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INDICE
IL NOSTRO
PERCORSO
STORIA
CAMPANILE
INTER
NI
CAUSE REALI DELLA
PESTE
CAUSE
IMMAGINARIE
DELLA PESTE
MORTORIO
LA FACCIATA
IDENTI
KIT
IdentIkIt della
basIlIca
Località: Busto Arsizio
Religione: cattolica di rito ambrosiano
Diocesi: Milano
Consacrazione: 1646
Architetto: Biagio Bellotti
Stile: Barocco
Completamento della costruzione: 1636
stORIa
È una delle più importanti opere barocche della provincia di Varese.
La prima funzione (rito religioso) si celebrò nel 1614, a lavori non ultimati, in
occasione della festa patronale. La cupola venne realizzata nel 1635, dopo ventisei
anni dall’inizio dei lavori. Venne elevata a Basilica minore nel 1646.
la FaccIata
La facciata è formata da lesene in stile ionico, un protiro a fronte arcuato, porte di rame e
bronzo con bassorilievi raffiguranti la vita di San Giovanni Battista, statue di Sant’Ambrogio e
San Carlo Borromeo. La facciata fu completata nel 1701, ad opera di Domenico Valmagini che
inserì un finestrone ovale, le statue di San Pietro, San Paolo e San Giovanni. Quest’ultima
rappresenta il punto più alto della facciata.
lesene
San. Giovanni
Finestrone ovale
GLI INTERNI
All’interno la Chiesa è coperta con volte a botte e a vela. Le tre navate sono separate da
una fila di colonne .
La chiesa, al suo interno, presenta numerose opere (tele e affreschi) del Settecento.
Più recenti (XX secolo) sono le decorazioni in granito e marmo e gli affreschi della
cupola.
La parte più antica della Basilica è il campanile che fu
realizzato per 2 motivi
Religioso:
È un simbolo di devozione
dei bustocchi, dovuto al
periodo di pestilenze che
colpì la città
Militare:
Il campanile fu
realizzato in quanto
poteva essere usato come
torre difensiva, data la
sua posizione
sopraelevata
MORTORIO
All'esterno della Chiesa, sul fianco destro, si trova il "mortorio", un tempietto di autore
ignoto, realizzato tra il 1689 e il 1692, che doveva ricordare ai passanti il mistero della
morte, mediante esposizione dei teschi, ancor oggi visibili da via Milano. Al suo interno
vi sono dipinti con angeli e simbolismi sulla Passione. Erano anche visibili dei dipinti
all'esterno, raffiguranti le età dell'uomo, i vari aspetti della morte, virtù, purgatorio e
angeli piangenti, oggi trasportati nella chiesa di San Gregorio Magno in Camposanto.
CAUSE DELLA PESTE SECONDO I
BUSTOCCHI DEL 1600
<<… horrendo spettacolo di morbo spaventoso, contagioso et
pestilenziale che venne l’anno 1630 per divina permissione
principalmente, poi per opera et fattura diabolica dell’onto, tanto
e finalmente per influsso de’ tempi, di costellationi et pianetti et
inimici della natura humana>>
(Canonico Lupi)
CAUSE REALI DELLA PESTE
Oggigiorno, noi sappiamo che la diffusione della peste era causata della
sporcizia e dalle scarse condizioni igieniche in cui la gente viveva. Queste
portavano alla proliferazione delle pulci e di altri parassiti (portatori sani) che
attaccavano i topi (portatori malati) e che, a loro volta, trasmettevano la peste
all’uomo
a cura degli alunni del
Laboratorio Geo storico

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Chiesa di San Giovanni battista Busto Arsizio

  • 1.
  • 2. INDICE IL NOSTRO PERCORSO STORIA CAMPANILE INTER NI CAUSE REALI DELLA PESTE CAUSE IMMAGINARIE DELLA PESTE MORTORIO LA FACCIATA IDENTI KIT
  • 3.
  • 4. IdentIkIt della basIlIca Località: Busto Arsizio Religione: cattolica di rito ambrosiano Diocesi: Milano Consacrazione: 1646 Architetto: Biagio Bellotti Stile: Barocco Completamento della costruzione: 1636
  • 5. stORIa È una delle più importanti opere barocche della provincia di Varese. La prima funzione (rito religioso) si celebrò nel 1614, a lavori non ultimati, in occasione della festa patronale. La cupola venne realizzata nel 1635, dopo ventisei anni dall’inizio dei lavori. Venne elevata a Basilica minore nel 1646.
  • 6. la FaccIata La facciata è formata da lesene in stile ionico, un protiro a fronte arcuato, porte di rame e bronzo con bassorilievi raffiguranti la vita di San Giovanni Battista, statue di Sant’Ambrogio e San Carlo Borromeo. La facciata fu completata nel 1701, ad opera di Domenico Valmagini che inserì un finestrone ovale, le statue di San Pietro, San Paolo e San Giovanni. Quest’ultima rappresenta il punto più alto della facciata. lesene San. Giovanni Finestrone ovale
  • 7. GLI INTERNI All’interno la Chiesa è coperta con volte a botte e a vela. Le tre navate sono separate da una fila di colonne . La chiesa, al suo interno, presenta numerose opere (tele e affreschi) del Settecento. Più recenti (XX secolo) sono le decorazioni in granito e marmo e gli affreschi della cupola.
  • 8. La parte più antica della Basilica è il campanile che fu realizzato per 2 motivi Religioso: È un simbolo di devozione dei bustocchi, dovuto al periodo di pestilenze che colpì la città Militare: Il campanile fu realizzato in quanto poteva essere usato come torre difensiva, data la sua posizione sopraelevata
  • 9. MORTORIO All'esterno della Chiesa, sul fianco destro, si trova il "mortorio", un tempietto di autore ignoto, realizzato tra il 1689 e il 1692, che doveva ricordare ai passanti il mistero della morte, mediante esposizione dei teschi, ancor oggi visibili da via Milano. Al suo interno vi sono dipinti con angeli e simbolismi sulla Passione. Erano anche visibili dei dipinti all'esterno, raffiguranti le età dell'uomo, i vari aspetti della morte, virtù, purgatorio e angeli piangenti, oggi trasportati nella chiesa di San Gregorio Magno in Camposanto.
  • 10. CAUSE DELLA PESTE SECONDO I BUSTOCCHI DEL 1600 <<… horrendo spettacolo di morbo spaventoso, contagioso et pestilenziale che venne l’anno 1630 per divina permissione principalmente, poi per opera et fattura diabolica dell’onto, tanto e finalmente per influsso de’ tempi, di costellationi et pianetti et inimici della natura humana>> (Canonico Lupi)
  • 11. CAUSE REALI DELLA PESTE Oggigiorno, noi sappiamo che la diffusione della peste era causata della sporcizia e dalle scarse condizioni igieniche in cui la gente viveva. Queste portavano alla proliferazione delle pulci e di altri parassiti (portatori sani) che attaccavano i topi (portatori malati) e che, a loro volta, trasmettevano la peste all’uomo
  • 12. a cura degli alunni del Laboratorio Geo storico