempre, le soft skills, o competenze trasversali, che spesso rappresen- tano un elemento decisivo. Carlo Magni, coordinatore scientifico di SOUL, le definisce «aspetti caratteriali che appartengono a ciascun individuo indipendente- mente dal corso di studi frequentato e che riguardano, ad esempio, la capacità di lavorare in team, quella di relazionarsi in modo efficace con fornitori e clienti, la rapidità nell’apprendimento di nuove nozioni e di creare buone relazioni con i colleghi di lavoro, la pun- tualità e il rispetto delle regole aziendali». La carta vincente è infatti spesso la personalità del candidato, che dev’essere spiccata e positiva: «Recentemente ho presentato a un cliente tre candidate per una posizione di segretaria commerciale. A parità di titolo di studio è stata scelta quella con meno esperienza ma più solare e proattiva e per questo sembrava più adatta al ruolo», racconta Filomena Palumbo.In ogni caso,riprende Carlo Magni, le soft skills «si acquisiscono prevalentemente sul campo e soprattutto nel corso di tirocini, e più in generale grazie a esperienze on the job». Il candidato “giusto” è quello che sa adattarsi ai mutamenti e adeguarsi al contesto economico e sociale rispondendo in modo flessibile e attivo alle incertezze e alla crisi.
  • 4. 4 WoJ Il curriculum perfetto QUALCHE DRITTA PER NON SBAGLIARE VIDEO CV CV INFOGRAFICO CV TRADIZIONALEGuida pratica Semplice, sintetico ma che sia in grado di farsi notare. Ecco come dev’essere il curriculum vitae perchè sia davvero efficace. Ma oltre al modello tradizionale a cui siamo abituati, è utile considerare anche delle “varianti” per un profilo più originale e congeniale alle proprie ambizioni. di Redazione * SÌ: Seguire,senza leggerlo,un canovaccio con i punti principali (capacità,esperienze,obiettivi). Farsi filmare da qualcuno che ponga quattro o cinque domande, come in un colloquio. Essere precisi sulla professione che si vuole svolgere e sui propri obiettivi professionali. Accompagnare il video da lettera di presentazione e CV. Scegliere una location neutra e silenziosa e un abbigliamento da colloquio. NO: Non improvvisare. Non dilungarsi oltre il minuto e mezzo (massimo 2’, se una parte del video CV è in lingua straniera). Non usare un formato superiore a 10 MB. Non mandarlo al selezionatore via e-mail ma caricarlo su una piattaforma preposta (ad esempio: ilvideocv.it, catchawork.com, visualcv.com per carriere internazionali e inviare il link). Non caricarlo su YouTube: perde di professionalità e nei filmati correlati possono apparire video CV migliori. SÌ: Indicare le esperienze lavorative e i corsi di studio partendo dai più recenti. Inserire la conoscenza delle lingue straniere precisando il livello raggiunto,eventuali attestati ottenuti ed esperienze all’estero. Specificare le conoscenze informatiche: sistemi operativi,programmi,linguaggi conosciuti. Motivare le capacità relazionali indicando le realtà in cui sono state sviluppate (ad esempio,non scrivere “Forte propensione al lavoro di squadra”,ma spiegare dove si è appreso a lavorare in team). Personalizzare la lettera di accompagnamento a seconda del destinatario a cui si invia il CV. NO: Non superare le 2 pagine (al massimo 3 in caso di carriera davvero articolata). Evitare di inserire lavoretti secondari/estivi svolti ma non coerenti con la posizione ambita. Occhio a refusi ed errori ortografici: sono segnale di distrazione e sciatteria. Non scordare la foto. Che sia attuale, in abbigliamento e contesto formali (niente cocktail in mano né foto del mare). Non dimenticare i riferimenti per essere ricontattati: cellulare, e-mail ed eventuali profili social, blog e sito. «Molti si chiedono: "Modello CV Europeo sì o no?”. L'importante è la chiarezza delle informazioni e la sintesi», spiega Rosanna Paiano, Employer Branding Specialist di People. «La struttura del modello europeo è valida, ma va alleggerita per mettere in risalto le proprie competenze». COS’È? È un curriculum vitae che traduce esperienze, dati e skills in grafici, cioè in immagini e schemi di forte impatto visivo. PERCHÈ USARLO? Per non passare inosservati e distinguersi dalla massa, così è più facile attirare l’attenzione e rimanere impressi nella memoria del selezionatore. QUANDO USARLO? Quando, alle spalle, si ha un buon bagaglio di esperienze, collaborazioni e progetti. A CHI È CONSIGLIATO? A web designer, grafici, creativi, giornalisti. Ma si può adattare a qualsiasi profilo di lavoro. COME COSTRUIRLO? Ci sono molti siti internet che consentono di creare un efficace CV infografico personalizzato in poche mosse: - visualize.me - magic.piktochart.com - visual.ly - cvgram.me - re.vu - kinzaa.com «Esprimetevi sempre in modo positivo, senza nascondere i vostri limiti. Un esempio? Invece di dire “Sono introverso”, preferire “Vorrei essere più estroverso”», consiglia Terenzio Traisci, psicologo del lavoro e ideatore del sito ilvideocv.it. Il parere dell’esperto Francesca Parviero di LinkBeat, Official LinkedIn EMEA Talent Partner «Esaustivo, veloce e pratico. È facile da leggere, in fase di selezione è semplice abbinare la faccia al CV perchè unico. E poi, non lo consiglierei solo per un ruolo professionale particolare dato che tutti i lavori hanno bisogno di creatività». Piergiuseppe Laera, coach e formatore di Trainco - persone in sviluppo. LinkedIn SÌ: La foto: seria e preferibilmente sorridente, con sfondo luminoso e non troppo informale, coerente con il messaggio che si vuole trasmettere. Il profilo: LinkedIn è il contenitore dove mettere in pratica la nostra strategia. Per questo occorre curarlo non solo quando si stanno cercando nuove opportunità. Aggiornare puntualmente la sezione esperienze professionali e formative. Il numero di collegamenti: sfruttare al meglio le proprie conoscenze e il proprio network (compagni di università, colleghi, amici, docenti). NO: Inviare richieste di connessione senza personalizzare il messaggio. Spammare la rete con messaggi inadeguati o autopromozionali. Senso della misura: non abusare di raccomandazioni ed endorsement quando non si hanno reali competenze ed esperienze. Chi legge si accorge dell’incongruenza. Trascurare l’aggiornamento delle vostre info di contatto: il tasto "contact info" riporta ai vostri contatti di primo livello la vostra e-mail, il numero di cellulare, l'indirizzo Web, l’account Twitter. Teneteli aggiornati!
  • 5. Il settore del management consulting, in Italia, è un mercato composto da circa 17mila società di consulen- za, con 33mila addetti. I dati sono nel rapporto annuale, relativo al 2012,condotto da Assoconsult,l’associazione federativa delle imprese di consulenza, in collabora- zione con l’Università degli studi di Roma Tor Vergata. Il settore consulenza, nonostante la fase economica critica, è in ripresa e ha raggiunto la quota di 3,2 miliardi di euro di fatturato. «La consulenza in Italia resiste alla crisi e torna a crescere dopo due anni di con- trazione», dice Ezio Lattanzio, presidente di Assoconsult Confindustria. Ma di cosa si occupa un consulente che lavori per un’impresa specializzata e quale formazione deve avere? Lo abbiamo domandato ai responsabili re- cruiting di tre importanti aziende del settore consulting. «Il consulente è una persona che utilizza le sue conoscenze, competenze, l’esperienza e l’intuizione per semplificare situazioni complesse, analizzare un problema e scomporlo in parti più sem- plici in modo da poterlo risolvere», spiega Ilaria Lerro, responsabile recruiting e selezione di KPMG Advisory. «È un professionista che, di fronte a una richiesta del cliente, sa come apportare miglioramenti attraverso idee nuove, ma sa anche come utilizzare e valorizzare ciò che c’è già». KPMG è un’azienda network di imprese che offrono servizi professionali ad altre imprese ed è presente in Italia dalla fine degli anni ’50. Oggi ha circa 3mila professionisti e 28 sedi sul territorio nazio- nale. Le imprese si rivolgono alle società di consulenza perché al loro interno hanno situazioni complesse da gestire dal punto di vista legale, amministrativo, con- tabile e può capitare che non abbiano risorse umane adeguate a far fronte alla situazione. Ma possono es- serci anche altre esigenze, come spiega Lerro: «In tempi di crisi e di recessione come quelli che stiamo vivendo, ci sono aziende che hanno la necessità di contenere i costi, di esternalizzare servizi o di trovare strade al- ternative ai mercati locali. In tempi non di crisi invece la necessità è di accrescere il fatturato, le dimensioni, il business. Insomma, le richieste sono molteplici e il mercato delle consulenze difficilmente conosce battute d’arresto». Per entrare in KPMG sono privilegiate lau- ree di tipo economico o scientifico, e a farla da padrone sono Economia e Ingegneria. «Ci interessano percorsi di specializzazione in Finanza d’impresa, per i mercati e le assicurazioni, e quelli in Information Technology o Compliance. È ben vista un’esperienza all’estero in con- testi multiculturali e la conoscenza di una o più lingue», specifica la recruiter. Una volta entrati in azienda la formazione continua tramite un percorso “learning by doing” di formazione sul campo e un percorso in aula di formazione tecnica a cui viene affiancata la preparazione sulle soft skills. «Per i neolaureati con l’assunzione in apprendistato prevediamo un pacchetto di 200 ore in aula nei primi 2 anni», continua Lerro. 5 WoJ Dalla contabilità all'informatica Lavorare nella consulenza Le proprie competenze a servizio del cliente è un’azienda di prodotti informatici, sistemi aziendali hardware e software e si rivolge alle imprese con i suoi prodotti ma anche all’implementazione dei pro- getti aziendali che si basano sulle soluzioni targate Oracle. Ed è qui che entra in gioco l’apporto del con- sulente. «Nella maggior parte dei casi, i neolaureati assunti hanno in precedenza svolto uno stage da noi», spiega Gabriela Bizzozero,direttore delle risorse umane dell’azienda. «Le lauree che cerchiamo sono quelle scien- tifiche, Ingegneria, Matematica, Fisica, Statistica. Ma anche laureati in Economia con competenze in ambito informatico. Chiediamo l’ottima conoscenza dell’inglese e la disponibilità a viaggiare in Italia e all’estero, anche per lunghi periodi». Anche in Accenture l’inserimento dei neolaureati è con contratto di ap- prendistato professionalizzante, an- che se «i candidati esperti vengono assunti a tempo in- determinato», spiega Monica Palma, recruiting director di Accenture. Le lauree più richieste sono in Ingegneria, Informatica ed Economia, e c’è posto anche per giovani professionisti con competenze funzionali e tecniche,ca- pacità di project management e abilità nell’interazione con i clienti. Nata in Italia nel 1957, Accenture Italia conta 9500 professionisti che, spiega Palma, «hanno il compito di fornire e attuare soluzioni tangibili a fa- vore del cliente, partendo dalla comprensione delle sue esigenze. Una delle caratteristiche della professione di consulente è la capacità di elaborare idee non conven- zionali e trasformarle in risultati concreti, tenuto conto del settore di business del cliente e delle tecnologie più all’avanguardia». Un mestiere che può portare lontano da casa, «perché la sede di lavoro è quella del cliente, quindi si viaggia e spesso si vive in trasferta», racconta la recruiting director di Accenture, «si impara a lavorare all’interno di team internazionali a fianco di colleghi con competenze diversificate». Ambito SAP, embed- ded software, networking, architetture e infrastrutture tecnologiche, risk management e ambito digital sono i settori che trainano: «In base alla nostra esperienza il settore consulenza è costantemente in crescita», conferma Palma. Anche in Accenture la formazione continua costantemente anche dopo l’assunzione; per i nuovi assunti sono previsti corsi di orientamento e formazione in aula. Con il progredire della carriera i professionisti continuano ad ampliare le loro cono- scenze con programmi focalizzati su specifici settori di mercato, una piattaforma di e-learning e un programma di tutoring personalizzato. Umberto Falco ha 30 anni e da tre e mezzo lavora in Accenture, dove è stato assunto dopo la laurea in Economia, un master in Bocconi e uno stage retribuito di sei mesi. Oggi si occupa di marketing di prodotto per le aziende del settore energia. «Sup- porto le aziende clienti di Accenture nell’identificare la strategia ottimale e gli elementi innovativi che possono generare nuove fonti di ricavo»,racconta.«Il compito del consulente è creare valore aggiunto sia verso Accenture sia verso il cliente. Si tratta di portare un punto di vista differente verso il cliente,dare un contributo innovativo nel risolvere i suoi problemi così da migliorarne la per- formance. Per essere in grado di farlo servono elasticità mentale e sapersi adattare a contesti diversi fra loro. È importante sapersi relazionare con persone all’esterno e con modi di vedere diversi dai propri». I percorsi professionali all’interno di Oracle, che fa consulenza specialistica su soluzioni e tecnologie gestionali in ambito IT, sono sostanzialmente due: enterprise architect e program-project manager. Entrambi i ruoli possono avere uno sbocco più “mana- geriale” oppure rivolto alla vendita dei servizi. Oracle di Susanna Bagnoli * Sono le principali società di consulenza al mondo e vengono chiamate Big Four. Si tratta di Deloitte, Ernst & Young, Kpmg, PricewaterhouseCoopers, aziende che si spartiscono il mercato mondiale di riferimento. La loro struttura è quella della rete di imprese gestite autonomamente, attraverso accordi sul territorio con altre imprese. Deloitte nasce in Italia nel 1923 e fa consulenza nel settore audit, tax, consulting, financial advisory, legal. Ernst & Young è specializzata in tax, assurance, transactions e advisory. PricewaterhouseCoopers ha uffici in tutta Italia, da Milano a Catania, ed è specializzata in revisione contabile, servizi per le transazioni e la finanza straordinaria, e poi ci sono i servizi fiscali e legali e i business recovery services. Il network Kpmg è leader nel campo della revisione e organizzazione contabile, consulenza manageriale, servizi fiscali, legali e amministrativi. (S.B.) Professione consulente, colui che mette la sua competenza al servizio di enti e imprese. Può trattarsi di contabilità, amministrazione, assistenza per le infrastrutture informatiche. Se le risorse interne in azienda non bastano, entra in gioco il consulente. Professioni Dove lavorare Focus sulle Big Four
  • 6. 6 WoJ di finanza pura», prosegue il referente Andaf, «conoscere le forme di finanziamento ulteriori rispetto al credito bancario e saper interloquire con le aziende». Una figura, tra l’altro, che può conoscere una rapida carriera: «Dal ruolo di chief financial officer», prosegue Guelmani, «si può ambire a quello di chief operating officer, ovvero di supervisore, salendo poi a quello di general manager e, nei casi più brillanti, di amministratore delegato». Una scalata che non richiede un tempo infinito: «Le previ- sioni oggi sono buone. E la carriera si può fare già in- torno ai 40 anni». Ma con quale inquadramento si entra in azienda? «I credit analyst», aggiunge Di Barletta, «vengono preva- lentemente cercati come entry level, dunque neolau- reati o con al massimo due anni di esperienza». Le società di revisione e consulenza, invece, inseriscono i neolaureati prevalentemente come junior consultant e revisori, trampolino di lancio per una carriera in cresci- ta. La maggior parte dei selezionatori, infatti, conviene che iniziare con un paio di anni di lavoro in una grande società di consulenza sia il modo migliore per “farsi le ossa” e migliorare il proprio profilo, diventando decisa- mente appetibili per il settore bancario. Il tirocinio è solitamente il primo passo per l’ingresso in azienda: «Il percorso di carriera per profili junior», spiegano da Bor- sa Italiana, «inizia sempre con un’esperienza di stage, con formula orientata all’apprendimento, anche attra- verso le sinergie con il centro di formazione Academy. Il Graduate Programme costituisce poi il canale privile- giato per l’inserimento dei neolaureati, preferendo chi ha fatto già esperienza di tirocinio in Borsa Italiana». E tutto sommato, quella finanziaria resta una delle poche sfere professionali “dorate”: «Banche e assicura- zioni garantiscono, a parità di età, anni di lavoro e titolo di studio, opportunità economiche nettamente maggio- ri rispetto a qualsiasi altro settore, nonché una prospet- tiva di occupazione stabile», conclude Di Barletta. Per lavorare nel settore è indispensabile, naturalmente, oltre alla conoscenza dell’inglese (ormai data per scon- tata) e alla laurea, una formazione ulteriore: «Un master in Finanza Aziendale e Controllo di Gestione è un per- corso professionalizzante e che consente al laureato di specializzarsi concretamente», spiega Nicola Dario, Business Unit Director di Ifaf – Scuola di Finanza. Dalla valutazione degli investimenti alla gestione del cash flow, dal business plan alla visione sui mercato inter- nazionali: una formazione post laurea può offrire una visione più ampia, utile per individuare numerose op- portunità di carriera. E l’estero? «Di sicuro è una carta in più da giocarsi», prosegue Nicola Dario, «che offre l’occasione per vivere dall’interno un contesto profes- sionale diverso e maturare una visione del mondo fi- nanziario più ampia e molto apprezzata dalle aziende». Come ambito è in grado di offrire occasioni di carriera remunerative e tra banche e assicurazioni rappresenta, nonostante la crisi, l’eldorado dei laureati. Tra le aree in cui conviene specializzarsi ci sono quelle della gestione dei rischi: «Il tema principale del mondo finanziario attuale è il controllo», spiega Diego Di Bar- letta,direttore di Finance Hunters,agenzia specializzata nella ricerca e selezione di professionisti in ambito Fi- nancial services, Legal, Administration, Finance e Con- trol, «quindi i profili più ricercati soprattutto in banche e assicurazioni sono quelli legati al risk management, prevalentemente tra i laureati in Finanza o Statistica; poi servono molti compliance specialist, che devono avere sì competenze finanziarie, ma anche legali, per- ché si occupano di controllare che chi vende strumenti finanziari segua tutte le norme di controllo». In banche, assicurazioni e in generale nel capital market vanno an- cora forte gli intermediari finanziari che si occupano di studiare i bilanci delle aziende clienti, e non mancano ricerche aperte nel settore recupero crediti (o credit collection) che però non puntano necessariamente sui laureati in materie finanziarie, ma valutano volentieri profili legali. E se gli istituti di credito non sono l’unica opportunità per chi cerca lavoro, l’alternativa è rappre- sentata dalla consulenza per le aziende, accanto alle società di gestione dei fondi e alle assicurazioni. E se il settore è tradizionale, non è detto che le compe- tenze richieste da chi ambisce a lavorare in questo con- testo debbano rimanere “ingessate”. Oggi chi assume preferisce profili con conoscenze eterogenee, come nel caso di Borsa Italiana, che oltre ai laureati in Economia è alla ricerca anche di dottori in Ingegneria gestionale e Ingegneria matematica con indirizzo Finance e In- formatica: «Si sono delineate nuove professioni che richiedono un mix di capacità», spiegano dall’azienda. «Si ricercano, infatti, figure con competenze trasver- sali in ambito economico e IT per ricoprire ruoli, come il business & functional analyst, a servizio delle aree capital markets e post-trade. È inoltre richiesto un background matematico-finanziario per cariche legate all’ambito del risk management e dell’internal auditing». Non solo. A essere centrale nell’attuale contesto so- cio-economico che mostra forti difficoltà di accesso al credito e ai finanziamenti, inoltre, è anche un altro profilo professionale: quello del chief financial officer. «Una volta detto direttore amministrazione finanza e controllo», spiega Romano Guelmani, past president di Andaf (Associazione nazionale dei direttori am- ministrativi e finanziari), «oggi questa figura è stra- tegica in quanto rappresenta il crocevia dell’azienda. Tutto passa da lui: dai fondi ai finanziamenti, dai paga- menti ai fornitori fino ai piani per il futuro. È un ruolo indispensabile e con forti responsabilità, il numero due dopo l’amministratore delegato o l’imprenditore». L’importante è una formazione mirata: «Bisogna sapere Obiettivo carriera RISCHI, CONTROLLO E SOLUZIONI: LE NUOVE FRONTIERE DELLA FINANZA di Giulia Cimpanelli ed Elisa Di Battista * Professioni Un settore tradizionale che ha sempre offerto opportunità e continua a farlo. Ma svecchiandosi. Oggi la finanza è fatta di professioni legate al rischio e al controllo e richiede competenze trasversali: dall'economia all'IT, fino all'area legale.
  • 7. Pianeta HR 7 WoJ Flessibile e pronto a partire IL CANDIDATO IDEALE SECONDO I RECRUITER Dai corsi di laurea che offrono maggiori sbocchi lavorativi, alle competenze su cui puntare per fare buona impressione sul recruiter. I consigli di tre esperti selezionatori per non farsi cogliere impreparati prima e durante il colloquio. *di Giulia Cimpanelli ed Elisa Di Battista Manuela Adamoli Arianna Cattarin Giovanna Rappini Responsabile Human Resources Market Operations & Organization Development Whirlpool EMEA Direttore Ufficio Orientamento, Stage e Placement Università Cà Foscari - Venezia Amministratore unico di Aquerò SRL, Selezione, formazione e consulenza per il personale Non solo inglese, francese e spagnolo. Occorre puntare su russo, arabo e lingue orientali per riuscire a trovare sbocchi nel settore commerciale estero. Parola di un ateneo che guarda oltre confine. Il mercato del lavoro? Oggi assorbe laureati in Economia, Marketing, Ingegneria gestionale. Ma al colloquio bisogna andarci con le idee molto chiare. Con che inquadramento inserite i neolaureati? «Contratto temporaneo o permanente nella sesta categoria metalmeccanico. Le possibilità di crescita poi sono praticamente "infinite": se un dipendente è valido viene da subito considerato all'interno del processo di talent pool». Whirpool punta sull'internazionalizzazione: quali i progetti in essere? «Per i neolaureati c’è il Fast Track Management, volto a trovare i futuri manager aziendali: un percorso di 30 mesi di cui i primi sei in Italia nella rete commerciale e in produzione, e gli altri 24 in due Paesi esteri con due differenti assignment. Tra gli altri candidati i migliori talenti vengono assegnati a progetti nelle sedi europee». Qual è lo stipendio medio di un giovane neoassunto? «La nostra filosofia di compensation è di pagare un salario base e un bonus in linea con il mercato, e soprattutto con le prestazioni e i risultati ottenuti». Quali sono i profili più ricercati in Whirpool? «Laureati in Economia, Informatica, Ingegneria, Comunicazione digitale, HR per aree Finance, Marketing, Servizi informatici, Engineering, Electronics, Hr & Communication. Ma soprattutto cerchiamo candidati con predisposizione al teamwork, potenziale di leadership, orientati al risultato, aperti al cambiamento. E che siano capaci di illustrare il proprio contributo portato in attività precedenti». Cv e lettere di presentazione: con che criterio scegliete quali considerare? «I profili sono selezionati in base alle skills richieste dal ruolo aperto. Prestiamo attenzione alle esperienze precedenti svolte dal candidato: uno stage fatto durante il percorso di studi è un valore aggiunto, così come un periodo all’estero». Come si svolge l’attività dell’Ufficio Stage e Placement? «Ci occupiamo di preselezione, perché la “vera” selezione è demandata all’azienda. Preselezioniamo in base ai requisiti che la società ci richiede, lavorando prima sul database, estrapolando i nominativi dei possibili candidati e poi esaminando il curriculum vitae per arrivare al colloquio in azienda. A volte siamo noi a proporre alle imprese gli studenti più meritevoli, oppure i profili interessati a lavori di ricerca e di tesi». Quali vantaggi offre un Ufficio Placement rispetto a un’agenzia per il lavoro? «Rispetto alle agenzie puntiamo maggiormente sull’aspetto dell’orientamento della persona. Non facciamo solo matching tra aziende e laureati, ma seguiamo percorsi di accompagnamento al lavoro, tra attività e seminari per imparare a stendere il curriculum vitae e sostenere colloqui». Quali sono i profili più ricercati? «Abbiamo spesso buone offerte di lavoro nelle aree amministrazione, finanza e controllo, oltre che nel settore del commerciale estero, in cui sono naturalmente fondamentali le competenze linguistiche. Molto richiesti sono non solo l'inglese e le lingue europee: anche russo, cinese e arabo, su cui la nostra formazione punta con corsi dedicati». Che contatti avete con le aziende oltre confine? «Abbiamo molti rapporti con le imprese all’estero proprio perché l’offerta formativa in area linguistica è, nel nostro ateneo, molto sviluppata. Oltre all’Erasmus Placement e al programma Leonardo, abbiamo sviluppato da un anno il progetto Desk In The World, dislocando un nostro desk nelle Camere di Commercio nel mondo per fare da “ponte” tra l’ateneo e le aziende all’estero». Quali sono attualmente i profili più ricercati dalle aziende? «In primis quelli che escono dai corsi di laurea in Economia e Commercio, che vengono inseriti in diversi settori aziendali, dall’amministrazione alle vendite, fino al controllo di gestione. E poi i laureati in Marketing, a pari merito con gli Ingegneri gestionali». Quali sono i requisiti più quotati? «Dal lato “tecnico”, contano il punteggio di laurea e il tempo impiegato per laurearsi. Un neolaureato in Economia 26enne è valutato diversamente da un 30enne. Idem se ha un punteggio di 80/110, oppure superiore al 100, cosa che è molto più gradita. Poche, invece, le aziende che assumono solo laureati con 110. Dall’altro lato, contano molto la motivazione a mettersi in gioco e a investire su di sé». Altri aspetti che fanno la differenza? «Meglio distinguersi con un’esperienza Erasmus, un master, magari un corso a Londra, oppure una personalità molto smart. E poi occorre avere le idee chiare su ciò che si vuol fare, cosa che spesso manca a chi esce dall’università». Che peso hanno le soft skills? «Non sono tanto soft, anzi, pesano al 50%. Contano molto le competenze relazionali, che per esempio raramente si incontrano in laureati in Ingegneria meccanica o elettronica. Poi dipende dalla posizione ambita: se si punta a un ruolo di coordinamento e interfaccia, le soft skills sono davvero fondamentali». Qualche dritta per un buon colloquio? «Indispensabile rendersi gradevoli, dimostrare di essersi informati sull’azienda, cosa che spesso i neolaureati dimenticano di fare. Di sicuro le università non spendono molto tempo per formare i ragazzi su questo aspetto». Scopri di più sulle soft skills Esperienze internazionali, predisposizione al lavoro di gruppo, capacità di leadership e adattabilità: ecco cosa cerca una multinazionale nei candidati.
  • 8. 8 WoJ In collaborazione con Per candidarti agli annunci www.walkonjob.it nella sezione annunci di lavoro eni è un’impresa italiana multinazionale e multicul- turale, presente in 90 paesi con circa 79.000 persone. E' un’impresa integrata nell’energia, impegnata a crescere nell’attività di ricerca, produzione, trasformazione, trading e commercializzazione di petrolio e gas naturale, nella chimica e ingegneria e costruzioni. Nei settori in cui opera vanta competenze di eccellenza e forti posizioni di mercato a livello internazionale. Si ricercano neolaureati 2° livello in Economia o Sta- tistica che verranno inseriti in ambito retail e si occu- peranno di fornire supporto ai responsabili commer- ciali dei punti vendita su tematiche inerenti la gestione commerciale e amministrativa dei contratti e l’analisi dei costi di manutenzione dei punti vendita di rete ordi- naria ed autostradale. Sede di lavoro: sedi eni in Italia. Stage in area commerciale Pirelli fondata nel 1872 è il quinto operatore mondiale del settore pneumatici, presente con 24 siti produttivi in quattro continenti e attivo in oltre 160 paesi in tutto il mondo. Pirelli si distingue per una lunga tradizione industriale coniugata con capacità di innovazione tecno- logica, qualità del prodotto e forza del brand. Il/la candidato/a supporterà il team di controlling nelle attività di reporting istituzionale per l'invio alla Corpo- rate delle informazioni economico finanziarie dell’unità operativa e supporterà il controller dell’area logistica nelle attività operative di caricamento dei dati nel tool gestionale di riferimento e nella preparazione del re- porting mensile dell’area in oggetto. Richiesta laurea specialistica in Economia, buona conoscenza della lin- gua inglese e ottima conoscenza MSOffice (in partico- lare Excel e Power Point). Capacità analitiche ed orga- nizzative e predisposizione all'analisi quantitativa sono requisiti indispensabili; la passione per il mondo auto- motive sarà invece considerato requisito preferenziale. Stage Controller assistant Mazars, organizzazione internazionale, indipendente ed integrata, è uno dei principali attori internazionali nel settore dell’audit e della consulenza aziendale. Of- fre soluzioni su misura ai propri clienti, siano essi mul- tinazionali, società quotate in Borsa, organizzazioni del settore pubblico o PMI nazionali. In Italia, Mazars si col- loca al 5° posto tra le società di revisione e conta 10 sedi sul territorio. Ricerca un Junior Assistant che dopo tre settimane di formazione in aula, svolgerà, in team con colleghi più esperti, attività di revisione contabile presso i nostri clienti. È richiesta laurea specialistica in scienze economiche, buona conoscenza della lingua inglese e /o francese sia scritta sia parlata, capacità or- ganizzative, forte motivazione al lavoro di gruppo,buona predisposizione alle relazioni interpersonali. Sono previste trasferte nell’ambito regionale dell’ufficio di riferimento pertanto è preferibile essere domiciliati nella città sede dell’ufficio o nelle vicinanze. Sedi di lavoro: Milano, Genova, Torino, Bologna, Brescia, Padova, Firenze, Roma, Napoli. Junior Assistant Prometeia è il principale gruppo italiano di consulenza e ricerca economica e finanziaria attivo sull’intero ter- ritorio nazionale e in diverse piazze internazionali. La nostra attività è rivolta a primarie istituzioni finanziarie, investitori istituzionali, imprese industriali e istituzioni pubbliche. I candidati saranno inseriti in team di pro- getto e supporteranno i project manager nello sviluppo dei task operativi in uno dei seguenti ambiti: asset & liability management, market & liquidity risk, risk port- folio management,retail risk management.Ricerchiamo giovani con la laurea specialistica (105/110) in Econo- mia, Finanza, Statistica, Ingegneria gestionale e buone conoscenze economiche e statistico-matematiche. Flessibilità e disponibilità a frequenti trasferte sul ter- ritorio italiano e una buona conoscenza della lingua inglese. Sede di lavoro: Bologna o Milano. JUNIOR CONSULTANT FINANCIAL RISK MANAGEMENT Vodafone is one of the most recognizable companies in the world. With over 407 million clients, and presence in 29 countries Vodafone offers a wide range of career opportunities in a massive industry, that’s still growing. The world of mobile communications is always changing. That’s why we need to keep fresh, sharp and ahead of the competition. And why we'll always encourage you to come up with new ideas, new ways of doing things. An entrepreneurial spirit. A passion for innovation. The determination to succeed.That’s what it takes to work at Vodafone. We're looking for ambitious candidates, pas- sionate about joining Vodafone and changing lives of people all around the world. You need to hold a Bachelor or Master's degree with an outstanding academic record, be fluent in English and have no more than one year's work experience to apply.At Vodafone you’ll experience rotations across the business. Learning from the finest minds in their field, using cutting-edge technology and experiencing ongoing opportunities to progress your careers. Stage for new graduates Lidl è una realtà multinazionale operante nell’ambito della grande distribuzione appartenente al Gruppo Schwarz, fondato nel 1973. Dopo l’apertura negli anni Settanta dei primi negozi sul territorio tedesco Lidl ha avviato la sua espansione all’estero ed è presente oggi in oltre 25 Paesi europei. Presente da 21 anni in Ita- lia, può contare su oltre 560 punti vendita con più di 9.400 collaboratori e rappresenta una delle realtà della distribuzione più moderne e strutturate del Paese. Lidl ricerca giovani talenti in grado di intraprendere una brillante carriera nella Grande Distribuzione. Lidl offre la possibilità di partecipare ad un progetto formativo sviluppato in 24 mesi, che si svolgerà in parte in Ita- lia e in parte in Germania in 3 dei 5 ambiti aziendali scelti fra: Vendite, IT, Amministrazione / Risorse Umane, Logistica/ Acquisti Strumentali / Immobiliare, Acquisti. Contratto a tempo determinato della durata di 24 mesi. Richiesta laurea specialistica in Economia, Ingegneria o Architettura. Opportunità per neo laureati Annunci di lavoro
  • 9. Una carriera fulminante, un sogno realizzato, un cambiamento di rotta, una sfida alla burocrazia per raggiungere un obiettivo: sono ragazzi che hanno dedicato anima e corpo alla propria professione dimostrando che con impegno, rinunce e coraggio si può. La parola a chi ce l'ha fatta PASSIONE E IDEE PER UN FUTURO VINCENTE Valentina Grispo, 32 anni Editore (Catania) L’editoria era il suo sogno e la moda il suo pallino. Un’imprenditrice del Sud ha creato un network di blog e una freepress in rosa, con eventi legati ai brand del fashion. L’agricoltura è foriera di opportunità: a soli 20 anni ha avviato un’azienda di colture macrobiotiche. Grazie a idee originali è possibile rinnovare la tradizione. Avere una casa editrice a 32 anni? È possibile. Valentina Grispo, giornalista catanese, ha fondato insieme alla sorella Sonia la web agency e società editrice MissMedia. Un progetto ambizioso di cui fanno parte Spray Magazine, una free press al femminile distribuita a Catania in 15mila copie, quattro blog di successo e un nuovo modo di fare comunicazione. «L'idea è nata nell’autunno del 2007, col fine di creare una rivista ed essere editori di noi stesse. Per questo ci serviva una società tutta nostra». Trasformare un desiderio in un progetto concreto, però, non è stato facile perché, ci racconta Valentina, «per far nascere MissMedia, considerate tutte le spese, da quelle notarili al versamento del capitale, dall’affitto della sede al personale tecnico e informatico, ho fatto un investimento di 30mila euro. Ma la difficoltà maggiore è stata fare i conti con le lungaggini burocratiche: il sistema non offre alcun supporto a chi decide di lanciarsi in un nuovo progetto, per fortuna siamo aiutate da un bravo commercialista». Lavorare nel mondo della moda, della bellezza e del lifestyle in Sicilia non è facile ma Valentina è riuscita a portare le imprese sul territorio, con il progetto blogger party. «Io e Sonia pensavamo da tempo di creare un ponte tra aziende e blogger siciliane, e ci stiamo riuscendo. Siamo stati i primi, con Desigual, ad organizzare un evento loro dedicato» e poi ne sono seguiti altri, apprezzati per la professionalità e l'estrema cura nei dettagli. Progetti futuri? «Un abbonamento annuale per Spray Magazine», rivela Valentina, «così da poterlo sfogliare in tutte le città d’Italia e, dati i riscontri, continuare con i blogger party». (P.F.R.) Un mutuo e un’azienda in proprio a 20 anni: è la storia di Maria Letizia Gardoni, 24 anni di Osimo, provincia di Ancona, che ha iniziato giovanissima ma che imprenditrice si immaginava fin dall’infanzia: «Già da bambina mi vedevo titolare di un’azienda agricola, per questo appena ho potuto ho deciso di tentare». Quello che stranisce in un’Italia che troppe volte pecca di immobilismo nello slancio all’imprenditoria è che Maria Letizia è imprenditrice di prima generazione: nessuno, nella sua famiglia, lavorava in questo campo. Non solo: dai 21 anni è delegata regionale dei giovani della Coldiretti e nel 2011 è stata la più giovane ad accedere all’esecutivo nazionale dell’associazione. Laureata in Scienze e Tecnologie Agrarie e appassionata di colture macrobiotiche, ha acceso un mutuo per comprare i terreni e ha dato il via a un’azienda che oggi serve tutti i punti macrobiotici delle province di Ancona e Macerata e presto si espanderà per soddisfare le richieste e aprire un punto vendita diretto. Nessuna difficoltà? «Certo. Oltre a quelle economiche, ho fatto l’errore di non trascorrere un periodo di stage in un’azienda già avviata prima di aprire la mia: il successo sarebbe stato più rapido e indolore». Oggi il suo fatturato cresce costantemente e, oltre a reinvestire parte degli introiti, riesce a guadagnare abbastanza per vivere. Dunque la crisi non tarpa le ali a tutti: «Ho scelto un settore di nicchia in cui la concorrenza è limitata», conclude, «ma la campagna offre molte possibilità: dall’agricoltura per il sociale, agli agri asili, al campo della cosmesi e così via. Tantissime attività che garantiscono un’ottima redditività». (G.C.) 9 WoJ Storie di successo Silvia Zanella, 35 anni Global Social Media&Online Marketing Director, Gruppo Adecco, (Milano) Ha sempre avuto grinta da vendere e passione per il mondo del lavoro e il digitale. Ecco come a 35 anni è possibile ricoprire un ruolo di spicco in una grande agenzia di risorse umane. Idee chiare, voglia di aggiornarsi continuamente, capacità di cogliere le opportunità che si presentano e un po’ di faccia tosta che non guasta. Sono queste le carte vincenti che hanno permesso a Silvia Zanella, 35 anni, di percorrere una carriera di successo e impegno nelle risorse umane e nel digitale, ricoprendo da giugno 2013 il ruolo di Global Social Media and Online Marketing Director per il Gruppo Adecco. Laureata in Scienze della Comunicazione a Bologna e con un master in Comunicazione del Lavoro alla Cattolica di Milano, dopo 4 anni come Marketing and Communication Manager in Adecco Italia, sarà ora riferimento per le strategie di marketing legate al Web e ai social media. Non solo: guiderà un team di esperti e agirà in un contesto internazionale. «Il progetto è ambizioso e il lavoro è da imparare strada facendo, ma per questo stimolante», spiega la Zanella. Arrivare a ricoprire questo ruolo, però, non è stata una passeggiata: dopo la prima esperienza, nel 2003, a JobPilot, è approdata a Monster come responsabile comunicazione e marketing fino al 2008. «Poi ho avvertito il richiamo dei social media, così ho lasciato un contratto a tempo indeterminato per buttarmi in Xing, business social network nato in Germania. Dopo pochi mesi, però, è naufragato e mi sono trovata a piedi, in un contesto di grande crisi generale come l'autunno 2009». Senza perdere le speranze, Silvia ha attivato la sua rete di contatti e lavorato sulla reputazione, approdando così in Adecco. «Oggi», spiega, «è un’opportunità enorme lavorare con colleghi stranieri, in inglese, calibrando le scelte strategiche in relazione ai contesti socio-economici di Paesi diversi e al fine di innovare la cultura aziendale. Un’occasione che a 35 anni non speravo di avere». E invece… (E.D.B.) Maria Letizia Gardoni, 24 anni Imprenditrice agricola, (Osimo, prov. di Ancona) Andrea Duse e Cristina Pozzi, 38 e 32 anni Fondatori di Wish Days (Verona) Hanno creato da zero una società di 120 dipendenti, tutti giovani. Perché la preparazione e l’entusiasmo dei 20-30enni sono ingredienti saporiti per cucinare il successo aziendale. Andrea Duse e Cristina Pozzi avevano 31 e 25 anni quando hanno lasciato il loro lavoro in una grande società di consulenza, per avviare Wish Days (www. wishdays.it) in un mercato agli albori, quello della vendita di esperienze, Lui, classe 1975, doppia laurea European Business Program ed esperienze professionali all’estero e in Italia; lei, classe 1981 e una laurea in Economia alla Bocconi. I due, colleghi fin da giovanissimi, hanno avuto un’idea brillante, ma non praticabile senza una base economica solida. Niente soldi in tasca ma molte conoscenze hanno comunque permesso loro di trovare finanziatori pronti a investire 50mila euro nella creazione di Wish Days: «All’inizio è stata dura: continuavamo a lavorare nella società di consulenza, e di notte e nei weekend ci dedicavamo alla nuova avventura». Nel settembre 2006, la svolta: Andrea e Cristina hanno lasciano il lavoro per dedicarsi a tempo pieno alla nuova “creatura”. «Per i primi otto mesi non abbiamo guadagnato e per tornare a uno stipendio come quello di prima ho dovuto aspettare fino all’anno scorso», quando Wish Days, grazie al lancio dei cofanetti Emozione3 dal 2009, ha raggiunto un giro d’affari di 43 milioni di euro e gli attuali 120 dipendenti. Un impero costruito in poco più di sei anni, anche per merito di un ambiente decisamente giovane: «L’età media del nostro team è di 29 anni e su 120 persone 108 sono laureati e 88 sono donne». Molto, Wish Days lo deve anche al talento dei suoi dipendenti e al loro entusiasmo: «Siamo sempre in cerca di nuove risorse e tra le persone con contratti a termine o stagionali, circa la metà le rinnoviamo a tempo indeterminato». (G.C.) Leggi le storie di Walk on Job
  • 10. 10 WoJ A spasso nella Rete Tutto sul lavoro Online STORIE, notizie e opportunità Occasioni di stage, tirocini oltre confine, contest che stimolano la creatività. E poi approfondimenti e novità sul mondo del lavoro e annunci per laureandi e laureati. Ecco alcune pillole di ciò che trovate su www.walkonjob.it. di Redazione * Domanda e offerta di lavoro si incontrano... sui portali Diventare prof senza concorsone. Come si fa? Cerchi un impiego? Arriva Workcoffee, il bar che ti aiuta a trovarlo Un lavoretto durante gli studi fa comodo. Soprattutto se aiuta a coprire le spese e pagare qualche sfizio senza togliere troppo tempo all’università. Ma trovarlo spesso non è facile. Ecco una serie di portali che mettono in contatto domanda e offerta. Volete fare la baby sitter? Amate gli animali e vi piacerebbe portare a spasso i cani degli altri? Cercate su Tatabase.com. Siete bravi a imbiancare o montare mobili e volete racimolare un gruzzoletto aiutando chi non ha tempo di farlo? Su Gliaffidabili. it potete creare il vostro profilo per offrire servizi. Su Tabbid.com chi ha bisogno di un servizio pubblica l’offerta, indica il budget che è disposto a investire e viene messo in contatto con chi è interessato a fare una controfferta. Ma attenzione, le stesse piattaforme permettono anche ai professionisti di proporsi. Se siete neo avvocati, designer, architetti, programmatori, perché non usare anche questa via per autopromuovervi? Scopri di più direttamente sul sito. Insegnare è un’arte, una missione. E chi desidera diventare professore dovrebbe avere anche l’opportunità di riuscirci. Ma in Italia, si sa, il turnover è bloccato e il settore in crisi. Chi è realmente motivato, oltre che preparato, però, ce la fa. Perché per insegnare non serve necessariamente vincere il concorsone ma, con competenze, dedizione e un po’ di faccia tosta, si può riempire il curriculum lavorando per scuole private o parificate o accettando supplenze più o meno lunghe. Come? Ce lo raccontano due giovani prof. su www.walkonjob.it. Trovare un lavoro a colazione, davanti a cappuccino e brioche? O perché non sorseggiando uno spritz in orario aperitivo? WorkCoffee è la prima catena nazionale di bar che consente a chi cerca lavoro di farlo seduto al bancone. Non solo un’agenzia, insomma, ma un vero punto di incontro in cui entrare in contatto con esperti e recruiter che, gratuitamente e in modo informale, offrono aiuto, consigli e spunti. In più i bar mettono a disposizione pc e internet per spulciare in rete annunci e offerte attive. Negli spazi dedicati vengono anche organizzati corsi di lingua, workshop, incontri per imparare a stendere il curriculum vitae. Finora WorkCoffee esiste a Bergamo e a Tolmezzo (Udine). Leggi il QR code per scoprire i prossimi punti di apertura. Travel blog: come trasformarlo in fonte di guadagno Guadagnare viaggiando? È il sogno di tutti ma pochi ce la fanno. Sono i blogger di viaggio, che spesso vengono addirittura pagati da chi li invita a partecipare ai “blog tour”, ovvero viaggi organizzati per promuovere determinate destinazioni… attraverso le loro voci, pardon, le loro tastiere. Certo, i blog di viaggio sono tantissimi e a riuscire concretamente a guadagnarci sono in pochi: solitamente hanno iniziato per passione e ora vivono di pubblicità e di collaborazioni legate al blog. Ma essere travel blogger non significa soltanto viaggiare: l’impegno è costante e servono diverse competenze, dalla fotografia a un minimo di programmazione fino al social media marketing. Vuoi saperne di più su chi ce l’ha fatta? Apri il QR code.
  • 11. Focus Estero Scegli tutti i giorni su www.walkonjob.it Dublino è molto tranquilla ma allo stesso tempo viva e piena di ragazzi in centro. Qui vivono principalmente giovani, studenti e stranieri, mentre la periferia brulica di piccole villette in stile anglosassone in cui risiedono gli autoctoni, famiglie per lo più. Al di fuori di Dublino l’Irlanda è verde. Seria- mente: é verde, solo verde. Niente case, se non qua e lá. Quando si inizia a lavorare,però,una cosa che si nota subito é la burocrazia snella: niente scartof- fie, niente «Vada all’ufficio accanto». C’è tanta gente? Nessun problema: premi un bottone per prenotare il tuo turno,lasci il tuo numero di telefono e quando tocca a te un sms ti informa che è tempo di ritornare. Tu, nel frattempo, vai a farti un giro. In generale invece la vita costa molto ma gli stipendi sono proporzionati e, anche se non hai un lavoro, un sopraffino sussidio di disoc- cupazione da 150 euro a settimana ti permette di vivere, non solo soprav- vivere. E chi diceva che l’Irlanda stava fallendo e l’Italia non doveva fare la stessa fine, beh, va smentito: l’Irlanda non stava fallendo, ma le banche sí. Le persone, e le aziende non hanno sentito la crisi, anzi si stanno trasferendo qui le principali multinazionali che operano in Europa. Qualche esempio? Google, Amazon, Ebay, IBM, Oracle, Groupon, Facebook e Twitter. Tutte attratte dal basso costo del lavoro e dalla burocrazia semplice. E l’Irlanda ringrazia. Venezia, Berlino, Parigi, poi di nuovo Venezia, per approdare finalmente a Mo- naco di Baviera. Dopo quasi 5 anni di pellegrinaggio, come un cane randagio (parole di mio papà) o una zingara (parole di mia mamma), ho deciso di an- corarmi nella capitale bavarese grazie a una borsa post laurea con stage di 3 mesi. Dopo un mese e mezzo è arrivata la proposta di lavoro: valutando tra le scarse possibilità che avrei avuto in Italia, ho deciso di fermarmi qui qualche anno. Monaco è stupenda, sicura, piena di negozi, musei, mostre, concerti e soprat- tutto spazi verdi: il Giardino Inglese è addirittura più vasto del Central Park di New York.La qualità di vita è alta e i tedeschi più gentili,simpatici e disponibili di quello che si pensi (sarà per i tantissimi litri di birra che sgorgano in questa città). Gli unici aspetti negativi sono clima e cibo. Benché sia considerata dai tedeschi una della città più calde della Germania, per chi arriva dal Belpaese Monaco è fredda, con un inverno aspro e piogge infinite. Ma ci si adatta: le ferie si possono sempre passare in Italia. La cucina tedesca, invece, è grassa e piena di salse. Ma per fortuna di ristoranti italiani ce n’è in ogni quartiere, così come negozi in cui comprare prodotti made in Italy… da cucinare a casa. Marco QUI DUBLINO Irina QUI MONACO 11 WoJLa striscia di Raffaele Riccioli, http://minaantiuomo.blogspot.it/ Leggi l'intervista completa